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Vino, grande successo per la 24esima edizione di Summa: tutto sold-out

Vino, grande successo per la 24esima edizione di Summa: tutto sold-out




Vino, grande successo per la 24esima edizione di Summa: tutto sold-out – askanews.it




















Milano, 4 apr. (askanews) – Si è chiusa con nuovo, grande, successo la ventiquattresima edizione di Summa, la rassegna delle eccellenze enologiche, principalmente biologiche e biodinamiche, che è andata in scena a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta Alois Lageder, organizzatrice dell’evento. Oltre 2.500 i visitatori, tra operatori, giornalisti e wine lover provenienti da mezzo mondo, che hanno fatto registrare il tutto esaurito.

“Siamo molto soddisfatti, il riconoscimento più importante per noi è vedere i produttori e i visitatori contenti” ha dichiarato la chief marketing officer dell’azienda di Magré (Bolzano), Helena Lageder, aggiungendo che “i racconti dei vignaioli, i loro vini e sicuramente anche il luogo ed il clima rilassato dell’evento sono sempre fonte di ispirazione per chi ci viene a trovare. Diventa così più piacevole anche fare business – ha concluso – e quest’anno sono sicuramente cresciuti anche gli operatori internazionali, una bella occasione per chi come noi produce vino di qualità, rispettando dei valori che mettono la natura al centro”. Centodieci le aziende presenti quest’anno all’interessantissima due giorni, provenienti oltre che dall’Italia, da Germania, Nuova Zelanda, Austria, Portogallo, Svizzera e Francia (con nuove aziende dalla Champagne) e, per la prima volta, dalla Grecia. Successo hanno riscosso anche tutte le masterclass e le degustazioni guidate con diversi focus e grande è stato poi l’interesse per le visite nella Cantina della Tenuta e nei vigneti, a testimonianza della maggiore consapevolezza che sta crescendo nel settore in merito all’agricoltura in linea con l’ambiente e all’economia circolare che sta alla base di un’azienda biodinamica. “È evidente che il consumatore si stia sempre più rendendo conto dell’importanza di scegliere vini di qualità prodotti nel rispetto della terra – ha evidenziato Helena Lageder – e questo è molto importante considerando le sfide sempre più urgenti che si trova ad affrontare il nostro pianeta”.

Un’area dell’evento è stata allestita e destinata al racconto dell’importante Progetto Dormizil, un dormitorio per persone senzatetto basato sul concetto dell’”housing first”. Il programma, sostenuto con parte del ricavato della vendita dei biglietti di ingresso a Summa, intende realizzare una struttura a lungo termine per i senzatetto, con 9 piccoli appartamenti, uno spazio per l’accoglienza di emergenza, docce e lavatoi. L’appuntamento con la prossima edizione di Summa è in calendario per il 13 e 14 Aprile 2024.

Nomisma: 28% italiani cerca Prosecco bio o con marchio di sostenibilità

Nomisma: 28% italiani cerca Prosecco bio o con marchio di sostenibilità




Nomisma: 28% italiani cerca Prosecco bio o con marchio di sostenibilità – askanews.it




















Verona, 4 apr. (askanews) – La sostenibilità rappresenta insieme con il biologico uno dei principali driver di acquisto del Prosecco, un trend che riguarda tutti i principali mercati di riferimento del Prosecco DOC. Nello specifico, in Italia il 28% dei consumatori sceglie il Prosecco da consumare proprio sulla base della presenza di attributi “green” (come il bio e la sostenibilità ambientale e sociale). All’estero l’interesse nei confronti del Prosecco biologico o sostenibile è ancora maggiore: si va dal 32% dei consumatori tedeschi per arrivare al 36% di quelli svedesi e al 40% di quelli statunitensi. È quanto emerge dal sistema di “survey” che Wine Monitor Nomisma conduce da anni per il Consorzio di Tutela della DOC Prosecco, con lo scopo di monitorare i comportamenti di consumo del Prosecco nei principali mercati mondiali e valutare le potenzialità di sviluppo del vino spumante più venduto nel mondo, tra cui quelle legate alla certificazione di sostenibilità.

In Italia il 9% dei consumatori di spumanti ha acquistato negli ultimi 12 mesi un vino certificato sostenibile, ossia con marchio Equalitas, Viva o SQNPI. Si tratta dunque ancora di una nicchia di mercato che presenta un identikit dell’acquirente tipo ben definito: Millennials, di genere maschile con titolo di studio e reddito elevato. Tali caratteristiche socio-demografiche si ritrovano anche in Germania e Svezia, dove la quota di soggetti che consumano vini sostenibili è più elevata rispetto all’Italia (in particolare nel caso del Paese Scandinavo) e pari rispettivamente al 10% e 15%. Dalle “consumer survey” condotte da Wine Monitor Nomisma emerge come i vini sostenibili godano di una migliore reputazione rispetto ai vini convenzionali, perché presentano “maggior rispetto dell’ambiente” e “maggiore tracciabilità”, così come un “più alto rispetto per lavoratori e cittadini”. “Da anni si assiste a un crescente interesse nei confronti del vino sostenibile, che coinvolge anche i consumatori di Prosecco, in primis dei mercati a maggiore capacità di spesa (come Nord America e Nordics), e che rappresenta un driver per valorizzare ulteriormente questa denominazione a livello globale” ha spiegato Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma, evidenziando “come in Germania, ad esempio, la certificazione di sostenibilità si colloca al secondo posto tra i fattori che potrebbero motivare a spendere di più per una bottiglia di Prosecco con una quota del 25%, valore che sale al 29% tra i consumatori degli USA, primo mercato di destinazione del Prosecco DOC”.

La domanda potenziale di vini sostenibili è davvero enorme e coinvolge tutti i principali mercati mondiali. Se nel Regno Unito (seconda destinazione del Prosecco) il 39% dei consumatori pensa che i vini sostenibili saranno tra i più rilevanti trend di consumo dei prossimi 2/3 anni, tale quota sale al 47% negli Stati Uniti e al 49% in Germania, rispettivamente primo e terzo mercato di export per il Prosecco DOC. Per soddisfare le esigenze sempre più evolute dei consumatori di tutto il mondo, il sistema Prosecco da anni investe per incrementare il livello di sostenibilità ambientale e sociale della denominazione. A questo riguardo, è importante sottolineare come la strategia del Consorzio non si fermi esclusivamente al pilastro ambientale (garantita anche dal biologico), ma si stia focalizzando anche su quello sociale ed economico con lo standard Equalitas.

Oss. Uiv-Vinitaly: crisi vini rossi? Non per i premium: +200% dal 2010

Oss. Uiv-Vinitaly: crisi vini rossi? Non per i premium: +200% dal 2010




Oss. Uiv-Vinitaly: crisi vini rossi? Non per i premium: +200% dal 2010 – askanews.it



















Verona, 4 apr. (askanews) – Il mercato si trova davanti ad un calo strutturale del vino rosso? Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly si tratta di una visione semplicistica, si assiste piuttosto ad un’accelerazione verso il tanto auspicato posizionamento in fascia alta delle denominazioni italiane rossiste più virtuose.

In un mercato export trainato dagli spumanti (+6% i volumi nel 2022), in cui i bianchi fermi (+1,3%) e i rosati hanno tenuto, chi sembra soffrire di più è il simbolo enologico per antonomasia: il vino rosso. Ma se è vero che In Italia la tipologia ha fatto peggio di tutte (-4,3% le quantità esportate), con cali evidenti in particolare nei principali Paesi della domanda, a cominciare dai top 3 (Germania a -5%, Usa -6% e UK -8%), la scomposizione dei dati di vendita per segmento di prezzo riserva sorprese rilevanti. L’analisi qualitativa sulle esportazioni dei rossi italiani che emerge a Vinitaly vede infatti le categorie premium (da 6 a 9 euro/litro in cantina) e superpremium (oltre i 9 euro) conquistare quote di mercato molto importanti negli ultimi 12 anni. Per esempio, stante il calo generale dei volumi di rosso esportati, nel 2010 i prodotti sotto i 6 euro rappresentavano a valore i due terzi del mercato; oggi l’inversione di tendenza, con gli over 6 euro al 60% delle vendite. In poco più di 10 anni la crescita del segmento di fascia alta, che vale ora 1,9 miliardi di euro di export, è stata del 200%. “Assistiamo a un cambiamento importante del posizionamento del nostro prodotto; il mondo chiede calici in grado di evocare l’italianità e noi abbiamo le potenzialità di assecondare al meglio questa richiesta di mercato. Il futuro dei nostri rossi passerà anche, necessariamente, dalle piazze emergenti asiatiche, tornate in forze a questo Vinitaly a partire dalla Cina” ha commentato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, sottolineando che “dalla Cina sono infatti 130 i top buyer che ospitiamo, a cui si aggiungono operatori della domanda provenienti da 17 Paesi dell’Asia. Inoltre – ha concluso -, ripartiremo già ad aprile con un intenso programma di promozione in Cina, dalle masterclass a Vinitaly Chengdu fino alla nostra fiera Wine to Asia a Shenzhen, dall’11 al 13 maggio”.

“Diversi mercati di sbocco stanno dando segnali di stanca nei confronti di prodotti di personalità non definita e con caratteristiche organolettiche poco consone all’evoluzione del gusto in atto” ha affermato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, precisando che “ci troviamo da una parte con molti vini che, pur a prezzi molto accessibili, oggi fanno fatica a vendere e, dall’altra, con una forte domanda di prodotti di qualità, in linea con l’immagine che tutto il made in Italy è in grado di evocare. È un buon segno – ha concluso – ma serve risolvere questo sfocamento in atto tra il mercato e la produzione di molti dei nostri rossi”. A favorire questo trend di valorizzazione delle produzioni rosse, protagoniste in particolare nella ristorazione mondiale a prezzi spesso decuplicati, sono alcuni tra i principali mercati, a cominciare dagli Usa, avamposto di una tendenza premium (a 480 milioni di euro) che incide per il 72% sul totale vini rossi italiani acquistati (+222% dal 2010). Notevole anche la crescita di prodotti destinati in particolare alla ristorazione in Canada (72% e +141%), Svizzera (76% e +143%), Francia (70%) e Corea del Sud (79%). Quote robuste di prodotti basic persistono invece in UK, Paesi Bassi, Belgio e Russia.

Dai dati, rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, emerge chiaramente una divaricazione dei mercati: quelli disponibili ad aprire una nuova fase, trainata dal valore territoriale o di brand, e quelli invece ancorati a una visione statica del vino made in Italy, fatto più di quantità che non di valore intrinseco. La sfida sarà far crescere quelli che oggi si posizionano a metà strada, tra i primi la Germania, che ancora vede il 50% dei volumi nella fascia 3-5,99 euro, ma anche altre piazze importanti come Danimarca, Norvegia, Austria e in generale i Paesi dell’Est europeo, oggi in forte sviluppo, come Polonia e Repubblica Ceca. Il tour di Vinitaly in Cina, con il sostegno di ICE, farà tappa prima a Chengdu per la masterclass di apertura di con l’unico master sommelier cinese Yang LV e – con la controllata Wine to Asia – per l’organizzazione di un business forum con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a Wine to Asia (11-13 maggio), insieme a ICE e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.

A Vinitaly debutta collettiva di vini da Serbia, Albania e Macedonia Nord

A Vinitaly debutta collettiva di vini da Serbia, Albania e Macedonia Nord




A Vinitaly debutta collettiva di vini da Serbia, Albania e Macedonia Nord – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Oltre 150 vini da Serbia, Albania e Macedonia del Nord, per la prima volta si presentano e degustano uniti sotto la bandiera di “Open Balkan” al Vinitaly in corso a Veronafiere. Perché non solo il business ma anche la diplomazia e la collaborazione internazionale passano attraverso l’assaggio di un calice di vino. Nell’International Wine Wall (padiglione D) del Salone internazionale dei vini e dei distillati fino al 5 aprile alla Fiera di Verona, i produttori dei tre Paesi dei Balcani presentano una selezione delle migliori etichette dai diversi vigneti dell’area, tra identità e potenzialità di un panorama enologico che negli ultimi anni ha attirato sempre più l’attenzione di critici e consumatori di tutto il mondo.

La collettiva ha ricevuto ieri la visita ufficiale a Vinitaly del presidente della Repubblica Serba, Aleksandar Vucic, del primo ministro dell’Albania, Edi Rama, e del primo ministro della Macedonia del Nord, Dimitar Kovacevski, accompagnati dal ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani. 2Vinitaly ha avuto la grande capacità di aprirsi a Paesi amici” ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando che “avere qui i Balcani con i loro prodotti significa avere una visione più ampia e scoprire nuovi mercati, con l’obiettivo di far crescere il nostro settore vitivinicolo”.

“Serbia, Albania e Macedonia del Nord possono essere ancora più presenti qui in fiera e in Italia in generale” ha commentato il presidente serbo Vucic, dicendosi “convinto che collaborazioni di sistema come la collettiva di ‘Open Balkan’ siano in grado di portare benefici anche in altri campi, attraendo più businessmen e portando l’àindustria italiana a essere più presente nelle nostre regioni. Siamo molto contenti di essere qui a Vinitaly, anche perché abbiamo la possibilità di imparare molto su questo settore”. Tra gli appuntamenti in calendario a “Open Balkan”, è da segnalare quello di domani dal titolo “Indegenous varieties of Balkan – taste the difference”, una masterclass condotta dal pluripremiato critico enologico e sommelier Luca Gardini e dallo chef stellato Tomaz Kavcic, alla scoperta delle varietà autoctone dei Balcani con nove etichette in degustazione (alle 14 in sala Orchidea, Palaexpo piano -1).

La compagine balcanica arriva a Vinitaly dopo il successo della prima edizione di “Wine Vision by Open Balkan”, la fiera dedicata all’enogastronomia e al turismo di Belgrado che ha visto lo scorso anno la partecipazione di oltre 350 espositori provenienti da oltre 20 Paesi, diventando di fatto la manifestazione internazionale di riferimento nel Sud-Est Europa e stabilendo nuovi ed elevati standard per la diffusione e la promozione del vino dei Balcani occidentali.

Vinitaly, Bricolo: Meloni a Vinitaly segnale importante per il settore

Vinitaly, Bricolo: Meloni a Vinitaly segnale importante per il settore




Vinitaly, Bricolo: Meloni a Vinitaly segnale importante per il settore – askanews.it



















Milano, 3 apr. (askanews) – “Ringrazio il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che con la sua presenza oggi a Vinitaly ha ribadito la centralità socioeconomica, culturale e identitaria di questo settore strategico del made in Italy che vale quasi 8 miliardi di euro di export, con un valore espresso dalla filiera di oltre 31 miliardi di euro. La visita della premier conferma l’attenzione del Governo al comparto fieristico e al vino tricolore, rappresentato a Verona da oltre quattromila aziende da tutta Italia. Una centralità che Veronafiere intende valorizzare in tutto il mondo, mettendo a disposizione del settore e delle istituzioni il brand Vinitaly quale aggregatore per la promozione”. Lo ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, commentando la visita della premier Giorgia Meloni oggi a Vinitaly.

Di Lorenzo: dieta mediterranea invidiabile e vino ne è parte essenziale

Di Lorenzo: dieta mediterranea invidiabile e vino ne è parte essenziale



Di Lorenzo: dieta mediterranea invidiabile e vino ne è parte essenziale – askanews.it


Di Lorenzo: dieta mediterranea invidiabile e vino ne è parte essenziale – askanews.it



















Verona, 3 apr. (askanews) – “La dieta mediterranea è unica, invidiabilissima, e la componente vino è essenziale”. Lo ha detto il professore Nino Di Lorenzo, ordinario di Nutrizione clinica all’Università Tor Vergata di Roma, intervenuto oggi ad un talk di Vinitaly all’auditorium di Veronafiere insieme con i ministri Schillaci, Santanchè e Urso.

“L’attacco all’alcol è giusto dal punto di vista dell’abuso ma per quanto riguarda quella che è una pozione magica che fa parte di un contesto che si chiama dieta mediterranea, il vino rappresenta forse uno dei modulatori più importanti di circa 500 geni” ha spiegato il docente, precisando che “è vero che ha un apporto calorico ma non è eccessivo, e comunque le persone, in base alla loro condizione di salute e alle loro caratteristiche, devono assumerne una quantità moderata, due bicchieri per l’uomo e uno per la donna, mentre nei ragazzi bisogna evitare il consumo”. “Noi siamo dipendenti da tante altre sostanze: per esempio mettere insieme zuccheri, sale, grassi idrogenati, porta il nostro corpo a secernere sempre più serotonina e dopamina e questo ci rende in qualche modo dipendenti da questi consumi” ha proseguito, sottolineando che “se il consumo di vino è moderato e in un contesto nutrizionale completo, noi abbiamo osservato che l’apporto del vino rosso rispetto al bianco, migliora l’ossidazione del ‘LDL’”.

“Quindi il consumatore consapevole, come dice bene il ministro Schillaci, l’alfabetizzazione sanitaria e quindi la cultura alimentare del benessere, può essere assolutamente favorevole” ha proseguito Di Lorenzo, spiegando che “tutti gli studi longitudinali, al di là di quello che è uscito oggi su Giama, che l’alcol è un fattore di rischio, ma la quantità di alcol che assolve questa componente importante, i polifenoli e alcune vitamine, anche se con una quantità limitata, ha un effetto eccezionale nel modulare i nostri geni che ci difendono dall’infiammazione cronica che è il rischio peggior per la salute e l’invecchiamento”.

I vini del Lazio in mostra al Vinitaly

I vini del Lazio in mostra al Vinitaly



I vini del Lazio in mostra al Vinitaly – askanews.it


I vini del Lazio in mostra al Vinitaly – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – Per il padiglione di Regione Lazio e Arsial, Vinitaly 2023 inizia con un grande successo di pubblico: la prima giornata ha fatto registrare il doppio dell’affluenza rispetto allo scorso anno.

All’inaugurazione, domenica 2 aprile, erano presenti la Vicepresidente e assessore alle Sviluppo Economico, Roberta Angelilli, e l’assessore alle Politiche agricole Giancarlo Righini della Regione Lazio.Ad accoglierli e accompagnarli nel tour tra le oltre 60 aziende presenti in rappresentanza delle etichette laziali, il Commissario straordinario di Arsial, Andrea Napoletano. Anche il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, insieme al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e a una straordinaria delegazione proveniente dai Balcani, composta dal Presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, il Primo Ministro dell’Albania, Edvin Kristaq Rama e il Primo Ministro della Repubblica della Macedonia del nord, Dimitar Kovacevski, hanno fatto visita al padiglione di 1800 mq dedicato al Lazio. Tantissimi i visitatori che hanno apprezzato l’ampia offerta del Lazio, portata al Vinitaly di Verona in un padiglione di 1800 mq, realizzato in collaborazione con l’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), che ospita 63 aziende provenienti da tutte le province, 2 consorzi di tutela, inoltre 3 DOCG, 6 IGT e 27 DOC, oltre a 37 vitigni autoctoni.

In occasione dell’inaugurazione del padiglione, l’assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio, Giancarlo Righini, ha annunciato che la Giunta sta lavorando a una nuova legge sull’enoturismo, per valorizzare il patrimonio vitivinicolo laziale. Significative le presenze degli espositori. Un dato incoraggiante, che va nella direzione della strategia che la Regione Lazio intende adottare per aumentare le quote di mercato: investire in qualità e nei passaggi generazionali, puntando su innovazione, ricerca, sostenibilità e sul potenziamento delle produzioni biologiche, in grado di offrire molte opportunità per il collocamento dei giovani nel mondo del lavoro.

Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare

Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare



Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare – askanews.it


Schillaci: un bicchiere di vino con dieta italiana ha effetto salutare – askanews.it



















Verona, 3 apr. (askanews) – “L’Irlanda è una nazione che ha un problema importante con l’abuso di superalcolici che rappresenta un problema sociale e anche politico, soprattutto tra le giovani generazioni con le cosiddette ‘abbuffate alcoliche’. In Italia per fortuna la situazione è completamente diversa: nella relazione che presenteremo tra poco al Parlamento emerge che negli ultimi anni non c’è stato un incremento del consumo di vino e birra mentre abbiamo assistito ad un consumo dei superalcolici. La nostra posizione è quindi molto chiara a difesa delle peculiarità italiane, del vino che ha degli effetti, quando consumato in maniera responsabile, su tante possibili patologie, penso ad esempio alle caratteristiche antiossidanti del vino e soprattutto inquadrerei la questione vino all’interno della dieta meditterranea, che a me piace chiamare italiana, dove un bicchiere insieme ad altri prodotti tipici della nostra nazione, permette di avere sicuramente un effetto salutare e un effetto di prevenzione. E proprio perché la prevenzione è uno degli aspetti sul quale il nostro ministero punta molto, considerando quelle che sono le caratteristiche della nostra popolazione, per fortuna molto longeva, credo che la riscoperta, e anche il messaggio forte da portare all’estero della nostra dieta mediterranea italiana con all’interno un po’ di quantità di vino, sia un messaggio positivo per la salute degli italiani”. Lo ha detto il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, intervenuto ad un “talk” sul vino al Padiglione del Masaf di Vinitaly insieme con i colleghi Adolfo Urso, Daniela Santanchè e Francesco Lollobrigida, al termine del quale è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni.

A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote

A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote



A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote – askanews.it


A Vinitaly per i 50 anni del Premio Angelo Betti medaglia alla nipote – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Nato da un’idea di Angelo Betti nel 1973, il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura” è diventato, nel corso di 50 anni, il riconoscimento più sentito e apprezzato tra quelli attribuiti ogni anno da Vinitaly. Viene assegnato seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.

Alla 50esima edizione di Vinitaly, il prestigioso riconoscimento è stato denominato per sempre “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura”, di cui ricorre quest’anno anche il venticinquesimo della scomparsa. “Intestare in quella occasione il riconoscimento ad Angelo Betti è stato un gesto semplice ma pieno di significato” ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che ieri ha consegnato i Premi dell’edizione 2023 insieme all’ad, Maurizio Danese, ricordando che “Angelo Betti è stato il padre fondatore del Vinitaly e l’inventore di molte iniziative di successo della Fiera di Verona. Dedicare per sempre alla sua memoria un premio, tra l’altro creato da lui, che oggi è il più ambito fra quelli assegnati ogni anno da Vinitaly – ha concluso – significa perpetuarne la memoria e attribuire alla sua figura il riconoscimento che merita nella lunga storia di Veronafiere”. E proprio in occasione dei 50 anni del riconoscimento e dei 25 anni della scomparsa di Angelo Betti, la Fiera di Verona ha voluto ricordare entrambe le ricorrenze con una medaglia che è stata consegnata alla nipote Maria Neve Betti dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi e dal presidente della Provincia, Flavio Pasini.

Quest’anno per la 55esima edizione di Vinitaly in corso a Veronafiere fino al 5 aprile, il premio è stato attribuito a : Camillo Zulli (Abruzzo); Giuseppe Avigliano (Basilicata); Paolo Ippolito (Calabria); Andrea Ferraioli (Campania); Roberto Monti (Emilia-Romagna); Alvaro Pecorari (Friuli Venezia Giulia); Azienda Colle di Maggio Wine Farm (Lazio); Famiglia Bosoni (Liguria); Davide Lazzari (Lombardia); Azienda Agricola Pantaleone di Federica Pantaleone (Marche); Michele Lauriola (Molise); Chiara Soldati (Piemonte); Christine Mayr (Provincia Autonoma di Bolzano); Maddalena Nardin (Provincia Autonoma di Trento); Antonio Michele Coppi (Puglia); Antonello Pilloni (Sardegna); Andrea Franchetti (Sicilia); Agricola Calafata società cooperativa agricola solidale (Toscana); Cantina Scacciadiavoli della famiglia Pambuffetti (Umbria); Giorgio Lale Murix (Valle d’Aosta); Valerio Cescon (Veneto). I nomi di questi professionisti ed imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.

Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%)

Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%)



Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%) – askanews.it


Oss. Uiv-Vinitaly: spumanti chiudono 2022 a 1 mld di bottiglie (+4%) – askanews.it




















Milano, 3 apr. (askanews) – Chiude di nuovo in crescita e sfiora quota un miliardo di bottiglie (978 milioni) la produzione di spumanti italiani nel 2022. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. Il dato segna un leggero aumento (+4%) rispetto a uno strabordante 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp ha origini venete (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni).

Il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume. “In Italia si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese sono concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 faceva il 40% del totale” ha spiegato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, evidenziando che “negli ultimi anni, vi è stato invece un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%”.

Fa meglio l’export, che conferma il ruolo trainante degli spumanti italiani in favore di tutto il comparto. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, in aumento del 6% rispetto al 2021, di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461.000 di Asti (+9%). Forte incremento dei valori esportati, superiore al 19% per il totale categoria per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Il Prosecco rimane locomotiva dell’export (+22% a valore, 1,6 miliardi di euro) ma cresce bene anche l’Asti Spumante, che vola a +16% e 168 milioni di euro di vendite. “Rispetto al 2010, il valore delle esportazioni sparkling tricolori è cresciuto di quasi il 400%, con l’ascesa del Prosecco che rappresenta un caso di scuola anche per altri settori del made in Italy” ha dichiarato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, sottolineando che “nel 2022 gli spumanti italiani hanno raggiunto 168 destinazioni: una dimensione sempre più globale che si riflette sulla scala della rappresentatività internazionale al Vinitaly, con il record di top buyer ospitati quest’anno e una manifestazione fortemente orientata al business”.

L’Osservatorio Uiv-Vinitaly rileva che oggi lo spumante pesa per il 24% volume sul totale export, quota che solo nel 2015 era del 14%, e addirittura del 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato in piazze chiave come UK (44% di quota contro il 9% del 2010), Francia (49% contro 12%), Russia (44%), Belgio (39% contro 17% di 12 anni prima), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%). Solo sette anni prima, le bollicine stavano al 17% contro 45% dei bianchi e 30% dei rossi.