Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Da Terzopoulos a Lindo Ferretti, ciclo classici all’Olimpico Vicenza

Da Terzopoulos a Lindo Ferretti, ciclo classici all’Olimpico VicenzaRoma, 16 set. (askanews) – Uno dei festival teatrali più prestigiosi e longevi nel teatro coperto più antico del mondo, capolavoro e ultima opera progettata da Andrea Palladio, inserito dall’Unesco tra i beni patrimonio mondiale dell’umanità.


Dopo il maestoso Prologo dello scorso 1 maggio che ha visto protagonista una delle artiste più iconiche e influenti del nostro tempo, Meredith Monk, si svolgerà dal 20 settembre al 20 ottobre il 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli: un progetto del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il coordinamento artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia e il coordinamento generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Un’edizione diffusa, che abiterà anche la Basilica Palladiana, il Teatro Astra e la Biblioteca Bertoliana, attraversando l’intera città di Vicenza e coinvolgendo i suoi cittadini, affidata alla visione e alla cura di due personalità di primissimo piano della creazione contemporanea, una coppia di arte e di vita, fondatori del Teatro delle Albe e di Ravenna Teatro. Ermanna Montanari e Marco Martinelli, 15 premi Ubu in due e tanti altri riconoscimenti nazionali e internazionali, guideranno dunque un’eccellenza culturale che non ha mai smesso, nel corso della sua storia, di interrogarsi sul ruolo dei classici nella contemporaneità.


In piena sintonia con la dimensione diffusa del festival, il tema scelto per questa 77esima edizione: ‘L’immagine guida per questo biennio 2024-2025 sarà quella del ‘coro’, inteso come radice fondante del teatro: nella parola ‘coro’ i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un’alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo specchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da ‘spettatori’, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto ‘politico’, oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa ‘chiamata pubblica’, dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico”. Theodoros Terzopoulos, Alessandro Serra, Evelina Rosselli, Serena Sinigaglia, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Giomi, Abdullah Miniawy, Ndox Electrique, Serena Abrami e Enrico Vitali, Mariangela Gualtieri, Danio Manfredini, R.Y.F., Mara Redeghieri, Daniela Pes e, naturalmente, Ermanna Montanari e Marco Martinelli sono gli artisti che daranno voce a un programma lungo un mese, articolato in 9 spettacoli di cui 3 prime assolute, una prima nazionale, una prima regionale, 3 chiamate pubbliche e 2 cicli di incontri di approfondimento.


L’immagine del 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici è firmata da un altro grande artista e sperimentatore: Igort, uno dei grandi maestri del fumetto d’autore internazionale, tra i protagonisti della scena indie italiana degli anni ’80 (Linus, Alter Alter, Frigidaire) ed esponente di spicco del graphic journalism, oltreché sceneggiatore e musicista. Il 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici si inaugura il 20 e 21 settembre al Teatro Olimpico con la Prima Nazionale dell’Oresteia firmata da uno dei grandi esponenti della scena contemporanea internazionale, Theodoros Terzopoulos. L’Oresteia arriva a Vicenza dopo la Prima Assoluta dello scorso 12 e 13 luglio al Festival di Atene ed Epidauro.


Ideatore di un metodo di lavoro insegnato in tutto il mondo, fondatore nel 1985 dell’Attis Theatre e alla guida da oltre trent’anni dell’International Committee of Theatre Olympics, Terzopoulos è maestro nell’interpretazione e nella messinscena del repertorio tragico classico, sempre criticamente interrogato. Dopo averne affrontato in passato i singoli capitoli, per la prima volta il regista greco si trova alle prese con l’intera trilogia di Eschilo, unica sopravvissuta per intero di tutto il teatro greco classico. L’Orestea fu messa in scena per la prima volta ad Atene in occasione delle Grandi Dionisie nel 458 a.C., anno di turbolenze politiche, storiche e sociali e violenti sconvolgimenti che riflettevano le tensioni tra oligarchi e democratici. “Il mito dell’Orestea è pericoloso, appartiene al mondo dell’inconsueto e dell’ignoto, incute terrore perché rivela l’intrattabile, la violenza e le leggi più profonde che non possono essere domate. Clitennestra invita a “spezzarci” come nel momento della rottura dello specchio, affinché dai frammenti nasca una nuova immagine mentre le radici oscure del mito vengono preservate. Ancora una volta ci poniamo la domanda ontologica fondamentale ‘qual è il senso?’, una domanda a cui non esistono risposte definitive, ma che ci spinge costantemente verso una ricerca sempre più profonda delle radici dei suoni, delle parole, della multidimensionalità dell’enigma umano e della ricostruzione di un nuovo mito” scrive Terzopoulos nelle note di regia. Difficile non cogliere le profonde analogie con l’odierna crisi della democrazia, con la condizione storico-esistenziale della nostra epoca dilaniata da conflitti profondi e sospesa sull’orlo del baratro. Il 26 settembre al Teatro Astra invece appuntamento con l’azione corale della prima delle tre chiamate pubbliche in programma al Festival. Si tratta di Purgatorio dei poeti di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, esito di un laboratorio che fra il 22 e il 25 settembre coinvolgerà 50 cittadine e cittadini di tutte le età. “Per questa ‘azione corale’ lavoreremo su alcuni canti dell’Inferno e del Purgatorio, la cantica dove Dante colloca gli artisti, gli scrittori, i pittori: agli endecasillabi danteschi mescoleremo frammenti poetici di Emily Dickinson, Vladimir Majakovskij, Walt Withman e altri poeti, come il guelfo fiorentino, affamati di bellezza”. Nell’ambito di una pratica cara al Teatro delle Albe, la chiamata pubblica è un invito rivolto alla cittadinanza a “farsi luogo”, farsi comunità, nell’epoca dei non-luoghi e della frantumazione del senso comunitario. Purgatorio dei poeti è una nuova ulteriore tappa del Cantiere Dante, il lavoro di Montanari e Martinelli sulle tre cantiche della Divina Commedia (2017-2022) che in questi anni ha coinvolto oltre mille cittadini e ha vinto premi tra i quali Premio Ubu, Lauro Dantesco ad Honorem, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro. Il 27 settembre al Teatro Olimpico, con replica il 28 e 29, andrà in scena in Prima Assoluta Il Canto di Edipo, una versione site specific di Tragùdia, il nuovo progetto artistico di Alessandro Serra. Questa particolare messa in scena, pensata appositamente per il Teatro Olimpico di Vicenza, oltre che a pochi oggetti e ai costumi vedrà protagonisti i due elementi qualificanti il tragico: il canto e la danza. Regista, autore, artista visivo, fondatore della compagnia Teatropersona, Serra sceglie in questa occasione il “mito perfetto”, centrale nella riflessione teorica di Aristotele come in quella di Sigmund Freud, partendo da un assunto: “la tragedia è un’arte fortunata, perché gli spettatori conoscono l’intreccio già prima che il poeta lo racconti”. Da questa premessa Serra si interroga su come si possa ricostruire oggi quella forma di sapere collettivo e in che lingua, che non sia ostile e concettuale ma musicale, istintiva e sensuale. Sceglie non l’italiano che abbassa il tragico a fatto drammatico ma il grecanico, l’antica parlata greca di una striscia di terra della Calabria e della Sicilia, per concentrarsi su una molteplicità di questioni che riguardano la condizione umana, il rapporto con la Polis e con la dimensione del Sacro. Accompagnando lo spettatore nello stesso percorso di Edipo, così come narrato da Sofocle, dalle macerie al ricongiungimento con gli Dei. Ancora una Prima Assoluta, il 5 ottobre, sempre al Teatro Olimpico: sdisOrè, ovvero l’Orestea riscritta da Giovanni Testori, interpretata da Evelina Rosselli, co-fondatrice insieme a Caterina Rossi di Gruppo Uror che ne firma la regia. La potenza della lingua di Testori è la chiave per un’Orestea completamente capovolta, dai toni dissacranti, erotici, crudi e ironici, che vede in scena una sola attrice nella funzione di narratore e incarnazione di quattro maschere che sembrano fatte di pelle umana. Maschere rivoltanti e grottesche, indossate da Evelina Rosselli per ridare vita a Elettra, Oreste, Egisto, Clitemnestra, trasmutando di volta in volta la propria voce per indagare quattro universi sonori completamente differenti. Con sdisOrè, Gruppo Uror prosegue la propria ricerca nella dimensione onirica e nel perturbante, negli arcani racchiusi nel mito che conservano un forte legame con le forme della violenza contemporanea. Il 6 ottobre il Festival esce dal Teatro per andare ad abitare la Basilica Palladiana con la seconda delle chiamate pubbliche previste, che tira in ballo il concetto rituale di festa. FESTA SILENZIO Azione di improvvisazione creativa per una comunità di performer è infatti il titolo del progetto curato da Francesco Giomi, compositore, performer, regista del suono e docente di musica elettronica, nonché direttore di Tempo Reale, il centro fiorentino di ricerca, produzione e didattica musicale. La performance sarà la restituzione di un laboratorio che si svolgerà nei giorni precedenti con il coinvolgimento di un ampio numero di musicisti del territorio vicentino, di qualsiasi formazione e ambito di provenienza, che alla Basilica si esibiranno in una serie di improvvisazioni attorno a un “rito-partitura” prestabilito: una pratica giocosa di comunità, un momento di condivisione di un senso profondo dell’ascolto. Al centro del progetto il concetto di silenzio, partendo da una specifica domanda: cosa significa “silenzio” in musica? “In un tempo di chiasso e rumore incontrollato, diventa necessario ricercare il silenzio, così come ascoltare in una maniera nuova” afferma Giomi che sottolinea: “L’esplorazione sonora del concetto di quiete, in un ambito collettivo e festoso, ha l’obiettivo di raggiungere un grado di consapevolezza sull’importanza di ogni segnale musicale, anche il più piccolo e isolato, così come di esplorare i concetti di attesa e di attenzione alla bellezza del suono.” Di nuovo al Teatro Olimpico l’11 ottobre per la terza e ultima chiamata pubblica: Pluto. God of gold di Marco Martinelli con gli adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata e Vicenza. Pluto è l’ultima commedia delle undici superstiti che ci restano di Aristofane, incentrata sulle contraddizioni della polis, a partire dall’iniqua distribuzione delle ricchezze. Pluto è infatti il dio della ricchezza, che dona ai corrotti e agli ingiusti perché è cieco. Il contadino Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, riportando così la giustizia sociale ad Atene. Martinelli lavora sul testo antico mettendolo in relazione con le improvvisazioni vitali e scatenate di 60 adolescenti dell’area metropolitana di Napoli e della città di Vicenza. Pluto. God of gold è un nuovo atterraggio di Sogno di volare, un progetto quadriennale (iniziato nel 2022) del Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival che vede il fondatore delle Albe lavorare su quattro commedie di Aristofane con oltre trecento adolescenti dell’area vesuviana, dove è ancora sentito il rischio di dispersione scolastica, disoccupazione ed emigrazione giovanile. Un progetto in diretto collegamento con la non-scuola, pratica teatral-pedagogica fondata nel 1991 insieme a Ermanna Montanari e che negli anni ha ottenuto due Premi Ubu e il Premio ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Sogno di volare, inoltre, ha incantato nientemeno che la regina assoluta del pop mondiale, Madonna, che in occasione di una sua recente visita a Pompei ha avuto modo di assistere proprio a Pluto. God of gold e ha deciso di finanziare direttamente la prossima edizione del progetto nato dall’incontro fra Martinelli e il Direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel. Il 15 e 16 ottobre ancora al Teatro Olimpico è la volta di Elettra per la regia di Serena Sinigaglia. Regista con approccio multidisciplinare, una particolare attenzione verso le fragilità sociali e convinta sostenitrice di un teatro al servizio dei cittadini, la Sinigaglia riparte dalla tragedia in atto unico scritta ai primi del Novecento dal poeta e drammaturgo viennese Hugo von Hofmannsthal, andata in scena per la prima volta nel 1903 con la regia di Max Reinhardt e dedicata a Eleonora Duse. La visione di Serena Sinigaglia viaggia fra le origini del mito in Eschilo e il vivace contesto culturale della Vienna a cavallo fra Ottocento e Novecento, passando per le riscritture di Sofocle, Euripide e Marguerite Yourcenar, per concentrare l’attenzione su quei temi che emergono dal Mito rivelandone una straordinaria attualità: il patriarcato, il rapporto fra i generi, il diritto all’autodeterminazione, il limite tra legge umana e legge naturale. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto. Grande attesa e grande curiosità intorno al progetto di una delle figure più affascinati, teatrali, provocatorie, per certi versi enigmatiche della musica italiana, il cantautore e scrittore Giovanni Lindo Ferretti che il 18 ottobre presenta al Teatro Olimpico in Prima Assoluta moltitudine in cadenza, percuotendo. “Un antico palcoscenico in ardita prospettiva urbana…echi biblici…ritualità in forma di teatro…”. Al momento si sa soltanto che “ciò che deve accadere accada”. Infine, al Teatro Astra il 19 ottobre a partire dalle 21 avrà luogo la Notte delle voci, un’ode collettiva alla verticalità della notte, una catarsi festosa che scaturisce da forme sonore diversissime e da una molteplicità di canti, ognuno con una propria melodia. A guidare il pubblico in questo turbine, artisti-viandanti di altissimo profilo, a partire da Mariangela Gualtieri, poetessa e drammaturga, co-fondatrice del Teatro Valdoca, e Danio Manfredini, attore, autore, regista teatrale, tre volte Premio Ubu. Ci sono poi la lunare e misterica cantante sarda Daniela Pes, Targa Tenco per Spira, il suo album d’esordio prodotto da IOSONOUNCANE; la magnetica Mara Redeghieri, artista che ha segnato gli ultimi trent’anni di musica italiana a partire dai suoi esordi come contante degli Üstmamò; Francesca Morello aka R.Y.F. (Restless Yellow Flowers), voce sovversiva e dance punk della comunità queer, già al fianco dei Motus; il cantante, compositore, musicista, attore e scrittore egiziano Abdullah Miniawy, ospitato dai più prestigiosi festival internazionali come il Festival d’Avignone, icona di una gioventù’ egiziana in lotta per la liberta’ e la giustizia; il collettivo Ndox Èlectrique guidato da François R. Cambuzat e Gianna Greco, sciamani di una trance di resistenza anti-coloniale, e la poliedrica cantante alt-rock Serena Abrami con Enrico Vitali, già al fianco di Ermanna Montanari e Marco Martinelli nel progetto Don Chisciotte ad ardere. Il programma del 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici si completa infine con due progetti seminariali a Palazzo Cordellina: Parlamenti d’Autunno a cura di Marco Sciotto e Illusioni perdute? – cinque disputazioni sulla critica teatrale e l’arte scenica oggi a cura di Massimo Marino. Parlamenti d’Autunno è un ciclo di quattro appuntamenti lungo l’intero arco del festival, aperti a tutte e tutti, pensati come occasioni di dialogo e confronto con artisti e studiosi intorno alle differenti forme in cui si riconfigura l’idea di ‘classico’ attraverso le arti visive e performative, la letteratura, l’archeologia e l’architettura e arti performative, per assumere, nel contemporaneo, nuove configurazioni di senso e di pratiche. Parteciperanno: Igort, Theodoros Terzopoulos, Andrea Porcheddu, Enrico Pitozzi, Daniela Sacco, Nicola Samorì, Federico Ferrari, Gabriel Zuchtriegel, Franco Masotti, Patrizia Basso, Andrea Tagliapietra, Caterina Piccione, Marco Belpoliti e Andrea Cortellessa. Illusioni perdute, infine, in programma il 28 e 29 settembre sempre a Palazzo Cordellina, è un’ulteriore e preziosa occasione di approfondimento teorico che parte da alcune domande precise: la critica, quasi scomparsa da giornali e riviste generalisti, sembra rinascere online. In quale modo? Con quanti e quali problemi? In cinque sessioni sviluppate nella forma medievale della disputatio – L’illusione critica, L’illusione alternativa, L’illusione militante, L’illusione morale e L’illusione teatrale – si confronteranno Anna Bandettini, Walter Porcedda, Gianni Manzella, Andrea Pocosgnich, Graziano Graziani, Laura Mariani, Rossella Menna, Andrea Porcheddu, Antonio Attisani, Alessandro Toppi, Maddalena Giovannelli, Maria Nadotti, Roberta Ferraresi, Lorenzo Donati e Attilio Scarpellini.

Il filo che unisce le storie alla Fondazione dell’Albero d’Oro

Il filo che unisce le storie alla Fondazione dell’Albero d’OroVenezia, 9 set. (askanews) – Il filo, inteso come mezzo espressivo, fonte di ispirazione e metafora che allude alla scrittura: la Fondazione dell’albero d’Oro a Venezia presenta una mostra dedicata a due artiste: la franco vietnamita Karine N’guyen Van Tham e l’indiana Parul Thacker.


“Per non perdere il filo – ha spiegato ad askanews Anna Mistrorigo, responsabile della comunicazione della Fondazione – è una mostra che racconta la volontà della Fondazione dell’Albero d’Oro di animare questo spazio, che è uno spazio storico, Palazzo Vendramin Grimani, con la creazione di due artiste che sono state invitate qui per tessere un filo con quella che è la comunità veneziana e con la storia di questo antico palazzo, che ha ospitato famiglie importanti della storia veneziana e che continua oggi a vivere grazie alla creazione e grazie all’apertura al pubblico che rende questo spazio vivo e accessibile a tutti”. Le due artiste utilizzano il filo in modi diversi, per creare veri e propri portali spirituali oppure per ricostruire delle storie del passato, ma entrambe toccano, oltre che l’aspetto artistico ed estetico, anche le corde dei sentimenti e dell’identità, comprese quelle dei visitatori. “L’artista indiana lo fa attraverso delle sculture tessili che sono ispirate profondamente a quella che è la cultura indiana, specialmente la cultura tantrica, mentre invece l’artista francese con delle sculture che sono degli oggetti tessili ispirati a questa mitologia personale”.


Entrambe le artiste hanno lavorato a stretto contatto con la Fondazione, attraverso una residenza o la realizzazione di interventi site specific per il palazzo, oltre che in relazione con la stessa città di Venezia. “L’identità veneziana – ha concluso Anna Mistrorigo – noi crediamo che sia stata costruita anche grazie all’apporto dello straniero ed è su questo che si basa la programmazione della Fondazione dell’Albero d’Oro”. Un discorso che si collega anche alla Biennale Arte, di cui la mostra è un evento collaterale, quest’anno dedicata al tema “Stranieri ovunque”.

CucuFestival 2024, a Roana in arrivo artisti da tutto il mondo

CucuFestival 2024, a Roana in arrivo artisti da tutto il mondoRoma, 12 ago. (askanews) – C’è chi arriverà in roulotte, chi armato di trapezio o di una scala e chi con una pozione miracolosa. Qualunque sia il mezzo, o lo scopo, una cosa è certa: artisti e compagnie provenienti da tutto il mondo si ritroveranno anche quest’anno a Roana (VI) per festeggiare la XIV Edizione del CucuFestival, la manifestazione internazionale dedicata al Teatro di Strada promossa e coordinata dal Comune di Roana e organizzata da Carichi Sospesi Aps con la collaborazione delle Proloco delle sei frazioni del territorio cimbro.


Le piazze, le vie e i boschi di Roana, Mezzaselva, Cesuna, Canove, Tresche Conca, e Camporovere diventeranno dal 22 al 25 agosto il palcoscenico tra i monti in cui si esibiranno le eccellenze del circo contemporaneo, del teatro fisico, dell’acrobatica, del trapezio, della clownerie, mescolando la poesia alla comicità. Il primo ad arrivare in Altopiano sarà, giovedì 22 agosto alle 11 (Camporovere, Campo Schettinaggio), il Duo Patagonia, una giovanissima compagnia argentina nata nel 2020 con l’obiettivo di fondere diverse discipline, tra le quali il circo contemporaneo, la danza e la musica.


Sempre giovedì sarà piazza Santa Giustina a Roana il centro verso cui convergeranno gli artisti, a partire dalle 17 con il ritorno del duo italo-argentino Cia ZeC (Zenzero e Cannella), che si ispira al folklore del nord dell’Argentina. Utilizzando una grande scala di legno per rappresentare la montagna, con “Seguime” la compagnia eseguirà in modo simbolico e poetico lo speciale omaggio alla Pachamama, o dea della terra e della fertilità. Un’atmosfera di celebrazione e festa che proseguirà alle 17.45 con il “Bold Circus” dei francesi Circlips, uno spettacolo aereo e acrobatico. Teatro e circo si fonderanno insieme alle 18.45 con Bardo Teatro Fìsico, compagnia argentina nata nel 2016, che si esibirà in “Que Bardo”, uno spettacolo che propone una visione poetica del caos.


Venerdì 23 agosto la magia inizierà alle 17.30 al Parco delle leggende di Cesuna, con il suo bosco popolato da creature straordinarie scolpite nel legno, con “A whole trip” del Duo Patagonia per proseguire poi alle 18.10 con Cia ZeC – Zenzero e Cannella. Alle 21 si esibiranno, infine, Liv & Toby, duo di trapezisti tedeschi. Sabato 24 agosto alle 17.30 ci si sposterà al Palazzetto Polifunzionale di Canove per conoscere Vladimir Vorovich & Madame Olga, i due eccentrici protagonisti del “Charlatans Circus” di Auriga Teatro. La serata si chiude alle 18.30 con “Acrofobia” di Liv & Toby.


Per il gran finale doppio appuntamento: al campo di schettinaggio di Mezzaselva domenica 25 agosto alle 11 con la compagine italo-francese Cara Compagnie, in “Ciao” storia di una coppia, due uomini, sulla trentina, amici di lunga data. La roulotte di Cara Compagnie di sposterà, alle 18.20 a Treschè Conca, dove ad attenderla, dalle 17.30, troveranno lo spagnolo Carlo Mô e la sua ossessione per il trasporto di cose sulle sue spalle: lo “YouGur”. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e gratuito.

A Pride Village “Cromosoma X”, e si elegge il gay più bello d’Italia

A Pride Village “Cromosoma X”, e si elegge il gay più bello d’ItaliaRoma, 5 ago. (askanews) – In un mondo in cui troppa gente guida una Smart, qualche pazzo nutre ancora il desiderio di mettere al mondo dei figli. Quindi la domanda diventa: che genitori saremmo e cosa insegneremmo a quest’ipotetica e sfortunata creatura? È a questo interrogativo che mercoledì 7 agosto tenterà di dare risposta il comico e sceneggiatore Andrea Di Castro nel nuovo spettacolo “Cromosoma X” che porterà sul palco del Pride Village Virgo, il grande Festival LGBTQIA+ di Padova.


“Cromosoma X” è un monologo comico che si fa dialogo tra un padre e un figlio che forse non nascerà mai; un bambino immaginario e senza genere, che, ingenuamente, si fa metafora dell’umanità tutta, senza distinzioni di sorta. Giovedì 8 agosto i cancelli del Festival si apriranno come di consueto alle 19.30 per accogliere al ritmo dei successi del momento e gli approfondimenti di Virgo Radio, trasmessa in DAB in tutta Italia. “Pizza&Drag”, il format che ogni settimana porta sul palco le più talentuose Drag Queen del Momento, accompagnerà poi i “villeggianti”, durante l’aperitivo o la cena.


La serata di venerdì 9 agosto vedrà il Pride Village Virgo riempirsi di bellezza e sex appeal. La kermesse ospiterà infatti la selezione finale per il Triveneto del Concorso “Il Gay più bello d’Italia”, che elegge ogni anno il “reginetto” della comunità gay a livello nazionale. Lo show, diretto da La Ciana e Roberto Zanusso, sarà presentato da Leonardo Feltrin. Il vincitore parteciperà alla Finale che si disputerà a Torre del Lago. E sempre all’insegna della grande musica si concluderà sabato 10 giugno la settimana targata Pride Village Virgo, che ospiterà il ritorno dei virtuosi della musica techno del Black Code Music.


La XVII Edizione del Pride Village Virgo è organizzata con il patrocinio del Comune di Padova e Virgo Cosmetics. Title e Main Sponsor: Virgo Cosmetics. Partner del Village sono: Absolut, bitHOUSEweb, Coca-Cola, Red Bull. Media partner: RTL 102.5.

”La Luna nel pozzo”, acrobati e artisti tornano a invadere Caorle

”La Luna nel pozzo”, acrobati e artisti tornano a invadere CaorleRoma, 3 ago. (askanews) – Artisti provenienti da tutto il mondo tornano anche quest’anno ad animare le calli e le piazze di Caorle, in provincia di Venezia. Da mercoledì 28 agosto a domenica 1 settembre riparte “La Luna nel Pozzo”, Festival Internazionale di Teatro in Strada, promosso dall’amministrazione comunale di Caorle con il Patrocinio della Regione del Veneto, e organizzato da Carichi Sospesi Aps di Padova, in collaborazione con il Consorzio di Promozione Turistica del Veneto Orientale e in partnership con United for Busking, network italiano di festival internazionali di arte di strada.


Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’acrobatica, del circo contemporaneo, dalle clownerie e di tutte quelle discipline che contribuiscono a creare la magia del festival, giunto alla XXIX Edizione e il cui valore artistico è stato riconosciuto anche quest’anno dal Ministero della Cultura che lo ha inserito tra i festival e rassegne di teatro di strada meritevoli del Fondo Unico per lo Spettacolo e che gli consente di usufruire dell’Art Bonus. Oltre venti le compagnie, provenienti da tutto il mondo, che hanno scelto La Luna nel Pozzo. Un totale di oltre settanta appuntamenti divisi nell’arco dei cinque giorni che promettono di far vivere al pubblico momenti di pura emozione, al motto de “L’ordine è come il disordine ma con meno fantasia”.


Il festival si apre mercoledì 28 agosto nel complesso ottocentesco di Ca’ Corniani, frazione del comune di Caorle, con “A whole trip”, spettacolo di mano a mano dei giovani argentini Duo Patagonia e “Edukikan (con cuore valoroso)” degli Afuma, compagnia proveniente dal Togo che e porta nelle piazze danza e canti tradizionali, esibendosi su altissimi trampoli. Dalla Cina, il festival ospita Cho Kairin, ultimo di una lunga dinastia famigliare di acclamati acrobati cinesi, che risale al suo bisnonno. Dall’Argentina, ma passando anche per la Francia arrivano i Mondo Costrini, una coppia pazza ed eccentrica di comici in uno spettacolo di magia, circo, canto e ballo, pieno di situazioni comiche folli.


Dalla Germania tornano graditi ospiti del Festival i Zirkus Morsa con “La Fin Demain” che invitano alla creatività, alla collaborazione e alla naturalezza con un’asse, una carrucola, un pezzo di spago e un legno galleggiante. Dalla Francia, parcheggerà a Caorle la roulotte Cara Compagnie, con le loro palline che si moltiplicano esponenzialmente. Dal Belgio “La Belle Escabelle” di Double Mandoble, mentre Carlo Mo, dalla Spagna, si è portato un muro sulle spalle. Grande attesa, inoltre, per l’arrivo dall’Olanda della Company Midnight, con la prima nazionale dello spettacolo “Us”, nato dalla collaborazione tra Joris Verbeeren e Simone Scaini, un acrobata ed un giocoliere, che, insieme, hanno provato tutto quello che si può fare con i coltelli.


Come ogni anno La Luna nel Pozzo ha voluto dedicare spazio a progetti di inclusione. Quest’anno ospiterà “Percorsi imprevedibili”, una performance nata dall’esperienza di un Laboratorio intensivo di tre giorni con danzatori con e senza disabilità organizzato in occasione del Festival La Luna nel Pozzo 2024, da Ottavo Giorno in collaborazione con Carichi Sospesi e la direzione artistica di Marina Giacometti: dieci danzatori differenti tra loro per età, esperienza e abilità, si metteranno in gioco per costruire un percorso di danza comune. Grande partecipazione al festival anche dalle compagini provenienti dal nostro Paese: come Andrea Farnetani artista eccentrico e poliedrico che porterà a Caorle il suo alter ego “Gustavo La Vita”; Simone Moddaferri e le sue “Scintille Alchemiche”, spettacolo di danza, tecnico ed evocativo che utilizza l’elemento fuoco come elemento espressivo; la Compagnia Nudimascalzi che, in “Oniria” mescola dalla giocoleria al mano a mano, dall’acrobatica aerea al teatro fisico; Il Circo in rotta sarà a Caorle con “Tienimi che ti tengo”, spettacolo vincitore del Primo Premio al Festival del Circo di Siviglia; il mimo Enrico Mazza uscirà improvvisamente da una scatola, mentre in “Beat Socks” di Teatro del Cacao, un teatro completo con quinte, uscite laterali e palco prenderà vita in uno spazio di 90cm sotto gli occhi dello spettatore. Numeri acrobatici, giocoleria e gag comiche al limite della coerenza saranno gli ingredienti del “Cabaret Zuzzurellone” dei Duoflosh, mentre gli animi più romantici non potranno che intenerirsi con le avventure di M. Mustache “Affetto D’amore”. La musica, infine, è affidata alla Compagnia Samovar: ottoni e legni calcano temi balcanici e latini passando da euforia festosa a malinconia amorosa.

Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu Youju

Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu YoujuVenezia, 20 lug. (askanews) – Un discorso che abbraccia Oriente e Occidente, passato e futuro e, soprattutto, si focalizza sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente. A Venezia, a Palazzo Donà dalle Rose, è aperta lo mostra “Starting from the Metapoint” dell’artista cinese Liu Youju, curata da Anna Balzani.


“Nelle opere di Liu Youju – ci ha spiegato la curatrice – confluiscono elementi riconducibili all’arte orientale e all’arte occidentale, quindi elementi artistici, estetici e filosofici di conducibili a Est e Ovest. E un elemento che caratterizza il suo lavoro è certamente il colore, e la volontà di esprimere, di imprimere sulla tela, attraverso il colore, questi cromatismi accesi, questo vitalismo, l’importanza di ripristinare il rapporto tra gli esseri umani e la natura”. In mostra venti dipinti con cui l’artista ci spinge a guardare nel nostro inconscio, come riflessi in uno specchio, per scoprire un altrove. Alberi maestosi, montagne, laghi, paesaggi naturali e interiori, sagome e volti misteriosi si succedono, impressi su carta di riso e tela, realizzati con inchiostro e colori acrilici. Il tutto con anche uno sguardo alla grande arte del passato.


“Il Rinascimento europeo – ci ha detto l’artista – è stato un grande capitolo della storia culturale che ha inaugurato una trasformazione dell’anima umana e l’innovazione artistica non può mai prescindere dalla tradizione culturale. Noi siamo un risultato della storia, da essa deriviamo e attraverso ogni nostro progetto artistico speriamo di portare al pubblico nuove sollecitazioni e prospettive di riflessione. Dobbiamo vivere il presente nel rispetto dell’ambiente naturale, dell’energia della Natura. A questo m’ispiro”. I lavoro di Liu Youju rappresenta anche una riflessione sull’esistenza, sulle emozioni degli esseri umani, sul rapporto quotidiano con l’Altro. In questa prospettiva è anche presente, nel padiglione nazionale del Camerun, alla Biennale d’Arte, dedicata nel 2024 al tema “Stranieri ovunque”.

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a Venezia

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a VeneziaVenezia, 11 lug. (askanews) – Un nuovo concetto di bistrot museale a Venezia: il San Giorgio Café, sull’isola omonima che guarda verso San Marco e la Laguna, offre spazi di ristorazione alla Fondazione Giorgio Cini, ma anche a Le stanze del Vetro e quelle della Fotografia. Un luogo che vive della venezianità, di una location discreta, ma unica, e di una fortissima relazione con il territorio, come ci ha spiegato il direttore del Café, Samuel Baston, partendo dai colori dei vari menu.


“Sono dei profumi, dei colori e dei sapori veri che rappresentano tutto il territorio di Venezia – ha detto ad askanews – dove andiamo ad attingere i prodotti del territorio nelle isole, Burano o l’Isola del Cavallino, andiamo fuori dalla Laguna per il pescato e addirittura la carne la prendiamo nell’entroterra in un allevamento di Mira che è realmente a chilometro zero”. Il San Giorgio Café, che offre anche una grande varietà di vini, sempre legati alla dimensione locale, è stato affidato dal 2019 alla gestione dell’azienda D’Uva, guidata da Ilaria D’Uva, che ha voluto sottolineare il valore della semplicità che caratterizza il bistrot. “La semplicità è difficile da realizzare – ci ha detto – se non c’è un pensiero dietro. E dietro questo luogo c’è un bellissimo pensiero d’accoglienza e anche un bellissimo pensiero di cucina”.


Lontano dal turismo che soffoca la città, ma pienamente inserito nel modo di essere di Venezia: il San Giorgio Café ci racconta di una autenticità reale, che si può comunque costruire: con la passione, la qualità e la competenza.

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amanti

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amantiMilano, 23 giu. (askanews) – Dalla penna ironica e pungente di Alessandro Nicolò Pellizzari, già autore di un libro di successo sulle relazioni di coppia, nasce la prima raccolta di profili di uomini da scegliere o evitare con le storie e le recensioni delle lettrici che ci sono già passate. Il nome “Love Advisor” non è solo intuibile per via della somiglianza all’app per individuare il miglior hotel o ristorante: questa è una guida che parla di amore e di come orientarsi per scegliere il partner su misura. Un vero manuale di profili e comportamenti maschili realizzato secondo il metodo dell’Epidemiologia di coppia ideato dall’autore e completato dalle storie delle donne che ci sono già passate prima e che valgono da esempio per tutte le altre lettrici. “E’ la risposta alle migliaia di donne che vorrebbero fare delle vere a proprie recensioni dei loro amori sbagliati, uomini fatti con lo stampino e che fanno soffrire. Da qualche anno – spiega Alessandro Nicolò Pellizzari, giornalista, blogger (alessandropellizzari.com) e autore del libro “Love Advisor” – raccolgo storie spesso identiche di donne innamorate, lasciate, tradite da partner che hanno caratteristiche riconoscibili e quindi evitabili. Non sarà difficile in questo mio ultimo libro individuare il proprio lui e spero serva a molte lettrici per capire subito o perlomeno per tempo, se hanno a che fare con il vero ufficiale e gentiluomo oppure con il seriale, il finto separato o l’ex- amico, o il leone da tastiera, o l’uomo boomerang o… quello che leggendo il libro, riconosceranno come più simile al loro”. Cosa vuole sapere una donna in una storia d’amore? Quando la storia si fa seria, le domande aumentano: sarà davvero interessato a me? Mi sta dicendo bugie o è un manipolatore? Manterrà le promesse che mi ha fatto come amante? “Prima che inizi una storia, è possibile capire dal comportamento di un uomo se le sue intenzioni sono davvero sincere e se sta dicendo la verità. In questi anni – continua il giornalista milanese ma di famiglia veneziana – mi sono accorto che alle donne mancano delle leve utili a riconoscere i bluff di molti uomini. Ecco perché in ciascun profilo ho voluto inserire frasi, atteggiamenti, scuse accampate e persino bidoni che li caratterizzano. Avere una sorta di “anteprima” di quello che quel tipo di uomo rappresenta e farà, sarà di aiuto a molte amanti, mogli, fidanzate per decidere se tenersi alla larga, se hanno tutto quello che desiderano o è ora di cambiare”. 30 Uomini al microscopio. E’ molto chiara e ironica la descrizione dei tanti uomini, uno diverso dall’altro, ma tutti con qualcosa che li rende riconoscibili. “Chi mi segue sa che il mio metodo, l’Epidemiologia di coppia, mi permette di stilare dei profili maschili nei quali poter incasellare, con accettabile percentuale di errore, gli uomini che caratterizzano il mercato dei papabili. Perché i maschi – prosegue Pellizzari – sono una costante nei comportamenti in amore, mentre le donne sono la variabile. Da ciò che un uomo dice o fa si può stilare infatti un suo profilo di partner e prevederne le prossime mosse, nonchè immaginare l’evoluzione della coppia. Leggere Love Advisor una sola volta non basta: tenetelo sempre pronto all’uso ogni volta che desiderate capire o cercare il vostro lui ideale”.


Love advisor Coediizione Stile Italia Edizioni e Maretti Editore Pagine n° 304 Costo 19,00 euro, ordinabile online e in libreria.

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San Giorgio

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San GiorgioRoma, 30 mag. (askanews) – Con il concerto del Quartetto di Venezia, impegnato nel progetto di esecuzione integrale dei quartetti di Ludwig van Beethoven, sabato 8 giugno all’Auditorium Lo Squero sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, si chiude la prima parte della rassegna concertistica di Asolo Musica Veneto Musica, con la direzione artistica di Federico Pupo e realizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini.


Il Quartetto, formato da Andrea Vio e Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola e Angelo Zanin al violoncello, aggiunge così una nuova tappa nel viaggio dedicato alla letteratura quartettistica beethoveniana. “Quartetto in Residenza” alla Fondazione Giorgio Cini dal 2017, il Quartetto di Venezia si è esibito in alcuni tra i maggiori festival internazionali in Italia e nel mondo, ha collaborato con artisti di fama mondiale e ha al suo attivo una vasta produzione discografica. La scaletta del concerto vede sul leggio tre quartetti del genio di Bonn. I primi due appartengono all’Opera 18, raccolta che costituisce il solo contributo offerto da Beethoven al genere del quartetto nella prima fase della sua parabola artistica, offrendo al pubblico dell’epoca un’esaltante anticipazione degli straordinari capolavori che l’avrebbero seguita.


Ad aprire il programma è l’incontenibile energia e l’avvincente variazione armonica del Quartetto in re magg. op.18 n. 3, seguito dal Quartetto in Fa maggiore op. 18 n. 1, con le battute iniziali che brillano di vigore e di una irrefrenabile curiosità. Conclude il concerto il Quartetto in la minore op.132; nel cuore del brano compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio e ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. Il Quartetto di Venezia tornerà poi protagonista nel concerto del 26 ottobre, appuntamento che segnerà l’avvio della stagione autunnale e completerà il progetto che la formazione ha dedicato all’affascinante mondo dei quartetti beethoveniani.


La Stagione dei Concerti 2024 è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e da Bellussi Spumanti, Centro Marca Banca, Hausbrandt, Massignani & C., Pro-Gest Group, Zanta pianoforti. Con biglietto integrato il pubblico avrà la possibilità di visitare il complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, il Labirinto Borges, il Bosco con le Vatican Chapels e il Teatro Verde.

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografi

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografiRoma, 29 mag. (askanews) – Dopo le tappe di Roma, Milano, Genova, Palermo e Bari, dal 30 maggio al 30 giugno 2024 al Forte Marghera di Mestre (Venezia) sarà visitabile la mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina”. Sette fotografi ucraini – Lyubov Durakova, Kateryna Aleksieienko, Alena Grom, Gera Artemova, Mykhailo Palinchak, Elena Subach, Volodymyr Petrov – condividono i loro progetti documentaristici e artistici sulla vita durante il periodo della guerra regalando allo spettatore uno sguardo autentico ma mai senza speranza.


La mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina” chiude la Festa dell’Europa a Venezia #FestaEuVenezia2024 3-31 maggio 2024 giunta alla sua XII edizione dal titolo “Diritti al voto” come segno della natura europeista della Città di Venezia e dei partner istituzionali che vi collaborano da sempre. L’iniziativa, in vista delle Elezioni europee di giugno, frutto della collaborazione tra Comune di Venezia – Europe Direct, Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia, Parlamento Europeo – Ufficio di Milano, Commissione Europea – Rappresentanza a Milano – ha messo in risalto la “vocazione europea” del capoluogo lagunare, quale luogo di riflessione sull’Europa. Soddisfazione per i dati complessivi di questa edizione che volge al termine: circa 30 eventi tra seminari, celebrazioni, proiezioni, incontri e mostre, quasi 30.000 partecipazioni di persone interessate tra giovani e cittadini, con la collaborazione di più di 40 partner locali, nazionali ed europei.


La mostra è a cura di Kateryna Radchenko dell’Odesa Photo Days Festival, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’Ambasciata del Belgio in Italia (Presidenza del Consiglio dell’Unione europea) l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Ambasciata di Svezia in Italia e l’Ambasciata d’Ucraina in Italia e in collaborazione con la Città di Venezia, Europe Direct Venezia Veneto, Fondazione Forte Marghera e StudioNex. Fino al 30 giugno 2024 nella Polveriera Francese del Forte Marghera attendono lo spettatore storie visive che vanno da quella della documentarista ucraina che si è arruolata nelle Forze Armate, a quella della gente di Kyiv che si confronta in uno spazio vitale profondamente segnato dalla guerra con una nuova “normalità”, fino al diario visivo personale dei rifugiati ucraini in Polonia.


Il titolo della mostra fa riferimento a un testo della poetessa classica ucraina Lesia Ukrainka, scritto nel 1890, un monologo dell’autrice che proclama lo spirito di speranza e di opposizione a tutti i problemi anche nelle circostanze più difficili. La mostra è divisa in tre parti – la lotta, la speranza e l’indomani – che parlano ognuna della nuova realtà e dell’adattamento alla vita durante la guerra, della lotta per l’esistenza del Paese, delle esperienze traumatiche e della speranza che li spinge a continuare a vivere. “La guerra in Ucraina infuria da nove anni e sono passati ormai due anni da quando la Russia ha lanciato un’invasione su larga scala. È difficile esprimere a parole il complicato mix di sentimenti provati dagli ucraini. Ritengo che le storie visive possano raccontare con maggiore precisione cosa significhi vivere in tempo di guerra e mantenere ancora la speranza nei nostri cuori”, ha dichiarato la curatrice Kateryna Radchenko.


“Dopo quasi un anno, la mostra itinerante Contra Spem Spero raggiunge la sua simbolica ultima tappa a Forte Marghera: il fatto che in Europa siamo riusciti a trasformare le fortezze in musei è un grande successo. Allo stesso tempo, la persistente e brutale guerra di aggressione russa contro l’Ucraina dimostra che dobbiamo difendere questa pace. Anche l’Ucraina ha il diritto di vivere in pace e sicurezza. È nostra responsabilità sostenerla nella sua lotta per la libertà e l’indipendenza finché sarà necessario per trasformare questa loro speranza in realtà. La nostra piena solidarietà va al popolo ucraino. Non dimentichiamoli!”, ha sottolineato l’Ambasciatore tedesco Hans-Dieter Lucas. Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’impegno dell’Unione europea a fianco del popolo ucraino e degli artisti ucraini è stato fermo e costante. Il potere evocativo di queste immagini rafforza ancora di più la volontà di sostenere la resistenza ucraina per ripristinare la pace in Europa e avviare la ripresa post-bellica nel Paese”, ha affermato il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti. “Il Belgio detiene attualmente la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Il primo febbraio i capi dei governi dell’UE a 27 hanno confermato il loro sostegno all’Ucraina impegnandosi a stanziare un bilancio supplementare di 50 miliardi di euro. Questa decisione dimostra l’unità europea nel sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario. Nel frattempo, abbiamo anche aperto la porta al percorso dell’Ucraina affinché diventi un membro a pieno titolo dell’UE. Durante la presidenza belga continueremo a lavorare su ulteriori misure, sperando di poter raggiungere la pace. Slava Ukraini!”, sono le parole dell’Ambasciatore belga PierreEmmanuel De Bauw. “La guerra ha colpito ancora una volta l’Europa. L’aggressione russa è inaccettabile e illegale. Dobbiamo sostenere instancabilmente l’Ucraina nella sua lotta per la libertà. L’Unione europea si è schierata all’unanimità per la libertà e la giustizia durante questa guerra, uniti possiamo fare grandi cose. Siamo più forti insieme!, è l’esortazione dell’Ambasciatore svedese Jan Björklund. “La fotografia è una fissazione materiale delle immagini terribili della guerra che la Russia ha iniziato contro l’Ucraina, la guerra che non sceglie determinati obiettivi, ma distrugge tutto ciò che può essere distrutto: vite umane, cultura e storia del Paese. Attraverso la resistenza instancabile e l’incredibile eroismo, superando con dignità le prove della guerra, gli ucraini si stanno muovendo verso un nuovo livello di autocoscienza, autoidentificazione, statualità, soggettività mondiale. Ringraziamo tutti coloro che oggi, insieme al popolo ucraino, si stanno impegnando per fermare l’aggressione russa nel centro dell’Europa”, commenta l’Ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk. “La guerra in suolo europeo, frutto di un’aggressione russa contro l’Ucraina, ha cambiato la nostra prospettiva sui conflitti bellici. Avevamo una visione distante dalle catastrofi di una guerra che non ci coinvolgeva direttamente. Ora, colpiti dagli orrori della guerra su un popolo fratello nel cuore dell’Europa, fissare lo sguardo su un atto di barbarie ingiustificato e sulla resistenza eroica del popolo ucraino ci rende solidali nel dolore e nella lotta. La fotografia cruda e diretta, fissa il desiderio di vita, di pace e di libertà di un popolo ingiustamente attaccato”, ha concluso l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios.