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Venezia, in galleria Bastianello la mostra La ballata della vita

Venezia, in galleria Bastianello la mostra La ballata della vitaMilano, 22 ott. (askanews) – La galleria Marina Bastianello di Venezia ospita la mostra collettiva degli artisti Giacomo Bolzani, Beatrice Gelmetti e Paula Sunday intitolata “La ballata della vita” e curata da Francesco Liggieri, aperta fino all’11 novembre: una riflessione intima e globale sulla morte.

Ponendo l’attenzione e la domanda, in particolare, sulle motivazioni della scomparsa di questa parola dal vocabolario del quotidiano – pur essendo argomento onnipresente nella cronaca e nella comunicazione mediatica – soppiantata tuttavia da infiniti sinonimi, come protagonista di un esorcismo collettivo. Quello a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni è un allontanamento progressivo della sua rappresentazione nella società Occidentale e della sua stessa idea nella vita sociale. Un atto a cui corrisponde, inevitabilmente, una minore consapevolezza della transitorietà e dell’impermanenza che ci accomuna, del valore stesso da dare al tempo e, in definitiva, alla vita stessa. La ricerca trae ispirazione dal libro apocrifo La vita di Adamo ed Eva, che racconta anche la morte del progenitore, e che prende forma in 12 opere; 12 come numero fondamentale nella Cabala e, nell’età degli esseri umani, un simbolo di cambiamento, della pubertà, della crescita, dell’evoluzione, attraversando passaggi della vita e immagini che parlano di fanciullezza, maturità e morte.

Il punto di partenza è il grande dipinto di Beatrice Gelmetti dal titolo summer power nap / 36 degrees che rappresenta l’immagine spensierata dell’essere bambini, la libertà di essere e vivere lontani dalle convenzioni sociali che opprimono l’età adulta. Paula Sunday rappresenta la maturità, fisica e intellettuale nel quadrittico composto dalle opere provenienti dai progetti Babilonia, S.O.B. (Solitude of Bodies) e in ultimo Diario di una doppia, ad uso singolo dove i temi della ricerca dell’artista sono uniti dalla figura del corpo femminile, strumento rivelatore di un’identità culturale e ideologia.

Il video di Giacomo Bolzani dal titolo Caravaggio era un maiale conduce alla fine del viaggio, a quel punto che si cerca di rimandare, a cui non guardare e che, si pensa, riguardi sempre gli altri e mai se stessi. Uscendo dallo spazio fisico della galleria, conclude idealmente il percorso il trittico di video ambientali di Bolzani, SENTRIES – sentinelle, Sulla possibilità di evadere e Mare d’inverno che il pubblico può visualizzare tramite QR code.

Banca Ifis accoglie appello MiC per restaurare Banksy veneziano

Banca Ifis accoglie appello MiC per restaurare Banksy venezianoVenezia, 18 ott. (askanews) – Banca Ifis ha accolto l’appello del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, per restaurare il murales “Il Bambino migrante” realizzato da Banksy a Venezia. “La cultura – ha detto ha dichiarato Ernesto Furstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis – è in grado di unire passato e futuro, creando un ponte che vive nel nostro presente. Questo ponte su Banksy, oggi, lo mettiamo noi di Banca Ifis. L’intervento di conservazione e di restauro di un’opera d’arte pubblica, così importante a livello mondiale, diventa ancor più importante per la conservazione del contenuto di comunicazione che l’artista vuole veicolare attraverso la propria opera d’arte. Così come Banksy ha creato un linguaggio nuovo che arriva dritto al cuore e alla mente dei ragazzi e di tutti noi, con metafore sul mondo in cui viviamo che sono forti e spiazzanti, attraverso l’espressione di questa arte straordinaria su suolo pubblico, noi abbiamo la responsabilità nella collaborazione tra istituzioni pubbliche e private di conservare arte e cultura a Venezia”.

“Il Bambino migrante” è una delle due sole opere di Bansky presente in Italia ed è stato realizzato dall’artista su una parete nelle vicinanze di Campo San Pantalon nel Sestiere Dorsoduro a Venezia, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019. Il murales dell’artista inglese, uno dei maggiori esponenti della street art, si sta deteriorando per l’umidità, l’acqua alta e la salsedine. Condizioni che è probabile, data la sua pratica, che l’artista avesse previsto e considerato strutturali per la sua opera, ma il ministero della Cultura ritiene di avere titolo per intervenire.   Per Banca Ifis il restauro del murales di Banksy a Venezia è una delle molte iniziative a sostegno del mondo dell’arte e della cultura che per la banca sono due dei pilastri di Kaleidos, il Social Impact Lab fortemente voluto dallo stesso Fassio, per sviluppare iniziative a elevato impatto sociale in tre aree: comunità inclusive, per sostenere la crescita collettiva e la valorizzazione della diversità; cultura e territorio, per investire nella cultura come driver di sviluppo sostenibile e di inclusione; benessere delle persone, per sensibilizzare verso i temi della salute e della ricerca scientifica. Un progetto che prevede un piano di investimenti di 6 milioni di euro nel triennio 2022-24 e che ha già visto realizzate 25 iniziative sociali.

L’Arcadia di Giulio Paolini a Verona: lo spazio come filosofia

L’Arcadia di Giulio Paolini a Verona: lo spazio come filosofiaVerona, 18 ott. (askanews) – Giulio Paolini è uno di quegli artisti che ormai fanno scuola da soli, che sono diventati negli anni un mondo completo e spesso luminoso. Lo dimostra anche la mostra che, in occasione del progetto “Habitat” di ArtVerona, gli ha dedicato la Galleria d’Arte moderna della città veneta, intitolata “Et in Arcadia Ego”. Una grande sala che Paolini occupa con il suo linguaggio e la sua forma mentale, concentrandosi in particolare sul tema della mimesi. A curare l’esposizione, insieme al direttore di ArtVerona Stefano Raimondi, è stata Patrizia Nuzzo.

“Nel momento in cui si è detta la parola Habitat – ha detto la curatrice ad askanews – per me la scelta è andata subito su Giulio Paolini perché per antonomasia Paolini è l’artista che ha indagato in maniera profonda e autentica il concetto di spazio”. Geometrie, prospettive, giochi di riflessioni, filosofia, musica: il mondo di Paolini si dispone come una costellazione intorno all’installazione centrale, senza dimenticare, in una prospettiva che resta convintamente illuminista, il tema della leggerezza e del gioco. E per la Gam la mostra è anche l’occasione per dare forma più visibile a un metodo. “Attraverso questa mostra – ha aggiunto Nuzzo – siamo riusciti a concretizzare quello che per noi come istituzione pubblica è il vero concetto di fare cultura, cioè realizzare qualcosa con un artista storico, e spostare la conoscenza di qualche passo più avanti”.

La mostra veronese, che segna anche il ritorno di Paolini alla Gam dopo oltre 20 anni, resta aperta al pubblico fino al 3 marzo 2024.

Arte, tecnologia ed esseri umani: a Verona apre Spazio Vitale

Arte, tecnologia ed esseri umani: a Verona apre Spazio VitaleVerona, 17 ott. (askanews) – In occasione della fiera Art Verona ha aperto al pubblico nella città scaligera “Spazio Vitale”, luogo di cultura e confronto, di esposizioni e dialogo, che si vuole focalizzare su temi profondamente contemporanei. A presentarcelo il direttore artistico Domenico Quaranta. “Spazio Vitale – ha spiegato ad askanews – è un nuovo spazio che nasce a Verona e che intende dedicarsi alla riflessione critica sul rapporto tra tecnologia ed essere umano. Questa riflessione verrà sviluppata non solo con progetti espositivi, ma anche con momenti discorsivi, laboratori e occasioni di ricerca”.

A inaugurare lo spazio una mostra di arte digitale estremamente interessante, che racconta in modo critico il presente tanto quanto simula realtà alternative che partono da condizioni radicalmente diverse dalle nostre, con mondi possibili abitati da orchi o figure non umane. “Theo Triantafyllidis – ha aggiunto Quaranta – è un artista greco che lavora con un mezzo che lui chiama della live simulation: sostanzialmente le animazioni che vediamo non sono dei video, ma sono degli ambienti 3D all’interno dei quali una scena è monitorata da diverse videocamere che si muovono nello spazio. La mostra è intitolata Sisyphean Cycles perché l’intenzione di qui è stata quella di riunire all’interno di questo progetto quattro simulazioni che in modo diverso una dall’altra rappresentano appunto dei cicli di tortura infiniti, ma che possono produrre anche degli effetti positivi come il lavoro principale alle mie spalle, BugSim, che è sostanzialmente un microsistema monitorato dallo spettatore e da una figura aliena”.

È chiaro che l’arte contemporanea non è solo questo tipo di opere, ma è altrettanto chiaro che qualsiasi discorso che oggi vuole provare ad abbracciare tutta la scena non può prescindere dal confronto con esperienze come quella di Triantafyllidis e la nuova idea di “realtà” che veicolano, al di là di ogni considerazione legata al mercato.

La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art House

La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art HouseVerona, 16 ott. (askanews) – Sperimentare, inventare, cambiare le regole, senza mai prendersi troppo sul serio. Eataly Art House a Verona ospita una mostra di Bruno Munari, a 25 anni dalla morte, per raccontare la sua perdurante eredità artistica. E già ili titolo, come ci ha raccontato il curatore Alberto Salvadori, è una sorta di interpretazione: “La leggerezza dell’arte”. “La leggerezza – ha detto Salvadori ad askanews – è intesa come la capacità di arrivare in profondità in maniera soave, lieve e intelligente. Giocare, fare, non contemplare, ma essere attivi, essere parti definitive di un processo creativo”.

La mostra, che è curata anche da Luca Zaffarano, vuole indagare i processi creativi che sono alla base della poetica di Munari e lo fa offrendo un catalogo ampio della tante e diverse forme espressive che la hanno alimentata, rendendola unica e difficile da incasellare nelle definizioni. “Bruno Munari – ha aggiunto Salvadori – è un artista, ma è molto più che un artista, è una delle poche menti leonardesche del Novecento Italiano, è un designer, è un grafico, è un cineasta, è tutto, è un autore di libri per bambini, è colui che ci ha messo in mano degli oggetti che sono rimasti per generazioni e diventati quasi oggetti di culto”. Dinamismo, forme, luce, percezioni, trasportabilità: tutti elementi che la mostra di E.ART.H. ripropone nel loro divenire, accanto ovviamente agli oggetti di design e alla grafica. Per arrivare anche alla realizzazione del “Risotto Verde”, ispirato proprio a una ricetta di Munari nel libro “Da cosa nasce cosa”. Anche questa è una delle manifestazioni del talento dell’artista, che resta in mostra a Verona fino al 31 marzo 2024.

Contestualmente nello spazio di Eataly è aperto anche un nuovo progetto espositivo dedicato alla scena emergente italiana che accende un focus sulla produzione pittorica contemporanea attraverso l’opera di nove giovani artisti: “Première”, a cura di Luca Beatrice, con Giorgia Alchilarre, assistente alla curatela.

Premio letterario “Il Libro della Vita” annuncia la terna finalista

Premio letterario “Il Libro della Vita” annuncia la terna finalistaRoma, 11 ott. (askanews) – Nella difficoltà di un’epoca travagliata da evoluzioni e contraddizioni, un libro dall’alto valore interiore e spirituale diventa luogo significante e può fare da filo conduttore per dare senso all’esistenza e valore ad un’evoluzione positiva dell’umanità. Da questa consapevolezza nasce a livello nazionale la prima edizione del Premio Letterario “Il Libro della Vita”, che premierà un romanzo o un saggio pubblicato per la prima volta in volume cartaceo nel periodo dal 1° gennaio 2021 al 30 luglio 2023.

Dopo la presentazione ufficiale, che si è svolta a Roma il 10 maggio presso il Teatro del Pepe, con l’intervento degli ideatori e del Mons. Vincenzo Paglia, Lamberto Iezzi, Don Renzo Pegorato, Claudio Cutuli, Mariapia Garavaglia e Vincenzo Pepe, è stata annunciata ora la terna finalista che verrà premiata con cerimonia pubblica presso il Castello del Catajo il 21 Ottobre: – Matteo Bianchi “La vita di chi resta” (Mondadori) – Sara Gambazza “Ci sono mani che odorano di buono” (Longanesi) – Nicola Gardini “Nicolas” (Garzanti). A giudicare le opere letterarie sono state personalità ed eccellenze italiane legate al mondo della cultura, oltre agli ideatori, come Mons. Vincenzo Paglia (Presidente onorario), Marina Valensise (Presidente della Giuria), Alessandra Kustermann, Catena Fiorello, Maria Pia Garavaglia, Roberto Pazzi, Ferdinando Iezzi, Don Renzo Pegorato, Claudio Cutuli, Lorena Bianchetti, Vincenzo Pepe.

Per Vera Slepoj, il Libro della Vita è “un premio letterario nato per dare valore e testimonianza all’esistenza e alla vita del mondo oltre che dell’individuo. Con gli eventi drammatici delle guerre in atto nel pianeta è necessaria una profonda riflessione sul concetto di pace e sulle ragioni per cui si sta indirizzando la collettività verso la distruzione e non verso la costruzione. Noi fondatori, professionisti della cura della mente, manifestiamo preoccupazione nei confronti di una sorta di patologia collettiva che si può interpretare come l’incapacità di ragionare sul futuro invece che sull’ineluttabile idea di morte. Con la caduta delle ideologie positive che hanno apportato il progresso nel passato, quelle attuali si manifestano come impositive, rigide, assolute e giudicanti, portando la società delle persone percepire la propria inutilità, mortificandone gli ideali e rendendo vana ogni battaglia. Questo premio è un’occasione per denunciare la perdita di fiducia nel futuro e con i libri degli scrittori un serio monito”. La cerimonia di premiazione si terrà il 21 di ottobre presso il Castello del Catajo, ai piedi dei Colli Euganei, alle ore 18.00. Al vincitore sarà consegnato un premio in denaro di duemila euro ed un’esclusiva opera scultorea d’argento realizzata per l’occasione dal celebre maestro d’arte Giampaolo Babetto. La cerimonia è organizzata da De Leo Fund onlus, fondata nel 2007 per creare un luogo dove le persone con un’esperienza di lutto traumatico potessero trovare aiuto e condivisione. La De Leo Fund onlus non soltanto si occupa di fornire gratuitamente supporto psicologico ai survivors, ma ha raccolto e saputo superare e trasformare molte di queste esperienze traumatiche grazie all’attivazione di un laboratorio creativo dove, coltivando la bellezza della relazione, si è ri-progettata, con amore e speranza, la cura per la vita.

Tiramisù World Cup 2023, vincono Mario De Santis e Patricia Guerra

Tiramisù World Cup 2023, vincono Mario De Santis e Patricia GuerraRoma, 9 ott. (askanews) – Si è conclusa la settima edizione della Tiramisù World Cup. A vincere sono stati: Patricia Guerra di San Paolo (Brasile) di professione avvocato, 48 anni, per la ricetta originale e Mario De Santis di Quarto d’Altino (Ve), dipendente di una ditta d’anti-incendio, di 41 anni per la ricetta creativa con il Tiramisù “Dalì” alla cannella, cioccolato fondente e confettura di pere cotogne.

“Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che mi ha sostenuto in questa avventura, è stata un’esperienza emozionante e fantastica. Grazie davvero a tutti, a mia moglie Marta in particolare (anche lei in gara quest’anno), prima appassionata del mio Tiramisù”, le parole emozionate dello “chef” veneziano. Commossa Patricia Guerra, avvolta dalla bandiera brasiliana dopo la vittoria: “Ringrazio la mia famiglia e chi mi ha accompagnato fino a qui, in questo lungo viaggio. Grazie al Tiramisù!”. Ad approdare alle Finali erano stati: per la ricetta originale anche Stefano Storti (funzionario pubblico) di Ferrara, Elisabetta Zanette (impiegato legale) di Treviso, Cielo Fitipaldi (studentessa) di Montevideo (Uruguay). Per la ricetta creativa, erano stati finalisti Vanessa Orso (impiegata amministrativa) di Vicenza con un tiramisù con basilico, limone, cioccolato all’arancia e mandorle; Fabio Dall’Acqua (operaio verniciatore) di Conegliano con un Tiramisù “Strudel”) con cannella, pinoli, zucchero di canna a velo, millefoglie Matilde Vicenzi.

Dopo i due giorni di selezioni, superando i 240 concorrenti in gara, i due Campioni hanno trionfato ottenendo i favori di una giuria composta, fra gli altri, da Laura Forti de “La Cucina Italiana” (presidente di Giuria), James Hoffmann (autore e youtuber), Alberto Grandi (docente di Storia dell’Alimentazione), Andrea d’Angelo (amministratore delegato Strega), Manuel Gobbo (chef ristorante Le Beccherie), Dania Sartorato (presidente Fipe e Confcommercio Unione provinciale Treviso), Massimo Linguanotto (figlio di Roberto “Loli” Linguanotto, padre nobile del Tiramisù di Treviso), Giuseppe Salvador (Campione TWC 2022 per la ricetta originale) e Marina Summa (Camione TWC 2022 per la ricetta creativa). “Il Tiramisù sta diventando sempre di più un prodotto del Made in Italy nel mondo e siamo orgogliosi di avere con noi partecipanti da ogni nazione – ha detto Francesco Redi, fondatore e organizzatore della Tiramisù World Cup – . Registriamo un’altra edizione da record, con tanto entusiasmo da parte dei concorrenti e grande partecipazione di pubblico. Sono poi davvero felice che il titolo di Campione sia andato per la prima volta a una rappresentante dall’estero”.

Banca Ifis, inaugurato un parco di sculture e di bellezza

Banca Ifis, inaugurato un parco di sculture e di bellezzaVenezia, 29 set. (askanews) – Un nuovo spazio per incontrare l’arte contemporanea: Banca Ifis, in occasione dei 40 anni dalla propria fondazione, ha aperto al pubblico il Parco Internazionale di Scultura, esposizione permanente di opere monumentali ospitata all’interno della cinquecentesca Villa Fürstenberg a Mestre, che è anche sede della banca.

A volere questo luogo è stato il presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, che ha accolto gli ospiti nella serata dell’inaugurazione. “L’arte – ha detto il presidente – è strettamente connessa con scienza, economia e società. E anche il legame fra Arte e Banche è chiaro e indissolubile fin dall’antichità. Proprio grazie al supporto agli artisti si sono creati numerosi capolavori della storia dell’arte, nel corso dei secoli. Il sostegno economico e culturale all’Arte, si rivela ancora oggi, infatti, uno strumento principe nello sviluppo delle strategie di posizionamento delle migliori banche. Non ce ne sarebbe bisogno, ma è importante ricordare che furono proprio i banchieri fiorentini del rinascimento i primi a valorizzare l’arte e la cultura nella catena di valore del denaro”. Curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, il Parco Internazionale di Scultura è ospitato all’interno degli oltre 22 ettari di giardino di particolare pregio naturalistico e di biodiversità. Nello spazio espositivo sono presenti a oggi dodici opere di artisti italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz e Philip Colbert. Alla presentazione hanno preso parte anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Il progetto artistico vuole anche ribadire la relazione tra Banca Ifis e la cultura, oltre che il rapporto che, storicamente, i banchieri hanno avuto con gli artisti. Ma la giornata veneziana è stata anche l’occasione per presentare la terza edizione del Market Watch “Economia della Bellezza” di Banca Ifis, rapporto che evidenzia come il comparto di chi lavora per il Made in Italy di qualità cresca del +16% sul 2021, superando i livelli di Pil pre-Covid del 2019. “Questo progetto – ha aggiunto Fürstenberg Fassio – promuove fortemente la crescita delle piccole e medie imprese, venete, che sono aziende motore di sviluppo dell’economia del Veneto, ma anche di tutto il Paese”. Lo studio, presentato al Museo Fortuny di Venezia, ha evidenziato anche che nel 2022, le imprese attive nel campo della Bellezza hanno rappresentato il 56% della crescita del Pil nazionale.

Solrey porta alla Fenice di Venezia “Ciao Casanova”

Solrey porta alla Fenice di Venezia “Ciao Casanova”Venezia, 24 ago. (askanews) – “Ciao Casanova” è uno spettacolo visivo e musicale di Solrey che si terrà il 2 settembre 2023 presso il Teatro La Fenice di Venezia, interpretato dal Traffic Quintet, l’arpista Sylvain Blassel e il mezzosoprano Brenda Poupard. Sostenuto da Cartier, partner ufficiale della Biennale Cinema 2023, aperto al pubblico e gratuito, il concerto è stato creato con la volontà di celebrare assieme alla città di Venezia l’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.

Solrey ha pensato lo spettacolo Ciao Casanova, che unisce un montaggio ispirato alla video arte e alla musica, partendo dalla leggenda del gran seduttore per approdare a un rilettura della sua figura al giorno d’oggi. Ciao Casanova è uno spettacolo emozionale, dove il repertorio classico di Mozart e Vivaldi, associato alle partiture più contemporanee di Nino Rota, John Williams, Alexandre Desplat, risuonano all’unisono con immagini estratte da film cult rielaborate o create dalla stessa Solrey. Mentre le immagini subiscono una metamorfosi sullo schermo, ondeggiano, si sdoppiano o si dissolvono, abbracciando una traiettoria onirica in una Venezia le cui acque sono ora torbide, ora scintillanti, anche le musiche diventano oggetto di una trasmutazione. Questo lavoro di trascrizione originale permette a delle partiture orchestrali di essere interpretate dal “Traffic Quintet”, creato e diretto da Solrey sin dal 2005, al quale si affiancheranno l’arpista Sylvain Blassel e il mezzosoprano Brenda Poupard.

Figura leggendaria, avventuriero e libertino nato a Venezia nel XVIII secolo, Casanova ha attraversato la storia della letteratura, del cinema, della musica. Ma il tempo degli eroi seduttori è ormai passato, e Casanova oggi sparisce nelle acque torbide della laguna, mentre le donne un tempo conquistate diventano conquistatrici. Grandezza e decadenza, è a partire da questa trama che si sviluppa lo spettacolo “Ciao Casanova”, seguendo un canovaccio proprio alla musicista, direttrice d’orchestra e regista Solrey che, in ogni spettacolo, persegue una sottile alchimia tra la musica e la sua risonanza nelle immagini. Il cinema della seconda metà del XX secolo ha giocato un ruolo importante nel modo in cui le mascolinità trionfanti sono state immaginate e diffuse nella società. In Ciao Casanova, la figura del seduttore prende di volta in volta i tratti di Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Alain Delon, Michel Piccoli o Marlon Brando. “Tutti loro hanno incarnato, nella propria carriere di attore, la figura del dongiovanni – ha detto Solrey – . Di fronte a questi titani, Monica Vitti, Anita Ekberg, Stefania Sandrelli, Romy Schneider, Sophia Loren interpretano all’infinito la figura del fantasma, entrano a far parte del conteggio infinito delle conquiste maschili prima di trovare la loro strada, di emanciparsi, di individualizzarsi, di incarnarsi infine nel suono della Juditha triumphans (Giuditta trionfante) di Vivaldi”.

“Ciao Casanova” è uno spettacolo sensoriale ma anche liberatorio, dove la decostruzione del mito del seduttore coincide con l’ascesa delle donne, con la loro rivincita, e infine con una possibile riconciliazione. Il cinema, grazie alla sua portata artistica ma anche filosofica, sociologica e politica, offre una fonte inesauribile d’ispirazione a Solrey per costruire la sua sceneggiatura musicale e visiva.

”Cavalli in Villa” dal 28 luglio a Treviso per la quinta tappa

”Cavalli in Villa” dal 28 luglio a Treviso per la quinta tappaMilano, 24 lug. (askanews) – Dal concorso di morfologia araba alla sfilata della auto d’epoca e all’evento nell’evento “Carrozze in Villa”. Ruota attorno al cavallo il progetto di promozione artistico e culturale promosso dalla Federazione Italiana Sport Equestri – Veneto che giungerà dal 28 al 30 luglio per la sua quinta tappa a Volpago del Montello, in provincia di Treviso. “Cavalli in Villa”, il format promosso da FiseVeneto con la collaborazione di Fise Nazionale e con il Patrocinio di Sport & Salute e con il sostegno dell’Istituto Regionale Ville Venete (Irvv), si aprirà il venerdì alle ore 17 con l’evento di morfologia araba che prevede l’International B Arabian horse show e la Milan International Cup in tour 2023. I migliori purosangue arabi, quindi, sfileranno a Cavalli in Villa grazie alla collaborazione con Arabite Horse Events.

La sera del 28 luglio spazio alla cultura con la presentazione del libro “Scoperte e rivelazioni”, a cura del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. A seguire l’intervento del di Giorgio Merli sul tema “L’analfabetismo funzionale della popolazione come maggiore freno e le bellezze artistiche come una delle maggiori opportunità”. Sabato 29 la giornata si apre alle 9 con l’esibizione dei talenti del teatro equestre, che chiuderà anche la giornata con lo spettacolo delle ore 21. Nel pomeriggio, dalle ore 17 alle 21, si replica l’appuntamento con la morfologia araba e, contemporaneamente, sarà aperto anche il Villaggio del bambino-Pony&Motoria, che consentirà attività gratuite per i bambini dai 3 ai 10 anni.

Giornata finale domenica 30 luglio a Villa Spineda, complesso neoclassico costruito nel ‘700, con l’evento nell’evento “Carrozze in villa”. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Friulana Appassionati di Carrozze, ci sarà spazio per il Concorso di Tradizione Gruppo Attacchi con le tre fasi: presentazione, passeggio e abilità di guida. Si inizia alle ore 10.30 con la partenza attacchi e la sfilata delle carrozze fino al Municipio di Volpago. Contemporaneamente ci sarà anche un’esposizione e sfilata di auto storiche, a cura del Club ASI Serenissima. Alle ore 16 via alla gara di eleganza carrozze, seguita dalla prova di abilità combinata attacchi. Villa Spineda, anche nella giornata di domenica, accoglierà la competizione di morfologia araba, con relative premiazioni finali, il villaggio pony per i bambini e le esibizioni del teatro equestre.

L’evento promuove anche l’educazione stradale legata al tema della sicurezza, con un focus particolare ai ragazzi. Grazie alla collaborazione con le scuole del territorio durante le diverse tappe dell’evento sarà presente il Pullman azzurro della Polizia Stradale, grazie alla sinergia di Cavalli in Villa con la Fondazione Gaia von Freymann. Presente il Lions Club Vicenza “La Rotonda”, per portare conoscenza e aiuti concreti sul mondo dell’autismo.