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Vino, ad Attilio Scienza il Premio Khail 2023 di Civiltà del bere

Vino, ad Attilio Scienza il Premio Khail 2023 di Civiltà del bereMilano, 26 giu. (askanews) – “Per l’infaticabile impegno nella promozione del vino italiano di pregio nel mondo” il professore e agronomo Attilio Scienza ha ricevuto il Premio Pino Khail 2023, assegnato dalla storica rivista italiana di vino e cultura gastronomica “Civiltà del bere”. La premiazione è avvenuta durante “VinoVip al Forte”, appuntamento biennale organizzato dal periodico che in questi giorni ha riunito a Forte dei Marmi (Lucca) il meglio della produzione enologica italiana.

“Abbiamo deciso di premiare in questa edizione di VinoVip uno dei massimi esperti del mondo del vino italiano e internazionale” ha dichiarato il direttore di Civiltà del bere, Alessandro Torcoli, spiegando che “il nostro vuole essere un riconoscimento all’appassionata opera di ricerca, informazione e cultura del sistema vitivinicolo che Scienza svolge da decenni e che, mettendo in contatto studi scientifici, genetica e antropologia, ha formato e continua ad essere un punto di riferimento per generazioni di operatori del settore”. Il premio è stato ideato proprio da Alessandro Torcoli per ricordare il giornalista Pino Khail, fondatore della rivista nonché pioniere del vino di qualità italiano. Dopo Lucio Caputo, Presidente Iw&Fi (premiato nel 2011), Lucio Tasca d’Almerita (2013), Piero Antinori (2015), Pio Boffa della Pio Cesare (2017), Cesare Pillon (2018), Piero Mastroberardino (2019) e Chiara Lungarotti (2022) quest’anno è stata la volta di Scienza, che ha insegnato alla Statale di Milano ed è stato direttore dell’Istituto agrario di S. Michele all’Adige. Gli è stato assegnato il Premio AEI per la ricerca nel 1991, il Premio Internazionale Morsiani nel 2006, il premio OIV-Parigi Viticoltura per il miglior libro scientifico su tematiche viticole e della sulla cultura della vite nel 2003, 2008, 2011 e 2012 e 2017. Scienza è autore di 380 pubblicazioni scientifiche e di 32 testi a stampa che trattano argomenti tecnici e culturali.

A Cantina Arnaldo Caprai il premio Unhcr per integrazione rifugiati

A Cantina Arnaldo Caprai il premio Unhcr per integrazione rifugiatiMilano, 26 giu. (askanews) – L’azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco (Perugia) è stata insignita dall’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino del prestigioso riconoscimento “Welcome. Working for refugee integration”, unica Cantina italiana ad essere premiata tra le aziende che hanno contribuito ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni.

Lo ha annunciato la stessa azienda, ricordando che dal 2016 la Arnaldo Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l’inserimento di immigrati nel mondo del lavoro, arrivando a trovare un impiego in Cantina a oltre 200 richiedenti asilo. Solo nell’ultimo triennio sono stati oltre cinquanta quelli provenienti dal Nord Africa che hanno lavorato in vigneto durante diversi periodi dell’anno. La collaborazione ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% dei migranti entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa. “Siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento di grandissimo valore etico e morale” ha dichiarato Marco Caprai, aggiungendo che “la sostenibilità di un’azienda non si sostanzia e non si risolve nella sola declinazione ambientale ed economica, perché un’impresa, a maggior ragione se agricola, e ancora di più se di vino, è parte integrante e attiva del territorio, protagonista anche della sua sostenibilità sociale. Negli ultimi anni siamo cresciuti e abbiamo quindi avuto la necessità di manodopera – ha aggiunto Caprai – ma anche la ferma volontà di affidarci a pratiche contrattuali limpide e giuste, grazie alla consulenza degli esperti di Confagricoltura, evitando di affidarci a ditte esterne per la manodopera necessaria: il welfare è un tema importante e serio per un’impresa che voglia essere realmente sostenibile”.

I migranti che hanno trovato il loro futuro nella celebre cantina umbra “sono ragazzi che si prestano al sacrificio, arrivano alle 6 di mattina, tanti di loro in bicicletta, facendo 6-7 chilometri, alcuni in motorino e, via via che le condizioni economiche lo permettono, in automobile” ha ricordato Marco Caprai, sottolineando che “sono una risorsa importante e spesso e volentieri sono la parte migliore dei Paesi da cui scappano: molti di loro hanno studiato, ed è bello vedere che qui trovano un’opportunità, un posto in cui mettere radici. È una storia – ha concluso – che sfata il mito dell’immigrazione che è soltanto un problema: non è così”. Il lavoro e la formazione degli addetti sono da sempre al centro degli interessi della Arnaldo Caprai, per questo motivo sviluppa programmi di training per sviluppare il potenziale dei propri dipendenti nel medio lungo termine ed è anche sede del corso ITS agroalimentare dell’Umbria per il settore vitivinicolo. Nei cinque anni di corso oltre 100 studenti hanno seguito lezioni in azienda e operato direttamente in vigneto e cantina e una dozzina di loro sono stati poi assunti al termine del corso.

Vino, campagna digital apre festa per i 30 anni del Consorzio Gavi

Vino, campagna digital apre festa per i 30 anni del Consorzio GaviMilano, 24 giu. (askanews) – Quattro video dedicati all’approfondimento della conoscenza del territorio e della Denominazione del Gavi Docg, per una campagna digital che dà inizio ai festeggiamenti per i trent’anni del Consorzio Tutela del Gavi, fondato nel 1993.

La campagna realizzata e firmata dall’agenzia Well Com, include due video-interviste al presidente Montobbio, e all’agrotecnico Davide Ferrarese, voci narranti dell’impegno per la tutela e la promozione della Denominazione. A queste interviste si aggiunge un video che racconta le “Terre del Gavi”: un percorso per immagini, attraverso gli 11 Comuni dove è possibile produrre il Gavi Docg, che diventa un ritratto dei territori e della cultura dei luoghi di questa terra di confine tra Piemonte e Liguria. Completa la campagna digital lo spot “La leggenda è una storia vera”, distribuito nelle principali piattaforme editoriali italiane: 30 secondi di immagini suggestive che ripercorrono la storia di Gavia, principessa che giunse sulle colline di Gavi, dove trovò prima rifugio dalle truppe francesi che la braccavano, e infine casa. Al borgo che l’accolse la principessa diede il proprio nome, così come si narra che la giovane abbia ispirato il nome del vitigno che dà origine al Gavi, il Cortese. “Siamo orgogliosi di aver raggiunto in questi tre decenni obiettivi importanti – spiega il presidente del Consorzio, Maurizio Montobbio – e di essere riusciti a custodire un patrimonio di eccellenza viticola, aver portato il Gavi in oltre cento Paesi nel mondo grazie alla qualità dei nostri produttori e poter accompagnare oggi la denominazione verso un futuro sostenibile in cui il modello produttivo rispetti l’ambiente e valorizzi il territorio”.

Il territorio del Gavi è una meta “lenta” ad un’ora da Milano e Genova, poco più da Torino, fuori dai percorsi tradizionali del Piemonte più conosciuto. E’ una terra prossima alla Pianura del Po, protetta dall’Appennino piemontese e vicinissima al mare. La presenza di un vino bianco in una regione più nota per i suoi rossi, si spiega proprio con il profondo legame che la terra del Gavi ha sempre avuto con la Repubblica di Genova: la cucina dei signori genovesi, che qui avevano la loro splendide tenute “di campagna”, era a base di pesce, carni magre e verdure e si sposava perfettamente con il Cortese.

Vino, il 30 giugno e il 1 luglio c’è “Mare e Vitovska in Morje”

Vino, il 30 giugno e il 1 luglio c’è “Mare e Vitovska in Morje”Milano, 23 giu. (askanews) – E’ stata presentata oggi a Sistiana di Duino-Aurisina (Trieste) la 17esima edizione di “Mare e Vitovska in Morje”, l’evento annuale dedicato alla Vitovska, il vitigno autoctono a bacca bianca simbolo del Carso, che si terrà il 30 giugno e il 1 luglio nella meravigliosa cornice del Castello di Duino (Trieste).

Il festival, organizzato dall’Associazione viticoltori del Carso, è un evento che combina la ricchezza della cultura vinicola con un’eccellente offerta culinaria. In degustazione ci saranno oltre una cinquantina di vini prodotti con questa varietà locale cosa che permetterà ai visitatori di conoscere le diverse interpretazioni della Vitovska che saranno proposte dagli stessi viticoltori. Quest’anno le Cantine locali presenti saranno 26: Kraška Domacija Bajta, Budin, Cacovich, Cv-Colja Vino, Cotar Branko & Vasja, Cotova Klet, Grgic, Kocjancic, Lenardon, Merlak, Milic Andrej – Zagrski, Milic Damijan, Rencel Boutique Wines, Skerlj, Škerk, Vinarstvo Emil In Ken Tavcar, Vinakras, Vinarstvo Gec, Vina Vrabec, Zidarich, Milic Stanko, Sancin, Vinska Klet Orel, Vini Ruj, Vina Slamic-Perinova Kmetija e Vina Štoka. Insieme con loro saranno ospiti cinque vignaioli: La Ricolla, Nevio Scala, Cascina Delle Rose, Aleks & Simona Klinec e Burzi Alberto. La manifestazione sarà anticipata mercoledì 28 giugno da “FAI un giro in vigna”, una passeggiata alla scoperta dei vigneti di Martin Merlak con il Fondo ambiente italiano, e, la sera i giovedì 29, da una cena di benvenuto alla Lokanda Devetak.

Il convegno di apertura si terrà venerdi 30 giugno alle 15.30 e avrà come titolo “Vitovska 2050 – Un viaggio verso la sostenibilità, lo sviluppo e la collaborazione per il futuro eno-turistico del Carso”, e vedrà la partecipazione di Matej Skerlj, presidente dell’Associazione dei viticoltori del Carso, Elena Erlicher di Civiltà del Bere, Maurizio Dante Filippi, Best Italian Sommelier 2016, Walter Filiputti, presidente del Consorzio FVG Via dei Sapori, Avguštin Devetak della Lokanda Devetak e David Pizziga, presidente del GAL Carso-LAS Kras. L’apertura ufficiale sarà alle 18 (fino alle 22), con alle 19 e alle 20.30 due degustazioni guidate a cura dell’AIS FVG. Lo stesso programma si ripeterà anche il giorno seguente, sabato 1 luglio. Presenti oltre ai vignaioli anche tanti ristoratori.

Basilicata, “Sirino in Transumanza”: il 25 giugno al via ottava edizione

Basilicata, “Sirino in Transumanza”: il 25 giugno al via ottava edizioneRoma, 23 giu. (askanews) – Preservare le tradizioni agricole e lo stile di vita salutare italiano per le generazioni future, tenendo conto dei cambiamenti climatici e della sicurezza alimentare: è la missione di “Sirino in Transumanza”, la kermesse promossa dalla Fondazione Luigi Diotaiuti ODV, creata dal pluripremiato chef italoamericano, nato a Lagonegro e ambasciatore della cucina lucana nel mondo, che da oltre 25 anni promuove l’Italia e la Basilicata negli Stati Uniti.

L’ottava edizione partirà il 25 giugno, nel parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri, in località La Conserva, nel Comune di Lauria: la cerimonia di apertura sarà seguita da un dibattito con le istituzioni su agricoltura e ambiente, seguito da un approfondimento sull’importanza dell’attività fisica all’aperto e sulla montagna insieme agli esperti del settore, fino alla premiazione di membri della comunità che si sono distinti per le loro qualità. In programma anche un cooking show in cui si mostrerà la realizzazione del caciocavallo podolico, con una nutrizionista che illustrerà i valori nutrizionali dei prodotti utilizzati. “Il caciocavallo podolico, quinto formaggio più caro al mondo, è protagonista del rilancio dell’economia della Basilicata, così come la carne podolica. Bisogna continuare a realizzarli nello stesso modo artigianale, tramandando la nostra cultura e il nostro stile di vita sano”, spiega Luigi Diotaiuti. Fin dall’inizio, alla podolica è stata associata la produzione del rinomato caciocavallo ma, grazie all’introduzione dell’agricoltura meccanizzata, è stata scoperta anche la pregiata qualità della carne podolica. Con la creazione del Libro genealogico nel 1984, l’interesse nei confronti dei bovini podolici è aumentato in maniera esponenziale, tanto che nel 1988 è stata istituita la prima mostra nazionale del bovino iscritto al Libro genealogico della razza podolica e nel 1996 è stato inaugurato il Centro genetico della podolica dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Carne (ANABIC) a Laurenzana.

“Sirino in Transumanza” è un progetto che promuove tutto il territorio del lagonegrese e del promontorio del Sirino ed esalta i prodotti della montagna, dai prodotti di artigianato alle piante officinali, oltre a balli, costumi e giochi antichi quasi scomparsi. Con il patrocinio di Coldiretti Basilicata, ARA Basilicata, Slow Food Basilicata, Comune di Lauria, Proloco di Lauria, Unione Cuochi Lucani, NIAF National Italian American Foundation e altre istituzioni. Luigi Diotaiuti, chef e proprietario pluripremiato del ristorante “Al Tiramisu” a Washington, è considerato tra gli chef italiani più apprezzati d’America, tanto che Hillary Clinton lo ha voluto nel suo American Chefs Corps quando era in carica come Segretario di Stato. Tra i suoi maggiori estimatori, l’ex Segretario di Stato John Kerry, George Clooney, Harrison Ford e Matt Damon. Ambasciatore mondiale della cucina italiana e lucana, sommelier, Diotaiuti è il fondatore e presidente di “Luigi Diotaiuti Odv”, un’organizzazione con sede in Italia che promuove il turismo, l’occupazione e le usanze in via di estinzione per creare fonti alimentari e modelli sostenibili di reddito per tutti.

La Playstation finisce in un piatto di…Pasta Garofalo

La Playstation finisce in un piatto di…Pasta GarofaloMilano, 23 giu. (askanews) – Dopo il formato speciale per celebrare lo scudetto del Napoli, ora tocca al mondo dei videogame con i quattro simboli dei tasti della Playstation che finiscono dritti nel piatto. Dalla insolita collaborazione tra Pasta Garofalo e Sony interactive entertainment è nata infatti “Play your pasta”, un formato in limited edition ispirato alle iconiche shapes PlayStation.

Non è la prima volta che il mondo del cibo si avvicina a quello dei videogame: Playstation ci aveva già provato coi biscotti farciti e ora tocca a uno dei prodotti simbolo delle nostre tavole, la pasta appunto. La partnership tra Sie Italia e Pasta Garofalo “simboleggia il punto di congiunzione tra gaming e gastronomia, gusto e intrattenimento, per celebrare il piacere della condivisione, sia a tavola che nei momenti di intrattenimento videoludico”, si spiega in una nota. Per supportare questa iniziativa di comarketing è stato lanciato anche un concorso PlayYourPasta con un sito web dedicato, che a partire dal 21 giugno invita gli utenti a rispondere ai quiz dedicati al mondo della pasta e del gaming. Mentre chi vuole passare dal virtuale al reale, il 24 e 25 giugno, presso Aaldente PastaBar Cordusio a Milano, potrà assaggiare alcuni piatti realizzati, ovviamente, col nuovo formato di pasta.

A Poggio Cagnano torna la “Sbicchierata” con i vini di 30 aziende

A Poggio Cagnano torna la “Sbicchierata” con i vini di 30 aziendeMilano, 22 giu. (askanews) – Lunedì 3 luglio Cantina Poggio Cagnano di Manciano (Grosseto) accoglie una trentina di aziende vinicole toscane, venete, piemontesi e laziali nell’ambito della seconda edizione della “Sbicchierata”. L’evento si svolgerà nell’azienda vinicola del cuore della Maremma a partire dalle 18 fino a tarda sera, con banco d’assaggio ad ingresso gratuito aperto agli operatori di settore, wine lover e appassionati. La serata sarà accompagnata dalla possibilità di gustare dei piatti espressi firmati “Posto Pubblico” di Castiglione della Pescaia e “Il Germoglio” di Braccagni, e i formaggi dei fratelli Pira della Tenuta Il Radichino.

Saranno presenti i produttori toscani Podere Fedespina, Podere Riparbella, Montevertine, Podere Erica, Castello di Tricerchi, Piombaia, Fonterenza, Bakkanali, Ampelaia, Altura, Formiche, Antonio Camillo, Maliosa, Ranchelle, Bagnolungo, Cantina della Luce, Cantina del Rospo, Sassotondo e Selva Cerrina. Mentre dalle altre tre regioni porteranno i loro vini Filippo Filippi, Musella, Montegoggio, Morra Gabriele, Denavolo, Il Vinco, Andrea Occhipinti e Geremì.

Vino, progetto di enoturismo di La Farra sulle Colline del Prosecco

Vino, progetto di enoturismo di La Farra sulle Colline del ProseccoMilano, 22 giu. (askanews) – L’azienda vitivinicola La Farra di Farra di Soligo (Treviso) ha inaugurato un “progetto enoturistico esperienziale” dedicato ai visitatori della Cantina. Si tratta di un percorso di circa tre chilometri che segue il tracciato preesistente della Strada per il Santuario di Collagù, che si snoda tra i vigneti e i paesaggi più suggestivi delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene dal 2019 patrimonio dell’umanità Unesco.

Un cammino che conduce fino al Belvedere La Farra, un casolare di due piani di proprietà dei fratelli Adamaria, Innocente e Guido Nardi, titolari dell’azienda. Qui i visitatori potranno degustare i vini della Cantina, accedere ad una piccola biblioteca per conoscere la cultura locale, e osservare dall’alto il lavoro dei vignaioli che ha permesso la creazione di un paesaggio agrario detto “a mosaico”, nel quale tanti piccoli appezzamenti di vigneto sono intervallati da boschi o aree improduttive. “Si tratta – spiega Innocente Nardi, contitolare ed enologo della Cantina – di un progetto nato dal desiderio di far vivere agli operatori e consumatori l’esperienza delle Rive eroiche, dove si produce il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, della bellezza del paesaggio e di assaporare la cultura del nostro territorio, anche attraverso la lettura di autori locali o di qualche guida dedicata alla scoperta dei luoghi più significativi, dell’architettura e delle tradizioni popolari, oltre che dei vini”.

Vino, Prà presenta il suo primo Soave da uve di tre diversi cru

Vino, Prà presenta il suo primo Soave da uve di tre diversi cruMilano, 22 giu. (askanews) – Graziano Prà, vignaiolo di Monteforte d’Alpone (Verona), presenta il suo primo Soave prodotto da uve provenienti da tre diversi cru dell’azienda, e con la tradizionale tecnica del taglio del tralcio, che permette un leggero appassimento in vigna. Il vino porta il nome di “Colle Sant’Antonio 2018” ed è un’edizione limitata di circa 3.000 bottiglie con il tappo a vite, chiusura su cui l’azienda scommette da tempo con grande successo.

“E’ un vino che va atteso con pazienza in cantina e frutto di una scrupolosa ricerca all’interno delle nostre ‘uga’, dicitura che nel Soave indica i cru” ha spiegato Prà, sottolineando che “nel corso degli anni, grazie a microvinificazioni separate, abbiamo individuato le tre zone migliori, Ponsara, Froscà e Foscarino, all’interno delle quali selezioniamo vigne vecchie, che vanno dai 50 ai 70 anni d’età”. Ponsara si distingue per essere una zona fresca, ventilata e ricca d’acqua in grado di donare al vino una buona acidità e tensione, Froscà è la zona rivolta a Sud e di matrice vulcanica che garantisce la presenza di note più sapide, mentre Foscarino, esposto ad Est, è il cru che dona corpo al vino. Dopo la ‘diraspapigiatura’ e una pressatura soffice, questo vino fermenta a 13 gradi e viene lasciato affinare in una botte grande di rovere di Allier da 30 ettolitri per i successivi 18 mesi. L’azienda Graziano Prà conta 40 ettari vitati sulle colline del Soave, e otto ettari in quelle della Valpolicella, dove alleva vigneti a 500 metri di quota. Pioniere dell’uso del tappo a vite in Italia e fondatore del gruppo “Gli Svitati”, Prà produce oggi cinque etichette provenienti dai terreni del Soave e la linea Morandina dai vigneti in Valpolicella.

1 prodotto alimentare su 2 consumato al mondo viene da UnionFood

1 prodotto alimentare su 2 consumato al mondo viene da UnionFoodRoma, 22 giu. (askanews) – Un prodotto agroalimentare italiano su due consumato nel mondo proviene dal “perimetro” di Unione Italiana Food, una delle maggiori associazioni di rappresentanza dell’alimentare in Europa con oltre 20 categorie merceologiche, più di 900 marchi e 550 aziende dislocate su tutto il territorio nazionale e oltre 100mila occupati. Unione Italiana Food rappresenta, con una quota export di 18 miliardi di euro (in crescita del 20% rispetto al 2021), il 47% del valore del cibo italiano che finisce sulle tavole globali.

È quanto emerso oggi nel corso dell’assemblea generale di Unione Italiana Food “Identità e internazionalizzazione: il successo dell’alimentare sui mercati esteri”. Durante l’assemblea è stato presentato un rapporto elaborato da Fondazione Edison dal titolo “L’importanza dei settori di Unione Italiana Food nell’economia italiana ed internazionale”. Rapporto che ha messo in evidenza l’enorme valore economico e sociale che i settori rappresentati in UnionFood rivestono per l’Italia. Il report ha evidenziato che, considerati i principali comparti rappresentati da Unione Italiana Food, l’Italia è al primo posto in Europa (davanti a Germania, Francia e Spagna) per valore della produzione e numero di occupati. Nell’analisi è stato individuato un aggregato di 11 prodotti “top” Unionfood in cui l’Italia è prima al mondo sia per export che per surplus commerciale. Se invece si considera singolarmente ciascuno di essi, l’Italia è comunque sempre ai vertici mondiali.

Siamo primi al mondo per bilancia commerciale con l’estero in 5 di essi: pasta secca, cioccolato (escluse le tavolette) e creme spalmabili di cioccolato, pasta ripiena, pasta all’uovo, gelati. E secondi in 6 (caffè torrefatto, panetteria e pasticceria industriale, preparazioni per salse e condimenti, cialde e cialdine, salse di pomodoro e ketchup, fette biscottate). L’export complessivo di questi 11 prodotti top è più che raddoppiato nell’ultimo decennio, passando da 5,8 miliardi di euro del 2012 a 12,2 miliardi del 2022, crescendo dunque in valore assoluto di ben 6,4 miliardi di euro a prezzi correnti.

Il surplus con l’estero degli 11 prodotti top è di 10,5 miliardi di euro nel 2022 e vede l’Italia precedere nettamente Germania, Polonia, Belgio e Svizzera. Ed è tanto elevato che avrebbe ripagato interamente l’import italiano di gas naturale dalla Russia del 2021, oppure abbondantemente l’intero import italiano di smartphone del 2022.