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Vino, Consorzio Asti Docg: Biagio Soave è stato imprenditore importante

Vino, Consorzio Asti Docg: Biagio Soave è stato imprenditore importanteMilano, 8 ago. (askanews) – Il Consorzio Asti Docg ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Biagio Soave, “imprenditore di Nizza Monferrato che è stato tra le figure di spicco dell’imprenditoria astigiana del mondo del vino”.


“Soave – ha ricordato il Consorzio – per anni ha portato con competenza e dedizione il suo contributo alla direzione di brand noti e importanti del settore vinicolo piemontese e italiano, quali Riccadonna di Canelli e Bersano di Nizza Monferrato, case spumantiere che ancora oggi rivestono un ruolo prezioso nello sviluppo e nella promozione dell’Asti Spumante del Moscato d’Asti”. L’ingegner Soave, originario di Castelnuovo Belbo, aveva 94 anni. La sua scomparsa era stato comunicata dalla famiglia dopo il funerale che si era tenuto il 5 agosto a Nizza Monferrato.

Consorzio Tutela Pesca Leonforte: Di Stefano riconfermato presidente

Consorzio Tutela Pesca Leonforte: Di Stefano riconfermato presidenteMilano, 7 ago. (askanews) – Domenico Di Stefano è stato riconfermato per acclamazione presidente del Cda del Consorzio Tutela Pesca di Leonforte: lo guiderà per i prossimi tre anni e sarà affiancato dalla vicepresidente Petronilla Virzi e dai consiglieri Salvatore Astolfo, Gaetano Di Franco e Giuseppe Erbicella.


“Mi impegnerò a fare il possibile per soddisfare le esigenze dei produttori e far crescere le nostre aziende e i nostri sogni” – ha affermato Di Stefano, aggiungendo che “il Cda espressione del Consorzio sarà un luogo di confronto tra persone che condividono gli stessi valori e quella passione per il proprio lavoro che fanno della Pesca di Leonforte IGP un prodotto unico al mondo e di assoluto pregio”. La produzione della Pesca di Leonforte IGP si aggira intorno alle 1.500 tonnellate e la distribuzione avviene per il 90% in Italia soprattutto in Italia grazie a grandi catene della Gdo, tra i Paesi di esportazione figurano principalmente la Germania, la Francia e la Svizzera. L’estensione della superficie su cui si oggi si coltiva la Pesca di Leonforte Igp è circa 140 ettari, i soci del Consorzio sono 18 tra produttori e confezionatori che rappresenta più dell’89% della produzione di questa eccellenza siciliana importante motore di sviluppo per il suo territorio di riferimento.


Il Consorzio, oltre agli obiettivi perseguiti e annunciati durante l’assemblea dei soci, focalizzati sulla promozione e la tutela di questo frutto, lavora fino dalla sua costituzione nel 2021 alla creazione di una rete intersistemica efficiente. Il prossimo appuntamento è a Leonforte, il prossimo 12 settembre, per la presentazione del nuovo sito web istituzionale del Consorzio di Tutela.

Vino, Consorzio Etna Doc: da 12 a 14 settembre tornano gli “Etna Days”

Vino, Consorzio Etna Doc: da 12 a 14 settembre tornano gli “Etna Days”Milano, 7 ago. (askanews) – Centoventi produttori, oltre 500 etichette e più di 40 giornalisti di settore italiani, americani ed europei pronti ad alzare i calici. Sono i numeri della terza edizione degli “Etna Days”, l’evento del Consorzio Tutela Vini Etna Doc in calendario dal 12 al 14 settembre al Picciolo Etna Resort di Castiglione di Sicilia (Catania). Una tre giorni di degustazioni, visite in cantina, incontri con i produttori, approfondimenti e walk around tasting riservata alla stampa specializzata per scoprire i vini prodotti alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa.


Si parte giovedì 12 settembre con il focus “Dall’Etna al vigneto Italia. Il futuro del vino sui mercati internazionali”: introdotto dal presidente del Consorzio, Francesco Cambria, il confronto, moderato dal direttore Maurizio Lunetta, vede la partecipazione di Luigi Moio, presidente dell’Oiv, di Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio di Uiv e di Bertrand Gauvrit, direttore dell’Association des Climats du vignoble de Bourgogne. Si prosegue con la degustazione tecnica di oltre 500 etichette Etna Doc e il successivo walk around tasting con i produttori. Nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 settembre i giornalisti saranno suddivisi in gruppi per le visite guidate di 120 cantine e vigneti selezionati tra diversi versanti e contrade. Chiude il programma degli “Etna Days” la degustazione serale nel centro storico di Catania. Prima Denominazione ad essere istituita in Sicilia nel 1968 e tra le pioniere in Italia, l’Etna doc si estende su un vigneto di 1.500 ettari racchiusi in 20 Comuni e 133 contrade. Oggi l’omonimo consorzio di tutela, che rappresenta il 90% del potenziale produttivo complessivo, riunisce 220 aziende per una produzione media annua di 6 milioni di bottiglie, di cui il 60% viene esportata, in particolare negli Stati Uniti, in Canada, Svizzera e Regno Unito.

Vino, Proposta Vini punta a chiudere 2024 con crescita tra 4 e 6%

Vino, Proposta Vini punta a chiudere 2024 con crescita tra 4 e 6%Milano, 6 ago. (askanews) – “L’andamento del fatturato totale nel periodo gennaio – giugno di questo 2024 è in linea con l’anno scorso (+0,11%). Mantenere il nostro posizionamento e l’andamento delle vendite in linea con il 2023 è per noi molto significativo, a dimostrazione del gran lavoro che compiamo da oltre quarant’anni per valorizzare le eccellenze dei nostri produttori e per garantire un servizio di altissimo livello ai nostri clienti. Guardando complessivamente al 2024, puntiamo e stimiamo di raggiungere alla fine dell’anno un incremento complessivo tra il 4 e il 6%”. Lo ha affermato Gianpaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini, tra i principali player della distribuzione italiana, con oltre 3.500 referenze in catalogo e un fatturato che nel 2023 ha superato i 28 milioni di euro con oltre 2,8 milioni di bottiglie vendute.


“Marzo, maggio e giugno sono stati i mesi più a rilento, complice la situazione metereologica instabile che in buona parte dell’Italia ha ritardato la partenza della stagione estiva, mentre abbiamo registrato una buona performance a gennaio, febbraio e aprile” ha proseguito Girardi, ricordando che lo scoppio ritardato dell’estate soprattutto al Nord Italia ha inciso in maniera significativa sui consumi del fuori casa. “Ad esempio – ha precisato – la sponda trentina del Lago di Garda ha registrato una contrazione del 20%, mentre le altre aree della provincia di Trento si sono attestate a -4%”. “Dopo la flessione di giugno, l’andamento del fatturato è tornato a crescere nel mese di luglio segnando +14%” ha continuato, evidenziando che “i vini fermi a valore sono in linea con l’anno precedente (-1%), mentre bollicine e champagne sono in calo. Molto buona la performance degli spirits – ha messo in luce – che registrano un +40% a valore, perché a parte le grappe che continuano il loro trend in calo (-9%), crescono tutte le altre categorie: gin (+60%), amari (+84%), liquori (+73%)”.

Vino, Sandro Ciavattella nominato nuovo Dg di Cantina Tollo

Vino, Sandro Ciavattella nominato nuovo Dg di Cantina TolloMilano, 6 ago. (askanews) – Sandro Ciavattella è stato nominato nuovo direttore generale di Cantina Tollo, la cooperativa abruzzese di cui il 43enne pescarese aveva già ricoperto il ruolo di chief financial officer dal 2017 al 2023.


“L’obiettivo – ha dichiarato Ciavattella – è sviluppare una visione condivisa e dare ancora più valore al gioco di squadra coinvolgendo i soci e i dipendenti nella vita aziendale, con lo scopo di migliorare le attuali performance dell’azienda e raggiungere insieme nuovi, ambiziosi traguardi e mercati”. Il 30 aprile scorso Gianluca Orsini era diventato presidente dell’importante cooperativa teatina, che a fine luglio ha inaugurato il nuovo magazzino di stoccaggio, con un impianto di refrigerazione a temperatura controllata “che consente una migliore gestione dei prodotti imbottigliati e una significativa riduzione dei costi energetici grazie all’impianto fotovoltaico”.

Agroalimentare, IA contro contraffazione: si parte con Prosecco Doc

Agroalimentare, IA contro contraffazione: si parte con Prosecco DocMilano, 6 ago. (askanews) – Microsoft Italia e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato hanno firmato un Memorandum d’intesa (Mou) che avvia “una collaborazione strategica volta a esplorare e sviluppare progetti innovativi basati sull’intelligenza artificiale che abbiano come obiettivo quello di proteggere l’autenticità dei prodotti italiani dal fenomeno della contraffazione”. Tra le iniziative parte di questo accordo “c’è lo sviluppo di un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale di Azure OpenAI, Microsoft Copilot e modelli proprietari di IPZS in grado di verificare l’autenticità dei prodotti e analizzare i dati di tracciabilità, contribuendo così alla lotta contro la contraffazione delle eccellenze italiane nel mondo”.


Un esempio di questa collaborazione è il progetto con il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco (616 mln di bottiglie prodotte nel 2023, l’81% delle quali destinate all’esportazione)”che prevede la realizzazione di una chatbot di intelligenza artificiale generativa chiamato ‘Brand Protection Assistant’”. Lo ha reso noto lo stesso Consorzio, spiegando che questo strumento “offrirà agli utenti una serie di informazioni utili sui prodotti, inclusa la verifica dell’autenticità delle etichette tramite una semplice foto al contrassegno di Stato”. Inoltre, “attraverso uno scatto all’etichetta, l’assistente virtuale potrà fornire informazioni dettagliate su provenienza, caratteristiche e abbinamenti. Si tratta di un progetto pilota che sarà replicabile e scalabile per tutti i prodotti del Made in Italy, della filiera agroalimentare e non solo”. Il “Memorandum of understanding” allarga inoltre l’ambito della possibile collaborazione tra le due parti “all’ottimizzazione delle attività aziendali attraverso Copilot per Microsoft 365 e l’uso dei servizi del cloud Azure di Microsoft”.


“Con l’avvio di questo progetto il Poligrafico dello Stato si conferma come principale e più avanzato punto di riferimento nella lotta alla contraffazione e nella tutela delle eccellenze italiane sui mercati mondiali” ha dichiarato l’Ad dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Francesco Soro, cui ha fatto eco l’Ad di Microsoft Italia, Vincenzo Esposito, che ha sottolineato che “la collaborazione tra Microsoft e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato avvia nuovi progetti di digitalizzazione volti a rafforzare la sicurezza e l’autenticità dei prodotti italiani, promuovendo al contempo l’innovazione e facendo leva sulle ultime tecnologie come Intelligenza Artificiale e Cloud Computing. Siamo orgogliosi – ha concluso – del primo progetto assieme all’Istituto per tutelare un marchio famoso nel mondo come quello del Consorzio di Tutela della Doc Prosecco. Grazie alla semplicità dell’AI sarà possibile offrire ai consumatori la possibilità di conoscere l’originalità del prodotto”. “L’accordo tra Microsoft e l’Istituto Poligrafico è per noi un vero motivo di soddisfazione” ha commentato Giancarlo Guidolin, presidente del Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, evidenziando che “i consumatori saranno tutelati come mai prima d’ora tramite una semplice chat che sfrutta l’intelligenza artificiale, rendendo l’accesso alle informazioni più agevole e immediato. Da tempo – ha ricordato – abbiamo avviato una proficua collaborazione con l’IPZS con l’obiettivo di individuare soluzioni tecnologiche innovative, capaci di assicurare una sempre maggiore garanzia nei confronti dei consumatori, per questo guardiamo con entusiasmo al futuro, certi che questa innovazione porterà benefici concreti e duraturi al mondo delle Denominazioni d’origine”.

Consorzio pomodoro Pachino prima Igp con certificazione goccia verde

Consorzio pomodoro Pachino prima Igp con certificazione goccia verdeMilano, 6 ago. (askanews) – Il Pomodoro di Pachino è il primo Consorzio Igp in Italia ad ottenere la certificazione Goccia Verde per la sostenibilità nell’uso delle risorse idriche. Si tratta di un impegno verso l’innovazione, lo sviluppo sostenibile e la tutela quali-quantitativa dell’acqua, con un iter certificatorio che richiede il rispetto di 9 criteri specifici, dalla riduzione dell’impatto energetico alle azioni proattive per il miglioramento dell’agroecosistema, dalla tutela della biodiversità alle azioni di training fino al ruolo di “facilitatore” per l’applicazione di nuove tecnologie. La certificazione prevede il controllo e il soddisfacimento di 54 indicatori verificabili e misurabili e l’osservanza delle procedure prescritte può portare ad un risparmio idrico quantificabile, a seconda della situazione di partenza, tra il 10 e il 30%.


“Il nostro Consorzio è la prima Igp ad ottenere questa importante certificazione” commenta in una nota il presidente Sebastiano Fortunato. “Una gestione non coordinata della risorsa idrica porta a momenti di crisi, sia qualitativa che quantitativa, come quello che stiamo vivendo negli ultimi tre mesi. Il Consorzio può assumere un ruolo importante nella tutela del prodotto, attraverso il coinvolgimento dei propri associati in azioni a sostegno della sostenibilità del consumo idrico. Oggi osserviamo una significativa alterazione del livello di salinità dovuta alla scarsità idrica che, se dovesse perdurare o addirittura aumentare, potrebbe compromettere irreparabilmente le particolari caratteristiche organolettiche del nostro oro rosso, che sono legate proprio alle acque salmastre dell’area in cui è prodotto. Ciò renderebbe quasi impossibile proseguire la produzione, con il conseguente crollo dell’economia legata al comparto, un indotto che dà da vivere a diverse migliaia di famiglie” ha aggiunto. Tutto ciò si può evitare solo attraverso un’azione coordinata di monitoraggio qualitativo delle acque e con l’utilizzo delle informazioni già in mano ai produttori, ma poco utili se non aggregate ed analizzate a scala di comprensorio. “È il primo passo richiesto dalla certificazione – aggiunge Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), l’ente che rilascia il certificato Goccia Verde – nel percorso verso l’obbligatoria redazione di un piano di Gestione della Siccità, nel quale si indicheranno i criteri e le buone pratiche da attuarsi per il contrasto al fenomeno o per la gestione di situazioni altamente critiche. In parallelo, azioni di training e di promozione dell’innovazione potranno sostenere le aziende del comparto nella transizione verso tecniche colturali ed irrigue adeguate alla situazione più problematica. È particolarmente significativo che la prima certificazione Goccia Verde arrivi proprio dalla Sicilia, regione drammaticamente colpita dalla siccità di quest’anno: è un importante segnale per guardare responsabilmente al futuro”.

Vino, al via con largo anticipo la vendemmia in Maremma Toscana

Vino, al via con largo anticipo la vendemmia in Maremma ToscanaMilano, 6 ago. (askanews) – La vendemmia ha preso il via anche in Maremma Toscana dove la situazione sta evolvendo rapidamente a causa delle temperature elevate di luglio. “Speriamo – spiega Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana – che con il mese di agosto si allentino le temperature e si verifichino escursioni termiche sensibili, essenziali per mantenere la qualità dell’uva che al momento si preannuncia ottima ma solo tra un mese avremo la situazione davvero chiara”.


L’andamento non è proprio omogeneo tra il Nord e il Sud della provincia: nelle aree più settentrionali, la raccolta è solo leggermente anticipata rispetto alle previsioni, invece scendendo verso le zone meridionali, si riscontra un anticipo più marcato, di circa 10-12 giorni rispetto agli anni precedenti. In particolare, nella zona di Capalbio, la vendemmia delle basi spumante inizierà in questi primi giorni di agosto. Successivamente, seguiranno le varietà precoci, a partire da Chardonnay, Viognier e Merlot. Nel mese di luglio lo scarto termico tra giorno è notte è stato limitato e le temperature minime si sono mantenute piuttosto elevate pur senza bloccare l’attività vegetativa delle piante, il che ha accelerato l’invaiatura e creato le condizioni per un anticipo di vendemmia. “Al momento possiamo stimare un aumento di quantità rispetto allo scorso anno” racconta il direttore del Consorzio, Luca Pollini dopo il confronto con alcuni soci, aggiungendo che “lo stato dell’uva è buono, perché nel periodo primaverile e di inizio estate, quando le piogge si sono alternate con una certa regolarità, i viticoltori sono intervenuti con tempestività ed efficacia, facendo tesoro dell’esperienza dello scorso anno con il risultato di uno stato fitosanitario sotto controllo”.


Il Consorzio sottolinea che grazie alle abbondanti piogge primaverili e di inizio estate non si segnalano particolari problemi di siccità anche con un mese di luglio senza precipitazioni e decisamente caldo. Inoltre, le precauzioni di ordine agronomico adottate dai viticoltori, che si sono avvalsi del supporto offerto dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, con potature verdi oculate indirizzate all’ombreggiamento dei grappoli per proteggerli da scottature e caldo eccessivo, stanno preservando la qualità della produzione.

Agroalimentare prima filiera italiana per contributo a Pil

Agroalimentare prima filiera italiana per contributo a PilMilano, 6 ago. (askanews) – Il settore dell’agroalimentare in Italia è quello che porta più valore aggiunto al Pil, una performance che vale 4,5 volte quella dell’automotive, e si conferma asset strategico per la competitività del Paese. È al 15° posto per produttività, ma l’Italia è tra i primi cinque paesi in Ue per valore generato dal mercato della robotica agricola: ricavi di 1.600 euro per ogni milione generato dall’agricoltura, il doppio del valore europeo. Queste tra le analisi del report “Settore food in Italia. Trend di consumo e modelli di business” curato da Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.


Il settore deve tuttavia continuare ad evolversi e adattarsi alle nuove tendenze di consumo: filiera corta, attenzione alle etichette, e cibi naturali, acquistati soprattutto presso i supermercati della catena Coop (30%), Esselunga (25%) e Lidl (20%), secondo dati Forbes e Gambero Rosso rielaborati da Rome Business School (2024). “Stiamo assistendo ad un’evoluzione del settore agroalimentare. Maggiore attenzione nella selezione degli ingredienti, provenienti possibilmente da allevamenti e impianti agricoli locali, controllo dei fattori salutistici dei piatti proposti all’interno dei propri ristoranti e più scelta vegetale sugli scaffali di botteghe e grandi supermercati, sono solo alcuni dei fattori determinanti di quelli che saranno i food trend da tenere d’occhio nel 2024” si legge in una nota. I consumatori sono sempre più responsabili, ma anche più esigenti, maggiore attenzione è rivolta alla sostenibilità ambientale, quindi a cibi naturali, km 0 e meno processati, per prendersi cura della propria salute e dell’ambiente. Infatti, secondo il Food Trends & Innovation Report dell’istituto di ricerca Censuswide già nel 2022 il 46% delle persone in Europa si confermava interessato a conoscere la provenienza degli alimenti, prediligendo l’acquisto di quelli locali, ed è disposto a spendere di più per una migliore qualità degli ingredienti. Nel caso dell’Italia, il 45% dei consumatori scarta i prodotti con conservanti, il 66% predilige i prodotti bio (Cortilia, 2023).


Della filiera agroalimentare italiana, l’agricoltura e l’industria alimentare e delle bevande ne rappresentano insieme quasi il 39% dell’intero valore. Più nel dettaglio, la fase industriale spiega oltre il 27% del totale e l’agricoltura un ulteriore 11%. Completano il quadro il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i quali insieme pesano per ben il 53% del totale. Infine, la ristorazione raggiunge un fatturato di quasi 45 miliardi, equivalenti all’8% del sistema complessivo (dati CREA Politiche e Bioeconomia, settembre 2023). L’industria alimentare italiana è al terzo posto nella graduatoria dei paesi Ue, dopo Germania e Francia, ma prima della Spagna (The European House – Ambrosetti, giugno 2024). La filiera vale quasi 67 miliardi di euro, risultando in un valore aggiunto sul Pil del 3,8% contro una media europea del 4,1%. Detto ciò, se si considera in maniera estesa con le sue filiere a monte e valle, si generano 335 miliardi di euro di valore aggiunto, abilitando la generazione del 19% del Pil nazionale.


L’agroalimentare italiano mantiene il primato in diversi settori industriali, secondo Teha (giugno 2024). L’Italia domina l’industria pastaria con il 73% del fatturato Ue e ha un ruolo importante nell’industria vitivinicola con il 28%, dietro alla Francia (36%) e davanti alla Spagna (20%). Nei prodotti da forno e biscotti, l’Italia genera il 21% del fatturato europeo, superando Germania (16%), Spagna (13%) e Francia (12%). Tuttavia, la Germania guida nel segmento dolciario con il 27% contro il 16% dell’Italia. Nel settore del caffè, tè e tisane, la Francia è leader con il 29%, seguita dall’Italia (17%) e dalla Germania (14%). Per quanto riguarda, invece, il livello di produttività, l’Italia si colloca al 15º posto in Europa con una media di 45mila euro per addetto, inferiore alla media Ue-27 di 52mila (-13%). “La correlazione tra dimensione aziendale e produttività è positiva e crescente”, afferma Valerio Mancini. Infatti, se la filiera italiana volesse raggiungere la produttività media della top-10 dei Paesi più produttivi in Ue (da 45mila euro per addetto a 80mila euro per addetto), dovrebbe più che triplicare la dimensione media delle imprese del settore (da 3 milioni di euro medi per azienda a 10,1 milioni).


Il food delivery è un settore che muove un mercato da 1,8 miliardi di euro al mondo e un servizio che raggiunge il 71% della popolazione italiana, in continua crescita: l’e-commerce alimentare tra il 2010 e oggi è aumentato mediamente del 39% all’anno (Teha, 2023). In Italia i player principali sono Just Eat (51% della popolazione), Glovo (41%) e Deliveroo (39%), usati mensilmente dal 21% degli utenti, per la maggior parte persone tra 18 e 34 anni, secondo dati YouGov 2024. Gli italiani ordinano soprattutto pizza: 7 su 10 utenti affermano di ordinare la pizza tramite delivery. Secondo posto in classifica è il fast food con il 29% (pollo fritto, bibite gasate) e poi gli hamburger (28%). I servizi e le app di food delivery sono molto apprezzati dagli italiani principalmente per la comodità del servizio (61%), la possibilità di scegliere l’orario di consegna (40%) e di pagare online (35%), oltre alla rapidità della consegna (29%) e alla possibilità di monitorare l’ordine (27%). Tuttavia, i principali punti di debolezza includono il cibo che si raffredda durante il tragitto (36%), i ritardi nelle consegne (24%), il costo elevato del servizio di consegna (19%), errori nei prodotti consegnati (16%), l’impatto ambientale degli imballaggi monouso (15%) e la difficoltà nel contattare il corriere (13%).

Agroalimentare, Api: indicare origine pesce anche al ristorante

Agroalimentare, Api: indicare origine pesce anche al ristoranteMilano, 5 ago. (askanews) – L’Italia è il primo consumatore al mondo di spigole e orate, ma il Paese ne produce appena il 20%, per questo “è necessario far conoscere al consumatore l’origine del prodotto, non solo al supermercato, dove è già obbligatorio, ma anche al ristorante, dove non abbiamo informazioni sul pesce che scegliamo, né conseguentemente, garanzie di tracciabilità”. A chiederlo con una nota è il presidente dell’Api Pier Antonio Salvador, leader dell’Associazione dei Piscicoltori di Confagricoltura, che rappresenta il 90% delle aziende di acquacoltura italiane.


Il presidente evidenzia l’importanza di una maggiore informazione sul pesce che viene consumato nella ristorazione, soprattutto nel periodo estivo, in cui c’è un notevole incremento della domanda proporzionale all’aumento del flusso turistico nel nostro Paese. “Eppure – ha ricordato Salvador – pur essendo l’Italia il primo consumatore al mondo di spigole e orate, siamo in grado di esaudire appena il 20% della richiesta con la produzione degli allevamenti italiani. Il restante 80% lo importiamo”. L’Api si sta battendo, anche a livello europeo, affinché l’origine del prodotto sia obbligatoria non solo nella Gdo: questo, secondo l’associazione, valorizzerebbe l’acquacoltura italiana, che ha i più elevati standard di sicurezza alimentare e salubrità, grazie al costante lavoro delle imprese del comparto in termini di innovazione e certificazione della sostenibilità.


“Anche sul fronte dell’alimentazione negli allevamenti c’è stata una grande evoluzione – ha aggiunto Andrea Fabris, direttore dell’Api – che ha ulteriormente migliorato la qualità del prodotto e favorito al contempo la salvaguardia dell’ambiente marino”. Sul fronte delle caratteristiche organolettiche, i pesci allevati in Italia sono ricchi di Omega-3, di vitamina D e sono molto digeribili: un bambino è in grado di assimilarli già dall’ottavo mese. Sono poveri di colesterolo e forniscono appena un centinaio di calorie per ogni etto di prodotto, diventando a tutti gli effetti un alimento dietetico, ideale anche per sportivi e anziani.


“L’acquacoltura italiana potrà essere ancora più sostenibile (non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico) e competitiva – ha concluso Salvador – se ci sarà un forte impulso al suo sviluppo, fornendo a questa attività agricola più spazio e garantendo una maggiore semplificazione burocratica. Attualmente, per quanto riguarda la maricoltura, a fronte di 8.000 km di coste, sono attive solamente 21 concessioni off-shore, mentre altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo ne hanno centinaia. L’Italia potrebbe insomma supplire alla domanda crescente di consumo del pesce, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree rurali e costiere”.