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Autore: Redazione StudioNews

Molise, Francesco Roberti candidato governatore per il centrodestra

Molise, Francesco Roberti candidato governatore per il centrodestraRoma, 5 mag. (askanews) – “Il candidato del centrodestra alle imminenti elezioni regionali del Molise sarà Francesco Roberti, sindaco di Termoli e Presidente della Provincia di Campobasso. Le forze politiche del centrodestra, e molte altre realtà del territorio, hanno trovato un’intesa su un nome ben conosciuto nel Molise e in grado di esprimere una concreta capacità di governo”. Lo dichiarano in una nota congiunta il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, il responsabile Enti Locali della Lega Stefano Locatelli, il responsabile Enti Locali di Forza Italia Maurizio Gasparri, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi per Noi Moderati e Vincenzo Niro, vice segretario nazionale dei Popolari per l’Italia.

“L’intesa è stata raggiunta dopo un ampio confronto, ringraziando tutti coloro che sono stati al centro di questa vicenda, in primo luogo un ringraziamento al Presidente Donato Toma che ha guidato il Molise negli ultimi cinque anni”, aggiungono.

Mossa Meloni sul presidenzialismo per ‘marcare’ Lega sull’Autonomia

Mossa Meloni sul presidenzialismo per ‘marcare’ Lega sull’AutonomiaRoma, 5 mag. (askanews) – La ‘mossa’ era già pronta da tempo, si trattava solo di decidere il dove e il quando. Tanto che la presidente del Consiglio lo aveva accennato già a Londra la settimana scorsa, nonostante l’irritazione per lo “scivolone” sul Def che le aveva guastato la festa del bilaterale con il premier britannico, Rishi Sunak. “Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo – aveva detto – che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”.

Giorgia Meloni ha dunque deciso di convocare i partiti di opposizione per affrontare il nodo della riforma che le sta più a cuore: quella istituizionale, che possa portare al (semi)presidenzialismo o all’elezione diretta del premier (su cui ci potrebbe essere una convergenza con Azione e Italia viva). L’appuntamento è per martedì a partire dalle 12.30 nella Biblioteca del presidente alla Camera. Il formato è in pratica quello delle consultazioni, sono attesi capigruppo e leader di partito. E, infatti, sarà anche la prima occasione per un faccia a faccia tra Meloni e la segretaria del Pd, Elly Schlein. Azione e Italia viva, nonostante la maretta delle ultime settimane, si presenteranno unite anche se – a quanto si apprende – nella delegazione non dovrebbe esserci Matteo Renzi. Assente dovrebbe essere per impegni anche il leader del M5s, Giuseppe Conte. Ma a essere significativa è anche la presenza del governo: oltre al ministro delle Riforme, Elisabetta Alberti Casellati, e a quello dei Rapporti con il Parlamento, Gianluca Ciriani, ci sono i due vice premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, ma anche i due (ascoltatissimi) sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Segno, viene spiegato, che la premier intende tenere acceso il faro sulle riforme direttamente da palazzo Chigi.

Meloni ha sempre ripetuto di considerare la riforma dell’assetto istituzionale la più importante perché la stabilità dei governi è una delle “più potenti misure di sviluppo” e nel corso della conferenza stampa di fine anno ha anche spiegato di non escludere una “iniziativa del governo”. Ma non è soltanto per questo che la presidente del Consiglio ha deciso di imporre una accelerazione a questo percorso. Sin dalle prime battute dell’esecutivo, infatti, ha messo in chiaro che alcune riforme istituzionali dovessero andare di pari passo: ovvero il presidenzialismo (caro appunto a Fratelli d’Italia) e l’Autonomia (baluardo invece della Lega). Il Carroccio, però, continua a premere il piede sull’acceleratore e, appena qualche giorno fa, il ministro competente, ovvero Roberto Calderoli, ha dichiarato che l’autonomia sarà portata a casa “in sei mesi”. Non è un caso, dunque, che per giovedì sera Meloni avesse convocato una riunione alla quale avrebbe dovuto partecipare, oltre a Ciriani e ai capigruppo di Fdi di Camera e Senato, Foti e Malan, anche Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato che ha all’ordine del giorno proprio il provvedimento bandiera dei leghisti che è stato incardinato mercoledì scorso e che presto vedrà l’avvio di un ciclo di una cinquantina di audizioni. L’incontro è poi saltato per il protrarsi del Consiglio dei ministri, anche se – viene riferito – proprio a margine della riunione di governo, la premier avrebbe avuto un lungo colloquio con Calderoli.

Sullo sfondo, c’è anche la competizione in vista delle elezioni Europee, che oltre a essere un voto a livello nazionale, si basa sulle preferenze, quindi inevitabilmente porta i partiti a ‘pesarsi’. E se Salvini ci vuole arrivare con l’Autonomia già approvata, Meloni non intende certo rimanere indietro su quella che ha sempre indicato come una sua “priorità”.

Fontana: autonomia Lombardia entro 5 anni tra obiettivi strategici

Fontana: autonomia Lombardia entro 5 anni tra obiettivi strategiciMilano, 5 mag. (askanews) – Autonomia, sostenibilità, ricerca e innovazione. Queste le parole chiave del programma regionale di sviluppo sostenibile (Prss) della Lombardia illustrato oggi dal presidente della Regione, Attilio Fontana, durante il ‘Seminario di Giunta’ che, come da tradizione, si svolge con l’avvio della legislatura per condividere gli obiettivi ritenuti strategici per i prossimi cinque anni. Il Prss, dopo l’approvazione in Giunta, prevista per la prossima settimana, approderà in Consiglio regionale.

“In questa legislatura, come in quella precedente, è fondamentale il gioco di squadra. Ogni tematica – ha commentato il presidente Fontana – deve essere affrontata condividendone ogni aspetto e quindi con il coinvolgimento di tutti gli assessorati che, a vario titolo, possono averne competenza. Tutto ciò deve avvenire in tempi rapidi e partendo sempre dai dati certi, ovvero dalle esigenze concrete e reali che riguardano la quotidianità dei lombardi. In tal senso i concetti di sostenibilità, autonomia e ricerca e innovazione diventano punti cardine nel nostro modo di agire”. “Concepiamo l’autonomia – ha proseguito Fontana – come una piena assunzione di responsabilità per mettere a terra il Pnrr senza essere scavalcati, per avere un ruolo da protagonisti e per spendere al meglio tutte le risorse disponibili”. Ai membri della sua Giunta, il presidente ha poi illustrato il senso delle altre parole chiave scelte.

“La sostenibilità – ha proseguito – deve essere ambientale, economica e sociale e sta alla base di tutta la programmazione regionale ed è sempre più necessaria per essere al servizio dei cittadini così da offrire loro anche uno sviluppo urbano rispettoso del territorio e Aree interne vivibili”. E poi, appunto, la ricerca e innovazione che consentiranno di far crescere l’economia, migliorare il welfare, tutelare l’ambiente, formare i cittadini di oggi e domani “così da creare una Lombardia sempre più attrattiva e inclusiva”.

Covid, M5S denuncia: Conte aggredito da un no vax

Covid, M5S denuncia: Conte aggredito da un no vaxRoma, 5 mag. (askanews) – Il Movimento 5 stelle denuncia l’aggressione fisica subita dal leader stellato Giuseppe Conte a Massa, colpito da un cittadino che si sarebbe qualificato come “no vax”, poi allontanato dalle forze dell’ordine. “Quando ci si assume una responsabilità di governo – è il comento dell’ex presidente del Consiglio – si prendono decisioni difficili in momenti di grande difficoltà per l’intero Paese, come accaduto durante la pandemia. Non si può accontentare tutti nonostante si lavori al bene di tutti”.

“Il signore che mi ha aggredito, che è un no vax convinto, ha dimostrato con il suo gesto violento – ha sottolineato Conte – che questo tipo di derive sono fatte da persone irresponsabili. Se avessimo seguito le loro indicazioni probabilmente oggi saremmo una comunità completamente distrutta. Il dissenso è legittimo, ma questa manifestazione violenta esula dal contesto democratico”. Immediata la solidarietà bipartisan e dei vertici istituzionali. A cominciare dalla premier: “Esprimo solidarietà al presidente del M5s Giuseppe Conte. Ogni forma di violenza va condannata senza esitazione. Il dissenso deve essere civile e rispettoso delle persone e dei gruppi politici”, ha scritto in una nota Giorgia Meloni.

Agici-Accenture: comunità energetiche, benefici fino a 1,5 mld

Agici-Accenture: comunità energetiche, benefici fino a 1,5 mldRoma, 5 mag. (askanews) – Con 5 GW di potenza installata, le comunità energetiche potrebbero generare una riduzione di CO2 di 1,35 milioni di tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro. Sono questi i risultati emersi dal working paper “Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities” condotto da Agici e Accenture e presentato questa mattina, nella cornice di Palazzo Clerici a Milano, in occasione dell’evento “Nuove utilities per nuove clienti: vendita, servizi e comunità energetiche rinnovabili”.

L’analisi, presentata nel corso del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture giunto quest’anno alla sua ventitreesima edizione, analizza il ruolo e le potenzialità che lo sviluppo che le comunità energetiche potranno avere nel percorso di transizione energetica del Paese. Dal working paper emerge come l’Italia, dove sono presenti 86 comunità energetiche – di cui solo 30 attualmente attive – sia in “ritardo” rispetto al resto d’Europa, che presenta già circa 9.000 comunità energetiche, con Germania e Danimarca pionieri nel settore. Per raggiungere i 5 GW di potenza installata, a fronte dei 60 MW attuali, all’Italia è richiesta un’accelerazione nella creazione e nello sviluppo delle comunità energetiche per adeguarsi alla Renewable Energy Directive della Commissione Europea, con l’obiettivo di raggiungere il 32% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. Questo comporterebbe un beneficio economico fino a 1,5 miliardi di euro e un risparmio di CO2 pari a 1,35 milioni di tonnellate. “In un contesto in cui la transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni ed in presenza di importanti capitali messi a disposizione attraverso i fondi del PNRR e GSE, riteniamo che ci siano quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico. Si tratta delle comunità energetiche, delle Utilities, delle PMI e del digitale” ha dichiarato Claudio Arcudi, Responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa “Le comunità energetiche, infatti, possono permettere alle PMI del nostro territorio di collaborare per produrre, consumare e condividere con la comunità dove operano l’energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze. Nello stesso tempo, le comunità energetiche costituiscono un’importante opportunità per le Utilities, che hanno le capacità e le conoscenze necessarie ad indirizzare un approccio industriale in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano energetico nel nostro Paese e sono i player più adatti a realizzare e gestire il nuovo servizio. Abilitatore di questo modello sono le tecnologie digitali, che garantiscono la misurabilità delle performance e una gestione efficace di queste infrastrutture distribuite”. A seguito della presentazione dell’analisi si sono svolte due tavole rotonde incentrate sulla centralità che le nuove utilities ricopriranno nel processo di transizione ecologica, a fronte anche dei forti mutamenti in corso nel mercato dell’energia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

“Anche quest’anno lo studio condotto insieme ad Accenture, con cui siamo felici di rinnovare la nostra proficua collaborazione, ha voluto mettere a fuoco le principali tendenze e dinamiche in corso nel settore delle utilities. In questo senso, la scelta di volgere lo sguardo alle comunità energetiche è apparsa naturale per le enormi potenzialità che queste hanno nella transizione verso fonti rinnovabili, favorendo la partecipazione dei cittadini al sistema energetico” ha dichiarato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici. L’evento ha costituito inoltre l’occasione per la consegna dei Premi Manager Utilities “Andrea Gilardoni” 2022, giunto alla sedicesima edizione. Per il premio Energia sono risultati vincitori ex aequo Giuseppe Argirò, Amministratore Delegato di CVA, e Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam. Ad Argirò la giuria ha motivato il riconoscimento “per l’accelerazione impressa alla crescita di CVA e delle rinnovabili”, a Venier “per le azioni messe in campo volte a garantire la sicurezza energetica del Paese”. A ritirare il Premio Servizi Pubblici è stato invece Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, premiato “per gli investimenti record di A2A nella transizione ecologica”.

Questa edizione, inoltre, ha visto l’introduzione di un nuovo riconoscimento, intitolato “L’energia di domani: il futuro è donna”, destinato alle professioniste under 40 attive nel settore dell’energia e delle utilities. Il premio, istituito con l’obiettivo di riconoscere e incoraggiare l’eccellenza femminile in un settore in cui la presenza delle donne nelle posizioni di vertice è ancora bassa, è stato assegnato a Nicole Della Vedova, Head of Corporate and Structured Finance di Enel. A Della Vedova la giuria ha riconosciuto l’impegno “nella promozione della finanza sostenibile a livello globale”. “La giornata di oggi segna un momento importante per noi, grazie all’introduzione del premio “L’energia di domani: il futuro è donna”. Con questo riconoscimento Agici, da sempre osservatore del mondo che cambia, intende dare il suo contributo per favorire la crescita professionale delle figure femminili nel mondo delle utilities: in un settore sempre più proiettato verso la sostenibilità, la parità di genere non può essere trascurata” ha concluso Chiara Gilardoni, Business owner & CEO di Agici.

Roma, “Collezionare Cultura” alla Galleria Russo

Roma, “Collezionare Cultura” alla Galleria RussoRoma, 5 mag. (askanews) – Dopo il grande successo dei precedenti incontri del ciclo “Collezionare Cultura”, una serie di eventi dedicati al collezionista, iniziato nel 2019, a cura della Galleria Russo, in collaborazione con lo Studio Legale Montani Tesei di Roma, specializzato in Diritto dell’Arte, il prossimo 5 Maggio alle 17:30 si terrà l’appuntamento conclusivo del 2023 dedicato all’arte e alle imprese, dal titolo “Arte in impresa – Corporate Art Collection”. Interverranno: Avvocato Virginia Montani Tesei, Studio Montani Tesei, Roma, esperta in Diritto dell’Arte; Fabrizio Russo, Galleria Russo, Roma; Federico Russo, Dottore Commercialista, Omnia Consulting Italia, Roma; Katia da Ros, Vicepresidente di Confindustria con delega alla cultura, ambiente e sostenibilità.

Nell’incontro verrà trattato il tema delle “Corporate Art Collection”, la loro nascita ed evoluzione collezionistica normativa. La Galleria Russo, giunta quest’anno ai suoi 125 anni di attività, sceglie di investire in cultura e creare appuntamenti specifici in cui trattare tematiche di interesse per gli appassionati d’arte che operano nel settore o per coloro che vogliano saperne di più sul processo di acquisto di un’opera. La serie di incontri, iniziati a gennaio scorso e che si sono tenuti mensilmente, ha visto gli specialisti del settore affrontare temi chiave per collezionisti, esperti e amanti del mondo dell’arte. Un’occasione per far chiarezza ed esaminare i passi, le procedure e le raccomandazioni utili al collezionista: dall’acquisto di un’opera d’arte, alla sua possibile alienazione sino casi più particolari come i prestiti per le mostre, la libera circolazione dei beni d’arte, nonché la gestione ordinaria e straordinaria della collezione. Tutti gli incontri si svolgeranno presso il centro Roma Eventi-Piazza di Spagna, via Alibert, 5a.

Il leader M5S Conte aggredito da un no vax mentre partecipava ad un evento a Massa

Il leader M5S Conte aggredito da un no vax mentre partecipava ad un evento a MassaRoma, 5 mag. (askanews) – Il Movimento 5 stelle denuncia in una nota l’aggressione fisica subita dal leader stellato Giuseppe Conte a Massa, colpito da un cittadino che si sarebbe qualificato come “no vax”, poi allontanato dalle forze dell’ordine. “Quando ci si assume una responsabilità di governo – è il commento dell’ex presidente del Consiglio – si prendono decisioni difficili in momenti di grande difficoltà per l’intero Paese, come accaduto durante la pandemia. Non si può accontentare tutti nonostante si lavori al bene di tutti”.

“Il signore che mi ha aggredito, che è un no vax convinto, ha dimostrato con il suo gesto violento – ha sottolineato Conte – che questo tipo di derive sono fatte da persone irresponsabili. Se avessimo seguito le loro indicazioni probabilmente oggi saremmo una comunità completamente distrutta. Il dissenso è legittimo, ma questa manifestazione violenta esula dal contesto democratico”.

Roma, Gualtieri: al lavoro con Rocca per rimodulare fascia verde

Roma, Gualtieri: al lavoro con Rocca per rimodulare fascia verdeRoma, 5 mag. (askanews) – “Siamo pienamente consapevoli che è faticoso e doloroso e che queste sono misure che hanno un impatto soprattutto sulle fasce sociali più deboli, di cui noi dobbiamo tenere conto, ma non abbiamo la libertà politica, morale e giuridica di ignorare il fatto che ridurre l’inquinamento è un obbligo di legge e che il sindaco, che ha la responsabilità di rispettare le leggi, in questo caso regionali, deve attuarle”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, rispondendo ale domande dei giornalisti sull’introduzione della fascia verde al termine della cabina di regia sul Giubileo a Palazzo Chigi.

“Chiaramente chiediamo alla Regione, e su questo c’è la piena disponibilità del presidente Rocca, di aiutarci a studiare delle rimodulazioni che – ha aggiunto – garantiscano lo stesso risultato e che abbiano un impatto meno gravoso sulle fasce sociali più deboli, e chiediamo anche al Governo, nello spirito di queste norme regionali di aiutarci ad avere degli elementi compensativi e di sostegno a chi deve rinunciare al veicolo perché troppo inquinante e deve essere messo nelle condizioni di poter avere un contributo pubblico per l’acquisto di un veicolo nuovo o per l’utilizzo di mezzi alternativi”.

”Ci ritiriamo da Bakhmut”, cosa ha detto il capo del gruppo Wagner Prigozhin (e perché)

”Ci ritiriamo da Bakhmut”, cosa ha detto il capo del gruppo Wagner Prigozhin (e perché)Milano, 5 mag. (askanews) – Non una semplice dichiarazione di ritirata dal 10 maggio “mentre mancano solo due piccoli chilometri” a prendere Bakhmut, ma un vero e proprio manifesto del Wagner-pensiero e accuse pesantissime alla burocrazia russa (ma anche alla verticale di potere che vede in cima Vladimir Putin) che secondo lui entrerà nella storia, ma “in mutande”. Un discorso totalmente nello stile del capo della compagnia di mercenari russi Evgenij Prigozhin, accompagnato da un documento postato sul suo canale Telegram. Anche se non è chiaro se la dichiarazione di Prigozhin può essere davvero presa alla lettera, poiché in passato ha spesso pubblicato commenti impulsivi, successivamente smentiti.

“AVREMMO PRESO BAKHMUT IL 9 MAGGIO” Nel video il capo della Wagner torna di nuovo ad attaccare il Ministero della Difesa e “informa” il “comandante in capo supremo” Vladimir Putin. “Un mese fa hanno smesso di darci le munizioni e non ne riceviamo più del 10%” dice, aggiungendo poi qualcosa che può essere un’accusa, ma anche una scusa. “Avremmo preso possesso dell’insediamento di Bakhmut entro il 9 maggio 2023, ma quando l’hanno visto, i burocrati militari (a Mosca) hanno effettivamente interrotto qualsiasi fornitura dal primo maggio per impedirci di farlo perché si siedono, scuotendo le loro pance grasse e pensano che passeranno alla storia come vincitori: ci sono già entrati in mutande”. PARLA DI “MESCHINA INVIDIA” DEI VERTICI RUSSI Da notare che Prigozhin ha sempre chiamato Bakhmut con il vecchio nome zarista di Artemvsk, mentre per questa comunicazione ha utilizzato quello ucraino che si usa anche in occidente. “I miei ragazzi non saranno inutili, quindi, dal 10 maggio 23, lasceremo il villaggio di Bakhmut, ci restano solo da prendere due chilometrini e mezzo su 45. Ma se, a causa della vostra meschina invidia, non volete dare la vittoria ai russi prendendo Bakhmut, sono vostri problemi”, dice Prigozhin lasciando intendere che a Mosca evidentemente, secondo lui, qualcuno vive male i progressi in guerra della Wagner.

LA LEADERSHIP “HA PAURA DI PRENDERSI RESPONSABILITA’” Parla poi genericamente di “leadership” che “ha paura ad assumersi responsabilità sia di fronte a un attacco, sia di fronte a una ritirata”. E poi aggiunge: “per questo stiamo aspettando un ordine di guerra per lasciare Bakhmut prima del nono giorno. Nonostante il fatto che abbiamo praticamente terminato le scorte rimarremo a Bakhmut in modo che, in questa festa sacra per tutti i popoli della Russia, non vogliamo rovinare il brillare delle armi russe. Ma poi noi raggiungeremo i campi di retroguardia dopo 400 giorni di duro lavoro quotidiano; nei campi di retroguardia aspetteremo fino a quando ci sarà di nuovo bisogno di noi”. “MACELLAIO DI MARIUPOL” NELLA WAGNER Parole come macigni dopo che alcuni video e informazioni apparse su Telegram dimostrerebbero il fatto che l’ ex viceministro della difesa russo, il generale Mikhail Mizintsev (soprannominato il “macellaio di Mariupol”, si è unito alla milizia privata del gruppo Wagner come vice comandante.

Le interpretazioni del discorso di Prigozhin da Mosca sono poche. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov non commenta. Mentre il politologo Sergey Markov, limita lo sfogo a un “conflitto di Wagner e Prigozhin con il Ministero della Difesa e lo Stato Maggiore”. Markov è considerato persona vicina a Putin e dice che “dalla parte di Prigozhin e Wagner c’è il sostegno della maggior parte degli ufficiali e dei soldati dell’esercito russo. Tutti loro credono di essere mal riforniti …Ma non possono dirlo direttamente a causa del rischio di insubordinazione. E sono contenti che almeno Prigozhin parli ad alta voce, che dica quello che pensano. La questione deve essere risolta con urgenza dal Consiglio di sicurezza russo”. Resta comunque un pessimo episodio per la leadership russa, dopo le stranissime immagini dell’attacco di droni al Cremlino dell’altro ieri e a pochi giorni da una festa importantissima per la propaganda. Mosca celebra infatti ogni anno il 9 maggio la vittoria sovietica sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale e Putin ha sfruttato, nel corso dei due decenni al potere, l’occasione per rafforzare il suo ruolo di uomo forte. Ma le immagini evocate da Prigozhin – compresa quella di chi entra nella storia “in mutande” o dei droni in Piazza rossa – poco si addicono allo stile sinora scelto.

(di Cristina Giuliano)

L’incoronazione di Carlo III, i simboli e la cerimonia tra tradizione e innovazione

L’incoronazione di Carlo III, i simboli e la cerimonia tra tradizione e innovazioneRoma, 5 mag. (askanews) – Con la morte della madre, la regina Elisabetta II, lo scorso 8 settembre, Carlo III è diventato immediatamente re. Nei giorni successivi è stato formalmente proclamato nuovo sovrano e ora, dopo mesi di meticolosa preparazione, la sua incoronazione è alle porte. Erede al trono da 70 anni, Carlo sarà ufficialmente incoronato con una solenne cerimonia religiosa il 6 maggio. Migliaia di persone prenderanno posto nell’Abbazia di Westminster e nelle strade circostanti del centro di Londra per assistere a una sensazionale esibizione dello sfarzo britannico. Per non parlare dei miliardi di persone che seguiranno lo spettacolo in televisione ai quattro angoli del pianeta.

‘L’incoronazione’, come concordano gli esperti, è molto di più che porre la corona sulla testa del sovrano. È un incontro simbolico della monarchia, della Chiesa e dello Stato per un rituale religioso durante il quale il monarca si consacra a Dio e al Paese. Buckingham Palace ha affermato che ‘rifletterà il ruolo del monarca oggi e guarderà al futuro, pur essendo radicata in tradizioni e fasti di lunga data’. La cerimonia inizierà alle 11 del 6 maggio. La durata non è stata ancora confermata. L’incoronazione di Carlo III dovrebbe essere più breve di quella della augusta madre settant’anni fa. Allora, la cerimonia – che fu il primo evento reale ad essere trasmesso live in televisione – si protrasse per oltre tre ore. In molti scommettono che sarà probabilmente più vicino alle due ore. Anche se le incoronazioni sono rimaste sostanzialmente le stesse per più di 1.000 anni e gli organizzatori anche oggi si appoggiano a quella struttura.

La cerimonia sarà officiata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Gli elementi centrali di cui si compone sono il riconoscimento, il giuramento, l’unzione, l’investitura, l’incoronazione e l’omaggio. Il riconoscimento avviene quando il sovrano si trova nel cuore dell’abbazia e si presenta al popolo. Dopo aver prestato giuramento – promettendo di governare secondo la legge, di esercitare la giustizia con misericordia e di mantenere la Chiesa d’Inghilterra – il monarca viene unto con l’olio santo dall’arcivescovo. Questo momento che è considerato la parte più sacra della cerimonia, non fu trasmesso in televisione nel 1953. In vista del grande giorno di Carlo III l’arcivescovo Welby ha spiegato perché neanche sabato vedremo l’unzione del re, spiegando nel programma di ricordo che il momento è ‘un simbolo dell’investitura da parte del popolo per un compito speciale per il quale è necessario l’aiuto di Dio’. La parte successiva è l’investitura vera e propria, quando il sovrano è vestito con i paramenti sacri dell’incoronazione ed è presentato con i simboli della monarchia: il globo, gli scettri e altri oggetti. Verso la fine della cerimonia, la corona di Sant’Edoardo viene posta sulla testa del monarca prima che principi e pari del regno si dirigano verso il sovrano per rendergli omaggio. Questa volta, però, si pensa che solo il principe William si inginocchierà davanti al re. In questa incoronazione, i ‘pari’ sono stati sostituiti dal pubblico che è stato invitato a giurare fedeltà a Carlo se lo desidera.

La corona di Sant’Edoardo fu realizzata per Carlo II nel 1661 in seguito alla restaurazione della monarchia l’anno precedente. Si ritiene che la precedente corona medievale, che fu sciolta nel 1649, risalisse al re inglese dell’XI secolo, Edoardo il Confessore. Non è una replica esatta del disegno precedente, ma segue l’originale con quattro croci, quattro gigli e due archi. Realizzata in oro massiccio, è adornata con 444 pietre preziose – tra cui rubini, ametiste, zaffiri e altre gemme – ed è dotata di un cappuccio di velluto viola e di una fascia di ermellino. Storicamente, doveva rimanere nell’abbazia di Westminster, quindi fu creata una seconda corona per il sovrano da poter indossare all’esterno del luogo di culto. Questa seconda corona è l’Imperial State Crown, che viene spesso utilizzata per occasioni cerimoniali come l’inaugurazione del Parlamento. È dotata di 2.868 diamanti, incluso il massiccio Cullinan II. È stata realizzata nel 1937 ed è quasi una replica della precedente Imperial State Crown della regina Vittoria. Terminati gli elementi spirituali del servizio, re Carlo e Camilla si dirigeranno alla Cappella di Sant’Edoardo, un santuario di pietra nel cuore dell’abbazia, dove il sovrano indosserà la Corona di Stato Imperiale in preparazione del ritorno a Buckingham Palace.

Il re riutilizzerà diversi capi storici indossati dai precedenti monarchi durante le passate incoronazioni negli ‘interessi della sostenibilità e dell’efficienza’, secondo Buckingham Palace. ‘Sua Maestà riutilizzerà i paramenti presenti nei servizi di incoronazione di re Giorgio IV nel 1821, re Giorgio V nel 1911, e Giorgio VI nel 1937 e della regina Elisabetta II nel 1953, tra cui il Colobium Sindonis, la Supertunica, il Mantello Imperiale, la Cintura e i Guanti’, precisava il palazzo.

Due saranno le processioni per le vie della capitale britannica il giorno dell’incoronazione. Una porterà il re all’Abbazia di Westminster e l’altra dopo il servizio sarà una parata più grande per fare ritorno a Buckingham Palace, dove il monarca e i membri della famiglia reale faranno un’apparizione sul balcone e assisteranno ad un sorvolo dell’aeronautica britannica. Prima della funzione, re Carlo lascerà Buckingham Palace e si dirigerà lungo il Mall a bordo della Diamond Jubilee State Coach, scortato dalla cavalleria. Al ritorno il monarca viaggerà nella più famosa Gold State Coach.

Ci sono state molte speculazioni su come il re intenda rendere la sua incoronazione più inclusiva, riflettendo al contempo la sua visione della futura monarchia. Una prima indicazione è stata annunciata venerdì quando Buckingham Palace ha rivelato che i leader religiosi guideranno le prime processioni nell’Abbazia di Westminster. Saranno seguiti da rappresentanti di ciascuno dei 15 regni in cui il re è capo di Stato. I portabandiera di ogni nazione saranno accompagnati dai governatori generali e dai primi ministri. Questa è la prima volta che ai leader religiosi non protestanti viene assegnato un ruolo in un’incoronazione.

A differenza delle tre regine consorti più recenti: Alexandra, che era la moglie di Edoardo VII; la moglie di Giorgio V, Mary; ed Elisabetta, moglie di Giorgio VI – Camilla non si è fatta realizzare una corona appositamente per la sua incoronazione. Camilla, che dopo l’incoronazione di Carlo sarà ufficialmente chiamata regina e non regina consorte come nei mesi seguiti alla scomparsa di Elisabetta II, invece, ha scelto di indossare la corona d’argento che la regina Mary fece realizzare per l’incoronazione del marito nel 1911, con l’intenzione che servisse come corona permanente delle future consorti.

Il palazzo ha affermato che anche la scelta di Camilla è stata ‘nell’interesse della sostenibilità e dell’efficienza’ ma che stava apportando alcune ‘piccole modifiche e aggiunte’. Nello specifico, vuole onorare la defunta suocera impreziosando la corona con alcuni diamanti – i Cullinan III, IV e V – della collezione personale della sovrana.

Il duca di Sussex ha confermato la sua presenza al grande giorno del padre. Tuttavia, vi andrà da solo. Il palazzo ha confermato ad aprile che la moglie Meghan resterà in California con i loro due figli, il principe Archie e la principessa Lilibet. Come membro della famiglia reale, anche il principe Andrea dovrebbe partecipare all’incoronazione del fratello. Ma poiché non è più un working royal, è improbabile che abbia ruoli formali.

Più di 2.200 persone parteciperanno alla cerimonia presso l’Abbazia di Westminster. Sebbene il palazzo non diffonda un elenco dettagliato degli invitati, ha confermato che la congregazione sarà composta da membri della famiglia reale, nonché rappresentanti internazionali di 203 Paesi, tra cui circa 100 capi di Stato, insieme ai rappresentati della comunità e delle associazioni benefiche. La first lady statunitense Jill Biden guiderà la delegazione americana. Inoltre, un certo numero di reali da tutto il mondo saranno a Londra per celebrare Carlo III.

Oltre alla durata, un’altra differenza con le precedenti incoronazioni è il numero di ospiti. Nel ’53, la lista degli invitati era così numerosa che dovettero essere erette strutture temporanee all’interno dell’abbazia per accogliere le oltre 8.000 persone invitate. Ma anche la funzione religiosa sarà anche pieno di novità, secondo gli organizzatori del Lambeth Palace. Alcune delle modifiche all’antica cerimonia cristiana includono la preghiera del re ad alta voce, la partecipazione di leader religiosi di altre fedi, il coinvolgimento del clero femminile e l’incorporazione di altre lingue parlate nelle isole britanniche.

Il 7 maggio, il giorno dopo l’incoronazione, migliaia di eventi dovrebbero svolgersi in tutto il Paese nell’ambito del ‘Coronation Big Lunch’, mentre Lionel Richie, Katy Perry e Take That saranno i protagonisti del ‘Concerto dell’incoronazione’ al Castello di Windsor in serata.

Al concerto parteciperanno un pubblico di volontari delle associazioni di beneficenza del re e della regina, nonché diverse migliaia di membri del pubblico selezionati attraverso una votazione nazionale tenuta dalla Bbc. L’ultimo giorno del lungo weekend vedrà i britannici godersi un lunedì festivo, si spera, soleggiato, con il pubblico invitato a fare volontariato nelle loro comunità.