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Vino, eWibe festeggia il primo anno con 10mila fine wines trattati

Vino, eWibe festeggia il primo anno con 10mila fine wines trattatiMilano, 12 lug. (askanews) – EWibe taglia il traguardo del primo anno di piena operatività della propria piattaforma “contando sul suo live market di vini pregiati circa 10mila bottiglie per un valore pari a quattro milioni di euro, e oltre seimila utenti”. E’ stata la stessa azienda a renderlo noto, in occasione dei festeggiamenti per il suo primo compleanno. “Sono stati 12 mesi di costante crescita sia per il mercato dei vini da investimento che per eWibe” ha dichiarato il Ceo, Edoardo Maria Lamacchia, sottolineando che “grazie all’impegno di tutto il team e all’interesse in crescita per il settore dei fine wines, abbiamo potuto raggiungere in anticipo significativi obiettivi e siamo quindi pronti a fissarne di nuovi. Le potenzialità di questo settore sono altissime – ha aggiunto – e la nostra missione è quella di rendere sempre più liquido e accessibile questo mercato: continueremo quindi a lavorare per crescere ulteriormente in Italia, mentre è già allo studio la nostra espansione all’estero”.

I festeggiamenti per il compleanno coincidono con la pubblicazione dell’Osservatorio eWibe, che fotografa l’andamento del mercato dei vini pregiati nel primo semestre 2023. L’indice eWibe Fine Wines, che include tutte le principali etichette da investimento dei Paesi più rappresentativi del settore, “ha registrato un +1,7% nell’ultimo semestre con l’Italia che, dopo un primo trimestre da protagonista (+2,2%) continuare a trainare il settore”. Il Paese registra infatti una crescita nel semestre “del +3,3%, trascinata da Toscana (+3,3%) e Piemonte (+2,6%), oltre che da specifiche produzioni locali presenti sul territorio nazionale, rappresentate dall’indice ‘Rest Of Italy’ (+ 5,9%), dove spiccano Trentino-Alto Adige e Veneto”. In particolare, l’azienda sottolinea che le due più importanti regioni vinicole italiane “continuano a ottenere grande apprezzamento alla luce della presentazione all’attesissima annata 2020, soprattutto in Toscana, che segue la storica vendemmia 2019”. Allargando lo sguardo agli ultimi 12 mesi, si confermano ottime le performance di Italia (+5,4%), Toscana (+6,7%), Piemonte (+2,8%). Bene anche la regione dello Champagne (+2,5%), mentre rallenta un po’ la Francia (-1,1%). Nel fotografare l’andamento del mercato nel primo semestre 2023, l’Osservatorio identifica nel dettaglio le migliori performance registrate dalle etichette sul mercato e in piattaforma. Le bottiglie che hanno incrementato maggiormente il proprio valore sul mercato sono state “Ferrari Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2009” +54,7%; “Le Pergole Torte 2012” +29,1% e “Tignanello 2020” +26,9%. Quelle che invece hanno riscontrato maggiore interesse in piattaforma (visualizzazioni, click e ricerche) sono state “Bolgheri Sassicaia 2020”, “Cristal 2015” e “Chateauneuf du Pape Reserve 2009”, mentre le bottiglie che hanno riscosso maggiore successo in termini di vendite sulla piattaforma sono state “R.D Bollinger 2007”, “Antinori Tignanello 2020” e “Bolgheri Sassicaia 2020”. Infine la transazione più alta sulla piattaforma ha riguardato sei bottiglie da 0,75 centilitri di “Château Mouton Rothschild 2020” vendute per 4.150 euro.

“L’Italia ha trainato il mercato dei fine wines per tutto il primo semestre 2023, con Piemonte e soprattutto Toscana che hanno registrato ottime performance, anche grazie ai giudizi favorevoli degli esperti sull’annata 2020, che segue quella record del 2019” ha spiegato Leonardo Bernasconi DipWSET, Head of Wine di eWibe, evidenziando che “in generale, il mercato globale dei vini pregiati rimane, quindi, in territorio positivo”. “Al contrario delle regioni italiane, Bordeaux e Burgundy – ha proseguito – hanno registrato una leggera flessione: se per la prima regione gli scambi sono stati meno numerosi fino a maggio, in attesa di una emozionante campagna En Primeur 2022, per la Borgogna quella che si sta delineando è una flessione fisiologica parte di un processo di correzione conseguente al lunghissimo rally speculativo a cui i vini di questa regione sono stati soggetti dalla metà del 2020 alla fine del 2022”.

Chef David Gualberto: zero sprechi, in cucina non si butta niente

Chef David Gualberto: zero sprechi, in cucina non si butta nienteMilano, 12 lug. (askanews) – Lische di pesce, pelle di pomodori o veli esterni di cipolla, gambi di asparagi e carciofi: non esistono scarti nella cucina sostenibile di David Gualberto, lo chef italo-brasiliano pronto ad esportare la sua filosofia no waste in tutto il mondo. “Non c’è niente di non commestibile – spiega Gualberto – le materie prime vanno valorizzate nella loro interezza, qualsiasi parte è degna di diventare un ingrediente dell’alta cucina”. E di alta cucina lo chef romano, classe 1987, ne sa qualcosa, essendo cresciuto professionalmente nelle cucine stellate più interessanti d’Italia e non solo, da quella di chef Aprea fino al piccolo impero del gusto di Pierre-Galmier Gagnaire, passando per le brigate di Giulio Terrinoni e Fernando Forino. “Da ciascuno dei miei maestri ho imparato qualcosa che oggi fa parte della mia filosofia culinaria – racconta Gualberto – il rispetto per le materie prime, il divieto allo spreco, la necessità di sviluppare capacità imprenditoriali, sono tutti tasselli che voglio portare con me”.

Cresciuto in una famiglia attenta – “a casa abbiamo sempre fatto la spesa guardando il prezzo di ciò che mettevamo nel carrello” – Gualberto fa della sua educazione alla parsimonia il punto forte della sua cucina. “Oggi, è vero, le materie prime vanno cercate nelle filiere corte, nel mare più vicino, nel fiume, nel lago e nella campagna più prossimi, il cliente vuole questo, una cucina a basso impatto ambientale”, dice Gualberto: “Ma siamo oltre il Km zero, siamo allo spreco zero: la nobiltà di quello che cuciniamo va celebrata non solo riducendo gli scarti ma facendoli entrare nei piatti come protagonisti, e sembrerà strano – spiega ancora lo chef – ma la linea in questo senso la detta l’alta cucina: non ho mai visto cucine più attente a valorizzare ogni parte della materia prima, su questo gli stellati battono le trattorie”. Insomma, per Gualberto la cucina sostenibile non è uno slogan: “è il mio modo di essere – dice il giovane chef – riconoscere il valore, anche economico, degli ingredienti dona consapevolezza ai piatti”. Sono finiti i tempi in cui l’esotico era il must have: “Oggi l’alta cucina deve essere capace di stupire con un piatto di spaghetti al pomodoro” racconta lo chef. “Le materie prime della mia dispensa sono povere: pesce azzurro, legumi e vegetali in primis, non manca la riscoperta della tradizione, come i piatti con il quinto quarto”. “In sintesi – conclude Gualberto – le esperienze culinarie sono fatti semplici: pochi ingredienti, che il palato deve riconoscere senza fatica e menù comprensibili. Mangiare deve essere un atto intuitivo, non si dovrebbe aver bisogno di impiegare tempo a decifrare il menù”.

Vino, Uiv: crescita consumi rallenterà, per Italia outlook piatto al 2040

Vino, Uiv: crescita consumi rallenterà, per Italia outlook piatto al 2040Milano, 12 lug. (askanews) – Nel mondo si consumano oltre 37 miliardi di bottiglie di vino l’anno e di queste, più della metà sono stappate in otto Paesi: Stati Uniti (14%), Francia (10%), Italia e Germania (7%), Cina (6%), Regno Unito (5%), Canada (2%) e Giappone (1%). Aree epicentro dei consumi globali che negli ultimi vent’anni (1999-2019) hanno visto incrementare la domanda di vino del 27%. Si tratta però di una corsa destinata a tirare il fiato nel prossimo ventennio, complice il progressivo alzarsi dell’età media e la contestuale preoccupante distanza dal vino da parte delle nuove generazioni, si prevede un incremento del tasso di consumo di appena il 7%, con una crescita media annua dello 0,35%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) con un outlook basato sulle curve storiche delle tendenze globali dei consumi e sulle previsioni demografiche da qui al 2039. Lo studio, intitolato “Il mondo del vino che verrà Scenari demografici e di consumo al 2040”, viene presentato oggi all’assemblea generale di Uiv a Roma.

L’Italia, in questo contesto, è ancora più esposta al rallentamento della domanda negli otto top buyer, che per il vino tricolore vale quasi i due terzi delle esportazioni complessive. Secondo l’Osservatorio Uiv, l’export sarà sempre più la discriminante fondamentale del mercato, stante l’ulteriore decrescita prevista dei consumi interni (-1,2 milioni di ettolitri) nel periodo considerato. Dall’estero l’incremento sarà comunque timido (+1,8 milioni di ettolitri, a quasi 23 milioni di ettolitri nel 2039) ma sarà in grado di compensare l’ammanco generato dal mercato interno, con un saldo positivo (lontano dagli anni del boom) di poco più di mezzo milione di ettolitri. Tutto ciò al netto di recrudescenze della crisi economica, dell’ondata salutista e di altri fattori esogeni come i fattori etnici e religiosi. “Il mondo che consuma vino non costruirà più la sua crescita sul volume ma sul valore evocativo espresso dalle bottiglie: dal gusto all’esperienza, dal concetto di sostenibilità, al lifestyle” ha affermato il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “in questo quadro la filiera del vino dovrà incrementare la tendenza premium delle proprie proposte ma anche rinnovare e razionalizzare un’offerta che oggi in diversi casi risulta fuori fuoco rispetto a una domanda in forte cambiamento, giovani in primis”.

Lo studio analizza le tendenze basate sul progressivo invecchiamento dei consumatori: nel decennio 1990/99 i consumi over 65 e i giovani under 25 erano in perfetta parità, attorno al 18%, ma la vera involuzione è attesa nel decennio che chiuderà nel 2039, quando il primo cluster di fascia più anziana, che sarà sempre più “core-consumer”, inciderà per il 30% dei volumi, con il secondo che scenderà al 13%. L’effetto del cambiamento demografico acutizzerà una tendenza che si è già materializzata negli anni, con i Paesi tradizionali produttori (Italia, Francia, ma anche Germania e Spagna) entrati in una dinamica negativa e di cosiddetta normalizzazione (in Italia e Francia negli anni Sessanta si consumavano oltre 50 milioni di ettolitri, con un pro-capite attestato ben sopra i 140 litri annui). Un uguale trend di assestamento si è avuto, sempre tra il 1999 e il 2019, in Germania e Giappone, mentre fortemente espansivi si sono rivelati Canada, UK, Usa e Cina, con aumenti dei consumi di vino di circa 15 milioni di ettolitri in Usa e Cina, 7 in UK e oltre 3 milioni in Canada. L’outlook al 2039 prevede ora variazioni positive per Stati Uniti (+9,3 milioni di ettolitri), Cina (+4,1 milioni) e Canada (+1,1 milioni), mentre Giappone e Paesi del Vecchio Continente segneranno cali contenuti fino al -2%. Per tutti i Paesi monitorati è pronosticato (base Onu) un innalzamento dell’età media della popolazione: il Paese più anziano al 2040 sarà il Giappone (52 anni di media), seguito dall’Italia (51 contro 44 del 2020) e dalla Germania (47). Sorprende il dato cinese: i 45 anni di media risultano superiori a Francia, UK, Canada e Usa (compresi tra 41 e 44 anni).

Unione italiana vini (Uiv) è stata fondata nel 1895 e associa 768 imprese (+52% negli ultimi 5 anni) per un fatturato complessivo di 8,5 miliardi di euro (55% del totale del settore), ed esportazioni per 6,5 miliardi di euro, pari all’85%del totale.

Vino, 5 agosto a Todi “Firmamenti del vino, dell’arte e delle stelle”

Vino, 5 agosto a Todi “Firmamenti del vino, dell’arte e delle stelle”Milano, 11 lug. (askanews) – Sabato 5 agosto 2023 a Todi (Perugia) va in scena “I Firmamenti del vino, dell’arte e delle stelle” manifestazione che propone percorsi di degustazione e ascolto tra enologia, arte, natura e astronomia e che ha per protagonisti i vini del territorio tuderte. Con circa 400 ettari di vigneti e una ventina di aziende vitivinicole che commercializzano oltre 1,5 milioni di bottiglie, la realtà enoica ed enoturistica del territorio di Todi è tra le più significative dell’Umbria, con diverse tipologie di vini che si fregiano della Doc Todi (Todi Bianco, il Todi Rosso, il Grechetto e il Sangiovese), nata nel 2010.

Organizzata dal Comune di Todi in collaborazione con la Strada dei Vini del Cantico, questo evento si inserisce nell’ambito di “Calici di Stelle 2023”, manifestazione nazionale organizzata dal 28 luglio al 20 agosto dal Movimento del turismo del vino e dall’Associazione Città del vino. Il programma si apre con una pedalata in e-bike in Cantina, con merenda e degustazione di vini, per poi proseguire alle 17 con una masterclass sui Grechetti condotta dal giornalista Giampaolo Gravina nella Sala del Ridotto del Teatro di Todi. Dalle 18.30 alle 22.30 è prevista una passeggiata guidata nei luoghi dell’arte e della cultura, con assaggi di vino e di prodotti alimentari della tradizione tuderte e umbra. Il percorso si concluderà nel Chiostro e Terrazza del Nido dell’Aquila, all’interno del polo culturale ricavato nell’ex monastero delle Lucrezie, con una cena, un concerto, un banco di assaggio dei vini della Doc Todi a cura di Ais Umbria e un brindisi finale sotto le stelle.

Il programma prevede anche diverse visite guidate alle tante meraviglie storiche, artistiche e architettoniche della cittadina umbra, e sarà coronato dalle 22.30 dall’osservazione astronomica che avrà come cornice il Parco della Rocca, punto panoramico sulla valle del Tevere con le vestigia della fortificazione trecentesca, e il Parco di Beverly Pepper.

Vino, aperte iscrizioni per il 31esimo “Mondial des vins extremes”

Vino, aperte iscrizioni per il 31esimo “Mondial des vins extremes”Milano, 11 lug. (askanews) – Si sono aperte le iscrizioni per la 31esima edizione del “Mondial des Vins Extremes”, l’unico concorso enologico al mondo specificatamente dedicato ai vini frutto di viticoltura estrema. La competizione ha la finalità di promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree vitivinicole isolane o montane, in forte pendenza o terrazzate, dove si coltivano soprattutto vitigni autoctoni. Apposite commissioni d’assaggio, composte ciascuna da tre enotecnici o enologi e da due degustatori esperti, si riuniranno in Valle d’Aosta per la valutazione dei vini in gara giovedì 28 e venerdì 29 settembre.

I produttori interessati potranno iscrivere i propri vini entro martedì 5 settembre 2023 sul sito del Concorso. Nelle scorsa edizione i vini partecipanti sono stati più di 800, provenienti da 24 Paesi, di cui extra europei Armenia, Argentina, Brasile, Cile, Georgia, Kazakistan, Libano, Stato di Palestina e Usa. Il “Mondial”, parte di Vinofed (federazione che riunisce i grandi concorsi enologici internazionali), è organizzato annualmente dal Centro di ricerche, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana (Cervim), in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura e Risorse naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta e dalla sezione valdostana dell’Ais, con il patrocinio dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (Oiv) e l’autorizzazione del Masaf. “Crediamo che partecipare al Mondial des Vins Extremes rappresenti una straordinaria opportunità per i vignaioli di alta montagna o a picco sul mare, che affrontano quotidianamente sfide impegnative nella coltivazione dei loro vigneti, in aree geografiche caratterizzate da altitudini elevate, condizioni climatiche imprevedibili e terreni impervi” ha spiegato Stefano Celi, presidente del Cervim che organizza questa manifestazione, aggiungendo che “l’alto numero di adesioni, in crescita di anno in anno, conferma il prestigio di questo autorevole riconoscimento, che offre ai produttori visibilità su scala globale e la possibilità di condividere le loro storie con appassionati da tutto il mondo”.

Federvini: settore vitivinicolo essenziale nella nostra economia

Federvini: settore vitivinicolo essenziale nella nostra economiaMilano, 10 lug. (askanews) – “Non prendere in debita considerazione il rilievo economico, occupazionale e sociale che il comparto vitivinicolo europeo ricopre appare un chiaro errore di valutazione. In Italia così come in altri Paesi membri dell’Unione europea, il settore assume un ruolo invece essenziale, assicurando benessere e lavoro a centinaia di migliaia di persone considerando anche l’indotto. Per questo non possiamo che respingere le conclusioni dello studio della Commissione europea, auspicando un intervento deciso dai nostri rappresentanti in sede comunitaria”. Questo il commento espresso dalla presidente di Federvini, Micaela Pallini, in merito al Rapporto della Commissione UE a sostegno del regolamento SUR “che prevede il dimezzamento dell’uso della chimica in agricoltura e che etichetta la viticoltura come una produzione non essenziale in Europa”.

Consorzio Prosecco Doc vola negli Usa per la “National Prosecco Week”

Consorzio Prosecco Doc vola negli Usa per la “National Prosecco Week”Milano, 10 lug. (askanews) – Il Consorzio Prosecco Doc si prepara a volare negli Stati Uniti per la sesta edizione della “National Prosecco Week” che, Dal 17 al 23 luglio coinvolgerà 30 Stati con iniziative promozionali e formative che comprende campagne di comunicazione rivolte al trade, ai media e al consumatore finale.

“Visto il grande successo delle precedenti edizioni, siamo lieti di ritornare negli Stati Uniti, una buona opportunità per presentare i nostri vini, il nostro territorio e la nostra cultura alle più influenti personalità del vino e agli amanti del Prosecco Doc di un Paese che attualmente rappresenta il nostro mercato di maggior volume con oltre 134 milioni di bottiglie importate nel 2022 e un trend positivo anche nell’anno in corso” ha spiegato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, ricordando che la Denominazione nel 2022 ha registrando un aumento delle esportazioni negli Usa del +6,3% rispetto all’anno precedente. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto Zanette – è continuare a rafforzare il successo della Denominazione monitorando i trend di consumo, prestando grande attenzione al territorio, e coinvolgendo attivamente l’intero sistema produttivo nel mantenere l’attenzione massima alla sostenibilità”. Dallo scorso anno primo mercato di riferimento per il Prosecco DOC, con una quota che vale il 24,3% dell’intero volume esportato, gli Stati Uniti “presentano ancora grandi potenzialità” e per questa ragione il Consorzio ha inteso confermare per il sesto anno consecutivo la ‘National Prosecco Week’. Questa edizione prosegue, sul solco tracciato gli scorsi anni, “avvantaggiata da una fitta rete di partner costituita da negozi al dettaglio, punti vendita on line, enoteche, bar e ristoranti coinvolti in molti eventi rivolti specificamente ai consumatori e in campagne attivate tramite i media” ha precisato il Consorzio, evidenziando che “si contano inoltre diverse nuove partnership strategiche siglate con testate giornalistiche nonché svariate attivazioni affidate ad alcuni influencer di spicco negli Usa”.

Come nell’edizione 2022, anche quest’anno “verranno intercettate diverse migliaia di consumatori grazie al coinvolgimento di oltre mille tra negozi on line e punti vendita fisici dislocati in 30 diversi Stati degli Usa, i quali parteciperanno dinamicamente con display dedicati, attivazione di promozioni e degustazioni in presenza”. Oltre alle uscite sui media, agli inviti lanciati dagli influencer, alle azioni di marketing sui social media e a varie forme di pubblicità, per dirigere il potenziale pubblico verso i locali aderenti alla Prosecco Week, “sono stati pianificati appositi spot nei maxischermi” di Times Square a New York. Per “massimizzare il coinvolgimento dei consumatori statunitensi”, il Consorzio ha in serbo anche tre date, sempre inserite nella programmazione delle National Prosecco Week, che si svolgeranno a Los Angeles, a Chicago e New York rispettivamente i prossimi 17, 19, 22 luglio. Verranno organizzate in collaborazione con la “Cru Luv Selections”, agenzia di marchi creativi cui fa capo Jermaine Stone, che “proporrà un’esperienza immersiva, mixando l’eccellenza delle bollicine veneto-friulane con dell’ottima musica e accompagnando il tutto con l’intrigante narrazione di curiosità relative al Prosecco Doc”. Tra gli eventi clou riservati ai consumatori, quest’anno spunta anche un happy-hour organizzato il 18 luglio al TAO’s Dream Downtown, che si aprirà con due seminari educativi rivolti a influencer e media condotti da Lidia Bastianich, seguiti poi da un ricevimento. Alla campagna, quest’anno partecipano i seguenti produttori di Prosecco DOC: Abbazia di San Gaudenzio, Albino Armani, Bottega, Botter, Cà Furlan, Cantine Riondo, Fantinel, La Gioiosa, La Marca, Mionetto, Paladin, Pitars, Ruggeri, Torresella, V8+, Val d’Oca, Valdo, Villa Sandi, Zardetto, Zonin.

Vino, Consorzio Brunello: nel 2022 vendite Rosso di Montalcino +20%

Vino, Consorzio Brunello: nel 2022 vendite Rosso di Montalcino +20%Milano, 10 lug. (askanews) – Nel 2022 le vendite di Rosso di Montalcino hanno registrato una crescita di quasi il 20%, un exploit della domanda nazionale e incrementi sopra le medie anche per l’export verso Usa, Svezia, Svizzera, Germania e Francia. Lo comunica il Consorzio del vino Brunello di Montalcino a pochi giorni da “Red Montalcino”, l’evento dedicato alla Doc che si terrà nella Fortezza ilcinese il prossimo 15 luglio. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio prezzi, la crescita tendenziale si attesta a +19% in valore, complice un ulteriore incremento del prezzo medio (+9%), salito nel 2022 ben oltre il surplus dei costi di produzione.

“Il Rosso di Montalcino ha superato l’età evolutiva e ora è a un punto di svolta” – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, aggiungendo che “il prodotto è ben posizionato sul segmento premium e viene da un biennio di risultati importanti: il prezzo medio aumenta (+13% sul biennio), la domanda horeca risponde molto bene sia in Italia che all’estero, la vendita diretta è in forte incremento per un vino che ha raggiunto la sua piena identità”. “Compito del Consorzio è ora assecondarne la crescita non perdendo di vista gli equilibri della denominazione e per questo abbiamo avviato un confronto con i soci per definire le prossime strategie di indirizzo” ha proseguito Bindocci, secondo cui l’affermazione del Rosso di Montalcino, sebbene il 2023 si sia avviato in modo più tiepido, impone una riflessione: “La media dell’imbottigliato negli ultimi 5 anni equivale a 4,4 milioni di bottiglie l’anno: per alcuni, visto l’incremento del mercato, sono poche per detenere stock in cantina di un prodotto il cui sfuso arriva a 4,5 euro al litro e i cui declassamenti in uscita sono ormai pari a zero”. Il Consorzio ricorda infatti che il vigneto, da 26 anni contingentato a 510 ettari, è gestito per il 98% da produttori/imbottigliatori, con solo il 2% dei contrassegni distribuiti a imbottigliatori puri. Tra i principali Paesi esteri, l’Osservatorio segnala crescite superiori al 40% per la domanda statunitense (30% del mercato internazionale) e svedese (top buyer europeo). Ben sopra la media anche l’export verso Svizzera e Germania, con Uk, Belgio, Danimarca in segno positivo. Exploit della Francia, che supera il 50% di incremento, mentre scendono Canada, Norvegia, Brasile e l’emergente Sud Corea, dopo il boom della domanda degli anni scorsi. Complessivamente il Continente americano rappresenta il primo sbocco per il Rosso di Montalcino, con un’incidenza sull’export totale di circa il 50%, e con gli Stati Uniti di gran lunga prima domanda mondiale. In Italia, il Nord rappresenta il 48% della domanda, mentre tra le regioni, Toscana Lombardia ed Emilia-Romagna le migliori piazze per la Doc ilcinese. Tra i canali, distributori esteri e horeca rappresentano la fetta principale, con la vendita diretta data in forte incremento.

Enoturismo, Centinaio contro Lucaselli: insensato fare nuova legge

Enoturismo, Centinaio contro Lucaselli: insensato fare nuova leggeMilano, 8 lug. (askanews) – “E’ insensato fare una nuova legge a distanza di così pochi anni solo perché si vuol mettere il proprio nome sopra ed essere così considerati legislatori attivi”. In un’intervista al settimanale “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, il vicepresidente leghista vicario del Senato, Gian Marco Centinaio, boccia la proposta di legge sul turismo del vino appena presentata dalla deputata di Fratelli d’Italia, Ylenia Lucaselli, e presentata come “un lavoro che va a regolamentare il settore enoturistico, fino ad ora lasciato all’approssimazione personale”. Una frecciata diretta proprio a Centinaio, che da ministro delle Politiche agricole aveva steso la legge oggi in vigore sull’enoturismo.

“In quel caso, fu fatto tutto un lungo percorso trasversale di confronto sia con il senatore Dario Stefàno (Pd), sia con le associazioni di categoria” ricorda nell’intervista Centinaio, sottolineando che “quindi quella legge è il frutto di una mediazione tra mondo agricolo e mondo del turismo: adesso, invece, si va a stravolgere un equilibrio che si era riusciti a trovare”. Il nuovo decreto abrogherà infatti il precedente introdotto nel 2019, e l’esponente del Carroccio osserva che con il nuovo ddl “da una parte si va ad allargare fin troppo la platea dei soggetti preposti a fare enoturismo e dall’altra si chiude il campo, chiedendo il diploma di sommelier: non c’è equilibrio”. Il settimanale del Gambero Rosso, intervista anche il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, che precisa “si sta discutendo una legge che già esiste, smantellando tutto quello che è stato realizzato fino ad ora: la legge Centinaio del 2019, per quanto migliorabile, ha disciplinato e razionalizzato l’esercizio dell’attività enoturistica, e un nuovo intervento legislativo comporterebbe un ulteriore sforzo di riadeguamento per gli operatori enoturistici che, nella maggior parte dei casi, si sono già allineati al quadro normativo esistente. L’enoturismo – conclude Castelletti – deve essere una pratica legata al settore del vino”.

Il periodico spiega che nella proposta di legge della Lucaselli si allarga infatti l’elenco dei soggetti che possono fare enoturismo, aprendo la porta anche alle imprese agroindustriali o a interpretazioni soggettive dei luoghi che possono diventare “enoturistici” solo per vicinanza geografica alle Cantine, ma con un vincolo in più: il responsabile delle attività enoturistiche deve essere in possesso della qualifica di sommelier, ulteriore complicazione che prevede un percorso di tre anni per raggiungere il diploma e non necessario per accompagnare il turista nel racconto dell’azienda vitivinicola.

Vino, Monteverro: nuove etichette ispirate a un’opera di Dormino

Vino, Monteverro: nuove etichette ispirate a un’opera di DorminoMilano, 7 lug. (askanews) – Debutta la nuova edizione delle etichette d’artista per i due vini “giovani” di Monteverro, evoluzione della collaborazione tra la Cantina di Capalbio (Grosseto) e Arte&Vino, kermesse curata da Maria Concetta Monaci e organizzata dall’associazione culturale Il Frantoio, che valorizza le collaborazioni tra aziende vitivinicole e artisti.

“Le etichette d’artista non sono solo un modo per distinguersi sul mercato ma anche un’occasione per raccontare una storia, un’esperienza, un’emozione” spiega il gruppo di lavoro della Tenuta toscana, aggiungendo che il rosso Verruzzo e il bianco Vermentino dell’annata 2022 “sfoggiano così una rinnovata veste grafica e riproducono l’opera ‘Apollo Resisti!’ dell’artista viterbese Davide Dormino, docente al Rufa, ospitato in Tenuta in occasione di Arte&Vino a partire da maggio 2021”. L’opera originale è una scultura in bronzo, che si rifà al Colosso di Rodi, di cui Dormino ritrae solo la parte inferiore, le due gambe che formano un triangolo che rappresenta la terra e, al tempo stesso, la divinità. Le gambe tese compensano la mancanza di verticalità dovuta alla perdita del busto. Nella sua incompletezza assume una maestosità tutta nuova, le gambe metaforicamente si ergono come due colonne che simboleggiano l’arte stessa, impegnate in una prova di forza nei confronti del mondo.