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Bolzano, Museion vince il Piano per l’Arte contemporanea del MiC

Bolzano, Museion vince il Piano per l’Arte contemporanea del MiCParigi, 1 ago. (askanews) – Il Museion di Bolzano acquisirà l’opera dell’artista Nicola L., Same Skin for Everybody, 1975, grazie alla vittoria del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dal ministero della Cultura. L’iniziativa mira a sostenere progetti di acquisizione di opere realizzate negli ultimi 70 anni al fine di ampliare le collezioni pubbliche.


Si tratta della quarta edizione dell’iniziativa della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura che, ogni anno, va a selezionare e sostenere (tramite avviso pubblico) progetti di acquisizione, produzione e valorizzazione di opere contemporanee per incrementare le collezioni pubbliche d’arte contemporanea. Tra i 40 progetti selezionati per il PAC 2024, che riceveranno un finanziamento complessivo di 3 milioni e mezzo di euro, è stato selezionato anche Museion. L’opera che verrà acquisita Same Skin for Everybody rientra nella produzione artistica di Nicola L. degli anni ’60, quando iniziò a dare forma ai suoi Pénétrables: una serie di tele che permettevano al pubblico di immergersi letteralmente nell’opera introducendovi parti del loro corpo; nel corso degli anni, queste tele si trasformarono in striscioni con slogan politici.


Durante le manifestazioni del maggio del 1968, Nicola L. scese in piazza realizzando una serie di striscioni di protesta “penetrabili”, tra cui spiccava Same Skin For Everybody con spazio per undici teste.

Il CAI Bolzano presenta la mostra “Walter Bonatti. Stati di grazia”

Il CAI Bolzano presenta la mostra “Walter Bonatti. Stati di grazia”Roma, 23 ott. (askanews) – Il CAI (Club Alpino Italiano) Bolzano presenta la mostra prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino: “Walter Bonatti. Stati di grazia – Un’avventura ai confini dell’uomo”, a cura di Roberto Mantovani e Angelo Ponta, che verrà inaugurata l’8 novembre alla Galleria Civica di Bolzano, in piazza Domenicani, alle 18.

La mostra è la seconda tappa di questo importante progetto che, dopo essere stato esposto al Museo Nazionale della Montagna di Torino nel 2021, vuole rendere omaggio e far conoscere quanto più possibile la figura di Bonatti con fotografie e oggetti che mettano in evidenza quanto le sue avventure siano state senza confini. Bonatti, alpinista ed espolatore, infatti ha saputo andare alla scoperta non solo della montagna e del mondo, ma soprattutto di se stesso, attirato dal senso di avventura e dai viaggi nell’ignoto che portano a confrontarsi con il sé. Un percorso immersivo che porta il visitatore a conoscere il protagonista e la sua storia attraverso oggetti diventati iconici, come l’attrezzatura alpinistica dei primi anni di attività; alcuni dei machete usati nel corso delle avventure nella giungla e nelle foreste; lettere e pagine tratti dai diari e dai quaderni.

Dei veri e propri ambienti “bonattiani” dove ci si può immergere con tutti i sensi: la montagna è ovviamente la protagonista della prima sezione, con una grande installazione multimediale dedicata al Grand Capucin e basata sulle riprese appositamente realizzate con il drone dal Soccorso Alpino Piemontese e Valdostano lungo il tracciato della via Bonatti-Ghigo del 1951. Ghiacci, foreste e vulcani rivivono in tre sale che restituiscono le suggestioni di quegli ambienti. Non mancano contenuti audio e video, per rivivere con gli occhi e la voce di Bonatti alcuni suoi viaggi e interviste. “Sarebbe stato facile riempire le sale dell’esposizione facendo sfoggio della dovizia di documenti, scatti fotografici e materiali che Bonatti ha conservato. Certo, molto è stato messo in mostra. Ma non volevamo che tutto si esaurisse in un’esibizione di oggetti e di immagini, o nel ritratto di un campione del passato – raccontano i curatori – Perché l’interesse e l’affetto che ancora oggi circondano Walter non si spiegano solo con il valore delle scalate, il suo talento di reporter o il fascino dei suoi viaggi esplorativi: la sua lunga ricerca tocca corde profonde, le sue emozioni ci riguardano ancora, ed è attraverso queste che possiamo rileggerne l’esperienza”.

Walter Bonatti, nato come alpinista, giunge negli anni Sessanta all’esplorazione del mondo e per oltre trent’anni è stato il protagonista di straordinarie avventure sulle pareti più difficili delle Alpi, nei fiordi patagonici, nei deserti e nelle giungle, tra i ghiacci e nei vulcani; viaggi sempre contraddistinti dalla genuinità che ha perseguito per tutta la vita rinunciando alle innovazioni tecniche o accostandosi senza armi agli animali “feroci”, vivendo esperienze di vita quotidiana con le popolazioni indigene che ha incontrato e cercando sempre di stabilire con la natura un rapporto profondo. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie al lungo lavoro di riordino, studio, catalogazione e digitalizzazione dei materiali dell’Archivio Bonatti, donato al Museo Nazionale della Montagna di Torino dalla famiglia Vicario, erede dell’alpinista-esploratore, all’inizio di agosto del 2016, un lavoro sostenuto da Club Alpino Italiano, Regione Piemonte, Fondazione CRT, FESR – Fondo Europeo Sviluppo Regionale.

Maurizio Veronese, Presidente del CAI di Bolzano e referente per le attività culturali dell’associazione conclude: “Abbiamo fortemente voluto portare a Bolzano la Mostra ‘Stati di grazia’ affinché i nostri soci, ma non solo, anche coloro che amano la montagna e le sue imprese potessero incontrare Walter Bonatti alpinista, esploratore, ma soprattutto uomo che alla montagna ed all’avventura ha dedicato tutta la sua vita. Soprannominato «il re delle Alpi», è stato una delle figure più eminenti dell’alpinismo mondiale. Oltre che alpinista e guida alpina, fu autore di libri e numerosi reportage nelle regioni più impervie del mondo, molti dei quali come inviato esploratore del settimanale Epoca. Ci auguriamo che ci sia un grande afflusso di persone interessate ad approfondire sempre più la figura di Bonatti e le sue svariate ed importanti imprese”. Daniela Berta, Direttore del Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino: “Siamo riconoscenti al CAI Bolzano per la possibilità di ampliare il pubblico di questo importante progetto che ha coronato il pluriennale lavoro condotto dal nostro museo intorno alla figura di Walter Bonatti, per valorizzare la quale abbiamo anche realizzato quest’anno una esposizione permanente in sede. L’Archivio è un cantiere sempre aperto che dà vita a molteplici iniziative per condividere gli ‘stati di grazia’ di Bonatti e la sua straordinariamente feconda, ampia e attuale eredità culturale”. A corollario della mostra ci saranno degli eventi serali e, dal 29 novembre, si affiancherà u’altra esposizione, “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa”, che sarà ospitata dal Museo Civico di Bolzano, in via Cassa di Risparmio 14. La mostra racconta il lavoro del cineasta che documentò la spedizione italiana del 1954, che riuscì per la prima volta a salire la seconda montagna del mondo. Guidata da Ardito Desio, con la partecipazione di forti alpinisti italiani (tra cui anche il bolzanino Erich Abram, a cui è dedicata una sezione della mostra e che sarà il protagonista del secondo evento serale), la spedizione doveva e riuscì a dimostrare al mondo che l’Italia era in grado di compiere un’impresa così difficile. Il 16 novembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20.30 verrà proiettato il film: “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco” regia di Alessandro Filippini e Fredo Valla. Il 24 novembre al Teatro San Giacomo, in via Maso Hilber, alle ore 20.30 andrà in scena lo spettacolo “Walter Bonatti – Sognare ancora. Canti, parole e musica per un mito del’900”, con la regia di Angelo Ponta. Il primo dicembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20.30 si terrà la proiezione del film dedicato a Erich Abram, celebre alpinista che nel dopoguerra scalò tutte le vie più difficili delle Dolomiti e che nel 1954 partecipò alla spedizione del K2 insieme a Walter Bonatti. Con la partecipazione della consorte Carla Abram e di Augusto Golin.