”Back to the wine”: a Venezia sbarcano i vini artigianali e naturaliMilano, 29 lug. (askanews) – Il 12 e il 13 novembre 2023 Venezia accoglierà la sesta edizione di “Back to the wine”, fiera e mercato dedicati ai vini artigianali e naturali, “quelli che rispondono alle necessità della natura che li forma e alla manualità dell’uomo che li guida”. L’evento vedrà la partecipazione di un centinaio di piccole e piccolissime aziende da tutta Italia, in gran parte a conduzione famigliare, e sarà aperto a operatori del settore, giornalisti e appassionati”.
Dopo Faenza e Bologna, la manifestazione organizzata da Andrea Marchetti e da Blu Nautilus, sbarca dunque nella città lagunare (Terminal 103, Stazione Marittima), da sempre incrocio di civiltà e crocevia di culture, ricca di una storia secolare legata al commercio anche del vino. “‘Back to the wine’ è la concretizzazione di un sogno che porto avanti da tempo, la valorizzazione di vini realizzati con il minor intervento possibile, in vigneto come in cantina” ha spiegato Marchetti, sottolineando che “sono prodotti fatti a mano, in cui il saper fare del vignaiolo-artigiano dona una personalità spiccata al vino, svincolandosi da omologazione e convenzione”.
A “Champagne Experience” 2023 a Modena 175 Maison e piccoli vigneronMilano, 28 lug. (askanews) – Domenica 15 e lunedì 16 ottobre, negli spazi di Modena Fiere andrà in scena la sesta edizione di “Champagne Experience”, che ospiterà 175 aziende tra storiche Maison e piccoli vigneron che metteranno in degustazione oltre 900 champagne.
Anche quest’anno alla manifestazione organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce 21 tra importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza, le bollicine francesi saranno suddivise in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne: Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube, oltre alle maison classiche riunite in una specifica area). “Riuscire ogni anno a fare sempre meglio è una sfida importante e ambiziosa, ma è anche l’obiettivo che guida il nostro quotidiano lavoro di importatori e distributori” ha dichiarato il presidente di Società Excellence, Luca Cuzziol, sottolineando che “quest’anno siamo riusciti ad aumentare ulteriormente il numero di aziende presenti”, e che “siamo certi che tutti i visitatori riusciranno ad avere una fotografia ancora più puntuale sullo stato dell’arte di un vino e di un territorio che non smette mai di affascinare e stupire grazie a un ventaglio di espressioni e di interpreti di grande livello”.
L’edizione 2023 di Champagne Experience offrirà inoltre ben sette masteclass. Si inizia il 15 ottobre alle 12.30, con “Bollicine al buio”, un viaggio sensoriale nel quale i partecipanti saranno bendati e, quindi, oltre a non conoscere né il nome dei produttori né le tipologie servite, nemmeno potranno essere condizionati dal colore. A condurli Luca Boccoli, Chevalier de l’Ordre des Coteaux de Champagne,, insieme con la sommelier Ilaria Giardini. Sempre alle 12.30 il presidente nazionale Onav, Vito Intini, condurrà il primo dei due incontri dedicato alle Top Cuvée, con la degustazione di cinque grandi champagne. Alle 14.30 spazio ai Blanc de Blancs e alla loro vivace tensione e longevità: in cattedra l’enologo Luigi Bertini. Alle 15.30, saranno le magnifiche sfumature degli champagne Rosé ad essere indagate da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, e da Paolo Porfidio, head sommelier e coordinatore Aspi. Il 16 ottobre alle 12.30, il docente Fis Manlio Giustiniani condurrà un approfondimento dedicato al millesimo 2008 con cinque grandi interpreti in degustazione. Alle 14, il critico Michel Bettane, ideatore assieme a Thierry Desseauve di una delle più influenti guide del mondo del vino, illustrerà ai partecipanti che cos’è la cosiddetta “Vinification à l’ancienne”, ovvero l’arte di realizzare champagne attraverso l’ausilio del legno. Alle 15.30, l’ultimo appuntamento con il secondo dei due incontri dedicati alle Top Cuvée: nel calice sempre cinque grandi champagne, raccontati questa volta dal degustatore Francesco Falcone.
Vino, Argea: a Poderi dal Nespoli un progetto con Riccardo CotarellaMilano, 28 lug. (askanews) – Il celebre enologo Riccardo Cotarella collaborerà con Poderi dal Nespoli per “delle nuove interpretazioni stilistiche di tre vini rossi già presenti in gamma e due nuovi bianchi, che saranno sul mercato nella Primavera 2025. Lo ha annunciato il colosso vitivinicolo Argea, di cui la Tenuta forlivese fa parte, spiegando che “la sfida qualitativa è quella di reinterpretare la tradizione vitivinicola romagnola con una serie di vini in grado di portare nel mondo l’autentica identità dei vitigni di territorio così come la grande vocazione qualitativa della valle del Bidente”. Da un lato Cotarella sarà chiamato a lavorare sui vitigni bandiera della Romagna, Sangiovese e Albana, e dall’altro “si aprirà un cantiere sperimentale su alcune varietà internazionali”.
In una nota il Gruppo Argea spiega che “dopo l’acquisizione di Cantine Zaccagnini a fine 2022 e il raggiungimento di significativi obiettivi di sostenibilità nei primi mesi dell’anno, viene avviata un’operazione di lungo respiro dove si esalta il modello di business ‘a rete’ dando avvio a interventi di valorizzazione delle tenute di maggior prestigio. “Sostenere la crescita delle aziende dotandole di risorse per cogliere opportunità è quello che avevamo promesso e che stiamo portando avanti con la collaborazione di una squadra coesa che in questi mesi sta operando su diversi fronti” ha dichiarato l’Ad di Argea, Massimo Romani, sottolineando che “ci aspettiamo molto da questa collaborazione che è un passo importante con il quale prosegue il percorso di creazione di valore per le nostre aziende e sui territori che presidiamo”. “La collaborazione con Argea permetterà all’intero team della Cotarella-Chiasso, in perfetta simbiosi professionale con gli enologi aziendali, di lavorare su un progetto di assoluta eccellenza qualitativa” ha spiegato Riccardo Cotarella, evidenziando che “l’obiettivo che ci poniamo è di contribuire alla sua corretta valorizzazione e promozione a livello nazionale e internazionale tramite la reinterpretazione di alcuni vini già in produzione. Si tratta – ha concluso – di una sfida che ci porterà anche a sperimentare delle varietà internazionali in terra di Romagna che, sotto il profilo enologico conosco da oltre vent’anni per un connubio di fatto naturale tra questa meravigliosa parte d’Italia e il resto del mondo”.
Enoturismo, R. Lombardia finanzia Strade dei vini e dei saporiMilano, 28 lug. (askanews) – Regione Lombardia finanzierà con 100mila euro i progetti delle Strade dei Vini e dei Sapori, che la Direzione generale Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste promuove tramite Ersaf per il periodo agosto-novembre 2023. Lo ha annunciato in una nota l’assessore Alessandro Beduschi, spiegando che “le tredici Strade lombarde rappresentano il punto d’accesso al turismo enogastronomico regionale, con itinerari nei quali il vino è protagonista e filo conduttore, affiancato da tutte le altre produzioni lombarde tipiche e di qualità. Parliamo di una rete di circa 1.600 chilometri che attraversa i territori di circa 200 Comuni, con 190 aziende vinicole e 170 produttori tipici” ha aggiunto, ricordando che “lungo questi percorsi, inoltre, la rete di accoglienza conta 215 agriturismi e 50 alberghi che contribuiscono a rendere unico il soggiorno tra le terre del Made in Lombardia”.
I progetti dovranno sviluppare iniziative finalizzate a valorizzare le peculiarità dei territori lungo i quali si snodano i percorsi delle Strade e le produzioni enogastronomiche che li caratterizzano, con l’obiettivo di incrementare la conoscenza e la qualità dell’offerta turistica, la formazione e la collaborazione dei soggetti operanti, la riconoscibilità dell’attività delle Strade. Le domande di partecipazione potranno essere presentate a partire dal 1 agosto e fino al 15 settembre 2023. “Il bando ammette diversi interventi, tra i quali l’organizzazione di eventi di promozione, partecipazione a manifestazioni di settore, realizzazione di materiale informativo e cartellonistica, attività di formazione e creazione di pacchetti turistici dedicati” precisa l’assessore lombardo, concludendo che sono “tutte azioni che consentiranno di potenziare il lavoro fondamentale delle Strade dei vini e dei sapori, che rappresentano un pilastro per far conoscere le nostre tipicità direttamente dove vengono prodotte, abbinando al gusto la capacità di accoglienza dei nostri territori”.
Le 13 Strade dei Vini e dei sapori lombarde sono: Strada del vino della Valtellina; Strada dei sapori delle Valli varesine; Strada del vino Valcalepio e dei sapori della Bergamasca; Strada del vino Franciacorta; Strade del vino e dei sapori Colli dei Longobardi; Strada dei vini e dei sapori del Garda; Strada dei vini e dei sapori mantovani; Strada del riso e dei risotti mantovani; Strada del tartufo mantovano; Strada del gusto cremonese nella Terra di Stradivari; Strada del vino San Colombano e dei sapori lodigiani; Strada del vino e dei sapori dell’Oltrepò Pavese, e Strada del riso dei tre fiumi.
Cantina Tramin: i vini dell’Alto Adige incontrano i piatti giapponesiMilano, 28 lug. (askanews) – Venerdì 11 agosto Cantina Tramin a Termeno (Bolzano) accoglierà il pubblico in occasione dell’appuntamento enogastronomico “La Notte degli Aromi” 2023. Dalle 18 alle 24 i partecipanti potranno degustare i vini dell’importante realtà altoatesina e i piatti elaborati dagli chef del Wen Japanese Restaurant di Bergamo secondo un percorso di abbinamenti pensati per incuriosire e soddisfare tutti i palati.
L’edizione di quest’anno è stata concepita “per illustrare al pubblico la simbiosi tra l’eleganza alpina e la ricchezza olfattiva dei vini di Cantina Tramin e la cucina asiatica, contraddistinta dall’alternanza di sapori delicati e tratti più decisi e speziati”. Ad esempio, Nussbaumer Gewürztraminer 2014 sarà proposto con gli stick di gambero ed edamame in pasta fillo, accompagnati da una mayonese in agrodolce leggermente piccante. L’invitante sashimi di tonno, salmone, ricciola e scampo, invece, sarà servito con Glarea Chardonnay 2021, mentre la selezione di sushi verrà presentata con Selida Gewürztraminer 2022. “I nostri vini dimostrano una vocazione gastronomica capace di andare al di là dei tradizionali confini territoriali” spiega il direttore commerciale di Cantina Tramin, Wolfgang Klotz, spiegando che “come azienda cooperativa abbiamo il compito di creare occasioni d’incontro tra i produttori e il pubblico capaci di sorprendere e ampliare non solo la conoscenza dei prodotti ma anche le esperienze di assaggio”.
La nutrita proposta vini si arricchirà della vecchia annata del blend Stoan 2014 e si completerà con Pepi Sauvignon 2022, Marjun Pinot Nero 2021, Moriz Pinot Bianco 2022 e Roen Gewürztraminer vendemmia tardiva 2022, tutti abbinati a una portata di pesce cotto, crudo, vegetariana o a base di carne. L’ingresso è libero e non è richiesta la prenotazione.
Vino, nel Veneziano apre il grande vigneto didattico di Casa PaladinMilano, 28 lug. (askanews) – “Il Tempo della vite” è il nome di un innovativo progetto che vuole far far conoscere i diversi tipi di allevamento della vite e le attività sperimentali e di ricerca per studiare il futuro della viticoltura attraverso l’esperienza del vignaiolo. Si tratta di un vigneto didattico, un laboratorio a cielo aperto di oltre 10mila metri quadri situato di fronte alla villa che ospita la sede dell’azienda vitivinicola Casa Paladin ad Annone Veneto (Venezia).
Il progetto, in continua evoluzione, accompagna il visitatore passo dopo passo nella conoscenza delle vigne e delle sue caratteristiche. Ultima novità del parco è il giardino degli aromi: una collina dove si trovano diverse tipologie di piante aromatiche (eucalipto, geranio, lampone, pomodoro, alloro, menta e tante altre). A corredo, Casa Paladin organizza una degustazione sensoriale: grazie alle piante del giardino e alle ampolle aromatiche che vengono create, il visitatore potrà scovare tutte le singole sfaccettature del vino assaggiato. Il parco “Il Tempo della vite” apre ora le sue porte a tutti i visitatori della cantina ma anche agli studenti, da quelli delle scuole primarie fino agli universitari. Il progetto, realizzato in collaborazione con le Università di Padova, Milano e Bolzano e e il Crea, rientra nella mission aziendale della sostenibilità che Casa Paladin ha sviluppato attraverso un programma di tutela delle “4V: Vite, Verde, Vino e Vita”.
Aceto Balsamico è ingrediente ponte per abbinamenti inattesiModena, 27 lug. (askanews) – Mele e mandorle sono un abbinamento impossibile? A ‘legarli’ ci pensa l’Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop. Lo dicono gli studi realizzati al centro di High Performance Computing dell’Università di Parma. Attraverso l’utilizzo di strumenti matematici avanzati di teoria delle reti complesse, gli scienziati hanno individuato l’oro nero di Modena come “ingrediente ponte” privilegiato per una serie inaspettata di abbinamenti aromatici. A riferirlo sono Francois Chartier, il maggior esperto mondiale in tema di abbinamenti aromatici, Davide Cassi, il padre della cucina molecolare italiana e Pere Castells, uno dei più importanti studiosi del rapporto tra scienza e cucina, riuniti alla storica Acetaia di Gambigliani Zoccoli di Castelfranco Emilia in occasione di un incontro degustazione promosso in collaborazione con il Consorzio Produttori antiche acetaie Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop.
Una ventina di partecipanti alla First International Summer School of Scientific Gastronomy, che vanta il patrocinio delle Università di Parma e di Barcellona e dello Science & Cooking World Congress, hanno visitato l’acetaia e appreso i passaggi della lavorazione, dalla vendemmia alla cottura del mosto, dalla fermentazione all’invecchiamento in barili di legno. Successivamente hanno partecipato a una vera e propria lezione non sui banchi di scuola ma a tavola, durante la degustazione di prodotti tipici locali. “Se noi usiamo l’Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop come legante tra altri due ingredienti – ha spiegato il professor Cassi – otteniamo un accordo armonico, un insieme molto buono e perfettamente legato. Assaggiando queste combinazioni si può sostenere che ‘uno più uno più uno è uguale a uno’, se prendiamo due note e ne aggiungiamo una terza, otteniamo un accordo che produce un suono armonioso. Si apre un mondo nuovo tutto da esplorare, questo è solo l’inizio”.
Durante l’incontro-degustazione, sono stati presentati alcuni di questi abbinamenti: lo strattu di pomodoro (concentrato di pomodoro siciliano), parmigiano (un’acqua di parmigiano che riducendo diventa solida) e balsamico extra vecchio; lo stesso abbinamento con l’aggiunta di basilico con una base pane; una pasta frolla che sembra cruda ma è cotta con sopra pasta di mandorle, mele e Aceto Balsamico Tradizionale; infine proposta anche con la variante di timo e cannella. “Da anni cerchiamo di superare un’eccessiva autoreferenzialità del nostro settore che propone troppo spesso abbinamenti piuttosto classici – ha commentato il presidente del Consorzio Antiche Acetaie, Mario Gambigliani Zoccoli -. Per questo abbiamo costituito assieme ad altre otto associazioni il Gruppo italiano assaggiatori, facciamo parte della Federazione italiana circoli enogastronomici, collaboriamo con docenti dell’Università di Scienze Gastronomiche Slow Food di Pollenzo e con il Laboratorio di Fisica Gastronomica del prof. Cassi. Ricerchiamo continuamente partner esterni al nostro settore che consentano di sperimentare nuovi abbinamenti gastronomici. Il progetto presentato oggi è un ulteriore passo verso questa sperimentazione, compiuto assieme a luminari del settore”.
Vino, dal 4 al 6 agosto in Irpinia torna il “Fiano Love Fest”Milano, 27 lug. (askanews) – Dal 4 al 6 agosto a Lapio (Avellino) si terrà la XII edizione del festival enogastronomico “Fiano Love Fest”. Il “claim” scelto per quest’anno è “L’essenza delle radici” che gli organizzatori spiegano essere “un’ode all’arte, alla musica e alle tradizioni culturali che plasmano l’identità unica di questo territorio”.
Il borgo irpino, patria del Fiano di Avellino Docg (ma anche zona di produzione del Taurasi Docg), vedrà protagoniste le Cantine Lapio Filadoro, Ioanna, Le Vigne di Rosa, Il Sole e il Lupo, Tenuta Scuotto, Terre di Nora, Terra Mia, Trodella, oltre ai produttori ospiti che producono il Fiano di Avellino da vigneti a Lapio: Bellaria (Roccabascerana), Case d’Alto (Grottaminarda), Macchie Santa Maria (Montemiletto), Felice Meoli (Chiusano San Domenico) e Antica Hirpinia (Taurasi). Insieme con loro saranno presenti anche diverse eccellenze gastronomiche locali con i loro stand. Nell’ex Cantina e deposito agricolo di Palazzo Filangieri, oggi Museo del Fiano, sono in programma masterclass dedicate ai vent’anni della Denominazione Fiano di Avellino Docg, con degustazioni guidate dal giornalista Luciano Pignataro e dal presidente dell’Ais Campania, Tommaso Luongo, con il supporto tecnico dell’Ais di Avellino. In programma anche degustazioni guidate e banchi di assaggio a cura dell’Onav di Avellino, nella suggestiva Corte del Palazzo Filangieri.
Oltre a far parte dell’associazione nazionale Città del Vino, Lapio è anche Città dell’Olio e Città del Miele, grazie alla produzione dell’extravergine d’oliva Irpinia-Colline dell’Ufita (Dop) e di svariate tipologie di miele, tra cui quello dell’apicoltore Christian Mattei, premiato nell’International Honey Quality Competition come uno dei migliori mieli al mondo. Il “Fiano Love Fest” è organizzato dal Comune di Lapio, in collaborazione con la Pro Loco Lapiana, Land of Hirpinia, Laboratorio Teatrale Lapiano e associazioni locali, intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale”.
”Russia aumenterà i dazi sull’import di vino da Paesi ostili”Milano, 27 lug. (askanews) – I dazi sull’importazione di vino in Russia dall’Italia e dagli altri 48 Paesi ritenuti “ostili” aumenteranno dal 12,5% al 20% (e non meno di 1,5 dollari al litro). Il provvedimento, “non ancora pubblicato”, fa parte di un pacchetto che il governo russo starebbe introducendo come forma di ritorsione nei confronti dei Paesi che sostengono l’Ucraina. Lo scrive il quotidiano economico russo “Vedomosti”, spiegando che a riferirlo ai giornalisti è stato un rappresentante del ministero dello Sviluppo economico, facendo riferimento ad un provvedimento firmato dal Primo ministro Mikhail Mishustin.
Secondo il funzionario citato dal giornale, la domanda interna di vino sarà pienamente soddisfatta dalla produzione locale e dalle importazioni da Paesi amici e neutrali, spiegando che nel 2022 sono cresciute le importazioni di vini sudafricani, così come quelle di vini fermi dal Cile che sono aumentate in valore del 9%, e quelle dall’Armenia che hanno registrato un +161%. Le misure sono state concepite dal ministero “per proteggere i produttori nazionali, mantenendo però stabili i prezzi sul mercato del vino russo”. Il quotidiano economico in lingua russa pubblicato a Mosca, cita poi “Alexander Lipilin, direttore esecutivo della società commerciale di vini Fort” che prevede, nel caso il provvedimento diventasse ufficiale, aumenti al dettaglio dei vini “nemici” di almeno il 10% e, se la tassazione fosse davvero di 1,5 dollari al litro, il raddoppio del costo delle bottiglie.
Sergey Katyrin, presidente della Camera di commercio e industria, ha spiegato a “Vedomosti” che “un aumento dei dazi doganali richiede una discussione approfondita con le imprese, perché rischia di avere una serie di conseguenze negative, come un aumento dei prezzi per l’intera gamma di prodotti vinicoli, che potrebbe cambiare i consumi di prodotti alcolici spingendoli verso i superalcolici”. Inoltre, per Katyrin, la mancanza di concorrenza dei prodotti esteri potrebbe determinare una diminuzione della qualità dei vini prodotti in Russia. Il presidente sostiene infine che sarebbe necessario un aumento graduale dei dazi doganali, non superiore al 2-3%, mentre sono necessarie ulteriori misure per sostenere i produttori russi, come l’introduzione di un’aliquota zero dell’imposta sul valore aggiunto e dell’imposta sulla proprietà, in relazione agli impianti di produzione e ai terreni vitati. Nel giugno scorso l’Associazione russa dei viticoltori e dei produttori di vino aveva proposto di aumentare i dazi sul vino importato, fissando l’aliquota ad un minimo del 50%.
Consorzio vini Etna Doc: +6,2% l’imbottigliato nel I semestre 2023Milano, 27 lug. (askanews) – Sono state 3.512.400 le bottiglie prodotte a marchio Etna Doc nel primo semestre 2023, pari a un imbottigliato di 26.343 ettolitri, con un incremento del 6,2% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022, quando la produzione si era attestata a 3.293.388 bottiglie, equivalente a 24.796 ettolitri. Sono questi i numeri relativi alla prima parte dell’anno dell’Osservatorio del Consorzio Tutela Vini Etna Doc
“I dati confermano l’ottima accoglienza che il mercato continua a riservare ai vini della nostra denominazione” commenta il presidente del Consorzio, Francesco Cambria, spiegando che “il primo semestre dell’anno scorso era stato molto positivo e l’ulteriore crescita dell’imbottigliato nei primi sei mesi di quest’anno, nonostante la situazione economica complessiva nel nostro Paese e a livello internazionale sia sempre delicata, ci dona grande fiducia e certifica la maturità raggiunta dalla nostra Denominazione”. Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, si confermano anche quest’anno le ottime performance dei vini bianchi, a partire dall’Etna Bianco DOC (+19%) e dall’Etna Bianco Superiore DOC (+120%), tipologia riservata esclusivamente ai vini prodotti con uve coltivate nella provincia del Comune di Milo, sul versante Est del vulcano. “Il Carricante – ricorda il presidente – è un’uva autoctona che dà origine a vini di indubbio carattere ed energia, ricchi di freschezza e sapidità, molto rappresentativi della nostra viticoltura e sempre più amati e ricercati”.
La tipologia più imbottigliata della denominazione rimane comunque l’Etna Rosso Doc con poco più 1,3 milioni di bottiglie, mentre si evidenzia la crescita dell’imbottigliato dell’Etna Rosso Riserva Doc. Continua ad esserci grande fermento anche sul fronte degli spumanti, che in questa prima metà dell’anno fanno segnare una crescita del 60% nella versione bianca. “L’entrata in produzione di nuovi vigneti, impiantati prima della sospensione delle nuove iscrizioni ad Etna Doc, consente certamente una costante crescita dell’imbottigliato – evidenzia Cambria – ma è soprattutto il mercato a premiare la nostra produzione e a influenzare la crescita di questi dati”.