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Prosegue a Los Angeles il tour mondiale del Museo dell’Emigrazione Italiana

Prosegue a Los Angeles il tour mondiale del Museo dell’Emigrazione ItalianaRoma, 4 lug. (askanews) – Sono stati 52.909 i visitatori che tra marzo, aprile e maggio a Buenos Aires hanno cercato le proprie radici all’interno della “MEI Experience Room”, la scatola del tempo, l’esperienza multimediale immersiva sull’emigrazione italiana ideata e realizzata dalla Fondazione MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana in occasione del tour mondiale della nave Amerigo Vespucci e curata da ETT, azienda genovese di Gruppo SCAI , che progetta e produce a livello internazionale allestimenti multimediali per cultura, turismo ed eventi.


Visitabile fino alla fine di maggio presso il Centro Culturale Kirchner di Buenos Aires, la sala immersiva che, attraverso multi-proiezioni a tutta parete, ha raccontato il legame che i flussi migratori hanno creato tra Italia e Sud America, ponendo l’accento su sport ed emigrazione italiana grazie all’accordo del MEI con i grandi club nati da italiani (Boca Junior, River Plate, San Lorenzo Club Canottieri Italia, Carboneros,Museo del deporte di Rosario e Fangio solo per citarne alcuni). Una vera e propria sala immersiva che il MEI ha messo a disposizione dell’intero sistema Paese per dare un’opportunità di visibilità alle tante aziende italiane presenti all’estero, che rappresentano un vero e proprio biglietto da visita del made in Italy di professionalità e insieme volano occupazionale. La MEI Experience Room, inizialmente prevista per un mese, è stata prorogata per ben due volte, considerato l’enorme afflusso di pubblico, fino a restare 80 giorni


Dopo Buenos Aires è ora il turno di Los Angeles dove il MEI sarà presente all’interno del Villaggio Italia, esposizione mondiale itinerante e pluriennale allestita nel porto della cittadina americana per l’arrivo dell’Amerigo Vespucci, fino all’8 luglio. Il tema scelto, non poteva essere altrimenti, è quello del rapporto tra emigrazione italiana e cinema. Nel grande schermo allestito al centro del Villaggio Italia infatti, saranno proiettate le storie di alcune delle figure più rappresentative di questo affascinante binomio che ha segnato la storia del cinema a livello internazionale.


All’interno dell’ Immersive Hall, un ambiente immersivo con uno schermo ricurvo di 25 metri, saranno visibili la storia di Amadeo Peter Giannini realizzata in collaborazione con il Centro Studi AP Giannini, del compositore Henry Mancini in occasione del centenario della nascita, in collaborazione con Mauro Campobasso e Vincenzo Presta docenti del Conservatorio Rossini di Pesaro e Istituto Luce, un omaggio a Elvira Notari una clip unica nata in collaborazione con le Produzioni Parallelo 41, Awen films, e Cinecittà Cineteca Nazionale in vista di “Transiti. il cinema di Elvira Notari” con la regia di Valerio Ciriaci. Infine la clip sul grande legame tra arte e cinema attraverso il progetto “Mano Artigiana” con le opere dell’artista Dante Mortet nate da calchi che si trasformano in sculture originali in bronzo, dei grandi personaggi del cinema di origine italiana, tra questi Robert De Niro, Martin Scorsese, Angelica Houston, Quentin Tarantino, Lou Ferrigno, Frankie Valli. I contributi video saranno intervallati dagli spot di Luca Vullo ambasciatore della gestualità italiana nel mondo e testimonial della campagna del Mei.


Dopo la tappa di Los Angeles il MEI sbarcherà a Lima, di nuovo con la MEI Experience Room dove tra settembre e ottobre all’interno dell’Istituto Italiano di Cultura, attraverso tre video, verrà narrata la storia dell’emigrazione italiana in Perù. Una emigrazione importante in cui si stima che 1.200.000 peruviani abbiano tracce di discendenza italiana e che l’80% di essa consista in discendenti di antenati liguri. Per il Presidente Paolo Masini “Seguire la scia dell’Amerigo Vespucci per il MEI significa raccontare la storia della nostra emigrazione a migliaia di persone, come già avvenuto in Argentina. Storie emblematiche scelte di volta in volta, in stretta relazione con il Paese coinvolto. Percorsi che permettono di far conoscere e approfondire vicende spesso dimenticate. Dopo il grande successo riscosso a Buenos Aires, che ci conferma di essere sulla strada giusta, la tappa di Los Angeles sarà una nuova affascinante tappa per la costruzione della più grande narrazione popolare e collettiva del nostro Paese che che insieme stiamo realizzando”.

Convegno a Roma “Agricoltura e fotovoltaico per una giusta transizione energetica”

Convegno a Roma “Agricoltura e fotovoltaico per una giusta transizione energetica”Roma, 3 lug. (askanews) – Le sinergie tra il comparto agricolo e l’industria delle rinnovabili sono sempre più strategiche per creare nuove e favorevoli opportunità verso il raggiungimento della sicurezza energetica, preservando i suoli e la produzione agroalimentare. Gli obiettivi di tale visione sistemica puntano all’abbandono dei combustibili fossili, in favore di energie pulite come quella solare fotovoltaica o eolica offshore; al taglio delle emissioni, che sono all’origine della crisi climatica in atto; e al superamento delle vulnerabilità sia del settore primario che di quello energetico.


Resilienza, tecnologie green e sostenibilità sono le parole chiave alla base delle azioni di tutela della biodiversità naturale, ma anche delle biodiversità culturali e agroalimentari del nostro Paese, sfruttando appieno le potenzialità delle rinnovabili a vantaggio della produzione agricola. È questo il focus del convegno “Agricoltura e fotovoltaico per una giusta transizione ecologica”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti con la main partnership di Renexia, che si terrà a Roma, martedì 9 luglio, ore 10.00, presso la Sala delle Statue di Palazzo Rospigliosi (via XXIV Maggio, 43) e in diretta su Radio Radicale. Event partner: NextEnergy Group. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, SOS Terra Onlus. In occasione dell’evento saranno presentate best practice italiane di sistemi e progetti fotovoltaici ed agrivoltaici: proprio la tecnologia solare fotovoltaica può collaborare con le imprese agricole per la promozione di nuovi modelli di sostenibilità amici del paesaggio, in continuità con le pratiche tradizionali, ma anche per una multifunzionalità sostenibile, favorendo una sana transizione energetica.


Il dibattito sarà aperto dai saluti introduttivi di: Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale di Coldiretti) e Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde). Si proseguirà con la presentazione delle best practice italiane di sistemi e progetti fotovoltaici e agrivoltaici a cura di: Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia); Giuliano Boccanera (Global Managing Director Starlight, a NextEnergy Group Company); Roberto Mazzei (Coordinatore PSR Innovazione Campania, partner tecnico del progetto “Terra del sole”).


Faranno seguito gli interventi di: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde); Ettore Prandini (Presidente di Coldiretti); Francesco Lollobrigida (Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste); Luca De Carlo (Presidente della Commissione permanente industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Senato della Repubblica); Francesco Rocca (Presidente della Regione Lazio); Fulvio Bonavitacola (Vicepresidente e Assessore all’ambiente, Regione Campania); Alessandro Noce (Direttore Generale Mercati e infrastrutture energetiche, Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica); Dominga Cotarella (Presidente di Terranostra). Modera Gianni Todini (Direttore di Askanews).

Il team di alpiniste italo-pakistano K2-70 ha raggiunto il campo base

Il team di alpiniste italo-pakistano K2-70 ha raggiunto il campo baseRoma, 2 lug. (askanews) – La spedizione femminile K2-70, organizzata dal Club Alpino Italiano per celebrare il 70esimo anniversario della prima salita sulla seconda montagna più alta della Terra, è arrivata il 27 giugno al campo base del K2, a 5000 metri di quota, la loro casa per il prossimo mese.


Le prime due settimane di cammino. Le otto alpiniste – le italiane Anna Torretta, Federica Mingolla, Silvia Loreggian e Cristina Piolini e le pakistane Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim sono partite lo scorso 16 giugno da Islamabad per poi raggiungere Skardu e successivamente in jeep Askole, 3000 metri, dove hanno trascorso la prima notte in tenda. Il 21 giugno, organizzati con i portatori i carichi, è iniziato il trekking. Le tappe sono state: Jula, Paju – Khoburtse, Urdukas, Gore II, Concordia e infine Campo Base.


7 giorni per un totale di circa 90 km lungo il ghiacciaio del Baltoro attraverso le montagne più belle del mondo: le Torri di Trango, le Cattedrali del Baltoro, il Gasherbrum IV, il Masherbrum. Arrivate a Concordia (4800 metri) Anna Torretta, Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim hanno potuto ammirare per la prima volta il K2 (8611 metri). Una volta raggiunto il campo base, la spedizione si è dedicata per due giorni a organizzare il materiale e a riposarsi in preparazione della salita. Sono stati anche predisposti i pannelli solari che consentiranno di essere indipendente dal punto di vista energetico senza uso di generatori a combustibili fossili. Con tale spirito, anche lo staff di cucina sta utilizzando solo gas per preparare i pasti. Il 29 giugno Cristina Piolini, Silvia Loreggian e Federica Mingolla sono andate insieme al portatore d’alta quota Ali Durani al campo base avanzato a 5400 metri per verificare le condizioni del percorso di avvicinamento e lasciare un deposito di materiale necessario per i prossimi giorni quando inizierà la fase di acclimatamento sulla via dello Sperone degli Abruzzi.


Test medici in alta quota: il valore scientifico della spedizione. Durante il trekking la dottoressa Lorenza Pratali ha effettuato diversi test medici, tra cui verifica della saturazione, test sulla funzione polmonare per valutare la risposta delle otto alpiniste alla quota. Una volta al campo base, sono stati effettuati a tutte ecografia polmonare, eco cardio, test cognitivi, ecografia del nervo ottico, verifica del peso corporeo per valutare l’effetto dell’altitudine. Questi test verranno ripetuti durante la spedizione per valutare eventuali variazioni fisiologiche e quindi l’acclimatamento. Il campo base raccontato dal capo spedizione. “Il Campo base ha preso la sua forma definitiva. Da 48 ore tutti si sono messi al lavoro, per sistemare le proprie tende e le proprie cose. Le piazzole si scavano ancora nel ghiaccio vivo, ma anche i circa 200 colli da 30 kg di viveri e materiali vanno aperti e inquadrati in una logica organizzativa. È stata montata la grande tenda Dome di 6 m di diametro che accoglie tutte le attrezzature tecniche, un campo fotovoltaica da 4 kw, con inverter, distribuita l’elettricità a tutte le tende delle alpiniste e di tutti gli altri compresa la grande tenda cucina, la mensa, le due tende magazzino, la tenda medica. Abbiamo deciso di non utilizzare generatori e combustibili fossili, attività che richiede impegno organizzativo e attenzione. Il personale del campo base è composto da 12 persone compreso il cuoco, il suo aiuto e due sirdar, i leader locali degli Sherpa. Ci cono poi i nostri quattro portatori d’alta quota: Ali Durani, Muhammad Nazir, Ghulam Abbas e Ali Norani”, racconta il capo spedizione Agostino Da Polenza. E aggiunge: “Stiamo in generale tutti bene, si respira una bella energia. Ho visto molti sorrisi, autoironia, determinazione, solidarietà e tolleranza”.


Al campo base anche la prima missione glaciologica sul K2. Arrivato al campo base anche il team che studierà per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi del K2. La missione è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del CAI e del Ministero dell’Università e della Ricerca. Il gruppo è guidato da Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr, e dalla guida alpina Paolo Conz, assieme a due tecnici della Gilgit-Baltistan-Environmental Protection Agency, che da anni collaborano sul ghiacciaio del Pakistan con il supporto di EvK2Cnr, e Maurizio Gallo, ingegnere e guida alpina di EvK2Cnr. Opererà per una decina di giorni a monte del campo base avanzato del K2, in un campo remoto allestito appositamente per gli scienziati a una quota di circa 5.600 metri. La ricerca si svolgerà in un’area di circa 20 chilometri tra i 5.500 e i 6.000 metri di quota. I risultati della spedizione in corso potranno costituire la base per una futura missione di carotaggio profondo nell’ambito di Ice Memory, iniziativa internazionale riconosciuta dall’UNESCO con l’obiettivo di raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. L’Italia è tra i fondatori del progetto, con l’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia.

Delegazione Arma dei Carabinieri in missione ad Addis Abeba

Delegazione Arma dei Carabinieri in missione ad Addis AbebaRoma, 20 giu. (askanews) – Dal 18 al 20 giugno ha avuto luogo la tre giorni di permanenza nel continente africano da parte di una delegazione dell’Arma dei Carabinieri guidata dal Gen. C.A. Andrea Rispoli, Comandante del CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri), accompagnato dal Gen. B. Raffaele Pio Manicone, Comandante del Raggruppamento CC Biodiversità, il Col. Cristina Avanzo, Comandante del Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia, e il Magg. Marco Catizone.


Lo scopo della missione in Etiopia è stato quello di presentare il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia ai rappresentanti dell’Unione Africana presso la sede di Addis Abeba e alle autorità etiopi, che si occupano di tutela ambientale, conservazione della natura e agricoltura. La delegazione è stata accolta dal Min. Plen. Agostino Palese, Ambasciatore d’Italia in Etiopia che ha accompagnato gli Ufficiali dell’Arma durante gli impegni istituzionali. Un primo incontro si è tenuto con Josefa Leonel Correia Sacko, Commissaria per l’economia rurale e agricoltura dell’Unione Africana, con la quale si è discusso di progettualità da condividere. In serata, si è svolto il ricevimento presso Villa Italia per la promozione del Centro di Sabaudia, alla presenza di numerose autorità etiopiche, dell’Unione Africana e degli Stati membri dell’Unione Africana, dove sono state descritte le caratteristiche e le potenzialità del centro di eccellenza, che si sviluppa anche attraverso lo scambio di competenze ed esperienze. Nella giornata successiva, la delegazione si è recata ad Axum e Shire dove, tra l’altro, è stato visitato l’ospedale Suhul, il principale ospedale della regione, ricostruito grazie a importanti interventi della cooperazione italiana. La missione ha ricevuto l’apprezzamento e l’interesse delle Autorità africane, a vario titolo impegnate nella tutela, cura e sviluppo del territorio, con piena unità di intenti, da consolidare attraverso un proficuo processo di integrazione in materia ambientale, agricola e forestale, nel rispetto delle peculiarità ed esigenze dei territori.


Il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia è un istituto di formazione internazionale in materia ambientale, forestale, di biodiversità e di gestione delle aree naturali. Esso si basa su una partnership istituzionale con le Agenzie ONU di riferimento per le questioni ambientali, con le quali vengono promossi piani di formazione a favore di Paesi in via di sviluppo. Il Centro permette di integrare elementi di governance ambientale presso Stati che necessitano di acquisire abilità ed esperienze, affinché il loro sviluppo economico sia anche sostenibile sul piano ecologico. In questa situazione le attività formative, gli incontri e i confronti a tutti i livelli, possono risultare estremamente utili per acquisire quelle competenze, teoriche e pratiche, necessarie per combattere gli effetti del cambiamento climatico, fornendo un contributo fondamentele in termini di peacekeeping. I cambiamenti climatici determinano infatti perdita di fertilità del suolo, diminuzione della disponibilità idrica, siccità, inondazioni e altri gravi problemi. Tutto ciò aumenta l’aggressività di molti paesi a causa della necessità delle persone di sopravvivere.


Presso la struttura sarà disponibile anche un simulatore digitale interattivo per esercitazioni complesse sulla difesa degli ecosistemi forestali dagli incendi (Forest Fire Area Simulator – FFAS) in analogia a quanto già si svolge presso il vicino Centro Addestramento Carabinieri di Castel Volturno L’istituzione del Centro, così come descritto, ha immediatamente riscontrato l’interesse delle principali autorità nazionali e internazionali. Attualmente per l’attività di formazione sono stati già strutturati i programmi di 14 moduli formativi, da somministrare in inglese, della durata minima di 5 giorni. L’insegnamento é svolto in lingua inglese e francese, da esperti dell’Organizzazione Forestale, Ambientale e Alimentare dell’Arma dei Carabinieri, Funzionari dei Ministeri coinvolti nelle attività, nonché magistrati e professionisti del mondo accademico e del settore privato.

Al via in Alaska l’esercitazione internazionale Red Flag 24

Al via in Alaska l’esercitazione internazionale Red Flag 24Eilson (Alaska), 23 apr. (askanews) – Ha preso il via nella base aerea di Eielson, in Alaska, la Red Flag Alaska 24-1 (RF A 24-1), una delle esercitazioni aeree più complesse e realistiche a livello internazionale che vede impegnati anche piloti e specialisti dell’Aeronautica Militare, assieme ai colleghi delle Forze Aeree statunitensi, fino al prossimo 3 maggio.


L’Arma azzurra – spiega una news della Forza Armata sul proprio sito web – partecipa con un Reparto Autonomo di Volo (Large Force Element) di quattro tipologie di velivoli, alla loro prima esperienza in Alaska, in grado di esprimere un ampio spettro di capacità del potere aerospaziale. Si tratta di due diversi tipi di caccia (gli Eurofighter e gli F-35A), una piattaforma AEW – Airborne Early Warning con l’E-550 CAEW in grado di assicurare le funzioni di sorveglianza aerea e di comando e controllo e, infine, un velivolo tanker AAR (Air to Air Refuelling) KC-767A. Gli aerei italiani coinvolti sono tutti rischierati sulla base di Eielson, ad accezione del CAEW che è stato dislocato sul vicino aeroporto internazionale di Fairbanks, per questioni logistiche.


La Pacific Air Forces (PACAF) della United States Air Force (USAF) partecipa con F-16C, KC-135, KC-130J, KC-46 e E-3, ulteriori assetti da trasporto tattico e vari elicotteri. Alla Red Flag Alaska 24_1 partecipano inoltre l’AV-8N degli United States Marine Corps e l’EA-18G della United States Navy. L’esercitazione Red Flag Alaska, nata inizialmente con il nome di Cope Thunder, insieme alla Red Flag organizzata sulla base di Nellis, in Nevada, sono state ideate per consentire agli equipaggi di volo di addestrarsi nel combattimento aereo avanzato, esercitandosi in missioni con un contesto estremamente realistico e scenari di tipo A2AD (Anti Access Area Denial).


Nelle prossime due settimane, piloti italiani e statunitensi avranno quindi la possibilità di esercitarsi in missioni aeree complesse, con oltre cento sortite giornaliere, caratterizzate da un livello di difficoltà elevato, con la presenza di minacce Air to Air, equipaggiate con armamento moderno e con una nutrita schiera missilistica (SAM), pienamente integrata in uno scenario addestrativo che permette di sfruttare al meglio le potenzialità degli assetti presenti e di replicare situazioni reali. Durante un’esercitazione di volo come la Red Flag Alaska 24-1, si sperimenta una progressione nella sfida in modo che tutti i partecipanti possano condividere idee e lezioni apprese, al fine di utilizzare al meglio le capacità di ciascuna piattaforma impiegata, raggiungendo così l’obiettivo finale, tutti i vari task assegnati alla missione di volo, nel modo più efficace. I partecipanti alla Red Flag Alaska sono organizzati in forze difensive (c.d. Blue Air) e forze offensive (c.d. Adversary), che vengono utilizzate come strumento per addestrare la componente Blue Air.


Al culmine dell’esercitazione, possono operare contemporaneamente fino a 70 fighter nello stesso spazio aereo. Durante la Red Flag Alaska 24-1 saranno condotte due missioni aeree ogni giorno. Tutte le esercitazioni si svolgono nel Joint Pacific Range Complex sopra l’Alaska, uno spazio aereo molto vasto, disponibile con poche restrizioni, costituito da estese aree dedicate ad operazioni militari, spazi aerei per uso speciale e poligoni di tiro aereo per un’area totale di oltre 67.000 miglia quadrate (equivalenti a circa 174.000 km quadrati) che consente a tutti i partecipanti di operare ogni sistema d’arma quasi senza limitazioni. La Red Flag Alaska si configura come uno degli scenari più realistici al mondo nello sviluppare l’integrazione e la sinergia degli assetti aerei presenti, per lo svolgimento di operazioni aeree complesse. I velivoli caccia italiani presenti a Eielson effettueranno in tale contesto sia missioni di penetrazione in territorio avversario, c.d. di Air Interdiction, che missioni di supporto alle forze di terra, oltre a cooperare nelle missioni per il recupero di personale in territorio ostile. Si tratta di un contesto esercitativo definito non a caso “complesso” per via dell’elevato numero di velivoli che vi prendono parte e dello scenario di crisi riprodotto. La Red Flag Alaska è organizzata quattro volte l’anno, presso le basi aeree di Eielson e di Elmendorf, dalla PACAF (Pacific Air Force) della United States Air Force. Tale esercitazione, originariamente chiamata Cope Thunder, fu trasferita a Eielson dalla base aerea di Clark, nelle Filippine, nel 1992, dopo che l’eruzione del Monte Pinatubo il 15 giugno 1991 costrinse alla riduzione delle operazioni. Cope Thunder è stata rinominata Red Flag Alaska nel 2006, per aver nel tempo acquisito la complessità dell’esercitazione omonima denominata Red Flag ed organizzata a Nellis AFB (NV), pur distinguendola da essa per lo spazio aereo a disposizione.

Marina Militare, nave Vespucci doppia per la prima volta Capo Horn

Marina Militare, nave Vespucci doppia per la prima volta Capo HornRoma, 5 apr. (askanews) – Questa mattina verso le 07:00 (ora italiana) la nave scuola Amerigo Vespucci, nell’ambito del suo tour Mondiale, ha doppiato Capo Horn, l’eremo più meridionale del continente americano noto per essere uno dei passaggi sul globo più sfidanti per la navigazione.


Capo Horn (Cabo de Hornos), è il luogo dove Oceano Pacifico e Atlantico si incontrano. La zona è affetta da continue perturbazioni create dalla vicinanza all’Antartide. Queste spingono enormi masse d’acqua verso lo Stretto di Drake, dove il fondale marino passa repentinamente da 4000 a 100 metri. Capo Horn e l’Antartide, quindi, creano un passaggio obbligato per vento e mare determinando condizioni meteorologiche uniche. Il passaggio, avvenuto per la prima volta negli oltre 90 anni di storia del Vespucci, è stato possibile grazie a un’attenta e meticolosa pianificazione della navigazione e valutazione delle condizioni meteomarine, quanto mai indispensabili per il successo della missione. Doppiare Capo Horn è uno dei momenti cardine del tour mondiale, una nuova pagina di “arte della navigazione” e un nuovo obiettivo raggiunto nella lunga storia di nave Amerigo Vespucci. Il veliero prosegue nell’oceano Pacifico il suo viaggio. Il prossimo 28 aprile entrerà nel porto di Valparaiso in Cile.


Foto Marina Militare

IX Commissione Senato, missione in Qatar a Expo Doha

IX Commissione Senato, missione in Qatar a Expo DohaRoma, 10 gen. (askanews) – Missione internazionale per la IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare: in questi giorni, il presidente Luca De Carlo è in Qatar, all’Expo 2023 di Doha, per alcuni incontri istituzionali e per partecipare ad incontri e convegni sui temi dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici.

“È una missione molto importante dal punto di vista delle relazioni internazionali, ma anche per confrontarsi con altre realtà su un tema che coinvolge globalmente l’intero pianeta”, spiega De Carlo. “In questi due giorni, abbiamo affrontato temi di politica internazionale, ma ho avuto anche l’occasione di visitare le realtà produttive locali e di partecipare a confronti sul cambiamento climatico e sulle diverse strategie messe in campo per affrontarlo”. Nella serata di ieri – martedì 9 gennaio – il senatore De Carlo ha incontrato Omar Hussain Alfardan, Presidente e CEO di Alfardan Group; oggi, mercoledì 10 gennaio, De Carlo è stato accolto al Consiglio della Shura – l’equivalente del Parlamento italiano – dove si è confrontato con Hassan bin Abdullah Al Ghanim, Speaker del Consiglio della Shura.

A seguire, gli appuntamenti dedicati al mondo dell’agricoltura e alle riflessioni sul cambiamento climatico: prima, il dialogo con il Ministro dell’Ambiente e del Cambiamento Abdulla bin Abdulaziz bin Turki Al Subaie, seguito da quello con il Direttore Generale di Hassad Food, Mohamed Ali Al-Ghaithani, e con l’Acting General Manager, Mubarak Al Mansouri; dopo questi incontri, la visita alla fattoria organica Torba Farm e ai padiglioni di Expo Doha 2023. Nel pomeriggio, De Carlo interverrà al convegno promosso da ANBI nel Padiglione Italia dell’Expo dal titolo “Climate Change Mitigation and Adaptation Strategies”; in serata, prima della partenza prevista per la giornata di domani, l’ultimo incontro con altri interlocutori locali nella residenza dall’Ambasciatore italiano in Qatar, Paolo Toschi. Assieme al presidente Luca De Carlo, fanno parte della missione i senatori Gianluca Cantalamessa e Luigi Nave, membri della IX Commissione, e il Capo Ufficio segreteria della IX Commissione, Rosella Di Cesare.

Fond. Migrantes: in calo partenze per espatrio ma aumentano giovani

Fond. Migrantes: in calo partenze per espatrio ma aumentano giovaniRoma, 8 nov. (askanews) – “Il 44% delle partenze per espatrio, avvenute da gennaio a dicembre 2022, ha riguardato giovani italiani tra i 18 e i 34 anni. Si rilevano, rispetto agli anni precedenti, due punti percentuali in più in questa specifica classe di età che continua a crescere nonostante in generale, ancora per quest’anno, si sia rilevata – per la sola motivazione espatrio – un decremento delle partenze ufficiali – e quindi con iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero – dei nostri connazionali e delle nostre connazionali oltre i confini italiani. Da gennaio a dicembre 2022 si sono iscritti all’AIRE per la sola motivazione ‘espatrio’ 82.014 italiani: -2,1% rispetto all’anno precedente ovvero -1.767 iscrizioni”. È quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentato oggi.

“Il prolungarsi di tali decrementi (-2,1%, -1.767 iscrizioni per solo espatrio rispetto al 2022) e il ritardo delle ripartenze in numeri paragonabili al periodo prepandemico (sempre superiore alle 100 mila partenze per solo espatrio l’anno) – evidenzia il dossier – spinge a pensare che, probabilmente, ci ritroviamo in una nuova fase della mobilità italiana. Quest’ultima, in realtà, ci ha abituati a cambiamenti repentini e continui che tengono conto del periodo storico e degli eventi, di qualsiasi tipo, che accadono. È come se l’epidemia di Covid avesse reso i migranti italiani che partono oggi meno spavaldi, meno propensi al rischio, ma con maggiore senso di responsabilità e una più intensa inquietudine rispetto ad una scelta di vita che potrebbe essere definitiva – considerando le esperienze di altri (parenti e amici) a loro vicini – e per questo ancora meno facile da prendere”. “Aumentano gli indecisi, coloro che sono in una sorta di limbo tra il qui e il là, quelli che sono andati all’estero e vi lavorano anche, ma che continuano a tenere fermo un piede anche in Italia non ottemperando all’obbligo di iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Aumentano i moderni clandestini – prosegue il rapporto – quelli che non rispondono al diritto-dovere di spostare la residenza dall’Italia all’estero, quelli che vivono tra due realtà prendendo da ciascuna quello che possono, di volta in volta giustificati dal fatto che siano stati scarsamente considerati e valorizzati e che l’Italia non abbia avuto cura di loro evitando che andassero a vivere lontano”.

Fond. Migrantes: cresce l’Italia all’estero, più donne e giovani

Fond. Migrantes: cresce l’Italia all’estero, più donne e giovaniRoma, 8 nov. (askanews) – “Al 1° gennaio 2023 i connazionali iscritti all’AIRE (l’Anagrafe Italiani residenti all’estero) sono 5.933.418, il 10,1% dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia continua inesorabilmente a perdere residenti (in un anno -132.405 persone, lo -0,2%), l’Italia fuori dell’Italia continua a crescere anche se in maniera meno sostenuta rispetto agli anni precedenti”. È quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentato oggi.

“L’Italia fuori dei confini nazionali – spiega il dossier – è costituita oggi da circa 6 milioni di cittadini e cittadine. L’analisi dei numeri incrocia la storia del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes la cui prima edizione risale a diciotto anni fa. Una presenza cresciuta dal 2006 del +91%. Le italiane all’estero sono praticamente raddoppiate (99,3%), i minori sono aumentati del +78,3% e gli over 65 anni del +109,8%. I nati all’estero sono cresciuti, dal 2006, del +175%, le acquisizioni di cittadinanza del +144%, le partenze per espatrio del +44,9%, i trasferimenti da altra AIRE del +70%”. “Il 46,5% dei quasi 6 milioni di italiani residenti all’estero è di origine meridionale (il 15,9% delle sole Isole), il 37,8% del Settentrione (il 19,1% del Nord Ovest) e il 15,8% del Centro. Negli ultimi 20 anni, quindi, e poi ancora di più nell’ultimo decennio, abbiamo assistito non solo a un revival del fenomeno, ma a un drastico cambiamento dello stesso”.

“La Sicilia è la regione d’origine della comunità più numerosa (oltre 815 mila). Seguono – restando al di sopra delle 500 mila unità – la Lombardia (quasi 611 mila), la Campania (+548 mila), il Veneto (+526 mila) e il Lazio (quasi 502 mila). Il 48,2% dei 6 milioni di italiani all’estero è donna (oltre 2,8 milioni). La presenza delle italiane cresce in maniera sostenuta: dal 2006 ad oggi è praticamente raddoppiata (+99,3%)” e inoltre, rileva il rapporto, “al contrario di quanto capita per gli italiani in Italia, l’Italia che risiede all’estero è sempre più giovane. Crescono le classi di età centrali costituite da giovani, giovani adulti e adulti maturi: il 23,2% (oltre 1,3 milioni) ha tra i 35 e i 49 anni; il 21,7% (più di 1,2 milioni) ha tra i 18 e i 34 anni”. L’ATTUALE PRESENZA ITALIANA ALL’ESTERO È EUROPEA – L’Europa accoglie oltre 3,2 milioni di connazionali (il 54,7% del totale) mentre il continente americano segue con oltre 2,3 milioni (40,1%). Oggi le comunità italiane più numerose si trovano in Argentina (oltre 921 mila iscritti, il 15,5% del totale), in Germania (oltre 822 mila, il 13,9%), in Svizzera (oltre 639 mila, il 10,8%). Seguono Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Nelle prime dieci posizioni si registrano ben tre continenti – America del Nord e Latina, Europa e Oceania – ma non occorre superare la 27° posizione perché tutti i continenti siano rappresentati.

Fond. Migrantes: 94 mila cancellazioni per estero (2021), 45% donne

Fond. Migrantes: 94 mila cancellazioni per estero (2021), 45% donneRoma, 8 nov. (askanews) – “Nel 2021 le cancellazioni per l’estero di cittadini italiani sono state circa 94 mila, di cui 42 mila donne (45,1%), mentre il numero delle iscrizioni anagrafiche dall’estero è stato di quasi 75 mila individui, di cui 33 mila donne (44,2%). In generale, gli emigrati hanno un’età mediana di 31 anni per gli uomini e 29 anni per le donne, mentre l’età mediana degli italiani che rientrano è leggermente più alta, 35 anni per gli uomini e 32 per le donne”. È quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentato oggi.

“Ad espatriare sono in particolare i giovani (il 52% nella fascia di età 20-39 anni); consistente è, anche, il numero di minori che presumibilmente si spostano con la famiglia (19% nella fascia 0-17 anni). Da segnalare anche la quota rilevante (23%) rappresentata dai 40-65enni, segnale, quest’ultimo, di una sempre maggiore propensione e/o necessità ad emigrare all’estero per lavoro anche in età più matura”. “Le regioni per le quali è più consistente il flusso migratorio di italiani verso l’estero sono la Lombardia (circa 19 mila, pari al 20% del totale delle cancellazioni), il Veneto (poco più di 9 mila, 10%), la Sicilia (8 mila, 9%), e l’Emilia-Romagna (circa 7 mila, 8%). La quota più elevata di donne che espatria si registra in Valle d’Aosta e FriuliVenezia Giulia (49,1% e 48,3%), la più bassa in Puglia (41%). Le prime cinque province di cancellazione per l’estero sono Milano, Roma, Torino, Napoli e Brescia le quali, nel complesso, rappresentano oltre un quinto delle migrazioni in uscita”, conclude il dossier.