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Vino, Andreola acquisisce 9 ettari vitati nelle Dolomiti Bellunesi

Vino, Andreola acquisisce 9 ettari vitati nelle Dolomiti BellunesiMilano, 21 lug. (askanews) – La Cantina Andreola di Farra di Soligo (Treviso) ha annunciato di aver acquisito un terreno vitato di nove ettari nel cuore delle Dolomiti Bellunesi dove produrrà un Traminer Aromatico e un Riesling Renano che verranno proposti al mercato con il nuovo marchio, “Stefano Pola, Viticoltore di montagna”.

“Dal 1984 ci prefiggiamo l’ambizioso obiettivo di esprimere, attraverso le nostre bollicine, la vera essenza del nostro territorio. La viticoltura eroica a Valdobbiadene è senza dubbio uno dei tratti più distintivi e identificativi della nostra produzione: fatica e verticalità sono concetti fortemente radicati all’interno della filosofia aziendale e da qui nasce il desiderio di spostarci ancora più in alto” ha spiegato Stefano Pola alla guida dell’azienda di 53 ettari che produce sette diverse espressioni del Valdobbiadene Docg, aggiungendo che “da pionieri dell’eroico, oggi la nuova sfida è quella della viticoltura di montagna”. La vigna si trova nella frazione di Carmegn del Comune di Sedico, un altopiano a circa 650 metri di altitudine, con esposizione Sud-Ovest. “Il suolo ha ottime caratteristiche: è di medio impasto, con presenza di detriti calcarei tipici delle zone montane, dove qualche fascia fa emergere sabbie cementate a costituire delle arenarie e zone in cui emergono delle marne, ossia vecchie argille” racconta l’enologo di Andreola, Mirco Balliana, evidenziando che si tratta di “un terreno con ottime capacità di drenaggio e aereazione, in grado di dar vita a vini dalla spiccata finezza olfattiva. Le uve di questo terreno, siamo certi ci daranno molte soddisfazioni”.

Vino, il 10 agosto torna “Calici di Stelle a Montepulciano”

Vino, il 10 agosto torna “Calici di Stelle a Montepulciano”Milano, 21 lug. (askanews) – Il 10 agosto torna “Calici di Stelle a Montepulciano”, ventiduesima edizione dell’evento organizzato dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese in collaborazione con il Comune del borgo toscano. L’iniziativa è inserita nel cartellone nazionale di “Calici di Stelle 2023” promossa dal Movimento del Turismo del Vino Italia e dall’Associazione Nazionale Città del Vino.

Nella notte di San Lorenzo le formule per degustare il Rosso di Montepulciano Doc e il Vino Nobile di Montepulciano Docg saranno tre. Le degustazioni itineranti per apprezzare le cantine aderenti e presenti con i loro vini nei banchi di assaggio situati in piazza Grande, sul sagrato della Chiesa di Sant’Agostino e nelle otto contrade del Bravìo delle Botti. Poi le degustazioni guidate con i sommelier Fisar che si svolgeranno su doppio turno, alle 19 e alle 21.30, in tre dei luoghi più belli del borgo: il Loggiato della Canonica di San Biagio, la Terrazza di Vicolo del Leone e il Chiostro di Palazzo del Capitano. Qui sarà possibile degustare tre etichette di Vino Nobile di Montepulciano Docg in abbinamento a prodotti di eccellenza del territorio, alcuni dei quali fanno parte del progetto “Bio food box”. E infine le degustazioni a cena nelle Contrade del Bravìo delle Botti di Montepulciano, per sorseggiare Rosso di Montepulciano DOC o Nobile di Montepulciano DOCG in accompagnamento a piatti della tradizione locale. Anche in questa edizione, sarà presente in piazza Grande lo spazio dedicato ai cocktail d’autore con protagonisti il Rosso di Montepulciano DOC e i distillati dell’azienda Gabriello Santoni, nata nel 1960 a Chianciano Terme.

La serata prenderà il via a partire alle 18 quando il corteo del Gruppo Sbandieratori e Tamburini del Bravìo delle Botti di Montepulciano dalla Colonna del Marzocco giungerà fino in Piazza Grande dove è in programma una suggestiva esibizione. I “wine lovers” che arriveranno a Montepulciano nella sera di Calici di Stelle troveranno anche intrattenimento con spettacoli di magia, uno spazio dedicato all’artigianato locale, musica e dj set.

Vino, “Alta Langa Docg Anima di un Territorio” a Roma, Napoli e Verona

Vino, “Alta Langa Docg Anima di un Territorio” a Roma, Napoli e VeronaMilano, 21 lug. (askanews) – “Il tour di ‘Alta Langa Docg: Anima di un Territorio’ proseguirà in autunno con tre nuove tappe tra Roma, Napoli e Verona. È un format inedito che ha riscontrato grande apprezzamento: siamo tutti insieme attorno ad un’unica tavola per approfondire la conoscenza della nostra denominazione attraverso l’assaggio, guidato da un sommelier professionista, di cinque vini che rappresentano le diverse tipologie previste dal nostro disciplinare”. Lo ha annunciato la presidente del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta, parlando del progetto che ha l’obiettivo di far conoscere ad un pubblico qualificato e attentamente selezionato di professionisti del settore Horeca i vini della denominazione in abbinamento ai sapori veri e autentici delle terre alte di Langa.

Il format è stato sperimentato con successo tra maggio e giugno scorsi a Torino (con Piermassimo Cirio della Trattoria Madonna della Neve di Cessole), Milano (con Gemma Boeri dell’Osteria da Gemma di Roddino), e Genova (con Vilma Forneris de La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro) in diversi appuntamenti cui hanno partecipato più di 60 ospiti tra ristoratori, enotecari, sommelier e giornalisti specializzati. “In questi incontri scopriamo la sorprendente versatilità di abbinamento e la grande vocazione di vino gastronomico da gustare dagli starter fino alla fine del pasto” ha continuato Castelletta, sottolineando “sono orgogliosa e grata che ci sia un pubblico sempre più numeroso, interessato alle Alte Bollicine Piemontesi, così speciali e uniche”.

“Con ‘Alta Langa Docg: Anima di un Territorio’ il Consorzio promuove i vini Alta Langa e allo stesso tempo promuove il territorio di origine, adottando delle azioni ad ampio raggio che permettono di far conoscere l’autenticità e la bellezza dell’Alta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica” ha commentato il direttore del Consorzio Alta Langa, Paolo Rossino, concludendo “coinvolgere in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte, essenza e presidio del territorio, è per noi un grande onore, e l’apprezzamento che gli ospiti dei primi tre appuntamenti hanno riservato alla proposta dimostra che è la strada giusta da seguire”.

In ottobre la terza Scuola universitaria maestri assaggiatori di vino

In ottobre la terza Scuola universitaria maestri assaggiatori di vinoMilano, 18 lug. (askanews) – Il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) istituisce la terza “Scuola universitaria maestri assaggiatori di vino” (Sumav). La Scuola ha lo scopo di fornire “ad esperti assaggiatori, tecnici del settore enologico, enologi e sommelier, aggiornamenti e approfondimenti in tema di tecniche e metodologie di assaggio dei vini volte a definirne le caratteristiche derivanti dalla espressione varietale, dal territorio, dalle nuove condizioni climatiche e dalle tecniche di vinificazione, a valutarne il livello qualitativo ai fini della loro valorizzazione e promozione nazionale ed internazionale”.

Il corso professionale di assaggio si terrà all’Uni-Astiss Polo Universitario Asti Studi Superiori “Rita Levi Montalcini” dal 21 ottobre al 17 dicembre. “Onav propone un corso di assaggio di altissimo livello, con lezioni universitarie di approfondimento su temi viticoli ed enologici – spiega il presidente del Comitato scientifico, Vincenzo Gerbi – che formerà degli esperti competenti in grado di comprendere e comunicare in maniera precisa e scientifica i valori organolettici dei vini alla luce delle conoscenze maturate durante le lezioni”.

Vino, Cecchi ha 130 anni: dai vigneti in affitto ai 41 mln di fatturato

Vino, Cecchi ha 130 anni: dai vigneti in affitto ai 41 mln di fatturatoMilano, 18 lug. (askanews) – La Cantina toscana Cecchi festeggia 130 anni nel settore del vino: tutto ebbe inizio infatti nel 1893 con Luigi Cecchi, grande degustatore ed appassionato di vini. Oggi al timone dell’azienda e delle sue cinque Tenute c’è la quarta generazione, rappresentata da Andrea Cecchi, che guida una realtà che ha una produzione media di oltre 9 milioni di bottiglie, ed ha chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di 41 milioni di euro, suddivisi a valore tra Italia (56%) ed estero (44%, con export in 65 Paesi).

“Parte significativa della nostra evoluzione sono certamente i vini di Tenuta: Villa Cerna, Villa Rosa, Val delle Rose e Tenuta Alzatura” ha spiegato Andrea Cecchi, aggiungendo che “l’acquisto di Villa Rosa in particolare ha rappresentato il nostro ritorno alle origini: dopo anni di dedizione, studio e progetti in altri territori, stimolati dalla eccellente opportunità della nascita del Chianti Classico Gran Selezione, siamo tornati a confrontarci con il nostro amato Sangiovese a Castellina in Chianti, la nostra casa”. La Cantina si trova oggi nel pieno del proprio percorso evolutivo, tra sperimentazioni sui cloni del Sangiovese, zonazione, conversione al biologico, ricerca in campo agronomico e tecnico “verso un approccio sempre più sostenibile e trasparente al vino”. Le Tenute Val delle Rose e Alzatura sono già certificate “100% organic”, mentre Villa Cerna e Villa Rosa, sono certificate dal marchio Agriqualità con un processo di conversione al biologico già in atto, e la recentissima certificazione Equalitas, che integra la sostenibilità ambientale economica a quella sociale.

Nei primi anni di attività, l’azienda basava la sua produzione sulla gestione di vigneti in affitto. Negli anni Trenta del Novecento, il marchio Cecchi iniziò a venire esportato all’estero e in questa fase si registra il passaggio della famiglia a imprenditori vitivinicoli. La terza generazione decise di spostare la sede operativa e produttiva dell’azienda a Castellina in Chianti, nel Chianti Classico, dove acquisì nel 1962 Villa Cerna, prima azienda familiare. Negli anni Sessanta, in Toscana nascono le prime denominazioni di origine controllata (tra cui il Chianti Classico) e in quegli anni i Cecchi hanno incarichi nelle attività consortili e associazionistiche, e Luigi Cecchi assume il ruolo di presidente di Unione Italiana Vini. L’arrivo di Andrea Cecchi a capo dell’azienda segna l’inizio di un percorso di investimenti in zone ad alta vocazione vitivinicola, e l’avvio del progetto delle Tenute della Famiglia Cecchi: quattro in Toscana e una in Umbria. Prima la valorizzazione della storica Villa Cerna a Castellina in Chianti (Siena), poi l’acquisto nel 1996 di Val delle Rose in Maremma (Grosseto), quindi di Tenuta Alzatura a Montefalco (Perugia). E infine l’acquisizione nel 2015 di Villa Rosa con vigneti a Castellina in Chianti, e nel 2018 dei sei ettari accanto all’abbazia di Sant’Antimo a Montalcino (Siena).

Confagricoltura, al via bando 2023 per progetti d’inclusione

Confagricoltura, al via bando 2023 per progetti d’inclusioneRoma, 17 lug. (askanews) – È partita l’ottava edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il premio ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che seleziona tre vincitori a cui andranno 40.000 euro ciascuno, insieme a tre borse di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata. Inoltre, ulteriori 20.000 euro – informa una nota – saranno destinati ad un progetto speciale di gestione e riqualificazione del verde pubblico, al quale potranno partecipare anche le cooperative sociali non agricole.

Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation sono convinte sostenitrici dello sviluppo delle attività che l’agricoltura realizza nell’ambito sociale, lo dimostra l’impegno di questi anni e gli importi sinora erogati pari oltre 900.000 euro. Un contributo concreto per promuovere la solidarietà e il valore delle persone attraverso l’agricoltura, elemento inclusivo tra persone fragili, famiglie, piccole comunità e soggetti che necessitano di supporto. In Italia le aziende agricole che, oltre alla coltivazione e all’allevamento, svolgono attività sociali sono cresciute del 250% in otto anni (fonte: ISMEA 2020). L’agricoltura sociale è praticata dal 12,5% del totale delle imprese agricole.

Alla selezione di “Coltiviamo agricoltura sociale” – spiegano gli organizzatori – possono partecipare gli imprenditori agricoli, le cooperative sociali, anche in associazione con altri attori del terzo settore, ma che prevedano, come capofila, un imprenditore agricolo oppure una cooperativa sociale che faccia attività agricole. Possono concorrere al premio di 20.000 euro, nella “sezione speciale” riservata ai progetti riguardanti la gestione e riqualificazione del verde pubblico, anche le Cooperative sociali non agricole che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico. La Giuria valuterà tutti i progetti pervenuti ed entro dicembre comunicherà i vincitori. Tutte le info per candidarsi alla VIII edizione del bando, che sarà attivo fino alla mezzanotte del 20 ottobre 2023, su www.coltiviamoagricolturasociale.it

”Contro cambio clima viticultura eroica punti su mix tradizione-scienza”

”Contro cambio clima viticultura eroica punti su mix tradizione-scienza”Milano, 14 lug. (askanews) – “La chiave del successo sta nel combinare le conoscenze tradizionali dei viticoltori con l’innovazione e il rigore scientifico. In questo modo, le aziende agricole possono ottimizzare gli investimenti per un paesaggio agricolo più funzionale, sostenibile e sicuro: un’alleanza vincente per affrontare queste diverse sfide naturali e antropiche”. Lo sostengono i ricercatori del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Tesaf) dell’Università di Padova nell’articolo “Sfide ambientali e socio-economiche per la viticoltura eroica in un clima in evoluzione” pubblicato sulla rivista scientifica “iScience”.

“Da un punto di vista climatico, attualmente sono due le principali sfide dovute all’intensificazione del ciclo idrologico: precipitazioni e siccità estreme. Da un lato, piogge intense e localizzate possono provocare grave erosione del suolo agricolo e innescare frane su pendii terrazzati. Dall’altro, il protrarsi di condizioni di severa siccità (il 2022 è stato un anno estremo da questo punto di vista) sta creando criticità senza precedenti in termini di gestione dell’acqua” spiegano i ricercatori del team guidato dal professor Paolo Tarolli, ricordando che “l’ultimo mezzo secolo è stato caratterizzato dall’esodo rurale e dal graduale abbandono dei paesaggi montani. Le nuove generazioni – continuano – non sono disposte a continuare a lavorare in condizioni estreme se i benefici economici non sono abbastanza soddisfacenti e se non viene intrapresa una chiara e concreta azione politica comunitaria a loro supporto”. Che fare dunque per tutelare i vigneti e i paesaggi culturali unici, fatti di persone e tradizioni, che sono oggi rischio a causa dei cambiamenti climatici?. Innanzitutto serve intervenire sul territorio per una migliore e più sostenibile gestione della risorsa idrica, “anche offrendo linee guida pratiche come ad esempio la messa in opera di microinvasi, in grado di agire in caso di precipitazione estrema (laminazione del deflusso e mitigazione piene) o mancanza d’acqua (riuso dell’acqua meteorica raccolta per irrigazione di emergenza). Inoltre gli studiosi del Tesaf ricordando che le nuove tecnologie di telerilevamento consentono di “digitalizzare” i versanti coltivati ad altissima risoluzione, permettendo così di simulare le precipitazioni e i deflussi d’acqua nei vigneti e guidare la progettazione delle opere in un’ottica di agricoltura di precisione.

Nello studio infine si sottolinea l’importanza di fare rete tra scienziati, aziende agricole, associazioni di categoria, enti locali, consumatori e decisori politici per una migliore comprensione delle problematiche e per la ricerca di soluzioni di mitigazione. Da qui l’importanza dell’educare le nuove generazioni su questi temi, riscoprendo il passato ma guardando al futuro, ovvero “educazione come strumento imprescindibile per la sopravvivenza dei paesaggi culturali”.

Recuperate bottiglie spumante affinate per 10 anni nel lago Vernay

Recuperate bottiglie spumante affinate per 10 anni nel lago VernayMilano, 14 lug. (askanews) – Dopo dieci anni di affinamento lo spumante “Monchoisi” prodotto dall’Institut agricole régional (Iar) di Aosta è emerso dalle profonde acque del Verney, uno tra i più grandi laghi della Valle d’Aosta che si trova ad altitudine di 2.088 metri.

Lo ha annunciato lo stesso Istituto tecnico professionale agrario centro di ricerca e sperimentazione, spiegando che il progetto è nato nel 2013 da un’idea di Angelo Sarica in collaborazione con Iar (e l’allora direttore della Sperimentazione, Andrea Barmaz, insieme con il responsabile del settore Enologia, Daniele Domeneghetti) e con il gruppo di subacquei coordinato da Gaetano Aiello. Obiettivo dell’operazione è quello di conferire a questo spumante Metodo Classico “caratteristiche uniche, in un ambiente naturale e incontaminato, lontano dalla luce e dalle variazioni di temperatura”. Durante questi dieci anni, infatti, le bottiglie hanno beneficiato delle condizioni perfette offerte dal lago Verney: una temperatura costante di circa 7 gradi, un’alta pressione e una tranquillità che ha favorito la lenta evoluzione e maturazione delle bollicine”. A stabilirne le caratteristiche sarà il team di ricercatori dei laboratori dello stesso Istituto, che effettuerà analisi approfondite per verificare la presenza delle caratteristiche organolettiche desiderate e calcolare il grado di qualità del prodotto.

Oggi il “Monchoisi”, viene prodotto con uve Pinot Nero (50%) e Chardonnay (50%) di vigneti a una altitudine di 640 metri, vendemmiate nella prima decade di settembre, e ha una permanenza e affinamento sui lieviti di 33 mesi. Viene prodotto in un migliaio di bottiglie.

Lo chef Perbellini riaprirà a settembre la sua Casa al 12 Apostoli a Verona

Lo chef Perbellini riaprirà a settembre la sua Casa al 12 Apostoli a VeronaMilano, 14 lug. (askanews) – A nove anni dall’apertura, sabato per Giancarlo Perbellini sarà l’utima giornata di servizio in piazza San Zeno a Verona. Nelle prossime settimane inizierà il trasferimento della sua Casa in vicolo Corticella San Marco, nei più ampi spazi della storica insegna 12 Apostoli rilevata dal cuoco, la cui riapertura è prevista a inizio settembre.

A firmare il progetto di restyling del locale, due stelle Michelin, l’architetta e designer Patricia Urquiola. La direzione lavori è invece affidata all’architetta Silvia Bettini. Per la sua nuova Casa, Giancarlo Perbellini ha previsto una novità che si pone in continuità con il format originale, tra i primi in Italia ad avere una cucina a vista affacciata sulla sala: accanto alle due sale principali, nel cuore del locale, sorgerà lo chef’s table, uno spazio con dodici coperti con tavoli fronte cucina in contatto diretto con lo chef e la sua brigata. Pur nel rispetto dell’impianto architettonico preesistente, Patricia Urquiola ha tradotto in chiave contemporanea l’atmosfera ricca di tradizione del luogo, creando un ponte che connette passato e presente. Ad ispirare le scelte progettuali sono gli stessi locali storici del ristorante 12 Apostoli, conservati e valorizzati da Urquiola. Le tonalità calde della terracotta e del legno, i materiali naturali, gli arredi su misura e i preziosi dettagli saranno il fil rouge delle sale.

All’ingresso, al suono del campanello, si entrerà nella casa del cuoco, in un salotto di benvenuto. All’interno tre sale, caratterizzate ognuna da uno stile distintivo: la sala del Vòlto, la sala degli affreschi e lo chef’s table. Sempre al piano sarà collocata anche la cantina del ristorante, in una sala a volta decorata con affreschi. Lo chef’s table sarà il luogo più rappresentativo del nuovo locale, spiegano: la cucina sarà disposta a elle con al centro cinque tavoli. Da questa prospettiva, sotto la grande cappa storica, rivestita di luci wallwasher, gli ospiti assisteranno alla preparazione dei piatti. La proposta enogastronomica ideata da Perbellini prevede tre percorsi degustazione, di cui uno vegetariano, che verranno proposti nelle sale del Vòlto e degli Affreschi e che si ispirano a stagionalità e memoria. “Io e Silvia”, dedicato alla moglie e al sogno condiviso di una nuova Casa per gli ospiti; “Io e Giorgio”, in omaggio a Giorgio Gioco patron del 12 Apostoli, che racchiude alcuni signature dish di Perbellini come il Wafer e piatti iconici del 12 Apostoli rivisitati tra cui la sfogliatina al tartufo, sedano di Verona e gorgonzola; e L’essenza, menù vegetariano, senza glutine, latticini, pesce e carne. Nella nuova pasticceria, infine, lo chef scaligero dedicherà anche una carta ai dessert.

Diversa la proposta enogastronomica per gli ospiti dello chef’s table, ai quali sarà riservato un solo menù che segue in parte il percorso degustazione “Io e Silvia” con tre portate jolly a sorpresa che possono variare di giorno in giorno.

Vino, il 22 luglio a Loceri (Nuoro) terza edizione di “Vinocultura”

Vino, il 22 luglio a Loceri (Nuoro) terza edizione di “Vinocultura”Milano, 14 lug. (askanews) – Il 22 luglio a Loceri (Nuoro) torna la terza edizione di “Vinocultura”, la rassegna dedicata all’enogastronomia organizzata dal Comune sardo e dal Gal Ogliastra, che vedrà protagoniste 23 Cantine provenienti da tutta la Sardegna.

La giornata si aprirà alle 10 con il convegno “Enoturismo in Sardegna, quali opportunità di sviluppo?” cui parteciperanno Gianfranco Lecca e Andrea Soddu (sindaci di Loceri e di Nuoro), Vitale Pili e Franca Seoni (presidente e direttrice del Gal Ogliastra), Carlo Marcetti (docente di Economia all’Università di Sassari), Luigi Cau (presidente della Rete Enoturistica Sardegna), Manfredi Mura (presidente Consorzio Le Cantine d’Ogliastra – Terra dei centenari), Donatella Cinelli Colombini – (Associazione Nazionale Donne del Vino), Valeria Satta e Gianni Chessa (assessori regionali all’Agricoltura e al Turismo). Alle 19 i sommeliers Tonino Costa e Gilberto Arru cureranno le due degustazioni guidate “nel segno della convivialità, della cultura del vino e dell’accoglienza, tratti distintivo di tutta la manifestazione”, che proseguirà con l’itinerario enogastronomico in piazza Nonnu Melis dedicato al vino Cannonau. “La nostra presenza alla rassegna di Loceri rappresenta per noi la tappa naturale del progetto ‘Enotria: paesaggi e percorsi del vino’, un programma voluto e realizzato dai GAL Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Barbagia e Ornanu Sartinesi (Corsica) con capofila il GAL Alta Gallura, che vuole rilanciare il ‘made in Sardegna’ delle eccellenze enogastronomiche” ha dichiarato il presidente Pili, spiegando che “i nostri produttori hanno partecipato a due ‘educational tour’ e hanno potuto comprendere meglio le realtà nazionali più importanti del settore. Ora si avvia la loro fase operativa – ha concluso – quella in cui potranno mostrare il carattere qualitativo del loro prodotto, mettere in pratica quello che hanno studiato, raccontare al pubblico e dal vivo il loro prodotto, la storia delle vecchie e nuove generazioni di imprenditori che rappresentano e che pur inserendosi nel solco di una grande tradizione, stanno portando nella vitivinicoltura linfa nuova e vitale”.

“‘Vinocultura’ continua a crescere anche grazie alla collaborazione tra enti e Cantine” ha affermato il sindaco Lecca, spiegando che “anche quest’anno la rassegna diventa una nuova possibilità di fare enoturismo, settore in grado di garantire una forma di sviluppo territoriale”. “Le cantine presidiano i territori, trasferiscono competenze e possono essere in grado di fare vivere le zone interne” ha ricordato il primo cittadino di Loceri, sottolineando che l’edizione di quest’anno “sarà anche un’occasione per riflettere su alcuni argomenti che hanno interessato il mondo del vino: primo fra tutti, vogliamo proporre una narrazione diversa della Sardegna, non più limitata alle bellezze solo costiere ma allargata a storia, tradizioni e cultura che molti imprenditori sono pronti a raccontare: la Regione deve portare la sua attenzione all’enoturismo o rischiamo di perdere questi territori per sempre”.