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Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu Youju

Venezia, uomo e natura nei dipinti tra Est e Ovest di Liu YoujuVenezia, 20 lug. (askanews) – Un discorso che abbraccia Oriente e Occidente, passato e futuro e, soprattutto, si focalizza sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente. A Venezia, a Palazzo Donà dalle Rose, è aperta lo mostra “Starting from the Metapoint” dell’artista cinese Liu Youju, curata da Anna Balzani.


“Nelle opere di Liu Youju – ci ha spiegato la curatrice – confluiscono elementi riconducibili all’arte orientale e all’arte occidentale, quindi elementi artistici, estetici e filosofici di conducibili a Est e Ovest. E un elemento che caratterizza il suo lavoro è certamente il colore, e la volontà di esprimere, di imprimere sulla tela, attraverso il colore, questi cromatismi accesi, questo vitalismo, l’importanza di ripristinare il rapporto tra gli esseri umani e la natura”. In mostra venti dipinti con cui l’artista ci spinge a guardare nel nostro inconscio, come riflessi in uno specchio, per scoprire un altrove. Alberi maestosi, montagne, laghi, paesaggi naturali e interiori, sagome e volti misteriosi si succedono, impressi su carta di riso e tela, realizzati con inchiostro e colori acrilici. Il tutto con anche uno sguardo alla grande arte del passato.


“Il Rinascimento europeo – ci ha detto l’artista – è stato un grande capitolo della storia culturale che ha inaugurato una trasformazione dell’anima umana e l’innovazione artistica non può mai prescindere dalla tradizione culturale. Noi siamo un risultato della storia, da essa deriviamo e attraverso ogni nostro progetto artistico speriamo di portare al pubblico nuove sollecitazioni e prospettive di riflessione. Dobbiamo vivere il presente nel rispetto dell’ambiente naturale, dell’energia della Natura. A questo m’ispiro”. I lavoro di Liu Youju rappresenta anche una riflessione sull’esistenza, sulle emozioni degli esseri umani, sul rapporto quotidiano con l’Altro. In questa prospettiva è anche presente, nel padiglione nazionale del Camerun, alla Biennale d’Arte, dedicata nel 2024 al tema “Stranieri ovunque”.

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a Venezia

Una nuova idea di bistrot museale: il San Giorgio Café a VeneziaVenezia, 11 lug. (askanews) – Un nuovo concetto di bistrot museale a Venezia: il San Giorgio Café, sull’isola omonima che guarda verso San Marco e la Laguna, offre spazi di ristorazione alla Fondazione Giorgio Cini, ma anche a Le stanze del Vetro e quelle della Fotografia. Un luogo che vive della venezianità, di una location discreta, ma unica, e di una fortissima relazione con il territorio, come ci ha spiegato il direttore del Café, Samuel Baston, partendo dai colori dei vari menu.


“Sono dei profumi, dei colori e dei sapori veri che rappresentano tutto il territorio di Venezia – ha detto ad askanews – dove andiamo ad attingere i prodotti del territorio nelle isole, Burano o l’Isola del Cavallino, andiamo fuori dalla Laguna per il pescato e addirittura la carne la prendiamo nell’entroterra in un allevamento di Mira che è realmente a chilometro zero”. Il San Giorgio Café, che offre anche una grande varietà di vini, sempre legati alla dimensione locale, è stato affidato dal 2019 alla gestione dell’azienda D’Uva, guidata da Ilaria D’Uva, che ha voluto sottolineare il valore della semplicità che caratterizza il bistrot. “La semplicità è difficile da realizzare – ci ha detto – se non c’è un pensiero dietro. E dietro questo luogo c’è un bellissimo pensiero d’accoglienza e anche un bellissimo pensiero di cucina”.


Lontano dal turismo che soffoca la città, ma pienamente inserito nel modo di essere di Venezia: il San Giorgio Café ci racconta di una autenticità reale, che si può comunque costruire: con la passione, la qualità e la competenza.

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amanti

Love Advisor, manuale sui migliori (o peggiori) fidanzati e amantiMilano, 23 giu. (askanews) – Dalla penna ironica e pungente di Alessandro Nicolò Pellizzari, già autore di un libro di successo sulle relazioni di coppia, nasce la prima raccolta di profili di uomini da scegliere o evitare con le storie e le recensioni delle lettrici che ci sono già passate. Il nome “Love Advisor” non è solo intuibile per via della somiglianza all’app per individuare il miglior hotel o ristorante: questa è una guida che parla di amore e di come orientarsi per scegliere il partner su misura. Un vero manuale di profili e comportamenti maschili realizzato secondo il metodo dell’Epidemiologia di coppia ideato dall’autore e completato dalle storie delle donne che ci sono già passate prima e che valgono da esempio per tutte le altre lettrici. “E’ la risposta alle migliaia di donne che vorrebbero fare delle vere a proprie recensioni dei loro amori sbagliati, uomini fatti con lo stampino e che fanno soffrire. Da qualche anno – spiega Alessandro Nicolò Pellizzari, giornalista, blogger (alessandropellizzari.com) e autore del libro “Love Advisor” – raccolgo storie spesso identiche di donne innamorate, lasciate, tradite da partner che hanno caratteristiche riconoscibili e quindi evitabili. Non sarà difficile in questo mio ultimo libro individuare il proprio lui e spero serva a molte lettrici per capire subito o perlomeno per tempo, se hanno a che fare con il vero ufficiale e gentiluomo oppure con il seriale, il finto separato o l’ex- amico, o il leone da tastiera, o l’uomo boomerang o… quello che leggendo il libro, riconosceranno come più simile al loro”. Cosa vuole sapere una donna in una storia d’amore? Quando la storia si fa seria, le domande aumentano: sarà davvero interessato a me? Mi sta dicendo bugie o è un manipolatore? Manterrà le promesse che mi ha fatto come amante? “Prima che inizi una storia, è possibile capire dal comportamento di un uomo se le sue intenzioni sono davvero sincere e se sta dicendo la verità. In questi anni – continua il giornalista milanese ma di famiglia veneziana – mi sono accorto che alle donne mancano delle leve utili a riconoscere i bluff di molti uomini. Ecco perché in ciascun profilo ho voluto inserire frasi, atteggiamenti, scuse accampate e persino bidoni che li caratterizzano. Avere una sorta di “anteprima” di quello che quel tipo di uomo rappresenta e farà, sarà di aiuto a molte amanti, mogli, fidanzate per decidere se tenersi alla larga, se hanno tutto quello che desiderano o è ora di cambiare”. 30 Uomini al microscopio. E’ molto chiara e ironica la descrizione dei tanti uomini, uno diverso dall’altro, ma tutti con qualcosa che li rende riconoscibili. “Chi mi segue sa che il mio metodo, l’Epidemiologia di coppia, mi permette di stilare dei profili maschili nei quali poter incasellare, con accettabile percentuale di errore, gli uomini che caratterizzano il mercato dei papabili. Perché i maschi – prosegue Pellizzari – sono una costante nei comportamenti in amore, mentre le donne sono la variabile. Da ciò che un uomo dice o fa si può stilare infatti un suo profilo di partner e prevederne le prossime mosse, nonchè immaginare l’evoluzione della coppia. Leggere Love Advisor una sola volta non basta: tenetelo sempre pronto all’uso ogni volta che desiderate capire o cercare il vostro lui ideale”.


Love advisor Coediizione Stile Italia Edizioni e Maretti Editore Pagine n° 304 Costo 19,00 euro, ordinabile online e in libreria.

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San Giorgio

Il Quartetto di Venezia l’8 giugno sull’isola di San GiorgioRoma, 30 mag. (askanews) – Con il concerto del Quartetto di Venezia, impegnato nel progetto di esecuzione integrale dei quartetti di Ludwig van Beethoven, sabato 8 giugno all’Auditorium Lo Squero sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, si chiude la prima parte della rassegna concertistica di Asolo Musica Veneto Musica, con la direzione artistica di Federico Pupo e realizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini.


Il Quartetto, formato da Andrea Vio e Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola e Angelo Zanin al violoncello, aggiunge così una nuova tappa nel viaggio dedicato alla letteratura quartettistica beethoveniana. “Quartetto in Residenza” alla Fondazione Giorgio Cini dal 2017, il Quartetto di Venezia si è esibito in alcuni tra i maggiori festival internazionali in Italia e nel mondo, ha collaborato con artisti di fama mondiale e ha al suo attivo una vasta produzione discografica. La scaletta del concerto vede sul leggio tre quartetti del genio di Bonn. I primi due appartengono all’Opera 18, raccolta che costituisce il solo contributo offerto da Beethoven al genere del quartetto nella prima fase della sua parabola artistica, offrendo al pubblico dell’epoca un’esaltante anticipazione degli straordinari capolavori che l’avrebbero seguita.


Ad aprire il programma è l’incontenibile energia e l’avvincente variazione armonica del Quartetto in re magg. op.18 n. 3, seguito dal Quartetto in Fa maggiore op. 18 n. 1, con le battute iniziali che brillano di vigore e di una irrefrenabile curiosità. Conclude il concerto il Quartetto in la minore op.132; nel cuore del brano compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio e ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. Il Quartetto di Venezia tornerà poi protagonista nel concerto del 26 ottobre, appuntamento che segnerà l’avvio della stagione autunnale e completerà il progetto che la formazione ha dedicato all’affascinante mondo dei quartetti beethoveniani.


La Stagione dei Concerti 2024 è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e da Bellussi Spumanti, Centro Marca Banca, Hausbrandt, Massignani & C., Pro-Gest Group, Zanta pianoforti. Con biglietto integrato il pubblico avrà la possibilità di visitare il complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini, il Labirinto Borges, il Bosco con le Vatican Chapels e il Teatro Verde.

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografi

”Contra Spem Spero”, storie dall’Ucraina raccontate da 7 fotografiRoma, 29 mag. (askanews) – Dopo le tappe di Roma, Milano, Genova, Palermo e Bari, dal 30 maggio al 30 giugno 2024 al Forte Marghera di Mestre (Venezia) sarà visitabile la mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina”. Sette fotografi ucraini – Lyubov Durakova, Kateryna Aleksieienko, Alena Grom, Gera Artemova, Mykhailo Palinchak, Elena Subach, Volodymyr Petrov – condividono i loro progetti documentaristici e artistici sulla vita durante il periodo della guerra regalando allo spettatore uno sguardo autentico ma mai senza speranza.


La mostra fotografica “Contra Spem Spero – Storie dall’Ucraina” chiude la Festa dell’Europa a Venezia #FestaEuVenezia2024 3-31 maggio 2024 giunta alla sua XII edizione dal titolo “Diritti al voto” come segno della natura europeista della Città di Venezia e dei partner istituzionali che vi collaborano da sempre. L’iniziativa, in vista delle Elezioni europee di giugno, frutto della collaborazione tra Comune di Venezia – Europe Direct, Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia, Parlamento Europeo – Ufficio di Milano, Commissione Europea – Rappresentanza a Milano – ha messo in risalto la “vocazione europea” del capoluogo lagunare, quale luogo di riflessione sull’Europa. Soddisfazione per i dati complessivi di questa edizione che volge al termine: circa 30 eventi tra seminari, celebrazioni, proiezioni, incontri e mostre, quasi 30.000 partecipazioni di persone interessate tra giovani e cittadini, con la collaborazione di più di 40 partner locali, nazionali ed europei.


La mostra è a cura di Kateryna Radchenko dell’Odesa Photo Days Festival, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, l’Ambasciata del Belgio in Italia (Presidenza del Consiglio dell’Unione europea) l’Ambasciata di Spagna in Italia, l’Ambasciata di Svezia in Italia e l’Ambasciata d’Ucraina in Italia e in collaborazione con la Città di Venezia, Europe Direct Venezia Veneto, Fondazione Forte Marghera e StudioNex. Fino al 30 giugno 2024 nella Polveriera Francese del Forte Marghera attendono lo spettatore storie visive che vanno da quella della documentarista ucraina che si è arruolata nelle Forze Armate, a quella della gente di Kyiv che si confronta in uno spazio vitale profondamente segnato dalla guerra con una nuova “normalità”, fino al diario visivo personale dei rifugiati ucraini in Polonia.


Il titolo della mostra fa riferimento a un testo della poetessa classica ucraina Lesia Ukrainka, scritto nel 1890, un monologo dell’autrice che proclama lo spirito di speranza e di opposizione a tutti i problemi anche nelle circostanze più difficili. La mostra è divisa in tre parti – la lotta, la speranza e l’indomani – che parlano ognuna della nuova realtà e dell’adattamento alla vita durante la guerra, della lotta per l’esistenza del Paese, delle esperienze traumatiche e della speranza che li spinge a continuare a vivere. “La guerra in Ucraina infuria da nove anni e sono passati ormai due anni da quando la Russia ha lanciato un’invasione su larga scala. È difficile esprimere a parole il complicato mix di sentimenti provati dagli ucraini. Ritengo che le storie visive possano raccontare con maggiore precisione cosa significhi vivere in tempo di guerra e mantenere ancora la speranza nei nostri cuori”, ha dichiarato la curatrice Kateryna Radchenko.


“Dopo quasi un anno, la mostra itinerante Contra Spem Spero raggiunge la sua simbolica ultima tappa a Forte Marghera: il fatto che in Europa siamo riusciti a trasformare le fortezze in musei è un grande successo. Allo stesso tempo, la persistente e brutale guerra di aggressione russa contro l’Ucraina dimostra che dobbiamo difendere questa pace. Anche l’Ucraina ha il diritto di vivere in pace e sicurezza. È nostra responsabilità sostenerla nella sua lotta per la libertà e l’indipendenza finché sarà necessario per trasformare questa loro speranza in realtà. La nostra piena solidarietà va al popolo ucraino. Non dimentichiamoli!”, ha sottolineato l’Ambasciatore tedesco Hans-Dieter Lucas. Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’impegno dell’Unione europea a fianco del popolo ucraino e degli artisti ucraini è stato fermo e costante. Il potere evocativo di queste immagini rafforza ancora di più la volontà di sostenere la resistenza ucraina per ripristinare la pace in Europa e avviare la ripresa post-bellica nel Paese”, ha affermato il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti. “Il Belgio detiene attualmente la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Il primo febbraio i capi dei governi dell’UE a 27 hanno confermato il loro sostegno all’Ucraina impegnandosi a stanziare un bilancio supplementare di 50 miliardi di euro. Questa decisione dimostra l’unità europea nel sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario. Nel frattempo, abbiamo anche aperto la porta al percorso dell’Ucraina affinché diventi un membro a pieno titolo dell’UE. Durante la presidenza belga continueremo a lavorare su ulteriori misure, sperando di poter raggiungere la pace. Slava Ukraini!”, sono le parole dell’Ambasciatore belga PierreEmmanuel De Bauw. “La guerra ha colpito ancora una volta l’Europa. L’aggressione russa è inaccettabile e illegale. Dobbiamo sostenere instancabilmente l’Ucraina nella sua lotta per la libertà. L’Unione europea si è schierata all’unanimità per la libertà e la giustizia durante questa guerra, uniti possiamo fare grandi cose. Siamo più forti insieme!, è l’esortazione dell’Ambasciatore svedese Jan Björklund. “La fotografia è una fissazione materiale delle immagini terribili della guerra che la Russia ha iniziato contro l’Ucraina, la guerra che non sceglie determinati obiettivi, ma distrugge tutto ciò che può essere distrutto: vite umane, cultura e storia del Paese. Attraverso la resistenza instancabile e l’incredibile eroismo, superando con dignità le prove della guerra, gli ucraini si stanno muovendo verso un nuovo livello di autocoscienza, autoidentificazione, statualità, soggettività mondiale. Ringraziamo tutti coloro che oggi, insieme al popolo ucraino, si stanno impegnando per fermare l’aggressione russa nel centro dell’Europa”, commenta l’Ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk. “La guerra in suolo europeo, frutto di un’aggressione russa contro l’Ucraina, ha cambiato la nostra prospettiva sui conflitti bellici. Avevamo una visione distante dalle catastrofi di una guerra che non ci coinvolgeva direttamente. Ora, colpiti dagli orrori della guerra su un popolo fratello nel cuore dell’Europa, fissare lo sguardo su un atto di barbarie ingiustificato e sulla resistenza eroica del popolo ucraino ci rende solidali nel dolore e nella lotta. La fotografia cruda e diretta, fissa il desiderio di vita, di pace e di libertà di un popolo ingiustamente attaccato”, ha concluso l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios.

Il vetro e la Biennale, una storia tra passato e futuro

Il vetro e la Biennale, una storia tra passato e futuroVenezia, 22 mag. (askanews) – Un salto indietro nel tempo e nella storia della Biennale, per ritrovare il vetro nelle Mostre internazionali veneziane. A Le stanze del vetro sull’isola di San Giorgio Maggiore è aperta al pubblico la mostra “Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia 1912-1930”, primo capitolo di un progetto espositivo pluriennale curato da Marino Barovier, che è partito da un’idea precisa. “L’idea – ha detto ad askanews – è quella di voler presentare in futuro, spero, me lo auguro, ancora del vetro in Biennale, perché la Biennale è cominciata nel 1895 e il vetro di Murano è stato ospitato in Biennale fino al 1972, e poi basta”.


Il percorso espositivo di questa prima mostra ripropone i pezzi originali esposti nelle Biennali degli anni Dieci e Venti del Novecento, con le opere dello scultore e ceramista norvegese Hans Stoltenberg Lerche, del muranese Vittorio Toso Borella con i suoi smalti, dei pittori Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf Ferrari, dell’artista del ferro battuto Umberto Bellotto. E poi ancora Cappellin e Venini, Guido Balsamo Stella e la Vetreria Artistica Barovier. Stili e forme diverse, ma anche materiali molto particolari, come il vetro pulegoso dal caratteristico aspetto semiopaco a fitte bollicine o altri tipi di vetro nati da partite difettose e quindi poi non più replicabili. Il discorso con Marino Barovier poi dal passato si sposta al presente, e al futuro: “Sono cresciuti nel frattempo molto artisti che si cimentano con il vetro come se fosse una materia. Cioè, come gli artisti hanno adoperato il marmo, hanno adoperato il ferro, hanno adoperato la pittura, hanno adoperato qualsiasi altro materiale per realizzare delle opere d’arte, il vetro di Murano è ancora interessante come materiale d’arte e quindi si potrebbero ancora ospitare nelle sale della Biennale artisti che anziché altre materie adoperano il vetro, perché no?”.


La mostra è introdotta da una serie di documenti video dell’epoca e il catalogo nasce da una approfondita indagine documentaria nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

Si chiama “Wolf Legend” la nuova Drop and Twist Tower di Gardaland

Si chiama “Wolf Legend” la nuova Drop and Twist Tower di GardalandMilano, 7 mag. (askanews) – Gardaland ha svelato il nome della nuova e leggendaria attrazione per famiglie, amanti del brivido e temerari di ogni età, con un evento unico che ha coinvolto i numerosi Ospiti presenti al Parco in un’esperienza indimenticabile che li ha resi parte integrante e protagonisti dell’occasione. I Visitatori sono stati ingaggiati da alcuni membri dello staff ai cancelli d’ingresso dove hanno ricevuto una misteriosa sfera numerata contenente un solo indizio: “all’ululato del lupo sarai tu a svelare il nome della nuova attrazione”. Ed è così, con queste sintetiche ma chiare indicazioni, che alle ore 12:00, all’ululato del lupo – figura chiave della nuova e avventurosa attrazione – i tantissimi visitatori e le famiglie, incuriositi per l’insolita convocazione, si sono radunati nella piazza centrale di Gardaland. Qui, dopo aver ritirato il loro oggetto misterioso e aver preso posto, fra lo stupore e la meraviglia, al termine di un corale ed emozionante conto alla rovescia, gli Ospiti hanno innalzato al cielo tanti pezzi di puzzle componendo, così, il nome della nuova attrazione di quest’anno, rimasto segreto fino a questo momento. Il nome Wolf Legend, ripreso da un drone che ha sorvolato l’area, è stato immediatamente proiettato su tutti gli schermi del Parco, lasciando gli ospiti stupefatti. La notizia è stata subito diffusa dai presenti ai loro amici e familiari creando un’ondata di entusiasmo per l’apertura della nuova Drop and Twist Tower e un suggestivo passaparola fra i viali del Parco. Wolf Legend sarà un’attrazione in grado di stupire grandi e piccoli temerari che, seguendo un’avvincente storia, dovranno compiere con coraggio e determinazione un audace rituale: precipitare nelle fauci del gigantesco lupo pietrificato e liberarlo dalla maledizione che incombe su di lui. Ancora una volta Gardaland è riuscito a stupire gli Ospiti presenti che sono stati i protagonisti indiscussi di questo evento, proseguendo nel suo impegno nel fornire esperienze uniche e coinvolgenti nell’attesa dell’inaugurazione il prossimo giugno. Gardaland si riconferma anche per la stagione in corso destinazione di eccellenza nel panorama dei parchi divertimento in Italia e all’estero. Gardaland Resort incentiva fortemente l’acquisto on line del biglietto a data fissa per rispondere alle esigenze dei visitatori più attenti, offrendo loro la possibilità di garantirsi un accesso rapido e agevole oltre che di visitare il Parco nei giorni ad affluenza più bassa ad un prezzo più vantaggioso. Sul sito www.gardaland.it si trovano interessanti opportunità di acquisto per biglietti combinati, che consentono l’accesso a Gardaland Park, a Gardaland Sea Life Aquarium e a Legoland Water Park Gardaland ad un prezzo davvero speciale. Come sempre Gardaland propone anche diverse soluzioni di abbonamento a partire da € 59,00. Per informazioni: https://www.gardaland.it/biglietti-abbonamenti/

La città possibile di Tracey Snelling: scene da un futuro diverso

La città possibile di Tracey Snelling: scene da un futuro diversoVenezia, 30 apr. (askanews) – È una città: viva, complessa, rumorosa, possibile. Sono opere che arrivano dal nostro presente globale, ma hanno in sé anche un elemento di futuro, e lasciano una sensazione di speranza. La mostra che The Human Safety Net, lo spazio culturale di Generali in piazza San Marco a Venezia, dedica all’artista americana Tracey Snelling è un progetto che, come dice il titolo – “About Us” – parla di noi attraverso la dimensione dello spazio domestico e collettivo.


“Io vorrei mostrare – ha detto l’artista ad askanews – quanto siamo simili, quanto diamo diversi, come possiamo pensarla diversamente. Alla fine però sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Questo è un luogo nel quale possiamo stabilire una sorta di connessione e di dialogo”. Piccole case e grandi conglomerati, metropoli del mondo emergente e immaginario collettivo culturale, caos e vicinanza. Nell’esposizione, curata da Luca Massimo Barbero, tutte queste sensazioni convergono e raccontano di come l’abitazione sia una sorta di spazio di identità, ma questa identità sa essere plurale.


“Ho fatto molti lavori sul tema della casa e dell’abitare, sulle ingiustizie sociali – ha aggiunto Tracey Snelling – ho accesso un faro sulla povertà globale; il mio lavoro qui vorrebbe portare consapevolezza su quello che possiamo fare per cambiare le cose, per migliorare il futuro, per avere dei vicini che non siano, come dice il titolo della Biennale, degli stranieri, ma possano in qualche modo diventare degli amici”. Quello di Snelling è un mondo che parla molte lingue diverse, che racconta diverse umanità, che mostra come certe luci e certi luoghi, come per esempio un comunissimo chiosco di Kebab, possano essere anche molto altro, uno spazio di possibilità, di futuro, di umanità. Di cui nella società del capitale digitale si sente sempre più bisogno.

La costellazione Guggenheim a Venezia con la nuova CEO Westermann

La costellazione Guggenheim a Venezia con la nuova CEO WestermannVenezia, 20 apr. (askanews) – Un’occasione per fare il punto sulla presenza dei musei e della Fondazione Guggenheim nel mondo, nello scenario di una Venezia che vive i giorni di apertura della 60esima Biennale d’arte. La Collezione Peggy Guggenheim ha accolto direttori e curatori da New York, Bilbao e Abu Dhabi e Mariet Westermann, nominata direttrice e CEO della Fondazione e del Museo Solomon R. Guggenheim, ha parlato di quanto è stato fatto, e soprattutto di quello che ancora c’è da fare.


“Guardando in avanti – ha detto dalla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni – il mio obiettivo è che si possa usare la nostra notevole presenza globale, che stiamo costruendo da anni, per ampliare il nostro impatto come costellazione dinamica, per fare ancora di più a sostegno degli artisti e della presenza dell’arte nella vita delle persone, sia nei nostri musei sia nel mondo online”. Accanto a Westermann sono intervenuti anche Juan Ignacio Vidarte, direttore del Guggenheim Bilbao, Naomi Beckwith, Chief Curator del Guggenheim New York e Stephanie Rosenthal, direttrice del Guggenheim Abu Dhabi Project. Oltre naturalmente alla padrona di casa, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim.


“Un gran momento di sinergia – ci ha detto Vail – un momento molto dinamico e penso che questo si rifletta anche molto bene tra di noi e questo entusiasmo anche nell’organizzare programmi, attività educative, in un spirito anche di collaborazione comune che riflette la forza e l’energia del Guggenheim del mondo”. Un’energia che passa ovviamente dalle collezioni, ma anche dai progetti di mostre temporanee, come quella da poco inaugurata a Venezia e dedicata a Jean Cocteau, genio novecentesco molto legato a Peggy Guggenheim.

De Kooning a Venezia, pittura di materia e storia del gesto

De Kooning a Venezia, pittura di materia e storia del gestoVenezia, 18 apr. (askanews) – Un grande nome dell’espressionismo astratto americano con tutta la forza del suo gesto pittorico, ma anche scultoreo. Le Gallerie dell’Accademia di Venezia hanno inaugurato la mostra “Willem De Kooning e l’Italia”, che presenta una serie importante dipinti in qualche modo legati ai soggiorni italiani dell’artista tra il 1959 e il 1969.


“Questa mostra – ha detto ad askanews Mario Codognato, uno dei curatori dell’esposizione – vuole raccontare il rapporto di Willem De Kooning con l’Italia e ricostruire i due brevi soggiorni del 1959 e del 1969, che però riteniamo siano stati molto importanti per il suo percorso artistico. Quindi abbiamo esposto dei lavori precedenti ai due periodi e anche successivi ai due periodi proprio per dimostrare quello che crediamo sia stata un’influenza e un percorso importante nella sua opera”. Il progetto espositivo riunisce 75 opere, numero che ne fa la più grande retrospettiva dell’artista mai organizzata in Italia. Ma a colpire di più, forse, è la relazione tra De Kooning e le opere conservate nelle Gallerie dell’Accademia.


“È un pittore pittore, un pittore di materia – ha aggiunto Giulio Manieri Elia, direttore del museo veneziano – un pittore che ci sembra che possa dialogare molto bene con il resto della collezione, con la scuola pittorica veneta che è una scuola pittorica di materia, di colore, quindi ci sembra che sia una straordinaria occasione”. La mostra, aperta al pubblico fino al 15 settembre, è stata organizzata in collaborazione con la Willem De Kooning Foundation, una fondazione privata che gestisce il patrimonio dell’artista e promuove lo studio e la valorizzazione della sua vita e della sua opera attraverso ricerche, mostre e programmi educativi.