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Il filo che unisce le storie alla Fondazione dell’Albero d’Oro

Il filo che unisce le storie alla Fondazione dell’Albero d’OroVenezia, 9 set. (askanews) – Il filo, inteso come mezzo espressivo, fonte di ispirazione e metafora che allude alla scrittura: la Fondazione dell’albero d’Oro a Venezia presenta una mostra dedicata a due artiste: la franco vietnamita Karine N’guyen Van Tham e l’indiana Parul Thacker.


“Per non perdere il filo – ha spiegato ad askanews Anna Mistrorigo, responsabile della comunicazione della Fondazione – è una mostra che racconta la volontà della Fondazione dell’Albero d’Oro di animare questo spazio, che è uno spazio storico, Palazzo Vendramin Grimani, con la creazione di due artiste che sono state invitate qui per tessere un filo con quella che è la comunità veneziana e con la storia di questo antico palazzo, che ha ospitato famiglie importanti della storia veneziana e che continua oggi a vivere grazie alla creazione e grazie all’apertura al pubblico che rende questo spazio vivo e accessibile a tutti”. Le due artiste utilizzano il filo in modi diversi, per creare veri e propri portali spirituali oppure per ricostruire delle storie del passato, ma entrambe toccano, oltre che l’aspetto artistico ed estetico, anche le corde dei sentimenti e dell’identità, comprese quelle dei visitatori. “L’artista indiana lo fa attraverso delle sculture tessili che sono ispirate profondamente a quella che è la cultura indiana, specialmente la cultura tantrica, mentre invece l’artista francese con delle sculture che sono degli oggetti tessili ispirati a questa mitologia personale”.


Entrambe le artiste hanno lavorato a stretto contatto con la Fondazione, attraverso una residenza o la realizzazione di interventi site specific per il palazzo, oltre che in relazione con la stessa città di Venezia. “L’identità veneziana – ha concluso Anna Mistrorigo – noi crediamo che sia stata costruita anche grazie all’apporto dello straniero ed è su questo che si basa la programmazione della Fondazione dell’Albero d’Oro”. Un discorso che si collega anche alla Biennale Arte, di cui la mostra è un evento collaterale, quest’anno dedicata al tema “Stranieri ovunque”.

CucuFestival 2024, a Roana in arrivo artisti da tutto il mondo

CucuFestival 2024, a Roana in arrivo artisti da tutto il mondoRoma, 12 ago. (askanews) – C’è chi arriverà in roulotte, chi armato di trapezio o di una scala e chi con una pozione miracolosa. Qualunque sia il mezzo, o lo scopo, una cosa è certa: artisti e compagnie provenienti da tutto il mondo si ritroveranno anche quest’anno a Roana (VI) per festeggiare la XIV Edizione del CucuFestival, la manifestazione internazionale dedicata al Teatro di Strada promossa e coordinata dal Comune di Roana e organizzata da Carichi Sospesi Aps con la collaborazione delle Proloco delle sei frazioni del territorio cimbro.


Le piazze, le vie e i boschi di Roana, Mezzaselva, Cesuna, Canove, Tresche Conca, e Camporovere diventeranno dal 22 al 25 agosto il palcoscenico tra i monti in cui si esibiranno le eccellenze del circo contemporaneo, del teatro fisico, dell’acrobatica, del trapezio, della clownerie, mescolando la poesia alla comicità. Il primo ad arrivare in Altopiano sarà, giovedì 22 agosto alle 11 (Camporovere, Campo Schettinaggio), il Duo Patagonia, una giovanissima compagnia argentina nata nel 2020 con l’obiettivo di fondere diverse discipline, tra le quali il circo contemporaneo, la danza e la musica.


Sempre giovedì sarà piazza Santa Giustina a Roana il centro verso cui convergeranno gli artisti, a partire dalle 17 con il ritorno del duo italo-argentino Cia ZeC (Zenzero e Cannella), che si ispira al folklore del nord dell’Argentina. Utilizzando una grande scala di legno per rappresentare la montagna, con “Seguime” la compagnia eseguirà in modo simbolico e poetico lo speciale omaggio alla Pachamama, o dea della terra e della fertilità. Un’atmosfera di celebrazione e festa che proseguirà alle 17.45 con il “Bold Circus” dei francesi Circlips, uno spettacolo aereo e acrobatico. Teatro e circo si fonderanno insieme alle 18.45 con Bardo Teatro Fìsico, compagnia argentina nata nel 2016, che si esibirà in “Que Bardo”, uno spettacolo che propone una visione poetica del caos.


Venerdì 23 agosto la magia inizierà alle 17.30 al Parco delle leggende di Cesuna, con il suo bosco popolato da creature straordinarie scolpite nel legno, con “A whole trip” del Duo Patagonia per proseguire poi alle 18.10 con Cia ZeC – Zenzero e Cannella. Alle 21 si esibiranno, infine, Liv & Toby, duo di trapezisti tedeschi. Sabato 24 agosto alle 17.30 ci si sposterà al Palazzetto Polifunzionale di Canove per conoscere Vladimir Vorovich & Madame Olga, i due eccentrici protagonisti del “Charlatans Circus” di Auriga Teatro. La serata si chiude alle 18.30 con “Acrofobia” di Liv & Toby.


Per il gran finale doppio appuntamento: al campo di schettinaggio di Mezzaselva domenica 25 agosto alle 11 con la compagine italo-francese Cara Compagnie, in “Ciao” storia di una coppia, due uomini, sulla trentina, amici di lunga data. La roulotte di Cara Compagnie di sposterà, alle 18.20 a Treschè Conca, dove ad attenderla, dalle 17.30, troveranno lo spagnolo Carlo Mô e la sua ossessione per il trasporto di cose sulle sue spalle: lo “YouGur”. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e gratuito.

A Pride Village “Cromosoma X”, e si elegge il gay più bello d’Italia

A Pride Village “Cromosoma X”, e si elegge il gay più bello d’ItaliaRoma, 5 ago. (askanews) – In un mondo in cui troppa gente guida una Smart, qualche pazzo nutre ancora il desiderio di mettere al mondo dei figli. Quindi la domanda diventa: che genitori saremmo e cosa insegneremmo a quest’ipotetica e sfortunata creatura? È a questo interrogativo che mercoledì 7 agosto tenterà di dare risposta il comico e sceneggiatore Andrea Di Castro nel nuovo spettacolo “Cromosoma X” che porterà sul palco del Pride Village Virgo, il grande Festival LGBTQIA+ di Padova.


“Cromosoma X” è un monologo comico che si fa dialogo tra un padre e un figlio che forse non nascerà mai; un bambino immaginario e senza genere, che, ingenuamente, si fa metafora dell’umanità tutta, senza distinzioni di sorta. Giovedì 8 agosto i cancelli del Festival si apriranno come di consueto alle 19.30 per accogliere al ritmo dei successi del momento e gli approfondimenti di Virgo Radio, trasmessa in DAB in tutta Italia. “Pizza&Drag”, il format che ogni settimana porta sul palco le più talentuose Drag Queen del Momento, accompagnerà poi i “villeggianti”, durante l’aperitivo o la cena.


La serata di venerdì 9 agosto vedrà il Pride Village Virgo riempirsi di bellezza e sex appeal. La kermesse ospiterà infatti la selezione finale per il Triveneto del Concorso “Il Gay più bello d’Italia”, che elegge ogni anno il “reginetto” della comunità gay a livello nazionale. Lo show, diretto da La Ciana e Roberto Zanusso, sarà presentato da Leonardo Feltrin. Il vincitore parteciperà alla Finale che si disputerà a Torre del Lago. E sempre all’insegna della grande musica si concluderà sabato 10 giugno la settimana targata Pride Village Virgo, che ospiterà il ritorno dei virtuosi della musica techno del Black Code Music.


La XVII Edizione del Pride Village Virgo è organizzata con il patrocinio del Comune di Padova e Virgo Cosmetics. Title e Main Sponsor: Virgo Cosmetics. Partner del Village sono: Absolut, bitHOUSEweb, Coca-Cola, Red Bull. Media partner: RTL 102.5.

”La Luna nel pozzo”, acrobati e artisti tornano a invadere Caorle

”La Luna nel pozzo”, acrobati e artisti tornano a invadere CaorleRoma, 3 ago. (askanews) – Artisti provenienti da tutto il mondo tornano anche quest’anno ad animare le calli e le piazze di Caorle, in provincia di Venezia. Da mercoledì 28 agosto a domenica 1 settembre riparte “La Luna nel Pozzo”, Festival Internazionale di Teatro in Strada, promosso dall’amministrazione comunale di Caorle con il Patrocinio della Regione del Veneto, e organizzato da Carichi Sospesi Aps di Padova, in collaborazione con il Consorzio di Promozione Turistica del Veneto Orientale e in partnership con United for Busking, network italiano di festival internazionali di arte di strada.


Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’acrobatica, del circo contemporaneo, dalle clownerie e di tutte quelle discipline che contribuiscono a creare la magia del festival, giunto alla XXIX Edizione e il cui valore artistico è stato riconosciuto anche quest’anno dal Ministero della Cultura che lo ha inserito tra i festival e rassegne di teatro di strada meritevoli del Fondo Unico per lo Spettacolo e che gli consente di usufruire dell’Art Bonus. Oltre venti le compagnie, provenienti da tutto il mondo, che hanno scelto La Luna nel Pozzo. Un totale di oltre settanta appuntamenti divisi nell’arco dei cinque giorni che promettono di far vivere al pubblico momenti di pura emozione, al motto de “L’ordine è come il disordine ma con meno fantasia”.


Il festival si apre mercoledì 28 agosto nel complesso ottocentesco di Ca’ Corniani, frazione del comune di Caorle, con “A whole trip”, spettacolo di mano a mano dei giovani argentini Duo Patagonia e “Edukikan (con cuore valoroso)” degli Afuma, compagnia proveniente dal Togo che e porta nelle piazze danza e canti tradizionali, esibendosi su altissimi trampoli. Dalla Cina, il festival ospita Cho Kairin, ultimo di una lunga dinastia famigliare di acclamati acrobati cinesi, che risale al suo bisnonno. Dall’Argentina, ma passando anche per la Francia arrivano i Mondo Costrini, una coppia pazza ed eccentrica di comici in uno spettacolo di magia, circo, canto e ballo, pieno di situazioni comiche folli.


Dalla Germania tornano graditi ospiti del Festival i Zirkus Morsa con “La Fin Demain” che invitano alla creatività, alla collaborazione e alla naturalezza con un’asse, una carrucola, un pezzo di spago e un legno galleggiante. Dalla Francia, parcheggerà a Caorle la roulotte Cara Compagnie, con le loro palline che si moltiplicano esponenzialmente. Dal Belgio “La Belle Escabelle” di Double Mandoble, mentre Carlo Mo, dalla Spagna, si è portato un muro sulle spalle. Grande attesa, inoltre, per l’arrivo dall’Olanda della Company Midnight, con la prima nazionale dello spettacolo “Us”, nato dalla collaborazione tra Joris Verbeeren e Simone Scaini, un acrobata ed un giocoliere, che, insieme, hanno provato tutto quello che si può fare con i coltelli.


Come ogni anno La Luna nel Pozzo ha voluto dedicare spazio a progetti di inclusione. Quest’anno ospiterà “Percorsi imprevedibili”, una performance nata dall’esperienza di un Laboratorio intensivo di tre giorni con danzatori con e senza disabilità organizzato in occasione del Festival La Luna nel Pozzo 2024, da Ottavo Giorno in collaborazione con Carichi Sospesi e la direzione artistica di Marina Giacometti: dieci danzatori differenti tra loro per età, esperienza e abilità, si metteranno in gioco per costruire un percorso di danza comune. Grande partecipazione al festival anche dalle compagini provenienti dal nostro Paese: come Andrea Farnetani artista eccentrico e poliedrico che porterà a Caorle il suo alter ego “Gustavo La Vita”; Simone Moddaferri e le sue “Scintille Alchemiche”, spettacolo di danza, tecnico ed evocativo che utilizza l’elemento fuoco come elemento espressivo; la Compagnia Nudimascalzi che, in “Oniria” mescola dalla giocoleria al mano a mano, dall’acrobatica aerea al teatro fisico; Il Circo in rotta sarà a Caorle con “Tienimi che ti tengo”, spettacolo vincitore del Primo Premio al Festival del Circo di Siviglia; il mimo Enrico Mazza uscirà improvvisamente da una scatola, mentre in “Beat Socks” di Teatro del Cacao, un teatro completo con quinte, uscite laterali e palco prenderà vita in uno spazio di 90cm sotto gli occhi dello spettatore. Numeri acrobatici, giocoleria e gag comiche al limite della coerenza saranno gli ingredienti del “Cabaret Zuzzurellone” dei Duoflosh, mentre gli animi più romantici non potranno che intenerirsi con le avventure di M. Mustache “Affetto D’amore”. La musica, infine, è affidata alla Compagnia Samovar: ottoni e legni calcano temi balcanici e latini passando da euforia festosa a malinconia amorosa.

Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu Youju

Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu YoujuVenezia, 20 lug. (askanews) – Un discorso che abbraccia Oriente e Occidente, passato e futuro e, soprattutto, si focalizza sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente. A Venezia, a Palazzo Donà dalle Rose, è aperta lo mostra “Starting from the Metapoint” dell’artista cinese Liu Youju, curata da Anna Balzani.


“Nelle opere di Liu Youju – ci ha spiegato la curatrice – confluiscono elementi riconducibili all’arte orientale e all’arte occidentale, quindi elementi artistici, estetici e filosofici di conducibili a Est e Ovest. E un elemento che caratterizza il suo lavoro è certamente il colore, e la volontà di esprimere, di imprimere sulla tela, attraverso il colore, questi cromatismi accesi, questo vitalismo, l’importanza di ripristinare il rapporto tra gli esseri umani e la natura”. In mostra venti dipinti con cui l’artista ci spinge a guardare nel nostro inconscio, come riflessi in uno specchio, per scoprire un altrove. Alberi maestosi, montagne, laghi, paesaggi naturali e interiori, sagome e volti misteriosi si succedono, impressi su carta di riso e tela, realizzati con inchiostro e colori acrilici. Il tutto con anche uno sguardo alla grande arte del passato.


“Il Rinascimento europeo – ci ha detto l’artista – è stato un grande capitolo della storia culturale che ha inaugurato una trasformazione dell’anima umana e l’innovazione artistica non può mai prescindere dalla tradizione culturale. Noi siamo un risultato della storia, da essa deriviamo e attraverso ogni nostro progetto artistico speriamo di portare al pubblico nuove sollecitazioni e prospettive di riflessione. Dobbiamo vivere il presente nel rispetto dell’ambiente naturale, dell’energia della Natura. A questo m’ispiro”. I lavoro di Liu Youju rappresenta anche una riflessione sull’esistenza, sulle emozioni degli esseri umani, sul rapporto quotidiano con l’Altro. In questa prospettiva è anche presente, nel padiglione nazionale del Camerun, alla Biennale d’Arte, dedicata nel 2024 al tema “Stranieri ovunque”.

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a Venezia

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a VeneziaVenezia, 11 lug. (askanews) – Un nuovo concetto di bistrot museale a Venezia: il San Giorgio Café, sull’isola omonima che guarda verso San Marco e la Laguna, offre spazi di ristorazione alla Fondazione Giorgio Cini, ma anche a Le stanze del Vetro e quelle della Fotografia. Un luogo che vive della venezianità, di una location discreta, ma unica, e di una fortissima relazione con il territorio, come ci ha spiegato il direttore del Café, Samuel Baston, partendo dai colori dei vari menu.


“Sono dei profumi, dei colori e dei sapori veri che rappresentano tutto il territorio di Venezia – ha detto ad askanews – dove andiamo ad attingere i prodotti del territorio nelle isole, Burano o l’Isola del Cavallino, andiamo fuori dalla Laguna per il pescato e addirittura la carne la prendiamo nell’entroterra in un allevamento di Mira che è realmente a chilometro zero”. Il San Giorgio Café, che offre anche una grande varietà di vini, sempre legati alla dimensione locale, è stato affidato dal 2019 alla gestione dell’azienda D’Uva, guidata da Ilaria D’Uva, che ha voluto sottolineare il valore della semplicità che caratterizza il bistrot. “La semplicità è difficile da realizzare – ci ha detto – se non c’è un pensiero dietro. E dietro questo luogo c’è un bellissimo pensiero d’accoglienza e anche un bellissimo pensiero di cucina”.


Lontano dal turismo che soffoca la città, ma pienamente inserito nel modo di essere di Venezia: il San Giorgio Café ci racconta di una autenticità reale, che si può comunque costruire: con la passione, la qualità e la competenza.

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amanti

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amantiMilano, 23 giu. (askanews) – Dalla penna ironica e pungente di Alessandro Nicolò Pellizzari, già autore di un libro di successo sulle relazioni di coppia, nasce la prima raccolta di profili di uomini da scegliere o evitare con le storie e le recensioni delle lettrici che ci sono già passate. Il nome “Love Advisor” non è solo intuibile per via della somiglianza all’app per individuare il miglior hotel o ristorante: questa è una guida che parla di amore e di come orientarsi per scegliere il partner su misura. Un vero manuale di profili e comportamenti maschili realizzato secondo il metodo dell’Epidemiologia di coppia ideato dall’autore e completato dalle storie delle donne che ci sono già passate prima e che valgono da esempio per tutte le altre lettrici. “E’ la risposta alle migliaia di donne che vorrebbero fare delle vere a proprie recensioni dei loro amori sbagliati, uomini fatti con lo stampino e che fanno soffrire. Da qualche anno – spiega Alessandro Nicolò Pellizzari, giornalista, blogger (alessandropellizzari.com) e autore del libro “Love Advisor” – raccolgo storie spesso identiche di donne innamorate, lasciate, tradite da partner che hanno caratteristiche riconoscibili e quindi evitabili. Non sarà difficile in questo mio ultimo libro individuare il proprio lui e spero serva a molte lettrici per capire subito o perlomeno per tempo, se hanno a che fare con il vero ufficiale e gentiluomo oppure con il seriale, il finto separato o l’ex- amico, o il leone da tastiera, o l’uomo boomerang o… quello che leggendo il libro, riconosceranno come più simile al loro”. Cosa vuole sapere una donna in una storia d’amore? Quando la storia si fa seria, le domande aumentano: sarà davvero interessato a me? Mi sta dicendo bugie o è un manipolatore? Manterrà le promesse che mi ha fatto come amante? “Prima che inizi una storia, è possibile capire dal comportamento di un uomo se le sue intenzioni sono davvero sincere e se sta dicendo la verità. In questi anni – continua il giornalista milanese ma di famiglia veneziana – mi sono accorto che alle donne mancano delle leve utili a riconoscere i bluff di molti uomini. Ecco perché in ciascun profilo ho voluto inserire frasi, atteggiamenti, scuse accampate e persino bidoni che li caratterizzano. Avere una sorta di “anteprima” di quello che quel tipo di uomo rappresenta e farà, sarà di aiuto a molte amanti, mogli, fidanzate per decidere se tenersi alla larga, se hanno tutto quello che desiderano o è ora di cambiare”. 30 Uomini al microscopio. E’ molto chiara e ironica la descrizione dei tanti uomini, uno diverso dall’altro, ma tutti con qualcosa che li rende riconoscibili. “Chi mi segue sa che il mio metodo, l’Epidemiologia di coppia, mi permette di stilare dei profili maschili nei quali poter incasellare, con accettabile percentuale di errore, gli uomini che caratterizzano il mercato dei papabili. Perché i maschi – prosegue Pellizzari – sono una costante nei comportamenti in amore, mentre le donne sono la variabile. Da ciò che un uomo dice o fa si può stilare infatti un suo profilo di partner e prevederne le prossime mosse, nonchè immaginare l’evoluzione della coppia. Leggere Love Advisor una sola volta non basta: tenetelo sempre pronto all’uso ogni volta che desiderate capire o cercare il vostro lui ideale”.


Love advisor Coediizione Stile Italia Edizioni e Maretti Editore Pagine n° 304 Costo 19,00 euro, ordinabile online e in libreria.

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San Giorgio

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San GiorgioRoma, 30 mag. (askanews) – Con il concerto del Quartetto di Venezia, impegnato nel progetto di esecuzione integrale dei quartetti di Ludwig van Beethoven, sabato 8 giugno all’Auditorium Lo Squero sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, si chiude la prima parte della rassegna concertistica di Asolo Musica Veneto Musica, con la direzione artistica di Federico Pupo e realizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini.


Il Quartetto, formato da Andrea Vio e Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola e Angelo Zanin al violoncello, aggiunge così una nuova tappa nel viaggio dedicato alla letteratura quartettistica beethoveniana. “Quartetto in Residenza” alla Fondazione Giorgio Cini dal 2017, il Quartetto di Venezia si è esibito in alcuni tra i maggiori festival internazionali in Italia e nel mondo, ha collaborato con artisti di fama mondiale e ha al suo attivo una vasta produzione discografica. La scaletta del concerto vede sul leggio tre quartetti del genio di Bonn. I primi due appartengono all’Opera 18, raccolta che costituisce il solo contributo offerto da Beethoven al genere del quartetto nella prima fase della sua parabola artistica, offrendo al pubblico dell’epoca un’esaltante anticipazione degli straordinari capolavori che l’avrebbero seguita.


Ad aprire il programma è l’incontenibile energia e l’avvincente variazione armonica del Quartetto in re magg. op.18 n. 3, seguito dal Quartetto in Fa maggiore op. 18 n. 1, con le battute iniziali che brillano di vigore e di una irrefrenabile curiosità. Conclude il concerto il Quartetto in la minore op.132; nel cuore del brano compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio e ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. Il Quartetto di Venezia tornerà poi protagonista nel concerto del 26 ottobre, appuntamento che segnerà l’avvio della stagione autunnale e completerà il progetto che la formazione ha dedicato all’affascinante mondo dei quartetti beethoveniani.


La Stagione dei Concerti 2024 è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e da Bellussi Spumanti, Centro Marca Banca, Hausbrandt, Massignani & C., Pro-Gest Group, Zanta pianoforti. Con biglietto integrato il pubblico avrà la possibilità di visitare il complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, il Labirinto Borges, il Bosco con le Vatican Chapels e il Teatro Verde.

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografi

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografiRoma, 29 mag. (askanews) – Dopo le tappe di Roma, Milano, Genova, Palermo e Bari, dal 30 maggio al 30 giugno 2024 al Forte Marghera di Mestre (Venezia) sarà visitabile la mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina”. Sette fotografi ucraini – Lyubov Durakova, Kateryna Aleksieienko, Alena Grom, Gera Artemova, Mykhailo Palinchak, Elena Subach, Volodymyr Petrov – condividono i loro progetti documentaristici e artistici sulla vita durante il periodo della guerra regalando allo spettatore uno sguardo autentico ma mai senza speranza.


La mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina” chiude la Festa dell’Europa a Venezia #FestaEuVenezia2024 3-31 maggio 2024 giunta alla sua XII edizione dal titolo “Diritti al voto” come segno della natura europeista della Città di Venezia e dei partner istituzionali che vi collaborano da sempre. L’iniziativa, in vista delle Elezioni europee di giugno, frutto della collaborazione tra Comune di Venezia – Europe Direct, Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia, Parlamento Europeo – Ufficio di Milano, Commissione Europea – Rappresentanza a Milano – ha messo in risalto la “vocazione europea” del capoluogo lagunare, quale luogo di riflessione sull’Europa. Soddisfazione per i dati complessivi di questa edizione che volge al termine: circa 30 eventi tra seminari, celebrazioni, proiezioni, incontri e mostre, quasi 30.000 partecipazioni di persone interessate tra giovani e cittadini, con la collaborazione di più di 40 partner locali, nazionali ed europei.


La mostra è a cura di Kateryna Radchenko dell’Odesa Photo Days Festival, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’Ambasciata del Belgio in Italia (Presidenza del Consiglio dell’Unione europea) l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Ambasciata di Svezia in Italia e l’Ambasciata d’Ucraina in Italia e in collaborazione con la Città di Venezia, Europe Direct Venezia Veneto, Fondazione Forte Marghera e StudioNex. Fino al 30 giugno 2024 nella Polveriera Francese del Forte Marghera attendono lo spettatore storie visive che vanno da quella della documentarista ucraina che si è arruolata nelle Forze Armate, a quella della gente di Kyiv che si confronta in uno spazio vitale profondamente segnato dalla guerra con una nuova “normalità”, fino al diario visivo personale dei rifugiati ucraini in Polonia.


Il titolo della mostra fa riferimento a un testo della poetessa classica ucraina Lesia Ukrainka, scritto nel 1890, un monologo dell’autrice che proclama lo spirito di speranza e di opposizione a tutti i problemi anche nelle circostanze più difficili. La mostra è divisa in tre parti – la lotta, la speranza e l’indomani – che parlano ognuna della nuova realtà e dell’adattamento alla vita durante la guerra, della lotta per l’esistenza del Paese, delle esperienze traumatiche e della speranza che li spinge a continuare a vivere. “La guerra in Ucraina infuria da nove anni e sono passati ormai due anni da quando la Russia ha lanciato un’invasione su larga scala. È difficile esprimere a parole il complicato mix di sentimenti provati dagli ucraini. Ritengo che le storie visive possano raccontare con maggiore precisione cosa significhi vivere in tempo di guerra e mantenere ancora la speranza nei nostri cuori”, ha dichiarato la curatrice Kateryna Radchenko.


“Dopo quasi un anno, la mostra itinerante Contra Spem Spero raggiunge la sua simbolica ultima tappa a Forte Marghera: il fatto che in Europa siamo riusciti a trasformare le fortezze in musei è un grande successo. Allo stesso tempo, la persistente e brutale guerra di aggressione russa contro l’Ucraina dimostra che dobbiamo difendere questa pace. Anche l’Ucraina ha il diritto di vivere in pace e sicurezza. È nostra responsabilità sostenerla nella sua lotta per la libertà e l’indipendenza finché sarà necessario per trasformare questa loro speranza in realtà. La nostra piena solidarietà va al popolo ucraino. Non dimentichiamoli!”, ha sottolineato l’Ambasciatore tedesco Hans-Dieter Lucas. Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’impegno dell’Unione europea a fianco del popolo ucraino e degli artisti ucraini è stato fermo e costante. Il potere evocativo di queste immagini rafforza ancora di più la volontà di sostenere la resistenza ucraina per ripristinare la pace in Europa e avviare la ripresa post-bellica nel Paese”, ha affermato il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti. “Il Belgio detiene attualmente la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Il primo febbraio i capi dei governi dell’UE a 27 hanno confermato il loro sostegno all’Ucraina impegnandosi a stanziare un bilancio supplementare di 50 miliardi di euro. Questa decisione dimostra l’unità europea nel sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario. Nel frattempo, abbiamo anche aperto la porta al percorso dell’Ucraina affinché diventi un membro a pieno titolo dell’UE. Durante la presidenza belga continueremo a lavorare su ulteriori misure, sperando di poter raggiungere la pace. Slava Ukraini!”, sono le parole dell’Ambasciatore belga PierreEmmanuel De Bauw. “La guerra ha colpito ancora una volta l’Europa. L’aggressione russa è inaccettabile e illegale. Dobbiamo sostenere instancabilmente l’Ucraina nella sua lotta per la libertà. L’Unione europea si è schierata all’unanimità per la libertà e la giustizia durante questa guerra, uniti possiamo fare grandi cose. Siamo più forti insieme!, è l’esortazione dell’Ambasciatore svedese Jan Björklund. “La fotografia è una fissazione materiale delle immagini terribili della guerra che la Russia ha iniziato contro l’Ucraina, la guerra che non sceglie determinati obiettivi, ma distrugge tutto ciò che può essere distrutto: vite umane, cultura e storia del Paese. Attraverso la resistenza instancabile e l’incredibile eroismo, superando con dignità le prove della guerra, gli ucraini si stanno muovendo verso un nuovo livello di autocoscienza, autoidentificazione, statualità, soggettività mondiale. Ringraziamo tutti coloro che oggi, insieme al popolo ucraino, si stanno impegnando per fermare l’aggressione russa nel centro dell’Europa”, commenta l’Ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk. “La guerra in suolo europeo, frutto di un’aggressione russa contro l’Ucraina, ha cambiato la nostra prospettiva sui conflitti bellici. Avevamo una visione distante dalle catastrofi di una guerra che non ci coinvolgeva direttamente. Ora, colpiti dagli orrori della guerra su un popolo fratello nel cuore dell’Europa, fissare lo sguardo su un atto di barbarie ingiustificato e sulla resistenza eroica del popolo ucraino ci rende solidali nel dolore e nella lotta. La fotografia cruda e diretta, fissa il desiderio di vita, di pace e di libertà di un popolo ingiustamente attaccato”, ha concluso l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios.

Il vetro e la Biennale, una storia tra passato e futuro

Il vetro e la Biennale, una storia tra passato e futuroVenezia, 22 mag. (askanews) – Un salto indietro nel tempo e nella storia della Biennale, per ritrovare il vetro nelle Mostre internazionali veneziane. A Le stanze del vetro sull’isola di San Giorgio Maggiore è aperta al pubblico la mostra “Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia 1912-1930”, primo capitolo di un progetto espositivo pluriennale curato da Marino Barovier, che è partito da un’idea precisa. “L’idea – ha detto ad askanews – è quella di voler presentare in futuro, spero, me lo auguro, ancora del vetro in Biennale, perché la Biennale è cominciata nel 1895 e il vetro di Murano è stato ospitato in Biennale fino al 1972, e poi basta”.


Il percorso espositivo di questa prima mostra ripropone i pezzi originali esposti nelle Biennali degli anni Dieci e Venti del Novecento, con le opere dello scultore e ceramista norvegese Hans Stoltenberg Lerche, del muranese Vittorio Toso Borella con i suoi smalti, dei pittori Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf Ferrari, dell’artista del ferro battuto Umberto Bellotto. E poi ancora Cappellin e Venini, Guido Balsamo Stella e la Vetreria Artistica Barovier. Stili e forme diverse, ma anche materiali molto particolari, come il vetro pulegoso dal caratteristico aspetto semiopaco a fitte bollicine o altri tipi di vetro nati da partite difettose e quindi poi non più replicabili. Il discorso con Marino Barovier poi dal passato si sposta al presente, e al futuro: “Sono cresciuti nel frattempo molto artisti che si cimentano con il vetro come se fosse una materia. Cioè, come gli artisti hanno adoperato il marmo, hanno adoperato il ferro, hanno adoperato la pittura, hanno adoperato qualsiasi altro materiale per realizzare delle opere d’arte, il vetro di Murano è ancora interessante come materiale d’arte e quindi si potrebbero ancora ospitare nelle sale della Biennale artisti che anziché altre materie adoperano il vetro, perché no?”.


La mostra è introdotta da una serie di documenti video dell’epoca e il catalogo nasce da una approfondita indagine documentaria nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.