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Omicidio Cerciello Rega, assolto il Cc che bendò Hjorth

Omicidio Cerciello Rega, assolto il Cc che bendò HjorthRoma, 26 apr. (askanews) – Assolto “perché il fatto non costituisce reato” Fabio Manganaro, il carabiniere finito a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, il ventenne americano arrestato con l’amico Finnegan Lee Elder per l’omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. La sentenza è stata decisa dai giudici della I sezione della corte d’appello della Capitale. In primo grado Manganaro aveva avuto due mesi di pena, con pena sospesa. Accolta, in sostanza, la richiesta del pg. Il reato contestato era quello di ‘misura di rigore non consentita dalla legge’.


“Questa sentenza deve essere letta e quando ci saranno le motivazioni dovrà essere approfondita dall’ex presidente del consiglio, Giuseppe Conte e dall’ex comandante dei carabinieri, il generale Giovanni Nistri che per primi ebbero a condannare, senza nemmeno approfondire e attendere gli esiti processuali, l’operato di un militare che in 25 anni di servizio ha onorato l’Arma”. Lo ha detto l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro assolto oggi in appello, a Roma, rispetto al caso del bendaggio del giovane statunitense Gabriel Natale Hjorth. “Questa sentenza ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico avevano fatto smarrire”, ha aggiunto il penalista.

Fiumicino, Fassino è stato denunciato per il furto di un profumo. Acquisito il video del Duty Free

Fiumicino, Fassino è stato denunciato per il furto di un profumo. Acquisito il video del Duty FreeRoma, 26 apr. (askanews) – Sarà trasmessa nei prossimi giorni l’informativa della Polaria in relazione al presunto furto di un profumo commesso alcuni giorni addietro da Piero Fassino in un Duty Free dell’aeroporto di Fiumicino. Il documento – secondo quanto si è appreso – sarà messo a disposizione degli inquirenti della Procura di Civitavecchia. Chi indaga sull’episodio che chiama in causa il parlamentare, ha acquisito il video delle telecamere di sicurezza presenti nello scalo aeroportuale; inoltre gli investigatori hanno ascoltato gli addetti alla vendita ed i dipendenti dell’esercizio commerciale presenti al momento del fatto, nel pomeriggio del 15 aprile.


 

25 Aprile, gli organizzatori del corteo a Milano: siamo oltre 100mila. Scurati legge il monologo tra gli applausi

25 Aprile, gli organizzatori del corteo a Milano: siamo oltre 100mila. Scurati legge il monologo tra gli applausiMilano, 25 apr. (askanews) – “Oltre centomila” persone secondo gli organizzatori in piazza oggi a Milano per partecipare al corteo della Liberazione e celebrare il 25 aprile. Mentre piazza Duomo è gremita, con una sola zona cuscinetto larga una ventina di metri per separare il palco dal presidio pro-Palestina in corso dalle 13, la coda del corteo non è ancora partita da via Palestro, dove la marcia si è originata.


E c’è stata anche un’ovazione per Antonio Scurati in piazza Duomo al termine della sua lettura dal palco del monologo preparato per la trasmissione di Rai3 di Serena Bortone ma mai andato in onda. Una sola l’aggiunta da parte dello scrittore al testo ben noto: la sottolineatura che “anche questo 25 aprile non hanno pronunciato la parola antifascismo…”. “Io temo che finché la parola antifascismo non sarà pronunciata da chi ci governa lo spettro del fascismo continuerà ad infestare la casa della democrazia italiana”, ha detto lo scrittore. Sceso dal palco, a favor di fotografi un caldo abbraccio fra lo scrittore e la segretaria del Pd Elly Schlein.

25 aprile, tensioni a Roma tra i pro Palestina e la Brigata ebraica. Sassi contro i cronisti

25 aprile, tensioni a Roma tra i pro Palestina e la Brigata ebraica. Sassi contro i cronistiRoma, 25 apr. (askanews) – Insulti, grida, e petardi tra i manifestanti, in occasione del 25 aprile, del corteo Pro Palestina e quello della Brigata ebraica a Roma, in viale Ostiense, a pochi metri da piazza di Porta San Paolo. Presente un nutrito schieramento di forze dell’ordine, con una decina di blindati della polizia e diverse decine di agenti in assetto antisommossa a dividere.


La tensione si è subito registrata appena i due gruppi, di alcune centinaia di persone ciascuno, hanno iniziato a insultarsi appoggiati alle transenne che contornano il monumento della Piramide Cestia. “Sono quelli che hanno buttato le bombe”, hanno accusato gli uni, “Free, Free Palestine”, mentre dall’altro si è gridato all’antisemitismo. “Ora e sempre resistenza” lo slogan di alcune centinaia attivisti Pro Palestina, e ancora “Fuori i genocidi dalla storia con la resistenza sempre”. Circa 300 i partecipanti al presidio ai giardini di fronte alla stazione metropolitana di Piramide e del collegamento con Ostia, attorniati da una folta presenza delle forze dell’ordine. Dall’altro lato di viale Ostiense, davanti alle lapidi dei partigiani, alcune centinaia di rappresentanti della comunità ebraica e della “Brigata ebraica”.


Le forze dell’ordine hanno tenuto il centro dell’area e mantenuti divisi e distanti i pro Palestina da manifestanti della “Brigata ebraica” che hanno cantato l’inno d’Italia e urlato a braccia alzate “Israel, Israel”. Sono stati lanciati anche alcuni sassi verso il gruppo di cronisti, fotografi e cameramen che riprendevano la mobilitazione della Brigata ebraica. Nello stesso momento un militante della comunità ebraica ha provato a forzare il cordone della polizia per raggiungere il presidio della manifestazione Pro Palestina. Subito è stato bloccato da alcuni agenti e da altri suoi amici che lo hanno riportato indietro. L’operatore tv che è stato colpito da un sasso lanciato dallo schieramento della Brigata ebraica ha un grosso bernoccolo sulla fronte. “Continua a lavorare”, ha commentato un collega. “Forse più tardi si farà refertare”. Anche il cronista di un sito d’informazione on line colpito al naso da un sasso di “piccole dimensioni”, ha detto: “Vado avanti a lavorare”.

Europee, Roberto Salis: Ilaria è determinata, contenta della candidatura

Europee, Roberto Salis: Ilaria è determinata, contenta della candidaturaStrasburgo, 24 apr. (askanews) – “Mia figlia è determinata, motivata e abbastanza contenta, per aver preso la giusta decisione di candidarsi” alle elezioni europee. Se sarà eletta, questo le consentirà di avere l’immunità parlamentare, e di avere finalmente un giusto processo e il rispetto della sua dignità, anche in Ungheria”. In ogni caso “lei non scappa” dal processo. Lo ha affermato a Strasburgo Roberto Salis, padre di Ilaria, la cittadina italiana in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 e in attesa di giudizio con l’imputazione di aggressione violenta contro manifestanti neonazisti a Budapest.


Roberto Salis ha partecipato a una conferenza stampa insieme a esponenti dei due gruppi politici (i Verdi e la Sinistra) di cui sua figlia potrebbe decidere di far parte se verrà eletta in Italia nell’alleanza Verdi e Sinistra che l’ha candidata per le elezioni europee di giugno, presente anche l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Ilaria, ha raccontato il padre, “ha sempre fatto politica da quando aveva 15 anni; se avrà questa opportunità, farà quello che riterrà più giusto” riguardo alla sua collocazione politica nel Parlamento europeo. In ogni caso, saranno “scelte dettate dalla coerenza del suo percorso politico”.


Inoltre, viste le condizioni di detenzione, Ilaria Salis non è in grado di prendere oggi la decisione. “Mia figlia è in condizioni di carcere duro da 14 mesi: può parlare al telefono solo con tre numeri abilitati per 70 minuti a settimana; è difficoltoso parlare con lei, e decidere la candidatura alle elezioni europee è stata una missione quasi impossibile. Lei non ha contezza di ciò che succede in Italia. Per il momento erano altre le priorità, e non abbiamo ancora deciso in quale gruppo andrebbe se fosse eletta”. “In questo momento – ha continuato Roberto Salis – io non mi considero in campagna elettorale: sono il papà di Ilaria Salis, e sono qui per difendere i diritti di mia figlia. Mia figlia si candida per aver diritto a un processo giusto”. E certo non potrà fare campagna Ilaria, che “è chiusa in una cella per 23 ore al giorno , con un’ora d’aria, e 70 minuti di telefonate alla settimana”.


Ilaria “è una ragazza molto forte, molto determinata. All’inizio della sua detenzione (dall’11 febbraio 2023, ndr) per molti tempo non ha potuto parlare con noi”, con la famiglia, “e mi aspettavo seri problemi psicologici. Il 7 settembre, quando abbiamo finalmente potuto parlarle, l’abbiamo trovata molto forte, motivata, era lei a essere preoccupata per noi”.

Il medico legale: sul corpo di Giulio Regeni bastonate e bruciature

Il medico legale: sul corpo di Giulio Regeni bastonate e bruciatureRoma, 24 apr. (askanews) – Sul corpo di Giulio Regeni sono state riscontrate “quasi tutte le torture descritte nella stessa letteratura scentifica egiziana”. Lo ha detto il medico legale Vittorio Fineschi, consulente della Procura di Roma, nel corso del suo esame davanti ai giudici del tribunale della Capitale nell’ambito del processo a carico di quattro agenti dei servizi di sicurezza egiziani imputati di aver sequestrato, torturato ed ucciso il giovane ricercatore universitario di origine friulana trovato senza vita sulla strada tra il Cairo ed Alssandria d’Egitto il 3 febbraio del 2016.


Non appena inizia l’esame di Fineschi i genitori di Giulio, la mamma Paola Deffendi e il papà Claudio Regeni, hanno deciso di uscire dall’aula. Non guarderanno nemmeno le foto dell’esame autoptico per cui la stessa Procura ha chiesto di tenere udienza a porte chiuse. La mamma, con in mano un fiore giallo, simbolo della campagna per la verità, è stata accompagnata fuori. “Abbiamo trovato segni di pugni, calci, uso di mazze, bruciature ed anche la cosiddetta ‘falanga’ la bastonatura dei piedi”, ha detto Fineschi, che ha eseguito la autopsia insieme con il tossicologo Marcello Chiarotti. Il docente dell’università La Sapienza ha poi spiegato: “L’Egitto negli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura. Uno di questi studi riguarda 140 casi di torture con l’elenco delle modalità di torture poste in essere su viventi: persone prima arrestate e poi torturate nelle stazioni di polizia o carcere con pugni, calci, mazze, trascinamento del corpo, bruciature, ammanettamento di polsi e caviglie, l’utilizzo di un pettine chiodato passato sulla testa e sul volto”.


Una altra ricerca, “uno studio retrospettivo su 367 casi di torture avvenuti nel 2009-2010 in Egitto in cui vengono riportate moltissime modalità di tortura”, e “riscontrate anche sul corpo di Giulio Regeni come le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa”. Il professor Fineschi, rispondendo al procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, ha poi spiegato: “La verbalizzazione degli accertamenti compiuti in Egitto durante l’autopsia è sotto lo standard minimo. Gli egiziani hanno attribuito la morte a un ematoma che ha compresso il cervello così tanto da portarlo alla morte. Una causa non compatibile con quello che abbiamo trovato riscontrato noi”. In Egitto, insomma, “sono stati compiuti approfondimenti incompleti e poco approfonditi”.

Ag. per la cybersicurezza: attacchi informatici in aumento in Italia ed Europa

Ag. per la cybersicurezza: attacchi informatici in aumento in Italia ed EuropaRoma, 24 apr. (askanews) – “Nel 2023 sono stati registrati 1.411 eventi cyber” in Italia, “con 303 incidenti confermati: sono numeri in crescita, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. Crescono minaccia informatica e attacchi, ma anche la capacità dell’Agenzia Nazionale: lo dicono i numeri sugli interventi fatti sia per risolvere questi casi quando c’è stato un impatto, per aiutare e sostenere le amministrazioni a risollevarsi dopo un attacco, ma anche sulle attività di monitoraggio del Web e riguardo alle minacce incombenti e agli alert rivolti alle amministrazioni”. Lo ha detto il prefetto Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), presentando a Palazzo Chigi la Relazione annuale al Parlamento dell’Agenzia.


“Le principali minacce – ha proseguito Frattasi – sono i DDos, la diffusione del phishing e soprattutto il ransomware; i settori più colpiti sono il manufatturiero, le telecomunicazioni, i trasporti e i servizi finanziari. Il CSIRT (il Computer Security Incident Response Team dell’ACN, ndr) ha un’attività molto sostenuta: sono tutti in sostanziale incremento i numeri che riguardano il monitoraggio, l’allertamento e gli interventi di remediation”. In particolare, spiega la Relazione, nel 2023 le attività del CSIRT di monitoraggio degli asset a rischio sono aumentate del 374%, l’allertamento verso constituency dell’89%, mentre gli interventi a sostegno delle vittime in loco sono cresciuti del 30%.


“Nel corso del 2023 – si legge nella Relazione – il CSIRT Italia ha trattato 1.411 eventi cyber, per una media di circa 117 al mese, con un picco di 169 a ottobre. Di questi, 303 sono stati classificati come incidenti, per una media di circa 25 al mese”. Riguardo le varie tipologie degli eventi cyber, 319 sono stati i DDos, 275 le diffusioni di Malware tramite email, 240 i Phishing, 165 i Ransomware. Per quanto riguarda i settori di attività dei soggetti target, “prevalgono le telecomunicazioni e la Pubblica Amministrazione (PA), sia a livello locale che centrale”, con rispettivamente 216, 201 e 140 attacchi.

Santalucia (Anm): la pena non può essere il carcere per i giornalisti

Santalucia (Anm): la pena non può essere il carcere per i giornalistiRoma, 24 apr. (askanews) – Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine – tre giornalisti del Domani diretto da Emanuele Fittipaldi – rischiano fino a 9 anni di carcere con l’accusa di aver chiesto e ricevuto documenti riservati da un pubblico ufficiale, e di aver violato il segreto istruttorio attraverso la richiesta e la pubblicazione di informazioni contenute in quei documenti.


“In questo caso, anche se non conosco i dettagli dell’inchiesta, si tratta di reati che non appartengono alla professione giornalistica, non riguardano la diffamazione e il diritto di cronaca”, spiega ad Affaritaliani.it il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia. “Ci sono reati tipici della professione giornalistica e la Corte europea è stata molto chiara nell’affermare che la pena non può essere il carcere per i giornalisti che commettono un reato nell’esercizio della loro professione altrimenti si comprime il diritto di informare e sarebbe un deterrente eccessivo. Ma un giornalista è un cittadino come tutti gli altri e, faccio un esempio, se commette un omicidio va in galera”. “L’inchiesta della Procura di Perugia sui tre giornalisti del Domani non rientra nella fattispecie dei reati legati alla professione giornalistica, non si tratta di un articolo diffamatorio. Io mi auguro che non siano colpevoli, ma si tratta di violazione del segreto istruttorio e di altre ipotesi di reato. Se dovessero andare in carcere non ci andrebbero per una querela o per aver commesso il reato di diffamazione, tipico della professione giornalistica, ma per altri reati. Ovviamente laddove fossero provati”, continua Santalucia.

Crollo di 25 gradi, l’Italia ripiomba in inverno (e Milano riaccende i riscaldamenti)

Crollo di 25 gradi, l’Italia ripiomba in inverno (e Milano riaccende i riscaldamenti)Roma, 23 apr. (askanews) – Pieno inverno in primavera con un tracollo termico di 25 gradi in 8 giorni: domenica 14 aprile il termometro aveva raggiunto i 33 gradi all’ombra al Nord, lunedì 22 aprile in Pianura Padana ecco le massime ben sotto i 10 gradi.


Anche se i colpi di coda invernali rientrano nella normalità – come spiega Lorenzo Tedici, meteorologo del iLMeteo.it – sorprende l’estrema intensità del raffreddamento, decisamente marcato e non così frequente anche nelle mezze stagioni. Le aree polari e artiche, alla fine della lunga notte invernale, si presentano ancora molto fredde e sottozero, anche ad aprile, e possono influire sul clima europeo di primavera. Quest’anno, tra l’altro, la Scandinavia ha vissuto lunghi periodi gelidi e da record di freddo: -44,3 gradi il 5 gennaio 2024 in Finlandia e -23 gradi anche in piena città ad Oslo, tanto per citare due esempi evidenti. E nelle ultime settimane un po’ di questo freddo polare invernale è riuscito a resistere e, successivamente, a scendere di latitudine verso l’Italia, così l’irruzione scandinava ha portato la neve in collina, il termometro ad una singola cifra, il ritorno dei vestiti pesanti e delle tradizioni da pieno inverno. E il freddo continuerà per altre 48 ore, estendendosi anche verso il Centro e poi verso il Sud. Nelle prossime ore toccherà a tutto il Centro vivere una fase più rigida con altre nevicate sugli Appennini localmente sotto i 1000 metri. Il maltempo colpirà soprattutto il Triveneto con copiose nevicate sulle Alpi, tutto l’Appennino centro settentrionale con altri fiocchi, mentre le piogge bagneranno il Centro-Nord compresa la Sardegna fino a coinvolgere parte del Sud tirrenico in giornata. Le temperature massime più alte sono previste in Sicilia con 26 gradi, ultimo baluardo di resistenza all’affondo scandinavo. Baluardo che però crollerà: mercoledì 24 aprile il crollo termico raggiungerà anche il meridione. La massima scenderà sotto i 20 gradi ovunque con un calo anche di 10 gradi, ad esempio, a Siracusa si passerà da 26 a 16 come se niente fosse. La neve cadrà ancora sugli Appennini e al Nord-Est, mentre al Nord-Ovest è attesa una tregua strutturata: in giornata prevarranno le schiarite e, se al mattino farà freddo con diffuse e pericolose gelate tardive, durante il giorno toccheremo i 17-18 gradi tra Piemonte e Lombardia. Al Centro ed al Sud ombrelli aperti sul versante tirrenico e sulle Isole Maggiori.


Infine, dopo 3 giorni d’inverno, per la Festa della Liberazione, le temperature saliranno, anche se non mancheranno delle piogge. Al mattino il tempo sarà in prevalenza asciutto, dal pomeriggio pioverà su gran parte delle regioni centro meridionali tirreniche, specie a ridosso dei rilievi. Il Ponte del 25 aprile sarà comunque all’insegna del miglioramento con condizioni anche soleggiate, più miti e piacevoli: solo al Nord-Ovest avremo ancora precipitazioni diffuse a causa di una perturbazione in lento spostamento tra i Paesi Baschi e la Normandia; questo ciclone richiamerà correnti di Scirocco responsabili di piogge tra Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta (da confermare vista la distanza temporale).


In sintesi, per il ponte del 25 aprile torneremo ad assaporare la primavera, ad eccezione delle regioni del Nord-Ovest italiano alle prese con la probabile perturbazione normanna, ma intanto ci saranno almeno tre giorni d’inverno. Un freddo tale che, ad esempio, a Milano si sono riaccesi i riscaldamenti. A seguito del brusco calo delle temperature registrato in questi giorni, infatti, il Comune di Milano ha riattivato gli impianti di riscaldamento nelle scuole e nelle case di edilizia residenziale pubblica.


In particolare, per quanto riguarda l’edilizia scolastica, gli impianti sono stati accesi in tutti i nidi, nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica, il Comune ha dato mandato al gestore, MM Spa, di riattivare i riscaldamenti nei modi e nei tempi previsti dalla normativa vigente fino a quando le temperature non torneranno a salire. I riscaldamenti possono essere messi in funzione, anche per periodi brevi, con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita in via ordinaria (quindi per 7 ore). La norma mette dunque in condizione cittadini e amministratori, in questi giorni in cui il termometro è sceso di diversi gradi al di sotto delle medie stagionali, di riaccendere i caloriferi.

Intossicati in 5 all’hotel Barberini a Roma, esalazioni di cloro dalla Spa

Intossicati in 5 all’hotel Barberini a Roma, esalazioni di cloro dalla SpaRoma, 23 apr. (askanews) – A Roma i vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina all’Hotel Barberini, in centro città: a causa di esalazioni di cloro provenienti dal locale tecnico a servizio della della Spa al piano inferiore dell’albergo, è stata evacuata l’intera struttura. Cinque persone, dipendenti dell’hotel, sono rimaste intossicate dai vapori e portate dal 118 in ospedale: una è ricoverata in codice rosso. Ancora in corso gli accertamenti. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, le forze dell’ordine e la polizia di Roma capitale.