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Autonomia, Emiliano: finirà per danneggiare le Regioni più deboli

Autonomia, Emiliano: finirà per danneggiare le Regioni più deboliRoma, 9 feb. (askanews) – “Il Governo e il Parlamento delle Destre hanno deciso di rompere l’unità nazionale e di dar vita a venti ordinamenti giuridici diversi per ciascuna regione italiana. Aumenta la complessità per i cittadini e per le imprese. Aumenta la possibilità che lo stesso cittadino, la stessa impresa muovendosi sul territorio, trovi in materie importantissime come la scuola, la sanità, l’energia, regole diverse a seconda delle esigenze specifiche di ogni territorio. Aumenta la confusione e soprattutto si indebolisce la forza finanziaria dello Stato, perché ciascuna Regione tratterrà nel proprio territorio la tassazione, impedendo allo Stato di poter intervenire nelle situazioni di maggiore necessità e quindi togliendogli il suo ruolo di grande equilibratore dello sviluppo e delle opportunità di ogni territorio”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla manifestazione promossa da Cgil e Uil Puglia “Contro l’autonomia differenziata, a difesa dell’unità del Paese”, che si è tenuta a Bari in via Sparano.


“Un fatto gravissimo – ha aggiunto Emiliano – che finirà per danneggiare in modo particolare le regioni più deboli. Ci stiamo organizzando in sede giuridica per valutare la possibilità di impugnare per incostituzionalità la legge appena approvata, ed eventualmente proporre un referendum abrogativo, e comunque per fare in modo che questa legge sull’autonomia differenziata danneggi il sud il meno possibile. Meraviglia che mentre i parlamentari del Nord manifestano una certa unità di intenti sull’autonomia differenziata, molti deputati e senatori di destra del Sud, pur di mantenere il loro ruolo e la loro poltrona, e di tenere in vita questo governo, hanno votato una legge della quale non erano convinti e che sanno che provocherà danni al territorio che li ha eletti”. Alla manifestazione hanno partecipato dirigenti sindacali, sindaci, amministratori, partiti, movimenti, esponenti del mondo della cultura e dell’associazionismo.

G7, audizione Emiliano alla Camera: ok a Commissario Straordinario

G7, audizione Emiliano alla Camera: ok a Commissario StraordinarioRoma, 6 feb. (askanews) – Questa mattina, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha preso parte all’audizione informale dell’VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi infrastrutturali connessi con la presidenza italiana del G7.


Sottolineando la sostanziale condivisione della linea adottata dal governo per affrontare i preparativi del forum intergovernativo in programma a Borgo Egnazia (Fasano) dal 13 al 15 giugno 2024, il presidente Emiliano ha espresso parere favorevole alla nomina di un Commissario Straordinario, all’applicazione della procedura negoziata per consentire il rapido avvio dei lavori e all’autorizzazione della spesa di circa 18mln euro, di cui 10,5mln euro per interventi sulla rete stradale statale e 7,5mln euro per altri interventi infrastrutturali. Il dl prevede infatti importanti investimenti sulla rete stradale Anas, provinciale e comunale di cui beneficerebbero tutti i cittadini. Come anticipato con lettera inviata il 12 gennaio 2024, il presidente Emiliano ha richiesto al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, di voler rendere disponibile l’ulteriore copertura finanziaria di 10 milioni di euro per la realizzazione di interventi di adeguamento dei livelli di sicurezza negli aeroporti di Bari, Brindisi e Grottaglie.


Tali interventi rimarrebbero nell’ambito della dotazione infrastrutturale degli aeroporti, in coerenza con il principio della salvaguardia degli investimenti pubblici e della valorizzazione del patrimonio dello Stato, demanio aeronautico, ai sensi dell’art. 703 del Codice della Navigazione. La Regione Puglia, attraverso la società controllata Aeroporti di Puglia s.p.A., assicura un ulteriore significativo cofinanziamento pari a euro 1,54mln, ed è a disposizione del Commissario straordinario per la più efficace e tempestiva attuazione di questi interventi.

Ex Ilva, Emiliano: sì controllo pubblico, ma con decarbonizzazione

Ex Ilva, Emiliano: sì controllo pubblico, ma con decarbonizzazioneRoma, 20 gen. (askanews) – “La visita del ministro oggi è importante per la questione ex Ilva. Ne abbiamo parlato a margine e siamo allineati sulla strategia del governo di riacquisire il controllo pubblico della fabbrica, ma a due condizioni: che sia garantita la decarbonizzazione degli impianti e che siano pagate le aziende l’indotto. Arcelor Mittal ha messo in fresco, come si dice in Puglia e credo anche altrove, altri centoventi milioni alle aziende dell’indotto. Qualcuno le dovrà pagare”. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano partecipando questa mattina alla visita istituzionale del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nello stabilimento di Mermec Ferrosud, nella zona industriale di Iesce (MT).

“Ancelor Mittal era l’affittuario del ramo d’azienda, ma il proprietario della fabbrica è pur sempre lo Stato. Bisognerà mettere mano al portafoglio per pagare queste aziende”, ha aggiunto.

Ex Ilva, Emiliano: amministrazione straordinaria è specie di fallimento

Ex Ilva, Emiliano: amministrazione straordinaria è specie di fallimentoRoma, 18 gen. (askanews) – “Chiaro che tecnicamente l’amministrazione straordinaria è una specie di fallimento ulteriore anche di questa società che non ha continuità aziendale e quindi c’è il rischio che mettano ‘in fresco’ i crediti che hanno queste aziende. È chiaro che questa cosa è intollerabile e ne ho parlato col Ministro Urso qualche giorno fa e devo dire ha finalmente ha ripreso in mano la questione che gli era stata sfilata dal ministro Fitto per ragioni misteriose che ancora non abbiamo compreso. Ma dopo il fallimento del tentativo di Fitto di trattenere i franco indiani in Italia, Urso ha ripreso in mano la cosa e io ovviamente gli ho ribadito che ci vogliono garanzie per le aziende dell’indotto perché altrimenti sarebbe la seconda volta che gli fanno fuori i crediti per decine centinaia di milioni di euro e questa cosa sarebbe insostenibile”. Lo ha detto Michele Emiliano, presidente Regione Puglia, a 24 Mattino su Radio 24.

“Non esistono scudi penali nel nostro ordinamento, la Costituzione italiana non lo consente. Chiedere alla Repubblica italiana che non è la Repubblica delle banane di tenere esenti come se fossero dei capi di Stato, dei sovrani, i dirigenti di un’acciaieria anche ove avessero mancato ai propri doveri nei confronti della sicurezza o dell’ambiente, era una cosa costituzionalmente insostenibile, quindi era una richiesta folle. Solo che veniva rivolta all’Italia che trattava con gli indiani in ginocchio questa è la verità, nella disperazione di non sapere come tenere in piedi questa fabbrica”, ha aggiunto. “Mi auguro che il ministro Urso, che io sto sostenendo, ne venga a capo. Ci vuole uno sforzo generale per decarbonizzare la fabbrica e renderla meno pericolosa possibile per la salute e per rilanciarla dal punto di vista strategico-industriale perché l’Italia non può fare a meno di un acciaieria importante come quella di Taranto”, ha sottolineato Emiliano.

Manovra, Orlando (Pd): no da governo a controllo pubblico Ex Ilva

Manovra, Orlando (Pd): no da governo a controllo pubblico Ex IlvaRoma, 29 dic. (askanews) – “Ieri sera la maggioranza ha bocciato un emendamento alla manovra con il quale chiedevamo di aumentare la partecipazione pubblica nel capitale di Acciaierie d’Italia per assumerne il controllo. Ciò è avvenuto dopo che, sempre nella giornata di ieri, si è tenuto l’ennesimo consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia che ha deciso per l’ennesima volta, di non decidere. Il Governo non ha deciso perché due ministri, dello stesso partito, non hanno idee convergenti. Con questo emendamento abbiamo chiesto di fare quello che avrebbero dovuto fare un anno fa, fare andare Invitalia in maggioranza nella compagine azionaria di Acciaierie d’Italia”. Così il deputato del Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sui social in un video del suo intervento ieri sera in aula alla Camera nel corso delle votazioni sulla manovra.

“Ci hanno messo un anno per capire che la multinazionale indiana che ha investito in Acciaierie d’Italia non ha più intenzione di proseguire il processo di risanamento e di rilancio. Lo sapeva anche, devo dire, il ministro Giorgetti (mi riferisco a quello che faceva parte del Governo Draghi, perché adesso nel Governo Meloni ce ne deve essere uno omonimo), che aveva non casualmente appostato un miliardo di euro per fare, esattamente, questa operazione. Avevamo messo in guardia rispetto al fatto di non sprecare quelle risorse che invece il Governo ha dato ad Acciaierie d’Italia per pagare le bollette e non modificare l’assetto della governance della impresa. Questo anno che è trascorso non è stato un anno indolore, ma è stato un anno nel quale si è bloccato il piano di ambientalizzazione, si sono perdute quote di mercato, si è determinato un deterioramento ulteriore degli impianti”, ricorda l’ex ministro dem. “Tra qualche settimana si troveranno di nuovo di fronte a questo bivio e dovranno decidere se portare in maggioranza lo Stato o continuare in questa situazione nella quale nessuno si prende la responsabilità di fare alcunché. Sarebbe l’ennesimo paradosso che i sovranisti ci condannassero ad importare acciaio dalla Cina o dall’India. Qual è il concetto di urgenza di questo Governo? È urgente intervenire per impedire a delle persone di fare delle spiaggiate e per questo si usa il decreto? È urgente intervenire sulla carne coltivata e per questo si dà priorità assoluta a una normativa e non è urgente impedire che si chiuda in Italia la più grande acciaieria d’Europa con il rischio di mandare per strada migliaia di lavoratori?”, conclude l’esponente dem.

Ex Ilva, Turco (M5s): governo assente, rischio bomba ecologica-economica

Ex Ilva, Turco (M5s): governo assente, rischio bomba ecologica-economicaRoma, 28 dic. (askanews) – “Il governo Meloni sul destino dell’ex Ilva di Taranto è totalmente assente. Nessuna proposta, nessuna soluzione, nessuna prospettiva. Nel frattempo, il tempo passa inesorabilmente e la situazione economica e sociale si aggrava e rischia di esplodere. Lavoratori che non percepiscono stipendi e non conoscono il loro futuro; imprese dell’indotto alle prese con crediti che chissà se verranno mai pagati. Palazzo Chigi continua a gettare la palla fuori dal campo di gioco, senza assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo”. Lo afferma in un comunicato stampa il senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle.

“Si procrastinano scelte non più rinviabili. Di fronte a questo disastro anche economico-sociale, si sottovaluta il rischio della sicurezza di chi continua a lavorare all’interno dell’impianto siderurgico e di chi continua a subire gli effetti dell’inquinamento. L’ennesima riunione del Cda di Acciaierie d’Italia tenutasi questa mattina, senza un nulla di fatto, certifica ancora una volta il fallimento del Governo Meloni”, aggiunge. “Dopo il ripristino dello scudo penale e il regalo di 680 milioni a titolo di prestito pubblico, svanito nel nulla, il Governo Meloni ha fatto solo annunci e false promesse. Per distrarre dal problema, si continua a parlare di trasferimento di impianti vetusti e di aumenti di capitale in un’azienda a perdere e senza fondi. Sarebbe forse più opportuno e corretto definire prima di tutto cosa il Governo intenda fare dell’impianto siderurgico, quali risorse mettere a disposizione e come difendere il lavoro, la salute e l’ambiente, perché i cittadini di Taranto non sono più disposti a barattare i propri diritti”, sottolinea.

“Il ministro Giorgetti, da ben tre anni al Governo, prima al Mise e oggi al Mef, ha scambiato il dramma del capoluogo ionico per un’appendice secondaria del suo incarico istituzionale. A ciò si aggiunge la confusa posizione dei ministri Fitto e Urso in fatto di privatizzazione o meno della fabbrica, naturalmente accompagnata da un’inarrestabile fuga dalle responsabilità della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in questi 15 mesi di governo si è tenuta lontana dal tema ex Ilva e dai problemi della città di Taranto; impegnata nella sua campagna comunicativa vuota di soluzioni per i problemi dei cittadini”, prosegue. “Sul tema, continuiamo a ribadire la necessità di chiudere le fonti inquinanti e di definire, con un accordo di programma, la diversificazione industriale, il ricollocamento dei lavoratori in esubero, le risorse necessarie per realizzare la riconversione economica, sociale e culturale del territorio, per dare così continuità al progetto ‘Cantiere Taranto’ avviato nel corso del Governo Conte II. Ma di tutto questo, il governo Meloni, ha deciso di non occuparsene, con la conseguenza che tale inerzia potrebbe condurre all’esplosione di una bomba sociale, economica ed ecologica senza precedenti”, conclude.

Ex Ilva, solidarietà presidente Puglia Emiliano ai sindacati

Ex Ilva, solidarietà presidente Puglia Emiliano ai sindacatiRoma, 20 dic. (askanews) – “Esprimo la mia piena solidarietà ai sindacati che stanno occupando la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di ottenere da Giorgia Meloni le risposte che deve dare sull’acciaieria di Taranto che si sta lentamente spegnendo. Si sta spegnendo infatti senza risposte da parte del Governo alla domanda di salute dei cittadini e di lavoro degli operai e delle imprese. Lasciare fallire la fabbrica un’altra volta sottraendo di nuovo centinaia di milioni di euro alle imprese dell’indotto, per realizzare la finalità di Arcelor Mittal di eliminare per sempre il suo principale concorrente, è una scelta folle che non risolve neanche la questione della pericolosità per la salute pubblica, perché la fabbrica rimarrà lì per far ammalare ancora generazioni di tarantini come monumento all’incapacità e alla collusione di questo Governo con l’azienda francoindiana”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per esprimere la sua solidarietà a Fiom, Fim e Uilm che oggi si trovano a Palazzo Chigi per avere risposte e chiarimenti sul futuro dell’ex Ilva di Taranto.

Foggia,spoglio a rilento ma Episcopo avanti.Schlein: uniti si vince

Foggia,spoglio a rilento ma Episcopo avanti.Schlein: uniti si vinceRoma, 23 ott. (askanews) – Lo spoglio dei seggi per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale di Foggia, dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose, procede con una certa lentezza. Iniziate subito dopo la chiusura dei seggi le operazioni di spoglio vedono intorno alle 22 – secondo i dati ufficiali raccolti dal sito del Ministero dell’Interno – 21 sezioni scrutinate su 147, meno del venti per cento del totale ma quello che emerge da questo primo quadro fa sperare il Pd – la segretaria Dem Elly Schlein ha scelto proprio la cittadina pugliese, dove il centrodestra governa dal 2014, per chiudere la campagna elettorale delle comunali venerdì scorso -, dopo la delusione di Monza, dove il seggio senatoriale di Silvio Berlusconi è andato ad Adriano Galliani.

Arriva dunque la telefonata di congratulazioni della segretaria Schlein alla candidata del centrosinistra Maria Aida Episcopo, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, sostenuta da una coalizione progressista molto ampia che vede insieme al Pd non solo il Movimento Cinquestelle ma anche i centristi di Italia Viva e di Azione e che veleggia oltre il 51% delle preferenze. Dato che, se confermato, la vedrebbe eletta sindaca al primo turno. Secondo alcune fonti Dem, che citano dati non ufficiali riguardo al 50% di schede scrutinate, questo vantaggio si andrebbe consolidando verso sfiorando il 53%. “Grande gioia per la vittoria di Maria Aida Episcopo e della nostra coalizione – afferma Schlein -, Foggia rialza la testa dopo sette anni di malgoverno e lo sciogliemtno per mafia. È a dimostrazione che uniti si vince, l’alternativa alla destra c’è. Il partito democratico ci ha creduto dall’inizio e lavorerà ancora più convintamente in questa direzione. Da oggi Foggia può scrivere una pagina di futura diversa”.

Stando al campione dei voti ufficialmente scrutinati il candidato del centrodestra Raffaele Di Mauro, giovane avvocato di fede azzurra, non arriva al 25%. Il docente universitario Nunzio Angiola, parlamentare nella scorsa legislatura e alla guida di quattro liste civiche, conquista poco sopra l’8% dei voti. Anche Giuseppe Mainiero, appoggiato sempre da liste civiche, raccoglie poco più dell’8%, mentre Antonio De Sabato si ferma al 4,6%.

Foggia, Conte: noi non siamo il campo largo ma il campo giusto

Foggia, Conte: noi non siamo il campo largo ma il campo giustoRoma, 7 ott. (askanews) – “A me non piace questa impostazione del dibattito politico” in cui viene detto che quello di Foggia “è un test per la coalizione futura, per il campo largo. Queste elezioni sono importanti per Foggia, per la popolazione foggiana, una popolazione che esce da un governo cittadino assolutamente fallimentare, sciolto addirittura per infiltrazioni mafiose”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un punto stampa al mercato di Foggia dove si trova per la campagna elettorale della candidata sindaca Maria Aida Episcopo.

“Questo test è importante qui, e noi siamo arrivati” alla candidatura di Episcopo “perché è stato possibile costruire un progetto a cui hanno aderito altre forze politiche. Smettetela con queste formule, noi non siamo il campo largo, ma nel campo giusto”.

Manovra, Emiliano: senza aumento di 4 miliardi sanità in default

Manovra, Emiliano: senza aumento di 4 miliardi sanità in defaultTorino, 2 ott. (askanews) – “Se nella prossima legge di bilancio non c’è un aumento del fondo sanitario nazionale di almeno 4 miliardi la sanità italiana è tecnicamente in default, anche per le regioni più ricche e importanti. E non ne parliamo per le regioni meno ricche”. Lo ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, a margine del festival delle Regioni in corso a Torino.

Senza le risorse “non potremo fare assunzioni e non potremo abbattere le liste d’attesa. Nel caso della Puglia, dobbiamo inaugurare due nuovi ospedali per più di 1.200 posti e abbiamo bisogno – ha concluso – che il fondo sanitario nazionale regga questo miglioramento della rete sanitaria”.