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Roma, il Messaggero illumina sede per festività e Giubileo

Roma, il Messaggero illumina sede per festività e GiubileoRoma, 18 dic. (askanews) – Dal 18 dicembre per tutte le festività Il Messaggero celebrerà il Giubileo con un grande videomapping sulla facciata del palazzo di via del Tritone. Al tramonto l’amministratore Delegato del giornale, Azzurra Caltagirone ha acceso l’animazione, progettata da Enel, che proietterà sulla facciata del palazzo di via del Tritone le pagine storiche del quotidiano che hanno raccontato i momenti più importanti dell’Italia e del mondo dell’ultimo secolo e mezzo. A presenziare l’evento, Monsignor Rino Fisichella, Pro – prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e delegato del Papa per il Giubileo, Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione ed Andrea Tornielli, Direttore Editoriale. In grande evidenza le pagine che hanno immortalato le notizie più importanti d’Italia sino alla visita di Papa Francesco a via del Tritone.


“E’ un’iniziativa – ha dichiarato il direttore de Il Messaggero Guido Boffo – che abbiamo preso anche l’anno scorso: celebrare il Natale illuminando la facciata del Messaggero facendo in modo che diventi parte integrante di tutta la coreografia romana in occasione delle festività. Quest’anno c’è il Giubileo e per noi e per Roma rappresenta un evento importante, centrale.In qualche modo anche il Messaggero apre le sue porte al Giubileo e a quanti verranno a Roma, si parla di 32 milioni tra turisti e pellegrini in questi mesi”.

Lavoro, Manpower: 63% italiani positivi ma 1 su 3 lo vuole lasciare

Lavoro, Manpower: 63% italiani positivi ma 1 su 3 lo vuole lasciareRoma, 12 nov. (askanews) – In Italia, il 63% dei lavoratori e delle lavoratrici ha una percezione positiva del proprio posto di lavoro. Nonostante ciò, il 53% delle persone afferma di sentirsi stressato dal lavoro, tanto che più di uno su tre (36%) ha in programma di abbandonarlo entro i prossimi sei mesi. Sono alcune delle conclusioni del primo Global Talent Barometer di ManpowerGroup, multinazionale di lavoro interinale e risorse umane, che ha effettuato lo studio in 16 Paesi su un campione di oltre 12.000 intervistati, riporta un comunicato, anche attraverso nuove metriche legate all’ambito professionale nelle aree del benessere, della soddisfazione e della fiducia.


Secondo lo studio, il 63% di persone che in Italia ha una percezione positiva del proprio lavoro è leggermente al di sotto del dato medio globale, che si attesta al 67%. Questo valore deriva dall’analisi di tre indici: Benessere, Soddisfazione lavorativa e Fiducia. In Italia, in particolare, il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici registra un livello di benessere complessivamente positivo nel proprio ambiente di lavoro (rispetto a un Indice Benessere globale del 64%). Inoltre, il 58% si ritiene soddisfatto a livello lavorativo (Indice Soddisfazione lavorativa globale 63%) e il 70% ha fiducia nelle proprie competenze e nel proprio posto di lavoro (Indice Fiducia globale 74%). Andando invece a scomporre l’indice sulla soddisfazione lavorativa, il 57% degli italiani e delle italiane confida che i propri interessi nello sviluppo della carriera siano tutelati dai manager aziendali. Un valore relativamente basso, dice Manpower, che spinge le persone a guardarsi intorno: più di un lavoratore e lavoratrice su tre (36%) intende cambiare impiego nel prossimo semestre e il 48% è convinta/o di poter trovare un lavoro in linea con le proprie esigenze nell’arco di sei mesi. Inoltre, circa un italiano su quattro (27%) non si sente sicura/o del proprio posto di lavoro e teme che entro sei mesi sarà costretta/o a lasciarlo.


“Il rapporto tra persone e aziende si sta evolvendo rapidamente. Per trattenere le migliori collaboratrici e collaboratori, in una situazione di crescente talent shortage e mismatch di competenze, il solo stipendio non è più sufficiente. Le persone si aspettano che il lavoro offra loro qualcosa di più: maggiore equilibrio, più opportunità, più empatia”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “Sebbene il 75% delle persone in Italia trovi uno scopo nel proprio lavoro, i dati del nostro Global Talent Barometer dimostrano che questo da solo non è sufficiente a trattenere i talenti. Le persone sono alla ricerca di ambienti di lavoro che offrano servizi su più fronti, dal supporto per la salute mentale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro allo sviluppo della carriera e alla formazione delle competenze. Le organizzazioni che riescono a creare questi ambienti a misura d’uomo non solo tratterranno i migliori talenti, ma guideranno anche l’innovazione nel dinamico mercato odierno”. Per quanto riguarda l’indice relativo al benessere , in Italia la maggioranza delle persone (75%) ritiene che il proprio lavoro abbia significato e uno scopo, si sente allineata (68%) coi valori e la visione della propria azienda e ritiene di essere supportata (61%) per quanto riguarda l’equilibrio vita-lavoro. Tuttavia, ben il 53% delle/degli intervistati afferma di sentirsi stressato sul lavoro su base quotidiana.


Per quanto riguarda la fiducia in sé stessi e nel proprio lavoro, l’Italia fa registrare valori molto elevati per ogni componente dell’indice, prosegue Manpower. L’85% delle/degli intervistate/i ritiene di avere le capacità e l’esperienza richieste dalla posizione e il 74% di avere le tecnologie e gli strumenti necessari. Tuttavia, quando si tratta di sviluppo di carriera si rileva una differenza tra potenzialità e opportunità: il 68% dei talenti sostiene di avere in azienda l’opportunità di migliorare le proprie skills per avanzare la posizione lavorativa, ma soltanto il 53% ritiene di avere effettivamente la possibilità di ottenere una promozione. A livello territoriale, benché si registri una percezione simile lungo tutta la penisola, alcuni valori mostrano fluttuazioni rilevanti. La percentuale di persone che dichiarano di temere di dover lasciare il posto di lavoro è più alto nel Sud e Isole (30%) e nel Centro (29%) rispetto a Nordovest (24%) e Nordest (22%). Al contrario, dalle rilevazioni risulta che in Centro Italia ci sia un’alta percezione di poter migliorare le proprie competenze (77%) e la propria carriera (61%), mentre la percezione di miglioramento più bassa si registra nel Nordest sia per le competenze (63%) sia per la carriera (46%).


L’analisi, prosegue il comunicato, registra varie differenze anche tra le diverse generazioni. In particolare, la generazione Z si dichiara la più stressata (57%) e di gran lunga la più incline a cambiare impiego per propria scelta nei prossimi mesi (49%). Sono anche coloro che hanno più difficoltà a trovare significato e scopo nel proprio lavoro (63%). La generazione dei Millennial invece (28-43 anni) è quella che intravede più possibilità di carriera (60%). Per quanto riguarda i singoli settori, la percentuale di persone stressate più alta si registra nei beni di consumo e servizi (61%) e nella sanità e life sciences (59%), mentre la più bassa è nei trasporti, logistica e automotive con il 38%. I lavoratori e le lavoratrici di quest’ultimo settore sono anche i meno intenzionati a cambiare lavoro a breve (15%), mentre nei beni di consumo e servizi intende farlo uno su due (50%).

Treni, Trenitalia rinnova collaborazione con Ferrovie Svizzere

Treni, Trenitalia rinnova collaborazione con Ferrovie SvizzereRoma, 8 nov. (askanews) – Rinnovata la cooperazione fra Trenitalia (Gruppo Fs Italiane) e le Ferrovie Federali Svizzere (Ffs) e nuovi collegamenti Eurocity fra Italia e Svizzera a partire dal 2026. Come riporta un comunicato, oggi a Milano Centrale le due società hanno sottoscritto il rinnovo del Cooperation Agreement prolungando così la loro collaborazione pluriennale.


Un accordo di successo, afferma Trenitalia, considerati i 30 milioni di passeggeri già trasportati tra Italia e Svizzera dal 2009, da quando è attiva la collaborazione tra Trenitalia e FFS. L’accordo è stato firmato da Luigi Corradi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia e da Véronique Stephan, Direttrice Mercato Viaggiatori delle FFS. Nel quadro del nuovo accordo, Trenitalia e le FFS intendono offrire – oltre ai 40 treni che quotidianamente viaggiano tra Italia e Svizzera – ulteriori collegamenti. Le due aziende stanno lavorando con l’obiettivo di introdurre, a partire dal 2026, una tratta aggiuntiva tra Zurigo, Milano e Venezia e nuovi treni diretti da Zurigo verso Firenze e Livorno e viceversa. Per sostenere questo aumento dell’offerta, le FFS hanno ordinato a febbraio 2024 quattro nuovi elettrotreni Giruno, che si andranno ad aggiungere ai 29 già oggi in circolazione e altri sette ordinati nel 2022.


“L’accordo di cooperazione firmato oggi rappresenta il prolungamento di una partnership già virtuosa” – afferma Luigi Corradi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia. “Ci aspettiamo, nei prossimi anni, una domanda crescente per i collegamenti transfrontalieri, dall’Italia alla Svizzera e viceversa, e siamo pronti ad accogliere i viaggiatori su treni più nuovi, ancora più confortevoli e più sostenibili”, ha aggiunto. “È con orgoglio e soddisfazione che guardiamo al recente passato e al futuro prossimo; insieme, nel 2023, siamo riusciti a trasportare circa 500.000 viaggiatori internazionali in più rispetto al 2019 sui treni tra Italia e Svizzera, abbiamo aumentato il numero di collegamenti verso Milano e abbiamo introdotto nuovi collegamenti diretti in direzione di Genova e Bologna” ha sottolineato Véronique Stephan, Direttrice mercato viaggiatori FFS.


Scegliere il treno per spostarsi in Europa non solo è sostenibile dal punto di vista ambientale e confortevole per il proprio viaggio, ma risulta essere sempre più apprezzato dai viaggiatori. Nel 2023, prosegue il comunicato, ad esempio, 2,4 milioni di passeggeri hanno viaggiato con Eurocity tra la Svizzera e l’Italia in treno. L’evento è stato anche l’occasione per presentare il nuovo brand euroCity e il restyling dei treni di Trenitalia, rinnovati negli interni, con sedili rivestiti in tessuto 100% ricavato da plastiche riciclate, nei servizi e nella livrea. Tra i colori utilizzati, che richiamano le bandiere dei due Paesi, c’è il verde, colore distintivo del marchio: utilizzato per il logo, ma anche per molte altre applicazioni all’interno delle vetture. Il verde, inoltre, rappresenta un richiamo al tema della sostenibilità, dato che il treno è il mezzo più sostenibile per raggiungere la Svizzera.


Trenitalia ha presentato un treno ETR610 rimodernato, che circola come euroCity tra Svizzera e Italia; dal 2026 l’intera flotta ETR610 di Trenitalia sarà rimodernata, con un nuovo design, nuovi rivestimenti per i sedili, composti da materiali riciclati, Wi-Fi e l’installazione di prese di corrente per biciclette elettriche. Anche i vagoni ristorante andranno a beneficiare della collaborazione tra le due aziende ferroviarie, garantendo un livello di servizio omogeneo su tutta la flotta in servizio tra l’Italia e la Svizzera.

Cipess approva nuovo pacchetto risorse per coesione territoriale

Cipess approva nuovo pacchetto risorse per coesione territorialeRoma, 7 nov. (askanews) – Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), ha approvato un nuovo pacchetto di proposte di assegnazioni di risorse finanziarie per la coesione territoriale. Secondo quanto riporta un comunicato, ha approvato la proposta di assegnazione della quota residua FSC 21-27, pari a 2,2 miliardi di euro, e delle risorse complementari a valere sul Fondo di rotazione, per ulteriori 1,2 miliardi di euro. Con quest’assegnazione, che si somma alle precedenti anticipazioni delle quote del FSC 21-27 già deliberate dal Comitato, si completa il quadro di risorse della coesione programmate per i territori della Campania, consentendo, nei prossimi anni, di avviare investimenti in infrastrutture, competitività del sistema produttivo e servizi ai cittadini per un totale di 8,3 miliardi di euro.


Inoltre, in previsione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco di Assisi (1226-2026), il Governo ha proposto e il Comitato ha deliberato un’assegnazione di risorse FSC 21-27 pari a 80,5 milioni a favore dei territori umbri. Le risorse, prosegue il comunicato, sono destinate al finanziamento di interventi particolarmente strategici per la riqualificazione dei luoghi di culto e il potenziamento delle infrastrutture di trasporto all’interno della regione Umbria. In particolare, è stato finanziato il completamento della tratta ferroviaria della Ferrovia Centrale Umbra; l’allestimento del percorso ciclo-pedonale della Via di Francesco; l’abbattimento delle barriere architettoniche presso le scale mobili Porta Nuova di Assisi; la riqualificazione finalizzata alla fruizione del Sacro Convento di Assisi e dell’orto di San Francesco; la progettazione della Nuova stazione AV Medioetruria; il potenziamento e ammodernamento dell’Aeroporto internazionale dell’Umbria San Francesco di Assisi. Con quest’assegnazione, quindi, il Governo ha inteso contribuire alle celebrazioni in onore del Patrono d’Italia che si terranno nel 2026, in particolare favorendo l’afflusso dei numerosi pellegrini previsti. Secondo il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni “si tratta di interventi strategici per i territori perché lo sviluppo economico, la crescita, la competitività del tessuto produttivo si rafforzano coniugando investimenti e coesione territoriale, esattamente come ha inteso fare il Governo oggi, grazie al lavoro del Ministro Fitto, finanziando interventi strategici in particolare per la Campania, l’Umbria e per Lampedusa”. Al fine di dare seguito all’Accordo sottoscritto dal Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione Campania lo scorso 17 settembre, oggi il CIPESS


Particolare significato assume, inoltre, l’assegnazione di risorse FSC 21-27 per 45 milioni di euro deliberata a favore del Comune di Lampedusa e Linosa. È nota la situazione di emergenza che l’isola è chiamata ad affrontare giornalmente e di cui il Governo, si legge, con il Decreto-legge 124/2023, ha inteso farsi carico, prevedendo, tra l’altro, il finanziamento di un piano di investimenti infrastrutturali atti a migliorare la vita dei cittadini isolani. Il Piano, predisposto dal Comune in sinergia con il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede la realizzazione e manutenzione straordinaria di strade e altre opere di urbanizzazione primaria, la realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue, il potenziamento del deposito di carburante, la costruzione di nuovi edifici pubblici tra cui una scuola, la riqualificazione e l’efficientamento energetico degli edifici esistenti. La nuova dotazione si aggiunge a quella di 20 milioni di FSC 14-20 già deliberata in precedenza, in corso di esecuzione, per un totale di investimenti pari a 65 milioni.

Bankitalia: in I sem proseguita crescita lavoro, maggiore al Sud

Bankitalia: in I sem proseguita crescita lavoro, maggiore al SudRoma, 6 nov. (askanews) – Nella prima metà del 2024 l’espansione dell’occupazione in Italia è proseguita con intensità diversa tra i territori: particolarmente pronunciata nel Mezzogiorno, è stata quasi nulla nel Nord Est, dove il rallentamento della domanda di lavoro è confermato anche dal maggiore ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Lo segnala la Banca d’Italia nel capitolo sul mercato del lavoro inserito nel Raopporto sulle economie regionali.


Nel 2023, si legge, la crescita dell’occupazione è proseguita in tutte le ripartizioni ed è stata più intensa nel Mezzogiorno. Il numero degli occupati è aumentato in quest’area più che nel resto del Paese anche nel confronto con i livelli precedenti al Covid. Secondo Bankitalia vi ha inciso soprattutto l’espansione del numero di addetti nelle costruzioni e nel settore pubblico. La fase positiva del ciclo economico ha sospinto la partecipazione sull’intero territorio nazionale, in particolare nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Il numero di persone attive è salito ovunque, prosegue lo studio, nonostante la contrazione della popolazione in età da lavoro. Il tasso di disoccupazione è diminuito in tutte le ripartizioni.


La crescita delle retribuzioni contrattuali, ancora moderata nel confronto con gli altri principali paesi dell’area dell’euro, ha interessato ogni macroarea. Riflettendo le differenze nella composizione settoriale delle attività economiche, gli incrementi salariali sono stati leggermente inferiori nel Mezzogiorno, dove prevalgono settori che hanno registrato aumenti più contenuti. Le retribuzioni di fatto, aggiunge Bankitalia, sono cresciute poco più dei minimi stabiliti dai contratti collettivi nazionali.

Bankitalia, in 2023 e I sem 2024 Mezzogiorno cresciuto sopra media

Bankitalia, in 2023 e I sem 2024 Mezzogiorno cresciuto sopra mediaRoma, 6 nov. (askanews) – Lo scorso anno, dopo la robusta ripresa del biennio 2021-22, l’attività economica è cresciuta solo di poco in tutte le macroaree in Italia, rispecchiando la debolezza della domanda mondiale e le condizioni monetarie più restrittive. L’incremento è stato di nuovo più accentuato nel Mezzogiorno, per effetto di una maggiore espansione dell’attività nei comparti delle costruzioni e del terziario e di una minore contrazione dell’industria. Lo riferisce la Banca d’Italia nel suo nuovo Rapporto sulle economie regionali, che accompagna studi specifici su ogni regione in corso di diffusione in questo periodo.


L’istituzione di Via Nazionale osserva che già nella fase successiva alla crisi legata a Covid, lockdown e misure restrittive imposte, mentre l’economia italiana registrava tassi di crescita medi superiori alle principali economie dell’area euro, in contrasto con quanto avvenuto nelle passate crisi, nel Mezzogiorno il prodotto e l’occupazione erano cresciuti più della media nazionale. Un elemento di novità importante, anche se potrebbe in parte riflettere fattori di natura temporanea, data la particolare rilevanza per l’economia meridionale degli ampi interventi pubblici adottati. Tornando allo scorso anno, le esportazioni reali sono aumentate nel Sud e nelle Isole, in contrasto con la riduzione registrata nel Centro Nord. Le misure di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare hanno continuato a sostenere il settore dell’edilizia, si legge, che è risultato quello a più alta crescita nell’intero Paese.


E l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, indica anche per la prima metà del 2024 un rialzo del Pil, leggermente più marcato nelle regioni meridionali. La crescita si è mantenuta modesta in ogni ripartizione; ha risentito ancora della fragilità della domanda interna e di quella estera. La crescita dei prossimi anni è destinata a risentire del fattore demografico. Nel frattempo, le imprese in Italia prefigurano un indebolimento nella dinamica degli investimenti in tutte le macroaree. La liquidità delle aziende è ancora salita, sospinta dall’incremento di depositi e titoli.


Secondo il rapporto di Bankitalia, lo scorso anno l’occupazione ha continuato a crescere in ogni ripartizione, anche qui più intensamente nel Mezzogiorno. Hanno influito gli sgravi contributivi, la ripresa degli investimenti pubblici e la fine del blocco del turnover del personale nella Pubblica amministrazione. È proseguito anche l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, in particolare nel Mezzogiorno e nel Nord Est. Il tasso di disoccupazione è diminuito ovunque. La dinamica delle retribuzioni ha accelerato moderatamente nel 2023, dice ancora Bankitalia, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali, dove maggiore è il peso dei settori che hanno beneficiato di rinnovi contrattuali.


L’incremento dell’occupazione ha sostenuto l’espansione del reddito disponibile delle famiglie, in special modo nelle regioni meridionali. L’inflazione ne ha tuttavia eroso il potere d’acquisto, frenando la crescita dei consumi. Nel 2023 l’inflazione media annua in Italia – misurata dall’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) – è scesa al 5,7 per cento, con differenze limitate tra le ripartizioni. La flessione, si legge, ha riguardato in particolare la componente del paniere dei consumi legati all’abitazione, inclusi i beni energetici, ed è stata più pronunciata nel Mezzogiorno e nel Nord Est. Nei primi nove mesi del 2024 questa tendenza è proseguita interessando tutte le macroaree. Sulla scia della stretta monetaria operata dalla Bce, i prestiti bancari al settore privato non finanziario, che avevano già rallentato dalla fine del 2022, si sono contratti in ogni ripartizione dal terzo trimestre dello scorso anno. Sull’andamento ha inciso soprattutto la significativa e generalizzata flessione dei finanziamenti al settore produttivo, prosegue Bankitalia, in particolare al Centro e nel Nord Est. Il calo ha riflesso sia la minore domanda di credito, sia la maggiore avversione al rischio degli intermediari in un contesto macroeconomico debole. I prestiti alle famiglie hanno continuato a espandersi solo nel Mezzogiorno, sebbene in rallentamento. Si sono nel complesso ridotte le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni, a causa dell’aumentato costo del credito, rimanendo contenute anche nel primo semestre del 2024, nonostante la diminuzione dei tassi di interesse. È invece continuata la crescita del credito al consumo. A giugno del 2024 il tasso di deterioramento dei prestiti al settore privato non finanziario si collocava su valori molto moderati nel confronto storico, confermandosi più elevato nel Mezzogiorno. Bankitalia non effettua previsioni su base regionale per l’andamento dei crediti deteriorati, ma va ricordato che ad esempio per alcuni segmenti chiave dell’economia, come il manifatturiero, in cui la debolezza globale e Ue potrebbe portare a aumenti di queste poste, c’è una maggiore concentrazione di imprese nelle aree del Nord. Nel 2023 i conti delle Amministrazioni locali sono migliorati. La spesa per investimenti ha accelerato, sostenuta in particolare dall’impiego nel Mezzogiorno dei fondi di coesione europei del ciclo di programmazione 2014-20, in via di completamento, e dalla progressiva realizzazione dei progetti connessi con il Pnrr; la fase di forte espansione è proseguita anche nei primi nove mesi del 2024. In prospettiva, conclude lo studio, è verosimile attendersi un ulteriore irrobustimento degli investimenti, per effetto dell’utilizzo dei fondi del ciclo 2021-27, ancora in fase di avvio, e dell’attuazione di altre misure del Pnrr.

Acri, Azzone: fiduciosi su proseguimento interventi su territori

Acri, Azzone: fiduciosi su proseguimento interventi su territoriRoma, 29 ott. (askanews) – L’Acri è ottimista sul fatto che nonostante gli effetti dei cambiamenti normativi Ue e del provvedimento sul rinvio della detraibilità delle imposte differite attive (Dta), le fondazioni bancarie riusciranno a continuare ad effettuare interventi a sostegno dei territori. “Finora i dati usciti sono tutti in crescita, non abbiamo ancora i dati consuntivi ma siamo ottimisti che si potrà continuare a fare interventi filantropici sul territorio”, ha affermato il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa di presentazione dell’idagine annuale sul risparmio realizzata con l’Ipsos.

Mimit convoca Regioni e Province autonome su crisi aziende il 20 nov

Mimit convoca Regioni e Province autonome su crisi aziende il 20 novRoma, 24 ott. (askanews) – Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato i rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome per un incontro a Palazzo Piacentini il giorno 20 novembre 2024 alle ore 17.


La riunione, riporta una nota, ha la finalità di approfondire le modalità di coordinamento e di cooperazione più utili per ottimizzare la gestione delle situazioni di crisi aziendale dei territori interessati. All’incontro, presieduto da Urso, parteciperà anche il sottosegretario al Mimit con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto.

Leonardo lancia joint venture con Rheinmetall su carri armati Ue

Leonardo lancia joint venture con Rheinmetall su carri armati UeRoma, 15 ott. (askanews) – Leonardo ha annunciato il lancio di una joint venture alla pari con la tedesca Rheinmetall con l’obiettivo di formare un nuovo nucleo europeo per lo sviluppo e la produzione di veicoli militari da combattimento in Europa. Le due società saranno azionisti al 50% della nuova realtà, battezzata Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, che avrà sede legale a Roma e sede operativa a La Spezia.


Il perfezionamento degli accordi e la costituzione della società, riporta un comunicato, sono attesi entro il primo trimestre 2025, e soggetti alle usuali autorizzazioni regolamentari per operazioni di questa natura. Obiettivo primario della joint venture è lo sviluppo industriale e la successiva commercializzazione del nuovo Main Battle Tank italiano (Mbt) e della nuova piattaforma Lynx per il programma Armored Infantry Combat System (Aics) nell’ambito del programma per i sistemi terrestri dell’Esercito Italiano. È previsto anche lo sviluppo e la produzione di altri veicoli di questa famiglia, come veicoli da recupero, da ingegneria e da posaponti. Entrambi i partner, si legge, si aspettano inoltre che i loro prodotti congiunti offrano ampie opportunità di vendita sui mercati internazionali.


“Si tratta di un passo significativo verso la creazione di un sistema della difesa europeo basato su piattaforme specializzate condivise – ha commentato l’Ad di Leonardo, Roberto Cingolani -. Rheinmetall e Leonardo puntano a sviluppare tecnologie all’avanguardia in grado di competere a livello internazionale”.

Inail: nel 2023 590mila infortuni sul lavoro -8,4%, decessi -9,5%

Inail: nel 2023 590mila infortuni sul lavoro -8,4%, decessi -9,5%Roma, 14 ott. (askanews) – Oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell’8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. E’ la fotografia scattata al 30 aprile 2024 dall’Inail, nella sua Relazione annuale relativa al 2023.


Secondo l’istituto a influenzare il calo degli infortuni in complesso nel 2023 è stata la pandemia, ancora molto presente nel 2022 in termini di contagi professionali denunciati. La riduzione reale, al netto dell’effetto Covid, si attesta infatti al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia, la riduzione, sempre al netto dei contagi, è di circa il 9%. Per i casi mortali, a differenza del biennio 2020-2021, l’emergenza sanitaria non ha avuto invece l’impatto rilevante osservato per le denunce in complesso. L’analisi per modalità di accadimento degli infortuni in complesso indica un aumento, rispetto al 2022, solo dei casi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, che sono passati da 95.078 a 98.716 (+3,8%). Sostenuta invece, a causa della pandemia, la riduzione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, prosegue l’Inail, scesi da 608.505 a 491.499 (-19,2%). Il 19,5% degli infortuni denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda” (cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”), percentuale in linea col 2019 e superiore al valore medio del biennio 2020-2021 (circa il 16%) quando, nelle fasi più critiche dell’emergenza, i blocchi alla circolazione stradale e il massiccio ricorso al lavoro agile li hanno fatti contrarre sensibilmente.


Per i casi mortali si registra, rispetto al 2022, un calo sia delle denunce in itinere, passate da 341 a 265 (-76 casi), sia di quelle in occasione di lavoro, da 927 a 882 casi (-45). Il 40,5% dei decessi denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda”. L’Inail poi riporta come il 79,2% degli infortuni in complesso del 2023 si concentra nella gestione assicu­rativa Industria e servizi, il 4,5% in Agricoltura e il 16,3% nel conto Stato (per que­st’ultima circa sette infortuni su 10 riguardano gli studenti delle scuole pubbli­che statali). Mentre nell’Industria e servizi si assiste, tra il 2022 e il 2023, a una riduzione degli infortuni (-19,8%), si osservano lievi aumenti in Agricoltura (+0,1%) e nel conto Stato (+1,8%, sintesi di una diminuzione per i dipendenti statali e di un aumento per gli studenti delle scuole/università statali, anche a causa dell’effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dall’art. 18 del decreto legge n. 48/2023). Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell’Industria e servizi (85,3%), seguita dall’Agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%).


L’analisi per settore di attività economica della gestione Industria e servizi evidenzia, al netto dei casi non codificati, che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da Sanità e assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporto e magazzinaggio (12%) e Commercio (11%). Quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa degli infortuni sul lavoro da Covid-19. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle Costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel Trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto Manifatturiero (111, -11). La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia. In ottica di genere, per l’insieme delle gestioni assicurative e inclusi gli infortuni in itinere la maggioranza degli infortuni e la schiacciante maggioranza di decessi riguarda uomini, con l’Inail che riporta che oltre un terzo degli infortuni in complesso e un decesso su 12 riguardano le donne. Si osserva, in particolare, un significativo decremento delle denunce di infortunio delle lavoratrici (-27,6%, pari a 80mila casi in meno) rispetto ai lavoratori (-8,1%, circa 34 mila casi in meno) e anche per i casi mortali il calo rispetto al 2022 è più marcato per la componente femminile (-31,9%, da 135 a 92 casi) rispetto a quella maschile (-6,9%, da 1.133 a 1.055).


Quasi tutte le fasce di età presentano riduzioni tra il 2022 e il 2023 con l’unica eccezione, per le denunce in complesso, di quella degli under 20, soprattutto studenti (+11,6%), e per i casi mortali della classe 20-24 anni (+12 decessi) e degli over 65enni (+15). Metà delle denunce di infortunio si concentra nella fascia 40-64 anni, mentre per i decessi la fascia più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Quasi otto infortuni su 10 riguardano i lavoratori italiani (in calo del 18,9% sull’anno precedente), il 17% gli extracomunitari (-0,2%) e il 4% i comunitari (-13,7%). Sempre circa otto su 10 sono i decessi denunciati per lavoratori italiani (-9,1% sul 2022), il 15% per quelli extracomunitari (-8,2%) e il 4% per i comunitari (-20,3%). Dal punto di vista della distribuzione territoriale, dice l’istituto, il 61% degli infortuni si concentra al Nord, il 20% al Centro e il 19% nel Meridione. Il calo registrato rispetto al 2022 ha interessato tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (-20,5%), seguito da Nord-Ovest (-19,6%), Isole (-18,7%), Centro (-15,9%) e Nord-Est (-9,9%). Tutte le Regioni hanno visto contrarsi il fenomeno infortunistico, con i decrementi più significativi in Campania (-35,3%), Liguria (-31,4%) e Molise (-26,5%). Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana raccolgono oltre la metà delle denunce. Nei casi mortali, l’incidenza del Nord scende al 48%, mentre aumenta, rispetto ai casi in complesso, il peso del Mezzogiorno (33%), con il Centro che conferma la stessa quota (un caso su cinque) sia per il totale degli infor­tuni che per quelli mortali. La diminuzione del 9,5% delle morti sul lavoro rispetto al 2022 è la sintesi dei cali registrati al Centro (-18,7%), Nord-Ovest (-13,6%), Nord-Est (-11,3%) e Isole (-9,3%) e dell’aumento rilevato al Sud (+6,3%). Gli infortuni accertati sul lavoro. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro nel 2023 sono provvisoriamente 375.578, pari al 64% delle denunce, di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Restano da definire ancora 29mila casi in istruttoria. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall’azienda”. I casi in istruttoria sono 51. Per quanto riguarda gli indici di frequenza infortunistica, calcolati prendendo in considerazione gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro indennizzati e il numero di addetti Inail, l’analisi dell’ultimo triennio consolidato (2019-2021) presenta per il complesso delle attività dell’Industria e servizi un indice pari a 15,26 infortuni indennizzati per mille addetti, in calo dell’1,5% rispetto all’indice di frequenza del triennio 2018-2020. Il settore più a rischio è la Sanità e assistenza sociale con 42,95 infortuni indennizzati ogni mille addetti, conseguenza dell’elevata incidenza dei contagi da Covid-19. Tra gli altri settori più a rischio, anche nel periodo che ha preceduto la pandemia, quello della gestione dei Rifiuti/reti fognarie/fornitura d’acqua (32,15), del Tra­sporto e magazzinaggio (23,39), dei Servizi di supporto alle imprese (20,29), delle Costruzioni (18,01) e dell’Alloggio e ristorazione (16,90). Concentrando l’attenzione sulle conseguenze più gravi dell’in­fortunio indennizzato (menomazioni permanenti ed esiti mortali), il primato negativo spetta alle Costruzioni, conclude l’Inail, con un indice di 2,87, più del doppio della media dell’Industria e servizi (1,16). Per la gestione Agricoltura l’indice di frequenza è risultato negli anni sempre decrescente, passando da 20,72 infortuni indennizzati ogni mille addetti nel triennio 2016-2018 a 17,47 nel triennio 2019-2021. (fonte immagine: Inail).