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Per le mPMI il viaggio verso l’innovazione inizia da Mama Industry

Per le mPMI il viaggio verso l’innovazione inizia da Mama IndustryRoma, 5 mar. (askanews) – Mama Industry ha scelto di occupare un vero e proprio “spazio vuoto”: la società guidata da Marco Travaglini e Fabrizio Mecozzi è infatti specializzata nell’accompagnare nella parte iniziale di un percorso di approccio all’innovazione quelle mPMI ancorate a un modello novecentesco, per affrancarsi da modalità di lavoro superate e improduttive. Mama Industry rappresenta quindi un vero e proprio “qualificatore di domanda” di innovazione, grazie a una visione unica che ha scelto di interpretare ponendosi non tanto come partner, ma come autentica parte integrante delle aziende con cui lavora. Una sorta di “business unit in outsourcing”, che sceglie di portare alle piccole imprese quei servizi ad alto valore aggiunto solitamente riservati ai “grandi”, nel segno di una autentica democratizzazione della consulenza e dei servizi VAS.


Per Mama Industry, il proprio core business rispecchia anche una precisa missione socio-economica, come spiega il fondatore Marco Travaglini: “In Italia, il 95% del tessuto economico è costituito da microimprese, molte delle quali operano in settori a basso valore aggiunto del mercato “OFF”, rimanendo ancorate a una visione novecentesca del lavoro, focalizzata sul prodotto e caratterizzata da bassa produttività. Queste imprese sono spesso la semplice “manovalanza” dei grandi gruppi o di realtà smart, che costituiscono il mercato “ON”. Uno scenario che incide sull’economia nazionale e che continua ad essere stagnante. Uno dei motivi? Non c’è nessuno che dialoghi con queste aziende in una fase iniziale – quella più difficile e che richiede maggiore pazienza – per mostrare loro che, in realtà, metodi e strumenti per innovare ci sarebbero eccome. Ma affinché le cose cambino, alle piccole imprese non dobbiamo portare commesse e denaro. Dobbiamo invece renderle indipendenti portando loro la cultura e la conoscenza necessarie per individuare in autonomia opportunità e risorse”. Dalla consapevolezza all’innovazione: ecco il “viaggio” delle mPMI Mama Industry (e la startup collegata Mama Innovation) segue oggi un portfolio di circa 300 clienti, che sono accompagnati in questo viaggio grazie a un team di 40 dipendenti (cresciuto nel 2024 con l’assunzione di 16 nuove risorse), distribuiti in 5 sedi sul territorio italiano (Roma, Rieti, L’Aquila, Modena e Monza) e organizzato in business unit che lavorano in modo integrato e sinergico per coprire ogni aspetto e ogni fase del percorso dei clienti: dalla consulenza alla progettazione del cambiamento, dalla partecipazione ai bandi pubblici per il finanziamento dei progetti, fino al loro sviluppo, passando per la consulenza per il recruiting delle risorse umane fino agli aspetti di marketing e comunicazione e di primo test sul mercato.


Mama Industry ha sviluppato il proprio approccio grazie al dialogo e alla collaborazione con prestigiose università ed enti di ricerca, tra cui l’Università di Verona, l’Università di Bologna e il Gran Sasso Science Institute, che hanno contribuito alla definizione e alla validazione di questo innovativo modello. Per le mPMI accompagnate da Mama Industry, l’approccio all’innovazione inizia con il “Percorso di Consapevolezza”, 3 ore in cui viene per la prima volta mostrato all’azienda un nuovo possibile approccio partendo dall’analisi della situazione reale. La consulenza viene erogata da un Consulente Paziente, un professionista membro dell’innovativa community ideata da Marco Travaglini (e validata in collaborazione con Invitalia e il Gran Sasso Science Institute) che conta più di 200 professionisti, con i quali sono stati sviluppati circa 200 progetti in due anni, per un totale di oltre 250.000 euro erogati per i servizi svolti.


“Parlando di mPMI – afferma Fabrizio Mecozzi, co-fondatore di Mama Industry – un percorso di innovazione deve necessariamente partire da una maggiore consapevolezza e cultura prima di qualsiasi aspetto tecnico o tecnologico. Solo in questo modo possiamo mettere queste aziende nella condizione di affrontare il cambiamento con la fiducia e la motivazione necessarie”. Superato questo primo delicato momento, il viaggio continua con una prima fase di affiancamento più esteso alla quale possono seguire, in base alle specificità e gli obiettivi, le più strutturate attività di business modelling, business planning e business funding. Nel corso del 2024 Mama Industry ha realizzato 37 nuovi progetti per i propri clienti. Mama Industry affianca poi le mPMI in un primo test di mercato, in cui le idee vengono messe a terra e perfezionate – dati alla mano – in base alla reazione dei target di riferimento. Questo approccio ha fatto registrare a oltre il 70% delle aziende clienti di Mama Industry una crescita del proprio business. In modo integrato e trasversale rispetto alle fasi fin qui descritte, Mama Industry mette a disposizione dei propri clienti una rilevante competenza per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti pubblici: l’Ufficio Bandi della società può infatti operare sia in anticipo rispetto alla progettazione – orientandola in funzione delle opportunità disponibili – sia in parallelo o a valle. Nel corso del 2024 Mama Industry ha fatto vincere 72 bandi su 80 presentati, per un valore complessivo di oltre 2,9 milioni di euro di contributi e 2,5 milioni di euro di investimenti finalizzati, con i quali sono stati finanziati i progetti dei suoi clienti nei settori di ricerca e sviluppo, innovazione e trasformazione digitale e marketing/comunicazione. Un impegno e una passione riconosciuti dal mercato e dai media Mama Industry ha scelto quindi un approccio “generoso” e paziente, affiancando i clienti in una fase iniziale e attendendo la loro maturità culturale, imprenditoriale ed economica. Mama Industry agisce quindi come autentica parte integrante dei propri clienti, che continuano a dare fiducia e a premiare questo impegno: nel corso del 2024 Mama Industry e la startup Mama Innovation hanno infatti registrato un fatturato globale pari a circa 2,5 milioni di euro, siglando 54 nuovi contratti e registrando l’acquisizione nel portfolio di 22 nuovi clienti.


Il 2024 è stato inoltre un anno di grande visibilità mediatica per Mama Industry e i suoi progetti, con oltre 630 uscite sui media nazionali e locali. Un dato che rispecchia anche la crescente attenzione dell’opinione pubblica per tematiche strategiche come l’accesso all’innovazione e la collaborazione imprenditoriale nell’ambito della piccola imprenditoria. “Siamo ancora un’azienda giovane, desiderosa di crescere – commenta Marco Travaglini, fondatore di Mama Industry – E siamo consapevoli che i numeri di Mama Industry, se analizzati singolarmente, non possiedono quella rilevanza che probabilmente sarebbe raggiungibile offrendo un singolo servizio. Ma questi stessi numeri ci raccontano una storia completamente diversa se li andiamo ad analizzare nel loro insieme, nell’ambito cioè di un modello di business nel quale il piccolo imprenditore viene preso per mano e accompagnato in un viaggio verso l’innovazione del quale curiamo ogni fase, facendo lavorare sinergicamente le diverse unità necessarie al percorso di innovazione. Si tratta di un’offerta integrata e innovativa che al momento siamo i soli a proporre in Italia. Se ci limitassimo a offrire una singola soluzione o a curare soltanto una singola fase di questo percorso, forse i numeri sarebbero più alti, ma non sarebbe la risposta di cui le mPMI hanno bisogno”.

Radio Zeta Future Hits Live per la “sicurezza” in amore e in strada

Radio Zeta Future Hits Live per la “sicurezza” in amore e in stradaMilano, 30 mag. (askanews) – Alla sua seconda edizione il Radio Zeta Future Hits Live – Festival della Generazione Zeta” – evento di Radio Zeta che si terrà a Roma, al centrale del Foro Italico, sabato 10 giugno – lancia due campagne di sensibilizzazione: una per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili in collaborazione con l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” di Roma e Ministero della Salute; l’altra in collaborazione con le Fondazione Ania per la sicurezza stradale”.

“Il Radio Zeta Future Hits Live 2023 è il festival del divertimento, di tutta la musica più amata da un’intera generazione e della responsabilità – ha detto Federica Gentile, direttrice di Radio Zeta, nel presentare a Milano la collaborazione con lo Spallanzani e la Fondazione Ania – Avere al nostro fianco main partner come Istituto Spallanzani e Ministero della Salute, e Fondazione Ania, ci consente di veicolare, in un contesto ludico e fortemente identitario, la necessaria attenzione all’adozione di comportamenti responsabili. La Generazione Zeta è fortemente intrisa di un senso di responsabilità sociale. A questo, affiancheremo quello relativo alla responsabilità personale, nel modo più semplice e naturale possibile con messaggi diretti, efficaci”. La collaborazione con l’Istituto Spallanzani e la Fondazione Ania si concretizza, grazie al progetto con il progetto “Future Hits For Future Lives” anche con una serie di iniziative collaterali all’evento. Per esempio, presso una postazione dell’Istituto Spallanzani ci sarà la possibilità di effettuare test di screening gratuiti e nel pieno rispetto della privacy su malattie sessualmente trasmissibili; verranno inoltre distribuiti gratuitamente condom ai partecipanti al Festival. Una postazione della Fondazione Ania, oltre a sensibilizzare sui corretti comportamenti in strada e sui diversi mezzi di trasporto, distribuirà gratuitamente un kit etilometro, da utilizzare dopo una serata in compagna e prima dimettersi alla guida. Un terzo stand sarà dedicato all’iniziativa Carta Giovani Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, official partner dell’evento.

“L’Hiv e le malattie sessualmente trasmesse sono purtroppo più diffuse di quanto si pensi, soprattutto tra i giovani – ha detto Francesco Vaia, direttore generale Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” partecipando alla presentazione – La prevenzione, oggi, passa attraverso un’alleanza virtuosa tra Sanità e mondo della Comunicazione. Screening, test e protezioni sono fondamentali. Ai giovani diciamo: amate, chi volete e come volete, ma fatelo in sicurezza. Take care of yourself”. Radio Zeta è una radio di riferimento peri ragazzi, riveste un ruolo di primo piano nei loro consumi culturali e parla il loro stesso linguaggio. Ogni giorno si reitera un ascolto reciproco e si scambiano informazioni che li rendono consapevoli e pronti a prendere decisioni corrette per la loro salute e il loro benessere. Il Radio Zeta Future Hits Live del 10 giugno a Roma sarà quindi un’ulteriore occasione di riflessione, sul palco ma anche in tante attività collaterali. All’esterno del Centrale del Foro Italico saranno presenti appositi stand nei quali i ragazzi potranno scoprire in prima persona come adottare comportamenti responsabili.

“Sono entusiasta ed emozionato di portare oggi, sul palco di Radio Zeta Future Hits Live, oltre alla grande musica che caratterizza la Generazione Z, con tutti gli artisti più amati dai ragazzi, anche un messaggio di prevenzione e sicurezza di grande importanza – ha sottolineato Lorenzo Suraci, presidente e editore del gruppo RTL 102.5, editore di Radio Zeta – Quest’anno, dopo il grandissimo successo dello scorso anno, questo festival ha l’opportunità di sensibilizzare i giovani su temi importantissimi, che riguardano la loro vita di tutti i giorni”. Nel corso della presentazione del Radio Zeta Future Hits Live, alla quale ha partecipato, tra gli altri anche il cantante Lazza, Suraci ha confermato anche il raddoppio del festival Radio Zeta Future Hits Live, con appuntamento all’Arena di Verona il 30 Agosto 2023.

(nella foto: Umberto Guidoni, segretario generale Fondazione Ania; Francesco Vaia, direttore generale Istituto Spallanzani; Lorenzo Suraci, presidente del gruppo RTL 102.5; e il cantante Lazza)

Musica elettronica,la tecnologia aiuta le etichette indipendenti

Musica elettronica,la tecnologia aiuta le etichette indipendentiRoma, 27 apr. (askanews) – Gli artisti emergenti del panorama musicale difficilmente arrivano alle grandi etichette discografiche. Spesso i più intraprendenti, ambiziosi e volenterosi, per farsi notare ricorrono a delle autoproduzioni. Tuttavia la strada è complessa. “Solitamente è con i finanziamenti e i budget di un’etichetta discografica che un artista può raggiungere la fama globale ma esistono delle alternative” afferma Andrea Centrone, artista e fondatore di BigC Records, un’etichetta indipendente italiana.

“Oggi le grandi case discografiche controllano e influenzano la crescita dell’industria musicale, concentrandosi per ovvi motivi sul fatturato. Niente di sbagliato, per carità. Secondo la Recording Industry Association of America, il contributo dell’industria musicale al PIL degli Stati Uniti è stato di 170 miliardi di dollari, circa lo 0,75% del Pil totale. È innegabile che questa quota settoriale sia dovuta all’interazione delle etichette discografiche con altre aziende dell’economia, senza le quali la musica sarebbe solo un’attività artistica anziché un’entità economica. Non bisognerebbe tuttavia penalizzare gli artisti (e sono tanti) che non godono degli appoggi delle grandi etichette perché propongono dei generi musicali di nicchia, non facilmente orecchiabili. Fatta questa premessa, le nuove leve possono trovare nelle produzioni indipendenti un utile trampolino di lancio, un modo per agganciare le Majors e non solo”, spiega Centrone. Come è cambiato il panorama della musica, in termini commerciali? “In passato gli imprenditori della musica si muovevano con una certa libertà, puntando sull’innovazione, anche azzardando. Basti pensare al trionfo dell’elettronica” sostiene Centrone, tra le cui tante produzioni annoveriamo, Synchronized; Tropical; Dorayaki; Come Back ed Electrosync la produzione di artisti del calibro di Just on George la cui ultima produzione, Frankie Dettori, è stata pubblicata sulla BigC Records.

“A partire dagli anni ’70 si iniziarono a utilizzare i primi sintetizzatori. Basta ascoltare ‘On The Run’ dei Pink Floyd, dove un sintetizzatore la fa da padrona. Negli anni ’80 ci fu il consolidamento delle tastiere e i sintetizzatori analogici. La svolta si ebbe negli anni ’90 quando quegli strumenti caddero nelle mani dei dj. Le majors, fiutando il business, decisero di aprire delle sublabel di musica elettronica. Il metodo compositivo tradizionale lasciò spazio a creatività e sperimentazione. Nacque la musica House, la Electro, la Techno e tanti generi che divennero colonne portanti di quel movimento. Nacque, per i dj, una nuova figura professionale: il dj producer che diventò la nuova star del 2000”. Poi nel corso degli anni lo spirito pionieristico dei colossi della musica si è dovuto adattare alle esigenze di mercato. Ma questo non ha impedito la fioritura di nuovi talenti. Occorre percorrere anche sentieri alternativi, almeno nelle fasi iniziali. “Quanto ai dj producer, infatti, ci sono artisti seguiti da migliaia di fan ma c’è anche un movimento con tanti produttori indipendenti che seppur poco conosciuti, contribuiscono in maniera significativa a tutto il settore”, aggiunge il produttore di BigC Records.

Fortunatamente “con l’avvento della tecnologia, dei software di produzione e con gli emulatori di strumenti, la produzione è più semplice e fruibile. Tutti fattori che giocano a favore dei producers”. Anche le piattaforme di distribuzione aiutano i produttori indipendenti a proporre i loro lavori in maniera più snella. Centrone ne è assolutamente convinto “anche se la cosa più complicata non è la produzione, non è pubblicare e distribuire la propria musica, ma farla arrivare alla gente, utilizzando piattaforme di streaming poiché a decidere quale musica far ascoltare è spesso una cerchia di persone. Di conseguenza, come ho già accennato, il percorso consigliabile è l’autoproduzione. Si va dal creare un’etichetta a produrre e distribuire le proprie produzioni. Del resto molti artisti contemporanei sono nati su YouTube, per poi entrare nel mainstream. Grazie ai distributori musicali si può far arrivare la musica in tutti i digital store e i siti di streaming come YouTube, TikTok o Spotify. Si può produrre e distribuire musica per un pubblico più ampio, anche da un home studio. Questo mette l’artista in una posizione di successo, aiutandolo a sfruttare e negoziare un successivo accordo con le major”. Insomma, si tratta di percorso complesso ma “bellissimo perché se qualcuno si accorgerà di noi vorrà dire che ce l’abbiamo fatta da soli. Sono felice di far parte della scena indipendente anche se è impegnativo” continua il produttore, per poi concludere con un appello “vorrei esortare tutti a seguire e sostenere il movimento indipendente. Chiedo di non fermarsi ad ascoltare solo la musica degli artisti più conosciuti, ma andare alla ricerca dei tantissimi artisti e produttori più ‘piccoli’, esplorando tutto il panorama della musica elettronica, così vasto e affascinante”.