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Musica, l’intelligenza artificiale canta contro i rapporti tossici

Musica, l’intelligenza artificiale canta contro i rapporti tossiciRoma, 26 lug. (askanews) – “Basta Basta Basta” è il singolo di esordio di Fenice Music: racconta la storia di una donna che supera una relazione tossica e riprende in mano la propria vita. Sonorità pop e dance, per celebrare la leggerezza della liberazione. Il brano è scritto da autori umani al 100% ed è cantato dall’intelligenza artificiale: da oggi è disponibile su Spotify, Apple Music (link) e sulle principali piattaforme di streaming musicale.


“Basta Basta Basta” parla del cammino che accompagna la fine di una relazione tossica e del percorso di emancipazione e rinascita. Il brano, dedicato a tutte quelle persone che sono riuscite a rinascere, vuole essere un invito a riscoprire la propria forza interiore e a far sentire la nostra voce quando qualcuno o qualcosa ci frena dall’essere noi stessi. Su un campione non rappresentativo di 50 persone a cui è stato fatto ascoltare in anteprima il brano, il 92% (46 persone) non ha riconosciuto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale né nella musica né nella voce.


“Amo la musica e nutro un immenso rispetto per gli artisti italiani – dichiara Fenice Music – ma non avendo molti contatti in questo mondo, utilizzare AI era l’unico modo per trasformare i pensieri in musica. Resto convinto che il calore e la passione di una ‘voce umana’ non potrà mai essere sostituita dall’intelligenza artificiale”. Fenice Music è lo pseudonimo di un giornalista italiano che vive tra Roma e Milano. La scelta di un nome d’arte è finalizzata a mettere al centro il messaggio del brano. Con questo singolo d’esordio l’autore vuole ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro qualsiasi forma di violenza psicologica o fisica.

A Pasqua nuova avventura in Versilia per la PadelArtisti

A Pasqua nuova avventura in Versilia per la PadelArtistiRoma, 27 mar. (askanews) – Torna in campo la PadelArtisti, la formazione di appassionati della celebre disciplina agonistica composta per personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Nata da un’idea di Simone Barazzotto nel 2021 è stata la prima squadra di settore che ha aperto le porte alle celebrities. L’appuntamento per la reunion è al Marco Polo Sports Center di Viareggio nel giorni di Pasqua, dal 30 marzo al 1° aprile.


Tanti i volti famosi confermati, fra i quali Gilles Rocca, Jimmy Ghione, Moreno Morello, Leonardo Metalli, Pippo Palmieri, Jonis Basir, Emiliano Ragno, Sofia Bruscoli, Marcelo Fuentes, Stefano Meloccaro, Veronica Angeloni. Ma non si tratterà solo di gioco in campo, ma tutti i personaggi si articoleranno in eventi collaterali dislocati in tutta la città. A cominciare da quelli organizzati fra le eleganti cornici dell’Hotel Residence Esplanade di Viareggio (uno dei più esclusivi) per passare dalla Locanda del Gusto di Pietrasanta, per concludersi poi ai Bagni Flora di Viareggio. Tante anche in questo caso le realtà che sostengono il nuovo asset della PadelArtisti: da Riccardo Corredi a Neb18.

Bright festival: Bruxelles si illumina con i colori dell’Europa

Bright festival: Bruxelles si illumina con i colori dell’EuropaRoma, 8 feb. (askanews) – Il blu elettrico e l’oro che colorano la bandiera dell’Unione Europea saranno le note cromatiche dominanti della prossima edizione del Bright Festival, festival delle luci in programma a Bruxelles dal 15 al 18 febbraio. In occasione della presidenza belga del Consiglio dell’Unione Europea, infatti, quest’anno alcune opere saranno dedicate ai colori e alla rappresentazione in chiave metaforica dei valori di democrazia, uguaglianza e pace su cui si basa l’UE. Per 4 serate l’evento, organizzato da visit.brussels, animerà le vie della città con giochi di luce ed effetti speciali, videomapping e laser, sorprendendo visitatori e turisti strada dopo strada, angolo dopo angolo.


Le installazioni, una ventina in tutto, sono state selezionate tra le proposte inoltrate da artisti provenienti da tutto il mondo e saranno organizzate lungo due percorsi principali: la Royal Route, nei pressi del Palazzo Reale, e la European Route, nel Quartiere Europeo. Maestose, suggestive e poetiche, le opere d’arte luminose del Bright Festival contribuiranno a rendere ancora più magica la città, regalando inedite esperienze multisensoriali. Un’occasione da non perdere per un romantico long-weekend di San Valentino, ma anche per le famiglie: quest’anno debutterà infatti una “kid-zone” con luci, attività e giochi dedicati all’intrattenimento dei più piccoli. Ursula Jone Gandini, direttore Italia Ufficio del Turismo di Bruxelles, dichiara: “Il Bright Festival è uno degli appuntamenti più suggestivi di Bruxelles. Oltre a impreziosire le strade della città, coinvolge negozi, ristoranti e musei, che organizzano eventi collaterali e ospitano a loro volta delle installazioni. Abbiamo lavorato fianco a fianco con gli artisti, per identificare e premiare i progetti basati sull’impiego di fonti energetiche rinnovabili e tecnologie sostenibili, come i sistemi di illuminazione ad alta efficienza energetica, che ci permettono di ridurre l’impatto dell’evento e coniugare la magia delle luci con il rispetto dell’ambiente”.

Max Pezzali incontra Max Pezzali

Max Pezzali incontra Max PezzaliRoma, 9 nov. (askanews) – Un incontro davvero inaspettato, quasi magico, quello al centro della nuova campagna di Sky Glass, la TV di ultima generazione con un suono e audio spettacolare che integra in un’unica interfaccia i contenuti di Sky, delle app di streaming e dei canali in chiaro. Protagonista, anzi protagonisti, sono Max Pezzali, artista simbolo del pop italiano, e il suo alter ego del 1993, ricreato grazie all’uso dell’intelligenza artificiale. La campagna mette in scena un confronto generazionale – tra battute e richiami alle canzoni degli 883 – in cui il Max di oggi mostra all’incredulo Max di ieri le straordinarie caratteristiche e funzionalità di Sky Glass e del suo abbonamento.

Questa campagna fa parte di una più ampia collaborazione tra Sky e Max Pezzali: l’iconico artista, che con le sue popolarissime hit ha accompagnato diverse generazioni, sarà uno dei brand ambassador della media company e verrà coinvolto in nuove iniziative nei prossimi mesi. E proprio al racconto di come gli 883 hanno conquistato il pop italiano è dedicata la serie Sky Original “Hanno ucciso l’uomo ragno – La vera storia degli 883”. Il progetto creativo nasce grazie all’intelligenza artificiale generativa che ha permesso di dare vita al giovane Max Pezzali: attraverso un processo di machine learning su immagini e filmati dell’epoca, l’I.A. è stata infatti in grado di processare le sue caratteristiche morfologiche e le espressioni facciali così da ricreare – attraverso l’uso creativo del deepfake – il volto del Max Pezzali anni ’90 e rendere possibile l’incontro con la sua versione attuale.

“Grazie a Sky ho vissuto un’esperienza unica – ha commentato Max Pezzali: interagire con il me stesso di 30 anni fa! Max del 1993 e il Max di oggi a confronto grazie all’intelligenza artificiale. Mi sono trovato a parlare con un attore bravissimo, che ha studiato minuziosamente ogni mio movimento ed ogni mia espressione facciale nei filmati dell’epoca; su di lui è stato poi “cucito” il mio volto elaborato dall’intelligenza artificiale. Toccare con mano la potenza che tale tecnologia ha raggiunto in ambito professionale è stato al tempo stesso sconvolgente ed illuminante: un’apertura verso scenari illimitati per la creatività” La campagna, ideata dalla Sky Creative Agency, con la colonna sonora della celebre hit degli 883 “Nord Sud Ovest Est” è articolata su più soggetti e prende il via oggi con un teaser da 30″ on air sui canali TV e digital di Sky, a cui seguiranno i due soggetti principali, on air dal prossimo 17 novembre su TV, digital, social, retail e Digital Out-Of-Home.

Nel teaser, Max Pezzali torna a casa, accende la sua Sky Glass, usando semplicemente la voce, ed esclama soddisfatto “Una TV così da giovane me la sognavo!”. Questa frase attiva un flashback che ci riporta indietro di trent’anni, mentre il giovane Max tenta di riprodurre una video-cassetta con il nastro tutto rovinato. La frustrazione lo porta a fargli dire tra sé e sé: “Cosa darei per vedere una TV del futuro!”. Ecco che il Max del 1993 viene catapultato nel presente e si ritrova faccia a faccia con il Max del 2023, urlando dalla paura. Nei due spot principali – che rievocano alcuni dei pezzi-simbolo degli 883 – vedremo il giovane Max spaventarsi per l’altissima definizione delle immagini in 4K trasmesse sulla Sky Glass del suo alter ego del 2023 e stupirsi della potenza del suono proveniente dalla soundbar integrata, che avvolge lo spettatore da ogni direzione. E ancora, vedremo il Max degli anni ’90 entusiasmarsi per il design unico ed elegante di Sky Glass e i suoi colori scintillanti, e meravigliarsi della facilità con cui il Max di oggi fa partire un film grazie all’assistente vocale, tutte caratteristiche che rendono “più bello tornare a casa con Sky Glass”, come recita il pay off della campagna.

A Leolandia premio per miglior spettacolo dal vivo parchi divertimento

A Leolandia premio per miglior spettacolo dal vivo parchi divertimentoRoma, 23 ott. (askanews) – Grande successo per Leolandia alla 22ª edizione dei Parksmania Awards, rassegna internazionale dedicata alle eccellenze del settore dei parchi divertimento italiani e stranieri: il parco a tema per famiglie più amato dai bambini, terzo in Italia per numero di visitatori, si è infatti aggiudicato il premio per il Miglior Show Indoor con il musical L’Isola Perduta, presentato a inizio 2023 e in scena per tutta la stagione estiva.

Il premio è stato consegnato all’art director Andrea Manenti, ideatore e regista di tutti gli spettacoli di Leolandia, nel corso della serata di gala che si è svolta presso il teatro di Movieland – The Hollywood Park (Lazise – VR) davanti ad una platea di oltre 400 addetti ai lavori e appassionati. Questa la motivazione: “L’Isola Perduta è un racconto musicale acrobatico, con un cast di oltre 30 artisti internazionali che, tra scenografie immersive, raggi laser, effetti speciali e meravigliosi costumi, interpretano gli abitanti dell’isola. Un sapiente mix di emozioni per una produzione magistralmente orchestrata dal collaudato e affiatato team artistico di Leolandia”. Il presidente di Leolandia, Giuseppe Ira, ha dichiarato: “Tutti i nostri spettacoli dal vivo sono prodotti internamente e siamo quindi doppiamente orgogliosi di ricevere questo premio, superando la concorrenza agguerrita di oltre 50 parchi divertimento italiani. L’intrattenimento dal vivo all’interno di Leolandia è pensato per entusiasmare tanto i bambini quanto gli adulti e diventa un importante momento di condivisione delle emozioni. Investiamo molto in questo comparto e, insieme agli altri parchi italiani, generiamo un indotto non trascurabile per il settore dello spettacolo dal vivo”.

Concepito per sensibilizzare piccoli e grandi sul tema della tutela della biodiversità, lo spettacolo “L’Isola Perduta” è dedicato alle avventure di una giovane ricercatrice in un’isola misteriosa, dominata da forze oscure che imprigionano l’energia e la forza vitale degli animali che la abitano. Tra variopinti pappagalli, rettili acrobatici, animali della giungla e creature della notte, la protagonista cerca di recuperare le parti mancanti di un totem, dalla cui integrità dipende la salvezza stessa dell’isola. In questi giorni, a Leolandia prosegue la tematizzazione di HalLEOween che culminerà in una straordinaria giornata-evento il 31 ottobre: tra dolcetti, scherzetti e altre sorprese tutte da ridere, si festeggerà l’unico Halloween a misura di famiglia fino a tarda sera, approfittando dell’apertura del parco dalle 10 alle 21:30, con gran finale a base di fuochi d’artificio. HalLEOween proseguirà fino a domenica 5 novembre per poi lasciare spazio al Natale Incantato, che accompagnerà gli ospiti fino a domenica 7 gennaio 2024.

Principato di Monaco: assegnato Premio Italia “Carriere eccellenti”

Principato di Monaco: assegnato Premio Italia “Carriere eccellenti”Roma, 5 ott. (askanews) – Principato di Monaco. Sabato 7 ottobre 2023 si svolgerà la seconda edizione del Gran Galà Premio Italia “Carriere Eccellenti”. L’evento prodotto da Imperium Group si svolgerà presso la terrazza extra lusso Équivoque all’Hotel Miramar, ideato e diretto da Daniele Losquadro con Pasquale Buonanno e Nicola Buratto.

In questa seconda edizione due i premi assegnati: a S.A.S. Monsignore Principe Alberto II di Monaco, da sempre vicino all’Italia e amante delle eccellenze del Bel Paese che non è voluto mancare all’inaugurazione della terrazza Équivoque. Il secondo premio alla Carriera verrà conferito alla giornalista e scrittrice Silvana Giacobini. L’evento sarà condotto anche in questa edizione dal presentatore Tv Anthony Peth, sotto la regia di Andrea Cordaro, i riconoscimenti creati dalla Maison Honoré Cofanetti, con il contributo del Premier Partner 22 Love, verranno assegnati a due personalità che senza dubbio si sono contraddistinte per la loro Carriera e la loro eleganza.

Dalla terrazza del Porto, la manifestazione su invito esclusivo avrà come obbiettivo l’evoluzione della cultura letteraria e del gusto.

Dai cartoni animati a Leolandia: arriva Bingo, la sorellina di Bluey!

Dai cartoni animati a Leolandia: arriva Bingo, la sorellina di Bluey!Roma, 12 set. (askanews) – Leolandia si conferma il parco a tema a misura di famiglie, ospitando i beniamini del momento dei più piccoli: a far compagnia a Bluey, la divertente ed energica cucciola di Blue Heeler protagonista di una serie seguitissima in TV e sulle piattaforme online per bambini, a grande richiesta è arrivata la sorellina Bingo!

I bambini e le loro famiglie possono partecipare al loro mini-live show, giocare a Keepy Uppy senza far mai cadere il pallone a terra e divertirsi a imitare le loro beniamine cimentandosi nella prova del Cane Copione! Al termine dell’esperienza i piccoli possono salire sul palco e mettersi in posa per farsi scattare una foto ricordo davvero speciale insieme alle due sorelline, Bluey e Bingo. Per la sua inesauribile voglia di giocare e di conoscere il mondo attraverso tante avventure, Bluey non solo è amatissima dai bambini, ma ha saputo conquistare anche gli adulti, grazie ai valori positivi della serie e alla rappresentazione di una genitorialità moderna.

Mostra Venezia, Reilhac: futuro intrattenimento è virtual reality

Mostra Venezia, Reilhac: futuro intrattenimento è virtual realityRoma, 30 ago. (askanews) – Apre l’80° Mostra del Cinema di Venezia che oltre alla kermesse cinematografica dal 2017 ha affiancato al concorso uno spazio esclusivo interamente dedicato ai media immersivi e a tutti i mezzi di espressione creativa in Extended Reality, incluse installazioni e mondi virtuali. Venice Immersive si trova sull’Isola del Lazzaretto di fronte alla Riva di Corinto sul Lido ed è accessibile a tutti, previa prenotazione sul sito della Biennale. È il luogo ideale per familiarizzare con questo nuovo linguaggio artistico che, secondo gli esperti di settore, sostituirà l’intrattenimento tradizionale nel giro di pochi anni. Per questo la Biennale, prima istituzione al mondo ad aver creduto e puntato su questo nuovo media, sta investendo budget consistenti sulla ricerca tecnologica e sulla codifica teorica.

Michel Reilhac, che condivide la curatela della sezione con Liz Rosenthal, anticipa in esclusiva dettagli curiosi sull’edizione alle porte e tutte le novità sugli sviluppi tecnologici degli ultimi dodici mesi. Dopo un periodo di eccitazione, alla fine dello scorso anno l’entusiasmo per la Virtual Reality ha subito una battuta d’arresto sui media internazionali. Come commenta questo cambio di registro narrativo? ‘Agli albori di una nuova tecnologia, una nuova idea, un nuovo prodotto come è l’intelligenza artificiale adesso, c’è un’accelerazione e un ottimismo dirompente che crescono velocemente. Dopo il picco dell’interesse dei media per la novità comincia una fisiologica parabola discendente. Così è accaduto con la Virtual Reality che dopo un periodo di attenzione mediatica, verso la fine del 2022 ha visto una fase di disillusione riportata in numeri e critiche da molte testate internazionali. Tuttavia nel momento in cui passa l’eccitazione mediatica per una nuova disciplina è allora che le persone che fanno il lavoro vero lo fanno crescere in maniera più graduale ed anche più incisiva. Quello che ho constatato per questa edizione, la settima dalla fondazione dell’Immersive Island, è un’esplosione di talento incredibile. La comunità impegnata con la realtà virtuale continua a lavorare senza sosta lontano dalle luci della ribalta, con una modalità quasi segreta. Ritengo che questo attimo creativo indipendente dalla pubblicità sia anche il più interessante perché rivela la natura più profonda del media, dell’idioma artistico che si sta sviluppando. Vedo molta creatività e originalità soprattutto nel campo della costruzione di mondi in VRChat o Engage (piattaforme professionali per esperienze virtuali singole o collettive e costruzione di mondi n.d.r.)’.

Come cambiano le strategie per la cultura in Italia? L’anno prossimo scade il mandato di Roberto Ciccutto, attuale presidente della Biennale, e può essere un passaggio molto delicato per la strategia globale della fondazione: ‘La Biennale e la Mostra del Cinema di Venezia, voglio ricordare il primo festival internazionale al mondo che ha istituzionalizzato uno spazio dedicato all’immersività, ci danno fiducia, indipendenza e supporto assoluti. Sono io stesso impressionato dall’investimento economico significativo che la fondazione destina ogni anno allo spazio immersive, che dimostra non solo l’interesse nello sviluppo linguistico e tecnologico, ma l’intenzione di investire sulla Virtual Reality e sull’immersività come forma d’arte e d’intrattenimento del futuro. Abbiamo più che mai la consapevolezza che la Biennale abbia compreso l’importanza del lavoro pionieristico di questa sezione e ciò agevola la programmazione che di anno in anno, di edizione in edizione, diventa più ambiziosa e sperimentale. Siamo in un momento molto prolifico e fertile. Speriamo che le prossime scelte della politica non influiscano sulla nostra indipendenza e sulle nostre scelte artistiche’.

Ritiene che con l’esplosione dell’interesse per l’AI il 2023, complice anche lo sciopero degli attori di Hollywood, sarà un anno strategico per la diffusione e la promozione della cultura immersiva? ‘Troppo presto per dirlo. Certamente la narrazione attorno all’AI, strettamente connessa con la VR, avvicinerà il pubblico generico. Nel dettaglio, per l’edizione corrente, abbiamo solo due progetti fatti direttamente con l’intelligenza artificiale. Tulpamancer di Marc Da Costa e Matthew Niederhauser, per esempio, è un’esperienza in due parti dove l’utente rivela memorie o sensazioni della propria infanzia all’AI, la quale poi, sulla base delle informazioni fornite, genera una storia visibile attraverso l’oculus. Ogni esperienza è personalizzata e unica’.

Qual è la posizione di coloro che lavorano con la VR rispetto allo sciopero degli operatori di Hollywood contro piattaforme e AI? ‘Per questo non ho una risposta ma l’AI è strettamente connessa alla VR: crescono in maniera organica, l’immersività della realtà virtuale è migliorata con le possibilità offerte dall’AI. Lo sviluppo dei contenuti immersivi è biologicamente parte integrante dell’Intelligenza Artificiale’. Quindi c’è un conflitto col pubblico sul Lido che accorre per il cinema tradizionale? ‘Chi viene alla Mostra per il cinema tradizionale non trova generalmente il tempo di visitare l’Immersive Island. È come se fossero due festival indipendenti: audience, contenuto, modo di relazionarsi, sono completamente diversi ed ogni anno sono sempre più sorpreso di come il popolo del cinema si disinteressi all’AI o alla realtà virtuale perchè per me è evidente che il futuro non è il cinema. Il cinema è una forma d’intrattenimento vintage. Un linguaggio che amo molto, ma anche un piacere che è definito dal suo passato piuttosto che dal presente. La cultura, la mitologia del cinema è definita dal suo passato. La realtà virtuale e l’intelligenza artificiale non hanno nulla in comune col cinema. Io vedo il futuro nei mondi che i ragazzi costruiscono nelle piattaforme social per la VR. Credo che dove l’AI e la VR si uniscono è con la comunità dei World Builders, delle persone che costruiscono mondi in VRChat, Engage o Horizon, piattaforme dove il metaverso si va definendo e dove l’intelligenza artificiale cambierà totalmente le abitudini degli utenti e degli esseri umani tout court’. James Cameron in un intervento su CTV News in luglio dubitava delle capacità dell’AI di scrivere una buona sceneggiatura. Quanto tempo ci vorrà per avere un film scritto, girato, interpretato e montato dall’AI per la Virtual Reality destinato alla fruizione di massa? ‘Non l’ho visto ancora un film così. Forse qualcuno l’ha fatto, ma a noi non è stato ancora proposto. Si può fare già, comunque. Mi ricordo di un cortometraggio molto suggestionante a New York fatto dall’intelligenza artificiale, basato su fotografie reali di bambini in una spiaggia, ma completamente elaborato dall’AI. Era molto coinvolgente. Tutti pensano che ciò che è generato per l’immersive tramite Artificial Intelligence sia privo di sentimenti. Forse era vero ai primi stadi del suo sviluppo, ma se per esempio chiedi a GPT-4 un testo sulle emozioni è incredibile cosa riesce a generare. Ho letto poesie che non si potrebbero distinguere da quelle frutto della sensibilità umana e confesso che mi ha turbato. Con lo sviluppo progressivo dell’AI anche i risultati che riguardano le emozioni saranno più sofisticati. Non parliamo di vere emozioni umane, sia chiaro, ma di loro riproduzioni molto credibili. Una forma autonoma di emozioni dell’AI attualmente non è possibile, è solo la rielaborazione di qualcosa di preesistente. La condizione per la produzione di qualsiasi contenuto è che ci siano delle informazioni da cui partire. Google ha riconosciuto che i dati di google docs, i quali possono essere anche molto personali, sono accessibili all’AI che quindi assorbe questi contenuti tramite machine learning: l’intelligenza artificiale incorpora dati ogni giorno e cresce di conseguenza in maniera esponenziale anche la sua capacità di elaborazione dei sentimenti’. Novità e sfide dell’edizione 2023. Se il 2022 è stato l’anno delle haptic technologies (tecnologie che mimano esperienze di tatto attraverso l’applicazione di forze, vibrazioni o movimenti n.d.r.) e della definizione degli schermi, in cosa le sembra che la tecnologia sia avanzata maggiormente quest’anno? ‘Ho notato un’evoluzione tecnologica nella qualità cinematografica dell’esperienza. Non esagero affermando che quest’anno abbiamo contenuti veramente spettacolari. Ci sono progetti cinesi e tedeschi dove il livello di definizione e la ricchezza dell’immagine del paesaggio è incredibile e quasi supera quella dell’esperienza cinematografica. L’altro trend che ho registrato è il maggiore utilizzo della realtà mista. L’anno scorso avevamo un progetto visibile anche nella realtà fisica che si chiamava Eggscape, che poi ha vinto il Premio Speciale della Giuria Immersive. In questa edizione sono molti di più i progetti ibridi tra realtà fisica e realtà virtuale. Uno con l’ultimo modello di Magic Leap (headset leggeri che integrano contenuti digitali nel mondo reale degli utenti, n.d.r.) lancia addirittura una nuova tipologia di pubblicazione. Si tratta di un libro fisico in cui le pagine aperte diventano il palcoscenico dove si sviluppa un’azione con personaggi 3D in movimento. Ogni volta che il libro viene riaperto la storia è completamente diversa. Il prototipo di Felix Lajounesse e Paul Raphael, The Seven Ravens, rappresenta un modello rivoluzionario per l’editoria, non solo quella per i ragazzi, che potrà in futuro avere le più svariate applicazioni. C’è poi Floating with Spirits. Inizia con un insieme di oggetti reali nel campo visivo di una stanza, che chiusa da una cupola si trasforma in una realtà completamente virtuale per poi riaprirsi e tornare reale. Questa maniera di ibridare realtà fisica e virtuale segna un nuovo capitolo della ricerca di settore’. 3 progetti imperdibili di Venice Immersive 2023: ‘Una delle opere più innovative e poetiche di questa edizione è SEN del giapponese Keisuke Itoh. Si tratta di una cerimonia del the. Inizia con questa sovrapposizione tra spazio fisico e virtuale in cui l’utente è seduto su un tatami con una coppa fisica nelle mani. L’esperienza prende vita nella tazza e si sviluppa attraverso piccoli personaggi ed attività. Il mondo in miniatura poi si espande oltre la tazza riempiendo lo spazio circostante. Keisuke Itoh ha iniziato la sua esperienza di VR con noi nel college 5 anni fa (la scuola della Biennale dedicata alla pratica dei giovani nei vari settori artistici n.d.r.) e ogni anno da allora abbiamo presentato una sua nuova opera. Per me questa è il suo lavoro migliore. In un modo completamente diverso Wallace & Gromit è un’esperienza molto rilevante. I due sono personaggi d’animazione molto noti e questo è il primo loro progetto in realtà virtuale. È un’opera buffa e molto piacevole da provare, con una 6dof (la libertà di muoversi nello spazio tridimensionale n.d.r.) molto accessibile anche per i neofiti della VR. Un esempio perfetto dell’adattamento di un’IP (Intellectual Property n.d.r.) per la realtà virtuale e dei suoi potenziali sfruttamenti commerciali. Oltre al già citato Jim Henson’s The Storyteller: The Seven Raven, vorrei aggiungere Complex 7 di Fins prodotto per un mondo in VRChat, il quale presenta il livello più sofisticato per esperienza singola in Virtual Reality’. Queste esperienze sono accessibili ai bambini? ‘In teoria alcune sarebbero accessibili, tuttavia noi riteniamo che l’età minima sia 12 anni perchè ancora non conosciamo l’impatto di questa tecnologia sulla psiche e sulla mente di un bambino e quali possono essere i pericoli. Dobbiamo essere molto prudenti ed evitare a monte qualsiasi conseguenza imprevedibile. C’è sicuramente una contraddizione poiché molti sviluppatori creano contenuti proprio per un pubblico di giovanissimi, ma attualmente il media fortemente sconsigliato. Vorrei sottolineare che esperienze come Wallace & Gromit sono contenuti da cui anche un pubblico adulto può trarre estremo godimento. L’anno scorso ci eravamo lasciati con questa ipotesi che lo spazio immersive con il suo concorso poteva diventare un evento autonomo dalla Mostra del Cinema. Sono maturi i tempi per questo “spin-off” e prima o poi anche la VR avrà il suo Star System? M.R. Attualmente è troppo troppo presto per la Biennale valutare l’ipotesi di un evento indipendente dedicato alla VR e noi traiamo abbastanza vantaggi dalla coesistenza della Mostra, che ci aiuta ad elevare la sua percezione nell’opinione pubblica: la realtà virtuale diventa così un linguaggio che si può comunicare allo stesso modo del cinema tradizionale. Associarci al momento di glamour celebrato dai media è una perfetta occasione pubblicitaria anche per la VR. Se il cinema è in un momento di crisi, la realtà virtuale però non ha ancora trovato la popolarità di massa, resta di nicchia, e servirà più tempo perché abbia un impatto mediatico tale da renderla un evento autonomo nel calendario della Biennale. Spero che con Vision Pro la Apple familiarizzi la massa, come accaduto con gli altri dispositivi. Poco alla volta gli utenti si fidelizzeranno, scopriranno contenuti piacevoli o indispensabili per la vita di ogni giorno, per il lavoro quotidiano, per lo studio, per la formazione etc. Ma ci vorrà ancora del tempo. La vendita di maschere di Meta, il Quest Pro, è calata del 39% rispetto allo scorso anno: è evidente la difficoltà di comunicare al pubblico di massa l’utilità dei contenuti in VR. Quello che è cambiato è che cominciano a crearsi delle comunità: non sono più solo gamer, sono immobiliari che usano la realtà virtuale per la vendita di appartamenti, esperti nella formazione professionale, educatori scolastici e membri della società medica. In tutti questi campi tecnico-pratici la realtà virtuale si sta insinuando poco alla volta, solo nell’ambito della cultura rimane qualcosa di minore, perchè la comunità del cinema che pure la trova una curiosità, è attualmente disinteressata alla sua produzione. Non siamo ancora arrivati al punto in cui la Virtual Reality è avvertita come una necessità, come possedere uno smartphone, per esempio. Spero che potremo continuare a fare questo lavoro di scouting e ricerca a Venezia, perché l’interesse nel pubblico aumenta, la platea di giornalisti si amplia ed anche gli artisti di tutti i campi iniziano finalmente a sperimentare le possibilità, ancora inesplorate, del mezzo’. Secondo lei a lunga scadenza quali saranno le possibilità di business legate alla VR? ‘Quando le piattaforme social cominceranno a sistematizzare una biglietteria. Al momento su VRChat, per esempio, è tutto gratuito ed open source. Credo che tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo inizieranno i collaudi sui sistemi di accesso a pagamento. Solo quando i produttori inizieranno a guadagnare con i contenuti si parlerà di mercato, che è anche una condizione necessaria per la sua sostenibilità a lunga scadenza. Quest’anno l’Unione Europea per la prima volta ha promulgato una serie di leggi che riguardano l’AI e inevitabilmente la VR. L’AI ACT include il divieto di sorveglianza di massa, il divieto di social scoring, gli strumenti di polizia predittiva, i sistemi che targhettizzano soggetti vulnerabili e la manipolazione subliminale o elettorale, infine la valutazione dei danni potenziali alla salute, alla sicurezza, e i rischi sui diritti, l’ambiente e le persone’. Quali sono secondo lei i maggiori pericoli dell’immersività? ‘Penso che non sia la Vr di per sé, ma il metaverso e le piattaforme dove i meccanismi e le condizioni di esistenza sono gli stessi della realtà fisica. Nel metaverso corriamo tutti i rischi elencati. Se l’Intelligenza artificiale è un pericolo per ciò che crea lo è ancora di più per come influirà sull’interazione fra la gente e per l’impatto che avrà sulla dimensione sociale globale. Su VRChat ci sono milioni di persone che hanno trovato alternative alla vita sentimentale e sessuale offerta dalla vita reale. Hanno inventato una sensualità e una vita emozionale senza corporeità. Di recente ho condotto per l’Università di Amsterdam una ricerca sul tema della sessualità degli avatar. Insieme ad altri studiosi abbiamo cercato di decifrare funzionamento e psicologia degli utenti che conducono tutta la loro vita sessuale e amorosa in VRChat. È evidente che chi cerca rifugio nella VR perchè non è a suo agio nella vita reale perde contatto con la fisicità. È un cambio di paradigma che mi spaventa. Mi spaventa soprattutto il disinteresse di questo segmento di giovanissimi tra i 17 e i 20 anni ad interagire con altre persone nella realtà fisica’. Cosa pensa rispetto alle petizioni degli scienziati sui pericoli legati all’AI? ‘A questo non ci credo: è solo una pausa strategica per prendere tempo e potenziare i risultati delle loro applicazioni, una pura questione di business e marketing’. Due note sulla giuria: ‘Siamo l’unico evento dove la giuria è un peer to peer. Da due anni infatti abbiamo la tradizione di invitare i tre vincitori dell’anno precedente come giurati dell’edizione seguente. Abbiamo capito che per comprendere la qualità di un’esperienza immersiva è molto importante conoscerne la complessità. Abbiamo constatato l’attenzione e il rispetto per le opere in concorso e abbiamo deciso di sancire questa tradizione. Con giurati esterni alla VR, attrici o registi, non ha funzionato, anzi è stata una catastrofe: giudicavano con il parametro del cinema, non aveva alcun senso e non lo faremo mai più’. Con Liz Rosenthal curate Venice Immersive da sette anni: qual è il segreto per una pacifica e proficua coesistenza? ‘Non siamo sempre d’accordo. Ci sono opere che io preferisco e lei non ama e viceversa, ma ci confrontiamo sempre in maniera costruttiva e stimolante sulla forma, sul contenuto, sul messaggio o sull’opportunità sociale o politica o filosofica o spirituale di una certa esperienza. La combinazione delle nostre personalità e sensibilità porta sempre ad un risultato appassionante’. Di Federica Polidoro

”Bergamo racconta Springsteen”, Festival dall’1 al 3 settembre

”Bergamo racconta Springsteen”, Festival dall’1 al 3 settembreRoma, 29 ago. (askanews) – Le note del Boss tingono di rock’n roll lo skyline bergamasco: da venerdì 1 settembre a domenica 3 settembre, al Parco Sant’Agostino di Bergamo Alta, i fan di Bruce Springsteen potranno condividere ben 3 giornate all’insegna del rock e della buona musica con ospiti eccezionali, il tutto a ingresso libero.

Il festival Bergamo Racconta Springsteen organizzato dal gruppo NOI & Springsteen, giunto ormai alla VII edizione, quest’anno per la prima volta si aprirà col botto venerdì 1 settembre: grandi ospiti i Glory Days di Rimini che regaleranno ai fan una serata ad alto tasso energetico con un concerto live, riproponendo alcuni dei brani più conosciuti del repertorio springsteeniano. Si prosegue sabato 2 settembre dalle ore 16.00 con la speciale proiezione del docu-film “Picture in a frame” realizzato da Umberto Da Re: un collage di circa 1000 immagini, tra foto e selfie dei fan di Springsteen che testimoniano la loro “folle” passione per questo artista unico.

A seguire, ci sarà spazio per due tavole rotonde: la prima alle ore 17.00 con Marco Biondi e Gino Castaldo, moderatrice Patrizia De Rossi, che faranno il punto della situazione della musica indipendente nel nostro paese, le band di oggi e quelle di domani, possibilità e difficoltà; il secondo incontro alle ore 18.00 assieme a Claudio Trotta e Patrizia De Rossi, moderatrice Eleonora Bagarotti, ripercorreremo i 50 anni di carriera di Bruce Springsteen. Per concludere la seconda giornata di incontri, alle ore 21.00 il live di Francesco Piu & Full Band Live. Tra le due tavole rotonde, alle 17.45 Gino Castaldo presenterà il suo ultimo libro ” Il cielo bruciava di stelle” con l’introduzione di Patrizia De Rossi e Andrea Silenzi.

Domenica 3 settembre si comincerà alle ore 13.00 con un lunch insieme agli amici di NOI & Springsteen, ma è dalle 16.30 che si entrerà nel vivo dell’evento: i 10 finalisti selezionati dal pubblico da casa e dalla giuria di qualità si sfideranno in un concerto live che decreterà il vincitore della IV edizione del contest “Cover me”, presentati da Marco Biondi. Si proseguirà fino alle 21.00 con le premiazioni e i saluti finali. Le previsioni ad oggi fanno ben sperare. In caso di maltempo gli eventi verranno comunque confermati in due location alternative di back up. Eventuale comunicazione verrà data perentoriamente sui canali social del gruppo NOI & Springsteen. “Quest’anno la partecipazione al contest è più sentita che mai, abbiamo ricevuto il supporto di una community molto attiva che ci ha ricordato cosa significa fare parte di una grande famiglia che condivide la passione per la buona musica” – dichiara Alberto Lanfranchi, fondatore del gruppo NOI & Springsteen.

“Oggi siamo più maturi, e guardandomi indietro non posso che essere orgoglioso di quello che abbiamo fatto. In soli 8 anni la nostra “comunità” è cresciuta tantissimo e per questo più passa il tempo, più la passione aumenta, più l’impegno è maggiore, per ogni evento che organizziamo. Amare la musica è meraviglioso, amare la musica di Bruce Springsteen è magico!”.

Giovani e musica, scelti i 7 jingle finalisti Accademia Stella 2023 Negroni

Giovani e musica, scelti i 7 jingle finalisti Accademia Stella 2023 NegroniRoma, 22 giu. (askanews) – Sono aperte le votazioni online per scegliere la versione più creativa del celebre jingle “Le stelle sono tante, milioni di milioni…”, reinterpretata dai giovani studenti di musica in occasione della terza edizione dell’Accademia della Stella di Negroni. A guidarli, passione, creatività, talento e forte desiderio di essere parte di un amarcord degli anni Sessanta, quando per la prima volta venne trasmesso in radio e poi in tv lo storico jingle di casa Negroni destinato a rimanere nella memoria di intere generazioni fino ad oggi.

L’Accademia della Stella di Negroni, nata in occasione dei 90 anni di Negronetto per scoprire, sostenere e illuminare i giovani negli ambiti che rappresentano le eccellenze creative del made in Italy, è dedicata quest’anno infatti alla reinterpretazione delle celebri note del brand e vede al suo fianco tre tra i migliori istituti musicali italiani: CPM Music Institute (Milano), Saint Louis College of Music (Roma) e NAM – Nuova Audio Musicmedia (Milano). Sono 7, in particolare, le proposte selezionate per la finale da una prestigiosa giuria composta dal direttore di orchestra più rock di Sanremo, Enrico Melozzi, dal giornalista Gino Castaldo, fra i più noti critici musicali del panorama italiano, e dal giovane cantante Albe. Sette idee ed esecuzioni, scelte tra le 75 candidature arrivate dagli oltre 100 studenti degli istituti partner che al pari di ogni storico jingle raccontano uno spaccato della società attuale attraverso diversi generi musicali e originali riarrangiamenti.

Spetta ora agli utenti di tutta Italia ascoltare i 7 jingle finalisti per scegliere il vincitore attraverso le votazioni online aperte sul sito di Negroni da oggi e fino al 6 luglio. In palio, una borsa di studio da investire nel percorso di studi al fine di migliorare le competenze. Oggi come ieri il binomio pubblicità-musica resta uno degli strumenti più efficaci per suscitare emozioni e ricordi anche tra le nuove generazioni. Non a caso è stato registrato un altissimo interesse da parte dei giovani musicisti coinvolti, che hanno portato alla ribalta il jingle di Negroni, tra i più longevi e amati d’Italia, in modo originale e appassionato. Le numerose e interessanti candidature ricevute quest’anno hanno spinto gli ideatori a dare eccezionalmente spazio a 7 finalisti e non più 5, come inizialmente previsto. A fare eco al successo dell’appello creativo del marchio della Stella anche i giurati dell’Accademia della Stella 2023: “Il concorso – ha detto Gino Castaldo – mi ha incuriosito sin da subito e mi sono molto divertito. Ciò che mi ha particolarmente colpito è stata la qualità e la varietà delle proposte. In generale, le idee e le esecuzioni di questi ragazzi sono state di livello medio-alto, cosa non scontata per musicisti così giovani, che hanno dato prova del loro grande talento e dunque del forte potenziale che potranno ancora esprimere in futuro”.

Per Enrico Melozzi: “E’ stato motivante constatare che queste scuole di musica stanno facendo un importante lavoro sulla produzione musicale e soprattutto sulla qualità del suono. Le voci sono interessanti e le idee musicali e armoniche che ho ascoltato sono molto innovative”. “Penso che il concorso – conclude Albe – rappresenti per i giovani artisti un’enorme opportunità per mettersi in gioco su qualcosa di nuovo e insolito a livello artistico. Non era per niente facile rielaborare un jingle così famoso rispettando le alte aspettative. Ascoltando i lavori dei ragazzi sono rimasto molto colpito dalle loro produzioni davvero cool e al passo con i tempi: synth, autotune, vocoder, violini, pattern di drums davvero interessanti e suoni assolutamente non scontati”.

I SETTE JINGLE FINALISTI DELL’ACCADEMIA DELLA STELLA 2023: Alice Favaro (Saint Louis College of Music): “Quando le voci in armonia sono fantasia e malizia”. Così i giudici descrivono questa reinterpretazione che attraverso vocalizzi originali e armonizzazioni corali dona al jingle una nuova ‘veste’. Giulio Carter – Rita Elena Nisticò (CPM Music Institute): “La dinamica del movimento in avanti secondo la lezione dello swing”. Con questa motivazione è stato selezionato questo fast swing che utilizza una vasta gamma di strumenti dall’armonica a bocca alla big band. Chiara Cusumano (Saint Louis College of Music): “Ostinato, scintillante, carico di energia”. Tre parole per riassumere questo brano espressivo punk/rock ben strutturato e creativo. Fabio Massimo Barelli (Saint Louis College of Music): “L’innocenza dei bambini che comunicano senza voler comunicare”. Proprio il coro di bambini, insieme alle dolci armonizzazioni, danno a questa versione del jingle una tenerezza straordinaria. Giulio Rosatelli (Saint Louis College of Music): “La sapienza del rock che apre e allarga l’orizzonte”. Per la giuria è un rock sinfonico da ritmo “quasi tango”. Davide Mettifogo – Mario Vernetti – Marco Pezzali – Gaetano Dino Chirico (CPM Music Institute): “Come nei grandi film o romanzi con un finale azzeccato”. Questa versione conquista per l’armonizzazione virtuosa del coro e l’utilizzo originale delle voci adulte con quelle dei bambini. Carloalberto Viani – Irene Tomassini (CPM Music Institute): una versione pop apparentemente classica, che lascia spazio a stravaganti armonizzazioni corali.