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Asi, la mostra “Exploring Moon to Mars” fa tappa a Torino

Asi, la mostra “Exploring Moon to Mars” fa tappa a TorinoRoma, 5 nov. (askanews) – L’Agenzia Spaziale Italiana inaugura il prossimo 23 novembre in Piazza Vittorio Veneto a Torino, la mostra “Exploring Moon to Mars” dedicata alla Luna e a Marte, patrocinata dal Comune di Torino.

La mostra – informa l’Asi – racconta la storia dell’esplorazione del pianeta Marte e la sua futura colonizzazione partendo dalla Luna, con una particolare attenzione rivolta all’importante contributo italiano a questa avventura. Dopo un’introduzione dedicata alle prime osservazioni astronomiche di Galileo Galilei e Giovanni Schiaparelli e alla grande produzione di letteratura fantascientifica, il percorso espositivo passa a illustrare lo stato della conoscenza che oggi abbiamo della Luna e del pianeta rosso, attraverso i dati e le immagini che la più avanzata tecnologia spaziale ha permesso di acquisire: dalle prime storiche immagini delle sonde Luna e Viking, fino alle missioni Apollo, ai rover Curiosity e Perseverance e all’attuale programma Artemis.

Il racconto evidenzia il rinnovato interesse nel nuovo millennio per l’esplorazione spaziale umana con uno sguardo ai principali programmi delle agenzie spaziali, dell’Italia in particolare, e dell’imprenditoria privata, il nuovo attore sulla scena spaziale. Non solo Marte, ma un ritorno sulla Luna per il grande salto verso il pianeta rosso e la sua colonizzazione. L’iniziativa ha finalità educative e di approfondimento e sarà visitabile gratuitamente dalle scuole, in gruppi di 20-25 studenti, dal 24 novembre al 1° dicembre 2023, nei giorni feriali, con turni di 1 ora nella fascia oraria 10-13.

Le scuole potranno prenotarsi via e-mail, inviando una manifestazione di interesse a visiteguidate@asi.it, specificando nell’oggetto “Exploring Moon to Mars – Torino” e indicando nella mail il nome e la tipologia di scuola, il numero di studenti, il contatto di un docente accompagnatore e il giorno preferito per la visita. La conferma della visita con il riferimento della data e la fascia oraria sarà inviato via mail successivamente, rispettando l’ordine temporale di ricezione delle richieste e la disponibilità dei posti.

Unito, ricercatore Giacomo Bonan si aggiudica un Erc Starting Grant

Unito, ricercatore Giacomo Bonan si aggiudica un Erc Starting GrantRoma, 5 set. (askanews) – Giacomo Bonan, ricercatore del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, si è aggiudicato uno dei 400 Starting Grant, finanziamenti dell’European Research Council riservati a ricercatrici e ricercatori di eccellenza che vantano tra i due e i sette anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato, di qualsiasi età e nazionalità che intendono svolgere attività di ricerca di frontiera negli Stati membri dell’Ue o nei Paesi associati. Bonan è dunque tra i 57 italiani che hanno passato la stringente selezione che ha portato a una lista di 400 vincitori – su 2.692 candidati – annunciata oggi dall’Erc.

Il progetto di Giacomo Bonan, dal titolo “INWOOD”, – informa Unito – ha ottenuto un finanziamento di 1.489.901 euro per i prossimi 5 anni e intende indagare il ruolo che il legname ha avuto nell’industrializzazione del continente europeo e l’impatto che l’industrializzazione ha avuto sui boschi e sulle comunità che vivevano grazie al loro utilizzo. Finora le ricerche sull’industrializzazione hanno avuto un focus prevalente sull’introduzione di nuove fonti energetiche (il carbone e in seguito gli altri combustibili fossili) e materie prime (metalli), prestando scarsa attenzione al ruolo svolto in questo processo dalle risorse preindustriali. L’intento della ricerca è quello di capovolgere la prospettiva tradizionale e studiare l’industrializzazione a partire da quella che è considerata la principale risorsa preindustriale: il legname. Durante la transizione industriale, i consumi di legname non diminuirono ma crebbero e, inoltre, il legname fu una risorsa chiave in tutti i settori che trasformarono l’economia europea a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Oggi i terreni forestali rappresentano quasi la metà dell’intera superficie dell’Unione Europea e svolgono un ruolo fondamentale sul piano sia ecologico che socio-economico nelle iniziative connesse al green new deal che mirano a superare l’attuale sistema industriale fondato sui combustibili fossili. Eppure, lo stesso paesaggio forestale europeo è un prodotto dell’industrializzazione e i problemi che lo caratterizzano hanno le loro radici nell’industrializzazione del continente a cavallo tra Ottocento e Novecento. Questi problemi includono la diffusione di foreste coetanee e mono-specie che sono particolarmente vulnerabili all’attacco di malattie e parassiti, la deforestazione provocata da uno sfruttamento intensivo in alcune aree del continente, ma anche l’espansione incontrollata delle superfici forestali che è stata accompagnata dallo spopolamento rurale in diverse regioni europee. La ricerca di Giacomo Bonan si concentra sull’Europa tra 1870 e 1914, quando l’industrializzazione si sviluppò per la prima volta su scala continentale e – integrando diverse tipologie di fonti e approcci disciplinari – intende approfondire come cambiò l’uso del legname in relazione ai nuovi consumi connessi allo sviluppo dei principali settori industriali e in che modo le tecnologie industriali trasformarono la geografia del commercio del legname. Un focus è dedicato all’impatto dell’industrializzazione sulla popolazione delle aree più direttamente coinvolte nello sfruttamento dei boschi al cambiamento del paesaggio forestale, sia per quanto riguarda l’estensione di queste superfici che le loro caratteristiche (densità, età, specie arboree più diffuse).

“Rispondere a questi quesiti – dichiara Giacomo Bonan – consentirà di colmare una lacuna nella conoscenza sia dei processi storici che hanno definito l’attuale paesaggio forestale europeo sia delle pratiche e delle conoscenze tradizionali legate alla gestione di questi territori. Questi aspetti sono fondamentali per lo sviluppo di nuove politiche forestali che tengano conto dell’importanza di questi ecosistemi sia sul piano ambientale (mitigazione del cambiamento climatico, tutela della biodiversità) che su quello socio-economico (garantire il benessere nelle aree rurali e sviluppare attività economiche non fondate su fonti fossili)”.

Osservazione della Terra, accordo tra Politecnico Torino e Esa

Osservazione della Terra, accordo tra Politecnico Torino e EsaRoma, 21 lug. (askanews) – Il Politecnico di Torino e l’Agenzia spaziale europea (Esa) hanno firmato un Memorandum of Intent per sviluppare una collaborazione strategica volta alla definizione e attuazione di progetti condivisi di ricerca e formazione. Questa partnership strategica, risultato del confronto di questi mesi tra Esa e il “Foresights and strategic Planning Office” del Politecnico di Torino, rappresenta un importante passo avanti nel promuovere l’eccellenza accademica e la ricerca scientifica per il progresso nell’ambito del settore aerospaziale. Nell’ambito di questo accordo, – informa una nota – i due enti intendono collaborare nel comune interesse di raggiungere i più alti standard di qualità nell’insegnamento delle discipline legate alle tecniche di osservazione del pianeta Terra. Lo scopo dell’accordo verrà raggiunto condividendo la solida base di conoscenze tra i due enti nei rispettivi campi di competenza e in quelli condivisi, promuovendo future opportunità di collaborazione, anche a livello internazionale.

L’accordo prevede in particolare la possibilità per i ricercatori e le ricercatrici del Politecnico di Torino di diventare “visiting researchers” presso Esa, passando un periodo di studio e ricerca presso le strutture dell’ente europeo. I due enti si impegnano inoltre a organizzare attività di studio e ricerca, workshop, conferenze e seminari, aumentando così le possibilità di scambio delle conoscenze e aggiornamento delle competenze dei rispettivi staff. Entrambe le istituzioni sono estremamente fiduciose riguardo alle potenzialità di questa collaborazione, che permetterà loro di unire le forze e sfruttare sinergie significative. La partnership tra il Politecnico ed Esa contribuirà a promuovere l’innovazione, a formare una nuova generazione di professionisti altamente qualificati e a stimolare lo sviluppo economico e sociale. “Questo accordo – ha dichiarato il Rettore del Politecnico Guido Saracco – nasce in un contesto strategico per il settore aerospaziale e rappresenta una importante traiettoria di sviluppo anche territoriale. Il nostro Ateneo ha tutte le competenze sia per quanto riguarda le attività upstream che per quelle downstream. Saranno proprio queste ultime ad essere valorizzate dalle attività che saranno svolte in collaborazione con Esa e che utilizzeranno i dati satellitari e le immagini per servizi strategici quali la gestione delle emergenze, l’analisi della mobilità urbana, la mappatura dello stato energetico degli edifici, i servizi di protezione civile e tanti altri”. “Siamo lieti di rafforzare la collaborazione con il Politecnico di Torino nel campo dell’Osservazione della Terra e delle attività svolte in Esrin”, ha concluso Simonetta Cheli, Direttore dei Programmi di Osservazione della Terra di Esa e Capo di Esrin.

Pronta al lancio missione Spei Satelles con il messaggio del Papa

Pronta al lancio missione Spei Satelles con il messaggio del PapaRoma, 9 giu. (askanews) – Pronta al lancio la missione Spei Satelles (Custode di speranza) che porterà nello spazio il testo della storica preghiera “Statio Orbis” di Papa Francesco del 27 marzo 2020.

Il lancio della missione – ideata dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e organizzata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale italiana, il Politecnico di Torino, l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr e l’Apostolato digitale di Torino – è programmato per la serata di lunedì 12 giugno. Chi vorrà alle 21.30 nell’Aula Magna del Politecnico di Torino potrà assistere in diretta streaming, previa registrazione, alla partenza dalla base di Vandenberg in California del razzo Falcon 9 con a bordo il veicolo di trasferimento orbitale ION di proprietà di D-Orbit, l’azienda di logistica spaziale, che si occuperà del trasporto e del rilascio del CubeSat. Spei Satelles porterà nello spazio, racchiuso in un nanobook in silicio realizzato dal Cnr, il messaggio di pace e di speranza lanciato da Papa Francesco in piena pandemia, custodito nel CubeSat 3U SpeiSat progettato e costruito a tempo di record dai team studenteschi CubeSat Team e Diana del Politecnico di Torino guidati dalla professoressa Sabrina Corpino e operato dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all’attività dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.