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Spazio e ambiente, l’Asi a Firenze per l’Earth Technology Expo

Spazio e ambiente, l’Asi a Firenze per l’Earth Technology ExpoRoma, 27 ott. (askanews) – L’Agenzia Spaziale Italiana sarà presente alla terza edizione dell’Earth Technology Expo, ospitata nella Fortezza da Basso di Firenze dal 15 al 18 novembre. La manifestazione punta quest’anno a mostrare le straordinarie capacità dell’Italia nell’utilizzo delle tecnologie per il controllo e la gestione dell’ambiente: del sottosuolo, del suolo, del mare, delle acque sotterranee e superficiali, dell’atmosfera e dell’intero ecosistema. Insieme a tutte le tecnologie che stanno accompagnando la transizione digitale, energetica ed ecologica del Paese.

Un forum nazionale di aggregazione e interazione dedicato alla comunità del sistema di protezione civile e prevenzione dei rischi, a tecnici e amministratori della Pubblica Amministrazione, a imprese e professionisti, a tecnici e ricercatori delle Università e dei centri di ricerca, a cittadini e associazioni di cittadinanza attiva, nonché a Studenti e professori delle scuole superiori e universitari. In qualità di sostenitore della manifestazione, anche quest’anno l’Asi partecipa con diverse iniziative. A livello espositivo – informa l’Agenzia – sarà possibile visitare la mostra “Looking Beyond – Guardare oltre”, promossa dal Maeci con l’Asi e Telespazio/e-GEOS. Realizzata con le immagini acquisite dai satelliti della costellazione COSMO-SkyMed, è articolata su 4 temi: agricoltura, città, cambiamento climatico, acqua.

Lo stand di Asi illustra con testi e immagini alcune delle più significative missioni dell’Agenzia: la costellazione COSMO-SkyMed, il satellite iperspettrale Prisma e il programma Alcor, dedicato allo sviluppo dei nanosatelliti. Asi ha inoltre organizzato una serie di atelier tecnologici dedicati sia al segmento dell’”upstream” che del “downstream” e un programma di attività educational rivolte agli studenti. Per gli atelier tecnologici: mercoledì 15 novembre, alle 10 “COSMO-SkyMed – Emergenze”; giovedì 16 novembre alle 10 “Salvaguardia dei beni culturali” (organizzato in collaborazione con ISPRA) e alle 14.30 “Satelliti e acqua: dalla missione Prisma (e oltre) all’innovazione applicativa”; venerdì 17 Novembre alle 10 “Nanosatelliti per l’Osservazione della Terra”; sabato 18 novembre alle 10 “Cosmocani & Astroscimmie”. L’attovità educational prevede mercoledì 15 novembre dalle 9.30 alle 13.30 (2 sessioni) Workshop sulla diplomazia spaziale. Un caso pratico; giovedì 16 novembre dalle 9.30 alle 13 (2 sessioni) Laboratorio didattico COSMO-SkyMed.

La programmazione completa della manifestazione è disponibile online (https://www.etexpo.it/it/visita/programma-earth-technology-expo-2023).

Ai e robotica medica: robot soffici per chirurgia mini-invasiva

Ai e robotica medica: robot soffici per chirurgia mini-invasivaRoma, 14 lug. (askanews) – Intelligenza artificiale e robotica medica: un binomio destinato a cambiare la medicina del presente e del futuro. L’applicazione dell’intelligenza artificiale nella robotica medica sta avviando una nuova fase di sviluppo che potrebbe consentire di eseguire esami diagnostici più precisi e interventi chirurgici a distanza, nonché fornire un supporto personalizzato nei dispositivi di riabilitazione e nelle protesi avanzate.

Sull’argomento, la rivista “Science” ha pubblicato un approfondimento dal titolo “Artificial intelligence meets medical robotics”, dove scienziate e scienziati internazionali hanno analizzato gli scenari, le prospettive e i benefici che questa interazione può portare nel campo della medicina. Arianna Menciassi, prorettrice della Scuola Superiore Sant’Anna e unica docente italiana a firmare l’articolo, ha illustrato le potenzialità della soft robotics nella chirurgia mini-invasiva. Nel paragrafo ‘Soft robotics for minimally invasive surgery’, scritto assieme a Kaspar Althoefer (Queen Mary University of London), Arianna Menciassi – informa la Sant’Anna – analizza i benefici tecnologici derivanti dall’utilizzo di componenti soft nei robot chirurgici. Nonostante i notevoli progressi della chirurgia mini-invasiva assistita da robot, i sistemi tradizionali sono spesso limitati dalla struttura rigida dei componenti, che può rendere difficile l’accesso a determinate aree del corpo e può causare lesioni ai tessuti.

La caratteristica principale della soft robotics è l’uso di materiali che possono deformarsi, piegarsi, restringersi e cambiare rigidezza, unendo all’affidabilità e alla precisione tipiche della robotica una sicurezza intrinsica delle procedure. I robot con componenti soft riescono a raggiungere in sicurezza parti del corpo difficili da esplorare per robot tradizionali e delicate, come ad esempio l’orecchio, l’addome e il torace, e possono eseguire sia diagnosi che interventi chirurgici. Arianna Menciassi si è soffermata sull’importanza del progetto europeo STIFF-FLOP (stiffness controllable flexible and learnable manipulator for surgical operations), coordinato dal King’s College di Londra con l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna tra i partner. I sistemi robotici morbidi sviluppati all’interno del progetto sono stati realizzati in materiali siliconici biocompatibili e azionati pneumaticamente, utilizzando nuovi metodi di fabbricazione che hanno consentito di creare strutture affidabili, sicure ed efficaci. Inoltre, sono state impiegate tecniche avanzate di machine learning per teleoperare intuitivamente i robot morbidi nella cavità addominale del paziente.

Guardando al futuro, uno degli obiettivi principali – rileva la Sant’Anna – è migliorare la precisione e l’accuratezza dei sistemi robotici morbidi. Per ottenere il movimento infatti, questi sistemi si basano sulla deformazione del materiale con cui è costruito il robot. Il movimento risultante è pertanto più difficile da controllare e può comportare una minore precisione di posizionamento, che potrebbe rappresentare una criticità quando si va a eseguire un intervento chirurgico. Per superare questa problematica, si stanno sviluppando strategie avanzate basate su intelligenza artificiale, machine learning e controllo guidato dai dati, in grado di gestire il movimento non lineare dei robot morbidi. I recenti progressi in termini di computer vision, modellazione in tempo reale e simulazione possono rendere possibile il funzionamento dei robot morbidi per la chirurgia senza ingombranti modalità di teleoperazione e lunghe sessioni di formazione per i chirurghi.

Unipi accelera sull’AI, potenziato il Green Data Center

Unipi accelera sull’AI, potenziato il Green Data CenterRoma, 22 giu. (askanews) – Sono arrivati in questi giorni presso il Green Data Center dell’Università di Pisa e sono i primi ad essere installati in Italia. Si tratta di due sistemi Nvidia DGX-H100, piattaforme di quarta generazione che permetteranno all’Ateneo pisano di competere con i principali centri di ricerca di tutto il mondo, compresi quelli industriali, nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale generativa.

“Con questo ulteriore investimento, reso possibile grazie a fondi di Ateneo e Pnrr del progetto SoBigData, puntiamo ad un ruolo di leadership nazionale nella ricerca sull’intelligenza artificiale – ha commentato il Prorettore Vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone – Già oggi, peraltro, con il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, da noi coordinato assieme al Cnr, e con due lauree magistrali nel settore, una presso il dipartimento di Informatica e una presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, abbiamo ruolo centrale nella formazione avanzata nel nostro Paese in questo settore”. La disponibilità delle macchine DGX-H100 – informa Unipi – consentirà ai ricercatori dell’Università di Pisa di affrontare ricerche fondamentali riguardanti le routine di ottimizzazione dell’Intelligenza Artificiale senza iperparametri, che richiedono capacità di calcolo molto grandi. Grazie a queste due nuove macchine sarà anche possibile addestrare l’AI su modelli linguistici ampi, così da sviluppare ancor di più le sue capacità di traduzione automatica.

Le due nuove architetture installate nel Data Center pisano permetteranno, inoltre, all’Università di Pisa di testare le proprie reti neurali artificiali potenziate, oltrepassando i limiti posti dai benchmark sintetici su piccola scala. Questo consentirà ai ricercatori dell’Ateneo di affrontare applicazioni di classificazione dei vasi sanguigni cerebrali e di risolvere problemi di ottimizzazione combinatoria sulle reti semantiche del mondo reale come, ad esempio, quelli relativi al Vehicle Routing, ossia all’ottimizzazione dei tragitti dei veicoli utilizzati per le consegne. Il Green Data Center di Ateneo, cuore delle infrastrutture informatiche a supporto delle attività di didattica e di ricerca dell’Università di Pisa, fa così un importante salto di qualità. Inaugurato nel 2017, da sei anni il Data Center pisano mette a disposizione dei ricercatori dell’Ateneo risorse in grado di competere alla pari con le più importanti istituzioni di ricerca europee. Nello specifico, il Centro di Calcolo è dotato di un’infrastruttura di nuova generazione che, con i due DGX-H100, può adesso contare su oltre 100 acceleratori (GPU) dedicati al Calcolo ad Alte prestazioni e alla ricerca in Intelligenza Artificiale. Le infrastrutture per il calcolo alte prestazioni (High Performance Computing) sono impiegate da gruppi di ricerca computazionale in un ampio spettro di settori: Chimica, Fisica, Scienze della Terra, Biologia, Medicina e Ingegneria.