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Acquisti on line, una rivoluzione ancora limitata per gli italiani

Acquisti on line, una rivoluzione ancora limitata per gli italianiMilano, 04 nov. (askanews) – Vtex, una delle società leader mondiali nel settore delle piattaforme di commercio digitale, ha annunciato i risultati della ricerca “Evoluzione dell’Acquisto Online – Comportamenti e Nuove Modalità di Shopping” sulle modalità di acquisto online e le abitudini dei consumatori digitali in Italia, realizzata in collaborazione con BVA Doxa.


Secondo quanto emerso dall’indagine condotta su un campione di oltre 1.000 soggetti rappresentativi della popolazione italiana connessa ad Internet, lo shopping online rappresenta parte integrante della vita quotidiana, con una varietà crescente di prodotti acquistabili. Il ricorso ai canali digitali per l’acquisto di prodotti e servizi è ormai una prassi consolidata: 4 intervistati su 10 effettuano acquisti online settimanalmente e 1 persona su 2 dichiara di aver aumentato sia la frequenza degli acquisti online sia la varietà di prodotti reperiti sul web. Tuttavia, mentre le modalità di acquisto digitale tradizionali si sono affermate, nuove tecnologie e soluzioni innovative rimangono ancora di nicchia. Lo studio ha infatti messo in luce la scarsa conoscenza e l’utilizzo limitato delle nuove modalità di shopping online, che, sebbene offrano vantaggi significativi, sono ancora poco diffuse tra i consumatori italiani. “I processi di acquisto online sono sempre più complessi, con un’integrazione crescente tra canali fisici e digitali,” afferma Thiago Borba, VP of Sales Southern Europe di Vtex. “Al tempo stesso, nuove modalità, come il social commerce, il live shopping e il concierge commerce, stanno emergendo per rispondere alle esigenze sempre più sofisticate degli acquirenti, ma irispettol loro utilizzo rimane ancora limitato, soprattutto a causa di una scarsa conoscenza tra i consumatori. Anche l’interesse per un utilizzo futuro è spesso frenato dalla difficoltà di comprenderne appieno le caratteristiche e i benefici”. Fatta eccezione per le soluzioni legate all’intelligenza artificiale e alla realtà aumentata/virtuale, che godono di una maggiore notorietà, le nuove modalità di acquisto risultano per lo più appannaggio di una nicchia di consumatori, in particolare giovani e persone con alta capacità di spesa, che dimostrano una familiarità e un interesse significativamente superiori rispetto al resto della popolazione.


La ricerca evidenzia che “Oltre il 60% degli acquirenti digitali è consapevole dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei processi di acquisto online. La metà degli intervistati, in particolare giovani, studenti e alto-spendenti, si dichiara interessata a sfruttarne i benefici in futuro. Il vantaggio più apprezzato è la possibilità di ottenere risposte e assistenza in qualsiasi momento. Tuttavia, una parte significativa dei consumatori esprime preoccupazioni legate all’impiego dell’AI, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati personali e l’affidabilità delle informazioni. L’utilizzo dell’AI sembra trovare maggiore applicazione nei settori della spesa alimentare e dei prodotti di bellezza e salute. “Un digital shopper su 10 ha già provato l’utilizzo della realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) durante il processo di acquisto. Questo trend è particolarmente diffuso tra i giovani della Generazione Z, i Millennials, i blue collar, gli studenti e i consumatori con alta capacità di spesa. Inoltre, 7 su 10 di coloro che hanno già utilizzato strumenti di AR e VR nello shopping online hanno espresso interesse nell’adozione futura di queste tecnologie, in particolare per gli acquisti legati alla casa, sottolineando il loro potenziale per migliorare l’esperienza d’acquisto. I principali vantaggi evidenziati includono la possibilità di visualizzare i prodotti nel proprio ambiente domestico e la loro personalizzazione in tempo reale. “Il social commerce, che permette di acquistare prodotti e servizi direttamente tramite i social media, è noto alla metà degli acquirenti digitali italiani intervistati. Tuttavia, solo 1 soggetto su 10 del campione totale ha effettivamente sperimentato questa modalità, con un utilizzo più marcato tra i giovani della Generazione Z, gli studenti, i residenti in centri medio-piccoli e le persone altamente istruite. Oltre la metà di coloro che hanno già provato il servizio dichiara interesse per un utilizzo futuro. Tra i principali vantaggi percepiti spiccano l’accesso a offerte esclusive, l’interazione diretta con i brand e le raccomandazioni personalizzate. Il social commerce è particolarmente apprezzato per l’acquisto di prodotti per la pulizia e la cura della casa. “Il live shopping, modalità che consente di acquistare prodotti direttamente durante la visione di video di presentazione online, è conosciuto dal 40% degli acquirenti digitali italiani, ma solo il 7% lo ha effettivamente utilizzato. L’interesse per questa modalità di acquisto risulta limitato, con il 36% dei consumatori propensi a sperimentarla in futuro, ma l’entusiasmo cresce tra coloro che hanno già avuto esperienze positive. Il live shopping è apprezzato soprattutto per la sua capacità di creare una comunità di clienti con interessi comuni e per la sua natura coinvolgente e interattiva. “Il concierge shopping, che offre la possibilità di effettuare acquisti con un’assistenza personalizzata attraverso diversi canali, è noto al 35% degli acquirenti digitali, ma solo l’8% del campione intervistato ha effettivamente sperimentato questa modalità, con una maggiore diffusione tra Millennials, persone single e consumatori con capacità di spesa medio-alta. L’interesse per un utilizzo futuro è contenuto, solo il 34%, ma la percentuale sale al 63% tra coloro che hanno già provato il servizio. Tra i principali vantaggi segnalati vi sono l’accesso a prodotti esclusivi e la possibilità di effettuare acquisti guidati e senza stress. “Anche la conoscenza e l’utilizzo del conversational shopping, che consente di acquistare interagendo con canali digitali offerti dalle aziende quali assistenti virtuali o tramite chat, risultano ancora limitati: solo 3 acquirenti su 10 sanno cos’è e 1 su 10 lo ha sperimentato. L’adozione è più diffusa tra Millennials, white collar, residenti in centri di medie dimensioni e consumatori con alta capacità di spesa. L’interesse futuro rimane contenuto, ma sale al 62% tra i giovanissimi e chi ha già provato il servizio. Gli utenti apprezzano la possibilità di ottenere informazioni in qualsiasi momento della giornata e di completare il pagamento tramite l’assistente virtuale. Tutti gli attori del settore digital commerce – società che implementano piattaforme per l’ecommerce, retailer e aziende che le utilizzano per la vendita dei propri prodotti sul web – dovranno quindi continuare a lavorare per sensibilizzare e formare i consumatori, evidenziando i vantaggi di queste tecnologie e rendendole più accessibili e comprensibili per tutti, al fine di migliorare l’esperienza d’acquisto e rendendola più fluida e personalizzata.

Italia-Arabia Saudita, rafforzare rapporti e creare Camera Commercio

Italia-Arabia Saudita, rafforzare rapporti e creare Camera CommercioRoma, 10 ott. (askanews) – L’Arabia Saudita sta attraversando un’importante fase di sviluppo e modernizzazione e può avere un ruolo fondamentale nella stabilizzazione del Medio Oriente. Grazie alla realizzazione del programma Vision 2030 rappresenta un’opportunità per le imprese italiane, anche per le pmi. La presenza nel Paese della Camera di Commercio italiana, che ancora non è stata aperta, potrebbe assicurare un rafforzamento dei rapporti commerciali e un utile supporto per l’avvio di iniziative di business. E’ quanto è emerso nel corso di un convegno promosso da Pilc (Public institutions legal consultants), associazione professionale di consulenza legale dedicata alla Pubblica amministrazione, che ha aperto anche una sede a Riad e a Dubai, e da Ms Desk Italy. Il convengo, che si è tenuto presso Palazzo Theodoli della Camera, ha visto la presenza, tra gli altri, di Andrea Barbarotti, deputato (Lega) della Commissione Attività produttive, del Vice Ambasciatore dell’Arabia Saudita in Italia, Nawaf Al Shybani, della Vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, del Rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo, Luigi Di Maio e di rappresentanti di Confapi Lazio, dell’Ismaa (Istituto mediterraneo per l’Asia e l’Africa), di Lazio Innova, della Sace.


Giuseppe Lepore di Pilc aprendo i lavori ha sottolineato come l’Arabia Saudita sia un Paese vicino a noi e con grandi prospettive di sviluppo. “Non solo le grandi imprese, già presenti, ma anche le pmi – ha detto – possono trarre opportunità”. L’Arabia Saudita, si sta ormai affrancando dal petrolio, basti pensare che nel 2016, quando il governo ha fatto partire il programma Vision 2030, le entrate dal petrolio rappresentavano il 78% del pil, oggi il 30-40%. “Il Paese sta cambiando in modo radicale e innovativo, l’obiettivo è quello di farlo diventare hub di collegamento tra Asia, Africa e Europa. I progetti che si stanno mettendo in atto – ha riferito Lepore – puntano ad una società vibrante, sostenibile, interessata allo sport, al turismo, a creare prospettive migliori per le famiglie, a sviluppare un’occupazione fiorente con un’attenzione particolare alle donne, a favorire la natalità, a valorizzare il volontariato e il sociale. Nessun Paese più dell’Italia è vicino a questi principi e grande è il supporto che le nostre imprese possono dare per questo tipo di sviluppo”. Prospettive di sviluppo, quindi, si aprono nel settore delle fonti rinnovabili, del turismo, dell’industria, delle infrastrutture. Ma, ha sottolineato Lepore “manca ancora la Camera di commercio italiana in Arabia Saudita. Bisogna lavorare per migliorare le relazioni tra questi due Paesi e agevolare le imprese anche con la collaborazione dei professionisti”. Anche Barabotti ha spiegato che “il percorso di affrancamento dal petrolio è un’opportunità da cogliere. Il 20 anni il Paese è cambiato ed è ricco di opportunità per chi vuole trovare spazi commerciali”.


Di Maio ha ricordato che a maggio 2024 è stata inaugurata la Camera di commercio europea a Riad, a cui le Camere di commercio nazionali sono legate. “Rafforzare le relazioni bilaterali tra Italia e Arabia Saudita è prezioso per Bruxelles” ha specificato, anche per “avere più prosperità e pace nella Regione mediorientale”. La Vicepresidente della Regione Lazio ha evidenziato il “consolidato rapporto” tra Italia e Arabia Saudita, e rafforzare ancora di più le relazioni è un passo importante per le imprese italiane e del sistema Lazio. “L’Arabia Saudita – ha aggiunto – deve essere sempre di più un partner strategico nelle relazioni commerciali”. Ricordando l’Expo 2030 che si terrà a Riad, Angelilli ha affermato che “la città si è meritata la vittoria. E’ evidente che c’è stata una convergenza di rapporti diplomatici, ma ha dato anche l’idea di una straordinaria carica di vitalità”.

Lagarde: sull’inflazione “restare vigili, la partita non è vinta”

Lagarde: sull’inflazione “restare vigili, la partita non è vinta”Roma, 1 lug. (askanews) – Alla Bce “non abbiamo completato il lavoro” sull’inflazione “e dobbiamo restare vigili. Non ci riposeremo fino a quando la partita non sarà vinta e l’inflazione sarà tornata al 2%”. Lo ha affermato la presidente dell’istituzione monetaria, Christine Lagarde nel suo discorso alla cena di gala che apre il forum di Sintra, l’appuntamento che ogni anno la Bce tiene in Portogallo.


Il discorso non sembra offrire spunti di rilievo sulle prossime mosse di politica monetaria se non ribadire l’impostazione, adottata dopo il primo rialzo dei tassi deciso a giugno – dopo una lunga fase di stabilità che a sua volta seguiva il più aggressivo ciclo rialzista della storia della Bce -: si intende decidere volta per volta sulla base dell’evolversi dei dati, senza impegnarsi su alcun percorso predeterminato per il costod el danaro. Secondo Lagarde – che in piena fase degli Europei ha usato una metafora calcistica citando Bobby Robson, storico giocatore e allenatore inglese – i progressi fatti in termini di moderazione dell’inflazione consentono “di guardare indietro e di riflettere sul percorso che abbiamo avviato”, ha proseguito. Ha spiegato che in circostanze normali le fluttuazioni dell’inflazione di breve termine non vengono considerate un rischio. Ma quando esiste la possibilità che gli shock sui prezzi si amplifichino e diventino più persistenti le aspettative di inflazione possono disancorarsi dai livelli auspicati dalla Banca centrale.


La presidente ha rivendicato che se la Bce non avesse reagito in modo energico alle passate impennate inflazionistiche ci sarebbe stato un rischio di disancoraggio dell’inflazione del 30%, sia sullo scorso anno che sul 2024. E data l’ampiezza dei passati contraccolpi, ancore oggi “un atterraggio morbido non è garantito”. Lagarde ha citato vario fattori tra cui la tenuta del mercato del lavoro.


“Continuiamo a fronteggiare incertezze sul futuro dell’inflazione, specialmente in termini di come si rapporteranno salari, utili delle imprese e produttività. La tenuta del mercato del lavoro “significa che possiamo prendere tempo per accumulare ulteriori informazioni ma che dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che le prospettive di crescita restano incerte. Tutto questo – ha concluso – sostiene la nostra determinazione essere legati ai dati e assumere le nostre decisioni volta per volta”.

Bri, Claudio Borio lascia a fine anno, lo sostituirà il coreano Hyun

Bri, Claudio Borio lascia a fine anno, lo sostituirà il coreano HyunRoma, 12 gen. (askanews) – Il direttorio della Banca dei regolamenti internazionali ha nominato l’economista sudcoreano Hyun Song Shin capo del Dipartimento monetario e economico, dove andrà a sostituire dal gennaio del 2025 l’italiano Claudio Borio, che fine hanno si ritirerà dopo una lunga carriera all’istituzione internazionale.

Con un comunicato, il Board of Directors dell’istituzione di Basilea attesta “l’eccellente lavoro e i contributi egregi alla ricerca economica e finanziaria e alla cooperazione delle banche centrali” che l’economista italiano ha saputo dare nella sua lunga permanenza alla Bri. Parallelamente il direttorio a nominato Luis Bengoechea direttore del Dipartimento bancario.

Italiani all’estero, Confcommercio: turismo radici vale 8 mld l’anno

Italiani all’estero, Confcommercio: turismo radici vale 8 mld l’annoRoma, 12 ott. (askanews) – Gli italiani che risiedono all’estero e i loro discendenti sono circa 60 milioni. Una comunità enorme che vuole riscoprire le proprie radici e con un’ottima capacità di spesa, voglia di conoscere e vivere in pieno l’Italia. Questo segmento riconducibile al turismo delle radici potrebbe generare una spesa annua in Italia molto vicina a 8 miliardi di euro. Lo ricorda Confcommercio, che al Ttg di Rimini ha dedicato un convegno al tema, nell’anno che è stato dichiarato l’anno delle radici, alla luce di uno specifico progetto del PNRR che prevede il Turismo delle radici tra le voci di investimento, creando un’occasione irripetibile per il settore.

Della vasta comunità italiana all’estero l’84% conosce bene l’italiano e 9 su 10 lo parlano in famiglia. L’82% mangia abitualmente cucina italiana. Solo il 12% non è mai venuto in Italia, 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni. 3 su 10 dedicano al viaggio in Italia 1 o 2 settimane per visitare parenti e luoghi di origine. La maggior parte arriva con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% prevede di pernottare a casa di parenti e amici, mentre il 35% punta su alberghi e un ulteriore 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. 2.300 euro per persona il budget che il turista mette a disposizione, che diventano 3.700 per chi si allunga fino a un mese. C’è anche un identikit dell’italiano/turista delle radici che permette di identificare 4 cluster ben precisi. Il Nostalgico: migrante di prima generazione. Legame con l’Italia strettissimo, parla italiano e si sente italiano all’estero. Il viaggio delle radici è un must: un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel viaggio si è guide di se stessi. Si sa dove andare e come muoversi. L’Ambassador: viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. E’ una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero.

L’Italo-…: italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-(americano, argentino, brasiliano..). Approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità. Il Curioso: è il giovane italiano nato all’estero che vuole vivere l’italian style e desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. E’ un target con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità che gli sono state veicolate tramite anche filmografia e social. Sono alcuni significativi dati emersi da un’analisi di Confcommercio e Swg sulle comunità ‘italiche’ di 8 paesi – Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti – e dallo studio di TRA Consulting sull’impatto del turismo delle radici sull’economia nazionale.

La lingua come elemento identitario delle comunità indagate è il primo fattore determinante. Nonostante l’84% degli intervistati dichiari di conoscerla bene o abbastanza bene, e 9 su 10 la parlino in famiglia almeno ogni tanto, l’interesse ad approfondirla è ben presente in 8 intervistati su 10, soprattutto tra i discendenti dei nostri emigrati nati all’estero. Stesso ruolo è riconosciuto alla cucina: l’82% dichiara di mangiare italiano abitualmente, o comunque ogni volta che è possibile. Avvicinandosi di più alla sfera turistica, l’Italia esercita su questa comunità un magnetismo che va anche oltre quello che ci si potrebbe attendere. Solo il 12% degli intervistati non è mai stato in Italia, e 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni: soprattutto fra i nati nel nostro Paese e i loro partner, mentre la propensione a venire in Italia scende col passare delle generazioni per ritornare significativa – il 63% dei casi – fra coloro che, pur non essendo certi di avere origini del nostro Paese, ne sono incuriositi e stanno cercando di ricostruirle.

L’incontro con la famiglia e la visita dei luoghi di origine sono sì motivazioni del viaggio, ma alla pari dell’attrazione per la bellezza del Paese nel suo complesso e della passione per la cucina. Il risultato è un itinerario composito, per il quale 3 intervistati su 10 mettono a disposizione tra 1 e 2 settimane e altrettanti addirittura dai 15 ai 30 giorni, anche se il 40% ammette di unire un passaggio anche in altri Stati europei. Numeri che non si modificano più di tanto neanche quando, al campione intervistato, si chiede come programmerebbero un viaggio delle radici vero e proprio, con contenuti quindi fortemente improntati alla ricerca delle proprie origini. Anche in questo caso, infatti, la scelta è quella di riservare alla visita dell’Italia in generale, e delle sue attrazioni, il 55% del tempo a disposizione, pur dedicando il resto ai luoghi di origine della famiglia di provenienza. Superato anche il pregiudizio sul tipo di alloggio prevalentemente programmato: solo il 27% prevede di pernottare a casa di parenti e amici, mentre il 35% punta su alberghi e un ulteriore 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Ne consegue un budget messo a disposizione – per una vacanza che quasi 4 su 10 pianificano di 1 o 2 settimane – di 2.300 euro per persona, che diventano 3.700 per chi si allunga fino a un mese: cifre di tutto rispetto, anche se il costo del trasporto incide notevolmente sulle medie calcolate a secondo del Paese da cui si parte. In sintesi, turisti con la ‘T’ maiuscola e a tutto tondo, attratti principalmente dall’Italia nel suo complesso: dalla cucina alla cultura, allo shopping – di produzioni però rigorosamente italiane – alla lingua. E soprattutto, alla ricerca di esperienze immersive: scuole di cucina e spettacoli teatrali, oltre a eventi culturali in genere, che risultano al centro dell’attenzione per 7 su 10, ma anche corsi di italiano durante la permanenza, indicati come molto o abbastanza interessanti dal 62% del campione. La mancanza di una base statistica solidamente dedicata a questo specifico segmento è la constatazione da cui prende avvio il secondo approfondimento presentato, quello sulle potenzialità d’impatto in termini economici. Riuscire ad andare oltre la macro categoria motivazionale ‘visite a parenti e amici’ rilevata da Banca d’Italia e su cui si basano, fino ad oggi, molte delle analisi di spesa sul turismo delle radici, costituirebbe un significativo passo in avanti. In coerenza anche con i risultati dell’indagine di SWG, la strada proposta da TRA Consulting, partendo sempre dai dati di Banca d’Italia, è quella di tenere conto dell’opzione ‘visita a parenti e amici’ anche quando questa è espressa come motivazione secondaria, considerando però che parte dei viaggi operati verso l’Italia con tale obiettivo non sono in alcun modo riconducibili a turismo delle radici. Va poi inserita nel calcolo, per ciascun Paese di provenienza, la combinazione di due ulteriori elementi: l’incidenza percentuale della comunità ‘italica’ sulla popolazione, e la capacità di quel Paese di generare flussi turistici diretti verso l’estero. Adottando tale metodologia, la spesa annua in Italia del solo segmento riconducibile al turismo delle radici si avvicinerebbe a 8 miliardi di euro, di cui il 55% sarebbe generato dai soli 8 Paesi oggetto degli approfondimenti presentanti. Si andrebbe quindi ben oltre i 6,74 miliardi di euro attribuiti da Banca d’Italia nel 2022 alla macro voce ‘visita a parenti e amici’. In conclusione, flussi significativi e non sempre adeguatamente rilevati, caratterizzati da ottimi livelli di spesa media, alto grado di fedeltà alla destinazione Italia, rilevante motivazione esperienziale e impatto diffuso sull’economia, sono alcuni degli elementi che caratterizzano il turismo delle radici dove il nostro Paese, in virtù della numerosità e diffusione delle comunità all’estero, è chiamato a giocare un ruolo che pochi ancora riescono ad intravedere in tutte le sue importanti dimensioni. Guardare al 2024 – anno delle radici italiane – non come punto di arrivo, ma come base di partenza per sviluppare una strategia del Sistema Paese dedicata a questo segmento, ascoltandone le esigenze specifiche e presentando servizi dedicati, è dunque la strada per trasformare un singolo evento in un’opportunità di lunga durata.

Deborah Rossi primo Comandante donna di lungo raggio per ITA Airways

Deborah Rossi primo Comandante donna di lungo raggio per ITA AirwaysRoma, 23 apr. (askanews) – ITA Airways ha il suo primo Comandante donna di lungo raggio, si tratta di Deborah Rossi.

Entrata in ITA Airways fin dalla nascita della Compagnia, Deborah Rossi ha avuto l’onore, il 16 agosto 2021, di essere il pilota ai comandi del primo volo “demo” di ITA Airways, ovvero il volo obbligatorio per ogni compagnia aerea per il conseguimento del Certificato Operatore Aereo (COA). Il suo primo volo da Comandante sulla tratta Roma Fiumicino – Buenos Aires e porterà in volo verso tutte le destinazioni intercontinentali di ITA Airways i passeggeri operando con l’Airbus A350 e l’Airbus A330.

Deborah Rossi è diventata Comandante grazie ai “Corsi Comando” di ITA Airways, pianificati dalla Compagnia già da dicembre 2021. ITA Airways ha avviato i “Corsi Comando” per dare l’avvio ad un importante programma di formazione per diventare Comandanti di Ruolo.

Salone Mobile, Zoppas (ICE): confermate attese, forte presenza Asia

Salone Mobile, Zoppas (ICE): confermate attese, forte presenza AsiaRoma, 23 apr. (askanews) – “La 61esima edizione del Salone del Mobile, ha confermato le attese della vigilia, in un quadro positivo per l’export italiano del settore dell’arredamento, che nel 2022 ha fatto registrare un valore complessivo di oltre 15 miliardi di euro, in crescita di quasi il 13% sull’anno precedente. Una vetrina mondiale, che ha visto oltre il 15% in più di partecipazione e che conferma, una volta di più, il ruolo di Milano come capitale internazionale del design, capace di attrarre buyer e appassionati da oltre 80 Paesi”, ha dichiarato il presidente di ICE Matteo Zoppas.

“In questi giorni abbiamo assistito a un forte ritorno e una forte presenza dell’Asia, rappresentata in particolare da Cina, India e Corea, paesi interessati a quello che più rappresenta il Made in Italy nel mondo, quindi l’alta gamma, il lusso e lo stile. Nel 2022 l’export italiano è cresciuto a doppia cifra anche negli Stati Uniti, dove si è registrato un + 25%, Francia e Germania, dove la crescita è stata di quasi il 10%. Sono numeri importanti, soprattutto dopo un periodo in cui la pandemia e il conflitto russo-ucraino hanno prodotto una mancanza di disponibilità delle materie prime, l’aumento del costo dei trasporti e dell’energia. Problematiche sulle quali il Governo, specie in questi mesi, è intervenuto arginando l’aumento dell’inflazione”. “Far conoscere l’eccellenza dell’arredamento italiano, la sua capacità di saper integrare tradizione, innovazione e vocazione alla sostenibilità è fondamentale, specie se consideriamo che nel nostro Paese nel legno-arredo si contano 68 mila aziende e circa 300 mila addetti: parliamo del secondo settore italiano per numero di imprese, con valore alla produzione di 56 miliardi di euro, di cui oltre 20 miliardi derivanti dal commercio estero – ha proseguito Zoppas – La qualità e lo stile inconfondibile del Made in Italy rappresentano il nostro più grande biglietto da visita nel mondo, e come ICE continueremo ad essere al fianco delle imprese nel racconto delle loro eccellenze e nel favorire nuove fondamentali occasioni di business, anche a grazie a iniziative – oltre 50 quelle programmate tra il 2023 e il 2024 solo per il legno arredo- che si terranno in Italia e nel resto del mondo, con focus sui principali mercati, tra cui Cina, USA, Europa, EAU. Continueremo a sostenere le iniziative di contrasto alla contraffazione, tracciabiltà del prodotto e di sostegno alle certificazioni che sono, come ha sottolineato anche oggi il ministro agli Affari esteri Antonio Tajani, il dazio non economico per i prodotti italiani”.