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Autore: Redazione StudioNews

Hamas: Israele non può imporci le sue scelte

Hamas: Israele non può imporci le sue scelteRoma, 8 giu. (askanews) – Israele non può imporre le sue scelte ad Hamas e il gruppo terroristico non accetterà alcun accordo che non arrivi alla sicurezza per i palestinesi. Lo ha dichiarato il leader di Hamas Ismail Haniyeh, in risposta a un’operazione militare a Nuseirat, a Gaza, dove quattro ostaggi israeliani sono stati salvati dalle truppe dello stato ebraico.


Negli ultimi giorni il Qatar e l’Egitto hanno aumentato le pressioni sulla leadership del movimenti integralista islamico palestinese a Doha affinché firmasse un accordo presentato dalla Casa Bianca per garantire una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti lì, ha riferito il Wall Street Journal. La proposta israeliana di accordo prevede una tregua di sei settimane nella prima fase, durante la quale verranno rilasciati gli ostaggi ancora in vita, donne, anziani e malati. Sempre durante questa prima fase, le parti dovranno tenere colloqui per un cessate il fuoco permanente. Una clausola specifica che la prima fase del cessate il fuoco può estendersi oltre le sei settimane inizialmente previste se i negoziati per un cessate il fuoco permanente sono ancora in corso e in buona fede. La clausola è stata mantenuta volutamente vaga in modo che i mediatori sperassero di soddisfare entrambe le parti abbastanza da indurle ad accettare almeno la prima fase dell’accordo.

Europee, l’Agcom precisa: il silenzio elettorale è competenza del Viminale

Europee, l’Agcom precisa: il silenzio elettorale è competenza del ViminaleRoma, 8 giu. (askanews) – “Vedo diversi richiami ed informali segnalazioni ad Agcom riguardanti il rispetto del silenzio elettorale. La competenza circa il rispetto del silenzio elettorale non è di agcom ma del ministero dell’ interno. Buongiorno”. Lo precisa in un posto su Facebook il commissario Agcom Antonello Giacomelli. “Per quanto ci riguarda, ci siamo limitati a ricordare su richiesta o comunque d’accordo con il ministero – evidenzia il Commissario Agcom- che tale obbligo, previsto dalla legge 212 del 1956, “si estende a tutte le attività di propaganda elettorale, diretta ed indiretta, anche se veicolata sulle piattaforme online.”Quindi chi intenda segnalare violazioni alla norma, anche per quelle on line, deve rivolgersi al Ministero dell’Interno, direttamente o attraverso le prefetture competenti, secondo le modalità stabilite dal ministero stesso”.

Truppe di Israele hanno liberato quattro ostaggi prigionieri Hamas

Truppe di Israele hanno liberato quattro ostaggi prigionieri HamasRoma, 8 giu. (askanews) – Quattro ostaggi israeliani prigionieri di Hamas sono stati tratti in salvo vivi dalle truppe dello stato ebraico “in un’audace operazione” nella zona centrale della Striscia di Gaza. Lo ha annunciato l’esercito israeliano.


Gli ostaggi salvati sono Noa Argamani, Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv. Tutti e quattro erano stati rapiti dai terroristi del movimento integralista islamico palestinese il 7 ottobre durante il festival musicale Supernova, vicino alla comunità meridionale di Reim.Le forze speciali israeliane hanno contemporaneamente fatto irruzione in due siti di Hamas nella zona centrale di Gaza, a Nuseirat. In un luogo, è stato tratto in salvo Argamani, mentre Meir Jan, Kozlov e Ziv si trovavano nel secondo sito “bonificato”.


Gli ostaggi salvati sono tutti in buone condizioni, secondo le prime valutazioni mediche. Sono stati portati all’ospedale di Tel Hashomer per ulteriori valutazioni. 

Matteotti, programmazione continua su canale satellitare Camera per centenario

Matteotti, programmazione continua su canale satellitare Camera per centenarioRoma, 8 giu. (askanews) -La cerimonia a Montecitorio dedicata a Giacomo Matteotti che si è svolta giovedì 30 maggio (in diretta su Rai1, a cura di Rai Parlamento) rimane sulla webtv della Camera dei deputati (al link: https://webtv.camera.it/evento/25468) e sarà al centro della programmazione continua sul canale satellitare dalle ore 7:00 alle ore 15:00 (ora in cui inizierà la diretta dell’Aula) di lunedì 10 giugno, a cento anni dal rapimento e dall’uccisione del deputato, da parte di sicari fascisti.


Il canale satellitare è disponibile sia sulla piattaforma Sky, al 524, sia sulla piattaforma Tivusat, al 90. Il video della cerimonia – che è stata aperta dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – contiene anche un focus sulla mostra, allestita in Transatlantico, e dedicata a Giacomo Matteotti in Parlamento, organizzata dalla Camera dei deputati con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della scomparsa del deputato. Erano presenti anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Vicepresidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso. Fra i documenti esposti nelle teche, conservati nell’Archivio storico della Camera e dedicati all’attività parlamentare di Matteotti, alcuni riguardano il discorso con cui il 30 maggio 1924 denunciò i brogli e le violenze elettorali: una foto della seduta, i suoi scritti con la richiesta di annullare la convalida in blocco dei deputati della maggioranza fascista e il risultato del voto, una copia annotata di “Un anno di dominazione fascista”, un dossier allora appena pubblicato, che Matteotti stava probabilmente aggiornando.


E poi, tra gli altri documenti: una selezione dello scambio epistolare con la moglie Velia Titta, le immagini della Biblioteca della Camera a Palazzo Montecitorio negli anni ’20, il registro dei risultati elettorali per il collegio di Ferrara in cui Matteotti venne eletto per la prima volta alla Camera nel 1919, l’originale del volume “La recidiva: saggio di revisione critica con dati statistici”, da cui il parlamentare socialista sviluppò la propria tesi di laurea, ugualmente esposta. Completano la mostra alcune sue richieste autografe di prestito di libri della Biblioteca della Camera che aiutano a ricostruire il suo percorso di studi e di approfondimento. Oltre che dall’Archivio storico e dalla Biblioteca della Camera, alcuni dei documenti in mostra provengono dalla Fondazione di Studi storici “Filippo Turati” di Firenze. Ha partecipato all’allestimento della mostra anche la Fondazione Giacomo Matteotti ETS. In esposizione anche la ristampa dei discorsi del deputato, pubblicata dalla Camera nell’anno del centenario.

Europee: la notte elettorale e cosa succederà dopo il voto

Europee: la notte elettorale e cosa succederà dopo il votoBruxelles, 8 giu. (askanews) – Nella ‘notte elettorale’ tra domenica 9 e lunedì 10 giugno, il Parlamento europeo pubblicherà stime, basate su ‘exit polls’ o sondaggi pre-elettorali, proiezioni e risultati ufficiali parziali o completi a partire dalle 18.15 di domenica. I risultati ufficiali completi, comunque, verranno pubblicati solo a partire dalla chiusura delle urne in Italia. Si comincerà con le previsioni nazionali riguardanti Austria, Cipro, Germania, Grecia, Malta e Olanda, dalle 18.15 alle 18.30. Alle 19.15 arriveranno le stime nazionali riguardanti Bulgaria e Croazia, e tra le 20.15 e le 20.45 si aggiungeranno quelle di Danimarca, Francia e Spagna.


A questo punto, il Parlamento europeo pubblicherà le prime proiezioni sulla composizione del nuovo emiciclo, basate su 11 stime nazionali e 16 previsioni su dati pre-elettorali. Tra le 21.15 e le 21.30 arriveranno le stime nazionali di altri quattro paesi: Polonia, Portogallo, Romania e Svezia. Alle 22.15 ci saranno degli aggiornamenti, se disponibili, e finalmente tra le le 23.15 e le 23.30 saranno pubblicate le stime nazionali riguardanti l’Italia, e una seconda proiezione della composizione del nuovo emiciclo, basata questa volta su 24 risultati ufficiali parziali, due stime nazionali (Italia e Polonia) e un dato pre-elettorale (Belgio). Subito dopo, i ‘candidati guida’ dei diversi partiti politici europei commenteranno uno dopo l’altro i risultati, parlando nell’emiciclo del Parlamento europeo di Bruxelles, trasformato per l’occasione in una grande sala stampa con 350 giornalisti. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte arriveranno i primi risultati provvisori ufficiali del Belgio, e all’una ci sarà un aggiornamento finale per la notte. I GRUPPI POLITICI Gli eurodeputati dei sette gruppi politici della legislatura uscente erano rispettivamente: 49 per il gruppo Id ‘Identità e democrazia, estrema destra), 69 per il gruppo Ecr (Conservatori e Riformisti, destra moderata, con componenti di estrema destra), 176 per il Ppe (Partito Popolare europeo, centro, con componenti di centro-destra), 102 per Renew Europe (Liberali e Liberal-Democratici, centro, con componenti di centro-destra e di centro-sinistra), 139 per S&D (Socialisti e Democratici, centrosinistra), 72 per i Verdi (Ecologisti) e 37 per la Sinistra (estrema sinistra), a cui bisogna aggiungere 61 ‘non iscritti, ovvero non appartenenti ad alcun gruppo politico (come gli eletti del M5s italiano o del partito Fidesz del premier ungherese Viktor Orbßn).


Per costituire un gruppo politico all’Europarlamento ci sono due condizioni quantitative necessarie: avere almeno 23 eurodeputati provenienti da almeno 1/4 degli Stati membri, ovvero sette paesi diversi. C’è anche una condizione qualitativa, più difficile da controllare e da applicare, dell’affinità politica tra i partiti nazionali membri di uno stesso gruppo. I gruppi della nuova Assemblea si ricostituiranno nelle settimane immediatamente successive alle elezioni, in tempo per la prima sessione plenaria costitutiva della decima legislatura, che si terrà dal 16 al 19 giugno a Strasburgo. Le riunioni per la costituzione dei gruppi sono previste il 18 giugno per il Ppe, il 19 per i Verdi, il 25 per la Sinistra, il 26 per Renew e per l’Ecr, e infine il 3 luglio per Id.


La creazione di altri nuovi gruppi, o una ricomposizione dei gruppi esistenti sono sempre possibili, durante tutta la durata della legislatura, e sempre alle stesse condizioni. LA SESSIONE COSTITUTIVA Il nuovo Parlamento europeo della decima legislatura terrà la sua seduta costitutiva dal 16 al 19 luglio, a Strasburgo, e il suo primo atto sarà l’elezione del presidente (o più probabilmente della presidente) dell’Assemblea, e poi degli altri membri dell’Ufficio di presidenza (Bureau), ovvero i 14 vicepresidenti e i cinque questori. Fa parte della fase costitutiva anche la decisione sulle commissioni europarlamentari in cui sarà articolato il lavoro dell’Assemblea, e sul numero di eurodeputati che ne faranno parte. L’istituzione delle commissioni parlamentari, con la designazione dei loro membri, avverrà più tardi a Bruxelles, tra il 22 e il 25 luglio. IL VOTO PER LA PRESIDENZA DELLA NUOVA COMMISSIONE Il voto per la nuova presidenza della Commissione europea dovrà avvenire necessariamente dopo la sessione costitutiva, e quindi, di norma, nella seconda sessione plenaria della legislatura, che in questo caso è prevista dal 16 al 19 settembre, a Strasburgo.


La volta scorsa, nel 2019, le elezioni europee si tennero a maggio, e fu quindi possibile avere due sessioni plenarie ordinarie a Strasburgo nei mesi di giugno e luglio. E nella seconda plenaria, il 16 luglio, fu eletta la nuova presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Questa volta, invece, le elezioni europee sono state fissate a giugno, ed è quindi prevista solo una sessione plenaria, quella costitutiva di luglio, prima della pausa estiva di agosto. Tuttavia, una volta che sarà terminata l’elezione dei membri del Bureau, la nuova Conferenza dei presidenti (composta da capigruppo politici e presidente dell’Assemblea) potrebbe decidere di inserire nell’ordine del giorno il voto per il candidato o la candidata alla presidenza della Commissione europea, senza dover necessariamente aspettare la successiva sessione plenaria. Questo, però, solo a condizione che nel frattempo il Consiglio europeo abbia deciso chi candidare. I capi di Stato e di governo dell’Ue potrebbero accordarsi (a maggioranza qualificata) su chi designare per la guida dell’Esecutivo comunitario durante la loro cena informale a Bruxelles il 17 giugno, o durante la riunione formale del Consiglio europeo prevista per il 27 e 28 giugno, o ancora in una eventuale ulteriore riunione straordinaria, nel caso in cui il presidente dello stesso Consiglio europeo, Charles Michel, lo consideri necessario. Se vi sarà l’accordo dei leader in una di queste occasioni, c’è la possibilità concreta di tenere il voto per eleggere il nuovo o la nuova presidente della Commissione già il giovedì 18 luglio, come ha indicato il segretario generale del Parlamento europeo, Alessandro Chiocchetti. Sarebbe invece da escludere l’ultima mezza giornata della sessione plenaria di luglio, il venerdì 19, perché in quelle ore molti eurodeputati neoeletti saranno in partenza da Strasburgo e non saranno presenti in Aula. Per eleggere il presidente, o la presidente della nuova Commissione europea, va sottolineato, è necessario superare la soglia della maggioranza assoluta dell’Assemblea, ovvero almeno 361 voti a favore su 720 membri del Parlamento europeo. La persona che sarà designata dal Consiglio europeo dovrà presentare a grandi linee davanti alla plenaria il suo programma prima del voto. I NUOVI COMMISSARI DESIGNATI E LA FIDUCIA ALLA NUOVA COMMISSIONE Dopo la sua elezione, il presidente o la presidente della Commissione dovrà cominciare a lavorare alla formazione del nuovo collegio dei commissari, sulla base dei candidati proposti da ciascuno Stato membro. Entro novembre, tutti i commissari designati dovranno sottoporsi alle temibili ‘audizioni di conferma’ delle commissioni europarlamentari competenti per i portafogli che la presidenza della Commissione propone di assegnare loro. Dopo aver risposto per iscritto a un lungo e complesso questionario, i commissari designati dovranno presentarsi davanti agli europarlamentari e rispondere a tutte le loro domande. Se il risultato delle audizioni non sarà soddisfacente, la commissione o le commissioni parlamentari competenti potranno proporre un’audizione complementare, ma anche indicare chiaramente la propria disapprovazione del commissario designato. Secondo i Trattati Ue, la presidenza della Commissione non ha l’obbligo di sostituire un commissario designato ‘bocciato’ in un’audizione, o a cambiargli il portafogli; ma in questo caso correrebbe il rischio di vedersi bocciare l’intera Commissione al momento del voto di fiducia da parte della plenaria del Parlamento europeo. I precedenti di commissari designati ‘bocciati’, e poi rimandati a casa o che hanno dovuto cambiare portafogli sono numerosi, e non ci sono casi di presidenti della Commissione che abbiano ignorato queste decisioni da parte degli eurodeputati. Il voto di fiducia (‘voto di investitura) alla nuova Commissione da parte della plenaria del Parlamento europeo, a maggioranza semplice, è previsto nell’ultima sessione plenaria dell’anno, dal 16 al 19 dicembre, a Strasburgo.

Il Papa: l’acqua è necessaria per la vita umana, non sia merce di scambio

Il Papa: l’acqua è necessaria per la vita umana, non sia merce di scambioMilano, 8 giu. (askanews) – “L’acqua è necessaria alla vita umana: nessun progresso, nemmeno quello sociale, può esistere senza di essa”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio inviato all’Ambasciatore di Costa Rica presso la Santa Sede, S.E. Federico Zamora Cordero, e ai partecipanti all’Evento ad Alto Livello sull’azione oceanica “Inmersos en el cambio”, in corso a San José, in Costa Rica, dal 7 all’8 giugno 2024.


“Anche la grande città di Roma è immersa nell’oceano concettuale della potenza dell’acqua. Coloro che ci hanno preceduto l’hanno onorata, non solo nella loro arte, ma anche con la preghiera in lode del Creatore. San Francesco d’Assisi nel Cantico delle Creature la evoca come “sorella acqua”, definendola “utile, umile, preziosa e casta – aggiunge il Santo Padre -. Tuttavia, è deplorevole notare che pervertiamo tali epiteti trasformando ciò che è utile, come l’acqua, in un oggetto di sfruttamento. Oltraggiamo ciò che svolge un lavoro umile e silenzioso per il bene comune. E invece di considerare prezioso questo dono di Dio, lo trasformiamo in merce di scambio, motivo di speculazione e persino veicolo di estorsione”. Non a caso, evidenzia Papa Francesco in un passaggio del suo messaggio, “è significativo che una delle immagini più emblematiche della città di Roma sia quella di Oceano che, su un carro di cavalli marini guidato da tritoni, si fa strada per le sue strade. Sembra quasi che la città stessa sia immersa nel dominio del mare. In questo modo, gli antichi volevano celebrare l’arrivo dell’acqua nel centro della città, che così riacquistava la sua maestosità dopo anni di carestia e angoscia, imposti dalle guerre che avevano distrutto le sue infrastrutture”. E ancora, “l’Acqua Vergine che sgorga dalla Fontana di Trevi – ricorda il Pontefice – deve il suo nome a una giovane fanciulla del villaggio che indicò con coraggio ai legionari romani dove si trovava la sorgente, ed era anche molto apprezzata per la sua purezza. Tutta la bontà che l’acqua porta alle persone semplici rischia di essere spezzata dalla cattiveria, dall’egoismo, dal disprezzo per gli altri”.


Secondo il Santo Padre, è dunque “necessario un cambiamento radicale” sull’acqua: “Valorizziamo la sua utilità comune nella sicurezza alimentare, il suo umile lavoro di regolazione del clima, lottiamo contro l’inquinamento per ripristinare la sua preziosa bellezza e decidiamo di non violare la sua purezza, lasciandola in eredità alle prossime generazioni”.

In Bulgaria si vota per Ue e le politiche: la sfida del magnate Peevski

In Bulgaria si vota per Ue e le politiche: la sfida del magnate PeevskiRoma, 8 giu. (askanews) – Domani, domenica 9 giugno in Bulgaria si voterà non soltanto per le Europee ma anche, e soprattutto, per le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento dopo che l’ex premier filo-Ue Nikolay Denkov ad aprile si è dimesso. Il voto è catalizzato dalla figura del magnate dei media, sanzionato da Stati uniti e Gran Bretagna, Delyan Peevski, che è stato descritto dall’ex capo del governo “il più grande male” che si sia abbattuto sulla Bulgaria.


Non c’è da meravigliarsi, quindi, che una delle principali battaglie politiche intorno alle elezioni del 9 giugno sia legata all’influenza di Peevski sui tribunali e sui servizi di sicurezza mentre poco spazio resta per i temi europei. Hristo Ivanov, capo del partito “Sì, Bulgaria”, ha dichiarato che le elezioni devono spezzare la presa di Peevski e ha avvertito che è in gioco il “funzionamento della Repubblica”, scrive Politico. Il dibattito sulle questioni europee, adesione completa a Schengen e all’Eurozona, soccombe di fronte alla crisi politica interna e alle lotte di potere a Sofia. Secondo i sondaggi il Gerb (parte del Ppe), dell’ex primo ministro Boyko Borissov ottiene una percentuale di voti pari al 26-27%, la coalizione liberale PP-DB è seconda (16-17%) ed è composta da partiti legati al PPE e Renew Europe a livello europeo.


Nello scacchiere si inserisce poi il partito di minoranza turco DPS, guidato da Peevski (che fa parte del gruppo europeo ALDE) e l’estrema destra filo-russa Vazrazhdane (ID) con il 14,9% e il 14,8%, percentuali che si avvicinano e non di poco al blocco filo-Ue. Segue poi il più grande partito di sinistra, il BSP (del gruppo S&D), con l’8,5. Si prevede che l’affluenza alle urne per le elezioni anticipate sarà simile a quella delle ultime elezioni generali, con un numero di elettori compreso tra 2,5 e 2,7 milioni che voteranno, circa il 48%. L’affluenza dichiarata alle urne per le elezioni europee è inferiore del 3%.


Intanto, la campagna elettorale si sta giocando tutta sull’influenza sui media del magnate Peevski, che controlla anche magistratura e servizi di sicurezza oltre che pubblicità e affissioni e sulle critiche alla vicinanza dello stesso Borissov al magnate. I due uomini sono visti come politicamente allineati ma la grande domanda è chi di loro sarà veramente al comando e chi guiderà un’eventuale coalizione dopo il voto? La frustrazione pubblica nei confronti della corruzione è profonda e la rabbia contro Borissov e Peevski ha contribuito ad alimentare massicce proteste antimafia nel 2020 ma sia il Gerb che il partito della minoranza turca possono fare affidamento su blocchi elettorali stabili e reti clientelari. Borissov ha spiegato la sua collaborazione con Peevski dichiarando: “Abbiamo sempre lavorato con il DPS nel corso degli anni perché fanno parte del sistema”.


Ma su Peevski, che non scarta l’ipotesi di governare dopo le elezioni, pesano le sanzioni degli Stati Uniti e del Regno Unito che respinge: Washington lo accusa di gestire programmi di corruzione e di esercitare “il controllo su istituzioni e settori chiave della società bulgara”, in base alla legge Magnitsky. L’Ue, al contrario, non ha posto la lente sui casi di corruzione a lui collegati anche se riguardavano in gran parte distrazione o abuso di fondi europei. Mentre la corsa elettorale si avvia verso la fase finale, Borissov sta tentando di dividere i due principali partiti riformisti, suggerendo che lavorerebbe con “Sì, Bulgaria” di Ivanov piuttosto che con il “Continuiamo il cambiamento” di Petkov, accusando quest’ultimo di essere filo-Cremlino.

Pianeta Mare Film Festival, al via lab creativo di videomaking

Pianeta Mare Film Festival, al via lab creativo di videomakingMilano, 8 giu. (askanews) – Il Laboratorio creativo del Pianeta Mare Film Festival, nato da una idea del professor Ferdinando Boero, presidente del Pianeta Mare Film Festival di Napoli e della Fondazione Dohrn della Stazione Zoologica Anton Dohrn, è un workshop intensivo full time di regia cinematograficae montaggio, per 20 studenti e studentesse universitarie europei under 30, finalizzato alla realizzazione di cortometraggi che esplorino temi ambientali, la relazione tra gli esseri umani e gli altri esseri viventi, con particolare focus sulle interazioni di vita con il mare e il nostro rapporto con lìacqua. Per edizione 2024 sarà formata anche una seconda classe di videomaking a cui potranno partecipare fino a 20 studenti under 35 con esperienze di studio e ricerca multidisciplinari e/o di divulgazione scientifica in enti pubblici di ricerca o provenienti da esperienze nei nuovicentri nazionali per la ricerca finanziati dal Pnrr.


Tra gli obiettivi del laboratorio-corso: creare video artistici a zero budget grazie all’utilizzo originale e artistico degli smartphone, sviluppare conoscenza e consapevolezza per la transizione ecologica e il contributo che ognuno può dare attraverso azioni quotidiane concrete per partecipare alla ricerca di soluzione utili per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il Pianeta Mare Film Festival è l’unico Film festival italiano che ha ricevuto la partnership dall’Agenzia Sdsn delle Nazioni Unite presieduta dal professor Jeffrey Sachs. “Il cinema è un forte strumento di comunicazione, anche in campo marino. E’ essenziale passare da un cinema che desta meraviglia a un cinema che generi consapevolezza. Il Lab di Pianeta Mare Film Festival si propone questo importante obiettivo, oltre che fornire le basi per realizzare storie e filmati di qualità”, afferma il presidente Boero.


Tra le novità di questa terza edizione del laboratorio creativo, condotto dal regista 28enne Premio La Cinef Festival di CannesValerio Ferrara, con la curatela artistica di Max Mizzau Perczel, cofondatore del Festival, c’è la collaborazione speciale di Antonietta De Lillo, regista e produttrice di fama internazionale, ideatrice del progetto film partecipato, la cui terza edizione esplora il tema “L’uomo e la bestia”. Ispirato alla riflessione cinematografica della regista napoletana, il tema del Laboratorio creativo di quest’anno è “Bestie marine”. Tra i corti che verranno prodotti dal Lab del Festival, alcuni di essi potranno essere selezionati per convergere nel nuovo film partecipato “L’uomo e la bestia”. “Immagino una bilancia dove da una parte si preserva l’autonomia e l’individualità di ogni singolo racconto e dall’altra si costruisce una narrazione nuova, collettiva e insieme unitaria. Il progetto è rivolto ad autori giovani e meno giovani che possono trovare in tutto questo una ‘casa’, un luogo dove condividere un’esperienza basata sul rispetto, sul rapporto paritario, dove non si partecipa per affermarsi ma per migliorarsi attraverso visioni differenti”, dichiara la regista e produttrice De Lillo.


“Il lab creativo è nato con l’obiettivo di permettere a chiunque di realizzare un cortometraggio senza bisogno di grandi mezzi, basandosi sull’incontro tra la creatività degli studenti e studentesse di arte e cinema con le conoscenze di quelli di scienze naturali e biologia marina. Questa nuova edizione, grazie alla collaborazione con la regista Antonietta De Lillo e la produzione Marechiaro Film, si prospetta speciale perché è la prima ad avere un tema preciso, ovvero le bestie marine, e a dare l’opportunità di prendere parte al film partecipato con i cortometraggi realizzati durante il laboratorio. Sono sicuro che la città di Napoli ha tante storie e leggende ancora inesplorate e il mio augurio più grande è che ci siano persone in grado di poterle raccontare”, afferma il regista Ferrara, direttore del Lab del Pianeta Mare Film Festival.

Al voto in 3.708 Comuni, riflettori su Firenze Bari e Cagliari

Al voto in 3.708 Comuni, riflettori su Firenze Bari e CagliariRoma, 8 giu. (askanews) – Non solo elezioni europee: in 3.708 comuni, quasi 17 milioni di elettori (16.798.420) sono chiamati a scegliere un nuovo sindaco e circa 42.900 consiglieri comunali. Si voterà anche in sei città capoluogo di regione, Campobasso, Perugia, Potenza, Bari, Cagliari e Firenze. Queste ultime tre sono anche Città Metropolitane. Il comune più grande che andrà al voto è Firenze, con 361.619 abitanti, quello più piccolo è Pedesina, in provincia di Sondrio con 35 anime. Altri 12 comuni che rinnoveranno sindaco e consigli superano i 100mila abitanti: Bari, Prato, Modena, Reggio Emilia, Perugia, Livorno, Cagliari, Ferrara, Sassari, Bergamo, Pescara e Forli.


I Comuni di nuova istituzione che andranno per la prima volta al voto sono quattro: Uggiate con Ronago in provincia di Como, Setteville in provincia di Belluno, Santa Caterina d’Este in provincia di Padova e Sovizzo in provincia di Vicenza.La Lombardia è la regione con il maggior numero di comuni al voto, 961, seguita dal Piemonte con 801. La regione con meno comuni chiamati alle urne è la Sardegna con 27, una delle tre regioni a statuto speciale con il Friuli Venezia Giulia, e la Sicilia. In Valle d’Aosta si voterà solo per rinnovare il Parlamento Ue, mentre per il Trentino Alto Adige si aggiunge Rovereto con il turno di ballottaggio delle comunali, tra Giulia Robol, sostenuta dal centrosinistra e Giampiero Lui, candidato per il centrodestra, senza FdI. Anche se l’attenzione sarà tutta concentrata sulle elezioni europee, il risultato delle urne delle sei città capoluogo di regione non lascerà indifferenti i leader dei partiti nazionali.


Vediamo nel dettaglio la situazione: BARI: per il dopo Antonio Decaro, il centrosinistra non ha trovato la quadra su un candidato unitario e così per la corsa allo scranno più alto di Palazzo di Città ci sono Michele Laforgia, candidato M5s, sostenuto da sei liste e Vito Leccese, indicato dal Pd, appoggiato da Verdi e Azione assieme a otto liste civiche, tra cui Decaro per il sindaco, che corre solo per i Municipi. Il centrodestra invece arriva compatto e punta su Fabio Romito, scelto dai partiti di governo Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi moderati, Udc-Prima l’Italia e alcune altre liste civiche. Ci sono poi Sabino Mangano, ex M5s ed ex consigliere comunale con la sola lista Oltre e Nicola Sciacovelli, anche lui ex consigliere comunale, sostenuto dalle liste Sciacovelli sindaco-Ci piace e Noi per Bari-Italexit per l’Italia per Sciacovelli sindaco.CAGLIARI: Zedda contro Zedda. E’ derby (dei nomi) a Cagliari per la carica di sindaco. Alessandra Zedda, per il centrodestra, e Massimo Zedda, per il campo largo del centrosinistra, sono i candidati (non parenti) più accreditati a succedere a Paolo Truzzu di FdI, che ha lasciato Palazzo Civico per la Regione Sardegna. Alessandra Zedda, ex presidente della Giunta regionale sarda, passata da Forza Italia alla Lega è sostenuta da FdI, Lega, FI e altre quattro liste civiche. Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari dal 2011 al 2019, è il candidato dello stesso campo ‘larghissimo’ (10 liste) di centrosinistra che ha portato Alessandra Todde a vincere le regionali. Ci sono poi tre candidati indipendenti: Giuseppe Farris (Movimento CiviCA 2024), Emanuela Corda, ex M5s, (Alternativa), Claudia Ortu (Potere al Popolo e Pci).


CAMPOBASSO: il centrodestra, dopo aver conquistato nel giugno dello scorso anno, la Regione Molise grazie a Francesco Roberti, ora punta anche al comune di Campobasso con Aldo De Benedittis, ex assessore al Bilancio, sostenuto da sei liste: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Popolari per l’Italia, Noi moderati e Udc. La decisione dei vertici del M5s di non concedere una deroga alla sindaca uscente, Paola Felice, al secondo mandato, ha portato la coalizione di centrosinistra a scommettere su Marialuisa Forte, appoggiata dai Pentastellati, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra. Per la corsa a Palazzo San Giorgio c’è anche Pino Ruta, candidato sindaco di tre liste: Costruire democrazia, Unica terra Molise e Confederazione civica.FIRENZE: il centrosinistra non è stato capace di trovare una sintesi per il dopo Nardella e così, per la poltrona di sindaco a Palazzo Vecchio, ai nastri di partenza arriva frastagliato con diversi candidati: il Pd, con Sinistra Italiana, +Europa, Azione, Europa Verde, Movimento Laburista, Volt e Movimento Centro, ha scelto Sara Funaro, ex assessore all’Educazione. Matteo Renzi con Italia viva ha messo in campo l’ex vicepresidente regionale, Stefania Saccardi. M5s ha deciso di puntare su Lorenzo Masi, consigliere comunale uscente. Ci sono poi Cecilia Del Re, ex assessore della giunta Nardella, con la lista Firenze Democratica, Dmitrij Palagi, supportato da Rifondazione comunista, Possibile e Potere al Popolo. Tutt’altro discorso nel centrodestra che, grazie ad una decisione unitaria, ha tirato fuori dal cilindro l’ex direttore degli Uffizi, il tedesco, Eike Schmidt, oggi alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli. In corsa per la carica di sindaco di Firenze ci sono anche Andrea Asciuti sostenuto dal Movimento Indipendenza di Gianni Alemanno e dal Popolo della Famiglia, Alessandro De Giuli con Firenze Rinasce, Francesco Zini, con Firenze Cambia e Francesca Marrazza, con Ribella Firenze.


PERUGIA: il centrodestra schiera Margherita Scoccia (FdI) per continuare a guidare il comune di Perugia, dopo i 10 anni targati Andrea Romizi. Scoccia, attuale assessora all’Urbanistica, è sostenuta da otto liste tra cui Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. A sinistra un campo largo scommette su Vittoria Ferdinandi, psicologa clinica, nel 2021 nominata Cavaliere al merito della Repubblica per il suo impegno a favore delle persone con disturbi mentali. Ferdinadi è appoggiata da sette liste tra cui Pd, M5s, Avs e Azione. In corsa per la carica di sindaco ci sono anche Massimo Monni (Perugia Merita), l’ex senatore Leonardo Caponi (Pci), e l’ex calciatore del Perugia e della Juventus, Davide Baiocco (Forza Perugia, Alternativa Riformista – Italexit).POTENZA: squadra che vince non si cambia. E così il centrodestra per le comunali a Potenza si ripresenta con lo stesso campo allargato, ad Azione e Italia viva, che ha portato al bis di Vito Bardi alla presidenza della Regione. Per la corsa a sindaco, la coalizione di centrodestra propone Francesco Fanelli, esponente della Lega, ex vicepresidente della giunta regionale uscente. Discorso diverso nel centrosinistra, che non avendo raggiunto un’intesa, si presenta frastagliato e senza il simbolo del Pd sulla scheda elettorale: c’è Francesco Giuzio, ex consigliere comunale, appoggiato dalla lista Basilicata Possibile; c’è Pierluigi Smaldone, ex consigliere comunale, sostenuto da Potenza Ritorna, M5s e Città nuova; c’è Vincenzo Telesca, ex consigliere comunale, candidato sindaco per Uniamoci per Potenza-Telesca sindaco, La Potenza dei Cittadini-Potenza democratica, Insieme per Potenza, Basilicata Casa Comune, Potenza prima e da una parte del Pd.COME SI VOTA I seggi saranno aperti oggi (dalle 15 alle 23) e domani (dalle 7 alle 23), in concomitanza con le elezioni europee e le regionali del Piemonte, come deciso dal governo con il Ddl Elezioni. L’inizio delle operazioni di scrutinio è fissato alle 14 di lunedì 10 giugno.Nei comuni fino a 15.000 abitanti si vota con un turno unico. Gli elettori possono esprimere una preferenza per il sindaco e una per la lista dei consiglieri comunali collegata al candidato alla carica di sindaco prescelto. Viene eletto il sindaco che ottiene la maggioranza dei voti. In caso di parità di voti si procede ad un turno di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, da effettuarsi la seconda domenica successiva. In caso di ulteriore parità viene eletto il più anziano di età.Nei comuni con più di 15.000 abitanti l’elettore ha tre possibilità di voto: tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco collegato; tracciare un segno sul simbolo di una lista (partito), tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata, quest’ultimo caso è il cosiddetto ‘voto disgiunto’; tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco, votando così solo per il candidato sindaco e non per la lista o le liste a quest’ultimo collegate. Inoltre ogni elettore può esprimere, nelle apposite righe affiancate al simbolo della lista, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati (un uomo e una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza) compresi nella lista da lui votata.Chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (50%+1) al primo turno diventa sindaco. Se nessun candidato raggiunge questa soglia si rivota domenica 23 giugno (dalle 7 alle 23) e lunedì 24 giugno (dalle 7 alle 15) per il ballottaggio, scegliendo tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.(di Benedetto Lattanzi) 

Vino, Consorzio Valpolicella dona Jeroboam di Amarone a Sangiuliano

Vino, Consorzio Valpolicella dona Jeroboam di Amarone a SangiulianoMilano, 8 giu. (askanews) – Una Jeroboam di Amarone della Valpolicella in edizione speciale per festeggiare “La grande Opera italiana”, l’evento straordinario promosso dal ministero della Cultura in collaborazione con la Fondazione Arena per celebrare il canto lirico italiano Patrimonio immateriale dell’umanità, andato in scena la sera del 7 giugno nell’anfiteatro scaligero e trasmesso in mondovisione su Rai1.


La bottiglia da tre litri è stata l’omaggio che il Consorzio vini Valpolicella ha voluto fare al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che era presente all’Arena assieme al Presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato. “Il grande formato speciale con etichetta dedicata è stato il dono simbolico di tutti i produttori della Valpolicella al ministro Gennaro Sangiuliano per questa iniziativa eccezionale di lode alla cultura per l’importante riconoscimento Unesco ottenuto dal canto lirico italiano, che trova nell’Arena di Verona il suo palcoscenico internazionale” ha dichiarato il presidente del Consorzio Christian Marchesini, sottolineando che “l’Amarone incarna i più alti valori della nostra viticoltura e delle tradizioni secolari che lo rendono unico al mondo”. “Per questo confidiamo che il ministro Sangiuliano possa sostenerci nell’avanzamento positivo della candidatura della tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella a Patrimonio immateriale dell’Unesco. L’appassimento – ha ricordato – è anch’esso espressione della cultura di un territorio vinicolo tra i più rinomati a livello globale”.


Foto: Ennevi Foto