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Sei un paleopatologo? Il Museo di Bolzano cerca un curatore per Oetzi

Sei un paleopatologo? Il Museo di Bolzano cerca un curatore per OetziRoma, 13 ago. (askanews) – Sei un esperto o un’esperta riconosciuta nei settori della paleopatologia, bioarcheologia o ricerca sulle mummie? Hai competenze nella gestione di progetti e nella conservazione? Allora candidati entro il 31 agosto 2024 al Museo Archeologico di Bolzano e diventa il curatore/la curatrice di Oetzi, la celebre mummia dell’Uomo venuto dal ghiaccio.


È quanto scrive in un comunicato il Museo Archeologico di Bolzano, che fa sapere di avere in programma di assumere, a partire dall’autunno, una collaboratrice o un collaboratore scientifico responsabile della conservazione di Oetzi. Le mansioni comprendono anche attività di ricerca sulla mummia e collaborazione nelle attività di comunicazione del Museo, si legge nel testo.


Tra le mansioni rientrano i controlli periodici, gli interventi di conservazione sulla mummia, la formulazione e realizzazione di progetti di ricerca. Inoltre, il curatore o curatrice si occuperà della pubblicazione dei risultati delle ricerche scientifiche e del supporto alle attività divulgative del Museo. L’esperto o esperta fungerà anche da persona di riferimento per le richieste in ambito scientifico, sia interne che esterne al Museo. La descrizione dettagliata della posizione è consultabile su https://www.iceman.it/offerte-lavoro-tirocinio/


Copyright foto Museo Archeologico dell’Alto Adige/Ochsenreiter.

Ricerca, un nuovo dispositivo indossabile che si autoalimenta

Ricerca, un nuovo dispositivo indossabile che si autoalimentaRoma, 20 set. (askanews) – Il boom vissuto dal mercato dei dispositivi elettronici portatili richiede urgentemente innovazioni nel campo delle fonti di energia necessarie ad alimentarli. Un’alternativa interessante può ora provenire dai cosiddetti generatori di energia che convertono una forma di energia come ad esempio l’energia meccanica generata da movimenti, vibrazioni o rotazioni in energia elettrica. Una pubblicazione sulla rivista scientifica “Advanced Materials Technologies” descrive un nuovo sviluppo di un nanogeneratore triboelettrico, una variante particolarmente interessante di questi convertitori di energia, ad opera di esperti nel campo dell’elettronica flessibile e della tecnologia dei sensori della Libera Università di Bolzano e di Eurac Research.

Sulla base di una tesi di dottorato del ricercatore Raheel Riaz, le équipe guidate dai proff. Luisa Petti e Paolo Lugli (unibz), nonché da Roberto Monsorno e Abraham Mejia Aguilar (Eurac Research) in collaborazione con il prof. S. Ravi P. Silva (Università del Surrey), hanno sviluppato un innovativo nanogeneratore triboelettrico con un’inedita struttura con creste. Il nanocomponente può essere utilizzato sia come sensore, che come generatore di energia: è cioè in grado di misurare i movimenti (senza bisogno di energia elettrica) o di generare energia a partire da essi. Grazie alla struttura a creste, – informa Unibz – questa nuova tecnologia è in grado di rilevare uno spettro molto più ampio di forze biomeccaniche rispetto alle tecnologie convenzionali, ossia di rilevare forze di ampiezza variabile: da molto bassa ad elevata. I team di ricerca coinvolti hanno creato un dispositivo in grado di autoalimentarsi e di registrare la frequenza respiratoria, la frequenza del polso e la distanza percorsa. Quali i vantaggi di tale dispositivo? Un processo di produzione semplice ed economico – basato sulla stampa e assemblaggio in laboratorio – e l’impiego di materiali flessibili e biocompatibili, come il silicone, un elastomero simile alla pelle artificiale e l’argento, che possono essere incorporati senza grandi difficoltà nei wearable e sono resistenti e dermocompatibili.

“I wearable autoalimentati sono di crescente interesse non solo per le applicazioni sportive, ma anche nel campo del monitoraggio digitale della salute – soprattutto in considerazione del crescente invecchiamento della nostra popolazione e della tendenza a misurare sempre più valori corporei in modo continuo e in tempo reale”, afferma la prof.ssa Luisa Petti, docente di Elettronica alla Facoltà di Ingegneria. Petti, che è anche direttrice del corso di laurea in Ingegneria Elettronica e Sistemi Ciber-Fisici, sostiene che al momento si assiste a una grande richiesta di sviluppo di sistemi intelligenti in grado di raccogliere ed elaborare i dati sul nostro stato di salute e, in conseguenza, di intraprendere azioni automatiche come avvisare i medici o dispensare farmaci. “Questi sistemi autonomi, in grado di raccogliere ed elaborare i dati e, sulla base di questi, di intraprendere azioni automatiche, sono chiamati anche sistemi ciber-fisici e sono interessanti non solo per la ricerca, ma anche per l’insegnamento”, spiega Petti. “Il nostro nuovo corso di laurea in Ingegneria elettronica e dei sistemi ciber-fisici alla Libera Università di Bolzano mira a formare una nuova generazione di ingegneri in grado di progettare, sviluppare e validare tali sistemi per un’ampia gamma di applicazioni, dai wearable per gli esseri umani a quelli per le piante”.