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Storia del Corridoio Vasariano: 750 metri, realizzato nel 1565

Storia del Corridoio Vasariano: 750 metri, realizzato nel 1565Firenze, 20 dic. (askanews) – Breve storia del Corridoio Vasariano di Firenze. Progettata da Giorgio Vasari per consentire ai Granduchi di muoversi in sicurezza dalla loro residenza privata di Palazzo Pitti alla sede del governo in Palazzo Vecchio, la via aerea ancora oggi unica nel mondo che unisce gli Uffizi a Palazzo Pitti, fu realizzata per iniziativa del Duca Cosimo I de’ Medici nel 1565 in occasione del matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d’Austria. Gli ospiti della casa d’Asburgo al seguito della principessa avrebbero dovuto rimanere letteralmente stupiti da questo passaggio aereo sopra la città; i lavori per la sua costruzione durarono appena cinque mesi.


Il percorso totale è di circa 750 metri a partire dagli Uffizi, fino all’uscita accanto alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli. In questo tratto il Corridoio sorpassa le vie, costeggia l’Arno e lo attraversa, entra nei palazzi, gira intorno alla Torre de’ Mannelli, si affaccia nella Chiesa di Santa Felicita, in un susseguirsi di scorci panoramici sulla città che permette di catturarne tutta la bellezza. Sia il complesso degli Uffizi che il Corridoio si inquadravano nel progetto più ampio di risanamento del quartiere, povero e malfamato (e per questo detto al tempo “di baldracca”) che si estendeva fra Palazzo Vecchio e l’Arno. Le qualità di Giorgio Vasari architetto e urbanista si rivelarono appieno in tutte queste imprese per il giovane Cosimo I, prima duca e poi Granduca di Firenze e della Toscana. Pur concepito come spazio destinato alle magistrature di governo, il palazzo degli Uffizi già si apprestava a divenire museo, anzi prototipo per tutti i musei a venire, e palazzo Pitti, acquisito con i denari portati in dote da Eleonora di Toledo, giovane sposa di Cosimo I, ampliato e dotato di grande giardino, si preparava a diventare reggia medicea. Non casualmente, infine, il “corridore” del Vasari è detto “passetto” fiorentino. Infatti, per la sua realizzazione il duca e l’architetto si ispirarono al celebre passaggio, il passetto appunto, costruito durante il papato di Alessandro V (1415-17) a Roma, che mette in comunicazione il palazzo del Vaticano con Castel Sant’Angelo, noto per aver salvato la vita a papa Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici, riuscito a fuggire all’esercito di Carlo V durante il sacco di Roma del 1527 proprio usando questo passaggio segreto. Ma è ispirato anche al celebre “corridore” bramantesco costruito nel 1505 per collegare i Palazzi Apostolici Vaticani con il Casino del Belvedere di Innocenzo VIII. Dopo quello di Firenze, è da ricordare il caso di Parigi, dove la finalità perseguita era la medesima: unire spazialmente il cuore politico-istituzionale alla dimora dei sovrani attraverso un passaggio coperto che servisse anche da luogo di allestimento delle collezioni reali, proteggendo la monarchia dal pericolo di attentati e colpi di Stato. Il primo passo che porterà alla nascita della Grande Galerie del Louvre è di poco precedente al marzo 1565, nello stesso anno della costruzione del Corridoio fiorentino: se ne ha traccia in una lettera che proprio in quei giorni Caterina inviò al cugino Enrico I, duca di Montmorency, futuro maresciallo di Francia e responsabile delle costruzioni monarchiche, in cui la regina lo prega di “dare ordine, seguendo ciò che il Re mio figlio ha scritto, perché si cominci a includere l’edificio delle Tuileries dentro la cinta muraria della città, poiché non si potrebbe farmi cosa più gradita che tenermi al corrente delle opportunità che si apriranno da questo cantiere”.

Come si accede al riaperto Corridoio Vasariano degli Uffizi

Come si accede al riaperto Corridoio Vasariano degli UffiziMilano, 20 dic. (askanews) – Al Corridoio Vasariano si accede acquistando il biglietto della Galleria degli Uffizi con un supplemento speciale, al prezzo complessivo di 43 euro. E’ obbligatoria la prenotazione. Il biglietto Uffizi-Vasariano permette a coloro che fissano la visita al Corridoio di entrare due ore prima agli Uffizi per visitare il museo. E’ anche possibile, per chi abbia già un biglietto della Galleria degli Uffizi, aggiungere in un secondo momento il supplemento per il Vasariano al costo di 20 euro, qualora vi sia spazio negli slot di accesso al Corridoio previsti per il giorno della visita in Galleria (in un orario successivo a quello indicato per l’ingresso in museo). Restano valide le gratuità e le riduzioni previste dalla legge. Al Vasariano si accede dal martedì alla domenica, all’orario prenotato, un gruppo alla volta, per un massimo 25 persone (più due addetti del personale in veste di accompagnatori), dallo spazio antistante la Cappellina Veneziana (sale verdi della pittura veneta) al primo piano della galleria. Il primo gruppo della giornata potrà visitare il Corridoio alle ore 10,15, l’ultimo alle 16,35. Il Corridoio è percorribile solo in direzione Uffizi-Giardino di Boboli: si uscirà dalla porta di fianco alla Grotta Buontalenti, per essere accompagnati all’uscita dal cortile di Palazzo Pitti. Non sarà possibile prenotare più di 5 ticket per volta, anche per date diverse. Sul biglietto ci sarà un link di collegamento alla mappa con il percorso per raggiungere il varco di accesso al Corridoio; un QR code per visualizzarla è stato incluso anche nella cartellonistica predisposta in Galleria.

Conclusa la 15esima eidizone del festival Middle East Now

Conclusa la 15esima eidizone del festival Middle East NowMilano, 21 ott. (askanews) – Si è conclusa la 15esima edizione di Middle East Now, che ancora una volta ha portato forti emozioni in sala e una grande partecipazione di pubblico al festival, che si è tenuto dal 15 al 20 ottobre al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, a Rifugio Digitale e sulla piattaforma online PiùCompagnia /MyMovies visibile fino al 23 ottobre, un appuntamento imprescindibile per cercare di conoscere e capire la complessità del Medio Oriente contemporaneo.


Il festival internazionale – che fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze – infatti da sempre ha una grande attenzione all’attualità, al racconto dei fenomeni più nuovi e vibranti delle culture e delle società del Medio Oriente contemporaneo, attenzione ancora più importante in un momento come quello attuale in cui il Medio Oriente è drammaticamente al centro della politica internazionale. In questa settimana è stato presentato un ricco programma – seguito da un pubblico numeroso appassionato e attento, con sale affollate nelle proiezioni serali, pomeridiane e nelle matinée – con 34 film in anteprima (di cui 15 cortometraggi, 12 anteprime italiane, 5 anteprime europee e internazionali) premiati nei migliori festival internazionali, incontri con oltre 30 tra registi e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e approfondirli con il pubblico in sala, dibattiti e progetti culturali.


“Un’edizione bellissima e tanto sentita dal pubblico”, dicono i fondatori e direttori del festival Lisa Chiari e Roberto Ruta. “Il tema ‘Ecologies of Resistance’ ci ha guidato in questi giorni nel riflettere sullo stato di crisi attuale, sulle conseguenze delle devastazioni ecologiche e delle guerre in corso. Il festival ha presentato storie e condiviso esperienze di resilienza, e assieme a tutti i registi, gli artisti, gli ospiti arrivati a Firenze – e naturalmente assieme al nostro pubblico appassionato – abbiamo provato, umilmente, a costruire prospettive di un futuro più equo”.

Toscana, ‘Pegaso d’oro’ a Dacia Maraini per “impegno letterario e sociale”

Toscana, ‘Pegaso d’oro’ a Dacia Maraini per “impegno letterario e sociale”Roma, 16 ott. (askanews) – “Consegno il Pegaso d’oro a una grande scrittrice, voce dell’impegno letterario e sociale e riferimento per le nuove generazioni”. Così il presidente Eugenio Giani, tributando a Dacia Maraini il più alto riconoscimento della Regione Toscana.


La cerimonia della consegna è avvenuta ieri a Roma, nella sede della Regione Toscana. Insieme al presidente Giani, la capo di Gabinetto Cristina Manetti, alla vigilia dell’inaugurazione della terza edizione de La Toscana delle Donne. Dacia Maraini, scrittrice di talento è voce delle battaglie del nostro tempo – recita la motivazione del riconoscimento -. Il suo impegno per i diritti delle donne, la giustizia sociale e l’ambiente l’ha resa figura di riferimento per coloro che cercano di portare cambiamenti positivi nel mondo.


“Questo premio è un segno di stima – ha detto Dacia Maraini, ringraziando il presidente Giani e la Regione – e le donne hanno bisogno non tanto di ammirazione e di esaltazione, quanto di stima. Perciò per me la giornata di oggi è molto importante. La storia delle donne è fatta di progressi e regressi, viviamo in questo momento una cultura regressiva: bisogna resistere e il modo per farlo non è attraverso l’industria e la tecnologia, ma attraverso la cultura. Oggi la violenza corrisponde alla emancipazione: più le donne si affermano nel lavoro e acquistano importanza nella società, più alcuni uomini la vedono come un’offesa all’idea tradizionale della famiglia. Perché ci sono alcuni uomini che identificano la propria virilità con il possesso e se questa proprietà dà segni di indipendenza entrano in crisi fino ad arrivare a uccidere”. “Maraini – ha proseguito il presidente Giani – è un faro di ispirazione per scrittori, artisti e attivisti in Italia e nel mondo. La sua capacità di unire la bellezza della lingua alla forza dell’impegno sociale, è esempio di come la letteratura possa essere un potente strumento per il cambiamento. La sua voce rimarrà quindi una guida per le generazioni future”.


“Romanziera, poetessa, saggista, drammaturga, sceneggiatrice, Dacia Maraini è fra le più attive e impegnate scrittrici dell’ultimo secolo – ha detto Cristina Manetti – Sensibile e attenta alle tematiche sociali, immune da ogni retorica, ha costruito ponti culturali condividendo i valori universali che riguardano la sacralità della persona umana e ha dato voce a quelle donne alle quali viene ferocemente negata e strappata l’identità”.

Schermo dell’arte, fino al 9 luglio bando VISIO Production Fund

Schermo dell’arte, fino al 9 luglio bando VISIO Production FundMilano, 21 giu. (askanews) – Lo schermo dell’arte promuove la tredicesima edizione di VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, progetto di ricerca, residenza e produzione dedicato ai giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica.


Il progetto, ideato e curato da Leonardo Bigazzi, si tiene a Firenze nell’ambito della 17a edizione dello Schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea, dal 13 al 17 novembre 2024, ed è rivolto ad artisti under 35 di base in Europa che potranno candidarsi a essere gli otto partecipanti tramite una open call promossa in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. Gli artisti selezionati saranno invitati a Firenze per sviluppare una nuova produzione in dialogo con curatori e produttori internazionali in un programma intensivo di sessioni di mentoring, tavole rotonde e incontri individuali. Le candidature sono aperte fino al 9 luglio 2024: tutte le informazioni per partecipare, insieme al regolamento, sono consultabili al seguente link. Con VISIO si rinnova anche l’opportunità del VISIO Production Fund, un fondo di produzione di 35.000 euro concepito a sostegno del lavoro delle nuove generazioni di artisti in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci?(Prato), la Fondazione In Between Art Film?(Roma) e il FRAC Bretagne (Rennes). Grazie al sostegno di Human Company, azienda storica e punto di riferimento nell’hospitality openair in Italia, il VISIO Production Fund 2024 è stato incrementato di 5000 euro e per la prima volta sarà previsto un rimborso per le spese di viaggio degli artisti partecipanti.


I fondi saranno assegnati a tre artisti vincitori che lavoreranno con Leonardo Bigazzi e il team dello Schermo dell’arte per realizzare un’opera che sarà presentata in anteprima al Festival del 2025. Un’edizione d’artista di ciascuna delle opere prodotte entrerà a far parte della collezione permanente delle tre istituzioni partner del progetto che s’impegnano a promuoverle ed esporle negli anni successivi. Gli artisti premiati nella prima edizione del VISIO Production Fund sono stati Gerard Ortín Castellví, Maryam Tafakory, Simon Liu, Yuyan Wang, mentre per l’edizione 2023/24, le cui opere saranno presentate in anteprima mondiale durante la prossima edizione dello Schermo dell’arte sono: Andro Eradze (Georgia, 1993), Timoteus Anggawan Kusno (Indonesia, 1989) e Valentin Noujaïm (Francia, 1991). “Siamo particolarmente felici quest’anno di poter incrementare, grazie alla nuova partnership con Human Company, il budget del VISIO Production Fund a 35’000 euro e di offrire per la prima volta un rimborso per le spese di viaggio degli artisti partecipanti. È fondamentale in questo momento lavorare per rendere più accessibili i nostri progetti anche a coloro che provengono da contesti socio-economici più difficili. Per un giovane artista anche il costo di un biglietto aereo può essere un fattore discriminante per partecipare o meno a un progetto come VISIO”, ha detto Leonardo Bigazzi.


La residenza di VISIO si svilupperà a Firenze tramite diversi momenti nel corso della durata del Festival. Mentori di questa edizione sono Fernanda Brenner, direttrice artistica Pivô (San Paolo) e lead advisor Kadist (Parigi) e Valentine Umansky, curatrice Tate Modern (Londra), oltre ai rappresentanti delle istituzioni partner del progetto: Etienne Bernard, direttore FRAC Bretagne (Rennes); Stefano Collicelli Cagol, direttore Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato); Alessandro Rabottini, direttore artistico Fondazione In Between Art Film (Roma). Oltre alle Mentoring Sessions, la Conversation Room sarà uno spazio in cui i partecipanti potranno confrontarsi, tramite tavole rotonde e incontri individuali, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival, tra cui l’artista italiano Diego Marcon.

Il Museo dei Bozzetti “P. Gherardi” di Pietrasanta compie 40 anni

Il Museo dei Bozzetti “P. Gherardi” di Pietrasanta compie 40 anniRoma, 4 giu. (askanews) – Il Museo dei Bozzetti “P. Gherardi” di Pietrasanta compie 40 anni. Il compleanno speciale sarà celebrato sabato 8 giugno, nel complesso di Sant’Agostino, con l’inaugurazione della nuova sezione Gipsoteche storiche, nella Sala Luisi, e l’installazione video Visioni Metafisiche, nella Sala dell’Annunziata. Accompagnato in vari momenti da performance e suggestioni musicali, l’evento vedrà anche il taglio di una vera grande torta. Il Comune di Pietrasanta rende omaggio al Museo che testimonia il forte legame di tantissimi artisti famosi del Novecento, da Fernando Botero a Giuliano Vangi, a Igor Mitoraj, con gli artigiani, scultori, scalpellini e marmisti, che hanno reso Pietrasanta uno dei più fervidi centri d’arte d’Italia.


“Festeggiamo i primi quarant’anni di vita del Museo dei Bozzetti – afferma Alberto Stefano Giovannetti, sindaco di Pietrasanta – ma anche la cultura artistica di questo territorio di cui il museo è una fedele testimonianza. Festeggiamo, dunque, le nobili capacità dei nostri maestri artigiani, il dinamismo e l’internazionalità della comunità artistica che si è insediata in città, festeggiamo un’istituzione che più di ogni altra rappresenta e narra il passato, il presente ed il futuro di Pietrasanta”. La nuova sezione delle Gipsoteche storiche raccoglie bozzetti e modelli, tipici della tradizionale lavorazione artistica: statuaria classica, ritratti, arredo e ornato, scultura di genere, arte sacra e funeraria, provenienti dalla famiglia Luisi e da altre gipsoteche storiche di Pietrasanta. Gessi di repertorio con i quali gli artigiani realizzavano le opere per una vasta committenza, in tutto il mondo, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, fino alla Seconda Guerra Mondiale. Con oltre 450 gessi, le Gipsoteche Storiche vanno ad affiancarsi alla sezione dei bozzetti e dei modelli d’autore del Novecento e a quella Contemporanea, che ospita i bozzetti dei grandi maestri.


“Con l’apertura della sezione Gipsoteche storiche e la presentazione della video installazione di Martin Romeo – spiega Chiara Celli, direttrice del Museo dei Bozzetti – diamo uno sguardo ad un passato che spiega il presente del museo e, contemporaneamente, guardiamo al suo futuro sviluppo. Del resto questa eredità di bozzetti e modelli è il frutto di un’antica sapienza, che si è trasmessa nel mestiere degli artigiani, intimi compagni di lavoro degli artisti di ogni luogo e di ogni tempo”. L’installazione Visioni Metafisiche, del visual artist Martin Romeo, si presenta come un grande ledwall espanso e ramificato, che diviene esso stesso una forma scultorea, giocando con diversi piani, inclinazioni e livelli di fruizione. Il progetto celebra l’essenza stessa del Museo: la narrazione video unisce la visione dei bozzetti con la maestria artigianale del territorio. Le opere, digitalizzate con la scansione 3D, sono state reinterpretate in una dimensione animata e metafisica.


Il primo nucleo della raccolta di bozzetti e modelli si deve alla fotografa, storica e critica d’arte danese Jette Muhlendorph, che a metà anni Settanta, sorpresa dalla quantità di scultori internazionali che lavoravano gomito a gomito con gli artigiani nelle botteghe di Pietrasanta, intuì la necessità di lasciare una testimonianza concreta sul territorio. Il Museo oggi ospita 1250 pezzi, tra bozzetti e modelli. Ogni opera racconta il processo creativo degli artisti, dalla concezione dell’idea alla sua realizzazione finale. La collezione include opere di 400 artisti provenienti da oltre 46 Paesi e 6 continenti. L’ingresso all’evento è gratuito.

Il Premio Celle 2024 al poeta Gian Mario Villalta

Il Premio Celle 2024 al poeta Gian Mario VillaltaMilano, 30 mag. (askanews) – “Negli ultimi 40 anni i nostri genitori hanno dato tanta energia a questo luogo. Celle è stata custodita, protetta e rinnovata con un progetto dove l’arte e in particolar modo l’arte ambientale è stata al centro del loro interesse. Guardando al presente e a questi mesi appena trascorsi, abbiamo dimostrato di voler proseguire sulla strada già tracciata da loro. Celle è davvero un patrimonio dell’umanità e l’energia di noi quattro fratelli è indirizzata a realizzare sempre al meglio questa sua prerogativa”.Con queste parole Paolo Gori, Presidente della Giuria del Premio Celle Arte Natura, composta da Antonio Franchini, Andrea Mati, Silvio Perrella, Antonio Riccardi, Sandro Veronesi, Caterina Gori ha aperto la conferenza stampa di presentazione del Premio che si è tenuta quest’anno, come d’abitudine, alla Collezione. Domenica 2 giugno, a partire dalle ore 15, nell’anfiteatro di Beverly Peppers, dentro la fattoria di Celle, si terrà la vera e propria cerimonia di consegna del Premio. Antonio Riccardi presenterà il nuovo libro di Gian Mario Villalta Prima che l’oscurità rassicuri la sera (Edizioni Gli Ori), con opere di Vittorio Corsini. A seguire Garden in motion, spettacolo dei Kataklò Athletic Dance Theater, per la regia di Giulia Staccioli.


Spazio, anche nelle parole del vincitore, Villata, al ricordo di Giuliano Gori: “Fattoria Celle non è una collezione di opere d’arte, è un’opera difficile da classificare, ma è un’opera: di cultura, di memoria, di terra, alla quale sono veramente onorato di partecipare. Volevo scrivere “onorato di partecipare con il mio piccolo contributo”, ma non è un “contributo”, il mio, è il frutto di un’accoglienza e di un sentire che ha trovato risonanza. E non è piccolo, perché alla Fattoria Celle non c’è questa differenza, tutto quello che c’è, passato remoto, passato prossimo e presente, concorre a formare un’unità. E tra i tempi verbali di Celle – questo è il suo meglio – c’è anche l’imperfetto, che è tempo perfettissimo (non ci si lasci ingannare dal nome) perché dice la continuità dell’azione nel passato, quella continuità che nel nome di Giuliano non verrà meno, come solo può una grande idea, ovvero far sì la continuità nel passato diventi prosecuzione nel futuro”. La conferenza stampa di presentazione del Premio è stata peraltro l’occasione per presentare ai giornalisti nuove installazioni nel parco. Ha spiegato Stefania Gori che, anche quest’anno, la Collezione si arricchisce: “Quando a gennaio nostro padre è venuto a mancare stavamo già organizzando assieme a lui il nuovo premio di poesia. A noi quattro fratelli è venuto spontaneo pensare ad un luogo per fermarsi, sedersi nel verde accompagnati dalle parole dei poeti. Così è nata l’idea delle tre nuove panchine che sono scolpite con le poesie di Antonella Anedda, Giuseppe Conte e Gian Mario Villalta, già vincitori del premio. Poesie che sono un omaggio a Giuliano. Ogni panchina è collocata in un luogo iconico del parco”.


Non sono pure finite qui le sorprese. Mai esposto prima, direttamente dal sancta sanctorum del fondatore di Celle, per la prima volta ai giornalisti è stata mostrato Il viaggio della luna. “E’ un’opera delicata, mai esposta prima, di Fausto Melotti- ha spiegato Fabio Gori-, un lavoro che rappresenta molte cose per tutti noi. Per prima cosa la fraterna amicizia dei nostri genitori per l’artista, e poi sono importanti il suo significato e la sua forma che bene si accostano ad un componimento poetico. Il viaggio della luna è poesia realizzata in scultura. L’opera sarà esposta al pubblico nella Cappella Padronale di Celle, tutta restaurata e arricchita negli ultimi anni di vita da Giuliano”. Infatti, ha spiegato Patrizia Gori, non abbiamo intenzione di cambiare la vocazione e l’attitudine della Collezione a cui era affezionato nostro padre. Una vocazione pubblica anche se il parco è frutto di un’impresa privata. “Fin dal 1982 Celle è stata aperta a tutti e questo per poter condividere con tante persone la passione per l’arte e il conforto di tanti amici che ci danno la spinta a poter continuare questa bella avventura”.

L’attesa nel braccio della morte, le mostra fotografica di Luisa Menazzi Moretti a Firenze

L’attesa nel braccio della morte, le mostra fotografica di Luisa Menazzi Moretti a FirenzeRoma, 24 mar. (askanews) – Condannati ad aspettare la morte per dieci anni e ottantasette giorni, in solitudine, in celle che misurano due metri per tre, avendo a disposizione solo una radio. Questo è il tempo medio e la condizione che attende un prigioniero nel braccio della morte di Livingstone, in Texas, prima dell’esecuzione. Diciassette immagini interpretano la condizione dei condannati in quel limbo, che poi è un inferno. Il progetto fotografico di Luisa Menazzi Moretti torna in Toscana, questa volta a Firenze, dopo essere stato a Berlino, Siena, Treviso e Brescia. La mostra intitolata Ten Years and Eighty-Seven Days, menzione speciale all’International Photography Awards di New York, sarà esposta presso la RFK International House of Human Rights del capoluogo toscano.


Le fotografie di Menazzi Moretti danno forma ai pensieri degli uomini e delle donne che li hanno scritti e pronunciati in quella condizione di drammatica sospensione: una sorta di antologia visiva dei travagli interiori dei condannati a morte. L’opera di Luisa Menazzi Moretti immortala la solitudine, i silenzi, la sofferenza del lunghissimo tempo sospeso, crea uno stato d’animo e innesca una comunicazione non verbale. Non ci sono i volti dei condannati, né la loro vita ritratta dentro le celle. Ci sono però immagini ispirate dalle parole nell’attesa che l’artista estrapola da lettere, diari, ultime dichiarazioni prima dell’iniezione letale, per ricavarne un’installazione attraverso fotografie che nascono e si ispirano a quelle parole. La fotografa, con i suoi scatti, si allontana da ogni intenzione di realismo e di reportage e, per accentuare l’effetto di una profonda riflessione sulla crudeltà e disumanità della pena capitale, sceglie di trasporre le storie e i testi con cui i condannati, nel limbo del braccio della morte, hanno voluto raccontare la loro condizione, descrivere le emozioni, gli stati d’animo, i tormenti delle loro giornate nel carcere texano.


Dal braccio della morte del carcere di Livingston, i detenuti vengono trasportati per essere giustiziati nella vicina cittadina di Huntsville, che registra ancor oggi il più alto numero di esecuzioni capitali nel mondo democratico occidentale. Ad Huntsville, a partire dal 1982, quando è stata introdotta l’iniezione letale, sono stati giustiziati 583 detenuti. “Sono grata alla RFK Human Rights Italia che mi permette di presentare il mio lavoro a Firenze, – dichiara Luisa Menazzi Moretti – anche perché il Granducato di Toscana fu il primo Stato al mondo che abolì la pena capitale. Nel 1786 adottò un nuovo Codice Penale in cui, per la prima volta, se ne decretava l’abolizione. Fu una riforma rivoluzionaria per l’epoca, voluta dal Granduca Pietro Leopoldo che condivideva le istanze di Cesare Beccaria nel suo “Dei delitti e delle Pene” (1764). Sono passati quasi 250 anni da allora, ma nel 2024, in 27 dei 50 Stati americani, la pena di morte è ancora praticata. E il Texas, che è la mia seconda patria, è lo Stato più attivo in questa crudele punizione. Questa mostra vuole invitare a riflettere su questa contraddizione, a riconsiderare la necessità di diversi modi per considerare questa pena irrevocabile e disumana”.


“E’ per noi un piacere ed un onore ospitare questa mostra. – sottolinea Federico Moro, Segretario Generale RFK Human Rights Italia. Probabilmente non c’è luogo migliore della nostra Casa dei Diritti Umani, qui presso il complesso delle Murate, un ex carcere che ora invece è diventato simbolo di inclusione, di scambio sociale e culturale. In questo mese in cui ospiteremo la mostra, vogliamo invitare la cittadinanza a riflettere su un tema forte quale quello della pena capitale. Ci auguriamo che saranno in molti i visitatori, a partire dai più giovani, perché da loro parte il cambiamento. Firenze è storicamente culla della difesa dei diritti e della libertà, lo ha dimostrato e continuerà a farlo. La RFK International House of Human Rights opera sul territorio da più di dieci anni, abbiamo ottenuto importanti risultati e vogliamo proseguire con questo spirito per dare un contributo attivo e concreto”.

Il con-vivere Carrara Festival 2024 dedicato al “cambiamento”

Il con-vivere Carrara Festival 2024 dedicato al “cambiamento”Roma, 19 mar. (askanews) – L’edizione 2024 di con-vivere Carrara Festival – dal 5 all’8 settembre promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara – avrà come tema il “cambiamento” e vedrà la consulenza scientifica di Mauro Ceruti. Il festival – fondato da Remo Bodei – avrà anche quest’anno la direzione di Emanuela Mazzi. Il “panta rei” di Eraclito descrive l’inarrestabile divenire delle cose: tutto è in movimento, cambia e si trasforma.


L’immagine scelta per raffigurare il tema di questa edizione è una fotografia di Mimmo Jodice dal titolo “Demetra”, che ritrae la testa di una statua romana del I secolo d.C. rinvenuta a Ercolano e raffigurante la dea della terra, della natura e dell’agricoltura, deturpata da una lacerazione che le attraversa la guancia destra; è inquadrata mentre una mano la solleva ricomponendola con il frammento mancante davanti all’obiettivo del fotografo. Per l’edizione 2024 di con-vivere, la forza dell’immagine che Mimmo Jodice ha gentilmente concesso al festival, invita a interrogarci su cosa significa “cambiamento”: ogni cambiamento passa innanzitutto da un mutamento di sguardo e di prospettiva che cerca di ricomporre eventuali lacerazioni e riconnetterci alla dimensione naturale. Ceruti è attualmente professore ordinario di Filosofia della Scienza e direttore del Centro di Ricerca sui Sistemi Complessi (CRiSiCo) presso l’Università IULM di Milano. Tra le sue ultime pubblicazioni: Il tempo della complessità (2018); Sulla stessa barca (2020); Abitare la complessità. La sfida di un destino comune (2020); Umanizzare la modernità. Un modo nuovo di pensare il futuro (con Francesco Bellusci, 2023). A dicembre 2023 è uscito un volume interamente dedicato alla sua filosofia, con numerosi contributi di studiosi: La danza della complessità. Dialoghi con la filosofia di Mauro Ceruti, a cura di Luisa Damiano e Francesco Bellusci, con una prefazione di Edgar Morin.


Il festival è sostenuto e promosso da un Comitato per il festival con-vivere, costituito da Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Comune di Carrara, Accademia di Belle Arti, Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, Fondazione Marmo Onlus.

Teatro Lamporecchio, torna Fiesta commedia-tributo a Raffaella Carrà

Teatro Lamporecchio, torna Fiesta commedia-tributo a Raffaella CarràRoma, 9 mar. (askanews) – A distanza di 20 anni, Fabio Canino, popolare attore, conduttore TV e radiofonico, riporta in scena Fiesta, la commedia-tributo ad un mito come l’amatissima Raffaella Carrà, in programma al Teatro di Lamporecchio sabato 9 marzo (alle 21), terzo appuntamento della Stagione Teatrale, promossa dall’Amministrazione Comunale con Teatri di Pistoia.


Ironia e intelligenza e tanta musica sono la cifra di Fiesta, spettacolo esilarante, un vero e proprio concentrato di battute, che fa divertire, riflettendo sulla società e su argomenti di attualità e che coinvolgerà anche il pubblico in sala. Scritto da Roberto Biondi, Fabio Canino, Paolo Lanfredini e diretto da Piero Di Blasio, vede, accanto a Canino, anche Mariano Gallo e Sandro Stefanini, Simone Veltroni, Samuele Picchi. (segue)