Tumori, esperti: puntare su “Rete” per assicurare presa in caro pazientiRoma, 22 dic. (askanews) – Si è svolto ieri pomeriggio a Roma, presso la Sala Aniene della Regione Lazio, il convegno “La Rete oncologica del Lazio e il ruolo delle professioni”, coordinato dal prof. Aldo Morrone, Direttore scientifico dell’IISMAS e già Direttore scientifico del San Gallicano IFO, e organizzato da DreamCom.
In apertura, i saluti del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca: “L’importanza della Rete oncologica e di realizzare un sistema integrato tra professionisti, strutture sanitarie e organizzazioni, sta nel garantire al paziente un coordinamento senza soluzione di continuità nelle fasi di diagnosi, trattamento e follow-up. Soltanto attraverso una Rete ben sviluppata e una comunicazione virtuosa tra tutti gli ‘attori’ del sistema, saremo in grado di affrontare con successo le sfide complesse della malattia oncologica, garantendo ai pazienti il più alto standard di cura possibile”. “Credo che più la Rete sia reale più abbia capacità di lavorare in sinergia mettendo davvero tutti gli istituti su tutto il territorio regionale, per far terminare il fenomeno della mobilità all’interno delle nostre regioni quando non strettamente necessario. Attraverso una Rete efficiente – ha continuato il presidente Rocca – possiamo fermare questa iniquità enorme che viene da lontano, non solo dagli ultimi 10 anni, che porta purtroppo tanti cittadini a dover venire a Roma per trovare un punto di riferimento, o ad andare fuori regione. Il problema non è che manchino le eccellenze all’interno della nostra regione. Il problema è l’organizzazione del nostro lavoro, il saper fare squadra e saper lavorare tutti insieme con un obiettivo comune, e con la consapevolezza che il cancro è una patologia che, quando colpisce le fasce più deboli e fragili della popolazione, aumenta il rischio di mortalità”, ha concluso.
“L’approccio da adottare per le scelte in sanità è di medio-lungo periodo e deve considerare i costi come investimenti, per sviluppare salute e dignità delle persone – ha affermato dal canto suo il Prof. Morrone -. Lo screening per la diagnosi precoce dei principali tumori diventa così un investimento perché, riduce la mortalità e disabilità, e porta un impatto positivo in termini di costi nel sistema sanitario, sociale e previdenziale”. “Occorre rivolgere una particolare attenzione soprattutto ai cittadini più fragili, superando disuguaglianze socioeconomiche che hanno un impatto molto grave sul rischio di ammalarsi e morire di tumore – ha sottolineato -. Le persone con un livello socioeconomico più basso, infatti, presentano una probabilità maggiore di non sopravvivere ad una patologia oncologica che oggi invece abbiamo reso più curabile, spesso completamente guaribile, rispetto al passato”. “È necessario supportare costantemente i team multidisciplinari, transculturali e il care management, affinché tutti i cittadini possano essere coinvolti nei progetti di screening precoci e nell’accesso alle cure oncologiche – ha proseguito il Prof. Morrone -. Introdurre figure professionali come lo psicologo, il fisico, il farmacista, che svolge un ruolo fondamentale in termini di disponibilità dei farmaci, indicazione, programmazione, appropriatezza e risparmio economico. La realizzazione di una piattaforma Big Data può consentire l’attività di medicina di precisione. Soprattutto i cittadini debbono saper di poter contare su un rafforzamento delle prenotazioni online degli screening e delle prestazioni specialistiche, perché nessuna persona – ha concluso – sia lasciata indietro”.
Al termine del confronto, tra medici, esperti e stakeholders, è emerso come la complessità dei bisogni della persona colpita da patologia neoplastica richieda l’istituzione di una “Rete” secondo un modello organizzativo che assicuri la presa in carico del paziente mettendo in relazione professionisti, strutture e servizi che erogano interventi clinici e sociosanitari nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica e organizzativa. La Rete deve individuare i nodi e le relative connessioni definendone le regole di funzionamento, di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento di tutti i cittadini. I numeri.
Nel 2022, in Italia, le diagnosi di tumore sono state 390.700, con un incremento di 14.100 casi rispetto al 2020. Il nostro Paese, però, fra il 2011 e il 2019, ha registrato una diminuzione della mortalità per cancro superiore rispetto alla media europea, con una riduzione dei decessi del 15% negli uomini e dell’8% nelle donne (-10% uomini e -5% donne in Europa.) Il Registro tumori regionale riporta un numero di nuovi casi nel 2022 di 30.982 distribuiti equamente tra i generi, di cui la metà (15.597) residenti nel comune di Roma, poco più di 3000 casi nelle province di Latina e Frosinone, 2000 a Viterbo e circa 1000 residenti nella provincia di Rieti. Il 14,8% (4.577) di tutti i tumori riguarda la mammella (solo donne), mentre l’12,0% (3.724 casi) riguarda il colon-retto e ano ed il 10,1% (3.123 casi) i bronchi e polmoni, il 9,7% (2.994 casi) la prostata. Percentuali inferiori si osservano per il tumore della vescica, 7,8 (2.406 casi). Il melanoma della cute rappresenta il 4,1% (1.341) di tutti i tumori. I tumori ematologici rappresentano il 6,4% dei tumori (1.973 casi); utero e ovaio incidono per il 4,8% con 1.482 casi. Il tasso standardizzato di mortalità per gli uomini risulta pari a 325 per 100.000 residenti ed è in diminuzione (393 per 100.000 nel 2008); anche per le donne il tasso standardizzato di mortalità è in calo (da 218 per 100.000 nel 2008 a 197 per 100.000 nel 2018). I tumori maligni con maggiore incidenza sono stati quelli della Trachea, Bronchi e Polmone con il 22,4% (3.563 casi), seguiti da quelli dell’Intestino (Tenue, Colon e Retto) con il i2,3% (1,962 casi). Nel 2022 sono stati rilevati 7.908 casi di morte per tumori maligni a Roma. Occorre sottolineare che per gli anni 2020-2022 i dati di incidenza sono sottostimati a causa della mancanza del flusso informativo della mortalità per causa. Le prestazioni totali realizzate nel Lazio (Visite, Diagnostica, Laboratorio, Riabilitazione e Terapeutica) nel periodo gennaio – ottobre 2023 sono state 63.336.133. Nello stesso periodo, relativamente al 2022, erano 57.993.034. Questi dati si riferiscono sia alle prestazioni erogate sia ai pazienti oncologici che ad altri pazienti non affetti da tumore.