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Autore: Redazione StudioNews

”Champagne Education”: un portale per formare professionisti del vino

”Champagne Education”: un portale per formare professionisti del vinoMilano, 24 apr. (askanews) – Si chiama “Champagne Education” ed è un portale (www.champagne.education/it) che offre un programma completo di formazione sulla più celebre e amata delle bollicine francesi. A crearlo è stato il Comité Champagne, l’ente che riunisce tutte le Maison e tutti i viticoltori della regione viticola francese, con l’obiettivo di formare i professionisti del vino e di rafforzare le loro competenze nel dialogo con i consumatori.


Disponibile in cinque lingue, tra cui l’italiano, è un progetto interattivo che consente di seguire un percorso che va dai quiz per testare le proprie competenze, passando per un gioco di ruolo, fino alla formazione certificata. Il corso ha una durata di circa cinque ore ed è articolato in 54 video divisi in quattro aree tematiche con test finale: “Diversità e degustazione”, “L’elaborazione dello Champagne”, “Il Terroir Champenois” e “Storia ed Economia dello Champagne”. Il portale offre anche schede, video e mappe, ed è il punto di partenza per l’attività di formazione in presenza a cura dell’Associazione italiana sommelier (Ais), che consente di ricevere la certificazione del Comité Champagne. Dell’interessante progetto ne ha parlato Gaelle Jacquet, direttrice “Protection et Valorisation de l’Appellation Champagne”, del Comité Champagne, di passaggio a Milano per incontrare la rete di distributori: l’Italia è infatti uno degli otto Paesi del mondo dove si vende l’80% della più famosa bollicina francese, il cui export è arrivato a quasi 172 mln di bottiglie, il 60% delle vendite totali contro il 45% di dieci anni fa.


“Canada, Messico e Corea del Sud sono tra i Paesi che stanno dimostrando un grandissimo interesse per lo Champagne: rispetto al 2022, in Canada il consumo è raddoppiato fino a raggiungere i 3,5 mln di bottiglie, in Messico è triplicato arrivando a 2,3 mln, e in Corea del Sud la crescita è stata di ben 4,5 volte, toccando i 2,3 mln di pezzi” spiega Jacquet, e se il classico Brut continua ad essere il prodotto assolutamente più amato e venduto, negli ultimi anni si è assistito alla crescita dei rosé che oggi superano quota 10% delle esportazioni totali, e delle categorie Extra Brut e Pas Dosé, i cui volumi, pur rimanendo di nicchia, sono aumentati di quasi 70 volte negli ultimi vent’anni arrivando a 6,5 milioni di bottiglie sulle 299 prodotte nel 2023. Una tendenza che certifica la crescente maturità dei consumatori e che, secondo diversi produttori, può essere una delle vie di uscita alla progressiva diminuzione del consumo di vino nel mondo. “I consumatori italiani sono tra i più preparati sullo Champagne e si avvicinano da sempre con un entusiasmo e una curiosità peculiari: in un contesto di calo dei volumi complessivi, in Italia le cuvée di prestigio e gli Champagne a basso dosaggio sono in crescita, rispettivamente del 2,3% (con 702mila bottiglie, il 7,1% delle bottiglie importate) e del 3%, (con 623mila bottiglie, il 6,3% del totale): quote che superano di circa il 3% la media delle spedizioni nell’Unione Europea” aggiunge Jacquet, evidenziando che “le dinamiche del mercato italiano riflettono quelle in parte quelle che osserviamo a livello globale: le spedizioni – rimarca – restano superiori alla media degli ultimi cinque anni (9,3 milioni di bottiglie nel 2023) ed è interessante notare che dal 2019 le vendite verso l’Italia sono cresciute in media del 10% l’anno”.


Filiera attenta allo sviluppo sostenibile da oltre un paio di decenni (è del 2023 il primo calcolo della sua impronta carbonica), quella dello Champagne in questi 15 anni è arrivata a ridurre “del 20% le emissioni di CO2 per singola bottiglia, e del 50% l’impiego di fitosanitari e prodotti azotati”. “Trattiamo e recuperiamo il 100% degli effluenti del vino e di sottoprodotti vinicoli, e il 90% dei rifiuti industriali” afferma soddisfatta Gaelle Jacquet, aggiungendo che inoltre “sono state raddoppiate le superfici inerbite e il 70% delle superfici della Denominazione è in fase di certificazione ambientale”. Pioniera in Francia nella cosidetta “confusione sessuale” nelle vigne con conseguente eliminazione quasi totale dei trattamenti insetticidi, la Champagne è stata anche la prima regione vitivinicola francese a inserire a titolo sperimentale nel Disciplinare una nuova varietà resistente, il Piwi a bacca bianca “Voltis”, e oggi prosegue lungo quella strada, una delle possibili chiavi per rispondere al cambiamento climatico e alla recrudescenza di alcune malattie della vite.

Europee, Roberto Salis: Ilaria è determinata, contenta della candidatura

Europee, Roberto Salis: Ilaria è determinata, contenta della candidaturaStrasburgo, 24 apr. (askanews) – “Mia figlia è determinata, motivata e abbastanza contenta, per aver preso la giusta decisione di candidarsi” alle elezioni europee. Se sarà eletta, questo le consentirà di avere l’immunità parlamentare, e di avere finalmente un giusto processo e il rispetto della sua dignità, anche in Ungheria”. In ogni caso “lei non scappa” dal processo. Lo ha affermato a Strasburgo Roberto Salis, padre di Ilaria, la cittadina italiana in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 e in attesa di giudizio con l’imputazione di aggressione violenta contro manifestanti neonazisti a Budapest.


Roberto Salis ha partecipato a una conferenza stampa insieme a esponenti dei due gruppi politici (i Verdi e la Sinistra) di cui sua figlia potrebbe decidere di far parte se verrà eletta in Italia nell’alleanza Verdi e Sinistra che l’ha candidata per le elezioni europee di giugno, presente anche l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Ilaria, ha raccontato il padre, “ha sempre fatto politica da quando aveva 15 anni; se avrà questa opportunità, farà quello che riterrà più giusto” riguardo alla sua collocazione politica nel Parlamento europeo. In ogni caso, saranno “scelte dettate dalla coerenza del suo percorso politico”.


Inoltre, viste le condizioni di detenzione, Ilaria Salis non è in grado di prendere oggi la decisione. “Mia figlia è in condizioni di carcere duro da 14 mesi: può parlare al telefono solo con tre numeri abilitati per 70 minuti a settimana; è difficoltoso parlare con lei, e decidere la candidatura alle elezioni europee è stata una missione quasi impossibile. Lei non ha contezza di ciò che succede in Italia. Per il momento erano altre le priorità, e non abbiamo ancora deciso in quale gruppo andrebbe se fosse eletta”. “In questo momento – ha continuato Roberto Salis – io non mi considero in campagna elettorale: sono il papà di Ilaria Salis, e sono qui per difendere i diritti di mia figlia. Mia figlia si candida per aver diritto a un processo giusto”. E certo non potrà fare campagna Ilaria, che “è chiusa in una cella per 23 ore al giorno , con un’ora d’aria, e 70 minuti di telefonate alla settimana”.


Ilaria “è una ragazza molto forte, molto determinata. All’inizio della sua detenzione (dall’11 febbraio 2023, ndr) per molti tempo non ha potuto parlare con noi”, con la famiglia, “e mi aspettavo seri problemi psicologici. Il 7 settembre, quando abbiamo finalmente potuto parlarle, l’abbiamo trovata molto forte, motivata, era lei a essere preoccupata per noi”.

Europee, Roberto Salis: mia figlia determinata, contenta di candidatura

Europee, Roberto Salis: mia figlia determinata, contenta di candidaturaStrasburgo, 24 apr. (askanews) – “Mia figlia è determinata, motivata e abbastanza contenta, per aver preso la giusta decisione di candidarsi” alle elezioni europee. Se sarà eletta, questo le consentirà di avere l’immunità parlamentare, e di avere finalmente un giusto processo e il rispetto della sua dignità, anche in Ungheria”. In ogni caso “lei non scappa” dal processo. Lo ha affermato a Strasburgo Roberto Salis, padre di Ilaria, la cittadina italiana in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 e in attesa di giudizio con l’imputazione di aggressione violenta contro manifestanti neonazisti a Budapest.


Roberto Salis ha partecipato a una conferenza stampa insieme a esponenti dei due gruppi politici (i Verdi e la Sinistra) di cui sua figlia potrebbe decidere di far parte se verrà eletta in Italia nell’alleanza Verdi e Sinistra che l’ha candidata per le elezioni europee di giugno, presente anche l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Ilaria, ha raccontato il padre, “ha sempre fatto politica da quando aveva 15 anni; se avrà questa opportunità, farà quello che riterrà più giusto” riguardo alla sua collocazione politica nel Parlamento europeo. In ogni caso, saranno “scelte dettate dalla coerenza del suo percorso politico”.


Inoltre, viste le condizioni di detenzione, Ilaria Salis non è in grado di prendere oggi la decisione. “Mia figlia è in condizioni di carcere duro da 14 mesi: può parlare al telefono solo con tre numeri abilitati per 70 minuti a settimana; è difficoltoso parlare con lei, e decidere la candidatura alle elezioni europee è stata una missione quasi impossibile. Lei non ha contezza di ciò che succede in Italia. Per il momento erano altre le priorità, e non abbiamo ancora deciso in quale gruppo andrebbe se fosse eletta”. “In questo momento – ha continuato Roberto Salis – io non mi considero in campagna elettorale: sono il papà di Ilaria Salis, e sono qui per difendere i diritti di mia figlia. Mia figlia si candida per aver diritto a un processo giusto”. E certo non potrà fare campagna Ilaria, che “è chiusa in una cella per 23 ore al giorno , con un’ora d’aria, e 70 minuti di telefonate alla settimana”.


Ilaria “è una ragazza molto forte, molto determinata. All’inizio della sua detenzione (dall’11 febbraio 2023, ndr) per molti tempo non ha potuto parlare con noi”, con la famiglia, “e mi aspettavo seri problemi psicologici. Il 7 settembre, quando abbiamo finalmente potuto parlarle, l’abbiamo trovata molto forte, motivata, era lei a essere preoccupata per noi”. (Segue)

1° maggio, UNIAMO: scarsa inclusione e donne caregiver lasciano lavoro

1° maggio, UNIAMO: scarsa inclusione e donne caregiver lasciano lavoroRoma, 24 apr. (askanews) – UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare continua il suo percorso nel mondo della musica. Dopo il successo della Lega al Fantasanremo e il “bonus” nella serata duetti, la Federazione sarà partner del Concerto del 1° maggio, organizzato annualmente a Roma in occasione della Festa dei Lavoratori, quest’anno in programma al Circo Massimo.


“In Italia le persone con malattia rara trovano ancora molte difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, specialmente quando la disabilità tocca gli aspetti cognitivi”. Così Annalisa Scopinaro, presidente di UNIAMO, Federazione Italiana Malattie Rare, che da 25 anni opera per la tutela e la difesa dei diritti delle persone con malattia rara e delle loro famiglie, annuncia la partecipazione della Federazione. “Ad una recente indagine svolta anche da UNIAMO su donne con malattia rara o caregiver, è stato messo in luce come circa il 65% dei rispondenti ha dovuto modificare la propria condizione lavorativa per l’impatto della patologia (propria o del figlio)”.


UNIAMO avrà la possibilità di allestire uno stand nel Villaggio e, grazie alla collaborazione con Radio AIdel22, la web radio che vede protagonisti i ragazzi con malattia rara, intervisterà artisti e influencer durante le prove, da lunedì 29 aprile. Si stima che in Italia le persone con malattia rara siano più di 2 milioni. E nella maggioranza dei casi la malattia comporta disabilità. Ma la persona non è la sua malattia; dietro a bisogni complessi ci sono abilità, passioni, ricerca di felicità, voglia di futuro. Ognuno deve poter esprimere le proprie potenzialità, costruire il proprio percorso di vita, godere dei propri diritti. Le persone con malattia rara e/o con disabilità chiedono proprio questo, di godere dei propri diritti (che sono gli stessi di tutti quanti) su base di eguaglianza con gli altri, a cominciare da quelli fondamentali alla salute, allo studio e al lavoro. Secondo gli ultimi dati Istat solo il 12,6% delle persone con limitazioni gravi tra i 15 ed i 64 anni risulta occupata: fra questi molti hanno una malattia rara.


“Il claim del 1° maggio è ‘Ascoltiamo il futuro’ perché serve un cambio di prospettiva – conclude Scopinaro – per costruire una società che sia realmente di tutte e tutti, una società in cui ognuno possa far sentire la propria musica, in cui ciascuno di noi possa appunto disegnare il proprio futuro. Uniamo la voce per le persone con malattia rara e le loro famiglie”.

Fondo per la Repubblica Digitale: al via bando “Digitale sociale”

Fondo per la Repubblica Digitale: al via bando “Digitale sociale”Roma, 24 apr. (askanews) – La transizione digitale è un elemento cruciale per accelerare i processi di innovazione e consentire al mondo del non profit di raggiungere obiettivi sociali, migliorare l’efficienza e coinvolgere le comunità. Il digitale, infatti, può sostenere e agevolare il lavoro delle organizzazioni non profit. Secondo gli ultimi dati ISTAT pubblicati aprile 2024, il settore non profit negli ultimi anni è in crescita: le organizzazioni attive sono oltre 360 mila, con circa 893 mila dipendenti e oltre 4,6 milioni di volontari. L’investimento nella formazione e nello sviluppo di competenze digitali dei propri dipendenti, collaboratori e volontari risulta essere essenziale per consentire al settore di massimizzare il potenziale delle tecnologie digitali nel perseguire missioni e obiettivi sociali.


Con l’obiettivo di sostenere progetti rivolti all’empowerment di conoscenze e competenze digitali di dipendenti, collaboratori stabili e volontari degli enti che operano in uno o più settori di interesse generale dell’economia sociale, il Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale ha pubblicato il bando “Digitale sociale”. “Il Fondo nel continuare ad affrontare le sfide che la rivoluzione digitale pone alle nostre società, ha ritenuto opportuno dedicare risorse anche alla formazione e all’aggiornamento delle competenze degli operatori del mondo non profit. Con il Comitato di indirizzo strategico abbiamo scelto di supportare questo target consapevoli del ruolo da loro svolto nella nostra economia sociale e al fine di accrescerne le occasioni e gli strumenti di sviluppo anche al fine di raggiungere un numero maggiore di persone”, così Daria Perrotta, presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale.


Una ricerca condotta da Fondazione Italia Sociale, Deloitte Private e TechSoup Italia ha evidenziato come una delle cause della “resistenza all’investimento in innovazione” da parte delle organizzazioni non profit è l’insufficienza di competenze di dipendenti e collaboratori. Pertanto, un driver su cui puntare per favorire l’adozione di pratiche innovative in ambito non profit consiste nel rafforzare i percorsi di professionalizzazione ed investimento in risorse umane. “Il Fondo mette a disposizione 15 milioni di euro per sostenere progetti che mirano a rafforzare le competenze e conoscenze digitali delle persone che operano nel non profit attraverso la realizzazione di percorsi formativi e l’eventuale implementazione di una soluzione digitale per migliorare i processi interni o i servizi offerti alla collettività. Puntare sull’empowerment di coloro che aiutano le persone più fragili vuol dire per noi sostenere tutto il sistema Paese” spiega Giovanni Fosti, Presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. Le proposte progettuali possono essere presentate da partenariati di almeno due soggetti. All’interno del partenariato dovranno essere presenti una rete formale o un gruppo di enti privati non profit che presentano un bisogno comune di empowerment delle competenze digitali dei propri dipendenti e/o collaboratori stabili, inclusi i volontari; un soggetto pubblico o privato non profit con comprovata esperienza nella realizzazione di progetti in ambito digitale, che contribuisca a costruire il percorso formativo più adatto alle esigenze manifestate e sia eventualmente in grado di sviluppare una soluzione digitale funzionale alle necessità degli enti.


Il bando mette a disposizione 15 milioni di euro. Ogni progetto può essere sostenuto con un minimo di 500 mila euro e un massimo di 1 milione. Qualora si preveda lo sviluppo di una soluzione digitale è richiesta una quota di cofinanziamento pari ad almeno il 20%. Gli enti for profit possono essere coinvolti come fornitori per l’erogazione della formazione e/o l’implementazione della soluzione digitale per una quota massima del 25% del contributo di progetto. C’è tempo fino al 19 luglio per partecipare attraverso il portale Re@dy (www.portaleready.it). Per tutti i dettagli relativi alla partecipazione al bando “Digitale sociale” si può consultare il sito fondorepubblicadigitale.it.

Dal 19 ottobre al 17 novembre torna Frantoi aperti in Umbria

Dal 19 ottobre al 17 novembre torna Frantoi aperti in UmbriaRoma, 24 apr. (askanews) – Si terrà dal 19 ottobre al 17 novembre 2024 la 27esima edizione di un dei principali eventu sull’oleoturismo italiano: Frantoi Aperti in Umbria. La decisione è stata presa durante l’assemblea annuale dei soci della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria, associazione regionale che coinvolge circa 100 realtà tra Comuni, Enti, frantoi, aziende agricole, ristoranti e strutture ricettive.


Tra i punti all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio consuntivo 2023 e preventivo 2024, le attività di promozione per l’anno 2024, la quarta edizione di Anteprima Olio e.v.o. Dop Umbria e la 27esima edizione di “Frantoi Aperti in Umbria”. “Abbiamo stabilito le nuove date di Frantoi Aperti in Umbria del prossimo autunno – annuncia in una nota Paolo Morbidoni, presidente della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria – La decisione di far partire prima l’evento, nasce da diverse considerazioni maturate negli ultimi anni grazie al confronto con frantoiani e produttori e con gli amministratori dei Comuni che organizzano gli eventi durante Frantoi Aperti”.


La prima motivazione è la tendenza ormai consolidata ad anticipare la raccolta, sia per ragioni legate al cambiamento climatico, sia per fattori qualitativi legati alla maturazione delle olive, e conseguentemente il rischio di trovare frantoi chiusi già dalla seconda metà di novembre. “Tra gli obbiettivi del 2024 più significativi – ha concluso Paolo Morbidoni – c’è anche l’implementazione delle attività esperienziali di oleoturismo e l’attivazione del portale delle esperienze in collaborazione delle Strade dei Vini dell’Umbria”.

Fao: nel 2023 in 59 paesi 282 milioni di persone con fame acuta

Fao: nel 2023 in 59 paesi 282 milioni di persone con fame acutaRoma, 24 apr. (askanews) – Quasi 282 milioni di persone in 59 paesi e territori del mondo hanno sperimentato livelli elevati di fame acuta nel 2023, con un aumento mondiale di 24 milioni rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto Globale sulle Crisi della Fao. Un aumento dovuto alla maggiore copertura del rapporto sui contesti di crisi alimentare, nonché a un forte deterioramento della sicurezza alimentare, soprattutto nella Striscia di Gaza e in Sudan.


Per quattro anni consecutivi, la percentuale di persone che affrontano insicurezza alimentare acuta è rimasta costantemente elevata, pari a quasi il 22% di quelle valutate, superando significativamente i livelli pre-COVID-19. I bambini e le donne sono in prima linea in queste crisi alimentari, con oltre 36 milioni di bambini sotto i 5 anni di età gravemente malnutriti in 32 paesi, mostra il rapporto. La malnutrizione acuta è peggiorata nel 2023, in particolare tra le persone sfollate a causa di conflitti e disastri. La Rete Globale contro le Crisi Alimentari chiede quindi urgentemente un approccio trasformativo che integri la pace, la prevenzione e l’azione per lo sviluppo insieme agli sforzi di emergenza su vasta scala per spezzare il ciclo della fame acuta che rimane a livelli inaccettabilmente elevati.


Dal 2016, trentasei paesi sono stati costantemente inclusi nelle analisi del GRFC, riflettendo i continui anni di fame acuta e rappresentando attualmente l’80% dei paesi più affamati al mondo. Si è registrato anche un aumento di 1 milione di persone che affrontano livelli di insicurezza alimentare acuta di emergenza (IPC/CH Fase 4) in 39 paesi e territori, con l’aumento maggiore in Sudan.

Carloni: serve equilibrio tra gestione fauna e tutela aziende

Carloni: serve equilibrio tra gestione fauna e tutela aziendeRoma, 24 apr. (askanews) – “La fauna selvatica rappresenta un patrimonio incredibile, ma la gestione della popolazione è diventata una questione complessa, che richiede equilibrio tra la necessità di conservazione delle specie e la gestione del territorio e delle aziende agricole”. Lo ha detto il deputato della Lega e presidente della Commissione Agricoltura Mirco Carloni, a margine della presentazione del libro “Stima dei danni provocati da fauna selvatica alle coltivazioni agricole e al patrimonio ittico e zootecnico” di Massimo Moncelli, a cui hanno anche partecipato il presidente del Consiglio nazionale dei Periti Agrari Mario Braga e il segretario generale della Confael Domenico Marrella.


“Sentire gli agricoltori esasperati dalla presenza di esemplari come il lupo, costretti poi a chiudere le proprie attività, credo sia una sconfitta sopra ogni altra cosa – ha sottolineato Carloni – Perché quando un’azienda con una famiglia alle spalle chiude, lascia sguarnito un territorio in cui difficilmente potranno nascere realtà simili. Serve un approccio tecnico-scientifico, non ideologico, ed è per questo che il libro di Massimo Moncelli, che oggi presentiamo alla Camera dei deputati, può davvero essere un riferimento importante per la stima dei danni provocati dalla fauna selvatica e per le attività di controllo stesse, oltre che per le amministrazioni locali spesso in difficoltà”, ha concluso.

Tv, “Milva, diva per sempre” in onda il 3 maggio su Rai Tre

Tv, “Milva, diva per sempre” in onda il 3 maggio su Rai TreRoma, 24 apr. (askanews) – Se molte possono vantare il titolo di “dive”, poche possono affermare di essere rimaste tali per sempre. Con l’inconfondibile chioma rossa, la voce calda e particolare e una personalità unica, Milva è riuscita a entrare nel cuore degli italiani e a farsi conoscere per chi era veramente: una diva in eterno. A tre anni dalla sua scomparsa, “Milva, diva per sempre”, regia di Angelo Longoni, prodotto da Elide Melli per Cosmo P. Eu in collaborazione con Rai Documentari, in onda venerdì 3 maggio in prima serata su Rai Tre, ricostruisce la vita e la carriera di Milva, consentendo di comprendere l’evoluzione culturale dell’Italia dagli anni Cinquanta fino al nuovo millennio.


Emerge un ritratto emotivo, introspettivo, a tratti leggero e spensierato, a tratti drammatico, costruito attraverso le testimonianze di sua figlia Martina Corgnati, del suo ultimo compagno di vita Massimo Gallerani e il materiale di repertorio relativo alle sue esibizioni dal vivo e ai contributi di chi l’ha conosciuta e amata come artista. Tra questi, Theodorakis, Vangelis, Jannacci, Battiato, Piazzolla e Alda Merini, Iva Zanicchi e Gigliola Cinquetti, alcuni giornalisti e scrittori, ma anche lei stessa, con gli stralci delle innumerevoli interviste rilasciate durante la sua lunga carriera. Con “Milva, diva per sempre”, Rai Documentari restituisce lo spessore artistico e il profilo più intimo di una cantante che ha segnato per sempre la storia della musica italiana, per ricordare e far conoscere l’inestimabile patrimonio culturale e umano che ha lasciato.

Stellantis: le carrozzerie Mirafiori sono chiuse per tutto maggio

Stellantis: le carrozzerie Mirafiori sono chiuse per tutto maggioMilano, 24 apr. (askanews) – Le Carrozzerie di Mirafiori di Stellantis dove si producono la 500 elettrica e Maserati resteranno chiuse per tutto il mese di maggio. La ragione, spiegano fonti aziendali, è legata al perdurare dell’assenza degli incentivi e all’andamento della domanda per le vetture elettriche. Per i circa 2.200 addetti delle Carrozzerie erano già attivi gli ammortizzatori sociali con contratti di solidarietà per la 500 bev fino a fine agosto e per le linee Maserati a fine anno.