R. Toscana autorizza 859 viticoltori a impianto 620 ha di nuovi vignetiMilano, 2 ago. (askanews) – Sono oltre 600 i nuovi ettari di vigneto che la Regione Toscana concederà in questo 2023. E’ stato infatti appena approvato l’elenco delle aziende toscane beneficiarie delle autorizzazioni per nuovi impianti di vigneti che avranno una validità di tre anni a decorrere dalla data di approvazione dell’atto. L’elenco conta 859 nuove autorizzazioni per impianti viticoli che vengono concesse ad altrettante aziende che ne hanno fatto richiesta e che consentiranno di impiantare un totale di 620 ettari (la quota destinata alla Toscana dal Masaf a fronte di una richiesta totale di oltre 5.450 ettari), corrispondenti all’1% dell’intera superficie toscana investita a vigneti.
“Il vigneto Toscana continua a crescere e noi vogliamo proseguire a favorire la spinta delle imprese a rafforzarlo” ha detto la vicepresidente della Regione e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi, aggiungendo che “come ogni anno è arrivato il provvedimento tanto atteso dai viticoltori toscani che, grazie anche alle sollecitazioni fatte al ministero perché definisse le procedure preliminari, non perderanno la stagione propizia per effettuare i lavori di preparazione del terreno e di quant’altro necessario alla buona realizzazione delle nuove superfici vitate”. In una nota, la Regione Toscana ha precisato che le aziende a cui sono state concesse autorizzazioni per superfici inferiori al 50% di quanto richiesto potranno rinunciare all’autorizzazione tramite il sistema informatico di Agea entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto di concessione sul Bollettino regionale (Burt). A partire da quella data, Artea provvederà a registrare sul registro telematico le autorizzazioni concesse a ciascuna impresa, al netto delle eventuali rinunce. Le autorizzazioni per nuovo impianto non usufruiscono del contributo nell’ambito della misura della ristrutturazione e riconversione dei vigneti come previsto dall’art. 46 del Regolamento (UE) n. 1308/2013.
Vino, 9 e 10 ottobre a Milano terza edizione di “Wine Cube” di PartesaMilano, 2 ago. (askanews) – Dopo il successo delle prime due edizioni svoltesi a Milano e a Roma, lunedì 9 e martedì 10 ottobre allo Studio Novanta in via Mecenate nel capoluogo lombardo si terrà la terza edizione di “Wine Cube-A Great Experience”, l’evento sul vino riservato agli operatori del settore organizzato da Partesa, la società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca del Gruppo Heineken Italia.
All’interno del calendario della “Milano Wine Week”, con cui Partesa conferma una consolidata partnership, “Wine Cube” esplorerà tre modalità di vivere il vino, tra degustazione, formazione, comunicazione, mettendo in assaggio centinaia di etichette di 70 cantine italiane ed europee partner di Partesa, offrendo sei masterclass “curate dai grandi nomi del vino italiano e internazionale”, e mettendo a confronto i wine-specialist e gli esperti dell’azienda, “consulenti che affiancano produttori e gestori di ristoranti, locali e winebar nello sviluppo del loro business”. Attiva da 34 anni, Partesa opera oggi in 15 regioni con 40 depositi, impiega un migliaio di persone e conta oltre 37milanclienti, a cui offre un portfolio di oltre settemila referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food. Il progetto Partesa per il Vino è stato avviato nel 1998.
Vino, Masi nel “Consortium” dell’Oiv in rappresentanza dell’ItaliaMilano, 2 ago. (askanews) – Masi Agricola, in rappresentanza dell’Italia, entra a far parte del Consorzio internazionale di imprese dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv). Assieme all’azienda veronese di vini premium quotata a Milano, nel “Consortium” sono presenti la cilena Vina Concha y Toro la francese Moët Hennessy, la portoghese Sogrape, la spagnola Familia Torres e l’australiana Yalumba Family Winemakers. Le sei importanti realtà vitivinicole si impegnano a contribuire alla ricerca tecnica e scientifica nel settore della vite e del vino e alla sua diffusione tramite la stessa Oiv, organismo intergovernativo al quale aderiscono 49 Paesi produttori e consumatori.
“Avere Masi nel Consortium arricchisce la qualità della ricerca e amplia l’obiettivo internazionale dell’Oiv” ha dichiarato il Dg dell’Oiv, Pau Roca, sottolineando che “il club non era completo fino all’ingresso di un’azienda italiana così importante: l’Italia è una delle pietre miliari del vino e doveva essere rappresentata. Noi tutti – ha concluso – potremo condividere le sue conoscenze e la sua esperienza”. “Non sono molte in Italia, e poche a livello globale, le aziende strutturate dall’interno per la ‘research and development’ in vigneto e Cantina” ha affermato il presidente di Masi, Sandro Boscaini, sottolineando che “Masi, il cui gruppo tecnico ha all’attivo quattro decenni di impegno, si sente onorata di far parte di questo prestigioso e ristretto gruppo ed è orgogliosa di rappresentarne l’Italia, portandone le istanze: il patrimonio di biodiversità nelle varietà delle uve che non ha pari, la ricchezza di territori e le conseguenti espressioni enologiche”.
Attraverso i progetti tecnici Il “Consortium” supporta le strategie dell’Oiv, le rende conoscibili e uniformi globalmente, ne indica le priorità ed è braccio scientifico che ha il compito attuale di legittimare il vino come prodotto di cultura e di territorio.
Assovini Sicilia: si prospetta una delle vendemmie più difficiliMilano, 2 ago. (askanews) – La vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno inizierà con un ritardo di dieci giorni rispetto all’annata 2022. Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi passare a Chardonnay e Sauvignon Blanc, seguiti dai vitigni autoctoni. A chiudere la vendemmia siciliana saranno a fine ottobre i produttori dell’Etna. “Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme, dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio, gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa” spiega Assovini Sicilia, l’associazione di vitivinicoltori siciliani che riunisce un centinaio di aziende, che sottolinea come grazie al ritorno delle temperature più fresche, “il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore”.
“A circa una settimana dall’inizio della vendemmia – afferma la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria – è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione: sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità”. Per quanto concerne le previsioni vendemmia nella Sicilia Occidentale il tecnico viticolo di Cantine Settesoli, Filippo Buttafuoco, spiega che “ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite. A causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore” prosegue, precisando che “siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili”.
Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni. “Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva” evidenziano le enologhe di Tasca d’Almerita, Lorenza Scianna e Laura Orsi, spiegando che “attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni”. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza. Infine, a Mozia, sempre secondo Scianna e Orsi, “l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti”. Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove, si legge ancora nella panoramica regionale realizzata da Assovini Sicilia, fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo.
“Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante – spiega Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina – non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene”. Sul versante Nord dell’Etna, l’enologa di Planeta, Patricia Toth, conferma che “la peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature: nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli. A Capo Milazzo, nel Nord-Est dell’Isola – conclude Toth – i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno hanno trovato pace, l’allegagione e anche il controllo degli insetti ad oggi sta procedendo bene”. Più preoccupante la situazione nella zona Sud-Est della Sicilia. “La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi: quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose a maggio e giugno che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che portiamo avanti” commenta Arianna Occhipinti alla guida dell’omonima Cantina di Vittoria, nel Ragusano, sottolineando che “l’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra futura produzione: i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema”. “Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022 – conclude Occhipinti – ma questo non vuol dire che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità”.
“A Vittoria è importante sottolineare la posizione e il suolo dei vigneti: ci troviamo sul pendio con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, dove appunto la sabbia e il movimento d’aria non hanno dato spazio ad un’umidità costante” spiega ancora Patricia Toth di Planeta, aggiungendo che “prevediamo buone produzioni come sul Nero d’Avola anche sul Frappato, tenendo sotto osservazione stretta i vigneti per controllare la presenza delle cocciniglie e cicaline. A Noto – conclude Toth – come generalmente in tutta l’isola, ad oggi consideriamo circa una settimana o anche 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e davvero promettenti”.
Vino, Consorzio Conegliano Valdobbiadene in tour in Australia e UKMilano, 2 ago. (askanews) – Dopo gli Stati Uniti, il tour internazionale del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg prosegue in Australia e Regno Unito, dove si terranno numerosi appuntamenti che avranno come focus la Denominazione e i suoi valori identitari espressi attraverso il suo territorio e le sue selezioni enologiche.
Le tre tappe in Australia si caratterizzeranno per le presentazioni della Denominazione attraverso la degustazione dei vini delle tredici aziende aderenti al tour australiano, le masterclass per operatori di settore e giornalisti ed gli eventi dedicati, mentre in UK si rinnova la sponsorizzazione di “IF Opera”, festival dedicato all’Opera che si terrà tra metà agosto ed inizio settembre nella splendida Belcombe Court a Bradford-on-Avon, nel Wiltshire. Per il Consorzio, la partecipazione a quest’iniziativa “è volta a raggiungere un target di consumatori di elevato profilo, permettendo loro di associare la Denominazione ad esperienze culturali di alta qualità”. Nelle giornate del 24 agosto e del 1 settembre una selezione di giornalisti e influencer inglesi avranno l’opportunità di assistere alla messa in scena dell’opera Fedora, anticipata da una presentazione dei vini della Denominazione tenuta dalla Master of Wine Sarah Abbott, portavoce del Consorzio nel Regno Unito.
L’Australia è un mercato emergente per la Denominazione, che rientra nella top ten dei mercati più importanti per l’export, con quasi 800mila bottiglie vendute pari ad un valore di circa quattro milioni di euro. Dopo due anni di attività svolte dal Consorzio nel Paese, quest’anno il percorso amplierà il numero delle città toccate che salgono a cinque in tutto e verranno presentati e degustati in ogni tappa i vini rappresentativi di 13 aziende: Bortolomiol, Bortolotti, Col Vetoraz, Collalto, L’Antica Quercia, Le Bertole, Le Colture, Mongarda, Perlage, Sanfeletto, Spagnol – Col Del Sas, Terre di San Venanzio e Villa Sandi. Si parte il 2 agosto a Sydney, si prosegue a Melbourne il 16 agosto, Brisbane il 23 agosto, Perth il 4 ottobre per terminare il tour nella città di Adelaide il 9 ottobre. Gli appuntamenti organizzati in ognuna delle città coinvolte seguiranno un format preciso che prevede l’organizzazione di masterclass di presentazione della Denominazione condotte da Tyson Stelzer, esperto di spumanti e giornalista pluripremiato. Alle degustazioni seguiranno dei pranzi, con menù pensati ad hoc in abbinamento al Conegliano Valdobbiadene, presso una selezione di rinomati ristoranti italiani. L’attività di promozione e rafforzamento della conoscenza della Denominazione prevede inoltre l’organizzazione di un incoming di giornalisti e professionisti australiani ospitati direttamente nella zona del Conegliano Valdobbiadene così da poter far vivere appieno il territorio impareggiabile che caratterizza questa zona.
“La dinamica dell’offerta destinata ai mercati esteri che ci contraddistingue è piuttosto articolata – ha spiegato il direttore del Consorzio, Diego Tomasi – e conferma la nostra capacità di manovra e di quella dei produttori associati di ricercare sempre destinazioni interessanti con l’obiettivo di accrescere sempre di più l’interesse rispetto al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, facendone conoscere le diverse sfaccettature e proponendo le tipologie che meglio si adattano al pubblico di riferimento nei diversi Paesi”.
Vino, Uiv-Vinitaly: in I semestre vendite piatte in top mercati esteriMilano, 2 ago. (askanews) – Tornano in linea di galleggiamento, nel primo semestre di quest’anno, le vendite del vino italiano tra gli scaffali della grande distribuzione e retail nei primi tre mercati al mondo. Nel complesso, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati di Nielsen-IQ, le vendite tricolori in Usa, Germania e Uk chiudono il semestre con un risultato tendenziale piatto a volume (-0,2%) e con un lieve incremento a valore (+1,3%, a 2,2 miliardi di euro). La performance, rileva l’Osservatorio, è migliore rispetto al primo trimestre (-4% volume e -1% valore) ma ancora insufficiente per dare respiro alle imprese di un settore tuttora fortemente penalizzato da un surplus di costi che incide per circa il 10% sul prezzo medio.
Il totale dei volumi commercializzati di vini fermi e frizzanti segna un +0,7%, complici gli incrementi in Uk (+3,2%) e soprattutto in Germania (+4,2%), sostenuta dalla forte domanda dei nostri frizzanti “low cost”. In controtendenza i fermi negli Usa, che cedono il 7,4%. Gli spumanti accusano invece un decremento del 2,8%, con gli Usa positivi (+2%), controbilanciati in negativo da Regno Unito (-6%) e Germania (-3,8%). “Rispetto al primo trimestre riscontriamo una timida risalita, ancora però troppo debole se consideriamo le tensioni vissute dal settore” ha affermato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, evidenziando che “lo scatto in avanti dei volumi commercializzati in Germania è dovuto al raffreddamento dei listini, che nell’ultimo trimestre anziché aumentare sono scesi in media del 4%, con una contrazione anche rispetto al primo semestre del 2022. Variazioni sul prezzo medio – ha concluso – che riteniamo essere troppo deboli anche negli Usa e in Uk, rispettivamente del 4% e del 3%”.
Dei 2,2 miliardi di euro commercializzati, 960 milioni (-0,3% tendenziale, -4,4% i volumi) sono frutto di acquisti di vino made in Italy nella Gdo statunitense. Oltre 840 milioni provengono dalla domanda Uk (+2,4%, con i volumi -0,5%) e 400 milioni dalla Germania (+2,9%, +3,7% i volumi). Il primato dei volumi spetta ai tedeschi (84 milioni di litri venduti su un totale di 231 milioni nei tre Paesi) ma il prezzo medio allo scaffale di 4,7 euro al litro è tre volte inferiore a quello degli Stati Uniti (14,3 euro) e meno della metà rispetto al dato Uk (10,5 euro). In generale, è piatta la crescita dei listini per i fermi/frizzanti (+0,3%) mentre per gli spumanti l’aumento è del 4,9%. Il Prosecco, principale denominazione italiana commercializzata nel mondo, segna un -2% nei volumi (bene negli Usa, ancora negativa in Uk anche se in fase di recupero) e un +3,2% nei valori, per un corrispettivo (675 milioni di euro) che incide per il 31% su tutto il vino made in Italy commercializzato sui canali dell’off trade dei tre Paesi. “Occorre fare in modo che le difficoltà congiunturali non si trasformino in strutturali” ha dichiarato l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, spiegando che “in queste situazioni diventa fondamentale la presenza e la promozione di bandiera del brand enologico italiano: per questo, tra settembre e dicembre di quest’anno Vinitaly attiverà una nuova campagna di internazionalizzazione attraverso 25 appuntamenti tra fiere, road show e incoming sulla prossima edizione veronese organizzati in 15 Paesi e quattro continenti”.
Produzione di pomodoro, la Cina supera l’ItaliaMilano, 2 ago. (askanews) – Parte la raccolta del pomodoro da salsa con l’Italia che a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, fra grandinate, nubifragi, alluvioni e ondate di calore, rischia di produrre ancora meno dei 5,6 miliardi di chili previsti per il 2023, mentre alle frontiere nazionali si assiste al balzo del +50% delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e della minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang. La denuncia Coldiretti e Filiera Italia sulla base dei dati del World Processing Tomato Council in occasione dell’avvio della raccolta in Italia a Foggia dove si coltiva quasi 1/5 (19%) dell’intero raccolto nazionale. Così – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia – la Cina con 7,3 miliardi di chili nel 2023 sorpassa l’Italia, che scivola al terzo posto della classifica mondiale dei produttori di pomodoro da industria
Il pomodoro Made in Italy – evidenziano Coldiretti e Filiera Italia – rappresenta un ingrediente fondamentale della dieta Mediterranea e della vera cucina italiana candidata all’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. In Italia – spiegano Coldiretti e Filiera Italia – sono circa 70mila gli ettari coltivati a pomodoro da salsa, con la Puglia che è il principale polo della salsa Made in Italy nel Mezzogiorno con quasi 18mila ettari concentrati per l’84% proprio a Foggia, mentre l’Emilia Romagna è l’hub dell’oro rosso al Nord con 26mila ettari, oltre la metà fra Piacenza e Parma. A livello nazionale – evidenziano Coldiretti e Filiera Italia – la filiera del pomodoro impegna complessivamente circa 7 mila imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e occupa 10 mila addetti, per un fatturato totale che lo scorso anno ha raggiunto i 4,4 miliardi di euro. Ai ritardi registrati in campagna nel trapianto delle piantine di pomodoro a causa del clima pazzo – proseguono Coldiretti e Filiera Italia – si aggiunge l’aumento dei prodotti energetici e delle materie prime che si riflette sui costi di produzione del pomodoro superiori del 30% rispetto alle medie storiche, anche per il caro carburanti e il gap delle infrastrutture logistiche di trasporto. Il tutto mentre il pomodoro agli agricoltori viene pagato solo fra i 15 e i 17 centesimi al chilo. Il risultato è che, ad esempio, per una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,6 euro solo il 9,4% riguarda il valore riconosciuto al pomodoro in campo, mentre – affermano Coldiretti e Filiera Italia – mentre il 90,6% del prezzo è il margine della distribuzione commerciale, i costi di produzione industriali, il costo della bottiglia, dei trasporti, il tappo, l’etichetta e la pubblicità.
Vino, successo per la quinta edizione di “Terre Sicane Wine Fest”Milano, 1 ago. (askanews) – Il vino come motore di riscoperta e valorizzazione di un grande areale, è stato questo il tema del “Terre Sicane Wine Fest” 2023 che dal 28 al 30 luglio scorsi ha attirato appassionati ed esperti con riscontri ben oltre le aspettative. Un’idea partita cinque anni fa a Contessa Entellina (Palermo), comune pilota dell’iniziativa, e che oggi coinvolge i Comuni delle Terre Sicane: Menfi, Sciacca, Sambuca di Sicilia, Montevago, Santa Margherita Belìce, un nuovo modello di connessione tra borghi che sono anche realtà produttive.
“Il Terre Sicane Wine Fest è un investimento di risorse per la nostra piccola amministrazione – ha dichiarato il sindaco di Contessa Entellina, Leonardo Spera – ma ogni anno siamo ripagati da riscontri e ricadute positive sul territorio e questo ci spinge a continuare a credere in questa visione dei borghi come luoghi dove restare e fare impresa, anche per i giovani”. Una sinergia condivisa tra pubblico e privato quella del Terre Sicane Wine Fest. “Il progetto è nato con obiettivi molto precisi: rafforzare la rete dei produttori di vino e di altre eccellenze agroalimentari e offrire loro una vetrina dove potersi raccontare nell’autenticità del loro lavoro” ha spiegato il presidente dell’Associazione Enonauti, Michele Buscemi, aggiungendo che il successo di pubblico di questa edizione “conferma l’interesse crescente che desta questa Sicilia finora poco conosciuta e adesso così ricercata”. Per quanto riguarda il concorso enologico presieduto dal docente e giornalista Luigi Salvo, il riconoscimento per il “Miglior Grillo” è andato alla debuttante Terre di Entella – Azienda Agricola Biologica con il Grillo vendemmia 2022, e quello per il “Miglior Nero d’Avola” a Mandrarossa Wines con Terre del Sommacco vendemmia 2019. I “Premi Piacevolezza” sono stati assegnati al Grillo di Cantine De Gregorio Rahana 2020 e al Nero d’Avola di Tenuta Stoccatello – Agricoltori dal 1923 Avvocà 2022.
“Abbiamo raccontato con naturalezza la qualità delle nostre produzioni e ci siamo messi in gioco con un importante territorio ospite: quest’anno la Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese è stata la nostra partner di un gemellaggio che vuole essere scambio di competenze e di culture” ha evidenziato il direttore della Federazione italiana strade del vino, Gori Sparacino, aggiungendo che “la soddisfazione è enorme nel vedere che il nostro potenziale enoico ed enoturistico è apprezzato dai professionisti del vino di Toscana, leader riconosciuti del settore”. Molto partecipati anche alle masterclass e ai convegni che, tra i tanti argomenti, hanno trattato anche della vendemmia turistica appena regolarizzata dal protocollo d’intesa sottoscritto fra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’Associazione nazionale Città del Vino, a parlare dettagliatamente di queste novità e dei trend enoturistici si sono alternati Paolo Morbidoni, presidente della Federazione italiana Strade, dell’Olio e dei Sapori, Paolo Radica, presidente Città del Vino, Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, Angelo Barone, presidente Consulta nazionale Distretti del cibo, Roberta Urso, delegata regionale Donne del vino, e Bruna Caira della Strada del Vino Nobile di Montepulciano.
La prossima edizione del “Terre Sicane Wine Fest” sarà il 26, 27 e 28 luglio 2024.
Vino, R. Piemonte: 7,5 milioni per promozione nei Paesi extra UeMilano, 1 ago. (askanews) – L’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha aperto il bando sulla misura Ocm vino per la promozione sui mercati dei Paesi extra Ue, con una dotazione finanziaria complessiva di 7,55 milioni di euro a sostegno del comparto vitivinicolo piemontese.
In una nota, la Regione precisa che il bando è rivolto ai Consorzi di tutela e alle associazioni di produttori vitivinicoli per i progetti regionali e multiregionali nei Paesi terzi presentati per l’annualità 2023/2024, e prevede una copertura massima del 50% delle attività promozionali presentate da ciascun soggetto beneficiario. Il termine ultimo per la richiesta di contributo è il 13 settembre 2023. “A seguito dell’apertura del bando regionale sulla misura Ocm investimenti con 3 milioni di euro a sostegno delle aziende vitivinicole piemontesi – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca, Marco Protopapa – prosegue il sostegno al comparto con l’attivazione della misura Ocm promozione che permette ai produttori e ai consorzi di tutela di dare continuità e intensificare le azioni di promozione dei nostri vini di qualità sui mercati internazionali e trovare nuovi sbocchi di mercato all’estero”.
Vino, Ais Veneto: tra settembre e ottobre al via i corsi per sommelierMilano, 1 ago. (askanews) – Inizieranno tra settembre e ottobre i nuovi percorsi formativi dell’Associazione italiana sommelier (Ais) del Veneto: sono previsti 35 corsi, suddivisi in tre livelli, distribuiti capillarmente in tutta la regione. Chi si iscriverà al primo livello entro il 25 agosto, inoltre, potrà partecipare ad “AISpeak”, una formazione online di un’ora e mezza sulle principali terminologie del vino in lingua inglese.
“Da sempre il nostro scopo è formare i comunicatori del vino, e ogni anno i corsi si rinnovano seguendo l’evoluzione del panorama vitivinicolo per dare ai futuri sommelier gli strumenti più idonei per affrontare le sfide del futuro” ha dichiarato il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda, spiegando che “i questionari sottoposti ai corsisti riguardanti il grado di soddisfazione del percorso formativo hanno sottolineato un sempre maggiore interesse per l’enoturismo: chiedendo quali contenuti potessero rendere più stimolante la vita associativa, l’83% ha risposto indicando un maggior numero di eventi e una maggiore conoscenza degli itinerari enogastronomici. Se da un lato tutto ciò rappresenta un segno inequivocabile dell’importanza che l’enoturismo sta acquisendo – ha concluso Breda – dall’altro, per Ais, rappresenta un obiettivo su cui puntare offrendo ai soci e ai nuovi iscritti più opportunità per vivere e conoscere il territorio, anche attraverso i nuovi corsi di formazione”. Nei corsi di primo livello sarà possibile studiare elementi di viticoltura, di enologia e del servizio che rappresentano le basi della professione del sommelier, a partire dalla corretta temperatura di mescita del vino fino all’organizzazione e alla gestione della cantina. Durante le lezioni, oltre che di vino, si parlerà anche di birre e distillati, il tutto costantemente accompagnato da prove teoriche e pratiche sulla tecnica di degustazione. Il secondo livello prende in esame le più importanti zone vitivinicole italiane ed estere e consente di cogliere il legame indissolubile tra vino e territorio. Il perfezionamento costante della tecnica di degustazione diventa così elemento discriminante per apprezzare ogni singola sfumatura ed esprimere un giudizio professionale e oggettivo.
Nel terzo livello è affrontata la tecnica della degustazione del cibo e del suo abbinamento con il vino attraverso prove pratiche di assaggio con le diverse tipologie di alimenti e di preparazioni. Al termine dell’intero percorso formativo è previsto un esame di abilitazione, superato il quale si consegue il titolo di Sommelier Ais.