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Autore: Redazione StudioNews

Joe Biden ha scelto Jack Markell come nuovo ambasciatore a Roma

Joe Biden ha scelto Jack Markell come nuovo ambasciatore a RomaRoma, 3 mag. (askanews) – Jack Alan Markell, consigliere e amico personale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stato scelto dal presidente Usa come prossimo ambasciatore americano in Italia. Dell’imminente nomina si vociferava da giorni al Senato americano, anche perchè apre un giro di poltrone tra cui quella di ambasciatore presso l’Osce a Parigi, e il Corriere della Sera ha ottenuto la conferma, anche se i tempi precisi dell’arrivo del nuovo rappresentante Usa a Roma non sono ancora precisati.

Sessantatré anni, membro del Partito democratico, Markell è l’attuale ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, incarico che andrà all’ex senatore Sean Patrick Maloney, capo della campagna dei democratici per le elezioni dell’anno scorso. Markell è stato governatore del Delaware, lo stato di Biden, dal 2009 al 2017 ed ha anche lavorato come coordinatore della Casa Bianca per l’operazione Allies Refuge, con la quale il governo degli Stati Uniti ha portato a casa alcuni civili afgani a rischio, come interpreti e impiegati dell’ambasciata americana, dopo il ritiro militare dall’Afghanistan.

Sposato con due figli, un Master in business administration all’Università di Chicago, Markell ha iniziato la sua carriera dirigenziale lavorando come banchiere alla First Chicago Corporation. Poi è diventato consulente alla McKinsey & Company, e quindi ha assunto la carica di vicepresidente senior della Fleet Call – poi Nextel Communications. Infine è stato manager a Comcast. Da governatore del Delaware, ricorda la stampa americana, ha poruto contare sul sostegno di Beau Biden, il figlio maggiore del presidente, fino alla sua morte nel 2015. Beau Biden era il procuratore generale dello Stato e aveva espresso la sua intenzione di candidarsi alla carica di governatore nel 2016, proprio per prendere il posto di Markell.

Se la scelta di Markell sarà confermata dal Congresos Usa, la sede diplomatica di Roma avrà di nuovo un ambasciatore dopo oltre due anni di assenza. Un vuoto che ha fatto sollevare interrogativi anche dall’altra parte dell’Atlantico, visto che la sede italiana è ambita, l’Italia è uno stretto alleato degli Usa e la congiuntura internazionale particolarmente tesa in Europa aumenta la necessità di diretti confronti nelle capitali, che certo possono essere svolti da un incaricato d’affari, ma con altro rilievo nei rapporti con il dipartimento di Stato e la stessa presidenza. A metà marzo, commentando la conferma di Eric Garcetti come ambasciatore in India, il sito di notizie Axios, scriveva di “un certo mistero dell’era Biden: l’ambasciata in Italia vacante” dopo oltre due anni dall’insediamento di Biden, malgrado la sede roma sia “tra le più ambite al Dipartimento di Stato”. Tuttavia la prassi statunitense nelle nomine degli ambasciatori è di pescare ampiamente fuori dai diplomatici di carriera, assegnando le ambasciate chiave a figure vicine ai presidenti o a donatori di peso.

In Emilia Romagna allagamenti, evacuazioni e scuole chiuse

In Emilia Romagna allagamenti, evacuazioni e scuole chiuseMilano, 3 mag. (askanews) – E’ emergenza maltempo in Emilia Romagna: le forti piogge hanno fatto esondare il fiume Lamone, che ha superato la terza soglia di allerta e rotto un argine a Boncellino, provocando allagamenti nel Ravennate e in particolare nell’area tra Faenza e Bagnacavallo dove sono in corso evacuazioni.

Sono 400 gli interventi dei vigili del fuoco: abitazioni evacuate precauzionalmente anche a Dovadola (FC) per una frana, a Monzuno e Castel San Pietro (BO) per allagamenti. A Villanova sono state chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Secondo quanto riferito dagli esperti di 3Bmeteo, a Ovest anche il Senio è oltre la terza soglia di allerta, così come il Santerno a Massa Lombarda, il Sillaro a Sesto Imolese, l’Idice a Castenaso, il Tiepido a Fossalta (Modena est). Al momento le piogge sono concentrate tra le zone di Parma e Bologna, ma nella notte gli accumuli pluviometrici hanno superato i 30mm sulle zone appenniniche tra Bolognese e Forlivese, che si sommano a quelli ingenti di ieri che avevano localmente superato i 130mm. Sono state anche inviate sezioni operative vigili del fuoco da Veneto e Lombardia, mezzi anfibi da Lombardia e mezzi movimento terra dalla Toscana.

Maltempo in Emilia Romagna: allagamenti, evacuazioni e scuole chiuse

Maltempo in Emilia Romagna: allagamenti, evacuazioni e scuole chiuseMilano, 3 mag. (askanews) – E’ emergenza maltempo in Emilia Romagna: le forti piogge hanno fatto esondare il fiume Lamone, che ha superato la terza soglia di allerta e rotto un argine a Boncellino, provocando allagamenti nel Ravennate e in particolare nell’area tra Faenza e Bagnacavallo dove sono in corso evacuazioni.

Sono 400 gli interventi dei vigili del fuoco: abitazioni evacuate precauzionalmente anche a Dovadola (FC) per una frana, a Monzuno e Castel San Pietro (BO) per allagamenti. A Villanova sono state chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Secondo quanto riferito dagli esperti di 3Bmeteo, a Ovest anche il Senio è oltre la terza soglia di allerta, così come il Santerno a Massa Lombarda, il Sillaro a Sesto Imolese, l’Idice a Castenaso, il Tiepido a Fossalta (Modena est). Al momento le piogge sono concentrate tra le zone di Parma e Bologna, ma nella notte gli accumuli pluviometrici hanno superato i 30mm sulle zone appenniniche tra Bolognese e Forlivese, che si sommano a quelli ingenti di ieri che avevano localmente superato i 130mm. Sono state anche inviate sezioni operative vigili del fuoco da Veneto e Lombardia, mezzi anfibi da Lombardia e mezzi movimento terra dalla Toscana.

Biden ha scelto Jack Markell come nuovo ambasciatore a Roma

Biden ha scelto Jack Markell come nuovo ambasciatore a RomaRoma, 3 mag. (askanews) – Jack Alan Markell, consigliere e amico personale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stato scelto dal presidente Usa come prossimo ambasciatore americano in Italia. Dell’imminente nomina si vociferava da giorni al Senato americano, anche perchè apre un giro di poltrone tra cui quella di ambasciatore presso l’Osce a Parigi, e il Corriere della Sera ha ottenuto la conferma, anche se i tempi precisi dell’arrivo del nuovo rappresentante Usa a Roma non sono ancora precisati.

Sessantatré anni, membro del Partito democratico, Markell è l’attuale ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, incarico che andrà all’ex senatore Sean Patrick Maloney, capo della campagna dei democratici per le elezioni dell’anno scorso. Markell è stato governatore del Delaware, lo stato di Biden, dal 2009 al 2017 ed ha anche lavorato come coordinatore della Casa Bianca per l’operazione Allies Refuge, con la quale il governo degli Stati Uniti ha portato a casa alcuni civili afgani a rischio, come interpreti e impiegati dell’ambasciata americana, dopo il ritiro militare dall’Afghanistan. Sposato con due figli, un Master in business administration all’Università di Chicago, Markell ha iniziato la sua carriera dirigenziale lavorando come banchiere alla First Chicago Corporation. Poi è diventato consulente alla McKinsey & Company, e quindi ha assunto la carica di vicepresidente senior della Fleet Call – poi Nextel Communications. Infine è stato manager a Comcast.

Da governatore del Delaware, ricorda la stampa americana, ha poruto contare sul sostegno di Beau Biden, il figlio maggiore del presidente, fino alla sua morte nel 2015. Beau Biden era il procuratore generale dello Stato e aveva espresso la sua intenzione di candidarsi alla carica di governatore nel 2016, proprio per prendere il posto di Markell. Se la scelta di Markell sarà confermata dal Congresos Usa, la sede diplomatica di Roma avrà di nuovo un ambasciatore dopo oltre due anni di assenza. Un vuoto che ha fatto sollevare interrogativi anche dall’altra parte dell’Atlantico, visto che la sede italiana è ambita, l’Italia è uno stretto alleato degli Usa e la congiuntura internazionale particolarmente tesa in Europa aumenta la necessità di diretti confronti nelle capitali, che certo possono essere svolti da un incaricato d’affari, ma con altro rilievo nei rapporti con il dipartimento di Stato e la stessa presidenza. A metà marzo, commentando la conferma di Eric Garcetti come ambasciatore in India, il sito di notizie Axios, scriveva di “un certo mistero dell’era Biden: l’ambasciata in Italia vacante” dopo oltre due anni dall’insediamento di Biden, malgrado la sede roma sia “tra le più ambite al Dipartimento di Stato”. Tuttavia la prassi statunitense nelle nomine degli ambasciatori è di pescare ampiamente fuori dai diplomatici di carriera, assegnando le ambasciate chiave a figure vicine ai presidenti o a donatori di peso.

Stellantis: ricavi I trim. +14% a 47,2 mld di euro, consegne +7%

Stellantis: ricavi I trim. +14% a 47,2 mld di euro, consegne +7%Milano, 3 mag. (askanews) – Stellantis chiude il primo trimestre con ricavi netti pari a 47,2 miliardi di euro (+14% rispetto al primo trimestre 2022), grazie soprattutto alle maggiori consegne e ai prezzi netti favorevoli. Le consegne sono pari a 1,476 milioni di unità, in crescita del 7% grazie principalmente alla migliore disponibilità di semiconduttori. Le vendite globali di Bev sono aumentate del 22% rispetto al primo trimestre 2022 e rimangono una priorità con il lancio di 9 veicoli elettrici a batteria nel 2023.

Lo stock complessivo di veicoli nuovi pari a 1,302 milioni di unità al 31 marzo 2023, riflette un ritorno ai normali livelli di operatività e include uno stock di proprietà di 384 mila unità. Stellantis conferma gli obiettivi per l’intero anno con un margine operativo adjusted a doppia cifra e un free cash flow industriale positivo. Invariate anche le previsioni di crescita dei mercati: +5% Usa, Enlarged Europe, Medio Oriente e Africa, India e Asia, +3% Sud America, +2% Cina.

Il 4 maggio andrà in pagamento il dividendo di 1,34 euro, mentre è stato avviato il riacquisto di azioni proprie per 1,5 miliardi di euro, con il completamento della prima tranche da 500 milioni di euro previsto per giugno 2023. “Stellantis ha iniziato il 2023 con vigore, mantenendo lo slancio di un eccellente 2022 e registrando valori consistenti di consegne e ricavi netti in tutti i segmenti. Grazie alla nostra forte presenza sul mercato globale e a un portafoglio prodotti diversificato, siamo ben posizionati per continuare a generare nell’intero anno una robusta performance finanziaria. Quest’anno aggiungeremo nove nuovi veicoli elettrici a batteria alla nostra offerta di prodotti, confermando il nostro impegno di offrire soluzioni di mobilità pulite, sicure ed accessibili a tutti”, afferma il Cfo di Stellantis, Richard Palmer.

Reporters senza frontiere: mai la libertà di stampa è stata minacciata in così tanti Paesi

Reporters senza frontiere: mai la libertà di stampa è stata minacciata in così tanti Paesi

Roma, 3 mag. (askanews) – La libertà dei media è in pessime condizioni in un numero record di Paesi, secondo l’ultimo rapporto di Reporters senza frontiere (Rsf), che avverte che la disinformazione, la propaganda e l’intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo. L’Italia, è però riuscita a scalare la classifica nell’ultimo anno, attestandosi al 41esimo posto su 180, e guadagnando 17 posizioni rispetto al 2022.

Il World Press Freedom Index rivela una situazione scioccante, con 31 paesi considerati in una “situazione molto grave” e con un punteggio molto basso, senza precedenti, rispetto ai 21 di due anni fa. L’aumento dell’aggressività da parte di governi autocratici – e di alcuni che sono considerati democratici – unita a “massicce campagne di disinformazione o propaganda” ha fatto peggiorare la situazione, secondo l’elenco, pubblicato da Rsf.

“C’è più rosso sulla mappa di RSF quest’anno che mai, poiché i leader autoritari diventano sempre più audaci nei loro tentativi di mettere a tacere la stampa”, ha detto al Guardian il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. “La comunità internazionale deve prendere coscienza della realtà e agire insieme, in modo deciso e rapido, per invertire questa tendenza pericolosa”. Oggi ricorre il 30mo anniversario della prima Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita per ricordare ai governi il loro dovere di sostenere la libertà di espressione. Tuttavia, l’ambiente per il giornalismo oggi è considerato “cattivo” in sette paesi su 10 e soddisfacente solo in tre su 10, secondo Rsf. L’Onu afferma che l’85% delle persone vive in paesi in cui la libertà dei media è diminuita negli ultimi cinque anni.

L’indagine valuta lo stato dei media in 180 paesi e territori, esaminando la capacità dei giornalisti di pubblicare notizie di interesse pubblico senza interferenze e senza minacce alla propria incolumità.

Il rapporto mostra che i rapidi progressi tecnologici stanno consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà. “La differenza tra vero e falso, reale e artificiale, fatti e artifici si sta offuscando, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione”, afferma il rapporto. “La capacità senza precedenti di manomettere i contenuti viene utilizzata per indebolire coloro che incarnano il giornalismo di qualità e indebolire il giornalismo stesso”. L’intelligenza artificiale sta “provocando ulteriore scompiglio nel mondo dei media”, si aggiunge, con strumenti di intelligenza artificiale “che digeriscono i contenuti e li rigurgitano sotto forma di sintesi che violano i principi di rigore e affidabilità”. Allo stesso tempo, i governi stanno combattendo sempre più una guerra di propaganda. La Russia, che era già precipitata in classifica lo scorso anno dopo l’invasione dell’Ucraina, è scesa di altre nove posizioni, mentre i media statali ripetono servilmente la linea del Cremlino mentre i media dell’opposizione sono costretti all’esilio.

Tagikistan, India e Turchia, sono passati dalla “situazione problematica” alla categoria più bassa. L’India ha registrato un calo particolarmente netto, sprofondando di 11 posizioni, fino alla 161esima, dopo le acquisizioni dei media da parte di oligarchi vicini a Narendra Modi. In Turchia, l’amministrazione del presidente Recep Tayyip Erdo?an ha intensificato la persecuzione dei giornalisti in vista delle elezioni del 14 maggio, ha affermato Rsf. La Turchia imprigiona più giornalisti di qualsiasi altra democrazia.

Alcuni dei maggiori cali dell’indice del 2023 si sono verificati in Africa. Fino a poco tempo fa modello regionale, il Senegal è sceso di 31 posizioni, principalmente a causa delle accuse penali mosse contro due giornalisti, Pape Alé Niang e Pape Ndiaye. La Tunisia ha perso 27 posizioni a causa del crescente autoritarismo del presidente Kais Saied. Il Medio Oriente è la regione più pericolosa del mondo per i giornalisti. Ma le Americhe non hanno più nessun paese colorato di verde, che significa “buono”, sulla mappa della libertà di stampa. Gli Stati Uniti sono scesi di tre posizioni al 45esimo posto. La regione Asia-Pacifico è trascinata al ribasso da regimi ostili ai giornalisti, come il Myanmar (173esimo) e l’Afghanistan (152esimo).

I paesi nordici sono invece da tempo in testa alla classifica Rsf dei Paesi più virtuosi e la Norvegia è rimasta al primo posto nell’indice sulla libertà di stampa per il settimo anno consecutivo. Ma al secondo posto si è classificato un paese non nordico: l’Irlanda. I Paesi Bassi sono tornati tra i primi 10, salendo di 22 posizioni, dopo l’omicidio del 2021 del reporter di cronaca nera Peter R de Vries . Il Regno Unito si trova al 26esimo posto.

Rapporto Rsf: mai libertà di stampa minacciata in così tanti Paesi

Rapporto Rsf: mai libertà di stampa minacciata in così tanti PaesiRoma, 3 mag. (askanews) – La libertà dei media è in pessime condizioni in un numero record di Paesi, secondo l’ultimo rapporto di Reporters senza frontiere (Rsf), che avverte che la disinformazione, la propaganda e l’intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo. L’Italia, è però riuscita a scalare la classifica nell’ultimo anno, attestandosi al 41esimo posto su 180, e guadagnando 17 posizioni rispetto al 2022.

Il World Press Freedom Index rivela una situazione scioccante, con 31 paesi considerati in una “situazione molto grave” e con un punteggio molto basso, senza precedenti, rispetto ai 21 di due anni fa. L’aumento dell’aggressività da parte di governi autocratici – e di alcuni che sono considerati democratici – unita a “massicce campagne di disinformazione o propaganda” ha fatto peggiorare la situazione, secondo l’elenco, pubblicato da Rsf. “C’è più rosso sulla mappa di RSF quest’anno che mai, poiché i leader autoritari diventano sempre più audaci nei loro tentativi di mettere a tacere la stampa”, ha detto al Guardian il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. “La comunità internazionale deve prendere coscienza della realtà e agire insieme, in modo deciso e rapido, per invertire questa tendenza pericolosa”.

Oggi ricorre il 30mo anniversario della prima Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita per ricordare ai governi il loro dovere di sostenere la libertà di espressione. Tuttavia, l’ambiente per il giornalismo oggi è considerato “cattivo” in sette paesi su 10 e soddisfacente solo in tre su 10, secondo Rsf. L’Onu afferma che l’85% delle persone vive in paesi in cui la libertà dei media è diminuita negli ultimi cinque anni. L’indagine valuta lo stato dei media in 180 paesi e territori, esaminando la capacità dei giornalisti di pubblicare notizie di interesse pubblico senza interferenze e senza minacce alla propria incolumità.

Il rapporto mostra che i rapidi progressi tecnologici stanno consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà. “La differenza tra vero e falso, reale e artificiale, fatti e artifici si sta offuscando, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione”, afferma il rapporto. “La capacità senza precedenti di manomettere i contenuti viene utilizzata per indebolire coloro che incarnano il giornalismo di qualità e indebolire il giornalismo stesso”. L’intelligenza artificiale sta “provocando ulteriore scompiglio nel mondo dei media”, si aggiunge, con strumenti di intelligenza artificiale “che digeriscono i contenuti e li rigurgitano sotto forma di sintesi che violano i principi di rigore e affidabilità”. Allo stesso tempo, i governi stanno combattendo sempre più una guerra di propaganda. La Russia, che era già precipitata in classifica lo scorso anno dopo l’invasione dell’Ucraina, è scesa di altre nove posizioni, mentre i media statali ripetono servilmente la linea del Cremlino mentre i media dell’opposizione sono costretti all’esilio.

Tagikistan, India e Turchia, sono passati dalla “situazione problematica” alla categoria più bassa. L’India ha registrato un calo particolarmente netto, sprofondando di 11 posizioni, fino alla 161esima, dopo le acquisizioni dei media da parte di oligarchi vicini a Narendra Modi. In Turchia, l’amministrazione del presidente Recep Tayyip Erdo?an ha intensificato la persecuzione dei giornalisti in vista delle elezioni del 14 maggio, ha affermato Rsf. La Turchia imprigiona più giornalisti di qualsiasi altra democrazia. Alcuni dei maggiori cali dell’indice del 2023 si sono verificati in Africa. Fino a poco tempo fa modello regionale, il Senegal è sceso di 31 posizioni, principalmente a causa delle accuse penali mosse contro due giornalisti, Pape Alé Niang e Pape Ndiaye. La Tunisia ha perso 27 posizioni a causa del crescente autoritarismo del presidente Kais Saied.

Il Medio Oriente è la regione più pericolosa del mondo per i giornalisti. Ma le Americhe non hanno più nessun paese colorato di verde, che significa “buono”, sulla mappa della libertà di stampa. Gli Stati Uniti sono scesi di tre posizioni al 45esimo posto. La regione Asia-Pacifico è trascinata al ribasso da regimi ostili ai giornalisti, come il Myanmar (173esimo) e l’Afghanistan (152esimo).

I paesi nordici sono invece da tempo in testa alla classifica Rsf dei Paesi più virtuosi e la Norvegia è rimasta al primo posto nell’indice sulla libertà di stampa per il settimo anno consecutivo. Ma al secondo posto si è classificato un paese non nordico: l’Irlanda. I Paesi Bassi sono tornati tra i primi 10, salendo di 22 posizioni, dopo l’omicidio del 2021 del reporter di cronaca nera Peter R de Vries. Il Regno Unito si trova al 26esimo posto.

Sbarra: alla mobilitazione sindacale nessun politico sul palco o sarà snaturato il nostro ruolo

Sbarra: alla mobilitazione sindacale nessun politico sul palco o sarà snaturato il nostro ruoloRoma, 3 mag. (askanews) – “La nostra mobilitazione è squisitamente sindacale, legata alla piattaforma unitaria che abbiamo stilato insieme a Cgil e Uil. Per il resto non ci crea alcun imbarazzo la partecipazione di esponenti di partito in piazza, non sarebbe la prima volta che accade”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il segretario della Cisl Luigi Sbarra a proposito della mobilitazione dei sindacati e dell’adesione di Pd, M5s e Sinistra.

E sul palco? “Quando abbiamo programmato la mobilitazione, abbiamo concordato unitariamente che sul palco saliranno solo i sindacalisti”. Una mobilitazione anche politica, oltre che sindacale… “Escludo in maniera netta questo rischio. La reciproca autonomia tra sindacati e partiti è per la Cisl un fatto identitario e statutario. Non facciamo opposizione politica, né abbiamo avuto mai governi amici o nemici. Facciamo solo sindacato”, risponde. Insomma, ragiona, “si può essere d’accordo sulle cose che servono al Paese senza per questo snaturare il nostro ruolo e la nostra rappresentanza, che sono diverse da quelle dei partiti e rispondono solo a lavoratori e pensionati”. Quanto al taglio del cuneo fiscale varato dal governo e ai rapporti con Palazzo Chigi Sbarra spiega che “il nostro obiettivo è quello di rinsaldare il filo del dialogo sociale sui contenuti della piattaforma posta alla base del percorso di mobilitazione. Serve concordia e corresponsabilità sociale”. Fino a 100 euro in più per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi “non è sufficiente, anche alla luce di un’inflazione che è tornata sopra l’8%. Ma è sicuramente positiva l’operazione del governo sul cuneo, un’azione che recepisce le nostre precise richieste e che ora va ulteriormente rafforzata, resa strutturale e collegata a una riforma complessiva del fisco che sgravi anche pensionati e famiglie”.

’Ndrangheta, colpo alle cosche della Locride: 108 arresti

’Ndrangheta, colpo alle cosche della Locride: 108 arrestiRoma, 3 mag. (askanews) – Operazione del Ros e del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria nei confronti di 108 soggetti raggiunti da provvedimenti cautelari, emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia guidata da Giovanni Bombardieri.

Gli interessati, sono indagati, tra gli altri, a vario titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. L’operazione è stata realizzata con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.

Quando sarà dimesso Silvio Berlusconi

Quando sarà dimesso Silvio BerlusconiMilano, 2 mag. (askanews) – Silvio Berlusconi scalpita: dopo quasi un mese al San Raffaele il presidente di Forza Italia si sente pronto per tornare a casa e vorrebbe farlo nei prossimi giorni. Ma la cautela è d’obbligo e i medici che lo hanno in cura ancora non si sbilanciano: le dimissioni ormai sono una possibilità concreta per i prossimi giorni, ma che non è detto intervenga nelle prossime 48 ore.

Nel weekend in programma c’è la convention di Forza Italia a Milano: Berlusconi vorrebbe collegarsi con un video messaggio, che potrebbe realizzare in caso di ritorno ad Arcore. Ma se così non dovesse essere, un collegamento audio sarebbe comunque certo, anche dal San Raffaele. Un’indicazione dovrebbe arrivare già domani: è atteso il bollettino medico, il settimo dal ricovero, che potrebbe far riferimento alla possibilità che Berlusconi possa proseguire a casa le cure per la polmonite e la leucemia mielomonocitica. Di sicuro “il mio amico sta meglio”, ha assicurato anche Fedele Confalonieri, “l’ho visto meglio quando sono stato da lui l’altro ieri”, ha spiegato questa mattina. Prima di tornare ancora una volta in visita al San Raffaele, dove oggi si sono ritrovati contemporaneamente 4 dei 5 figli dell’ex premier e il fratello Paolo. E dopo la riunione di famiglia, le voci di dimissioni imminenti hanno ceduto il posto ad una maggiore cautela sui temi del ritorno a casa.