Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Vino, dal 4 al 6 agosto in Irpinia torna il “Fiano Love Fest”

Vino, dal 4 al 6 agosto in Irpinia torna il “Fiano Love Fest”Milano, 27 lug. (askanews) – Dal 4 al 6 agosto a Lapio (Avellino) si terrà la XII edizione del festival enogastronomico “Fiano Love Fest”. Il “claim” scelto per quest’anno è “L’essenza delle radici” che gli organizzatori spiegano essere “un’ode all’arte, alla musica e alle tradizioni culturali che plasmano l’identità unica di questo territorio”.

Il borgo irpino, patria del Fiano di Avellino Docg (ma anche zona di produzione del Taurasi Docg), vedrà protagoniste le Cantine Lapio Filadoro, Ioanna, Le Vigne di Rosa, Il Sole e il Lupo, Tenuta Scuotto, Terre di Nora, Terra Mia, Trodella, oltre ai produttori ospiti che producono il Fiano di Avellino da vigneti a Lapio: Bellaria (Roccabascerana), Case d’Alto (Grottaminarda), Macchie Santa Maria (Montemiletto), Felice Meoli (Chiusano San Domenico) e Antica Hirpinia (Taurasi). Insieme con loro saranno presenti anche diverse eccellenze gastronomiche locali con i loro stand. Nell’ex Cantina e deposito agricolo di Palazzo Filangieri, oggi Museo del Fiano, sono in programma masterclass dedicate ai vent’anni della Denominazione Fiano di Avellino Docg, con degustazioni guidate dal giornalista Luciano Pignataro e dal presidente dell’Ais Campania, Tommaso Luongo, con il supporto tecnico dell’Ais di Avellino. In programma anche degustazioni guidate e banchi di assaggio a cura dell’Onav di Avellino, nella suggestiva Corte del Palazzo Filangieri.

Oltre a far parte dell’associazione nazionale Città del Vino, Lapio è anche Città dell’Olio e Città del Miele, grazie alla produzione dell’extravergine d’oliva Irpinia-Colline dell’Ufita (Dop) e di svariate tipologie di miele, tra cui quello dell’apicoltore Christian Mattei, premiato nell’International Honey Quality Competition come uno dei migliori mieli al mondo. Il “Fiano Love Fest” è organizzato dal Comune di Lapio, in collaborazione con la Pro Loco Lapiana, Land of Hirpinia, Laboratorio Teatrale Lapiano e associazioni locali, intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale”.

”Russia aumenterà i dazi sull’import di vino da Paesi ostili”

”Russia aumenterà i dazi sull’import di vino da Paesi ostili”Milano, 27 lug. (askanews) – I dazi sull’importazione di vino in Russia dall’Italia e dagli altri 48 Paesi ritenuti “ostili” aumenteranno dal 12,5% al 20% (e non meno di 1,5 dollari al litro). Il provvedimento, “non ancora pubblicato”, fa parte di un pacchetto che il governo russo starebbe introducendo come forma di ritorsione nei confronti dei Paesi che sostengono l’Ucraina. Lo scrive il quotidiano economico russo “Vedomosti”, spiegando che a riferirlo ai giornalisti è stato un rappresentante del ministero dello Sviluppo economico, facendo riferimento ad un provvedimento firmato dal Primo ministro Mikhail Mishustin.

Secondo il funzionario citato dal giornale, la domanda interna di vino sarà pienamente soddisfatta dalla produzione locale e dalle importazioni da Paesi amici e neutrali, spiegando che nel 2022 sono cresciute le importazioni di vini sudafricani, così come quelle di vini fermi dal Cile che sono aumentate in valore del 9%, e quelle dall’Armenia che hanno registrato un +161%. Le misure sono state concepite dal ministero “per proteggere i produttori nazionali, mantenendo però stabili i prezzi sul mercato del vino russo”. Il quotidiano economico in lingua russa pubblicato a Mosca, cita poi “Alexander Lipilin, direttore esecutivo della società commerciale di vini Fort” che prevede, nel caso il provvedimento diventasse ufficiale, aumenti al dettaglio dei vini “nemici” di almeno il 10% e, se la tassazione fosse davvero di 1,5 dollari al litro, il raddoppio del costo delle bottiglie.

Sergey Katyrin, presidente della Camera di commercio e industria, ha spiegato a “Vedomosti” che “un aumento dei dazi doganali richiede una discussione approfondita con le imprese, perché rischia di avere una serie di conseguenze negative, come un aumento dei prezzi per l’intera gamma di prodotti vinicoli, che potrebbe cambiare i consumi di prodotti alcolici spingendoli verso i superalcolici”. Inoltre, per Katyrin, la mancanza di concorrenza dei prodotti esteri potrebbe determinare una diminuzione della qualità dei vini prodotti in Russia. Il presidente sostiene infine che sarebbe necessario un aumento graduale dei dazi doganali, non superiore al 2-3%, mentre sono necessarie ulteriori misure per sostenere i produttori russi, come l’introduzione di un’aliquota zero dell’imposta sul valore aggiunto e dell’imposta sulla proprietà, in relazione agli impianti di produzione e ai terreni vitati. Nel giugno scorso l’Associazione russa dei viticoltori e dei produttori di vino aveva proposto di aumentare i dazi sul vino importato, fissando l’aliquota ad un minimo del 50%.

Consorzio vini Etna Doc: +6,2% l’imbottigliato nel I semestre 2023

Consorzio vini Etna Doc: +6,2% l’imbottigliato nel I semestre 2023Milano, 27 lug. (askanews) – Sono state 3.512.400 le bottiglie prodotte a marchio Etna Doc nel primo semestre 2023, pari a un imbottigliato di 26.343 ettolitri, con un incremento del 6,2% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022, quando la produzione si era attestata a 3.293.388 bottiglie, equivalente a 24.796 ettolitri. Sono questi i numeri relativi alla prima parte dell’anno dell’Osservatorio del Consorzio Tutela Vini Etna Doc

“I dati confermano l’ottima accoglienza che il mercato continua a riservare ai vini della nostra denominazione” commenta il presidente del Consorzio, Francesco Cambria, spiegando che “il primo semestre dell’anno scorso era stato molto positivo e l’ulteriore crescita dell’imbottigliato nei primi sei mesi di quest’anno, nonostante la situazione economica complessiva nel nostro Paese e a livello internazionale sia sempre delicata, ci dona grande fiducia e certifica la maturità raggiunta dalla nostra Denominazione”. Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, si confermano anche quest’anno le ottime performance dei vini bianchi, a partire dall’Etna Bianco DOC (+19%) e dall’Etna Bianco Superiore DOC (+120%), tipologia riservata esclusivamente ai vini prodotti con uve coltivate nella provincia del Comune di Milo, sul versante Est del vulcano. “Il Carricante – ricorda il presidente – è un’uva autoctona che dà origine a vini di indubbio carattere ed energia, ricchi di freschezza e sapidità, molto rappresentativi della nostra viticoltura e sempre più amati e ricercati”.

La tipologia più imbottigliata della denominazione rimane comunque l’Etna Rosso Doc con poco più 1,3 milioni di bottiglie, mentre si evidenzia la crescita dell’imbottigliato dell’Etna Rosso Riserva Doc. Continua ad esserci grande fermento anche sul fronte degli spumanti, che in questa prima metà dell’anno fanno segnare una crescita del 60% nella versione bianca. “L’entrata in produzione di nuovi vigneti, impiantati prima della sospensione delle nuove iscrizioni ad Etna Doc, consente certamente una costante crescita dell’imbottigliato – evidenzia Cambria – ma è soprattutto il mercato a premiare la nostra produzione e a influenzare la crescita di questi dati”.

Consorzio vini Etna Doc: situazione peronospora sotto controllo

Consorzio vini Etna Doc: situazione peronospora sotto controlloMilano, 27 lug. (askanews) – “L’andamento meteorologico in tutti e quattro i versanti è stato abbastanza regolare sino al mese di giugno quando, come un po’ in tutta Italia, abbiamo registrato abbondanti piogge che hanno comportato una difficile gestione per il controllo della peronospora, malattia non molto frequente alle nostre latitudini. La peronospora fortunatamente si è diffusa a macchia di leopardo e non ha interessato tutta l’area della Doc. A livello generale, è molto probabile che non ci siano gravi rischi ma l’allerta è elevata e il monitoraggio è continuo”. Lo ha spiegato il direttore del Consorzio Vini Etna Doc, Maurizio Lunetta in merito allo stato fitosanitario delle uve alle pendici dell’Etna.

Vino, Consorzio Prosecco Doc tra gli sponsor di “Milano-Cortina 2026″

Vino, Consorzio Prosecco Doc tra gli sponsor di “Milano-Cortina 2026″Milano, 25 lug. (askanews) – Il Consorzio Tutela del Prosecco Doc è “Official Sparkling Wine Sponsor” della Fondazione Milano-Cortina 2026. La partnership è stata annunciata con un evento privato nella sede della Fondazione, alla presenza del presidente Giovanni Malagò e dell’Ad Andrea Varnier. Lo ha annunciato in una nota lo stesso Consorzio di tutela, spiegando di aver scelto di abbracciare i Giochi olimpici e paralimpici invernali “con il desiderio di consolidare la promozione di uno dei prodotti enologici italiani più amati e consumati a livello internazionale”.

“È un grande piacere per noi affiancare il Comitato organizzatore dei Giochi in questa fantastica quanto ambiziosa avventura” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, aggiungendo che “da tempo il Prosecco investe importanti risorse a favore del mondo dello sport e della cultura: quale migliore occasione quindi di questi Giochi per condividere quei valori che, a partire dallo sport, diventano stile di vita e, sedimentandosi, cultura”. “Con la firma del contratto con il Consorzio di Tutela del Prosecco Docsi allarga ulteriormente la squadra degli sponsor che hanno deciso di affiancare la Fondazione Milano Cortina 2026 nella ‘Road to the Games’” ha affermato il presidente del Comitato organizzatore di Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, parlando di “una realtà leader che contribuisce attivamente a raccontare al mondo l’eccellenza del nostro Paese. Il Consorzio Prosecco Doc – ha concluso – è sinonimo di garanzia e stile che racconta una storia di successi e grandi passioni e, proprio come la squadra di Milano Cortina 2026, combina classe, eleganza e personalità con un’armonica morbidezza”.

“Considerata la portata internazionale dei Giochi ed essendo il Prosecco Doc la Denominazione enologica Italiana più bevuta al mondo – ha detto il Dg del Consorzio, Luca Giavi – non potevamo non essere l”Official Sparkling Wine Sponsor’ di questo grande evento che ci auguriamo possa rappresentare un’occasione per rendere ancor più evidente il legame tra il Prosecco e il territorio di produzione, vera ragione del successo internazionale delle nostre produzioni”.

Vino, Edoardo Freddi International chiude I semestre 2023 con +7%

Vino, Edoardo Freddi International chiude I semestre 2023 con +7%Milano, 25 lug. (askanews) – Edoardo Freddi International archivia la prima metà del 2023 con un +7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Raggiunto l’obiettivo di chiudere il 2022 con 80 milioni di euro di fatturato gestito, la prima realtà italiana di export management del settore vinicolo, continua la propria espansione e il consolidamento dei mercati focus, tra cui Usa, Germania, Svizzera, Canada, Danimarca e UK, che, per questi primi sei mesi del 2023, si sono dimostrati i Paesi più performanti con un incremento a valore che varia dal +3% (Usa) al +46% (Danimarca).

Lo ha reso noto la stessa azienda, spiegando di registrare numeri positivi anche per la crescita a volume delle bottiglie commercializzate che tocca il +2% rispetto al primo semestre 2022. I vini più richiesti sono, a seconda del mercato, Chardonnay, Pinot Grigio, Bolgheri Rosso, Lugana, Lagrein, Gavi e Montepulciano. Ad esempio, se lo scorso Natale negli Stati Uniti la vendita dell’Amarone era stata un successo, ora è il momento del Pinot Grigio, del Montepulciano e del Vermentino. La Germania predilige soprattutto il Lugana, il Sauvignon e l’Amarone, mentre la Danimarca il Ripasso, l’Aglianico e il Primitivo di Manduria. Per i per i prossimi sei mesi, Edoardo Freddi ha come obiettivi rima di tutto l’aumento della propria quota di mercato in Asia(in particolare in Cina, Sud Corea, Giappone e Vietnam) e in Centro e Sud America. A seguire, lo sviluppo del mercato dei vini dealcolati e kosher: per quanto riguarda i primi, l’obiettivo è quello di esportare 100mila bottiglie con un focus su USA, Canada e Russia. “La domanda di questa categoria di vino è in crescita in diverse regioni del mondo” conferma Edoardo Freddi, spiegando che “una tendenza interessante è l’innovazione dei profili gustativi dei vini analcolici: i produttori stanno sperimentando diverse varietà di uve, tecniche di fermentazione e processi di invecchiamento per creare vini con sapori diversi e interessanti. Inoltre – precisa – con la crescente attenzione alla sostenibilità e alla coscienza ambientale, nel settore dei vini a bassa gradazione alcolica si registra una tendenza verso metodi di produzione sostenibili e biologici”.

Per il mercato dei vini kosher, i Paesi di riferimento rimangono USA (40%), Israele (28%), Canada (11%), UK (9%), Francia (4%) e Germania (3%) con uno sguardo verso i Paesi dell’Est come Ungheria, Russia e Polonia. Secondo i dati raccolti, l’azienda prospetta una crescita del +15% a valore e di +10% a volume. “Grazie al loro processo di produzione unico e all’adesione a rigorosi standard, i vini kosher stanno vivendo un’impennata di popolarità e stanno ottenendo un maggiore riconoscimento in tutto il mondo” racconta Freddi, evidenziando come sia “evidente che questi vini abbiano superato il loro significato religioso e siano diventati una scelta convincente per gli appassionati che cercano qualità, sapore e un legame con le tradizioni vinicole secolari. Nel giro di 3 anni mi piacerebbe arrivare ad esportare circa un milione di bottiglie”. In attesa di annunciare l’ingresso di alcune Cantine note per la produzione di “fine wines”, una nuova realtà si è aggiunta in portfolio dell’azienda. Si tratta di Corte Quaiara, un’azienda vitivinicola con 13 ettari di vigneti a San Giorgio in Salici nell’entroterra veronese del Lago di Garda.

Vino, Frescobaldi (Uiv): peronospora non è rimedio a problema giacenze

Vino, Frescobaldi (Uiv): peronospora non è rimedio a problema giacenzeMilano, 25 lug. (askanews) – “La peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema. Se quest’anno, e sottolineo se, dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone. Il problema della sovrapproduzione è invece un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione: a nostro avviso le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto”. Lo ha dichiarato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, commentando i primi dati della ricognizione attivata dall’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea e Uiv, da cui emerge il rischio di un calo della raccolta delle uve fino al 40% a causa della peronospora.

“La convinzione di Uiv è che, per controbilanciare un trend, che a fine luglio ci porterà probabilmente ad avere il maggior carico di stock in cantina degli ultimi 10 anni, serva una maggior razionalizzazione dell’offerta, basata su tassi consoni di vino rivendicato/imbottigliato, regole più stringenti su riclassificazioni e declassamenti, specializzazione dei distretti per vocazionalità” ha spiegato Frescobaldi, sottolineando che “oggi non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome, quelli generici, e di avere un terzo delle Dop-Igp che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale. Una complessità del sistema – ha concluso – che necessita di scelte radicali anche in chiave promozione, con il potenziamento delle azioni atte a valutare la reale efficacia delle attività svolte all’estero”.

Vino, a causa della peronospora rischio calo vendemmia fino al 40%

Vino, a causa della peronospora rischio calo vendemmia fino al 40%Milano, 25 lug. (askanews) – “Le abbondanti e continue piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio estate, sono state causa di malattie patogene in vigna, a iniziare dalla peronospora, e in alcune zone dell’Italia, in particolare del Centro-Sud, anche se pur circoscritto ad alcune zone si annuncia un calo della produzione con punte del 40-50%, in alcuni casi addirittura del 60%”. Lo ha dichiarato il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella commentando la ricognizione attivata dall’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv).

Il fenomeno patogeno sta interessando in particolare le aree della Dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono con cali previsti nell’ordine del 25-30%. L’osservatorio evidenzia quanto sia difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In generale, emerge grande sofferenza per il vigneto biologico, che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani, che risulta in diverse aree in gran parte compromesso. Poco attaccate le altre aree. La presentazione delle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio è in programma il 12 settembre a Roma. “La pioggia pomeridiana, l’umidità della notte e il sole della mattina sono state purtroppo le condizioni climatiche perfette per far sviluppare la peronospora che ha attaccato tutti i vigneti e in particolare le varietà più sensibili” ha spiegato Cotarella, aggiungendo che “però i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto”. “Adesso dobbiamo ancor più ricorrere alla viticoltura di precisione per salvare i grappoli sani, perché non ci resta che adattarci a questo clima pazzo che cambia di anno in anno, ricercando nuovi sistemi scientifici che ci permettano di governare i cambiamenti climatici” ha proseguito il celebre enologo, sottolineando che “resto convinto, comunque, che anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità”.

Vino, i 90 anni di Tedeschi: da pioniere a patriarca della Valpolicella

Vino, i 90 anni di Tedeschi: da pioniere a patriarca della ValpolicellaMilano, 25 lug. (askanews) – Oggi, 25 luglio, compie 90 anni Lorenzo Tedeschi, il celebre vignaiolo della Valpolicella che ha contribuito a diffondere nel mondo la fama dell’Amarone, grazie innanzitutto al suo impegno per la qualità iniziato già negli anni Sessanta. Un compleanno importante, che i suoi tre figli, Antonietta, Sabrina e Riccardo, subentrati negli anni Duemila alla guida della Cantina di Pedemonte di Valpolicella (Verona), vogliono celebrare ricordando il ruolo del padre nella moderna enologia italiana.

Tra i tanti aneddoti, raccontano che nel 1964, è stato suo uno dei primi cru in Valpolicella, nato dall’osservazione delle peculiari caratteristiche del vigneto Monte Olmi e dalla decisione di vinificarne separatamente le uve scrivendone il nome in etichetta. Sua, negli anni Settanta, anche la decisione di mantenere in etichetta il nome Valpolicella che, per motivi commerciali, gli era stato chiesto di togliere. Pioniere illuminato, Tedeschi ha condiviso una bella amicizia professionale con Luigi Veronelli che nel 1987 lo inserì nella collana “I Vignaioli Storici” descrivendolo così: “Renzo in quell’intelligente equilibrio fra contemporaneo e la sua storia…”.

“Siamo convinti che ogni nostro vino debba essere considerato come un figlio della nostra terra e della nostra storia” ha detto Lorenzo Tedeschi, sottolineando che “l’autenticità dei vini della nostra Cantina nasce da 400 anni di viva passione e di attenta ricerca”.

La Milano Wine Week torna ad animare la città dal 7 al 15 ottobre

La Milano Wine Week torna ad animare la città dal 7 al 15 ottobreMilano, 25 lug. (askanews) – Anche quest’anno la Milano Wine Week tornerà ad animare il capoluogo lombardo dal 7 al 15 ottobre. La marcia di avvicinamento all’evento parte ufficialmente con l’apertura delle iscrizioni per la terza edizione degli “MWW Awards”, dedicati ai professionisti della ristorazione e del mondo retail. Il 9 ottobre saranno infatti assegnati il “Premio Carta Vini Italia” e il “Premio Wine Retail”, dedicati alle migliori selezioni vinicole rispettivamente del settore della ristorazione e dei rivenditori al dettaglio, dalle enoteche alla grande distribuzione.

A valutare le candidature per l’attribuzione dei riconoscimenti, sotto il coordinamento di Irene Forni, sarà una giuria presieduta da Andrea Grignaffini e composta dalle figure chiave della critica enogastronomica italiana. “Un’occasione di incontro e confronto – sottolineano gli organizzatori – ma anche di valorizzazione dell’attività di diffusione della cultura vinicola e di promozione del patrimonio enologico italiano”. Anche quest’anno sono previsti dei premi speciali: la domanda di iscrizione è gratuita e deve essere inoltrata entro e non oltre il 3 settembre sul sito della manifestazione. “Milano Wine Week mira a essere un’occasione di business efficace per gli operatori del settore che, oltre al programma dedicato ai consumer, possono trovare un palinsesto di appuntamenti rivolti esclusivamente a loro” sottolineano gli organizzatori, ricordando il capoluogo lombarda può contare su “11 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, 5.800 ristoranti (di cui 17 stellati), 4.800 bar, 2.000 hotel e due milioni di addetti al settore della ristorazione”. Il programma prevede dalle masterclass guidate ad un incontro attorno al tavolo con i più rinomati produttori, da un concerto a lume di candela degustando vino, fino a un tour di Milano a bordo di un “doubledecker-bistrò bus” o sulla “wine boat” lungo i Navigli.

Due gli “head-quarters” della settimana del vino, che accoglieranno gli appuntamenti collettivi e saranno il punto di riferimento per i diversi pubblici coinvolti. L’”Enoteca MWW”, in pieno centro, dove troveranno spazio banchi d’assaggio e postazioni presidiate dagli stessi produttori, e il quartier generale per il pubblico trade che sarà, ancora una volta, Palazzo Bovara in corso Venezia 51. Qui, l’8 ottobre, si terrà “Wine List”: “Partiremo da una selezione dei migliori 100 sommelier italiani – ha spiegato il presidente di MWW Group, Federico Gordini – e a ognuno di loro verrà chiesto di selezionare 10 vini dalle loro carte, scelti in base a delle macro categorie”. Questi mille vini verranno raccontati in una una sorta di guida disponibile per tutti in formato digitale, e che sarà inserita “negli hotel e ristoranti più importanti”.