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P.A., Unaep: certezza regole vero antidoto a burocrazia difensiva

P.A., Unaep: certezza regole vero antidoto a burocrazia difensivaRoma, 23 set. (askanews) – La semplificazione delle procedure d’appalto in taluni settori della Pubblica Amministrazione è ad oggi un obiettivo che si sta tentando faticosamente di raggiungere a causa della stratificazione normativa che troppo spesso mina la certezza delle regole, che è invece il vero antidoto alla burocrazia difensiva. E’ questo in sintesi il messaggio emerso dal convegno che si è tenuto il 20 settembre a Bologna, promosso dall’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep), per fare un tagliando alla Legge Severino, anche alla luce del nuovo codice degli appalti pubblici.


Per la presidente di Unaep, Antonella Trentini, “ciò che da anni sembra in crisi sono i due capisaldi della cultura giuridica, cioè il principio di legalità e il principio di certezza del diritto. Da un lato abbiamo una qualità della produzione normativa sempre più scadente, legata anche al carattere multilevel della governance, che nel collocare la legge all’interno di un sistema di fonti del diritto, estremamente articolato e complesso, di fatto favorisce l’incertezza nell’individuazione delle regole da applicare ai casi concreti. Dall’altro lato, l’introduzione nel nostro diritto di forme “leggere” di legislazione, come la decretazione, trasfusa da noi ad ordinamento invariato con tutti i connessi problemi di compatibilità”. Per la P.A. il principio della “certezza delle regole”, e di contrapposto anche l’effettività della tutela contro la relativa inosservanza da parte dei detentori dei poteri pubblici, “è uno strumento indispensabile per poter bene operare, così come per i cittadini la “certezza delle regole” rappresenta un fattore di sicurezza, cosicché se questa certezza manca e si sbaglia la pratica per il cittadino significa rimetterci in proprio, per la P.A. oltre al vulnus per la collettività, significa responsabilità erariale, amministrativa, patrimoniale e penale a carico dei dipendenti responsabili”.


Nel suo intervento introduttivo il presidente di Anac, Giuseppe Busia, ha sottolineato l’importanza della legge Severino che “ha consentito all’Italia di guadagnare credibilità anche sul piano internazionale nell’ambito della prevenzione della corruzione” invitando ad “evitare pericolosi passi indietro, che nuocerebbero anche all’attrazione degli investimenti e allo sviluppo futuro, minando la fiducia nelle istituzioni. Occorre interpretare ed applicare le regole anticorruzione in modo da renderle funzionali all’efficienza ed alla creazione del valore pubblico ed è quanto Anac sta cercando di fare, anche affiancando le amministrazioni attraverso la vigilanza collaborativa, per aiutarle ad applicare correttamente la legge, oltre che fornendo pareri e fornendo moduli, schemi e bandi tipo”. Per il senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione Sisma 2016: “Tra il 2010 e il 2020 la capacità di spesa del sistema Italia ha subito il duplice effetto delle consistenti spending review, che hanno indebolito la Pubblica amministrazione, e del clima profondamente antipolitico di quegli anni. Ne è derivato un ecosistema giuridico che ha moltiplicato norme e regole a tutto discapito della decisione pubblica. Un clima che ha causato una sovrapproduzione normativa che paradossalmente danneggiava la comunità e migliorava i saldi della finanza pubblica. L’arrivo del Covid ha poi determinato una repentina inversione di quella tendenza decennale e con il PNRR è cambiato completamente il paradigma: bisogna spendere, tempestivamente e bene. Ora il governo Meloni sta lavorando per consolidare questa tendenza e favorire un ambiente amministrativo in cui sia favorita la cultura della spesa: una spesa buona e di qualità. Il nuovo codice degli appalti, che esalta il principio di risultato e la fiducia, va in questo senso. Lo stesso dicasi dell’abolizione dell’abuso di ufficio. Ovviamente la capacità di spesa presuppone anche competenza e qualità dei processi amministrativi. Le semplificazioni non bastano, è necessaria anche organizzazione e dotazioni organiche adeguate. La sfida è tutta qui: consolidare gli effetti del PNRR e favorire la spesa buona senza rinunciare ai sacrosanti principi di trasparenza e lotta alla corruzione”.

Maltempo, l’Emilia Romagna chiede al governo lo stato d’emergenza

Maltempo, l’Emilia Romagna chiede al governo lo stato d’emergenzaMilano, 20 set. (askanews) – “Manderò al capo dipartimento” della Protezione civile nazionale “la nostra richiesta” di riconoscimento da parte del governo della stato di emergenza “per provare ad avere anche supporto in tutti gli adempimenti di carattere anche normativo che ci servono dal punto di vista delle deroghe, degli interventi, che noi dobbiamo mettere in campo”. Lo ha detto a Rainews24 la presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna, Irene Priolo, in relazione al maltempo e agli allagamenti che hanno colpito la regione nelle ultime ore.


“Dobbiamo avere la velocità, anche dal punto di vista operativo, che questi interventi richiedono per cui questa dichiarazione di stato di emergenza per noi è urgente, speriamo che il governo la firmi il prima possibile” ha aggiunto. “Stiamo provando a non perdere neanche un minuto in tutte le attività che dà soccorsi si stanno già trasformando in queste ore in operazioni per il ritorno al più più veloce possibile alla normalità, stiamo già lavorando a questo” ha concluso Priolo.

Maltempo in Emilia Romagna, due dispersi a Bagnacavallo nel Ravennate

Maltempo in Emilia Romagna, due dispersi a Bagnacavallo nel RavennateRoma, 19 set. (askanews) – Due persone risultano disperse nel Ravennate a Bagnacavallo. Lo ha reso noto il viceministro delle infrastrutture e trasporti, Galeazzo Bignami, durante la conferenza sull’emergenza maltempo in Emilia-Romagna. Il viceministro ha spiegato di aver ricevuto una comunicazione del capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano, secondo la quale “due persone risultano disperse a Bagnacavallo, dopo il crollo di un tetto su cui si erano rifugiati”, a causa delle esondazioni. Bagnacavallo – ha ricordato Bignami – è una delle zone per cui era stato dato ordine di evacuazione.

Bimbo sepolto a Parma, madre fidanzato: “Mio figlio sconvolto”

Bimbo sepolto a Parma, madre fidanzato: “Mio figlio sconvolto”Roma, 16 set. (askanews) – “Mio figlio non sapeva niente della gravidanza, se ce ne fossimo anche soltanto accorti, l’avrei cresciuto io questo bambino. Lei poteva andare dove voleva”. Lo ha detto la madre del fidanzato della studentessa accusata di omicidio volontario e occultamento di cadavere a Parma, intervistata da Ore 14, la trasmissione in onda su Rai 2 condotta da Milo Infante.


“Mio figlio è sconvolto. Se era surreale il primo, il secondo…credo sia qualcosa che va oltre. Io credo che nel vocabolario italiano non siano neanche state inventate le parole per descrivere questa situazione”. ha continuato la donna facendo riferimento al ritrovamento del neonato sepolto nel giardino di una villetta a Traversetolo (Parma) il 9 agosto scorso. “Si frequentano da tempo. Si conoscono benissimo da quando vanno alle elementari. Lei è una ragazza tranquillissima, una persona che conosciamo da tantissimo. Non la voglio più sentire, io voglio solo che lei spieghi il perché e cosa le sia passato nell’ anticamera del cervello. È una persona che non voglio neanche incontrare. Non ci sarà mai una giustificazione a questa cosa qua, non voglio neanche saperne”, ha concluso la donna.

P.A, il 20 settembre a Bologna convegno avvocati Unaep su legge Severino

P.A, il 20 settembre a Bologna convegno avvocati Unaep su legge SeverinoRoma, 13 set. (askanews) – Secondo le stime più recenti diffuse dal rapporto di Transparency International a corruzione costa all’economia italiana almeno 237 miliardi l’anno, pari a circa il 13% del Pil e il nostro Paese è fermo al 42simo posto della classifica di 180 paesi nell’indice della percezione della corruzione 2023. Guardando all’Unione Europea, il costo dei fenomeni corruttivi è stimato in oltre 900 miliardi di euro all’anno, per intenderci, circa la metà degli investimenti lanciati con il NextGenerationEU per far ripartire l’economia post covid.


In Italia ai costi della corruzione vanno aggiunti quelli legati alla burocrazia che, stando ad una recente stima dell’Istituto Ambrosetti, per le imprese ammontano a 57,2 miliardi annui (il 3,3% del Pil). Di questi temi si parlerà venerdì 20 settembre a partire dalle ore 14 presso la Cappella Farnese (Palazzo d’Accursio) a Bologna nel convegno promosso dall’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep). L’incontro sarà l’occasione per fare un tagliando alla Legge Severino anche alla luce del nuovo codice degli appalti pubblici. Titolo dell’evento: “Anticorruzione, appalti, burocrazia difensiva. Analisi di un decennio di legge Severino alla luce del nuovo codice dei contratti pubblici”.


Ad introdurre i lavori, dopo i saluti del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, del presidente del Coa di Bologna, Flavio Peccenini e di Giulia Sarti, delegata alla legalità del comune di Bologna, sarà il presidente di Anac, Giuseppe Busia (in video collegamento). A seguire le relazioni di Stefano Dambruoso, Magistrato in Bologna, e di Sabrina Tosti, Componente Giunta Nazionale Unaep. Presente per un saluto anche il Prefetto di Bologna, Attilio Visconti. Quindi il dibattito “Utilità del far bene e cultura della legalità. La burocrazia difensiva”, moderato da Andrea Pancani a cui interverranno Federico Cafiero De Raho, deputato e vice Presidente della commissione Giustizia alla Camera, Guido Castelli, senatore, Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione Sisma 2016, Ines Immacolata Pisano, Presidente della sezione staccata Tar Lazio-Latina, Roberto Angioni, Consigliere Corte dei Conti Venezia e Cagliari, Antonella Trentini, Presidente UNAEP, Direttrice Avvocatura Civica Bologna, Roberto Manservisi, già Presidente Società Avvocati Amministrativisti Emilia-Romagna, Evelina Maria Riva, segretaria generale del comune di Bologna, Evelina Maria Riva, segretaria generale del comune di Bologna. Le conclusioni saranno affidate a Santo Fabiano, Formatore e Consulente di Management Pubblico.

Collaborazione tra Sogin e sede piacentina Politecnico di Milano

Collaborazione tra Sogin e sede piacentina Politecnico di MilanoMilano, 2 set. (askanews) – Questa mattina presso il Campus di Piacenza del Politecnico di Milano, Belinda Sepe, Responsabile della Direzione Amministrazione, Risorse, Sistemi e ICT di Sogin, e Dario Zaninelli, Prorettore del Polo territoriale di Piacenza dell’ateneo milanese, hanno firmato un accordo di collaborazione didattica universitaria nell’ambito del Master of Science in “Sustainable Architecture and Landscape Design”.


La firma dell’accordo è avvenuta nel corso dell’inaugurazione della quinta edizione del workshop di progettazione architettonica e paesaggistica Landscape Of

Massiccio recupero di pesci nel Parmense per secca in Val d’Enza

Massiccio recupero di pesci nel Parmense per secca in Val d’EnzaMilano, 2 set. (askanews) – La temporanea chiusura, subito dopo Ferragosto, dei flussi d’acqua provenienti dalla derivazione irrigua del Torrente Enza, a causa dei necessari interventi strutturali volti ad incrementare i livelli di sicurezza idraulica nell’impianto di Cerezzola gestito dalla Bonifica dell’Emilia Centrale, hanno ridotto, di riflesso, anche le fonti di approvvigionamento di alcune aree del territorio parmense; proprio la riduzione dell’acqua, unitamente alle alte temperature del periodo, avrebbero potuto mettere a repentaglio la sopravvivenza della fauna ittica presente. Per questo il personale della Bonifica Parmense, in team con i membri delle Guardie Volontarie Ittiche di Fipsas Reggio Emilia, ha scongiurato il pericolo grazie ad un lavoro di recupero dei pesci in diversi punti lungo l’asta del canale Spelta, sia in zona parmense che in quella reggiana confinante.


Il personale del Consorzio e le squadre dei volontari hanno recuperato esemplari di Ciprinidi Reofili (Barbi, Cavedani, Lasche, Gobioni, Vaironi, Cubiti, Ghiozzi) custodendoli all’ interno di vasconi muniti di ossigenatore e, dopo aver verificato che le loro condizioni fossero idonee alla reimmissione, ne hanno effettuato il rilascio nel torrente Enza. “Siamo lieti di contribuire a questa importante attività per la quale intendo ringraziare, oltre al nostro personale, anche i volontari di Fipsas – ha commentato in una nota la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli -. Nonostante il recupero della fauna ittica non sia di norma un’azione che, per competenza, spetti ai Consorzi di bonifica, siamo consapevoli dell’importanza che questa rivesta per l’habitat e il territorio e dunque, quando è nelle nostre possibilità, di poter contribuire alla loro salvaguardia”.

Droga, arrestato a Piacenza medico per presunta corruzione e spaccio

Droga, arrestato a Piacenza medico per presunta corruzione e spaccioMilano, 5 ago. (askanews) – Lo scorso 1° agosto, nel corso di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza, la polizia ha arrestato un medico di base in servizio nella città emiliana, indagato per corruzione, spaccio di sostanze stupefacenti, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato. L’attività d’indagine, condotta dalla locale Squadra Mobile, è relativa ad una rete di distribuzione in questo capoluogo di farmaci oppiacei a base di tramadolo (droga del combattente) ed ossicodone (eroina dei poveri), ma anche di benzodiazepine. Ha coinvolto cittadini nordafricani e due medici di famiglia con studio a Piacenza.


Il tramadolo, comunemente noto come droga del combattente, viene utilizzata negli scenari di guerra in Africa e nel Medio Oriente per conseguire effetti antifatica, stimolanti, euforizzanti mentre l’ossicodone, denominato l’eroina dei poveri in quanto più a buon mercato rispetto all’eroina, se assunto assieme all’alcool dà effetti simili a tale droga. Le indagini, tuttora in corso su alcuni accoltellamenti avvenuti in città, si sono intrecciate con la segnalazione pervenuta alla Questura da parte di un farmacista, insospettito dalle continue e sospette ricette mediche con le quali venivano richiesti farmaci aventi i predetti principi attivi, oppiacei, ritirati da ragazzi di giovane età ed apparentemente in perfetta salute.


I successivi accertamenti hanno consentito di acclarare che due medici di base, almeno dal gennaio 2023, avevano prescritto con regolarità gli oppiacei a persone di giovane età, privi di patologie cliniche, ed assuntori anche di altre sostanze stupefacenti. La diffusione dei farmaci, in particolare tra ragazzi di origine straniera, potrebbe essere ricondotta ai recenti accoltellamenti avvenuti in città, accaduti apparentemente per futili motivi, che hanno visto coinvolti alcuni cittadini nordafricani che si sono affrontati con l’utilizzo di un machete e che, apparentemente senza provare dolore per i colpi subiti, si sono inflitti tagli in varie parti del corpo quasi a “testare” la propria soglia del dolore, anestetizzati dagli oppiacei.


Attraverso l’attività di indagine è emerso che un medico, in particolare, aveva prescritto tali farmaci dietro il pagamento di denaro da parte di cittadini stranieri, spesso intestando le ricette a terzi pazienti ignari. I farmaci sono stati quindi rivenduti sul mercato piacentino alimentando anche il mercato della droga locale. A conferma dell’ipotesi investigativa iniziale, alcuni dei pazienti entrati nello studio del medico, spesso indossavano vistose fasciature, a causa dei fendenti subiti combattendo contro i rivali. Inoltre, l’indagato era solito, dietro pagamento, rilasciare falsi certificati di malattia in assenza di visita medica e lasciando decidere la durata della prognosi al paziente, ottenendo anche prestazioni sessuali da alcune pazienti in cambio di ricette mediche per farmaci o visite di vario tipo.


Nella mattinata del 1° agosto, una donna di origini brasiliane si rivolgeva al medico per ottenere un farmaco tabellato come benzodiazepine, ed una prescrizione per una visita urgente, offrendo in cambio prestazioni sessuali che avvenivano all’interno dello studio medico. Nell’occasione, gli investigatori sono intervenuti arrestando in flagranza il sanitario per corruzione e denunciando a piede libero la donna per corruzione, procedendo altresì al sequestro penale dello studio medico, per preservare le fonti di prova. D’intesa con la locale A.G., sono state effettuate perquisizioni presso lo studio del medico coindagato, con il sequestro di numeroso materiale probatorio. Inoltre, venivano altresì eseguite perquisizioni nei confronti dei principali corruttori del medico arrestato, a seguito delle quali veniva anche tratto in arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio un cittadino nordafricano, trovato in possesso di 538 compresse di ossicodone e tramadolo; mentre un altro cittadino della stessa etnia, che acquistava lo stupefacente da quest’ultimo, nella settimana precedente, era stato trovato in possesso di 168 pastiglie di ossicodone. Gli arrestati sono stati tutti associati presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’A.G. procedente. Sono in corso ulteriori indagini al fine di identificare la rete di soggetti che hanno usufruito delle prestazioni sanitarie illecite e per ricostruire le responsabilità nei diversi fatti di sangue occorsi negli ultimi mesi. È inoltre in fase di quantificazione il danno per il Servizio Sanitario Nazionale.

Salute, nasce il “sollievo a domicilio” per i caregiver familiari

Salute, nasce il “sollievo a domicilio” per i caregiver familiariMilano, 5 ago. (askanews) – Un progetto pilota, innovativo a livello nazionale, parte in Emilia Romagna e mira a sostenere, attraverso il coinvolgimento di operatori specializzati, i familiari di persone con disabilità e non autosufficienti per alleviarne il carico di cura. Il test, battezzato “sollievo a domicilio”, vede coinvolti l’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine e il Distretto Sanitario di Carpi, la Cooperativa sociale “Anziani e non solo”, la società Jointly – prima B Corp italiana nel corporate wellbeing e l’agenzia per il lavoro Umana.


Attraverso i fondi pubblici, il caregiver che ne ha necessità può richiedere un aiuto acquistando un pacchetto di ore di supporto. Per chi ha un proprio caro con Isee fino a 10.000 euro o esente perché riconosciuto disabile il servizio sarà interamente a titolo gratuito, mentre per chi supera questa soglia sarà comunque applicato un costo agevolato, nettamente inferiore a quello di mercato, grazie al contributo pubblico che coprirà le spese di coordinamento, monitoraggio, analisi e profilazione dei bisogni affidate ad “Anziani e non solo”. Le ore saranno acquistabili su una piattaforma informatica fornita da Jointly, che consentirà l’emissione di un “titolo servizio”, mentre il personale sociosanitario, altamente qualificato, verrà fornito da Umana. Un doppio valore quindi: aiuto sia ai caregiver, sia a chi è in cerca di lavoro. Per tutti gli ammessi al servizio sarà comunque possibile un mese “di prova” gratuito per verificarne l’effettiva aderenza ai bisogni.


Attraverso una convenzione denominata “boccata d’aria” fra l’Ausl- Distretto Sanitario di Carpi (di concerto con i Servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine) e la Cooperativa sociale “Anziani e non solo”, partirà il progetto pilota, sperando possa essere di esempio su tutto il territorio italiano. “Questa forma di sollievo, innovativo a livello nazionale, frutto della sperimentazione avvenuta con successo nel nostro territorio ha l’obiettivo di consentire al caregiver di “prendere fiato” ricuperando tempo per i propri obiettivi di vita e al tempo stesso garantendo continuità assistenziale al proprio caro a domicilio” ha commentato in una nota Licia Boccaletti, Presidente della Cooperativa sociale Anziani e non solo.


Luigi Polesel, responsabile dell’area specialistica servizi alla persona di Umana Spa, ha aggiunto: “Proporre alle famiglie personale adeguatamente formato e capace di svolgere questa funzione di sollievo, così importante e centrale per il benessere del caregiver, consente di offrire nuova qualità e riconoscimento al lavoro di cura delle persone fragili”. Per quattro ore settimanali, e per un massimo di sei mesi, il caregiver sarà sostituito da un operatore appositamente formato in grado di svolgere le principali funzioni del caregiver. Dopo una prima fase di reciproca conoscenza sarà possibile anche attivare il “sollievo” per un intero week-end.


L’attivazione del servizio sarà preceduta da un’analisi del profilo assistenziale domiciliare attraverso un colloquio con un assistente sociale dedicato. Gli interventi saranno costantemente monitorati per verificare la soddisfazione dell’utenza. I caregiver interessati potranno rivolgersi ai servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine che, sulla base del carico di cura e del livello di stress, attiveranno il percorso. “Siamo davvero orgogliosi di fare da apri pista a questo importante progetto – ha commentato Francesca Rizzi, amministratore delegato Jointly – che speriamo possa essere solo il primo di tanti e venga replicato in molti Comuni italiani. Sostenere chi giornalmente si fa carico delle cure dei propri familiari bisognosi è una necessità e un dovere sociale, soprattutto alla luce del fatto che viviamo in un Paese in cui l’aspettativa di vita si sta progressivamente allungando e dove oggi quasi 1 cittadino su 4 (il 24,1%) ha più di 65 anni, secondo gli ultimi dati Istat”. Il servizio di assistenza ai caregiver tramite personale specializzato viene offerto anche ai lavoratori di alcune realtà aziendali, in sette grandi città del centro nord. Si tratta però in questo caso di un progetto di cui possono usufruire solo i lavoratori di quelle aziende che adottano il programma specifico promosso da Jointly per i lavoratori caregiver “Jointly care”, a testimonianza del fatto che, tali iniziative, possono essere promosse con successo anche all’interno del mondo aziendale. In Italia oggi i caregiver sono più di 7 milioni. Tra questi, più di un lavoratore su 3 (il 38%) si occupa di un familiare non autosufficiente, nella maggior parte dei casi personalmente e senza alcun supporto esterno, a fronte di un 33% che si rivolge a strutture o professionisti privati, mentre solo 1 su 4 (il 25%) accede a strutture pubbliche. È quanto è emerso dallo studio “Care 4 caregiver” sui bisogni dei caregiver lavoratori realizzato congiuntamente da Jointly, prima B Corp ® di servizi di welfare aziendale, e Boston Consulting Group, su un campione di 12mila lavoratori dipendenti di aziende di settori diversi (telecomunicazioni, trasporti, alimentare, energia e credito). In particolare, dalla ricerca Bcg – Jointly emerge che il servizio pubblico più utilizzato è l’indennità prevista dalla legge 104, mentre l’accesso alle cure ospedaliere non è più una garanzia del “pubblico” e ormai un cittadino su due (47%) entra come privato. Così come le cure domiciliari attraverso badanti e colf (51%) sono a carico del cittadino, sia da un punto di vista logistico che economico. Occuparsi del proprio caro significa anche affrontare dei costi importanti. Dal punto di vista economico, dalla ricerca emerge che il 17% dei caregiver spende in media oltre 10.000 euro all’anno per l’attività di assistenza e cura, risorse che, in un caso su due, provengono da fondi personali o familiari. Ma i costi non si limitano a quelli “monetizzabili”: quasi un caregiver su tre (30%) dedica infatti almeno 14 ore alla settimana alla cura, un impegno che per molti risulta “pesante” o “molto pesante”. Le difficoltà maggiormente percepite dai lavoratori caregiver sono soprattutto carico mentale e mancanza di tempo, tanto che il 56% degli intervistati desidererebbe fortemente poter staccare dal lavoro di cura, mentre il 44% sente di aver bisogno di un sostegno psicologico. I carichi di cura sono così impegnativi che possono avere delle ripercussioni anche sull’attività lavorativa. Rispetto al rapporto con il proprio datore di lavoro, secondo la ricerca Bcg – Jointly, infatti, il 38% dei caregiver lavoratori intervistati afferma di non aver segnalato la propria situazione per timore che possa inficiare la sua posizione, mentre il 23% dice di non essersi sentito compreso, a fronte di un 28% che si è ha invece potuto contare sul supporto da parte del proprio responsabile.

Covid, Unife: nuove strategie per efficacia vaccini su anziani

Covid, Unife: nuove strategie per efficacia vaccini su anzianiRoma, 31 lug. (askanews) – Comprendere come l’età e il processo di invecchiamento influenzino le risposte immunitarie ai vaccini e la loro efficacia è fondamentale. In questo contesto si colloca il progetto di ricerca condotto dall’Università di Ferrara, che ha esaminato l’efficacia dei vaccini anti Covid-19, in termini di qualità, quantità e durata delle risposte immuni, in 230 partecipanti di diverse fasce d’età e senza precedenti infezioni da SARS-CoV-2.


Lo studio è stato coordinato dai Professori Francesco Nicoli e Riccardo Gavioli e dalla Professoressa Antonella Caputo del Dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche ed agrarie, e condotto da un ampio gruppo di ricerca, che ha coinvolto in particolare la Dottoressa Beatrice Dallan e il Dottore Davide Proietto, dottorandi Unife. I risultati di queste analisi sono stati pubblicati sul numero di giugno 2024 di Nature Aging, rivista del gruppo Nature. Lo studio ha esplorato l’efficacia immunologica di diversi vaccini anti-Covid-19 negli anziani, una fascia di popolazione particolarmente a rischio di infezioni severe. La ricerca si è focalizzata sulla risposta immunitaria indotta dai vaccini a mRNA, come Pfizer-BioNTech e dai vaccini a vettore adenovirale, come AstraZeneca.


Il team di ricerca ha analizzato due scenari: il ciclo vaccinale completo con lo stesso vaccino e il ciclo con un vaccino diverso per la dose booster. I risultati hanno dimostrato che l’invecchiamento riduce significativamente la risposta immunitaria ai vaccini, con una minore produzione di anticorpi e una limitata attivazione dei linfociti T, cellule chiave nella difesa contro i virus. Questo calo legato all’età è particolarmente marcato nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech ma non in quelli che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca. In particolare, il vaccino AstraZeneca induce una migliore attivazione dei linfociti T. Inoltre, le analisi effettuate hanno confermato come i richiami siano fondamentali per il mantenimento delle risposte immunitarie nel tempo. Un aspetto innovativo dello studio condotto da Unife è la dimostrazione che l’utilizzo del vaccino a vettore adenovirale AstraZeneca per il ciclo primario, seguito da una dose booster a mRNA (Pfizer-BioNTech o Moderna), promuove una memoria immunologica più duratura negli over 65. Sebbene la produzione del vaccino AstraZeneca sia stata interrotta a causa della complessità nell’adattarlo alle nuove varianti virali, la scoperta che i vaccini a vettore virale possano indurre buone risposte immunitarie negli anziani è significativa. Questo apre la strada a futuri studi per aumentare l’efficacia dei vaccini negli anziani, che sono più esposti alle conseguenze severe delle infezioni a causa del calo fisiologico dell’immunità.


“Lo studio è stato finanziato da Unife e ha beneficiato di un grosso sostegno in termini di partecipazione dell’intera comunità universitaria: molti studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo si sono infatti offerti come volontari per lo studio – sottolinea il professor Francesco Nicoli -. Inoltre, molti cittadini hanno risposto al nostro invito e hanno deciso di aderire alla nostra ricerca. Siamo quindi grati a tutti i volontari senza i quali lo studio non sarebbe stato possibile”.