Palazzo Velabro, l’hotel che punta sul design e il Made in Italy
Palazzo Velabro, l’hotel che punta sul design e il Made in ItalyMilano, 7 mag. (askanews) – Mettete insieme l’arte contemporanea, il design e l’alta cucina. E collocateli all’interno di un palazzo settecentesco tra i Fori Imperiali e l’Arco di Giano. Vi troverete a Palazzo Velabro, un hotel inaugurato da poche settimane in un edificio storico restaurato negli anni sessanta dall’architetto razionalista Luigi Moretti. Questo raffinato mixed-use hotel si candida a conquistare un mercato di nicchia nell’hotellerie di lusso in un momento in cui la capitale sta vivendo una nuova primavera dopo la pandemia e alla vigilia di tanti eventi mondiali, dal Giubileo alla candidatura per Expo 2030.
“Roma è un mercato assolutamente booming in questo momento, sta scoppiando perché è diventato una destinazione, il place to be per tutti gli investitori stranieri. Stiamo assistendo a molte aperture, da Six Senses a Edition, e noi rientriamo in questo campo di aperture che ha approfittato di un momento d’oro di Roma che si sta rilanciando”. A parlare è Cristina Paini, ceo e founder di Lhm, white label company specializzata in hotel management, che gestisce l’hotel per conto di Design Hotel di Marriott. Il grande gruppo americano dell’hospitality ha scelto di affidare a Lhm il progetto di questo hotel per esaltare il meglio del Made in Italy intercettando così una clientela internazionale di un certo tipo, ma anche italiana.
“È il lusso che sta aprendo a Roma perché sta vedendo in questa città la possibilità di espandere un segmento che forse prima era più ristretto – sottolinea Paini – La location è sicuramente unica e ha un grandissimo valore sia per i romani stessi, sia comunque per chi ama Roma”. In questa direzione va l’intervento tailor-made all’insegna dell’arte contemporanea e del design, grazie al progetto di interni dello studio di architettura milanese GaribaldiArchitects. “Già dai primi sopralluoghi del palazzo al Velabro, ho avuto la sensazione di entrare in un luogo “intimo” dove gli spessi muri romani della struttura architettonica originale avessero lo spazio per raccontare una terza storia, la nostra”, racconta l’architetto Alessia Garibaldi. Il risultato è un progetto di mixed-use hotel arredato con oggetti di design originali, vintage e creati su misura da artigiani locali. Gli interni, curati nel minimo dettaglio, uniscono gusto e bellezza ad alti standard di comfort.
“All’interno di questa struttura ci sono camere e appartamenti. Noi crediamo tantissimo nell’appartamento, un modello di accoglienza nuovo e molto richiesto dal cliente”, spiega Cristina Paini. Le 27 suites sono dotate di cucina, ma difficilmente l’ospite non si farà tentare dai menù della chef Penelope Musolino, proveniente dal tre stelle La Pergola e ora a capo della brigata di Apicio 16, ristorante aperto per gli ospiti dell’hotel ma anche per l’esterno. Negli spazi comuni ci si muove tra fotografie di Gabriele Basilico, Aurelio Amendola e Piero Gemelli, sculture, un petit cinema e alzando la testa si possono ammirare i soffitti affrescati dall’artista Edoardo Piermattei in uno stile contemporaneo, che cita però i grandi esempi romani del passato.
Non mancano gli spazi espositivi per ospitare mostre fotografiche temporanee e c’è anche una piccola biblioteca con “100 libri x Palazzo al Velabro” selezionati dalla curatrice d’arte, Maria Vittoria Baravelli. “Chiunque di noi va in un hotel ha sempre la pretesa di sentirsi in un qualche modo a casa per quanto l’hotel sia un luogo più di transizione e di passaggio. Quello che trovo sempre mancante è proprio l’aspetto più intimo legato ai libri – spiega – Sono andata a comprare una serie di libri che io avevo già letto e amato. E questo è per dare la possibilità a tutti di prendersi un volume e leggerlo in camera prima di dormire”. Sempre a cura di Baravelli è la selezione di foto in bianco e nero all’interno delle camere. “Nelle zone più intime – racconta – abbiamo scelto le fotografie dell’archivio di Marisa Rastellini, una donna degli anni ’60 che ha fotografato tutti i volti iconici del secondo Novecento Italiano”.
Foto che ritraggono Dacia Maraini o Elsa Morante, ma anche tanto cinema, con Monica Vitti o Pierpaolo Pasolini. Una lunga citazione della “dolce vita” romana per far amare ancora di più Roma nella sua eterna bellezza.