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”Il brolo della Cantina Gorgo” vince Medaglia architettura del vino

”Il brolo della Cantina Gorgo” vince Medaglia architettura del vinoMilano, 28 mag. (askanews) – “Il brolo della Cantina Gorgo” di Custoza (Verona) dello studio Bricolo Falsarella associati ha vinto la prima edizione del concorso “La medaglia dell’architettura del vino”, ideato dall’Ordine degli architetti di Treviso, in accordo con il Comune di Valdobbiadene (Treviso). Il riconoscimento è stato consegnato il 27 maggio nel corso di una cerimonia che si è tenuta in piazza Marconi a Valdobbiadene. Il concorso è dedicato a progetti di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio e dei luoghi votati al vino, “con l’obiettivo di sviluppare una riflessione collettiva sul rapporto tra i luoghi del vino e le infrastrutture che contribuiscono a organizzare e definire in modo sostenibile suoi paesaggi”.


“Il brolo della Cantina Gorgo” è stato premiato “per la capacità di unire materialità e senso della composizione, e poiché risponde agli obiettivi del premio con un intervento di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio entro un processo di riuso e ampliamento dell’esistente. Un esempio di eleganza e misurato riuso dello spazio”. A selezionarlo, tra i 32 progetti presentati, è stata la giuria di esperti, scelti in rappresentanza di un mondo articolato nell’ambito degli studiosi del Paesaggio in generale e dei territori del vino in particolare: gli architetti Gerd Bergmaister e Fiorenzo Valbonesi, l’urbanista Paola Cigalotto, l’antropologo Simone Ghiaroni, e l’agronoma ed esperta di paesaggio, Camilla Zanarotti. La giuria, “nel sottolineare la qualità generale dei progetti arrivati”, ha ritenuto opportuno assegnare, oltre alla medaglia, anche due menzioni speciali “in quanto due progetti rappresentano diversi modi dell’agire umano nei delicati paesaggi vitati, approcci che giungono ad azioni condivise e a volte all’incontro tra progetto e comunità, espressioni di interessanti soluzioni formali che, se pur opposte, mostrano due declinazioni di un tema che mette fortemente in relazione l’architettura dell’abitare e della produzione con l’esperienza immersiva nella natura”. Dunque, una menzione speciale è andata all’opera “La pausa”, dell’architetto Stefano Tinelli &Co. in località SottoPerlo, Funer di Valdobbiadene (Treviso).


Un riconoscimento attribuito “per il recupero di un complesso di edifici all’interno di un paesaggio boschivo in avanzata su terrazzamenti abbandonati. Il progetto e la successiva realizzazione collettiva – ha aggiunto la giuria – creano un luogo inteso come spazio praticato, come ambiente di sviluppo di pratiche materiali, in un collettivo ibrido composto da umani, viventi non umani, idee e valori”. Seconda menzione speciale per l’opera “Nuova Cantina Pieropan” di A.c.M.e. Studio associato di architettura a Soave (Verona), “per l’inserimento paesaggistico di un’opera di estese dimensioni, che si inserisce, con capacità e attenzione per il contesto, nell’ambiente circostante, con delle linee semplici ed eleganti”. Foto di Cantina Gorgo

Vino, “Cantine Aperte 2024”: edizione record con circa 600 Cantine

Vino, “Cantine Aperte 2024”: edizione record con circa 600 CantineMilano, 28 mag. (askanews) – Record di Cantine coinvolte e un importante flusso di visitatori: questo il bilancio di “Cantine Aperte 2024” che sabato 25 e domenica 26 maggio ha dato il via alla stagione enoturistica. Le circa 600 Cantine aderenti a questa 32esima edizione hanno incontrato la grande community di wine lover sempre più curiosi di conoscere i migliori vini della Penisola partendo dal territorio.


La manifestazione, organizzata dal Movimento turismo del vino (Mtv), vuole celebrare la cultura enologica italiana mettendo in luce “il costante impegno delle nostre Cantine nel combinare la passione per l’ospitalità con l’educazione al consumo consapevole e il piacere della degustazione”. Un calendario di attività “che ha coinvolto grandi e giovani appassionati valorizzando i vini e i prodotti tipici più apprezzati di ogni regione, attraverso il dialogo diretto con i produttori, capaci di trasmettere il loro background e il loro amore per il vino attraverso il racconto del territorio e della storia della propria azienda”. Le degustazioni sono state affiancate da numerosi laboratori che hanno dato la possibilità di conoscere e apprezzare le produzioni territoriali più tradizionali. Tra le Cantine del circuito Mtv c’è chi ha dato risalto alle iniziative di carattere naturalistico, come escursioni in bici o a cavallo immerse nella natura, chi ha dato spazio all’arte con laboratori di ceramica, artigianato e pittura, chi ha optato per visite guidate nei borghi più belli d’Italia o ha proposto attività all’insegna del relax e del benessere.


“Quest’anno abbiamo raggiunto nuovi traguardi con una partecipazione record che testimonia l’amore crescente per il vino, per i territori enologici di tutta Italia, per la cultura e la storia che lo circondano” ha dichiarato il presidente di Mtv, Nicola D’Auria, ricordando che “la nostra missione, quella di promuovere l’enoturismo di qualità all’interno di ogni regione, ha ricevuto un riscontro incredibile, evidenziato dall’entusiasmo e dall’interazione di migliaia di persone che hanno preso parte all’evento e il grande coinvolgimento delle nostre Cantine da ogni angolo dello Stivale”.

Vino, Mastroberardino (Federvini): serve far crescere percezione valore

Vino, Mastroberardino (Federvini): serve far crescere percezione valoreMilano, 27 mag. (askanews) – Piero Mastroberardino ha appena compiuto 58 anni e rappresenta la decima generazione alla guida dell’azienda di famiglia, Cantina baluardo delle viticultura autoctona in Irpinia. Docente universitario di Business Management, dal 2015 a capo dell’Istituto Grandi Marchi, Mastroberardino è un imprenditore determinato con grande esperienza e conoscenza del comparto vitivinicolo, oltre che un liberista convinto, sostenitore ‘dello straordinario potenziale competitivo del nostro Paese, che corre sulle gambe di piccoli e medi imprenditori e che la parte pubblica continua invece a rallentare’. Askanews lo ha incontrato in qualità di vicepresidente di Federvini, l’associazione nazionale che raccoglie gli imprenditori del settore vitivinicolo, degli spirit e degli aceti di cui in passato è stato anche presidente.


Il tema del valore è centrale per il vino italiano: negli ultimi anni è cresciuto tanto ma molto c’è ancora da fare. Quali sono le strategie da mettere in campo? ‘Ristrutturazione dei vigneti, riqualificazione produttiva, elevare il più possibile la qualità media dell’output della nostra filiera ed evitare operazioni a livello aggregato che incentivano la distruzione di questo patrimonio. Da imprenditore voglio che la filiera riesca a portare valore nel suo insieme, non ho mai creduto nella Politica agricola comune che sostiene che per regolare armonicamente il rapporto fra domanda e offerta, serve tagliare quest’ultima’ ha spiegato Mastroberardino, aggiungendo che ‘dato che il mercato e l’offerta del vino sono fortemente segmentati, bisogna consentire di crescere a territori che ne hanno le potenzialità, non penso che la soluzione sia chiudere il rubinetto così c’è meno prodotto e cresce il valore. Lavoriamo con il marketing strategico, facciamo in modo che ciò che realizziamo faccia percepire che qui c’è valore, serve un’operazione di sistema che faccia crescere la percezione di valore’. Nel settore vitivinicolo il mondo cooperativo ha un peso molto rilevante, che ruolo può giocare sul fronte del valore del prodotto? ‘L’auspicio è che all’interno di questa realtà prevalga chi è impegnato a creare branding. Ce ne sono, tanto è vero che anche al nostro tavolo siedono alcuni player del mondo della cooperazione che sono quelli che da tempo hanno scelto di costruire brand, e quindi lavorano come un ombrello sotto il quale ci sono tanti marchi come farebbe una grande impresa privata, o con un singolo brand come lavora la piccola impresa privata’ ha continuato il vicepresidente, precisando che ‘il tema è lavorare tutti insieme per elevare il valore della filiera attraverso la percezione del suo output, che è la bottiglia di vino, perché questo è l’unico modo che abbiamo per alimentare il flusso di nostri investimenti a monte, nella fase produttiva, dove negli anni abbiamo fatto passi molto importanti rispetto ai nostri competitor: gli investimenti che sono stati fatti in viticoltura in Italia, in Francia non sono stati fatti’.


Tra i modelli del vino che vengono evocati oggi, c’è quello di piccoli territori estremamente vocati come ad esempio Montalcino. ‘Non credo che alcuna Denominazione con il potenziale produttivo di Montalcino abbia intenzione di scegliere solo un posizionamento altissimo, tutte hanno bisogno di avere una base che vada su un segmento di mercato un pochino più ‘comodo’. Il posizionamento non lo fanno i territori ma le imprese, quindi questa cosa compete all’imprenditore e non, ad esempio, al Consorzio che per legge mette allo stesso tavolo visioni diverse del prodotto’ ha replicato Mastroberardino, ricordando che ‘i Disciplinari di produzione, per quanto li si voglia stringere, hanno maglie larghe e alle fine è il mercato che seleziona l’offerta: è l’imprenditore che deve sapere come posizionare il suo prodotto non certo delegarlo al direttore del Consorzio’. Nel nostro Paese lo stock di vino invenduto supera i 50 milioni di ettolitri e periodicamente si torna a parlare di eradicare i vigneti. ‘La posizione di Federvini è sempre la stessa, bisogna fare un’analisi seria del potenziale produttivo del vigneto da uva da vino, cosa che non è mai stata fatta per una serie di resistenze dei vari mondi che compongono la filiera. Se si fa questo, il problema si risolve perché tu sai da dove proviene l’uva, sai che quella è uva da vino, sai che viene vinificata e quel’è il potenziale di offerta’.


Altro tema che torna ciclicamente è quello della riduzione delle oltre 520 Denominazioni del vino italiano. ‘Ho iniziato a lavorare in questo settore con il 930 (Decreto del 1963 che dava il via alla legislazione moderna sul vino, ndr), ho visto la 164 (Legge del 1992 che disciplinava le Denominazioni d’origine, ndr) e poi, dopo altre peripezie, siamo arrivati nel 2016 al cosiddetto Testo unico: la normativa sul vino ha al suo interno tutte le risposte ma non sono mai state applicate’ ha sottolineato il vicepresidente di Federvini, spiegando che ‘se ci sono delle Denominazioni fantasma prendiamone atto e facciamo in modo di accorparle, ma la stragrande maggioranza ha dietro un’economia produttiva del territorio e quindi penso che sia dovere degli operatori cimentarsi con la propria capacità di creare valore, di elevare il valore del proprio prodotto. Il sistema del posizionamento funziona se tutti vanno in maniera congruente verso un obiettivo compatibile – ha proseguito – e questo succede quando ci si aggrega su base spontanea, mentre è difficile che succede ad un tavolo consortile dove, ad esempio, può passare la proposta di introdurre il ‘bag-in-box’ con il rischio di compromettere l’immagine della Denominazione’. Un argomento caldo in questi mesi è quello dei vini ‘low e no alcol’, segmenti considerati ovunque in forte ascesa e per i quali il mercato italiano chiede una normativa specifica, dato che oggi la produzione di dealcolati non è possibile. ‘Al nostro interno abbiamo sensibilità diverse: ci sono operatori che sono poco fiduciosi nei risultati organolettici dei prodotti che sono stati attualmente sperimentati, mentre altri sostengono che abbiamo il dovere di esplorare degli spazi di mercato soprattutto se si rivolgono ad un segmento, magari giovanile, che in questo momento sta perdendo qualche colpo nell’avvicinamento ai vini di pregio’ ha messo in luce Mastroberardino, secondo cui ‘il tema va declinato più nel dettaglio: primo, bisogna aprire il confronto, serve discuterne e sperimentare, secondo, bisogna scegliere la soluzione tecnica che ci consenta di avere un output il più possibile vicino alla nostra idea estetica del vino, nei suoi canoni edonistici, perché il tema del prodotto a basso o a zero tenore alcolico sono argomenti molto diversi tra loro. Per quanto riguarda l’alcol zero – ha puntualizzato – in giro ci sono prodotti pieni di zucchero e noi si può fare fare la guerra all’alcol per poi avere lo zucchero che abbiamo bandito dalla nostra dieta: se facciamo il dealcolato non fermentando, quindi con tutti gli zuccheri dentro, abbiamo un prodotto pesante, poco digeribile, senza il vettore dei profumi: così è meglio non farlo’.


‘Ma ci sono altre soluzioni – ha ricordato il vicepresidente della Federazione – per esempio ragionando su un prodotto a più basso tenore alcolico, ottenuto anticipando la raccolta e puntando su maggiore acidità e freschezza: la scommessa è riuscire a trovare un nuovo equilibrio gustativo diverso da quello che oggi riteniamo ottimale per un vino di pregio, magari tirando fuori cose diverse da quelle oggi degustiamo ma non così distanti. Non nascondo che nella nostra Cantina, ad esempio, sto lavorando insieme con le mie figlie che hanno poco più di vent’anni, a delle soluzioni che ci consentano di ricercare nuovi equilibri su un segmento diverso’. A Verona il mese scorso è andata in scena la 56esima edizione di Vinitaly, un’edizione in cui si è respirato un’aria molto positiva. ‘Il bilancio è buono, la fiera ha funzionato e abbiamo rivisto operatori delle Americhe, dell’Asia e dell’Australia. Per il sistema vino italiano, Vinitaly resta un riferimento importante, che quest’anno ha potuto anche godere di un momento di grande euforia, dell’aria di smobilitazione che si è respirata a Prowien e del fatto che Wine Paris non riesce ad essere un vero evento internazionale perché mantiene una forte vocazione nazionale’ ha rimarcato Mastroberardino, rimarcando che ‘questa fase è da cavalcare, non dobbiamo rinunciare a nulla della nostra strategia di sistema Paese, e quindi è urgentissimo che l’ente fiera di Verona si sieda al tavolo con le amministrazioni e risolva problemi annosi: il ragionamento sugli aspetti infrastrutturali non è più differibile’.

Cons. Vini Doc Sicilia: successo per nostri spot in Italia e Germania

Cons. Vini Doc Sicilia: successo per nostri spot in Italia e GermaniaMilano, 27 mag. (askanews) – Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ha annunciato il successo riscosso dalla campagna promozionale realizzata nel corso di questi ultimi mesi in Italia e Germania, basata sulla diffusione sulle principali piattaforme digitali di due spot pubblicitari sulle eccellenze del territorio vinicolo siciliano.


“Gli spot sono stati pensati per promuovere l’unicità della nostra terra, esaltando in particolare i vini Grillo e Nero d’Avola” ha dichiarto il vicepresidente del Consorzio, Giuseppe Bursi, spiegando che l’obiettivo è stato quello di trasmettere l’atmosfera accogliente della Sicilia del vino, caratterizzata da colori vivaci, suoni autentici e sapori intensi, tutti elementi che trovano espressione nei vini Doc Sicilia”. La campagna è stata programmata in un momento in cui si sta registrando un interesse crescente da parte dei consumatori in particolar modo per i suoi vini bianchi. “Un successo sostenuto da investimenti significativi in ricerca e qualità, oltre che da un’accoglienza di alto livello offerta dalle Cantine del territorio” ha ricordato il Consorzio, sottolineando che “anche in un anno complesso come il 2023 il settore ha mostrato una resilienza notevole: pur registrando, infatti, una riduzione nelle raccolte dovuta agli eventi climatici estremi e alla peronospora, i vini bianchi e le coltivazioni biologiche hanno trainato la regione sul mercato nazionale”.

Vino, “Enovitis in campo”: i vincitori di ‘Innovation challenge 2024’

Vino, “Enovitis in campo”: i vincitori di ‘Innovation challenge 2024’Milano, 27 mag. (askanews) – E’ una viticoltura sempre più digitalizzata e adattiva quella fotografata dall’”Innovation Challenge Lucio Mastroberardino 2024″, il concorso di “Enovitis in campo” che ogni anno, in occasione della rassegna dinamica di Unione italiana vini (Uiv) dedicata proprio alle macchine e attrezzature da vigneto, seleziona le più interessanti novità e soluzioni per progresso tecnico, efficienza e funzionalità, sostenibilità, praticità, impatto ambientale e qualità del lavoro.


Automazione, precisione e gestione “just in time” sono infatti il minimo comune denominatore tra le proposte vincitrici, che si distinguono in “Technology Innovation Award”, il riconoscimento assegnato alle opere che vantano significativi elementi di progresso per diversi parametri qualitativi, e “New Technology”, riservato a tecnologie, macchine o prodotti che si sono distinti per almeno uno dei parametri di valutazione previsti nel regolamento del concorso. A questi si aggiunge, come novità dell’edizione 2024, l’inedito “Green Innovation Award”, una menzione per le opere che presentano caratteristiche specifiche che consentono di ottenere miglioramenti in uno o più dei seguenti obiettivi ambientali della tassonomia verde, in coerenza con le definizioni previste dal regolamento Ue (2020/852 del 18 giugno 2020): mitigazione climatica, economia circolare, consumi idrici e conservazione e miglioramento della fertilità del suolo. I vincitori saranno premiati il prossimo 12 giugno durante la cerimonia inaugurale della 18esima edizione di “Enovitis in campo”, in programma fino al giorno seguente presso presso l’azienda agricola Agrivar di Palazzo di Varignana a Castel San Pietro Terme (Bologna). A guadagnarsi il “Technology Innovation Award”, l’app per agricoltura digitale “iAgro” di Agrobit, e il “Target” di Topcon Positioning Italy, un sistema di controllo dell’irrorazione a rateo variabile. Si posizionano invece tra le “New Technology” il “FieldView Spray kit” di Bayer CropScience, uno strumento per gestire al meglio la distribuzione dei prodotti fitosanitari in campo; “Ecodian LB” di Gea, diffusore di feromone a forma di filo per la distrazione sessuale della Tignoletta; il “Dropsight” di METOS Italia, uno strumento per misurare l’efficienza di distribuzione del formulato sulle superfici naturali delle piante; il “Palo Eclipse” e la “Pinna per palo Infinity” del Mollificio Bortolussi-Vignetinox; e l’atomizzatore “Typhoon TL” di Ricosma.


Lavorano infine sulla gestione irrigua i primi due premiati per il “Green Innovation Award”: “xIdro Irrigazione Automatica” di XFarm Technologies e “Tempus Air” di I.S.E. (The Toro Company).

”VitignoItalia 2024″: dal 2 giugno l’Italia del vino in scena a Napoli

”VitignoItalia 2024″: dal 2 giugno l’Italia del vino in scena a NapoliMilano, 27 mag. (askanews) – Cresce l’attesa per la 18esima edizione di “VitignoItalia 2024”, il Salone dei vini e dei territori vitivinicoli italiani di Napoli, che per la prima volta animerà i grandi spazi della Stazione Marittima da domenica 2 a martedì 4 giugno.


Presenti oltre 1.500 etichette di ben 300 aziende, con grande rappresentanza delle Cantine campane, cuore pulsante della manifestazione, ma anche tanto spazio alle realtà enologiche più interessanti dell’intera Penisola: dalle bollicine della Lombardia e del Veneto, ai grandi bianchi del Trentino, dell’Alto Adige, della Sicilia passando per le Marche, ai grandi rossi toscani, delle Langhe, dell’Abruzzo e tante altre etichette d’eccellenza da ogni angolo della Penisola. Nonché la presenza del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg, il Consorzio di Tutela Vini Roma Doc, il Consorzio Doc Friuli e, dalla Sicilia, l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio. “Quella di quest’anno è un’edizione più che mai ibrida che vedrà in dialogo produttori, professionisti del settore ma anche studiosi e comunicatori per un percorso degustazione ancora più immersivo, garantito anche dagli ampi spazi della Stazione Marittima” ha spiegato il direttore di “VitignoItalia”, Maurizio Teti, aggiungendo “non vediamo l’ora di offrire a tutti, dagli appassionati agli operatori del trade, una tre giorni che metta in luce non solo la qualità e la diversità dei vini italiani, ma anche tutte le connessioni trasversali che caratterizzano il nostro format”.


In calendario “una panoramica non solo sui grandi terroir ma anche su tutte le ibridazioni tra il vino, la letteratura e la scienza”: dall’appuntamento alla scoperta degli “under water wines” dal titolo “Il vino e il mare”, alla degustazione al buio con Luca Boccoli, passando dalla presentazione di libri e guide presso l’Agorà. e tante altre masterclass che “offriranno ai visitatori l’opportunità di approfondire le Denominazioni più affascinanti della Penisola”. Anche questa edizione vedrà confermata la partnership con Ice che si concretizzerà con la partecipazione di venti buyer provenienti da 18 Paesi: dalla Germania, Croazia e Ungheria alla Svezia e Libano, fino oltreoceano dal Canada e Usa. Un gruppo selezionato di operatori del settore presenti nelle prime due giornate dell’evento e poi impegnati in un “educational tour” nei Campi Flegrei, per approfondire uno dei territori del vino più affascinanti della regione. “Il tutto – hanno evidenziato gli organizzatori – in linea con la combinazione che da anni scrive il successo del format, ossia integrare il percorso degustazione a momenti ‘business oriented’ focalizzati sul trade e sulla promozione del vino sui mercati esteri”.


Tra le novità di quest’anno anche una serata dedicata ai più giovani con la “preview” di “VitignoItalia” in programma sabato 1 giugno, orientata all’educazione al consumo moderato e responsabile.

Consorzio Prosecco Doc: Zanette lascia presidenza. Ecco il nuovo Cda

Consorzio Prosecco Doc: Zanette lascia presidenza. Ecco il nuovo CdaMilano, 26 mag. (askanews) – Dopo dopo quattro mandati consecutivi alla guida del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Stefano Zanette lascia. L’annuncio è arrivato all’assemblea dei soci che la sera del 24 maggio ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio 2023 e il previsionale 2024. A Zanette sono arrivati e i saluti e i complimenti “per i risultati per nulla scontati” raggiunti dalla Denominazione e diventati “esempio e ispirazione per molte altre realtà”, dal presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, e dall’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, a cui si sono poi aggiunti quelli per lettera dei governatori di Veneto e FVG, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, oltre che del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.


L’addio dopo 12 anni del 64enne alla guida della Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto, arriva dopo quelli recentissimi di Elvira Bortolomiol al vertice del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg, e di Ugo Zamperoni alla presidenza di quello dell’Asolo Montello, una situazione che evidenzia come l’intero Sistema Prosecco sia ad una svolta. L’altra sera Zanette ha concluso l’incontro con un commuovente e applauditissimo intervento durante il quale ha tracciato un ritratto della Denominazione dal momento in cui è stata concepita ad oggi, passando attraverso i vari passaggi e gli importanti risultati raggiunti in questi 15 anni di vita. Ha quindi ringraziato i dipendenti, i consiglieri, il direttore Luca Giavi, il vicedirettore Andrea Battistella e i numerosi collaboratori che hanno contribuito con il loro impegno al clamoroso successo della Denominazione Prosecco Doc, che anche oggi, in controtendenza rispetto al mercato del vino nel suo complesso, registra un trend positivo.


Il voto successivo ha stabilito che nel nuovo Cda del Prosecco Doc entrano per i vinificatori il presidente uscente Stefano Zanette, Antonio Zuliani, Pietro Zambon, Roberto Lorin, Franco Passador, Claudio Venturin, Stefano Berlese, Giovanni Ciet, Giancarlo Guidolin, Pierclaudio De Martin, Giancarlo Moretti Polegato e Domenico Zonin. Per la categoria imbottigliatori, Alessandro Botter, Gabriele Cescon, Giorgio Serena, Antonio Brisotto, Giorgio Pizzolo e Alessio Del Savio. E infine per i viticoltori, Giuseppe Facchin, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e Mattia Mattiuzzo. Il collegio sindacale sarà formato dai candidati Giuseppe Fiabane, Flavio Bellomo, Sandro Sartor, Ivan Molaro e Marco Filippi. Tocca ora al neonato Consiglio decidere il nome del nuovo presidente: la data non è ancora stata definita ma verrà individuata a breve dal consigliere più anziano. Se i successori di Bortolomiol e Zamperoni dovrebbero essere Franco Adami e Michele Noal, quello di Zanette appare meno prevedibile, anche se più di un consigliere fa il nome di Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi.

Vino, il 30 e 31 maggio a Cagliari il 77esimo Congresso di Assoenologi

Vino, il 30 e 31 maggio a Cagliari il 77esimo Congresso di AssoenologiMilano, 26 mag. (askanews) – “Il vino: un’isola di valori – Competenze, sostenibilità e biodiversità per un mercato di successo”: questo il titolo del 77esimo Congresso nazionale di Assoenologi che si tiene giovedì 30 e venerdì 31 maggio alla Galleria Umberto I di Cagliari. Tra i tanti e qualificati relatori ed ospiti, giovedì sono previsti anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e l’imprenditore Brunello Cucinelli.


A salutare l’avvio dei lavori saranno il presidente nazionale, Riccardo Cotarella, e il presidente della Sezione Sardegna di Assoenologi, Mariano Murru, seguiti, tra gli altri, dalla governatrice Alessandra Todde. Al centro del congresso annuale ci saranno in particolare i temi della sostenibilità ambientale ed economica, le nuove tendenze dei consumatori e dei mercati, nonché aspetti legati al territorio sardo, con una specifica sessione dedicata alla degustazione di vini con due masterclass. Da segnalare, venerdì mattina, Fadi Batarseh, enologo della Cantina Cremisan vicino a Betlemme, curata dai Salesiani, che parlerà di “Viticoltura eroica in una terra martoriata”. “Tutto il Congresso, dall’inizio alla fine, riserverà grandi spunti di riflessione e sarà una grande occasione per capire meglio i mercati internazionali del vino. L’obiettivo di questo appuntamento è offrire un contributo importante agli enologi e ai produttori per indirizzare le scelte future” ha affermato Cotarella, spiegando che “lo faremo senza preconcetti e analizzando i mercati a ogni latitudine del pianeta e soprattutto lo faremo con i massimi esperti dell’enologia mondiale”.

Vino, Proposta Vini ha ottenuto la certificazione “Family Audit”

Vino, Proposta Vini ha ottenuto la certificazione “Family Audit”Milano, 26 mag. (askanews) – Proposta Vini ha ottenuto la certificazione “Family Audit”, uno strumento di management e di gestione delle risorse umane a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che, su base volontaria, intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire il bilanciamento degli impegni di vita e di lavoro dei propri dipendenti.


“La certificazione ‘Family Audit’ rappresenta il riconoscimento formale del nostro impegno quotidiano nel valorizzare le persone che lavorano con passione e dedizione in Proposta Vini” ha spiegato Andrea Girardi, che con il padre Gianpaolo guida l’azienda trentina che distribuisce vini e liquori in Italia, aggiungendo che “l’attenzione al benessere e alle esigenze di ogni membro dell’azienda è uno dei pilastri della nostra realtà nonché un profondo atto di sostenibilità e responsabilità sociale. Oltre alle pratiche già messe in atto – ha proseguito – nei prossimi anni lavoreremo sull’introduzione della banca ore e metteremo a disposizione nuovi spazi dedicati all’attività sportiva: nella nuova sede, pronta nel 2025, sarà presente una palestra, aperta a tutti anche nel weekend, a cui si aggiungeranno nuove aree e sale relax, per un maggior benessere psicofisico dei dipendenti”. Dopo l’abolizione del sabato lavorativo per i propri impiegati di magazzino, Proposta Vini ha annunciato che “nel corso dei prossimi anni sarà impegnata nel mettere in campo nuove azioni, in particolare: flessibilità oraria, conciliazione vita-lavoro e ‘diversity equality and inclusion’”.

Vino, 68 vini di 29 produttori altoatesini al top nelle guide 2024

Vino, 68 vini di 29 produttori altoatesini al top nelle guide 2024Milano, 25 mag. (askanews) – Da “Decanter” a “The Wine Advocate”, da “Vinum” a “Falstaff” fino a “James Suckling” e “Gault&Millau”: sono 99 le volte che i vini dell’Alto Adige sono stati premiati con il massimo del punteggio dalle guide enologiche 2024.


“Quello dei Vini dell’Alto Adige è un lavoro corale alla ricerca della qualità”: questi riconoscimenti sono un plauso a ogni produttore che interpreta il nostro terroir in maniera unica e riconoscibile” ha affermato Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige, aggiungendo che “il numero record di punteggi ricevuti è distribuito sia in termini di tipologie di vini che di cantine, segno di un alto livello in tutta la filiera”. Per stilare questa classifica il Consorzio ha considerato i punteggi massimi raggiungibili nelle singole guide e i premi speciali messi in palio. A vantare almeno uno di questi risultati sono state 29 aziende, con la Cantina Terlano che comanda la classifica con 21 valutazioni massime assegnate ai suoi vini. Seguono la Cantina Produttori San Michele Appiano con dieci, Nals Margreid con otto, Cantina Tramin con sette e Cantina Girlan e Manincor con sei. La Cantina Kurtatsch raggiunge quota cinque, mentre Cantina Andriano, il Gump Hof – Markus Prackwieser nonché le tenute Kornell e Pfitscher si aggiudicano tre valutazioni ciascuna.


Ampia anche la base di valutazione dei vini, che vedono i bianchi guidare con 60 punteggi massimi per 39 diversi vini. Seguono i vini rossi con 30 e i vini dolci con 9 valutazioni al massimo livello. Sono tanti anche i premi speciali che ogni anno le guide aggiudicano a chi riesce ad eccellere in una categoria specifica. La guida “Vinum” ha decretato Manincor “Tenuta dell’anno”, Pfitscher realtà emergente e Untermoserhof “Scoperta dell’anno”. Per “Gault&Millau”, Florian Brigl della Tenuta Kornell è il “Personaggio dell’anno”, Gump Hof – Markus Prackwieser è la “Collezione dell’anno”, mentre il “2015 Merlot-Cabernet Riserva Tres” della Cantina Kurtatsch è la “Novità vinicola del 2024”. Foto di Sudtirol Wein