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Aerospazio, export lombardo quasi raddoppiato nel 2023

Aerospazio, export lombardo quasi raddoppiato nel 2023Roma, 26 lug. (askanews) – L’industria aerospaziale lombarda nel 2023 ha esportato beni per quasi 1,9 miliardi di euro, segnando un +83,4% rispetto all’anno precedente. Questi i numeri, elaborati dal Centro Studi di Confindustria Varese, con cui il Lombardia Aerospace Cluster si è presentato all’appuntamento internazionale con il Farnborough International Airshow 2024, in chiusura nella giornata di oggi, in rappresentanza di un sistema che conta più di 200 imprese per quasi 22mila addetti, genera un valore aggiunto sul territorio di 6,3 miliardi di euro e rappresenta, da solo, quasi un quarto dell’export italiano del settore.


Negli ultimi anni, – evidenzia il Cluster – il mercato europeo ha rappresentato la piazza estera principale per il comparto aerospaziale lombardo, con una crescita continua, concentrata specialmente verso partner storici come Regno Unito (198 milioni), Germania (125 milioni) e Francia (57 milioni) e verso anche nuove destinazioni, come Polonia (123 milioni), Grecia (154 milioni) e Turchia (65 milioni). Di grande rilevanza si è confermato anche il mercato Nord-Americano, capitanato dagli Stati Uniti, primo Paese di sbocco in assoluto dell’export del comparto aerospace lombardo con 250 milioni di euro. In particolare, a sorprendere nell’ultimo biennio è stata la crescita esponenziale dei mercati dell’Asia Orientale, grazie specialmente alle esportazioni destinate a Cina, Corea del Sud e Giappone. Grande balzo per l’export dell’Arabia Saudita in Medio Oriente, che nel 2022 era posizionata alll’88esimo posto tra i Paesi di destinazione dei prodotti aerospaziali lombardi e nel 2023 è salita sul sesto gradino con 96 milioni.


Nell’arco degli ultimi 10 anni (2013-2023) l’export aerospaziale proveniente dalla provincia di Varese e quello della regione Lombardia si sono mossi in maniera sostanzialmente allineata. Per quanto riguarda l’andamento in generale, entrambi i territori hanno mostrato forti oscillazioni delle esportazioni, con picchi nel 2015 e 2018, seguiti da cali significativi nel 2019-2020. Il 2023 ha segnato una forte ripresa, superando i livelli pre-pandemia da Covid-19. La sola provincia varesina tra il 2023 e il 2022 è cresciuta del +96,7%, con 1,4 miliardi di euro di esportazioni. In Paesi come Grecia, Polonia e Arabia Saudita, nel 2023 Varese figura come l’unico centro esportatore lombardo. Inoltre, la provincia varesina copre la gran parte delle esportazioni lombarde verso l’Ue e verso il Medio Oriente. In generale, l’analisi condotta dal Centro Studi di Confindustria Varese conferma il ruolo predominante di Varese nell’export aerospaziale lombardo, nonché a livello nazionale (con un peso sostanzialmente sovrapponibile a quello regionale). “Questa analisi evidenzia la natura dinamica e in rapida evoluzione del comparto aerospace della regione Lombardia, da tempo capace di adattarsi a nuovi mercati, con una resilienza notevole di fronte alle sfide globali. Non sorprende, perciò, la rinnovata fiducia di partner storici in scambi commerciali ormai consolidati, ma anche l’apertura a piazze inesplorate foriere di opportunità innovative. I dati relativi all’andamento dell’export nel settore aerospaziale lombardo raccontano un trend in crescita che si sta via via consolidando sempre più. A testimoniarlo sono le stesse imprese presenti insieme al Cluster al salone internazionale di Farnborough 2024. Insieme vogliamo lanciare un messaggio chiaro e preciso al mercato internazionale del settore: il know-how tecnologico aerospaziale lombardo è fatto anche di numerose piccole e medie imprese che possono affermarsi all’estero, facendo squadra e presentandosi unite ad uno degli appuntamenti mondiali più importanti per il comparto”, commenta Angelo Vallerani, Presidente del Lombardia Aerospace Cluster dai padiglioni fieristici dell’Airshow londinese.


La delegazione delle 14 piccole e medie imprese presenti a Londra insieme al Lombardia Aerospace Cluster, di cui 10 nello stand istituzionale 1538 della Hall 1,comprende: Ase, Aviochem, Caast, Cordon Electronics Italia, Eligio Re Fraschini, Growermetal, Italiana Ponti Radio, Mecaer Aviation Group, Merletti e Omb Saleri. A circondare questo spazio, gli stand individuali di Aerea, AMM, Logic e Secondo Mona. Leonardo, uno dei grandi player del distretto, era inoltre presente alla fiera londinese con un suo chalet. A fare visita allo stand collettivo del Cluster, anche per questa missione internazionale sostenuto dalla Camera di Commercio di Varese, Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, insieme ad una delegazione.

iWeek a Pavia su nucleare, panel dedicato a nuove tecnologie

iWeek a Pavia su nucleare, panel dedicato a nuove tecnologieMilano, 12 apr. (askanews) – Dalla fissione alla fusione, dalla trasmutazione ai nuovi materiali: le diverse tecnologie per la produzione di energia nucleare saranno a confronto nel panel “Lo stato dell’arte della ricerca scientifica” che si terrà il 15 aprile presso il Polo didattico del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia nel contesto dell’edizione tecnico scientifica della intelligence week, promossa da iWeek, joint venture di V&A – Vento & Associati e Dune Tech Companies, con il titolo “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”.


La tavola rotonda si terrà a partire dalle 14.50 con gli interventi di Riccardo DeSalvo, Direttore tecnico della Ultra Safe Nuclear Corporation, Luca Gamberale, Chief Technology Officer di Leda, Massimo Morichi, former SVP Director R&D Innovation AREVA Group e Senior Scientific Advisor di Transmutex SA, Lorenzo Mottura, Strategy e Corporate Development & Innovation EVP di Edison, Ezio Previtali, docente di Fisica Nucleare e Subnucleare Università degli Studi di Milano Bicocca, direttore dei Laboratori Nazionali INFN del Gran Sasso, e Andrea Salvini, Direttore del Laboratorio di Energia Nucleare Applicata (L.E.N.A.). Modera Luca Fraioli di Repubblica. Le nuove tecnologie dei materiali, dei reattori e della loro riduzione di scala con gli SMR e gli MMR, e il prossimo futuro della fissione nucleare, legata anche agli innovativi combustibili a minor impatto ambientale; le possibilità offerte dalla fusione così come dalle tecnologie avveniristiche sulle quali sta lavorando la ricerca scientifica, dalla trasmutazione nucleare che, attraverso l’utilizzo del torio, permette di impiegare come combustibile le scorie radioattive delle vecchie centrali, alla Low Energy Nuclear Reaction, un tempo nota come fusione fredda; i progressi riguardanti l’efficienza, la sicurezza, la sostenibilità e la resistenza alla proliferazione, con l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti radioattivi; lo sviluppo di materiali sempre più avanzati per i reattori, l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti radioattivi e la ricerca di metodi più efficaci per il riciclaggio e il trattamento del combustibile esaurito: tutto questo verrà trattato nel corso di un’ora di discussione che coinvolgerà i relatori, ognuno con il proprio specifico apporto.


In particolare, tra i vari interventi, Riccardo DeSalvo illustrerà la tecnologia dei Micro Modular Reactors, incentrata sull’ultrasicurezza del processo reattivo del combustibile e sulla gestione del combustibile esausto alla fine del ciclo del deepburning, mentre Luca Gamberale darà conto dei progressi compiuti nello studio delle Low Energy Nuclear Reactions, che avvengono in matrici metalliche altamente saturate da idrogeno con generazione di calore diretta senza derivazione di prodotti radioattivi. Massimo Morichi affronterà invece la tecnologia della trasmutazione nucleare, capace di fornire elettricità a costi competitivi grazie soprattutto a una minor quantità di carburante necessaria e alla definitiva risoluzione del problema dei costi di stoccaggio e smaltimento delle scorie radioattive, che vengono utilizzate come combustibile. Lorenzo Mottura darà una panoramica dello stato dell’arte dello sviluppo degli Small Modular Reactors che, grazie alla piccola taglia, alla modularità costruttiva e ai sistemi di sicurezza passiva, ben si adattano ad essere realizzati in Italia in sostituzione delle centrali elettriche a carbone e a gas a fine vita utile, valorizzando il contributo della filiera nucleare italiana per la produzione della componentistica, il pre-assemblaggio in fabbrica e il montaggio in situ.


Ezio Previtali illustrerà le diverse competenze dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dal ciclo del combustibile agli studi sia sulla parte isotopica che sul post processing, dal monitoraggio al coinvolgimento nei programmi sulla fusione nucleare collegati ai grandi Tokamak o camere toroidali magnetiche, accennando ai possibili sviluppi delle diverse tecnologie sulle quali si sta lavorando. Andrea Salvini, infine, presenterà le attività del Laboratorio di Energia Nucleare Applicata dell’Università di Pavia, infrastruttura a disposizione della ricerca coinvolta anche nella parte di sviluppo degli standard di sicurezza, dove gli aspetti del licensing non sono trascurabili per superare la fase prototipale. “Raggiungere la decarbonizzazione al 2050 con le sole fonti rinnovabili, non programmabili e in gran parte collocate nel sud Italia, richiede ingenti investimenti in accumuli e trasporto dell’energia. È possibile risparmiare diverse centinaia di miliardi di euro di investimenti infrastrutturali introducendo nel mix energetico il nuovo nucleare (SMR), programmabile a modulabile, a complemento dello sviluppo delle rinnovabili”, commenta Lorenzo Mottura EVP Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison.


L’edizione tecnico scientifica di iWeek “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico” è realizzata con il sostegno di Sogin, Edison, Enel, Transmutex e Protex Italia, con i patrocini di Giornata Nazionale del Made in Italy, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Università degli Studi di Pavia, di Regione Lombardia, della Provincia di Pavia, del Comune di Pavia, Assolombarda, Almo Collegio Borromeo, Il Collegio Fondazione Ghislieri, Fondazione Sorella Natura.

Da Enea e Unipv nuovo materiale che cattura inquinanti nell’acqua

Da Enea e Unipv nuovo materiale che cattura inquinanti nell’acquaRoma, 21 set. (askanews) – Un team di ricercatori dell’Enea e dell’Università di Pavia ha messo a punto un innovativo materiale in grado di catturare nanoparticelle d’argento disperse nell’acqua. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecules.

Le particelle ultrafini d’argento, di dimensioni inferiori ai 100 nanometri, hanno proprietà disinfettanti che le rendono uno dei prodotti più utilizzati nelle nanotecnologie, con una produzione annua che si aggira attorno alle 500 tonnellate. Sono utilizzate in dispositivi medico-sanitari, elettrodomestici, mobili, spazzolini da denti e abiti, il cui uso, lavaggio e smaltimento ne comporta la dispersione in acqua, dove possono resistere intatte per molti giorni. Il nuovo materiale in grado di rimuovere le nanoparticelle d’argento dall’acqua – si legge nella notizia pubblicata sul numero odierno del settimanale ENEAinforma@ – si basa su un composto innocuo e inerte con cui si fa il vetro, la silice, che viene trattata con una tecnica, cosiddetta di nanoimprinting, che permette di ottenere cavità delle stesse dimensioni delle nanoparticelle d’argento da rimuovere dall’acqua.

“Per questo studio ci siamo occupati principalmente della caratterizzazione dei monoliti di silice, prima e dopo la rimozione delle nanoparticelle”, spiega Maria Lucia Protopapa, ricercatrice del Laboratorio Materiali funzionali e tecnologie per applicazioni sostenibili del Centro Ricerche Enea di Brindisi. “In particolare – prosegue – abbiamo condotto analisi chimiche, termiche e morfologiche tramite la microscopia elettronica a scansione ad alta risoluzione e, soprattutto, analisi porosimetriche per ottenere informazioni sulle dimensioni e la numerosità dei pori presenti sulla superficie della silice”. “Grazie anche allo sfruttamento di particolari forze fisiche attrattive, le nanoparticelle entrano nelle cavità della silice di dimensioni corrispondenti. Quando hanno aderito ai frammenti di silice molto più grandi, possono essere facilmente rimosse dall’acqua”, spiega il professor Piersandro Pallavicini del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia e coordinatore della ricerca.

Dai test di laboratorio è emerso che questo materiale è in grado di catturare efficacemente le nanoparticelle d’argento dalle acque: un grammo di silice nanoimprinted (la quantità contenuta in un dischetto di silice di 3 centimetri di diametro e mezzo centimetro di spessore) può rimuovere oltre 4 milligrammi di nanoparticelle d’argento che significa circa un milione di miliardi di nanoparticelle. Quindi, l’uso di silice con l’impronta di nanoparticelle potrebbe essere impiegato su larga scala per recuperare altri tipi di nanoparticelle, anche da acque reflue inquinate. La collaborazione con l’Università di Pavia si inserisce in un più ampio accordo tra Enea e Regione Lombardia per la valorizzazione del capitale umano, con ricadute dirette sul sistema della ricerca, dell’innovazione e sul territorio. Tale accordo ha consentito il finanziamento da parte di Regione Lombardia di 19 borse di dottorato di ricerca triennali (2019-2022) e la realizzazione di tre laboratori Enea in Lombardia, due presso il Parco Scientifico Tecnologico “Kilometro Rosso” e uno presso l’Università di Brescia.