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”Lettura ad alta voce condivisa”, a Perugia convegno internazionale

”Lettura ad alta voce condivisa”, a Perugia convegno internazionaleRoma, 14 nov. (askanews) – Dopo il grande successo della prima edizione, si tiene a Perugia, dal 4 al 6 dicembre, la II Edizione del Convegno Scientifico Internazionale “Lettura ad alta voce condivisa – Shared Reading Aloud”.


Il convegno – informa una nota – intende ancora presentare al pubblico italiano e internazionale lo stato attuale della ricerca sulla lettura ad alta voce e sull’utilizzo della lettura e della letteratura come strumenti di sviluppo: approcci, contesti, metodi ed effetti. Lo sguardo proposto, non esclusivo, è quello della ricerca educativa, per cui un’attenzione particolare verrà data al sistema educativo e di istruzione, ma è intenzione del convegno favorire e sollecitare ricerche sull’utilizzo della lettura ad alta voce e sui risultati ed effetti, in differenti contesti e con diversi target. In questa edizione troveranno spazio anche i PRIN che più contribuiscono a far avanzare la ricerca negli ambiti di interesse del convegno.


La lettura ad alta voce ha dimostrato di essere in grado di incidere significativamente, in differenti fasce di età, su dimensioni strategiche per il successo formativo e per il controllo attivo della propria vita. Le principali dimensioni indagate, sono, per non fare che alcuni esempi fondamentali: funzioni cognitive di base, funzioni esecutive, domini di memoria, comprensione del testo orale e scritto, linguaggio ricettivo e produttivo, competenze emotive, comprensione degli altri e persino abilità motorie. Negli ultimi anni la ricerca sulla lettura, specialmente quella basata sulle evidenze, ha avuto una crescita a livello internazionale. Sono cresciute le ricerche che hanno indagato, in vario modo, i benefici prodotti dalle diverse pratiche di lettura e ancora di più le esperienze non formalizzate. Gli sguardi disciplinari sono molteplici non soltanto quello della ricerca educativa, perché la ricerca attorno alla lettura interseca gli interessi di molte discipline. Lo sguardo della ricerca educativa resta, tuttavia, fondamentale, in ragione del suo orientamento centrato sui soggetti e sul loro sviluppo, potenziamento, apprendimento e guadagni.


Moltissime le aree di ricerca che incrociano la lettura: dalle indagini sugli acquisti di libri e sui consumi culturali, su pratiche e abitudini di lettura che ci permettono di osservare la situazione attuale. Ci sono ricerche che offrono letture diacroniche del rapporto di parti della popolazione in un Paese con la lettura, ricerche riferite a un preciso tempo storico e/o determinati contesti. Ci sono ricerche che comparano le pratiche didattiche e sociali legate alla lettura in differenti paesi. Ci sono ricerche valutative, come quelle internazionali (Ocse Pisa, Pirls) e nazionali (Invalsi), che tentano di definire i livelli medi di abilità e competenze legate alla lettura e alla comprensione della stessa in un Paese, un’area geografica, una singola scuola, mettendoli in relazione con altre variabili, per compararli con quelli di altre aree e per orientare le politiche. Ci sono ricerche che tentano di ricostruire il punto di vista dei lettori o dei non lettori e i significati attribuiti, ricerche che tentano di ricostruire il punto di vista degli insegnanti o degli operatori e consulenti che la utilizzano e le pratiche reali attuate, ci sono ricerche che tentano di ricostruire il rapporto con la lettura di target specifici o in situazioni specifiche. Ci sono ricerche che vanno a indagare quali effetti siano determinati dalle differenti pratiche e “quantità” individuali di lettura (spesso sulla base delle dichiarazioni dei partecipanti). Negli ultimi anni hanno assunto maggiore visibilità le ricerche svolte all’interno dei sistemi di istruzione, sugli effetti della lettura ad alta voce di storie dell’insegnante e si sono affacciate ricerche relative a pratiche di lettura ad alta voce in altri contesti. Il convegno intende presentare e sollecitare la ricerca in questo campo proponendosi come nodo di una rete che vuole contribuire a costruire.


Nel convegno verrà presentata anche la rilevante attività di ricerca e azione condotta nel sistema educativo e di istruzione, negli ultimi anni, dal Dipartimento FISSUF dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’Associazione Nausika, a partire dalla recente nascita della Rete Umbra per la lettura ad alta voce condivisa e degli studi effettuati con il Centro per il Libro e la lettura, il PRIN dedicato alla sistematizzazione degli effetti della lettura ad alta voce nella fascia 11-14, il nuovo dottorato di ricerca (XXXIX e XL ciclo) in “Educazione alla Lettura. Effetti e benefici della lettura e della lettura ad alta voce” (Unipg, Unibo, Unimore) e i progetti: “Ad Alta Voce – Porta Palazzo” con Fondazione Scuola; “Lettrici e Lettori forti” con la rete dei comprensivi coordinati dall’IC Ferrari di Parma, sostenuto dalla Fondazione Cariparma; “Ad Alta Voce – Capo di Leuca”, con l’Associazione Narrazioni di Alessano e molti altri.

Due capolavori del Perugino tornano in Italia

Due capolavori del Perugino tornano in ItaliaRoma, 24 ott. (askanews) – Due capolavori del Perugino tornano a Perugia, nella terra del grande maestro. Fondazione Perugia ha acquistato in un’asta viennese le preziosissime tavole il Cristo coronato di spine (1497-1500) e la Vergine (1500), da tempo di proprietà di un collezionista privato.


I personaggi, raffigurati entrambi su un identico fondale nero bitume, costituiscono uno straordinario esempio dell’arte e della genialità del Pietro Vannucci, in particolare nella profondità spirituale e nella rappresentazione dei volti. Entrambe le tavole presentano sul verso un rivestimento di pelle con impressi eleganti motivi decorativi e il monogramma cristologico, a simulare la coperta di un libro. In origine le due figure componevano un dittico collegato da cerniere e destinato alla devozione privata. Le due opere olio su tavola furono prodotte dal Divin Pittore al tramonto del XV secolo, in uno dei periodi più felici e prolifici della sua vita. In quegli anni il maestro, attivo a Firenze, conobbe e assorbì la pittura fiamminga e la luce di Leonardo, ma fu anche coinvolto dall’atmosfera di Venezia, dove si recò più volte. Nello sfondo delle tavole non c’è nessun paesaggio ideale o architettura prospettica, solo il profondo nero su cui si stagliano i protagonisti della scena, una soluzione affascinante e assolutamente inedita che Perugino utilizzò ampiamente in quel periodo e che è stata al centro, nel 2023, della mostra NERO Perugino Burri, organizzata proprio da Fondazione Perugia.


Prima di passare, nel corso dei decenni, in varie raccolte private estere, è possibile che il Cristo coronato di spine e la Vergine abbiano fatto parte della collezione dell’intellettuale fiorentino Cosimo Bordoni, medico personale del granduca Cosimo III de’ Medici. In un inventario dei beni del professionista, scomparso intorno al 1703, sono citati infatti “due quadri compagni del Perugino” raffiguranti “la Madonna e Giesù”. L’acquisto all’asta dei due dipinti andrà ad arricchire la collezione artistica di Fondazione Perugia custodita nel Museo di Palazzo Baldeschi, in Corso Vannucci a Perugia, dove già si possono ammirare due opere del Perugino e dove le due nuove acquisizioni saranno esposte a partire da metà dicembre.


“Siamo estremamente felici ed emozionati di aver portato a termine un’operazione di tale valore artistico, culturale e identitario”, ha affermato Alcide Casini, presidente di Fondazione Perugia. “Il ritorno in Italia dei due capolavori consentirà la loro piena valorizzazione e soprattutto la loro fruizione pubblica, come è nella missione del nostro ente. Le celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte del Perugino, nel 2023, hanno ricordato all’intero territorio l’importanza assoluta di questo straordinario artista. Per tale motivo, questo è un successo dell’intera comunità, perché è per essa che l’acquisto è stato compiuto”, ha aggiunto.

Libri, Emanuela Anechoum con “Tangerinn” vince premio Lugnano

Libri, Emanuela Anechoum con “Tangerinn” vince premio LugnanoLugnano in Teverina, 30 giu. (askanews) – Emanuela Anechoum con il romanzo “Tangerinn” (e/o) è la vincitrice della decima edizione del premio letterario città di Lugnano in Teverina.


La premiazione si è svolta ieri sera in piazza Santa Maria, davanti alla collegiata che con la sua facciata romanica e il rosone di due ordini di colonnine doppie, è il simbolo del borgo, uno tra i più belli d’Italia. A consegnare il rosone d’argento ad Anechoum, durante la serata condotta da Elisabetta Putini, il neo sindaco Alessandro Dimiziani e il presidente della giuria del premio Paolo Petroni. Il romanzo di Anechoum – che ha vinto in una rosa di cinque scrittrici (Giulia Corsalini con “La condizione della memoria”, Guanda; Deborah Gambetta con “Incompletezza”, Ponte alle Grazie; Brunella Schisa con “Il velo strappato”, HarperCollins; Alice Urciuolo con “La verità che ci riguarda”, 66thand2nd)- e’ il romanzo di una generazione che sa di dover partire ignorando la destinazione. In un mondo governato dall’incertezza e da falsi idoli, Mina è una giovane donna che viaggia tra la grande metropoli, il paesello d’origine sul mare, il Marocco fantastico di un padre adorato ma sfuggente. Il libro è anche vincitore del premio selezione Bancarella 2024.


La sezione racconti inediti del premio è stata vinta da Pancrazio Anfuso con il racconto “Dal buio”. Il libro “Effetto luce” edito da Gambini editore propone insieme al vincitore gli altri cinque racconti arrivati in finale (Cristiana Conti con “La luce verde”; Francesco Fredro con “Lavoratore notturno”; Gianni Martucci con “L’equivoco”; Veronica Passeri con “A l’aura sparsi”; Fabio Roma con “Come un lampione giallo quando viaggi di notte”) e i racconti semifinalisti. Nella mattinata di oggi la presentazione di altri due libri nel borgo vestito a festa: “Ogni altro sono io. Alberto Manzi, maestro e umanista” (Castelvecchi) di Patrizia D’Antonio e “La fabbrica delle ragazze” (Bompiani) di Ilaria Rossetti.


La due giorni della letteratura si conclude alle 17 con “Scrittori in erba” che proporrà gli elaborati di giovanissimi autori ispirati al tema delle radici.

”Com’eri vestita?”,a Lugnano mostra-installazione su violenza sessuale

”Com’eri vestita?”,a Lugnano mostra-installazione su violenza sessualeRoma, 30 giu. (askanews) – “Com’eri vestita?” è il titolo della mostra-installazione, ospitata fino al 27 agosto nelle Gallerie di Palazzo Pennone, sede del Comune di Lugnano in Teverina, ispirata alla domanda che più spesso e assurdamente si sente rivolgere chi è stata vittima di abusi.


La mostra propone diciassette postazioni che espongono gli abiti indossati da altrettante vittime di violenza sessuale, con una didascalia che racconta la loro storia. Jeans e magliette, una tuta, un maglione grigio, un camice da lavoro, un completo pantaloni, un abito da sposa e altro ancora: vestiti muti e immobili, sotto una maschera bianca, che trasmettono al visitatore il trauma di chi quella violenza l’ha subita e si è sentita paradossalmente mettere sotto accusa. L’obiettivo, appunto, è sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza di genere e smantellare un pregiudizio diffuso secondo cui la donna avrebbe potuto evitare lo stupro se solo fosse stata vestita in modo meno provocante. (Segue)

Libri, cinque romanzi di scrittrici in finale al premio Lugnano

Libri, cinque romanzi di scrittrici in finale al premio LugnanoRoma, 27 mag. (askanews) – Cinque scrittrici sono le finaliste della decima edizione del premio letterario Città di Lugnano. Si tratta di Emanuela Anechoum con ‘Tangerinn’ (e/o), Giulia Corsalini con ‘La condizione della memoria’ (Guanda), Deborah Gambetta con ‘Incompletezza’ (Ponte alle Grazie), Brunella Schisa con ‘Il velo strappato’ (HarperCollins) e Alice Urciuolo con ‘La verità che ci riguarda’ (66and2nd).


La vincitrice sarà proclamata il 29 giugno durante la cerimonia di premiazione in piazza a Lugnano, con una nuova votazione della Giuria di esperti, cui si aggiungerà quella della Giuria popolare. Con l’occasione verrà inaugurata la mostra ‘Come eri vestita?’ a cura di Amnesty International e ispirata al poema di ‘Wath I was wearing’ di Mary Simmerling, che racconta storie di violenza sessuale attraverso gli abiti indossati dalle vittime. Cinque anche i finalisti per la sezione racconti inediti a tema ‘La luce’: Pancrazio Anfuso con ‘Dal buio’, Cristiana Conti con ‘La luce verde’, Francesco Fredro con ‘Lavoratore notturno’, Gianni Martucci con ‘L’equivoco’, Veronica Passeri con ‘A l’aura sparsi’ e Fabio Roma con ‘Come un lampione giallo quando viaggi di notte’. I racconti saranno raccolti in un’Antologia, edita da Gambini, insieme ai semifinalisti prescelti per la pubblicazione, chiusa dal racconto di Maria Grazia Lonza ‘Assanà’, omaggio al decennale del premio della vincitrice della prima edizione. La Giuria di esperti del premio Lugnano 2024 è così composta: Paolo Petroni (presidente), critico letterario e teatrale Ansa e Corriere della Sera; Daniela Carmosino, scrittrice e docente di critica letteraria e letterature comparate all’Università degli Studi Campani; Annagrazia Martino, giornalista culturale; Giorgio Nisini, scrittore e docente di letteratura italiana moderna e contemporanea alla Sapienza; Paolo Pintacuda, scrittore e sceneggiatore; Ilaria Rossetti, scrittrice e formatrice, insegnante di scrittura creativa alla Scuola Holden; Carlo Zanframundo, regista, filmaker; più Luca Ricci, scrittore entrato a far parte della giuria per un anno come vincitore dell’ultima edizione del premio.

L’enigma del Maestro di San Francesco e una nuova pittura

L’enigma del Maestro di San Francesco e una nuova pitturaPerugia, 9 mar. (askanews) – È stato uno degli artisti più importanti del Duecento e con la sua arte ha raccontato, quasi in presa diretta, la vita di uno dei santi più grandi della storia della Chiesa. Il Maestro di San Francesco non ha un nome né un volto, ma le sue opere, che anticipano Cimabue, hanno segnato il tardo Medioevo e dato vita a uno “stil novo” della pittura umbra. Ora la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia gli dedica una mostra suggestiva e documentata, intitolata proprio “L’enigma del Maestro di San Francesco”.


Allestita in modo affascinante, l’esposizione è incardinata intorno alla grande “Croce” del 1272 che proviene dalla chiesa perugina di San Francesco al Prato, opera monumentale e simbolo della stessa Galleria. Ma accanto a essa sono stati raccolti numerosi altri capolavori del Maestro, come ci ha spiegato Veruska Picchiarelli, co-curatrice della mostra insieme ad Andrea De Marchi ed Emanuele Zappasodi. “Sono opere di una qualità straordinaria – ha detto Picchiarelli ad askanews – e le abbiamo volute raccogliere praticamente tutte; quelle che potevano essere spostate sono riunite alla Galleria Nazionale dell’Umbria e abbiamo voluto valorizzare anche quelle che non era possibile movimentare, cioè le pitture della Chiesa Inferiore di San Francesco ad Assisi, che rappresentano le storie della vita di San Francesco e le storie della vita di Cristo, affrontate l’una di fronte all’altra in maniera tale da dimostrare come Francesco, grazie ad una vita straordinaria, fosse divenuto l’alter Cristo, una sorta di altro Cristo. Questo è il capolavoro del Maestro di San Francesco e nel percorso di mostra esiste una camera virtuale nella quale abbiamo non soltanto rappresentato i dipinti ad altissima definizione, ma anche proposto delle ricostruzioni di scene che sono andate parzialmente distrutte a causa delle trasformazioni subite da questo edificio nel corso del tempo”. La mostra presenta anche opere di altri artisti, nel tentativo di fare una ricognizione in più approfondita possibile della pittura umbra dell’epoca, ma pure per aprire una finestra sul futuro, su quello che l’arte in Italia stava per diventare, gettando le basi per la possibilità stessa del Rinascimento che sarebbe venuto. E la mostra alla Galleria Nazionale è anche l’occasione per riguardare l’eccezionale figura di Francesco d’Assisi, che a sua volta è stata motore di una nuova sensibilità, anche a livello culturale.

Fondazione Lungarotti: il 25 novembre si apre “Torgiano Winter”

Fondazione Lungarotti: il 25 novembre si apre “Torgiano Winter”Milano, 19 nov. (askanews) – A Torgiano (Perugia), Città del Vino e uno dei Borghi più belli d’Italia, dal 25 novembre al 22 marzo 2024 si terrà la seconda edizione della manifestazione culturale “Torgiano Winter”, che propone sette appuntamenti tra mostre, incontri con musicisti, giornalisti, critici d’arte e divulgatori scientifici. Tutte le iniziative sono organizzate dalla Fondazione Lungarotti, con il sostegno della Fondazione Perugia e del Gruppo Lungarotti, e la collaborazione del Comune di Torgiano.

“La varietà di argomenti caratterizza anche questa edizione che spazierà tra arte, musica, letteratura e divulgazione scientifica” ha affermato Teresa Severini, consigliere della Fondazione Lungarotti, spiegando che “Torgiano si apre al pubblico in diversi luoghi e, in abbinamento agli incontri, saranno proposti momenti conviviali con aperitivi e cene per dare voce anche ai prodotti del territorio”. Si parte il 25 novembre con l’inaugurazione della mostra “Duilio Cambellotti. Infiniti mondi” a cura di Maria Grazia Marchetti Lungarotti e Francesco Tetro, allestita al Museo del Vino di Torgiano fino al 1 marzo 2024. L’esposizione dedicata all’artista romano propone 61 opere tra scultura, arte grafica e medaglistica ed è organizzata dalla Fondazione Lungarotti in collaborazione con l’Archivio del XX secolo di Latina, l’Archivio dell’opera Duilio Cambellotti, e la Galleria Russo di Roma, con il sostegno della Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali del ministero della Cultura.

“Ricordo ancora un pomeriggio di sole, a Roma, a Valle Giulia, dove, nell’entrare alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, mi accolse la Fonte della palude di Duilio Cambellotti: la forza che il bronzo emanava mi fece intuire la grandezza dell’Artista e mi accese il desiderio di approfondirne la conoscenza” ha detto Maria Grazia Marchetti Lungarotti, ricordando che “avviai le mie ricerche che mi portarono all’incontro con Francesco Tetro, analitico studioso del cammino e dell’intera e articolata opera di Cambellotti”. “Oggi, a distanza di tanti anni, progettare e curare questa mostra con Tetro mi riporta a quei tempi” ha proseguito, concludendo che “evidenti sono le affinità elettive per una poliedricità di settori in molti dei quali mi ritrovo: poliedricità che in Cambellotti si esprime in termini di sintesi e funzionalità e che in campo museografico, al Muvit, trova ampio riscontro nella pluralità di settori che ho affrontato. Ringrazio Tetro per avermelo permesso”.

Festival Spoleto, Shakespeare in scena con detenuti carcere Maiano

Festival Spoleto, Shakespeare in scena con detenuti carcere MaianoRoma, 24 giu. (askanews) – Andrà in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto – manifestazione internazionale di musica, arte, cultura e spettacolo – “Sogni di una notte di mezza estate”, mercoledì 5 e giovedì 6 luglio 2023. Lo spettacolo, liberamente tratto da “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, è realizzato dalla Compagnia #SIneNOmine e vede come protagonisti i detenuti della media e dell’alta sicurezza della Casa di Reclusione di Maiano di Spoleto guidati dalla regia di Giorgio Flamini, direttore artistico e fondatore della compagnia.

Nella Notte di San Giovanni, all’interno del carcere umbro ora sotto incantesimo, fate e folletti attraversano l’inamovibile porta di ferro della struttura di detenzione per approdare in un’altra dimensione: lo spazio e il tempo dei sogni, chiamando tutti a riflettere sul “fuori” e il “dentro” del muro che esclude. Alcune scene dello spettacolo sono state presentate in forma ridotta nella performance OPEN AND CLOSED DREAM al XXXV Salone Internazionale del libro di Torino. La Compagnia #SIneNOmine nasce nel 2012 sulla scia dell’esperienza della pièce andata in scena nel 1982 al Festival di Spoleto “Sorveglianza Speciale” di Jean Genet, drammaturgo francese che trascorse grande parte della sua vita in carcere. Il laboratorio teatrale, partito inizialmente con la partecipazione di 15 detenuti, ha oggi superato i 100 partecipanti di ogni età e nazionalità e provenienti da vari circuiti di sicurezza che svolgono diversi ruoli: dal drammaturgo all’attore, dall’aiuto scenografo, all’addetto audio-video. Grazie alle misure alternative concesse dal Magistrato di Sorveglianza e dalla Direttrice della Casa di Reclusione di Maiano di Spoleto si è permesso ad alcuni detenuti di esibirsi con la Compagnia in tutto il Paese (Roma, Torino, Genova, Chieti, Calcata, Matera, Firenze, Foligno e Terni).

Giorgio Flamini, regista, architetto, scenografo e docente dall’Istituto Sansi Leonardi Volta all’indirizzo liceo artistico carcerario – nonché fondatore e direttore artistico della Compagnia – da oltre 25 anni si occupa di percorsi di recupero e reinserimento sociale post-pena. Afferma: “Il teatro in carcere è un’esperienza di cruciale importanza, non solo sul piano artistico ma anche “trattamentale”: il 75% delle persone che hanno fatto dei percorsi culturali non ritornano alla recidiva. Qui i detenuti si scambiano di ruolo, collaborano; è un’opportunità per invertire il loro status”. Dal 2013 al 2023 il Festival di Spoleto ha ospitato ogni anno una nuova produzione di #SN, le quali vedono l’affiancamento di artisti professionisti, collaborando con attori e allievi della Scuola di Teatro Teodelapio e avvalendosi dei contributi professionali di Euno Terni (movimento e coreografie), del Coro Ad Cantus Vocale & friends (parti musicali e di canto), di Studio Flamenco Roma e dei rispettivi direttori artistici.

L’ingresso allo spettacolo è consentito esclusivamente a un pubblico maggiorenne. Viste le necessarie operazioni di controllo, per partecipare sarà necessario indicare all’indirizzo mail festival.cr.spoleto@giustizia.it la data dello spettacolo a cui si intende assistere (mercoledì 5 o giovedì 6 luglio 2023) e i propri dati anagrafici (nome, cognome, luogo e data di nascita, residenza, numero di telefono) entro sabato 1º luglio 2023.