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Hyper Transfer, Veneto: lo progetta il Consorzio Webuild-Leonardo

Hyper Transfer, Veneto: lo progetta il Consorzio Webuild-LeonardoVenezia, 10 mag. (askanews) – Accelera il percorso di studio e progettazione per la tecnologia Hyper Transfer in Veneto. Sarà un consorzio formato dalle società Webuild Spa e Leonardo Spa a realizzare lo studio di fattibilità del sistema di trasporto ultraveloce a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata, completamente sostenibile e a basso consumo di energia.

Il consorzio delle due aziende è stato individuato – al termine della procedura di gara proposta da Concessioni Autostradali Venete (CAV) – come soggetto aggiudicatario per la realizzazione dello studio sull’Hyper Transfer in Veneto: un progetto che getterà le basi in vista delle successive fasi della sperimentazione, che prenderà in analisi una prima tratta sperimentale tra Padova est e il Porto di Venezia. “E’ un progetto avvincente e futuristico – sottolinea il presidente del Veneto, Luca Zaia – con l’aggiudicazione del bando di partenariato per l’innovazione è stato compiuto un altro fondamentale passo verso quella che potrà essere la mobilità del futuro, proiettando il Veneto nella cerchia delle regioni più innovative a livello internazionale. Quella che andremo a studiare e progettare è una vera e propria rivoluzione in grado di trasformare nel tempo i trasporti, il territorio, il sistema economico. La sfida dell’Hyper Transfer è quella di movimentare le merci con grande velocità riducendo molto le emissioni inquinanti ed il traffico nelle nostre strade. Può sembrare una tecnologia futuristica, ma la ricerca in questo campo sta facendo passi da gigante e nei prossimi anni potremo assistere a cambiamenti molto importanti. E il Veneto deve essere fra le regioni leader in Europa per innovazione”, conclude.

Zaia: in Veneto abbiamo un Pil che cresce tra 8-9%

Zaia: in Veneto abbiamo un Pil che cresce tra 8-9%Verona, 3 mag. (askanews) – “In Veneto abbiamo un Pil che cresce tra l’8 e il 9%, abbiamo due anni fantastici per l’economia ma dall’altra parte abbiamo la difficoltà nel reperire alcune tipologie di operatori”. A dirlo il presidente del Veneto, Luca Zaia, a margine dell’inaugurazione di SaMoTer a Verona.

“C’è da dire che sono stati assunti 23mila lavoratori da inizio anno – ha proseguito il governatore – però resta il problema che molta manodopera non si trova. Fondamentalmente perché l’incrocio domanda e offerta è a sfavore di chi offre occupazione e dall’altro perché alcuni lavori non vengono scelti”.

Giro d’Italia della CSR: Padova vetrina della città del futuro

Giro d’Italia della CSR: Padova vetrina della città del futuroMilano, 17 apr. (askanews) – Housing sociale, city region funzionali e rigenerazione urbana. Sono queste le parole chiave della nuova urbanizzazione, che si basa sulla sostenibilità ambientale e su quella sociale per garantire spazi urbani più verdi, equi e vivibili. Per fare il punto sullo stato di fatto e sugli scenari futuri, l’appuntamento è a Padova il 19 aprile con l’ottava tappa del Giro d’Italia della CSR, che sbarca in Veneto dopo aver toccato altre sette regioni per diffondere la cultura della sostenibilità con un focus su le nuove domande di città. “Per avere città più sostenibili è necessario adottare una visione inclusiva, responsabile, condivisa – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone della CSR e dell’innovazione sociale – Se l’obiettivo è migliorare la vita di chi abita, studia e lavora nei centri urbani è necessario ascoltare i bisogni delle persone, ottimizzare le risorse a disposizione, creare alleanze tra i diversi attori sociali. Anche l’Agenda 2030 ci ricorda che una città sostenibile deve rendere gli spazi efficienti, digitali, vivibili e integrati tra loro”.

La partecipazione all’incontro, che si terrà a partire dalle 9.30 nell’aula Nievo dell’Università degli Studi di Padova, sarà possibile anche in streaming sul canale YouTube de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, che quest’anno celebra la sua 11° edizione con il titolo di “Abitare il cambiamento”. L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Centro Interdipartimentale di Studi Regionali “Giorgio Lago” e con l’associazione VeLa – Veneto Laboratorio Civico, entro cui è confluita Veneto Responsabile. Dopo l’apertura dei lavori con i contributi di Patrizia Messina e Michelangelo Savino dell’Università degli Studi di Padova e di Alfio Piotto, presidente dell’associazione VeLa, il primo panel sarà dedicato all’housing sociale e alle diverse accezioni che può assumere sul territorio. “Il tema dell’abitare permette di cogliere diversi aspetti dei profondi mutamenti sociali in corso – commenta Patrizia Messina, docente dell’Università di Padova ed esperta di governance del territorio – L’affermarsi di nuove iniziative di rigenerazione urbana, di nuove pratiche e di nuovi attori che, in forme diverse, hanno provato a rispondere alla nuova “emergenza povertà” e alla nuova domanda di “abitare”, dimostrano come questo sia uno dei campi più interessanti di sperimentazione e di innovazione sociale, che ha dato vita alle nuove forme dell’abitare del co-housing; collective o collaborative o cooperative housing; senior housing; multi-sharing; co-living, multi-local living, micro-living”.

Uno degli esempi messi in luce durante la tappa padovana del Giro sarà quello del comune di Preganziol, rappresentato dal sindaco Paolo Galeano: qui la progettazione dell’housing sociale è stata pensata per gli anziani autosufficienti, con la creazione di un quartiere interamente progettato per le loro esigenze, con servizi di prossimità finalizzati all’inclusione sociale all’interno del tessuto urbano. L’obiettivo è rendere la città adatta anche alla quarta età, senza isolare gli anziani autosufficienti in case di riposo. Un quartiere di comunità con servizi condivisi per le famiglie è invece nato a San Donà di Piave: a parlarne sarà il sindaco Andrea Cereser, sostenitore della coesione sociale come mezzo per vivere meglio nelle città e nei paesi. Per il comune di Santorso, invece, il sindaco Franco Balzi porterà l’esempio del progetto “Chiavi di casa”, dedicato all’autonomia dell’abitare per le persone diversamente abili. Maurizio Trabujo, direttore della Fondazione La Casa, parlerà di cohousing e coworking per studenti e migranti nella città di Padova, dove sono stati progettati edifici ad alto livello di ecosostenibilità per accogliere le esigenze di studio, lavoro e prima accoglienza delle fasce di popolazione più giovani. Le linee guida di questo nuovo modo di costruire e di abitare in Veneto, con particolare attenzione alle giovani coppie, saranno infine tracciate da Tiberio Businaro e Marco Bellinello, presidente e direttore dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Padova. Oltre a dare forma alle città del futuro, la rivoluzione sostenibile dell’abitare passa anche dalla creazione di macroreti funzionali. È il caso della nuova city region funzionale del Veneto centrale, raccontata dal presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro. Il progetto nasce dalla necessità di una cabina di regia e coordinamento sovralocale per un territorio, quello del Veneto centrale, caratterizzato dal fenomeno della città diffusa, in cui insediamenti industriali e residenziali coesistono senza soluzione di continuità e in cui l’alta densità del tessuto produttivo ne fa una delle maggiori Aree Urbane Funzionali d’Europa. Bruno Barel, studioso senior dell’Università degli Studi di Padova, coordinerà poi gli interventi dei tanti soggetti coinvolti in progetti di rigenerazione urbana e territoriale: Francesco De Bettin, presidente del CdA di DBA Divisione Energy; Giordano Gaianigo di COPRIM GAS; Maurizio Zordan, CEO di Zordan srl e Andrea Micalizzi, vicesindaco del Comune di Padova. “Nel contesto del Veneto – commenta l’urbanista Michelangelo Savino, docente dell’Università degli Studi di Padova – abitare il cambiamento in una prospettiva di sostenibilità e di responsabilità sociale di impresa e di territorio significa, più che mai, affrontare il tema della rigenerazione urbana e territoriale, che includa anche la mobilità e la logistica, a partire dal potenziamento delle reti di servizi intercomunali, per le persone e per le imprese, che rendano più connesso un territorio frammentato, in cerca di una nuova identità, capace di integrare urbano e rurale entro un unico sistema regionale più coeso e attrattivo”.

Anche l’arte può avere un ruolo importante per rispondere alla nuova domanda di città. Ad esempio dando vita ad azioni di denuncia capaci a loro volta di innescare processi di trasformazione. È quello che ha fatto il Collettivo Bocaverta, attivo nella vita sociale e culturale del territorio di Riese Pio X e Vallà, in provincia di Treviso. The Wallà, progetto di rigenerazione urbana partecipata, attraverso il coinvolgimento di importanti street artist è riuscito a dare nuova linfa a un piccolo centro snaturato nel passato dall’industrializzazione e dal traffico pesante, come racconterà in chiusura dei lavori Samuele Stocco, membro del collettivo. Oltre a riportare l’arte e la bellezza al centro del tessuto urbano, The Wallà ha già generato i primi frutti, dando vita ad una rete di collaborazioni fra il mondo delle imprese locali e quello dell’istruzione, rappresentato in primis dall’Istituto di Moda e Design Raffles di Milano che ha inserito il fenomeno The Wallà nel programma di studio del corso di laurea e del master in Design di Prodotto. Una dimostrazione di come arte e creatività possono contribuire alla crescita economica, ma anche sostenibile, di qualsiasi comunità. Di pari passo con il Giro d’Italia della CSR prosegue anche l’attività del Salone Extra, iniziata nel 2020, che da gennaio a giugno propone presentazioni di libri, incontri di networking e tavole rotonde pensati per esplorare ulteriormente gli argomenti affrontati nelle tappe e approfondire le diverse tematiche legate alla sostenibilità. Uno degli eventi del Salone Extra di maggio sarà dedicato alla presentazione del secondo numero della nuova collana Quaderni del Salone della CSR che sarà dedicato al tema della valorizzazione di tutte le diversità.

Nel 2023 il Salone promuove la seconda edizione del Premio Impatto, un’iniziativa sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile. Dopo il successo della prima edizione, che ha visto premiate il 3 ottobre 2022 a Milano tre imprese profit e tre non profit, il regolamento del premio e le schede di adesione per imprese e terzo settore sono online sul sito de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale. Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale è promosso da Università Bocconi, Sustainability Makers, Global Compact Network Italia, ASviS, Fondazione Sodalitas, Unioncamere, Koinètica.

Vinitaly, Rota (Fai-Cisl): “Superare antitesi tra lavoro e sostegni”

Vinitaly, Rota (Fai-Cisl): “Superare antitesi tra lavoro e sostegni”




Vinitaly, Rota (Fai-Cisl): “Superare antitesi tra lavoro e sostegni” – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “Oggi molti lavoratori considerano il lavoro agricolo ancora come transitorio verso altri settori più remunerativi, come ha dimostrato il recente bonus in edilizia spostando parecchia manodopera dall’agricoltura al comparto edile, che ha avuto un periodo di maggiore continuità e migliori redditi: ma la sfida è rendere il lavoro agroalimentare sempre più attrattivo e qualificato, investendo su formazione, politiche attive e mercato del lavoro più efficiente”. Lo ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, intervenendo a Vinitaly al convegno “I mercati del vino italiano e le nuove competenze”, organizzato da ForAgri con la partecipazione di imprenditori, ricercatori e istituzioni.

“Ad oggi – ha aggiunto il sindacalista commentando le recenti parole del Ministro Lollobrigida, secondo cui ‘è meglio lavorare nei campi che stare sul divano con il reddito di cittadinanza’ – abbiamo troppe polemiche inutili e pochi fatti: governo, imprese e sindacati devono superare questa antitesi tra lavoro e sostegni al reddito, e per farlo bisogna rafforzare il lavoro con la piena applicazione dei contratti, sia nazionale che provinciali, e più reddito, tutele e sicurezza, mentre i sostegni sono fondamentali ma vanno riservati a chi è realmente impossibilitato ad accedere al mercato del lavoro”. “Il Ministro Lollobrigida – ha spiegato Rota – ha ragione quando dice che lavorare in agricoltura non è svilente, infatti come sindacato siamo i primi a promuovere una narrazione diversa del lavoro nei campi. Però sfruttamento, lavoro nero e baraccopoli sono una realtà innegabile: torniamo a chiedere di valorizzare gli enti bilaterali territoriali per favorire un incrocio tra domanda e offerta di lavoro più efficace e controllato, sul modello di quanto sperimentato positivamente proprio qui a Verona”.

“In pochi anni – ha aggiunto il sindacalista – siamo passati dallo scandalo del metanolo al top nei mercati globali: il settore vitivinicolo italiano è un esempio raro di riscatto, di capacità di fare sistema, conquistare i consumatori, valorizzare le specificità del territorio, ma soprattutto di qualificazione dei lavoratori, che sono i veri protagonisti di questa crescita”.

Save attiva nuovo impianto depurazione acque aeroporto Venezia

Save attiva nuovo impianto depurazione acque aeroporto Venezia


Save attiva nuovo impianto depurazione acque aeroporto Venezia – askanews.it



Save attiva nuovo impianto depurazione acque aeroporto Venezia – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Per l’aeroporto di Venezia, la Giornata mondiale dell’Acqua coincide quest’anno con l’attivazione di un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue, che costituisce un ulteriore passo innovativo nella gestione dell’acqua, risorsa di per sé preziosa e limitata. Un’attenzione che si è di recente concretizzata anche nella realizzazione di un bacino di laminazione, un invaso realizzato nell’area di Ca’ Noghera, che funge da collettore in caso di acque meteoriche straordinarie. Opere che si aggiungono al trattamento di depurazione delle acque meteoriche e ai lavori periodici di riqualifica delle barene.

Il nuovo impianto di depurazione – informa in una nota la società Save che gestisce lo scalo – è un modello di applicazione di economia circolare. La principale caratteristica consiste infatti nel riutilizzo, per usi non potabili, dell’acqua ottenuta dal processo di depurazione: i reflui derivanti dalle diverse attività aeroportuali vengono convogliati al depuratore centralizzato attraverso una rete fognaria dedicata, quindi processati fino all’ottenimento di acqua non potabile che viene distribuita in varie aeree dell’aeroporto attraverso una condotta appositamente realizzata, parallela alla rete dell’acqua potabile. In questa prima fase di attivazione, oltre la metà del volume prodotto viene utilizzata per servizi igienici all’interno del terminal e per le torri di raffreddamento della centrale di trigenerazione; in una prospettiva di breve termine, l’acqua depurata sarà usata anche per l’irrigazione di aree verdi e per il lavaggio dei mezzi di piazzale.

Si tratta di un salto di qualità rispetto all’impianto dismesso, il nuovo depuratore è infatti in grado di trattare una portata media giornaliera di 1.155 m3/giorno, vale a dire un volume annuo di acqua pari a 420.000 m3, acque trattate che diventano disponibili per le attività aeroportuali. La conseguenza è un corrispondete risparmio di acqua potabile, obiettivo primario di SAVE che si propone di raggiungere la completa eliminazione di consumo di acqua potabile per attività non alimentari. Oltre a recupero di acqua, il nuovo depuratore ha altre caratteristiche positive:

• massima riduzione dei rumori, sia all’interno delle sezioni dell’impianto, sia verso l’ambiente circostante; • eliminazione di qualsiasi fonte potenziale di odori molesti;

• ottimizzazione dei processi e minimizzazione dei consumi di energia elettrica per il funzionamento; • minimizzazione dell’area occupata che è stata volutamente riqualificata paesaggisticamente con la creazione di un’importante barriera verde formata da diverse tipologie di specie arboree. Il costo dell’opera, sostenuto interamente da SAVE, è pari a 5,7 milioni di euro. Davide Bassano, Direttore Sostenibilità del Gruppo SAVE: “La tutela e la valorizzazione della risorsa idrica sono obiettivi primari del nostro programma di sviluppo sostenibile e si focalizzano in particolar modo su iniziative e progetti finalizzati alla sicurezza idraulica e al minor consumo di acqua. Tema quest’ultimo di evidente urgenza e attualità, rispetto al quale il nuovo depuratore costituisce una risposta concreta e un passo fondamentale del percorso da noi intrapreso per la completa eliminazione dell’utilizzo di acqua potabile per scopi tecnici, secondo una logica di economia circolare”. Maurizio Vesco, Direttore Dipartimento Provinciale ARPAV di Venezia: “E’ significativo ricordare a tutti quanto è importante l’acqua per sopravvivere in questo pianeta. Siccità e scarsità idrica sono conseguenze del cambiamento climatico in atto. Le temperature elevate in questi ultimi anni sono state accompagnate da scarsissime precipitazioni. E’ fondamentale attuare misure attente al risparmio dell’acqua nella vita di tutti i giorni sensibilizzando le persone a utilizzare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, preferire la doccia al bagno, evitare di lasciare aperto il rubinetto mentre ci si lava i denti, capelli e ci si rasa, eliminare le perdite dai rubinetti, utilizzare le condense di condizionatori per bagnare piante e fiori” Carlo Bendoricchio, Direttore Generale Acque Risorgive – Consorzio di bonifica “Facciamo un plauso a SAVE per l’ulteriore risultato raggiunto, che conferma l’attenzione posta alla tutela della risorsa idrica e alla mitigazione del rischio idraulico. Tale impegno è testimoniato dalla realizzazione del bacino di laminazione, area concessa al Consorzio per la gestione e la manutenzione del verde, e dal cofinanziamento con la Regione del Veneto per la realizzazione del nuovo impianto idrovoro sul collettore Acque Medie. Per quanto riguarda il bacino di laminazione, l’attenzione all’ambiente viene confermata da una realizzazione conservativa dei valori ambientali preesistenti. Il Consorzio, coordinandosi con gli esperti ambientali di SAVE, ha integrato gli interventi mettendo a dimora 1300 piante appartenenti a 13 specie, posizionate in modo tale da favorire l’incremento della biodiversità. L’auspicio ora è che lo sviluppo naturale del bacino possa incrementare il pregio naturalistico dell’area (grazie anche ad uno sviluppo della vegetazione arborea planiziale). Patrizia Ragazzo, Progetti Comunitari – Ricerca e Sviluppo della Divisione Servizio Idrico Integrato di Veritas: “Veritas gestisce il ciclo integrato dei rifiuti e il ciclo idrico integrato, servizi essenziali per la comunità, le imprese e il territorio, secondo un modello di economia circolare finalizzato al riciclo e alla valorizzazione. L’Ecodistretto di Porto Marghera rappresenta da anni un esempio industriale virtuoso nel trattamento dei rifiuti. La stessa gestione del ciclo idrico integrato è costantemente ispirata dalla tutela della risorsa, dal rispetto delle normative ambientali e dalla sostenibilità dei processi produttivi per fornire alla comunità una risorsa idrica di qualità a costi contenuti (il valore di 1000 litri di acqua del rubinetto nel nostro territorio è di 1 euro e 50 centesimi). La costante opera di manutenzione ed efficientamento di impianti e reti idriche, deve confrontarsi sempre di più con i problemi che i cambiamenti climatici e i consumi stanno creando alla risorsa idrica disponibile, ottimizzando i processi produttivi con innovazioni tecnologiche e logiche di governace che consentano il riutilizzo e la valorizzazione delle acque reflue, e la riduzione dell’impronta di carbonio nell’ambiente. Il progetto europeo B-watersmart di cui Venezia con a capo Veritas è l’unico caso studio in Italia, mira proprio al recupero di risorse non sfruttate nel settore della depurazione come effluenti e fanghi da impianti di trattamento dei reflui urbani, e nutrienti come l’azoto (Veritas tratta ogni anno 88 milioni di metri cubi di reflui)”. L’ubicazione dell’aeroporto di Venezia tra la laguna e la terraferma, pone particolare accento sull’utilizzo complessivo della risorsa idrica e sull’impegno di SAVE per il controllo puntuale e la verifica della qualità degli scarichi e dell’efficienza dei sistemi di depurazione. Al monitoraggio periodico delle acque lagunari e delle acque sotterranee realizzato in coordinamento con gli Enti preposti, si associano in particolare il trattamento delle acque meteoriche e le attività di sicurezza idraulica, tra le quali rientra la realizzazione del bacino di laminazione. Tutte le acque di pioggia che bagnano i piazzali aeromobili, le vie di rullaggio, le piste, i parcheggi auto e più in generale tutta la viabilità interna al sedime aeroportuale, sono sottoposte al trattamento di depurazione prima di essere rilasciate nei canali consortili e in laguna. L’operazione avviene mediante l’utilizzo di innovativi impianti automatici di trattamento, attivati da sonde che rilevano la presenza di oli e liquidi inquinanti. Negli ultimi anni la rete di scarico è stata ampliata con la realizzazione di nuove linee. Lo scarico finale nel canale consortile avviene tramite 120 filtri che assorbono le sostanze inquinanti, quali ad esempio metalli disciolti e idrocarburi. A implementazione delle strutture esistenti, in tempi più recenti, in corrispondenza delle estremità delle piste di volo sono stati installati due ulteriori impianti di nuova generazione che interessano un’area di 47,8 ettari, con caratteristiche tecniche che riducono ulteriormente l’impatto ambientale e determinano un’alta resa qualitativa dei reflui in uscita. Entrato da breve tempo in funzione, il bacino di laminazione consiste in una vasca della portata di oltre 100.000 m3, realizzato a Ca’ Noghera in un’area agricola arginata di 12 ettari di estensione, che funge da collettore di acque meteoriche straordinarie che, defluendo dal sedime aeroportuale, potrebbero allagare zone limitrofe allo scalo. In aeroporto, un sistema di pompe raccoglie l’acqua che viene preventivamente depurata prima di essere fatta confluire nel bacino da cui, tramite impianti idrovori, viene fatta progressivamente defluire nei canali Pagliaghetta e Cattal e da lì nel territorio secondo il principio dei vasi comunicanti. L’opera è stata finanziata interamente da SAVE, per un importo di oltre 6 milioni di euro