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”Busiate” è un fotoracconto del territorio trapanese di Giovanni Franco

”Busiate” è un fotoracconto del territorio trapanese di Giovanni FrancoMilano, 15 dic. (askanews) – Nell’immaginario collettivo se si fa riferimento a Matteo Messina Denaro si pensa quasi automaticamente al territorio trapanese dove il boss mafioso ha vissuto da latitante facendo affari e imponendo il suo potere illegale. Quei luoghi, raccontati adesso, in un viaggio attraverso le immagini e le parole, sono invece, ricchi di storia, di monumenti, di siti archeologici: posti che rimandano alla memoria anche a fatti legati al contrasto alla criminalità organizzata. E alla cultura con, ad esempio, Gibellina, proclamata Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026. È ciò che intende documentare un fotoracconto realizzato seguendo i sentieri e le strade di quel territorio con le immagini scattate dal giornalista Giovanni Franco e arricchito dai testi di, in ordine alfabetico, Fabrizio Carrera, Nicola Cristaldi, Mariza D’Anna, Giovanni Isgrò, Gianfranco Marrone e Vito Orlando, saggisti e scrittori che conoscono bene quelle realtà. Con un disegno di Franco Donarelli. È questo in sintesi “Busiate”, un volume edito dalla casa editrice Libridine diretta da Francesco Sferlazzo. (220 pagine, 170 foto 20 euro). Il titolo del volume si riferisce ad un tipo di pasta tipico di questa parte della Sicilia occidentale. Scrive Giovanni Franco nella prefazione: “Percorrere una strada in penombra e improvvisamente, come se avessero acceso dall’alto mille fari, ritrovarsi immersi nella luce. Ecco la sensazione che provo quando, con la macchina fotografica, arrivo nel Trapanese”. Sostiene Carrera: “Il trapanese è una delle province dal territorio sufficientemente vasto per offrire tanti microclimi e paesaggi diversi ma anche tramonti suggestivi. Tutta la provincia ormai è sempre più una destinazione turistica. Grazie anche al suo appeal gastronomico”. E chiarisce Marrone: “Cassatelle a Castellammare, genovesi a Erice, cannoli a Dattilo. Ecco il triangolo dolciario del trapanese. Che ho sentito pronunciare la prima volta, tempo fa, quando mi capitava più spesso, per i casi della vita, di frequentare quella provincia a tutto tondo”. Fulcro della provincia è Trapani che D’anna descrive così: “Cosa c’è di più bello di una città sul mare, adagiata su una striscia di terra curvilinea dove l’Europa finisce, dove la strada ferrata si fa piccola e silenziosa e dove non si è mai di passaggio. Trapani è accomodata nel cuore di un Mediterraneo, avamposto proteso verso il Nord Africa, terra di mezzo tra due continenti, conquistata, dominata, complessa, assuefatta ma geograficamente fortunatissima”. Luoghi che hanno visto anche la nascita di tanti periodici. Scrive Orlando: “La stampa trapanese ha una storia antica, segno di una vivacità culturale diluitasi solo negli ultimi sessant’anni. Il primo foglio di cui si ha memoria risale addirittura al 1818, con “Il giornale dell’intendenza di Trapani”, mensile che fu pubblicato fino alla fine dell’epoca borbonica nel 1860″. Questo lembo di Sicilia è anche ricco di tradizioni tra fede e storia. Come il festino molto sentito di San Vito a Mazara del Vallo la cui direzione artistica è di Isgro. “Dall’inizio della mia esperienza capii subito che – afferma – Bisognava alzare il livello culturale dell’evento, scavando nella memoria sei-settecentesca che lo aveva generato”. Quei territori fanno nascere nei visitatori il desiderio di immergersi con l’immaginazione in un mondo di misteri e di leggende. Ed è questo lo spunto per un racconto ambientato a Calatafimi Segesta scritto da Cristaldi che conosce bene quel posto essendone stato sindaco per dieci anni. “Arrivò un dio dalle penne bianche come la neve, con un potere straordinario: poteva trasformarsi in uccello a suo piacimento. Quando voleva esplorare le terre alte e osservare il mondo dall’alto, si trasformava in un’aquila imponente”.

Schifani: buon lavoro Gaspare Borsellino consigliere Teatro Massimo

Schifani: buon lavoro Gaspare Borsellino consigliere Teatro MassimoRoma, 20 ago. (askanews) – “Congratulazioni e auguri di buon lavoro al direttore dell’agenzia di stampa Italpress Gaspare Borsellino, nominato componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Ringrazio il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per avere accolto la proposta da me avanzata congiuntamente con il Comune di Palermo”. Lo dichiara in una nota Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana.


“Sono certo che la competenza e la professionalità di Borsellino, ampiamente dimostrate nella sua carriera giornalistica alla guida di una delle più importanti realtà italiane, saranno apprezzate e valorizzate anche all’interno di questa nostra grande istituzione culturale”.

Sardegna, SetteSere SettePiazze SetteLibri (dal 29 luglio)

Sardegna, SetteSere SettePiazze SetteLibri (dal 29 luglio)Roma, 10 lug. (askanews) – L’attualità interpretata dalla letteratura e dalla narrativa tra i nuovi corsi mondiali della politica, le guerre, i sentimenti, i nuovi linguaggi, la società oggi: sono i temi centrali della 14.ma edizione del festival 7Sere 7Piazze 7Libri di Perdasdefogu (Nuoro). Dal 29 luglio al 4 agosto sarà una settimana firmata dalla cultura con 52 eventi, 36 autori, 78 relatori e otto musicisti. Apertura, nella Piazza Cent’anni di solitudine,col ricordo di Gabriel Garcia Màrquez a dieci anni dalla morte e il ritratto di due grandi scrittrici sarde scomparse nei mesi scorsi: Maria Giacobbe (l’autrice del “Diario di una maestrina”, 1957) e Michela Murgia. I commenti affidati a Gigliola Sulis (Università di Leeds), Paola Soriga e Lilli Pruna. Riproposto il festival itinerante: dopodomani, venerdì 12 luglio alle 19 a Pesaro (Capitale italiana della Cultura) col giornalista Lucio Luca e l’ex Rettore di Bologna Ivano Dionigi e dalle 21 sfilata in costume del gruppo folk di Perdasdefogu. Prefestival che prosegue in undici paesi delle quattro province sarde con Sergio Rizzo, Giovanni Antonio Tabasso e Cosimo Filigheddu, Vittorio Giacopini, Bachisio Bandinu e Matteo Porru.


Una settimana con testi che stanno calamitando le scelte dei lettori. Dal tema dello scorso anno (“Ultimo viene il corvo” di Italo Calvino: “Io poi, che la guerra sia finita non ci credo”) a un tema rimasto drammaticamente attuale, le guerre: con un insegnamento tratto dal De Rerum Natura di Lucrezio: “Con le parole non con le armi”, “Dictis non armis”. Tutti gli incontri iniziano alle 21 nelle varie piazze del paese. Dopo la serata dedicata a Màrquez con Ilide Carmignani, Gabriella Saba, Nestor Ponguta e Giuliana Adamo, chiusura affidata a Nicola Lagioia. Sarà poi la volta di Cristina Casiraghi” con “Stelle solitarie”, Pier Giorgio Pulixi e il suo “Per un’ora d’amore” e ancora lo scrittore curdo Fariborz Kamkari “Ritorno in Iran” a colloquio con Francesco Bellino e un intervento di Gad Lerner.


Gli altri appuntamenti: Mercoledì 31 Lucio Luca con “La notte dell’antimafia” e Lorenzo Cremonesi con “Guerra infinita”. Giovedì 1 agosto: apre Graziella Monni con “Il medico di Caller”, a seguire Federico Fubini con “L’oro e la patria” in dialogo col presidente della Cei sarda Antonello Mura, il leader della Confindustria Giovanni Bitti, Antonio Solinas ceo di Ab Insula, due docenti della London School e le sindache di Fonni e Arborea. Chiusura con “La scelta” di Sigfrido Ranucci. Venerdì è la volta di Pina Ligas, Giuliano Tramaloni e Luca Bianchini con “Il cuore è uno zingaro”. Sabato Lo scrittore Matteo Porru intervista Cristina Caboni su “La collana di cristallo”, chiude Milena Agus con “Notte di vento che passa”. Le serate sono coordinate dalla giornalista Francesca Lai. Organizza la ProLoco di Perdasdefogu col sostegno finanziario della Regione sarda, la Fondazione di Sardegna, il Comune di Perdasdefogu, la Saras, la Sigma Arti Grafiche. Il direttore artistico del festival, Giacomo Mameli: “Sarà una settimana con scrittori internazionali e nazionali, con pagine di ottima letteratura rifletteranno sui tormenti e i fermenti in questo periodo di metamorfosi epocali nel mondo. Sono i temi che sollecitano lettori sempre più esigenti. Perché crediamo che l’uso corretto del linguaggio, della cura delle parole proposte da autori di prima firma, aiutino a capire una società in frenetica mutazione. Sfida che parte da un piccolo paese che, tra isolamento e spopolamento, vive la sua estate nel segno della cultura”

Festival del cinema italiano, successo di Arcoraci al Teatro Greco di Tindari

Festival del cinema italiano, successo di Arcoraci al Teatro Greco di TindariRoma, 10 lug. (askanews) – Il Teatro Greco di Tindari è stato il palcoscenico della cerimonia di premiazione della quinta edizione del Festival del Cinema Italiano di Patti, in provincia di Messina, che ha visto consegnare le “Stelle d’Argento” ai prodotti audiovisivi, ai film in concorso, e a molti protagonisti del mondo del cinema, della cultura e del giornalismo. Condotta da Roberta Ammendola con Pino Ammendola, la serata ha visto la partecipazione dell’attrice Ornella Muti, madrina del festival, che ha ritirato un premio per la sua straordinaria carriera.


Il Direttore Franco Arcoraci, dopo il successo ottenuto lo scorso anno a Milazzo, lo ha raddoppiato individuando questa volta Patti e il Teatro Greco di Tindari, quale località per lo svolgimento del suo Festival: una scelta che lo ha premiato. Tanti gli ospiti arrivati a Tindari per l’evento: gli attori Pietro Genuardi, Gianfranco Gallo, Antonio De Matteo, Fabio Fulco, lo scrittore Biagio Maimone, il compositore Umberto Scipione, Ilaria Mongiovì, Milena Miconi, Mauro Graiani, Andrea Roncato e la doppiatrice Chiara Colizzi, “voce ufficiale” della serata. Diretto dal critico cinematografico Carlo Gentile (Rai – Sncci) e presieduto da Franco Arcoraci, la kermesse cinematografica ha assegnato i seguenti premi: Stella d’Argento al miglior film a “The Penitent” di Luca Barbareschi e Gran Premio Speciale della Giuria a “Zamora” di Neri Marcorè. “Il racconto di Ester” di Simone Barletta si è aggiudicato il premio come miglior cortometraggio. La migliore opera mobyle è stata giudicata “Bambù” di Flavio Papa.Ad ex aequo, per la sezione documentari, hanno vinto “Il Tango della Vita” di Erika Liffredo e Krista Buragne e “Vulcanoidi” di Giuseppe Moschella.


Il riconoscimento per la migliore sceneggiatura è andato a Cristiano Bortone per “Il mio posto è qui” che ha portato a casa anche la Stella d’Argento per la migliore regia. Miglior attore Elio Germano per il film “Confidenze” di Daniele Luchetti, mentre la Migliore Attrice è stata proclamata Virginia Raffaele per “Mondo a parte” di Riccardo Milani. Hanno ricevuto il premio come “Personaggio dell’anno” Beatrice Luzzi e Antonio De Matteo. Premi alla Carriera a Katia ricciarelli e allo stuntman Massimo Vanni. Infine un premio speciale è andato al compianto direttore della fotografia Blasco Giurato, che è stato ritirato dall’attore Fabio Fulco. La Melos International di Dante Mariti, ha realizzato uno speciale che RaiDue manderà in onda venerdì 19 luglio in seconda serata.


Il Festival del Cinema Italiano è organizzato con il contributo della Regione Siciliana – Assessorato Turismo Sport e Spettacolo e ha il patrocinio del Comune di Patti (Me). E si avvalso dei patrocini di: Rai Due, Rai News 24, Rai Italia, Rai News.it e della TGR nazionale e Sicilia.

Arte e letteratura: al festival Eoliè premiata Irene Lanza

Arte e letteratura: al festival Eoliè premiata Irene LanzaRoma, 6 lug. (askanews) – Con l’edizione 2024 del Festival Eoliè Arte, Letteratura e Società, a Lipari dal 5 luglio al 5 agosto, nasce il Premio “Magna – ?????” a suggellare la pluriennale collaborazione con Globe Italia – Associazione Nazionale per il Clima: un riconoscimento che vuole sottolineare e promuovere l’importante ruolo economico e sociale che l’arte, la cultura e la bellezza hanno nel nostro Paese e ripensare insieme nuove forme e approcci culturali più inclusivi e attenti alla sostenibilità, alle comunità e al mondo che cambia.


“È proprio partendo dall’etimo della parola greca – che significa impasto rimandandoci al lavoro dello scultore, del pittore, ma anche del poeta – afferma il Presidente di Globe Italia, Matteo Favero – che scopriamo quanto innovazione e tecnologie produttive, il design e la creatività, il territorio e lo sviluppo sostenibile, la tradizione e i saperi artigianali incarnino i valori più profondi dell’Italia”. Il “primo” Premio Magma è andato all’artista Irene Lanza, strombolana, osteopata, visionaria, che espone i suoi frammenti del mare, enigmatici e di orrida casualità?, cui ha riconsegnato una forma, una visione di insieme. Le sue opere nascono dalla sua passione quasi maniacale di raccogliere pezzi portati e trasformati dal mare. La sua arte è un atto di pura creatività e di impegno in difesa del mare, dei suoi fondali, delle sue spiagge.


La cerimonia di consegna a Lipari, durante la quarta edizione del Festival Eoliè 24 Arte Letteratura e Società dedicato ad Amicizia e Solitudine, lunedì 8 luglio alle 19.30 alla presenza dell’artista, del presidente di Globe, Matteo Favero e di Francesco Malfitano, direttore artistico di Eoliè. (Segue)

Sicilia, dopo dieci anni riapre Museo archeologico di Centuripe

Sicilia, dopo dieci anni riapre Museo archeologico di CenturipeRoma, 9 giu. (askanews) – E’ nuovamente aperto al pubblico, dopo dieci anni, il Museo archeologico di Centuripe, nell’Ennese. Si sono conclusi, infatti, i lavori di ristrutturazione necessari per mettere in sicurezza due piani della struttura. Ampliata anche la collezione esposta, che racconta la storia millenaria della città dell’entroterra siciliano, le cui origini sono nel Neolitico e che vanta una stagione di particolare importanza storico-artistica nell’epoca imperiale romana.


Un risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra l’assessorato regionale dei Beni culturali, il Parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci (di cui il Museo fa parte) e il Comune. Oltre alla bellissima Testa di Augusto, in prestito a Centuripe dal Museo Paolo Orsi di Siracusa fino al 2026 e considerata dagli storici il più bel ritratto ritrovato in Sicilia dell’imperatore, saranno esposti anche i busti di due suoi familiari e altri numerosi pezzi di epoca romana, del I e del II secolo dopo Cristo, provenienti dai depositi del Museo, dove erano stati conservati per mancanza di spazio nei luoghi dell’allestimento.


(segue)

A 100 anni da nascita esce “Danilo Dolci Una rivoluzione nonviolenta”

A 100 anni da nascita esce “Danilo Dolci Una rivoluzione nonviolenta”Roma, 27 mag. (askanews) – Nel centenario della nascita di Danilo Dolci (1924-1997), uno dei pensatori più influenti della nonviolenza e della lotta contro la povertà e per l’emancipazione del Sud, ritorna vigorosamente alla ribalta con la pubblicazione, per i tipi di Altreconomia, del libro “Danilo Dolci. Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l’opera di un uomo di pace” di Giuseppe Barone.


Danilo Dolci, sociologo, poeta, educatore e attivista, ha scelto la Sicilia come teatro della sua lotta nonviolenta, dedicandosi al diritto al pane, al lavoro, alla democrazia e contro ogni forma di mafia. Le sue idee sono ancora oggi un pilastro fondamentale per numerosi individui e movimenti. Dolci ha introdotto concetti di eccezionale rilevanza, come la distinzione tra “trasmissione” e “comunicazione”, sottolineando l’importanza di modelli organizzativi partecipativi. La proposta rivoluzionaria di Dolci valorizza la creatività sia a livello individuale che di gruppo, rimanendo un faro ispiratore per chi cerca approcci innovativi nell’educazione e nell’organizzazione sociale. Questa biografia offre una panoramica approfondita della vita e delle opere di Dolci, arricchita da un’intervista di Mao Valpiana e un ricordo di Luca Baranelli, nonché un’antologia di testi poco conosciuti.


L’opera celebra la straordinaria eredità di Danilo Dolci, riscoprendo il suo contributo inestimabile alla lotta per una società più giusta e partecipativa; un uomo che ha dedicato la sua vita alla nonviolenza e alla costruzione di un futuro migliore per le generazioni a venire.

Wwf, in Sicilia primo nido di tartaruga marina del 2024 in italia

Wwf, in Sicilia primo nido di tartaruga marina del 2024 in italiaRoma, 23 mag. (askanews) – Proprio nella Giornata mondiale dedicata alle tartarughe, il 23 maggio, arriva la notizia del primo nido di tartaruga marina Caretta caretta della stagione trovato in Sicilia, grazie alla segnalazione di un turista altoatesino, nella spiaggia di Portopalo di Capo Passero in provincia di Siracusa.


I volontari del WWF, guidati dalla biologa Oleana Prato – informa una nota dell’associazione – sono prontamente accorsi per censire e mettere in sicurezza il primo nido italiano segnalato quest’anno e continueranno a monitorarlo fino alla schiusa delle uova, che avverrà circa fra cinquanta giorni. Dopo l’eccezionale stagione dello scorso anno, quando solo in Sicilia i volontari del WWF hanno censito e seguito ben 142 nidi di Caretta Caretta, questa prima nidificazione nel mese di maggio fa sperare in buoni risultati anche per il 2024, a conferma di come le nostre coste stiano diventando sempre più importanti per la riproduzione delle tartarughe marine e pertanto vadano adeguatamente tutelate. La Caretta caretta è l’unica specie di tartaruga marina che nidifica sulle nostre coste. La sua presenza nel Mediterraneo non solo è incredibilmente affascinante, ma è vitale per l’equilibrio degli ecosistemi marini e costieri. Le tartarughe marine, infatti, con il loro ciclo vitale intricato, contribuiscono a mantenere la struttura delle comunità ecologiche, regolando le popolazioni di altre specie marine. Purtroppo, però, è considerata in pericolo (EN) dalla IUCN a causa delle minacce e le pressioni di origine antropica come inquinamento (da plastica, acustico chimico e luminoso), bycatch, intrappolamento negli attrezzi da pesca, eccessivo traffico nautico e sviluppo costiero, distruzione degli habitat.


Il WWF continuerà per tutta l’estate con i propri esperti e volontari a monitorare le coste e le spiagge non solo in Sicilia, ma anche in Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio e Toscana, portando avanti le consuete attività di sensibilizzazione a favore della tutela di questa iconica e importante specie. Si chiede a chiunque dovesse avvistare tracce o tartarughe marine nelle coste siciliane – conclude la nota – di avvisare immediatamente gli operatori del WWF al 3249210217 o la Capitaneria di Porto.

Palermo chiama Duesseldorf, alla Zisa la mostra “Palagonish”

Palermo chiama Duesseldorf, alla Zisa la mostra “Palagonish”Roma, 4 mar. (askanews) – Sarà inaugurata sabato 23 marzo alle all’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali alla Zisa “Palagonish”, mostra degli artisti Giuseppe Agnello, Gabriele Massaro e Stefan à Wengen a cura del Verein Düsseldorf Palermo e.V..


Neologismo coniato da Goethe nel “Viaggio in Italia” per descrivere la fascinazione mista al disgusto che gli provocò la visita della Villa Palagonia di Bagheria, la nota “villa dei mostri”, il termine Palagonish che dà il titolo al progetto espositivo, contiene già il sentimento guida della sua identità: esplorare artisticamente il “palagonico”, il terribilmente bello, e renderlo sensibilmente tangibile per il pubblico. Orribilmente bello. Piacevole e spiacevole, attraente e ripugnante allo stesso tempo. L’arte è qualcosa che non solo piace e suscita sensazioni piacevoli, ma ha a che fare anche con lo spiacevole, capace di presentare immagini che appaiono attraenti e allo stesso tempo inconsuete. Cosa ci affascina dell’orribilmente bello, perché provoca sia piacere che disgusto? Si chiede Michael Kortlaender, direttore del Verein Düsseldorf Palermo e.V. e curatore della mostra.


La categoria estetica coniata da Goethe per rubricare l’orribilmente bello nell’universo delle arti, diventa così il pretesto per mettere in dialogo, come da consuetudine dei progetti del Verein Düsseldorf Palermo e.V, artisti siciliani e tedeschi provenienti da diverse generazioni e diversi ambiti delle arti visive, in un legame continuo tra le due città gemellate dal 2015, alla ricerca di nuove interazioni tra i molteplici linguaggi del contemporaneo e con lo spazio dell’Haus der Kunst. Giuseppe Agnello (Racalmuto, 1962), già docente all’Accademia di Belle Arti di Carrara, e Prof. di scultura e tecniche della scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha formato un’intera generazione di artisti palermitani. Ha realizzato diverse opere pubbliche, sia in Italia che all’estero- tra queste il celebre ritratto in bronzo di Leonardo Sciascia nella sua città natale, e la scultura del popolarissimo Commissario Montalbano a Porto Empedocle- collaborando con artisti internazionali, come Vanessa Beecroft, per la cui performance VB62 allo Spasimo di Palermo ha realizzato la parte scultorea, facendo incursione anche nel mondo del teatro e del cinema – suoi sono i calchi per la scenografia del film di Ciprì e Maresco “Il ritorno di Cagliostro”.


Gabriele Massaro (Palermo, 1989), tra gli esponenti della nuova generazione di artisti siciliani, formatasi nella fucina di talenti dell’Accademia di belle arti di Palermo, si concentra sulla pittura in sé stessa: come mezzo, forma e contenuto, a cui affianca un pensiero intuitivo e simbolico. Stimoli provenienti dalla poesia, dalla filosofia, dalla musica o direttamente dalla realtà di tutti i giorni penetrano nella costruzione delle sue opere, le consolidano e definiscono, congiuntamente ad un programma analitico. Massaro ha fondato nel 2021 a Palermo, insieme ai colleghi Davide Mineo ed Enzo Calò, lo spazio espositivo “La Siringe”, tra i più attivi della mappa italiana degli spazi indipendenti. E Stefan à Wengen (Basilea, 1962) artista svizzero di base a Düsseldorf, è uno dei più importanti pittori figurativi del mondo artistico tedesco contemporaneo, il cui stile s’ispira alla tradizione iconica occidentale con continui riferimenti ad altre culture, combinando elementi pittorici profondamente simbolici alla ricerca di una nuova e surreale realtà.


In Palagonish, temi come l’ignoto, la paura dell’estraneo, i riferimenti ai miti e alle fiabe costituiscono il contesto formale e contenutistico in cui si colloca il lavoro dei tre artisti che si realizza in mostra in elementi che possono essere percepiti come inquietanti, spiacevoli e ridicoli a causa dell’esagerazione, dell’incompatibilità o della deviazione dalla norma. Questo effetto opprimente, solitamente sorprendente, si ottiene combinando ciò che è apparentemente incompatibile: legge e arbitrarietà, saggezza e sciocchezza, vivi e morti, divertimento e orrore. Con le loro opere, tutti e tre gli artisti esplorano i confini di questo effetto attraverso connessioni coerenti in termini di forma e contenuto, e la strabordazione in un’estetica bizzarra, surreale e barocca. Le metamorfosi amorfe e le altre opere prendono avvio per lo più da una rappresentazione naturalistica che è il risultato dell’ars combinatoria degli artisti, capace di mescolare elementi figurativi derivanti dall’universo botanico, zoologico e geologico con immagini umane, reinterpretando moduli rappresentativi del fantastico, della storia dell’arte e della cultura. Le opere infatti enfatizzano il collegamento sintattico e compositivo di elementi esistenti e/o aggiunti, oltrepassando ogni confine formale e contenutistico. È la creazione di un “mondo sottosopra”. Un “contromondo” e quindi un antipodo all’ordine familiare delle cose. “Palagonisch” è realizzata con il sostegno di Landeshauptstadt Düsseldorf, Kulturamt Düsseldorf e Stadtsparkasse Düsseldorf e sarà aperta fino all’11 maggio 2024 dal lunedì al sabato (16-19 o su appuntamento, per info: duesseldorfpalermo@gmail.com).

A Palermo la mostra di Navarra, Maestro dell’iperrealismo

A Palermo la mostra di Navarra, Maestro dell’iperrealismoPalermo, 31 ott. (askanews) – Nella sede del “Centro d’arte Raffaello” in via Emanuele Notarbartolo 9/E a Palermo, è stata inaugurata sabato 28 ottobre la personale di Navarra, romano di nascita ma siciliano d’adozione.

Curata da Massimiliano Reggiani con la collaborazione di Monica Cerrito, la mostra racconta il talento del Maestro incontrastato dell’iperrealismo nel panorama nazionale. Le sue opere, che rimarranno esposte fino al prossimo 10 novembre, si ispirano alla bellezza del paesaggio della Sicilia, soprattutto a quello rurale: ulivi secolari, distese di papaveri, agavi e fichi d’India sono le cifre stilistiche dell’artista, padrone di tecniche pittoriche avanzate come la sfumatura, il dettaglio microscopico e l’uso di pennelli molto sottili per ottenere il massimo livello di realismo possibile.

“Navarra – spiega Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” – crea opere d’arte che appaiono estremamente dettagliate e minuziose: la sua narrazione è un percorso nutrito di osservazione, fantasia, a tratti onirico, nel paesaggio siciliano, tra la vegetazione, i colori e le luci”. Un atto d’amore per l’isola, sua terra d’adozione dove l’artista vive da oltre trent’anni: precisamente a Nicosia, in provincia di Enna, paese dell’entroterra isolano in cui si è stabilito, catturato dalla bellezza dei luoghi e dall’amore per la moglie.

La mostra rappresenta una preziosa occasione per conoscere Navarra, tra gli artisti che hanno segnato la storia del “Centro d’arte Raffaello” nel corso del tempo. “Un grande talento e un fiore all’occhiello della galleria – aggiunge la dottoressa Sabrina Di Gesaro – con cui siamo fieri di collaborare da oltre venti anni”.

“I suoi paesaggi siciliani – sottolinea – costituiscono un universo che parrebbe avere una connotazione favolistica ma che invece rivela l’evoluzione stilistica dell’artista snodata nel corso di una lunga carriera”. Alla produzione paesaggistica si affianca una più ristretta cerchia di opere inedite, dedicate al disegno e all’astratto: anche in questo caso, si manifesta in modo evidente la sua incursione nel linguaggio iperrealista tramutato in una essenzialità dei tratti che perdono la connotazione figurativa e che rimandano a una dimensione immaginifica di cui Navarra si rende felice interprete. Le opere saranno fruibili, con ingresso libero e gratuito, tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 19:30. Il lunedì mattina, la domenica e nei giorni festivi la galleria rimane chiusa al pubblico. La mostra è accessibile anche online sul sito raffaellogalleria.com

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