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È padel boom in Veneto: nel 2023 +40% di campi, Venezia leader

È padel boom in Veneto: nel 2023 +40% di campi, Venezia leaderRoma, 1 mar. (askanews) – Il torneo Mediolanum Padel Cup 2024 (Venezia Mestre, 26 febbraio-3 marzo) un Open FITP che ha richiamato 81 coppie tra tabellone maschile (62 coppie) e femminile (19) rappresenta un passaggio importante nella crescita del padel in Veneto, regione che fa segnare una vera e propria impennata nel bilancio impiantistico sul territorio.


Una crescita evidente nell’analisi di ‘Mr Padel Paddle’ – sito che da tempo rappresenta un punto di riferimento (non solo) statistico del movimento padelistico – che inquadra il bilancio regionale in 166 strutture, delle quali 143 club e 23 strutture ricettive, per 486 campi da padel. Rispetto all’anno precedente, sottolinea la nota – nel 2023 vi è stato un incremento del 30 per cento delle strutture e del 40 per cento dei campi, un bilancio che fa del Veneto la regione che in Italia ha fatto segnare il maggior tasso di crescita nell’ultimo anno. Nel 2023 sono state realizzate 38 nuove strutture per 139 campi, una crescita enorme se si considera che per motivi climatici rispetto a regioni meno ‘rigide’ – in Veneto il ricorso alle coperture dei campi è certamente più necessario che nel Centro- Sud – con il 57 per cento dei campi indoor e il restante 43% open. Anche il rapporto campo-circolo è particolarmente lusinghiero per il Veneto: Vi sono circa 3 campi per struttura rispetto al 2,6 della media nazionale. Venezia è leader nella mappatura campi-circoli della Regione Veneto e il Venezia Padel Club di via Vendramin, nel quale si sta disputando il Mediolanum Padel Cup, per struttura, numero di campi nella proporzione indoor-open è al primo posto sul territorio regionale. In totale, i comuni dove si può giocare a padel in Veneto sono 94, con una buona distribuzione territoriale. Infine, i social con più di 220mila veneti che seguono regolarmente le vicende del padel nazionale e internazionale su Instagram.

Olimpiadi, nuovi spazi in stadio del ghiaccio di Cortina

Olimpiadi, nuovi spazi in stadio del ghiaccio di CortinaMilano, 27 lug. (askanews) – La Conferenza di servizi convocata oggi per l’esame del progetto definitivo per la riqualificazione del vecchio Stadio Olimpico del ghiaccio di Cortina d’Ampezzo ha dato il via libera alla realizzazione degli spogliatoi per atleti paralimpici, al miglioramento dell’accessibilità per il pubblico, all’integrazione dei servizi e al miglioramento tecnologico ed impiantistico. Lo ha comunicato con una nota la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026. Il progetto rientra infatti nel Piano degli interventi correlati ai Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano Cortina 2026.

L’intervento, complessivamente, prevede un insieme di opere destinate al miglioramento della fruibilità dell’impianto e al superamento delle barriere architettoniche: verranno realizzati nuovi spazi inclusivi per atleti e spettatori, ma anche riqualificati spazi e prospetti esistenti. Alla riunione, presieduta dall’ingegnere Luigivalerio Sant’Andrea, Amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, sono intervenuti rappresentanti e referenti delle amministrazioni e degli enti locali interessati dalla realizzazione dell’opera. “Siamo soddisfatti del lavoro svolto oggi in Conferenza dei servizi – ha sottolineato Sant’Andrea – frutto anche di un’intensa attività portata avanti nei mesi scorsi e che ha visto una proficua collaborazione con il Ministero per le Disabilità, il Comune di Cortina, la Regione Veneto e con tutta la Cabina di regia governativa. Dal punto di vista tecnico si tratta di un intervento molto importante per il piano delle opere olimpiche, ma anche una ‘buona pratica’ di rigenerazione funzionale di un impianto sportivo realizzato per i Giochi Olimpici Invernali di Cortina 1956, volta a garantire, oltre al rispetto dei requisiti tecnico prestazionali, anche la piena fruibilità dell’impianto per persone con disabilità, siano essi atleti che spettatori”.

Per Sant’Andrea si tratta del frutto di “un approccio metodologico che riteniamo possa essere esteso all’intero patrimonio impiantistico sportivo italiano che risale nella maggior parte dei casi agli anni Cinquanta. L’intervento sull’Olympic and Paralympic Stadium di Cortina rappresenta, senza dubbio, un chiaro esempio del valore culturale, sociale e sportivo che la legacy olimpica lascerà in eredità sui territori” ha concluso.