Vino, appello dall’Abruzzo: subito risposte su disastro peronosporaMilano, 27 ott. (askanews) – Gli attori della filiera vitivinicola abruzzese, che conta 15mila aziende e 32.500 ettari vitati, si sono riuniti ieri a Pescara per lanciare “un ultimo appello al mondo politico”, chiedendo risposte concrete di fronte al “catastrofico calo medio del 70% della produzione di uve”, a causa del maltempo e soprattutto della peronospora.
“Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative, la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non ha dato risposte chiare a sostegno del settore” protestano i rappresentanti del mondo del vino locale, dicendosi pronti “a scendere in piazza e a riconsegnare le tessere elettorali”. “Ad oggi – lamenta il settore – vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, considerando che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l’indotto: in ambito regionale si parla di 5 milioni in due anni ed in quello nazionale di 7 milioni, dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie”. Secondo le stime dei viticultori abruzzesi, la perdita acclarata è di circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa due milioni di ettolitri di vino, che in termini di imbottigliato equivalgono a circa 260 milioni di pezzi. “Se dovessimo fare una stima del mancato reddito delle aziende possiamo indicare in circa 108 milioni di euro la perdita sulle uve, 130 milioni sullo sfuso e 520 milioni circa sull’imbottigliato” continuano, aggiungendo che “una stima prudenziale induce a ritenere che la nostra filiera vitivinicola subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro”.
Tre i punti principali sui quali viene chiesto un intervento tempestivo: “sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le garanzie bancarie come è stato fatto durante l’emergenza Covid; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps, e azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere”. Nei primi due casi, la competenza spetterebbe al governo, mentre, nel terzo, il ruolo della Regione risulta fondamentale. Una richiesta di provvedimenti di sostegno a livello nazionale per le imprese vitivinicole è stata avanzata anche da Assoenologi, Associazione Città del Vino, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, Copagri, Daq vino, Legacoop, Liberi Agricoltori e Movimento Turismo del Vino.
Vendemmia, Famiglie Storiche: soddisfatti per quantità e qualità uveMilano, 27 ott. (askanews) – “Da previsioni vendemmiali poco entusiasmanti, ci dobbiamo ritenere soddisfatti con rese nella media o leggermente inferiori, e sicuramente una buona-ottima qualità del prodotto. Le uve per la produzione di Amarone e Recioto sono nei fruttai in appassimento. Nella speranza di un inverno freddo e con bassa percentuale di umidità, fuori i grappoli si formano e dentro si trasformano”. Così il presidente dell’associazione Famiglie Storiche, Pierangelo Tommasi, fa un primo punto sulla vendemmia da poco conclusa sia nella zona Classica che in quella Orientale della Valpolicella (Verona).
In attesa di poter fornire un bilancio più completo a gennaio quando terminerà il processo di appassimento, Tommasi spiega che la raccolta di quest’anno “metterà in luce le vere capacità viticole ed enologiche di ogni azienda”. “Saranno premiati, infatti, coloro che hanno avuto le conoscenze per gestire al meglio il vigneto, in una stagione impegnativa ed altalenante, con una primavera molto piovosa e temperature sotto la media mentre i mesi centrali, in particolare in agosto, sono stati molto caldi” precisa, sottolineando che “il finale di stagione, a partire da settembre e quindi il periodo vendemmiale, è stato ottimo, privo di piogge: un cambio climatico positivo ed importante, con caldo di giorno e notti molto fresche, fattori che hanno contribuito a far maturare le uve, con un rapido incremento degli zuccheri ed un notevole aumento delle sostanze fenoliche”. L’Associazione Famiglie Storiche è nata nel 2009 e oggi conta 13 soci che da generazioni sono testimoni attivi del “mondo Amarone”: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato.
Il 28 ottobre a Fattoria del Colle i vini dolci della ToscanaMilano, 27 ott. (askanews) – Il 28 ottobre alla Fattoria del Colle a Trequanda (Siena) si terrà “Dolce Toscana nel vino”, evento durante il quale Donatella Cinelli Colombini presenterà il suo nuovo “Passito 2018 Bio” da uve Traminer a tiratura limitata, insieme con i vini dolci prodotti da dodici Donne del Vino toscane di celebri brand di grande tradizione: sette Vin Santo di età e provenienza diverse, due passiti, un occhio di pernice, un Aleatico e un Moscadello.
La manifestazione sarà anche l’occasione per discutere, con l’aiuto del giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio, le scelte stilistiche e di marketing per un possibile rilancio futuro di questi vini, provati da contraffazioni e accorgimenti produttivi che riempiono il mercato di Vin Santo scadente a prezzi bassissimi e incompatibili con l’assai costoso processo produttivo tradizionale. Oltre a investimenti in comunicazione, eventi e un maggiore impegno dei pasticceri toscani, secondo Donatella Cinelli Colombini, una possibile strategia di marketing per i vini dolci riguarda il modo di consumarli: fuori pasto oppure a fine pasto in abbinamento con formaggi erborinati e stravecchi. Per questo il 28 ottobre proporrà il “Passito 2018 Bio” in abbinamento a tre formaggi scelti dal super premiato affinatore caseario Andrea Magi DeMagi, e a un dolce creato appositamente dal campione del mondo Rossano Vinciarelli. Prodotto in sole 364 piccole bottiglie custodite in scrigni azzurri e munite di un certificato simile a quello delle opere d’arte, il nuovo Passito di Donatella Cinelli Colombini è ottenuto da un appassimento naturale ed è stato voluto da suo marito Carlo Gardini che, negli anni, ha ottenuto altissimi rating da parte della stampa internazionale.
La Toscana ha vini dolci di grande genealogia: l’Aleatico, il Moscadello di Montalcino e il Vin Santo, che è appunto il più conosciuto e il cui nome pare nasca durante il Concilio di Firenze del 1431, quando il Cardinal Bessarione di Nicea lo paragonò al vino dell’isola di Xantos.
Vini Doc Sicilia: vendemmia finita, menzione speciale per uve nereMilano, 26 ott. (askanews) – Si avviano alla fine gli oltre “cento giorni” della vendemmia siciliana, tradizionalmente la più lunga d’Italia, segnata quest’anno da un calo produttivo oltre il 40 % dovuto agli eccessi climatici e all’attacco senza precedenti della peronospera. Nonostante le difficoltà, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia parla di “qualità alta delle uve” e dedica “una menzione speciale a quelle a bacca nera, dato che gli acini, restando di piccole dimensioni, garantiscono maggiore intensità e concentrazione aromatica”.
La raccolta ha visto il suo inizio a fine luglio lungo la costa Occidentale dell’isola fino a spostarsi gradualmente verso Sud Est, per poi avviarsi a conclusione a ottobre inoltrato sui rilievi più alti.
Moretti Polegato: per Prosecco raggiunto tetto massimo produzioneMilano, 26 ott. (askanews) – Il Gruppo vitivinicolo trevigiano Villa Sandi, di proprietà della famiglia Moretti Polegato, ha sede in uno splendido edificio in stile palladiano risalente al 1622 a Crocetta del Montello (Treviso), che è stato acquistato alla fine degli anni Settanta e che da due anni è segnalata tra le “World’s Best Vineyards”. L’azienda conta su circa duecento ettari di proprietà, a cui se ne sommano altri duemila controllati tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, con al centro cinque Tenuta, la più piccola e preziosa delle quali è La Rivetta a Cartizze, il “Grand Cru” del Prosecco. Alle Tenute, va aggiunta Borgo Conventi, storica azienda vitivinicola di 30 ettari nel Collio acquisita nel 2019.
Villa Sandi è oggi l’azienda privata più importante del Prosecco, arrivata a produrre circa 33 milioni di bottiglie all’anno, il 40% delle quali di Prosecco Doc e un altro 30% tra Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Docg. Un gigante insomma, uno dei simboli non tanto di un vino, ma di un fenomeno planetario, dato che nel 2022 il cosiddetto Sistema Prosecco (formato dalla Doc e dalle due Docg) ha prodotto in totale circa 765 milioni di bottiglie per un controvalore complessivo che si aggira attorno ai 3,7 miliardi di euro. Il 2022 della Cantina di Crocetta del Montello (Treviso) è stato chiuso con un fatturato record di 145 milioni di euro, +20% sul 2021, con una crescita del 70% negli ultimi cinque anni. Numeri importanti ottenuti anche grazie all’export in 130 Paesi, che oggi rappresenta circa il 65% del fatturato complessivo. “Il 2022 è stato un anno al di là di ogni più rosea aspettativa, per noi ancor più che per altri” afferma ad askanews il presidente di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato, spiegando che le chiavi di lettura “del nostro successo sono quella di puntare su una grande diversificazione, coprendo tutti i mercati, dal consumo fuori casa fino alla grande distribuzione, con il marchio La Gioiosa che fornisce tutte le grandi catene al mondo, e quella di aver sempre scommesso molto sulla qualità. Noi abbiamo l’intera filiera – aggiunge – e curiamo dalla vigna alla bottiglia, e ogni anno cerchiamo di alzare l’asticella della qualità”.
Dopo il triennio 2020-2022 di forte e costante espansione, per il mondo del vino l’anno che stiamo vivendo appare più contratto a causa della difficile congiuntura economica e la complessa situazione internazionale. “Il 2023 è un anno di consolidamento, perché non possiamo, noi e tutti gli altri, pensare di crescere ai ritmi dell’ultimo triennio e in particolare a quelli del 2022” continua il presidente, evidenziando “però siamo fiduciosi, il terzo trimestre ha ripreso a tirare e l’horeca, trainata dai tantissimi turisti stranieri e dal bel tempo che ha prolungato la stagione estiva, ha compensato qualche rallentamento nell’export”. “Un imprenditore deve essere positivo e credere nel lavoro che fa – chiosa – vino e cibo sono di moda nel mondo e il ‘Made in Italy’ ci salverà anche da questa difficile situazione internazionale”. Ora gli occhi sono puntati a quest’ultimo trimestre del 2023, quello che con le feste di Natale e Capodanno può fare la differenza soprattutto per i produttori di bollicine. “Il Prosecco non è un bene di lusso, ha un prezzo democratico a portata di tante famiglie, c’è la Doc per chi vuole spendere meno, la Docg per spendere un po’ di più fino al Cartizze che è il Cru: è per tutte le tasche, tanto è vero che tutto il mondo Prosecco quest’anno perderà tra il 2 e il 3% a volume: rispetto ad altri vini direi che possiamo essere soddisfatti”. Le previsioni indicano infatti che il calo maggiore di volumi riguarderà proprio la fascia più alta di prezzo, quella del Conegliano Valdobbiadene Docg di cui l’anno scorso sono state vendute poco più di 100 milioni di bottiglie. “Si è venduta l’intera produzione, come succederà più o meno quest’anno, in cui, tra l’altro, c’è meno quantità del 2022: comunque quello che si produce si vende” aggiunge il presidente, sottolineando che per questa Docg “siamo arrivati al punto di massima produzione e, come accade sempre in questi casi, si eleva il valore: l’aumento di prezzo dell’anno scorso è dovuto proprio al fatto che non si poteva crescere in volume”.
“Il Prosecco non è una moda, né è tantomeno passeggera, è in una fase di consolidamento: ci sono mercati maturi come la Germania e la Gran Bretagna, e diversi Paesi che possono potenzialmente aumentare il consumo, come ad esempio gli Stati Uniti e poi certamente il Far East” continua, evidenziando però che “tra tutte e tre le Denominazioni non c’è più possibilità di aumentare i volumi, siamo arrivati al tetto massimo della produzione, quindi sposteremo l’export da un Paese all’altro, compensando il calo di uno con l’aumento di un altro. Per questo – chiosa – è fondamentale avere un gran numero di Paesi nei diversi Continenti”. Nonostante la crescita in volumi e in valore registrata in questi anni dal Prosecco nelle sue varie declinazioni, e la riconoscibilità del nome di questo vino in (quasi) tutto il mondo, quest’anno ha ripreso vigore la storica diatriba tra i produttori di collina e quelli di pianura, tra Docg e Doc. Circa 230 Cantine delle Docg non accettano infatti diciture generiche come “Prosecco hills” (e a cascata “Prosecco marathon” e “Prosecco cycling”) e i cartelli dello stesso tipo che accompagnano il Cammino Unesco, pretendendo che “nella comunicazione del nome e delle immagini del nostro territorio” si usi sempre e solo Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, richiamando polemicamente il proprio Consorzio a vigilare sul “rispetto della legalità”. “Nei giorni scorsi, il ministero dell’Agricoltura ha convocato i presidenti dei tre Consorzi per cercare di evitare scontri inutili e dispendiosi” spiega Giancarlo Moretti Polegato, terza generazione al comando di Villa Sandi che tiene i piedi in tutte le scarpe del mondo Prosecco, sottolineando che “noi dobbiamo presentarci al mondo con un messaggio univoco per far capire che cosa è il Prosecco nelle sue varie Denominazioni, in maniera chiara senza che ci siano confusioni tra uno e l’altro”. “Penso che questa convocazione sia un primo passo per mettere fine a questa davvero inutile litigiosità” prosegue, aggiungendo che “si può e si deve trovare il modo di dialogare, non dico di fare un Consorzio unico perché questo oggi è impossibile, ma si deve lavorare sulla promozione e la comunicazione come si era fatto con il Sistema Prosecco, per la tutela del marchio nel mondo la cui spesa è sostenuta da tutti e tre i Consorzi insieme”.
Una delle incognite che gravano maggiormente sul futuro del vino è rappresentata dal cambiamento climatico, che negli ultimi due anni ha determinato nel nostro Paese lunghi periodi di grave siccità alternati a prolungate e violente piogge che hanno contribuito ad alimentare diverse malattie fungine. “Per quanto riguarda la nostra vendemmia, la quantità, diversamente dalle previsioni, è più o meno la stessa dell’anno scorso, e siamo ottimisti anche sulla qualità, a dimostrazione che la vite è una pianta che si adegua abbastanza bene ai cambiamenti climatici” spiega Moretti Polegato ad askanews, sottolineando che “di certo dobbiamo continuare sulla strada della ricerca: noi facciamo parte di un gruppo di aziende che si chiama ‘Wine research team’ (Wrt), che sta sperimentando dei portainnesti che possono ridurre del 40% l’acqua necessaria alla vite che ne consuma 7-8 litri. Questo territorio ci ha dato molto e noi dobbiamo rispettarlo – conclude – e per questo che sono vent’anni che lavoriamo sulla sostenibilità, tanto è vero che tutti i nostri vigneti sono certificati ‘biodiversity’, con una conduzione della vigna rispettosa dell’ambiente, dei frutti che produce e degli animali che ci vivono”.
Vino, Nomisma: inflazione e crisi riducono consumi in tutto il mondoMilano, 26 ott. (askanews) – Nei primi otto mesi del 2023 le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei top 12 mercati internazionali (quelli che pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino) risultano in calo dell’8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell’ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%. Si tratta di variazioni in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi Paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall’Italia del 13%. Gli Usa e i mercati internazionali hanno rappresentato il primo focus di approfondimento del “X Forum Wine Monitor”, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di Federico Zanella, presidente e Ceo di Vias Imports, e di Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi Frescobaldi.
“Nel mercato statunitense, tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori” ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, spiegando che “solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon Blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono, nel cumulato fino a settembre, di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato, sempre secondo Nomisma, nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg. Anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi (dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma e commentata durante il Forum assieme ad Ettore Nicoletto, Presidente & Ceo di Angelini Wines & Estates) non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell’obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.
In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più, anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati. Basti pensare, sottolinea Nomisma, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull’Ebitda vanno dall’11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore. Si tratta di realtà che rappresentano l’85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati.
Vino, a “Verona Wine Web” focus su AI come driver di sostenibilitàMilano, 25 ott. (askanews) – L’intelligenza artificiale come leva per lo sviluppo sostenibile nella filiera del vino. È il tema della quarta edizione di “Verona Wine Web”, l’annuale appuntamento di confronto e networking per il mondo enoico organizzato da La Collina dei Ciliegi e Legalmondo in programma venerdì 27 ottobre a Ca’ del Moro Wine Retreat, il resort della cantina della Valpantena a Grezzana (Verona). Al centro dell’incontro, innovazioni e best practice che consentono la digitalizzazione dei processi in vigna per un impatto sempre più rispettoso dell’ambiente.
Il convegno, che si aprirà con i saluti dei presidenti di Coldiretti, Ettore Prandini, de La Collina dei Ciliegi, Massimo Gianolli, e del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini, proseguirà poi con due tavole rotonde per mettere a fuoco l’utilizzo dell’AI in una chiave ecosostenibile, ma anche le ricadute in termini di valorizzazione del territorio. Al primo “round” interverranno il Ceo di Leone Alato, Igor Boccardo, il Ceo di SDF Group, Lodovico Bussolati, il Ceo di Agrifood Tech Italia, Peter Kruger, e il vicepresidente di Veronafiere, Matteo Gelmetti. Sabrina Zuccalà, Ceo di 4Ward360, Giulia Baccarin, Ceo di Mipu, Thomas Ambrosi, Ceo di Ono Exponential Farming, e Luca Toninato Ceo di Enogis, animeranno invece il dibattito nella seconda sessione. Seguiranno le conclusioni dedicate a “La sfida dell’ecosostenibilità del vino nel mondo”, con i contributi di Massimo Gianolli, del Prorettore vicario dell’Università di Verona, Diego Begalli, del docente di Diritto privato comparato dell’Università di Verona, Marco Torsello, e di Roberto Luzi Crivellini, partner di Macchi di Cellere Gangemi e fondatore di Legalmondo. La giornata di approfondimento si chiuderà infine tra i vigneti, dove si potranno osservare robot e droni che operano in campo. Tre le dimostrazioni in programma: “Lavorare la terra” con il Bakus di Vitibot SDF Group, tenuta da Luca Cazzola, Sales Manager Italy; “La veduta aerea del vigneto e le sue applicazioni” con il drone di SKY53 SAGL; e “Prevenire le malattie nel vigneto” con il rover di SKY53 SAGL, entrambe a cura del Coo dell’azienda, Stefano Calvi.
La quarta edizione di “Verona Wine Web”, appuntamento annuale dedicato alle riflessioni e alle innovazioni per lo sviluppo sostenibile della filiera del vino, è patrocinato da Federazione Provinciale Coldiretti Verona, Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Rete Valpantena, Università degli Studi di Verona Dipartimento di Scienze Giuridiche e Veronafiere.
Celebrata l’XI edizione del Mortadella DayRoma, 25 ott. (askanews) – Lunedì 24 ottobre, al Mercato Centrale Roma, il Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna ha festeggiato l’XI edizione del Mortadella Day, l’imperdibile appuntamento annuale nato per celebrare la Mortadella Bologna IGP e ricordare il 24 ottobre 1661, data di pubblicazione del primo Bando con cui si stabilivano le regole per la produzione della mortadella (vero e proprio antesignano dell’odierno Disciplinare di produzione IGP) da parte del cardinal Farnese a Bologna. Quest’anno ricorre il 362° anniversario.
La giornata è stata ricca di appuntamenti, molto seguiti anche sulle piattaforme social dedicate alla “regina rosa dei salumi”. L’apertura della giornata è stata affidata alle sapienti mani di tre Chef che si sono sfidati per dare la loro personale interpretazione alla ricetta antispreco a base di Mortadella Bologna IGP, realizzata utilizzando ingredienti di recupero o desueti. Il tre volte stella Michelin Marco Martini ha proposto il Tortello di mortadella, pizza bianca e pistacchi, “Chef Hiro” ha realizzato una originale versione di un piatto della tradizione giapponese dal nome Okonomiyaki di mortadella, infine, lo chef romano Max Mariola ha proposto le sue Polpette in bianco. A condurre la sfida culinaria, per il secondo anno consecutivo, la giornalista e conduttrice Rai Federica De Denaro, mentre a far parte della giuria sono stati l’attrice toscana Martina Stella, il comico romano Antonio Giuliani e il direttore del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna, Gianluigi Ligasacchi. All’evento ha partecipato anche il biologo nutrizionista Lorenzo Traversetti che si è soffermato sull’importanza dell’apporto nutrizionale della Mortadella Bologna nell’ambito delle corrette pratiche alimentari.
La giornata è proseguita con la performance dello street-artist romano Luigi Ambrosetti, in arte Lac68 che ha stupito tutti con la sua opera d’arte del riciclo, dedicata alla Mortadella Bologna e realizzata in diretta, utilizzando materiali di scarto della lavorazione della regina rosa dei salumi. Nel pomeriggio, 20 food influencer provenienti da tutta Italia si sono incontrati a Roma per l’imperdibile masterclass a loro dedicata condotta da Max Mariola. Si sono tutti impegnati ad interpretare una ricetta anti-spreco in grado di esaltare il sapore e il profumo della Mortadella Bologna IGP.
Infine, per tutta la giornata, il pubblico del Mercato Centrale Roma ha avuto la possibilità di far degustare le originali proposte culinarie a base di Mortadella Bologna espressamente realizzate per l’occasione dalle 19 botteghe artigiane che hanno aderito all’iniziativa. Un’ulteriore prova, se ce ne fosse il bisogno, dell’estrema versatilità in cucina del salume felsineo, simbolo del Made in Italy nel mondo.
Presentato a Bologna Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti FiviMilano, 25 ott. (askanews) – Il Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti Fivi festeggerà la sua dodicesima edizione che esordisce nei padiglioni di BolognaFiere, dove da sabato 25 a lunedì 27 novembre accoglierà ben mille espositori provenienti da tutte le regioni italiane. La manifestazione è stata presentata questa mattina nella sede del Comune di Bologna, alla presenza dell’assessore all’Educazione ambientale, Agricoltura e Agroalimentare, Daniele Ara, il direttore manifestazioni dirette di BolognaFiere, Domenico Lunghi, il dg di Confcommercio Ascom Bologna, Giancarlo Tonelli, lo scrittore Davide Longo, e il presidente di Fivi, Lorenzo Cesconi.
“Attendiamo con emozione questa prima edizione bolognese, per noi vignaioli, il Mercato dei vini è un evento di enorme importanza, al quale tutti i soci Fivi sono affezionati, e non è un caso che abbiano risposto in mille, su circa 1.700 soci, perché il Mercato è prima di tutto un’occasione unica e inimitabile per incontrarsi e confrontarsi tra colleghi e con il pubblico” ha affermato Cesconi, spiegando che “per questo motivo abbiamo scelto Bologna come luogo ideale per sviluppare questo nostro evento associativo: per crescere in modo coerente e adeguato, dando ai soci e al pubblico la possibilità di vivere al meglio l’esperienza del Mercato dei vini”. “Diamo il benvenuto a questo nuovo evento di qualità, augurandoci che possa spingere i nostri ristoratori a valorizzare maggiormente i vini locali, quelli che più rappresentano l’identità del territorio, dato che i vini bolognesi come, ad esempio, il Pignoletto, latitano nelle carte dei nostri bar e ristoranti” ha detto Ara, evidenziando polemicamente che “Bologna è tra le poche città italiane dove, malgrado la presenza di Consorzi importanti, si finisce quasi sempre per bere Prosecco. Manifestazioni come il Mercato dei Vini possono aiutarci anche a creare una cultura del bere bene – ha chiosato l’assessore – nel senso sia della quantità che della qualità: oggi si beve male e far passare questo messaggio, specialmente tra i più giovani, è di primaria importanza”.
“Grazie alla Slow Wine Fair, a Marca, a Sana e alla new entry del Mercato dei Vini, BolognaFiere rafforza il proprio posizionamento come polo espositivo leader nell’agroalimentare, sia nel settore food che nel settore beverage” ha sottolineato Domenico Lunghi, ricordando che BolognaFiere ha messo a disposizione del Mercato 30mila metri quadrati, distribuiti in quattro padiglioni: i vignaioli saranno collocati nel 29 e nel 30, mentre i padiglioni 28 e 36 ospiteranno il food e i servizi correlati al Mercato. Oltre ai soci della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), saranno presenti a Bologna un folto gruppo di olivicoltori indipendenti soci della Federazione italiana olivicoltori indipendenti (Fioi) e alcune delegazioni di Vignaioli europei delle associazioni nazionali appartenenti alla Confédération européenne des vignerons indépendants (Cevi). Il format della tre giorni rimane sostanzialmente quello consolidato nelle precedenti undici edizioni svolte alla Fiera di Piacenza. Quattro le masterclass dedicate ad altrettanti importanti vitigni autoctoni (Fiano di Avellino, Pigato, Aglianico del Vulture e Lambrusco) e realizzate in collaborazione con Alma – La scuola internazionale di cucina italiana. In occasione del Mercato dei Vini saranno, annunciati i vincitori del Premio “Leonildo Pieropan” 2023, e quelli del nuovo premio “Vignaiolo come noi”. Grazie alla collaborazione con Confcommercio Ascom Bologna e con l’Associazione mescitori organizzati (Amo), nei giorni del Mercato dei vini molti locali di Bologna saranno coinvolti in eventi con protagonisti i vini e gli stessi vignaioli Fivi.
Riforma IG, Federvini: accordo fondamentale contro falsi e imitazioniMilano, 25 ott. (askanews) – “Un risultato fondamentale per garantire la tutela delle nostre eccellenze agroalimentari da imitazioni come il Prosek o l’aceto sloveno o cipriota. Con il nuovo regolamento comunitario sulle produzioni di qualità si promuove il lavoro delle filiere italiane, assicurando sul piano internazionale la piena salvaguardia dei marchi e delle indicazioni geografiche che fanno del nostro Paese la realtà capofila in Europa con più di 800 prodotti riconosciuti” così la presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha commentato l’approvazione della riforma del sistema europeo delle Indicazioni Geografiche (IG), raggiunta ieri nell’ambito del trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione europea.
Federvini ricorda che il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità stabilisce, tra le misure principali, il rafforzamento del ruolo dei consorzi di tutela da parte degli Stati membri dell’Unione, l’obbligo di indicare sull’etichetta di ogni prodotto Dop e Igp il riferimento del produttore, una procedura di registrazione semplificata e più efficiente in grado di ridurre i tempi tra la richiesta e l’effettiva registrazione ed una più ampia tutela delle indicazioni geografiche, anche online, grazie all’adozione di un sistema di geoblocking immediato per contrastare la promozione in rete di imitazioni. L’entrata in vigore del nuovo regolamento è prevista nel corso del prossimo anno dopo la ratifica formale del Parlamento e del Consiglio europei. “Intendiamo rivolgere un ringraziamento particolare all’onorevole Paolo De Castro, relatore del nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp, per l’attenzione dedicata alla protezione delle nostre filiere e dei prodotti che caratterizzano l’eccellenza italiana nel mondo” ha proseguito Pallini, aggiungendo che “in un mondo globalizzato e sempre più complesso abbiamo l’obbligo di non lasciare spazio alla proliferazione di falsi e di imitazioni che danneggerebbero la nostra economia e, voglio sottolinearlo, le nostre aree rurali che vivono di produzioni di qualità. Con il nuovo testo unico sulle IG – ha concluso -, prodotti di qualità, espressione della tradizione e del portato storico e culturale nazionale come l’Aceto Balsamico di Modena IGP e il Prosecco, potranno finalmente godere di una protezione rafforzata”.