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Arriva in Italia la mostra The Mystery Man su Cristo e la Sindone

Arriva in Italia la mostra The Mystery Man su Cristo e la SindoneRoma, 15 lug. (askanews) – Dopo il grande successo ottenuto in Spagna, in cui è stata visitata da oltre centoventimila persone e raccontata da più di cinquecento testate giornalistiche in tutto il mondo, giunge per la prima volta in Italia la mostra internazionale The Mystery Man. Un viaggio immersivo e unico per conoscere per la prima volta nella storia il volto e il corpo iperrealistico e tridimensionale del misterioso uomo della Sacra Sindone, mai realizzato da nessuno prima d’ora.

La suggestiva esposizione aprirà al pubblico il 31 luglio prossimo: sarà ospitata all’interno degli spazi della Chiesa di San Domenico a Chioggia, (Ve), un luogo pieno di arte e storia. “È con grande orgoglio ed emozione che la Città di Chioggia si appresta ad accogliere uno degli eventi espositivi più intensi ed originali apparsi sulla scena mondiale negli ultimi anni”, ha dichiarato il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao. “Per la prima volta in Italia, la mostra The Mystery Man che sarà ospitata all’interno della Chiesa di San Domenico nei prossimi mesi, rappresenta infatti uno straordinario incontro di arte, scienza, storia e iconografia religiosa. Una cultura secolare che appartiene a pieno titolo anche alla nostra città, da sempre sensibile e ricettiva nei confronti di eventi di portata internazionale, sicuramente attrattivi per migliaia di visitatori. A nome dell’Amministrazione Comunale voglio quindi ringraziare tutti coloro che hanno permesso la sua realizzazione, in particolare ArtiSplendore, le autorità religiose che hanno messo a disposizione gli spazi di San Domenico e il Prefetto di Venezia dott. Michele Di Bari”.

La mostra è il risultato di quindici anni di ricerche condotte dall’artista e curatore Alvaro Blanco. L’esposizione è un vero e proprio viaggio in sei sale attraverso l’arte, la storia e la scienza, volto a ripercorrere gli ultimi istanti della vita di Cristo e delle particolari vicende legate alla Sindone. La tecnologia fornita alla mostra da ArtiSplendore gioca un ruolo fondamentale affinché il visitatore possa vivere un’esperienza il più immersiva possibile, adottando un linguaggio attuale e contemporaneo al servizio di una comunicazione efficace. Sarà, infatti, possibile accedere anche all’interno di una sala immersiva, in cui cinquecento rappresentazioni di Gesù mostreranno l’evolversi dell’iconografia del Cristo attraverso i secoli, dall’era paleocristiana fino ad oggi. Il percorso culmina nell’ultima sala che accoglie la scultura tridimensionale e iperrealistica del misterioso uomo della Sindone, realizzata su severi criteri scientifici e forensi, che riproduce fedelmente l’uomo che avrebbe potuto essere Gesù dopo la sua morte: realizzata in lattice e silicone e provvista di capelli naturali, l’opera rappresenta un uomo giacente totalmente nudo di circa 1,78 metri di altezza 75 kg di peso.

Sul suo corpo sono presenti numerose ferite riconducibili alle torture e alla crocifissione, il volto è tumefatto e i capelli sono intrisi di sudore e sangue: i segni della passione. Il corpo è il pezzo d’oro della mostra, il culmine di una ricerca storica, scientifica, religiosa e artistica. L’incontro con tale corpo, che per molti rappresenta quello di Gesù dopo la passione mentre per latri è un uomo con evidenti segni di tortura, fa sì che la mostra sia un’esperienza di fede, arte e storia. Inoltre, saranno esposti degli oggetti descritti dai racconti evangelici e diversi documenti storici e scientifici condotti sulla Sindone. Tra di essi figurano la riproduzione dei trenta denari di Giuda, una selezione di diverse lance romane riconducibili al periodo della Crocifissione e diverse iconografie che hanno rappresentato Cristo attraverso i secoli.

La mostra resterà aperta al pubblico a Chioggia fino al 7 gennaio 2024.

Biennale Danza, Cicutto: forte sinergia tra palco e pubblico

Biennale Danza, Cicutto: forte sinergia tra palco e pubblicoVenezia, 14 lug. (askanews) – “Le arti performative, le arti dal vivo, mettono il soggetto stesso, cioè la persona, il regista, il coreografo, il danzatore, l’attore, in contatto con gli altri, in una sinergia molto più forte. E se questa sinergia esprime i sentimenti della contemporaneità anche in termini emotivi: il risultato credo sia un dialogo diretto con chi sta sul palcoscenico e chi invece sta giù. Quello che fa quest’anno McGregor è proprio questo, cioè scambiare questi flussi chimici che rompono ogni separazione fra chi sta su un palcoscenico in mezzo alla gente e chi invece lo guarda. E c’è un coinvolgimento emotivo molto molto forte”. Lo ha detto il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, presentando ad askanews la 17esima edizione della Biennale Danza, intitolata “Altered States” e diretta, per il terzo anno, da Wayne McGregor.

Soglie e portali, Setion Branko vince il concorso DoorScape

Soglie e portali, Setion Branko vince il concorso DoorScapeVenezia, 5 lug. (askanews) – Ripensare lo spazio dell’ingresso in un edificio, attraverso il concetto di soglia e di attraversamento anche di dimensioni. Lo studio Setion Branko, attivo tra New York e l’Albania – ha vinto la prima edizione del concorso internazionale DoorScape ideato da Oikos Venezia e Fondazione Querini Stampalia, dedicato a progetti che ragionano sullo spazio che introduce poi in una architettura vera e propria. Il progetto vincitore, illustrato dallo stesso progettista, è intitolato “The Portal”.

“Un portale – ci ha detto Setion Branko – che poi a mano a mano che ci siamo entrati aiuta a capire l’esperienza, cosa succede in questo momento? Uno entra in una casa, entra in un edificio di qualsiasi tipo, quali sono i bisogni dell’utente? Quali sono le emozioni che si provano in questo momento? Stiamo parlando del diaframma che unisce l’esterno e l’interno, una cosa importantissima nell’architettura”. Alla Fondazione Querini Stampalia sono esposti i dieci progetti selezionati per la finale e quello di Branko è piaciuto particolarmente per la capacità di unire “molti aspetti che insieme creano il paesaggio di una soglia senza tempo”, partendo dagli elementi chiave dell’arco e del cortile. “Come si vede l’arco è una forma che si estrude in questo progetto – ci ha spiegato Alinda Lalaj Branko, dello studio – si estrude verso l’interno, verso un punto di fuga che è un po’ spostato dal centro, un’apertura verticale su un’apertura orizzontale. Quindi siamo all’esterno, entriamo nell’interno, ma siamo ancora all’esterno, perché in questo caso l’apertura è verso il cielo”.

La giuria è stata presieduta dall’architetto Michele De Lucchi e il concorso è stato voluto da Oikos, azienda veneziana che da oltre 30 anni progetta e produce porte d’ingresso.

Arte e sostenibilità, da Peggy Guggenheim “Art 4 a Better Future”

Arte e sostenibilità, da Peggy Guggenheim “Art 4 a Better Future”Venezia, 29 giu. (askanews) – Qual è il ruolo dell’Arte nel promuovere il cambiamento e favorire una riflessione sulle sfide globali? In che modo la riflessione su Arte, Natura, Tecnologia può aiutare a ripensare il nostro rapporto con il Contemporaneo? Nel tentativo di dare una risposta a queste domande, la Collezione Peggy Guggenheim presenta Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione, progetto dedicato ai temi della Sostenibilità e dell’Arte quali agenti del cambiamento per un futuro sostenibile. L’iniziativa, articolata su tre incontri, di cui due aperti al pubblico, che metteranno in relazione sapere umanistico e sapere scientifico, vede la collaborazione di due prestigiose realtà culturali e imprenditoriali, quali Università Ca’ Foscari Venezia con THE NEW INSTITUTE Centre for Environmental Humanities (NICHE), e CUOA Business School. Ha inoltre il patrocinio di CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale – Centro Nazionale delle Ricerche), ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), Confindustria Veneto Est, SMACT Competence Center, wetlands, con il contributo tecnico di PwC e la media partnership di Domus.

Venerdì 30 giugno, il giardino delle sculture della Collezione farà da cornice al primo dei tre appuntamenti previsti dal programma, che sarà su invito, dal titolo Agire il cambiamento: il ruolo dell’arte, durante il quale interverranno, tra gli altri, Karole P. B. Vail, Direttrice Collezione Peggy Guggenheim , Francesca Tarocco, Università Ca’ Foscari Venezia, Direttrice THE NEW INSTITUTE Centre for Environmental Humanities (NICHE), Cristina Baldacci, Università Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, THE NEW INSTITUTE Centre for Environmental Humanities (NICHE), nonché coordinatrice scientifica del progetto, Laura Onofri, Senior Consultant World Bank e Associate Partner Metroeconomica, Francesco Ferrara, Partner PwC Italia – ESG Leader. Ad affiancarli, un panel di imprenditori e imprenditrici che porteranno testimonianze di best practice legate alle rispettive aziende. Seguirà venerdì 29 settembre, presso Università Ca’ Foscari, Venezia, Prendersi cura: verso un’ecologia della cultura (tra arte, scienza e tecnologia), incontro aperto su iscrizione, che vedrà tra i relatori Costanza Miliani, Direttrice dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, Luciano Pensabene Buemi, Conservator Collezione Peggy Guggenheim, l’artista Giorgio Andreotta Calò, Luca Cosentino, co-fondatore di wetlands. La rassegna si chiude venerdì 17 novembre, presso la sede di CUOA Business School, ad Altavilla Vicentina, con Immaginare futuri possibili: nuovi paradigmi, incontro aperto, su iscrizione, a cui prenderanno parte, tra gli altri, Antonio Calabrò, Head of Institutional Affairs, Senior Advisor Culture Pirelli Spa, Walter Bertin, Founder e CEO Labomar, e Matteo Faggin, General Manager SMACT Competence Center. Con Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione la Collezione Peggy Guggenheim desidera aprire un dialogo a più voci, che coinvolga soggetti attivi in diversi ambiti, volto alla promozione di azioni legate alla sensibilizzazione sui temi del climate change e della sostenibilità, sia essa sociale, ambientale ed economica. L’arte, l’ambiente naturale, le prassi umane e le mediazioni tecnologiche si trovano al centro di un sistema di interrelazioni che rende sempre più chiara la fragilità degli ecosistemi e la necessità di nuove pratiche comportamentali grazie ad un approccio critico e transdisciplinare. Per questo il progetto Art 4 a Better Future. Arte Sostenibilità Innovazione pone al centro la riflessione critica sulla relazione tra Arte, Natura, Scienza e Tecnologia, eleggendo il museo a luogo di sperimentazione e promozione della sostenibilità, aperto al dialogo sul contemporaneo, che mette insieme la conoscenza umanistica e quella scientifica, in un’ottica di apertura, inclusione, partecipazione attiva e promozione del dibattito intersettoriale sulle sfide sociali e ambientali.

Gli incontri, pensati come panel di dialogo e scambio, vedranno coinvolti docenti universitari, ricercatori e ricercatrici, studiosi, ma anche manager, imprenditrici e imprenditori, invitati a portare il proprio punto di vista su diverse aree di intervento, legate ai temi ESG – Environment, Social, Governance – e in particolare sulle azioni di CSR – Corporate Social Responsibility – DE&I – Diversità, Equità e Inclusione – Ricerca e Innovazione in area Green & Circular Economy e modelli innovativi di business. Unitamente, la Collezione Peggy Guggenheim porterà una testimonianza relativa alla propria esperienza in ambito di sostenibilità ambientale ed economica, nonché nei progetti di innovazione in area di conservazione, educazione, inclusione sociale, realizzati grazie a importanti collaborazioni con alcune delle aziende socie di Guggenheim Intrapresæ, istituzioni culturali e altre organizzazioni di rilievo.

Portoghesi, Zaia: impareggiabile maestro architettura postmoderna

Portoghesi, Zaia: impareggiabile maestro architettura postmodernaVenezia, 30 mag. (askanews) – “Con Paolo Portoghesi l’Italia perde un impareggiabile maestro dell’architettura postmoderna. La sua arte, le sue intuizioni, il suo genio, rimarranno per sempre nel patrimonio di un’arte come l’architettura, vissuta e praticata non solo per creare il bello, ma anche per realizzare opere dalle caratteristiche peculiari e uniche”. Con queste parole il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime il suo cordoglio per la scomparsa del grande architetto.

“Di lui – prosegue Zaia – anche il Veneto conserva un ricordo concreto di una presenza prestigiosa: a cominciare dalla direzione del settore architettura della Biennale di Venezia cui fu chiamato nel 1979, fino alla costruzione del Teatro nel Mondo, che affidò a Aldo Rossi, su una barca ormeggiata nel bacino di San Marco, che poi navigherà fino a Dubrovnik. E poi Treviso, con il Quartiere Latino e Palazzo Bortolan”. “Alla sua famiglia, al mondo dell’arte architettonica e a tutti coloro che l’hanno conosciuto e stimato rivolgo – conclude Zaia – il mio più profondo cordoglio”.

Cronache dalla Biennale, Uzbekistan tra arcaico e contemporaneo

Cronache dalla Biennale, Uzbekistan tra arcaico e contemporaneoVenezia, 24 mag. (askanews) – Un labirinto che idealmente unisce il tempo, la storia, i materiali. Il padiglione dell’Uzbekistan alla Biennale Architettura di Venezia è un viaggio che coinvolge diverse dimensioni e che in qualche modo decostruisce l’idea stessa della costruzione fin dal titolo: “Unbuild together”, qualcosa che suona come “smontare insieme”. In realtà è un’operazione al contrario che porta a nuovi ragionamenti e a nuovi modi di pensare.

“La nostra visione – ha detto ad askanews Gayane Umerova, direttore esecutivo della Art and Culture Development Foundation della Repubblica dell’Uzbekistan – è che si debba fare un lavoro collettivo e per questo abbiamo voluto coinvolgere artisti e architetti internazionali, ma insieme a loro anche studenti di architettura uzbeki. La nostra idea è di sostenere i nostri studenti per fare che possano diventare grandi architetti e possano cambiare l’idea delle città, guardando avanti, ma anche recuperando edifici antichi e tradizionali”. Al fianco degli studenti della Ajou University di Tashkent hanno infatti lavorato gli artisti dello Studio KO che dalle sedi di Parigi e Marrakech porta avanti da anni la valorizzazione della natura e delle culture esistenti. Per questo la nuova struttura proposta in Biennale unisce antichi mattoni veneziani a moderne lavorazioni in ceramica dell’Uzbekistan e dialoga con le antiche fortezze del Paese asiatico, rivisitate alla luce del presente.

“Insieme – ha aggiunto Olivier Marty, uno dei membri di Studio KO – abbiamo provato a immaginare la forma di un’architettura che permettesse di riscoprire lo spazio del padiglione attraverso gli occhi di questa struttura. Forse dobbiamo abbandonare delle idee preconcette, per esempio su cosa è moderno e su cosa è antico, cosa sono io e cosa non sono io. Dobbiamo deostruire queste idee e pensare che i legami possono essere diversi, a volte vanno molto indietro nel tempo, pur restando estremamente validi anche oggi”. L’obiettivo, insomma, era quello di dare vita a una architettura radicale e arcaica, dotata di una sensibilità che in ogni mattone vuole rivelare la sua unicità e il suo mistero.

Venezia, il secondo Festival Morelli tra la musica e il cinema

Venezia, il secondo Festival Morelli tra la musica e il cinemaVenezia, 15 mag. (askanews) – Venezia è tornata a discutere del musicologo Giovanni Morelli, nella seconda edizione del festival a lui dedicato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, intitolato “Prima la musica, poi il cinema”. Una cinque giorni che, come ci ha detto il presidente del Comitato scientifico della fondazione, Roberto Calabretto, ha avuto anche buon successo di pubblico. “Abbiamo avuto le sale cinematografiche piene – ha spiegato ad askanews – abbiamo avuto le rate concertistiche sempre molto affollate, abbiamo avuto le matinée concertistiche in Conservatorio con i ragazzi e anche i dibattiti, che chiaramente non possono coinvolgere centinaia di persone, sono stati seguiti da un folto gruppo di studiosi e appassionati in genere della materia”.

Concerti, proiezioni, tavole rotonde: il Festival Morelli ha abbracciato diversi eventi e si è concentrato in particolare sul tema del cinema che, per il musicologo, “ha avuto una grande mamma” nella musica. “Naturalmente – ci ha spiegato Giorgio Busetto, direttore della Fondazione Levi – non è uscito tutto di questo mondo, però sono uscite delle cose particolarmente interessanti a partire dagli anni 70 e da esperimenti che lui ha fatto con il cinema di avanguardia, figlio direi del Neorealismo di di quel tempo, fino ad arrivare ai suoi preferiti, con un corredo che abbiamo dato curato da Paolo Pinamonti di tre volumi di schede sul cinema redatte da Morelli”. “Proprio a partire da Morelli – ha aggiunto Calabretto – abbiamo visto come la preoccupazione dell’audiovisivo, la preoccupazione dell’incontro della musica con le immagini in movimento, abbia coinvolto compositori apparentemente lontani, vedi il caso di Buono Maderna, e abbia suscitato la riflessione di tanti musicologi attorno a questo tema”.

Al festival ha partecipato anche Andrea Liberovici, che ha vissuto con Giovanni Morelli, essendo il figlio della sua compagna. “Ci sono due periodi – ha detto – quello delle persone che l’hanno conosciuto e lo interpretano in un certo modo e i giovani che lo stanno scoprendo adesso. Io credo che siano molto interessanti entrambe le cose e sono molto felice che i giovani stiano cominciando a entrare in questo mondo”. Un mondo che oltre che le dotte ricerche di musicologia ha visto anche la proiezione di film celebri come “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick e “Sacrificio” di Andrej Tarkovskij. La prossima edizione del Festival Giovanni Morelli è prevista per il 2025.

Banca Ifis: sostegno a ecosistema culturale è nostro pilastro

Banca Ifis: sostegno a ecosistema culturale è nostro pilastroVenezia, 28 apr. (askanews) – “Siamo felici di sostenere, in qualità di Main Sponsor, il Padiglione Italia di questa nuova edizione della Biennale Architettura che si presenta con un progetto dei curatori che interessa anche luoghi diversi da Venezia, e si propaga nei territori a favore di una dimensione partecipativa dell’arte. Il sostegno all’ecosistema culturale è uno dei pilastri dell’impegno della Banca a favore dello sviluppo economico e sociale dei territori italiani. Un impegno che ha dato vita al progetto Economia della Bellezza per fotografare il valore di un patrimonio fatto di cultura, territorio e imprese”. Lo ha detto, durante la presentazione del progetto per Padiglione Italia, il presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio.

Banca Ifis quindi vuole celebrare i suoi 40 anni di attività rinnovando il sostegno al mondo dell’arte e della cultura. La challenger bank leader nei servizi alle piccole e medie imprese italiane è infatti Main Sponsor del Padiglione Italia e per il terzo anno consecutivo sostiene un progetto legato alle manifestazioni de La Biennale di Venezia, rafforzando le sinergie col territorio nel quale è nata e dove ha tutt’oggi una delle sue principali sedi. Grazie al sostegno della Banca uno degli appuntamenti del Public Program del Padiglione Italia proporrà ai partecipanti una giornata di studio con gli architetti del collettivo Fosbury Architecture che ne curano l’edizione 2023. Banca Ifis ‘adotterà’, inoltre, uno dei progetti legati al territorio per valorizzarlo anche dopo la Biennale Architettura 2023. Per la Banca guidata da Fürstenberg Fassio, la cultura è definita un pilastro strategico, grazie a Kaleidos, il Social Impact Lab che raccoglie tutte le iniziative sviluppate a sostegno delle comunità e delle persone. Tra queste, “Economia della Bellezza”, che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di Bellezza che esprime il nostro Paese, non solo negli ambiti più tradizionali come quello naturalistico-paesaggistico, ma anche industriale e imprenditoriale, attraverso il lavoro delle Pmi che la Banca sostiene con i suoi prodotti e servizi. Sempre nell’ambito di Kaleidos rientra “Your Future You”, il progetto della 21 Gallery che, attraverso la metodologia del life & executive coaching e della creatività artistica, offre ai ragazzi dei licei italiani l’opportunità di acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità attraverso l’arte.

Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione

Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione




Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso (1881-1973), scomparso l’8 aprile di cinquant’anni fa, la Collezione Peggy Guggenheim espone nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni tutte le opere realizzate dall’artista spagnolo, acquistate dalla mecenate americana tra gli anni ’30 e ’50 del XX secolo.

Agli inizi del Novecento Picasso e l’artista francese Georges Braque sviluppano il Cubismo, un approccio rivoluzionario alla rappresentazione della realtà che cambia il corso dell’arte moderna. Le sei opere di Picasso oggi presenti nella collezione di Peggy Guggenheim spaziano dal 1911, con il capolavoro cubista Il poeta, al 1939, con Busto di uomo in maglia a righe, e riflettono l’evoluzione del linguaggio visivo dell’artista. Di queste sei opere, cinque, ad eccezione di Busto di uomo in maglia a righe, vengono acquistate da Peggy Guggenheim prima che la collezionista esponga la sua intera collezione alla XXIV Biennale di Venezia, nel 1948, evento questo che diventa un vero e proprio spartiacque storico e culturale: non solo si trova esposta, per l’occasione, l’arte più contemporanea del momento, ma è proprio in seno a questa Biennale che Picasso inaugura la sua prima, grande, retrospettiva in Italia. Il poeta (1911), opera esposta nella sala dedicata alle opere cubiste e futuriste della Collezione Peggy Guggenheim, è una tela emblematica del primo sviluppo del Cubismo, il Cubismo analitico, in cui il soggetto viene frammentato in molteplici punti di vista sovrapposti all’interno di un unico piano pittorico. Una fase successiva, denominata Cubismo sintetico, è caratterizzata dall’uso del papier collé ed è ben rappresentata da Pipa, bicchiere, bottiglia di Vieux Marc (1914), collage esposto accanto a Il poeta. Spostandosi nella sala d’ingresso di Palazzo Venier dei Leoni, si incontrano due altri capolavori del maestro spagnolo, Lo studio (1928), messo in dialogo con Sulla spiaggia (1937). Nel primo, una veduta dello studio dell’artista, Picasso confonde l’identità delle “figure” raffigurate, creando una visione che sfida il nostro bisogno di trovare nelle immagini dei riferimenti in natura, senza abbandonarsi alla libertà dell’artista di dipingere ciò che desidera. La grande tela Sulla spiaggia ricorda invece le figure antropomorfe dai volumi esageratamente accentuati, dalla consistenza quasi scultorea e inserite in paesaggi marini, tipiche di alcune sue opere eseguite fra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30. Le due bagnanti, la cui attenzione è rivolta principalmente al gioco con la barchetta, sono figure aggraziate e allo stesso tempo mostruose, e la composizione si offre da un lato calma e rilassata, sospesa nel suo sottile lirismo, dall’altro trasmette un velato senso di minaccia per la sinistra presenza della figura che si staglia all’orizzonte.

Non manca in collezione il richiamo al tema della tragedia della guerra civile spagnola, caro all’artista, che emerge nell’opera Il sogno e la menzogna di Franco (1937). Qui Picasso raffigura il generale Francisco Franco, futuro dittatore di Spagna, con sembianze mostruose. Inizialmente pensate per essere stampate come cartoline e prodotte in serie, le immagini oggetto dell’opera furono invece pubblicate sulla rivista parigina Cahiers d’Art, accompagnate da una poesia scritta dallo stesso Picasso sulle sofferenze di Guernica, la città basca bombardata dai nazisti nell’aprile del 1937. Realizzata appena due anni dopo Il sogno e la menzogna di Franco, Busto di uomo in maglia a righe (1939) è un chiaro esempio del continuo sviluppo del linguaggio pittorico dell’artista verso l’astrazione, nonché evidente e incessante espressione di libertà artistica, forse a sfidare il fascismo dilagante. Gli sconvolgimenti politici della fine degli anni ’30 influirono profondamente sull’arte di Picasso, influenzando la rabbia della sua tavolozza e l’atmosfera dei soggetti di questo periodo.

Cicutto: Biennale aumenta le risorse per Danza, Musica e Teatro

Cicutto: Biennale aumenta le risorse per Danza, Musica e Teatro



Cicutto: Biennale aumenta le risorse per Danza, Musica e Teatro – askanews.it


Cicutto: Biennale aumenta le risorse per Danza, Musica e Teatro – askanews.it



















Venezia, 3 apr. (askanews) – “La Biennale ha deciso di aumentare le risorse per i settori Danza, Musica e Teatro”. Lo ha detto il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, aprendo la conferenza di presentazione dei tre festival DMT, diretti rispettivamente da Wayne MacGregor, Lucia Ronchetti e dal duo Stefano Ricci e Gianni Forte.

“Le maggiori risorse – ha aggiunto Cicutto – offriranno più possibilità al pubblico di assistere agli spettacoli e si potranno attivare più college e masterclass, ma soprattutto la Biennale potrà affidare commissioni e produrre di spettacoli. in questo modo si dà concretezza all’idea di fare crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, con l’esempio di chi li ha preceduti”.