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Autore: Redazione StudioNews

Il team Nasa dice addio all’elicottero marziano Ingenuity

Il team Nasa dice addio all’elicottero marziano IngenuityRoma, 19 apr. (askanews) – Dopo mille sol, settantadue voli e oltre diciassette chilometri percorsi, il piccolo elicottero marziano Ingenuity non si leverà più in volo e non comunicherà più con Perseverance. Continuerà a lavorare in solitaria, però, archiviando i dati nella propria memoria, e rimanendo in attesa di una prossima missione che li prelevi.


Non è più in grado di volare già da tre mesi Ingenuity, da quell’atterraggio maldestro del 18 gennaio scorso in cui si sono danneggiate alcune pale del rotore. Tanto che la missione del primo velivolo che ha esplorato i cieli di un altro pianeta era stata dichiarata chiusa pochi giorni dopo, il 25 gennaio. Nonostante questo, – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – Ingenuity continuava a parlare con Perseverance, il suo ponte di comunicazione anche verso Terra. Due giorni fa, però, la distanza dal rover che prosegue nelle sue attività scientifiche allontanandosi, è diventata troppo grande per continuare a comunicare. E il team della Nasa, non senza commozione, ha scaricato gli ultimi dati del piccolo velivolo e gli ha detto addio.


Ma l’ingegnoso elicotterino non poteva terminare così la sua carriera. Prima di ricevere il messaggio di addio da Ingenuity – contenente i nomi delle persone che hanno lavorato alla missione – il team del Jet Propulsion Laboratory ha caricato un nuovo software con le ultime (definitive) istruzioni. Fermo nella sua attuale posizione, a Valinor Hills, si sveglierà ogni giorno, attiverà i suoi computer di bordo e testerà le prestazioni del pannello solare, delle batterie e delle apparecchiature elettroniche; scatterà quindi una foto della superficie con la sua telecamera a colori e raccoglierà dati sulla temperatura dai sensori posizionati su tutto il velivolo. Secondo scienziati e ingegneri della Nasa, questa attività quotidiana potrà essere utile ai futuri progettisti di aerei e altri veicoli per il Pianeta rosso, e fornire una prospettiva a lungo termine sui modelli meteorologici marziani e sul movimento della polvere. Anche perché, se nulla dovesse guastarsi e se i pannelli non si copriranno di polvere rossa, la memoria di Ingenuity avrà la capacità di raccogliere dati per circa vent’anni. E a quel punto, qualcuno o qualcosa in viaggio verso Valinor Hills potrebbe approfittarne per recuperarli.


(Credits: NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS)

Processo a Trump, chi sono i giurati

Processo a Trump, chi sono i giuratiRoma, 19 apr. (askanews) – Alla fine la giuria è stata composta. Sono stati trovati, riferisce La Voce di New York, i 12 giurati che decideranno il destino dell’ex presidente Donald Trump accusato di aver ordinato al suo ex avvocato e fixer Michael Cohen di pagare due donne che lo avevano accusato, a pochi giorni dalle elezioni del 2016, di aver avuto una relazione con loro.


Ora si dovranno scegliere altri cinque dei sei giurati “supplenti” perché uno è stato selezionato prima che il magistrato sospendesse l’udienza. Si riprenderà domattina con la ricerca degli ultimi “supplenti”. Il magistrato Juan Merchan ha detto di essere sicuro che la fase dibattimentale del processo potrà iniziare lunedì.


Nello Stato di New York essere chiamati a fare parte di una giuria processuale è un dovere civico molto controverso. Ed è una questione di lavoro e di soldi. Il settore pubblico è generoso con i dipendenti che sono chiamati dal tribunale concedendo tempo illimitato e piena retribuzione. Il settore privato, molto meno. Non essendoci negli Stati Uniti i contratti nazionali, i datori di lavoro possono offrire tra i benefici lavorativi anche il compenso salariale se si dovesse essere chiamati per fare il giurato. Ma non tutte le aziende seguono questo trend. Non si può licenziare un dipendente chiamato a far parte della giuria, né può essere obbligato a prendere le ferie. Viene concessa una assenza non retribuita. Chi fa parte della giuria riceve dallo Stato 40 dollari al giorno, per un massimo di 3 giorni che vanno direttamente al datore di lavoro se nell’azienda ci sono più di 10 dipendenti. Se invece nel posto dove si lavora ci sono meno di 10 dipendenti, o se si è un lavoratore autonomo o se una persona è disoccupata, lo Stato pagherà direttamente il giurato. Dopo i 120 dollari non ci sono più aiuti. Ed ecco che fare il giurato è un “lusso” che non tutti i cittadini si possono permettere. Tra i potenziali giurati interrogati uno ha detto di essere nato e cresciuto in Italia. E’ stato escluso dopo che aveva paragonato Donald Trump a Silvio Berlusconi, affermando che “in Italia Berlusconi era noto per i suoi scandali sessuali e per la corruzione”.


Un’altra persona interrogata far parte della giuria ha detto di avere una piccola azienda di costruzioni, ha detto di essere un fan dell’ex presidente, colpito dalla sua ascesa come uomo d’affari e politico. E anche questo è stato scartato. Un altro giurato ha detto al giudice che è impossibile non aver espresso giudizi o aver avuto conversazioni su Trump durante i quattro anni della sua presidenza e dopo l’assalto al Campidoglio. E anche questo non è stato preso come giurato.


Chi sono i giurati Il primo giurato, che sarà il leader della giuria, è nato in Irlanda. Naturalizzato americano è laureato e lavora nel settore delle vendite. È sposato ma non ha figli. Legge il New York Times e il Daily Mail e guarda Fox News e MSNBC. Il giurato due è un investment banker che ha un master. Vive con la moglie e non ha figli. Segue i post di Trump su TruthSocial e di Michael Cohen su X. Ha detto che segue Trump da quando è stato eletto presidente e ha letto il libro di Trump, “The Art of the Deal”. Il giurato tre è un avvocato aziendale originario dell’Oregon. Legge il New York Times, il Wall Street Journal e Google News. Non è mai stato sposato e non ha figli. Il giurato quattro è un tecnico della sicurezza dei computer. Sposato, ha tre figli. Ha il diploma di high school, niente social media e legge poco e male i giornali. La giurata cinque è una giovane donna nera che insegna inglese in un scuolaa pubblica. Ha un master in pedagogia, non è sposata e non ha figli. La giurata sei è un ingegnere informatico di una grande società di comunicazione che si è recentemente laureata al college. Non ha espresso forti sentimenti né a favore nè contro Trump. Non è sposata, non ha figli e attualmente vive con tre amiche con cui condivide l’appartamento a Chelsea. La giurata riceve notizie dal New York Times, Google, Facebook e TikTok. Il giurato sette è un avvocato civilista, sposato, con due figli e vive nell’Upper East Side a Manhattan. Originario della Carolina del Nord, legge il New York Times, il Wall Street Journal, il New York Post e il Washington Post. Ha detto di avere “opinioni politiche riguardo alla presidenza Trump” e che ci sono decisioni politiche dell’amministrazione Trump con cui non è d’accordo. Il giurato otto è un amministratore patrimoniale in pensione sposato con due figli. I suoi hobby sono la pesca nei fiumi e lo yoga. La giurata nove è una logopedista con un master nei disturbi della comunicazione. Non è sposata e vive da sola. Il giurato 10 lavora per un’azienda di e-commerce e afferma di non seguire realmente le notizie. Tuttavia, ascolta podcast sulla psicologia comportamentale. È nato e cresciuto in Ohio, non è sposato e vive con un altro adulto. Dice che ama passare il tempo all’aria aperta e con gli animali. La giurata 11 è stata imposta dal giudice Juan Merchan il quale ha negato la richiesta degli avvocati di Trump di rimuoverla che sostenevano che era prevenuta poiché aveva affermato che Trump non le piace come “personaggio”. La giurata lavora per una multinazionale dell’abbigliamento, non è originaria di New York, non è sposata e non ha figli. Non segue realmente le notizie ma occasionalmente segue i titoli dei giornali e legge pubblicazioni specifiche del settore. Il giurato 12 è un fisioterapista. Ha un dottorato in fisioterapia e medicina sportiva riabilitativa. Legge il New York Times, USA Today e segue la CNN. La prima giurata supplente è una analista di una società di gestione patrimoniale cresciuta in Inghilterra. Vive con il suo compagno a New York. Legge il Wall Street Journal e il New York Times.

L’Aiea: nessun danno a impianti nucleari dell’Iran

L’Aiea: nessun danno a impianti nucleari dell’IranRoma, 19 apr. (askanews) – L’Agenzia internazionale per l’energia atomica Aiea riferisce che gli impianti nucleari iraniani non hanno subito alcun danno a seguito dell’attacco israeliano del mattino.


In precedenza l’agenzia di stampa vicina ai Guardiani della rvoluzione aveva specificato che non si registrano problemi alla centrale nucleare di Ishafan. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica Aiea riferisce che gli impianti nucleari iraniani non hanno subito alcun danno a seguito dell’attacco israeliano del mattino.


In precedenza l’agenzia di stampa vicina ai Guardiani della rvoluzione aveva specificato che non si registrano problemi alla centrale nucleare di Ishafan. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha confermato venerdì che nessun danno è stato causato agli impianti nucleari in Iran a seguito degli attacchi contro il paese del Medio Oriente.


All’inizio della giornata, i media hanno riferito che Israele ha effettuato un attacco di ritorsione “limitato” su siti in Iran. Secondo quanto riferito, sono state udite esplosioni vicino alla città di Isfahan. Successivamente, i media hanno riferito che gli impianti nucleari iraniani sono sicuri e non erano un bersaglio degli attacchi israeliani. “L’AIEA può confermare che non vi sono danni ai siti nucleari dell’#Iran. …

Cambia percezione nucleare: ricerca, aziende, enti pronti ripartire

Cambia percezione nucleare: ricerca, aziende, enti pronti ripartireMilano, 19 apr. (askanews) – L’edizione tecnico scientifica dell’Intelligence Week dal titolo “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”, promossa da V&A e Dune, all’Università di Pavia, ha messo in luce – grazie al confronto tra aziende, istituzioni e mondo della ricerca, nonché una platea che riuniva gran parte delle figure chiave dell’energia atomica – le intenzioni politiche e dell’opinione pubblica. Oltre alle dichiarazioni del vice premier e ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini che si è impegnato affinché “entro il 2024 l’Italia torni nel contesto civile e vantaggioso del nucleare” portando al più presto il dossier in Consiglio dei ministri.


Del resto, sul tavolo non ci sono alternative: la crisi del gas scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina che non ha ancora riportato stabilmente i prezzi ai valori del 2021, il rischio di un conflitto tra Israele e Iran che infiamma il Medio Oriente con riflessi al rialzo sul costo del petrolio e l’esigenza di decarbonizzare la nostra economia rinunciando ai combustibili fossili entro il 2050 per raggiungere l’ambizioso obiettivo posto dal Green Deal europeo sono un mix esplosivo per i costi energetici nazionali che non può essere disinnescato dal solo ricorso alle rinnovabili. Per questo motivo ricercatori, aziende ed enti del settore, tra cui Edison, USNC, Transmutex, Sogin e INFN, si sono confrontati nel corso della giornata articolata in cinque tavole rotonde su diversi temi: dallo stato dell’arte della ricerca in Italia, tra reattori di IV generazione, piccoli reattori modulari, microreattori “ultrasicuri”, fusione a confinamento magnetico e fusione fredda, agli scenari geopolitici; dall’impatto sull’economia italiana e sulla società italiana del nucleare sostenibile alla filiera italiana per il nucleare sicuro. Il tutto concluso da un confronto con gli studenti sui possibili percorsi professionali in ambito nucleare, le opportunità di stage nel corso degli studi e l’importanza del ruolo della comunicazione nell’affrontare rischi e vantaggi del ritorno al nucleare.


Proprio quest’ultimo aspetto, con la riapertura del dibattito sul nucleare nel nostro Paese in corso da diversi mesi, sembra aver determinato un significativo cambio di passo nell’opinione degli italiani: secondo un sondaggio Swg commissionato per iWeek, oggi il 51% voterebbe a favore della costruzione di centrali nucleari di nuova generazione, mentre il 65% rimpiange di aver rinunciato negli anni passati allo sviluppo in Italia di tecnologie per l’energia atomica. “I risultati del sondaggio – ha commentato Andrea Vento, Ceo di V&A – testimoniano quanto, a soli sei mesi dalla scorsa edizione di iWeek, sia cambiata la percezione”.


Non solo: sempre secondo il sondaggio, se il 66% degli italiani si dice ancora preoccupato se sapesse che a 100 Km da casa è presente un deposito definitivo di rifiuti radioattivi, oltre la metà dei residenti nelle regioni idonee ad ospitarlo lo considerano un’opportunità di lavoro e di sviluppo e portatore di benefici. Proprio questo aspetto, spesso a insaputa dei residenti che ci convivono accanto, è già una realtà in Italia, dove operano diverse imprese attive nel trattamento e nello stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi prodotti in campo sanitario, industriale e della ricerca, quali Campoverde, MITAmbiente e Protex. Si tratta di aziende agili, che intervengono in diverse fasi del processo – installazione, emergenza, recupero rifiuti, messa in sicurezza e caratterizzazione radiometrica – e svolgono un ruolo complementare rispetto alle grandi realtà. Protex Italia, attiva dal 1978 in questo settore, detiene ad esempio a Forlì 765 metri cubi di rifiuti radioattivi in tre diversi depositi autorizzati a ridosso del centro cittadino ed è attiva in tutto il territorio nazionale per il ritiro e trasporto di fusti di rifiuti, sorgenti o materiale derivante da ritrovamenti, per la messa in sicurezza, la bonifica e lo smaltimento.


“Protex Italia – dichiara il suo Amministratore Delegato, Mattia Taroni – mette in campo un completo processo per la gestione e risoluzione di situazioni legate al mondo del nucleare. La sinergia creata dalle nostre esperienze e dalle nostre competenze – fisica, ingegneristica e chimica – unite alle capacità esecutive nel campo delle bonifiche, ci permette di intervenire ovunque si necessiti la presenza di specialisti capaci di gestire “la radioattività” nel senso lato del termine. Operiamo il decommissioning di macchinari e sistemi che hanno prodotto, stoccato o trattato materiali radioattivi, effettuando migliaia di analisi di radioattività nel nostro laboratorio. Agiamo concretamente nel mondo del nucleare, quotidianamente, con incursioni nel settore della ricerca e sviluppo”

Autonomia, Occhiuto: dibattito complesso perché ideologico

Autonomia, Occhiuto: dibattito complesso perché ideologicoRoma, 19 apr. (askanews) – Quello sull’autonomia regionale differenziata “è un dibattito complesso da svolgere, soprattutto per quelli del centrodestra, perché questo tema è diventato un tema ideologico: l di là del contenuto del disegno di legge molti hanno una contrarietà ideologica senza nemmeno aver letto il testo, senza averlo approfondito e senza nemmeno aver approfondito l’evoluzione del testo”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nel suo intervento nel Consiglio regionale.


“Ed è un tema su cui, essendo ideologico, è complesso dibattere soprattutto in campagna elettorale. Io – ha proseguito Occhiuto – ho l’esatta percezione che questo tema farà perdere voti al sud al centrodestra e farà guadagnare qualche voto al centrosinistra”, ma “nonostante questo io ho detto che non dobbiamo sottrarci a una discussione” sul tema “in consiglio regionale”.

Ue, Letta: finanziare transizione con nuovi strumenti risparmio

Ue, Letta: finanziare transizione con nuovi strumenti risparmioRoma, 19 apr. (askanews) – “L’urgenza di questo rapporto nasce dal fatto che tutti i dati dimostrano che cinesi e indiani da una parte e americani dall’altra stanno andando più forte di noi europei, soprattutto innovando di più”. Lo afferma l’ex premier Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, intervistato dal Corriere della Sera all’indomani della presentazione ai leader Ue del suo rapporto sul futuro del Mercato unico.


“Il mercato unico – spiega Letta – è rimasto indietro e il mio rapporto preconizza la possibilità di recuperare l’integrazione in tre macro settori in cui il sistema è frammentato in mercati nazionali, ovvero le telecomunicazioni, l’energia e i mercati finanziari, e immette nuove idee. In particolare propone la quinta libertà, cioè la libertà della conoscenza, dei dati e della ricerca. L’Europa è drammaticamente indietro su innovazione e ricerca”, sottolinea. “La frammentazione del mercato finanziario europeo – aggiunge l’ex premier – lo rende poco attrattivo: si calcola in 300 miliardi di euro l’anno la cifra di risparmi di noi europei che se ne va negli Stati Uniti invece di finanziare l’economia europea e la transizione verde e la difesa”, e per ovviare a ciò “bisogna mettere insieme il finanziamento privato, rendendo il finanziamento di queste iniziative appetibile per i capitali privati, e finanziamenti pubblici come è stato per Next generation Eu. Ma in questa fase ci sono i Paesi nordici, come la Germania e non solo, che sono profondamente contrari a mettere soldi nuovi. Quindi – spiega Letta – bisogna sbloccare questa situazione attraverso una serie di strumenti innovativi, come degli strumenti di risparmio che consentano al cittadino di avere buoni tassi di interesse e di non rischiare, e allo stesso tempo far sì che questi soldi alimentino il finanziamento della transizione e non si perdano invece dentro i conti correnti bancari o finiscano negli Stati Uniti”.

Gb, scandalo sangue infetto, bambini usati come cavie in anni 70,80

Gb, scandalo sangue infetto, bambini usati come cavie in anni 70,80Roma, 19 apr. (askanews) – Negli anni Settanta e Ottanta, rivela un’inchiesta della Bbc, esperimenti clinici sull’emofilia in Gran Bretagna portano ad usare diversi bambini come vere e proprie “cavie” e molti bambini vennero infettati con Aids e altre malattie.


I documenti visionati dalla BBC News rivelano un mondo segreto di test clinici non sicuri che coinvolgono bambini nel Regno Unito, poiché i medici hanno anteposto gli obiettivi della ricerca ai bisogni dei pazienti. Questi esperimenti ontinuarono per più di 15 anni, coinvolgendo centinaia di persone e infettando la maggior parte di loro con l’epatite C e l’HIV.


Un paziente sopravvissuto ha detto alla BBC di essere stato trattato come una “cavia”. Le sperimentazioni coinvolgevano bambini con disturbi della coagulazione del sangue, anche se le famiglie spesso non avevano acconsentito alla loro partecipazione. La maggior parte dei bambini iscritti sono ormai morti.


I documenti mostrano anche che i medici dei centri per l’emofilia di tutto il paese hanno utilizzato campioni di sangue, anche se erano ampiamente conosciuti come potenzialmente contaminati.(Segue) vgp Gb/ Gb, scandalo sangue infetto, bambini usato come cavie in anni 70,80 -2- Roma, 19 apr. (askanews) – Una carenza di prodotti sanguigni nel Regno Unito negli anni ’70 e ’80 faceva si che questi venissero importati dagli Stati Uniti. Donatori ad alto rischio come prigionieri e tossicodipendenti hanno fornito il plasma per i trattamenti che erano stati infettati da virus potenzialmente fatali tra cui l’epatite C – che attacca il fegato provocando cirrosi e cancro – e l’HIV. Un prodotto sanguigno, noto come Fattore VIII, si è rivelato altamente efficace per arrestare il sanguinamento, ma è anche ampiamente noto per essere contaminato da virus.


Sullo scandalo è in corso un’inchiesta pubblica. Il rapporto finale è previsto per maggio. vgp

Questione morale,Conte: Meloni scoraggia risveglio Italia

Questione morale,Conte: Meloni scoraggia risveglio ItaliaRoma, 19 apr. (askanews) – “Bisogna innanzitutto stoppare il progetto del governo Meloni, che sta smantellando i presidi di legalità contro malaffare e corruzione. In Parlamento il M5s ha dovuto fermare una proposta del partito di Meloni che puntava a dare incarichi negli enti locali ai condannati per corruzione anziché attrarre le migliori competenze. Dobbiamo anche proteggere i fondi del Pnrr, i 209 miliardi che il M5s ha ottenuto in Europa con una grande battaglia politica. Contrasteremo con tutte le nostre forze i tentativi del governo Meloni di indebolire gli strumenti di controllo e protezione di quelle risorse. Bisogna, inoltre, tagliare nettamente i legami fra politica e affari privati dei politici. O fai il politico nell’interesse delle persone o fai i tuoi interessi privati. Abbiamo politici che collezionano la proprietà di giornali, altri che prendono soldi da Stati esteri. Non è possibile. Fermiamo questo declino, in Parlamento c’è la proposta a mia prima firma sul conflitto di interessi. È un’occasione da non perdere”. Lo dichiara in una intervista al Quotidiano nazionale, il presidente M5s Giuseppe Conte.


“Voto di scambio politico-mafioso, truffe, corruzione: la politica – denuncia Conte- sta dando uno spettacolo impietoso. Questo frustra le speranze dei cittadini, che si allontanano dalla partecipazione. Mettiamoci nei loro panni. Quando sai che in campo ci sono acchiappavoti, clientele, voti di scambio e criminalità inizi a pensare che votare o partecipare in prima persona alla vita politica sia inutile se sei una persona perbene, che non ce la farai mai a far vincere le tue idee”. “C’è una cosa poi in particolare – sottolinea il leader Cinque Stelle- che davvero mi angoscia. Come ai tempi di Mani Pulite, la classe dirigente del Paese rischia di perdere il treno di un radicale cambiamento, di una radicale bonifica della vita politica e delle sue regole del gioco. Questo treno lo sta perdendo per prima la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non ha detto una parola su un suo esponente in Sicilia arrestato per voto di scambio politico-mafioso, che non fa dimettere i suoi ministri nemmeno di fronte a pesanti inchieste che riguardano truffe sui fondi Covid. Gli italiani hanno bisogno di segnali diversi e di tornare a credere nella politica: per questo in Puglia abbiamo lasciato posti in Giunta e incarichi dopo le inchieste su quel territorio e proposto un Patto per la Legalità. Noi proponiamo all’Italia e ai cittadini perbene un moto di riscatto e risveglio”.


“Bisogna innanzitutto stoppare il progetto del governo Meloni, che sta smantellando i presidi di legalità contro malaffare e corruzione. In Parlamento il M5s ha dovuto fermare una proposta del partito di Meloni che puntava a dare incarichi negli enti locali ai condannati per corruzione anziché attrarre le migliori competenze. Dobbiamo anche proteggere i fondi del Pnrr, i 209 miliardi che il M5s ha ottenuto in Europa con una grande battaglia politica. Contrasteremo con tutte le nostre forze i tentativi del governo Meloni di indebolire gli strumenti di controllo e protezione di quelle risorse. Bisogna, inoltre, tagliare nettamente i legami fra politica e affari privati dei politici. O fai il politico nell’interesse delle persone o fai i tuoi interessi privati. Abbiamo politici che collezionano la proprietà di giornali, altri che prendono soldi da Stati esteri. Non è possibile. Fermiamo questo declino, in Parlamento c’è la proposta a mia prima firma sul conflitto di interessi. È un’occasione da non perdere”.

Israele attacca l’Iran: “reazione mirata a difesa nostra esistenza”

Israele attacca l’Iran: “reazione mirata a difesa nostra esistenza”Roma, 19 apr. (askanews) – Israele ha sferrato un attacco militare contro l’Iran alle prime luci dell’alba, intorno alle 4,30 del mattina. Almeno tre diverse esplosioni sono state denunciate nei pressi nella base militare di Isfahan, nel Sud del Paese.


Teheran, che ha subito disposto l’allarme aereo e le massime misure di sicurezza su tutto il territorio e i cieli nazionali, ha reso noto tramite le fonti di informazioni statali che tutti i siti nucleari risultano al sicuro e che “sono stati neutralizzati tutti i droni”, smentendo prime informazioni che accreditavano anche un attacco con missili. E ha riferito che “non risultano allo stato vittime nè danni particolari”. Finora i media iraniani non citano Israele come responsabile dell’attacco militare, avvenuto nel giorno dell’85esimo compleanno dell’Ayatollah Khamenei. Tel Aviv, per parte sua, nelle prime conferma di media e autorità statali, ha sottolineato che l’offensiva rappresenta un contrattacco “limitato” all’aggressione subita dall’Iran nei giorni scorsi e diretto contro “una minaccia all’esistenza del nostro Paese”. Israele non ha disposto finora misure di sicurezza particolari al proprio interno: lo spazio aereo non è stato chiuso, nè è stata disposta la chiusura di scuole e uffici pubblici per la giornata.


Fonti della difesa statunitense hanno fatto sapere che gli Stati Uniti “sono stati informati da Israele” della decisione di attaccare all’alba ma “in alcun modo lo hanno avallato”.

Ue, progressi sostanziali sull’Unione dei mercati dei capitali

Ue, progressi sostanziali sull’Unione dei mercati dei capitaliBruxelles, 18 apr. (askanews) – Il Consiglio europeo di Bruxelles “ha preso oggi una decisione molto positiva, coraggiosa e non facile”, con i passi avanti che ha fatto verso l’Unione dei mercati dei capitali dei 27 Stati membri, un progetto che esiste da tempo ma che finora non si è riusciti a realizzare. Ma che “oggi ha cambiato di livello di importanza, ed è diventato cruciale per il futuro”.


Lo ha affermato nel pomeriggi a Bruxelles l’ex premier italiano Enrico Letta, durante una conferenza stampa dopo fine del Consiglio europeo, in cui ha presentato ai leader dei Ventisette il suo rapporto sul futuro del mercato unico europeo, che vede proprio nell’integrazione dei mercati finanziari degli Stati membri uno dei suoi punti più importanti. Il Consiglio europeo ha inserito questo punto nelle sue conclusioni, come parte del quadro per attuare un nuovo “accordo europeo sulla competitività”, chiedendo che sull’Unione dei mercati dei capitali “i lavori siano portati avanti con decisione e rapidità”.


I leader dei Ventisette, si legge nelle conclusioni, chiedono di “portare avanti senza indugio i lavori in seno al Consiglio Ue e alla Commissione su tutte le misure individuate, necessarie per creare mercati europei dei capitali realmente integrati e accessibili a tutti i cittadini e le imprese di tutta l’Unione, a vantaggio di tutti gli Stati membri”. In particolare, questa richiesta mira innanzitutto ad “armonizzare gli aspetti rilevanti della disciplina nazionale sull’insolvenza delle imprese”, e a “promuovere gli investimenti, anche in azioni transfrontaliere, attraverso la convergenza mirata di sistemi societari ben progettati per gli operatori e i meccanismi dei mercati dei capitali”.


Questi due punti sono stati oggetto di lunghe discussioni tra i leader, che hanno portato a una modifica sostanziale del testo iniziale delle bozza di conclusioni, laddove menzionava chiaramente “l’armonizzazione delle leggi sulla tassazione delle imprese per stimolare gli investimenti nelle azioni societarie” insieme all’armonizzazione delle leggi sull’insolvenza”. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, durante la conferenza stampa al termine del vertice ha affermato a questo proposito che tra i leader “c’è il desiderio di intensificare gli investimenti, specialmente attraverso una convergenza mirata ai sistemi, alle condizioni di business per le imprese”. Ad ogni modo, il richiamo alla “armonizzazione della fiscalità delle imprese” è stato eliminato, come chiedevano diversi Stati membri (in particolare Lussemburgo, Olanda, Estonia, Irlanda).


In compenso, Michel ha sottolineato i “progressi assolutamente sostanziali” che ci sono stati su altri due punti importanti per l’integrazione dei mercati finanziari: il diritto fallimentare (ovvero le leggi sull’insolvenza delle imprese) e la supervisione. “In oltre 10 anni che è sul tavolo il progetto di unificazione dei mercati dei capitali, questo rappresenta una svolta sostanziale”, ha insistito, puntualizzando che il testo delle conclusioni sulla supervisione è “molti più preciso di quello da cui siamo partiti” nella bozza iniziale “quando siamo entrati in questa sala. Il testo chiede che si lavori a “migliorare la convergenza e l’efficienza della vigilanza dei mercati dei capitali in tutta l’Ue”, mentre la bozza si limitava a un più generico “migliorare la supervisione”. Inoltre, si “invita la Commissione a fare una valutazione e a lavorare sulle condizioni che consentano alle autorità europee di supervisione di vigilare efficacemente sugli attori transfrontalieri di rilevanza sistemica dei mercati finanziari e dei capitali”, come prevedeva già la bozza, ma aggiungendo successivamente: “con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione finanziaria e garantire la stabilità finanziaria, semplificando i processi e riducendo i costi per il rispetto delle norme, tenendo conto degli interessi di tutti gli Stati membri”. Le conclusioni del Consiglio europeo chiedono anche di “rilanciare il mercato europeo delle cartolarizzazioni, anche attraverso modifiche normative e prudenziali, sfruttando i margini di manovra disponibili”, di “migliorare le condizioni per gli investimenti in azioni” sia per quelli “istituzionali”, che per quelli “al dettaglio e transfrontalieri”, e di migliorare anche le opzioni di entrata e uscita dal finanziamento delle imprese europee. Il Consiglio europeo vuole poi “garantire condizioni di parità nell’accesso al capitale privato per tutti gli Stati membri” e chiede che sia “progettato e attuato un prodotto di investimento/risparmio transfrontaliero semplice ed efficace per gli investitori al dettaglio”, e che siano “sviluppati fondi pensioni e prodotti di risparmio a lungo termine”. Nelle conclusioni, infine, si sollecita la creazione di “un ambiente per gli investimenti attraente e favorevole ai consumatori”, promuovendo “una cultura dell’investitore tra i cittadini dell’Ue, anche rafforzando la loro alfabetizzazione finanziaria e promuovendo iniziative di sensibilizzazione”, e si chiede di “rivedere e semplificare il quadro normativo dei mercati finanziari per ridurre la burocrazia”.