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Allenarsi senza soffrire: mito o realtà?

Allenarsi senza soffrire: mito o realtà?Roma, 2 ott. (askanews) – Italiani ed attività fisica non formano esattamente un’accoppiata vincente. Recentemente l’Istituto Superiore di Sanità ha fotografato il livello di pigrizia del nostro Paese: gli adulti fisicamente attivi tra i 18 e i 69 anni sono poco meno di uno su due (48%), Il 24% lo è solo parzialmente, mentre quasi 3 su 10 (28%) sono sedentari. Il problema aumenta con l’avanzare dell’età. Le passeggiate e la cura della casa sono le attività preferite.


La poca inclinazione al movimento e la tendenza a preferire attività leggere, potrebbero essere spiegate dal fatto che praticare sport evoca immagini di impegno e fatica, portando così molte persone ad evitarlo. Dunque, è possibile cambiare percezione nei confronti del movimento fisico e renderlo più attraente ed accessibile, affinché le persone non si sentano sopraffatte da questa idea di fatica? “No Pain, No Gain”, ovvero “nessun dolore, nessun guadagno”, è ciò che molti pensano dell’attività sportiva. L’idea si è radicata così profondamente nel pensiero comune, al punto che il successo e la forma fisica siano raggiungibili solo attraverso sofferenza e fatica – afferma Federica Accio, chinesiologa esperta di benessere. Invece è possibile raggiungere i propri obiettivi senza dover affrontare allenamenti estenuanti e sottostare ad obblighi severi. Ascoltare il proprio corpo è fondamentale, è necessario però acquisire consapevolezza di ciò che si sta facendo e delle proprie possibilità, senza strafare, soprattutto se si è alle prime armi. Un traguardo possibile solo attraverso un approccio equilibrato e soft”.


La moderazione è dunque essenziale: l’attività fisica è un potente strumento preventivo contro molte malattie, ma gli eccessi possono avere effetti indesiderati o addirittura controproducenti. Tuttavia, il modello attuale tende a focalizzarsi sulla performance, enfatizzando il superamento dei propri limiti come condizione imprescindibile per raggiungere risultati. “Contrariamente a quanto si possa pensare, andare in affanno o sentirsi fisicamente e mentalmente sovraccaricati durante l’esercizio fisico, così come avvertire dolore successivamente, non è affatto salutare – spiega Federica Accio – l’attività dovrebbe seguire tre fasi: cardiovascolare, rinforzo muscolare e stretching, evitando qualsiasi eccesso. Se continuiamo a credere che ‘Chi bella vuole apparire deve soffrire’, sempre meno persone saranno motivate a praticare sport, vivendolo come fonte di sacrifici e rinunce. Invece, l’approccio deve essere lento e graduale. Non dimentichiamo, inoltre, che molti hanno vissuto esperienze precedenti spiacevoli, con allenamenti troppo intensi e stressanti. fisicamente e psicologicamente. Quando iniziamo un’attività fisica, ci poniamo un obiettivo sostenibile e, per raggiungerlo, è necessaria la moderazione. È fondamentale promuovere il movimento come una terapia di benessere psicofisico, una condizione più difficile da raggiungere ma più facile da conservare nel tempo, che non solo funge da prevenzione per la salute, ma regala anche soddisfazione estetica e divertimento. La chiave è strutturare l’attività in modo intelligente e progressivo”.


Eppure, ogni giorno ci vengono proposte immagini di donne e uomini dai corpi scolpiti, al limite del naturale, ed esercizi miracolosi che promettono risultati da “7 chili in 7 giorni”, trascurando gli effetti che alcune scelte drastiche possono avere sulla nostra salute. Questo tipo di messaggio alimenta aspettative irrealistiche, propone stereotipi inarrivabili e un’idea insostenibile di attività fisica, che privilegia risultati rapidi a discapito di un approccio equilibrato e personalizzato, all’insegna del benessere a lungo termine. “L’attività fisica non dovrebbe essere considerata un rimedio temporaneo contro gli inestetismi del corpo ma una pratica di igiene personale, un integratore di benessere, un farmaco preventivo. Adottando un approccio terapeutico al movimento, l’allenamento diventerà un’abitudine imprescindibile, come lavarsi i denti. Tutti i corpi, indipendetemente dal sesso, dall’età e dalla predisposizione atletica, meritano la possibilità di migliorare il proprio stile di vita, bastano un tappetino, uno smartphone e 30 minutini di “Ginnastichina”, conclude Federica Accio.

Classifica Condé Nast Traveller Uk Readers’, Terme Saturnia al 7° posto

Classifica Condé Nast Traveller Uk Readers’, Terme Saturnia al 7° postoRoma, 1 ott. (askanews) – Nelle classifiche finali di Condé Nast Traveller UK Readers’ Choice Awards 2024, Terme di Saturnia Natural Destination, nel cuore della Maremma toscana, raggiunge il 7° posto nella categoria “Destination Spas” a livello Europa, e il primo tra le strutture italiane premiate.


I Readers’ Choice Awards sono il riconoscimento d’eccellenza più longevo e prestigioso nel settore dei viaggi: quest’anno, per la prima volta, Condé Nast Traveller ha scelto di realizzare sondaggi separati negli Stati Uniti e nel Regno Unito, e un sorprendente numero di 126.790 lettori britannici ha condiviso con entusiasmo le proprie esperienze di viaggio per fornire un’istantanea completa dei luoghi in cui non vedono l’ora di tornare. “Essere nominati ai prestigiosi Readers’ Choice Awards 2024 di Condé Nast Traveller ci riempie di orgoglio”, commenta il Direttore Generale Antonello Del Regno. “Questo riconoscimento internazionale testimonia l’impegno costante e la passione con cui lavoriamo quotidianamente per affermare Terme di Saturnia Natural Destination come un’eccellenza nel mondo dell’ospitalità e del benessere. Il merito del premio va a tutto il team, che contribuisce a far vivere l’unicità di questo luogo straordinario e della sua potente acqua termale, una risorsa preziosa e unica al mondo, che sgorga da una millenaria sorgente”.


Questo premio si aggiunge a una lunga serie ricevuti, dai Travel+Leisure World’s Best Awards 2022 e 2023 ai Condé Nast Traveller’s 2021 Readers’ Choice Awards, che negli ultimi anni hanno visto Terme di Saturnia confermarsi al vertice di classifiche mondiali, come riferimento dell’eccellenza italiana nel panorama internazionale dell’ospitalità e del benessere.

Indagine BVA DOXA: la musica promuove la salute mentale

Indagine BVA DOXA: la musica promuove la salute mentaleRoma, 1 ott. (askanews) – Il 90% dei giovani considera la musica uno strumento in grado di contribuire al benessere mentale. La musica si configura come un linguaggio comune, capace di unire generi e generazioni, con un forte potere aggregante. Quasi due persone su tre la utilizzano per rilassarsi, quando si sentono felici o semplicemente per distrarsi. Gli effetti benefici della musica sono ampiamente riconosciuti: evoca emozioni profonde (69%), migliora l’umore (63%) e riporta alla mente ricordi (62%). Questi alcuni dei risultati della nuova ricerca BVA DOXA 2024 “Musica e salute mentale” che verrà illustrata martedì 8 ottobre 2024 al Campidoglio.


L’indagine è stata realizzata per la terza edizione del Festival della salute mentale RO.MENS per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, organizzato dall’ASL Roma 2 in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale con il patrocinio della RAI, che si terrà dal 3 all’8 ottobre 2024. La musica accompagna gli stati d’animo e le emozioni come gioia (64%), calma (48%), tristezza e nostalgia (38%). La musica non è solo ascolto, ma anche contenuto. Il 94% dei giovani afferma di leggere abitualmente i testi delle canzoni, che diventano così veicolo per la trasmissione di emozioni e messaggi. La musica, quindi, si conferma un potente canale di comunicazione, anche per temi inerenti alla salute mentale.


Su questa linea nell’ambito di RO.MENS è stato realizzato il primo concorso musicale per brani inediti sulla salute mentale “Music@Mens” con serata finale lunedì 7 ottobre al Teatro Tor Bella Monaca, con la partecipazione di Pino Strabioli, Jane Alexander e Mariella Nava. I vincitori saranno premiati al Campidoglio la mattina successiva 8 ottobre con l’intervento del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Mariella Nava insieme a Nando Citarella e agli utenti e agli operatori del Dipartimenti di Salute Mentale ASL Roma 2, ha realizzato “Nessuno è normale”, una canzone che invita all’inclusione e alla positività.

UNIAMO: a febbraio eventi a tema “Persone con malattia rara e Ricerca”

UNIAMO: a febbraio eventi a tema “Persone con malattia rara e Ricerca”Roma, 27 set. (askanews) – In occasione della Notte Europea dei Ricercatori, UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare lancia il tema della Giornata delle Malattie Rare 2025: “Persone con malattia rara e Ricerca”. L’obiettivo dell’ente di rappresentanza della comunità dei malati rari in Italia, più 2 milioni di persone, è riempire il mese di febbraio con iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale.


Per farlo, UNIAMO, in qualità di Coordinatore nazionale della Giornata mondiale, effettua una vera e propria “Chiamata alla partecipazione”: Università e Scuole, Istituti di Ricerca, Reti ospedaliere, Associazioni di pazienti, Enti del Terzo Settore, Aziende pubbliche e private, Singoli individui (ricercatori, docenti, pazienti, caregiver ecc.) sono chiamati a promuovere eventi di varia natura (convegni, manifestazioni sportive, culturali e ricreative, incontri con specialisti, stand informativi, dirette social ecc.) che accendano i riflettori sulle malattie rare e il ruolo della ricerca nella sua più ampia accezione, avvicinando il pubblico più vasto possibile alle sfide e alle difficoltà quotidiane, alle aspirazioni e alle richieste delle persone che convivono con una malattia rara e dei loro familiari. In continuità con le precedenti edizioni, infatti, la Federazione approfondirà il tema del “viaggio”, un percorso metaforico a rappresentare il lungo e faticoso percorso che compiono i pazienti quando affrontano la malattia. Dopo il tema della diagnosi precoce e quello della presa in carico olistica, il focus del Rare Diseases Day 2025 sarà quindi sulla ricerca, la speranza per tutte le persone con malattia rara di tornare a costruire il proprio percorso di vita. Perché, prendendo in prestito le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sostenuto la Giornata dello scorso anno, “nessuna malattia è mai troppo rara da non meritare una cura efficace”, perché dietro la malattia rara c’è una persona che ha una vita da vivere.


Nei prossimi giorni sul sito uniamo.org saranno pubblicate le linee guida per l’organizzazione degli eventi RDD 2025 e sarà possibile candidare la propria iniziativa tramite apposito modulo online.

Mieloma multiplo, ecco podcast “Mmarea” con voce narrante Luca Zingaretti

Mieloma multiplo, ecco podcast “Mmarea” con voce narrante Luca ZingarettiRoma, 24 set. (askanews) – “MMAREA – Il Mieloma Multiplo. Onda dopo onda” è la nuova campagna di comunicazione e informazione sul mieloma multiplo che Pfizer Italia promuove, in collaborazione con AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, Linfoma e Mieloma.


Per raccontare l’esperienza di chi convive con una patologia come il mieloma multiplo, caratterizzata da una alternanza di fasi di malattia attiva e fasi di remissione, ma anche per fornire un sostegno concreto ai pazienti e a coloro che se ne prendono cura, è stata realizzata una serie di podcast in edizione limitata, affidata alla voce narrante di Luca Zingaretti, personaggio iconico e amatissimo dal grande pubblico, che con il suo tono inconfondibile riesce a dare vita a una narrazione vivida e toccante. Nei podcast la condizione dei pazienti affetti da mieloma multiplo è raccontata con un duplice approccio: da una parte richiamandosi allo storytelling della campagna “MMAREA”, che crea un parallelismo tra il paziente e un pescatore che deve imparare a convivere con le fluttuazioni del mare; dall’altra attraverso il dialogo tra Elena Zamagni, ematologa dell’IRCCS AOU S. Orsola- Malpighi di Bologna, e Fabio Fulio Bragoni, rappresentante dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma (AIL).


In ogni episodio della serie ci si addentra, quindi, nel cuore della metafora (pescatore/paziente) indagando i sentimenti che si provano nel percorso della malattia, mettendo in luce la paura, la stanchezza, lo smarrimento; ma anche la forza, il coraggio e la resilienza che i pazienti, proprio come il protagonista, riescono a trovare dentro di loro ogni giorno. Al termine, con il breve talk tra l’esperta in Ematologia e il rappresentante dell’Associazione Pazienti, vengono invece approfonditi temi chiave quali diagnosi, percorso di cura, ricadute, remissione e consapevolezza. Il tono scelto per la serie di podcast è, volutamente, all’insegna dell’immedesimazione e, soprattutto, dell’empatia, per aiutare i pazienti a non sentirsi mai soli e per infondere loro coraggio, esortandoli a non perdere mai la speranza. Perché, se è vero che una diagnosi di mieloma multiplo travolge proprio come una marea, è tuttavia possibile riprendere in mano la propria vita grazie a percorsi di cura specifici e con il supporto fondamentale di medici e caregiver. Saper affrontare le ricadute, imparare flessibilità e resilienza sono quindi passaggi fondamentali per convivere con la malattia.


I podcast “MMAREA – Il Mieloma Multiplo. Onda dopo onda” sono oggi disponibili sul mini-sito di campagna https://www.pfizer.it/mmarea, oltre che sulle piattaforme Spotify Podcast, Apple Podcast e Amazon Music.

Tumore al seno, Schillaci: puntiamo a screening tra 45 e 74 anni

Tumore al seno, Schillaci: puntiamo a screening tra 45 e 74 anniRoma, 23 set. (askanews) – “Stiamo puntando è l’allargamento della fascia d’età della popolazione target, prevedendo lo screening per il tumore della mammella dai 45 ai 74 anni di età”, nell’ottica di fare più prevenzione. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci alla presentazione a Roma al ministero della Salute della campagna LILT for Women – Nastro Rosa 2024 della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori dedicata all’informazione e alla sensibilizzazione per la lotta al tumore al seno.


“Anche grazie al ruolo cruciale svolto dalla LILT, – ha detto ancora il ministro – abbiamo intensificato le iniziative di sensibilizzazione per promuovere l’adozione di stili di vita sani e l’adesione ai programmi di screening. Come sappiamo bene, individuare il cancro nelle fasi iniziali vuol dire garantire un tasso di sopravvivenza maggiore e una migliore qualità della vita”. “I dati della sorveglianza PASSI 2022-2023 dell’Istituto Superiore di Sanità – ha detto Schillaci – mostrano che in Italia il 73% delle donne fra i 50 e i 69 anni si è sottoposto allo screening mammografico a scopo preventivo, all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale. Non è trascurabile, d’altra parte, la quota di 50-69enni che non si è mai sottoposta a una mammografia a scopo preventivo o lo ha fatto in modo non ottimale: 1 donna su 10 non ha mai fatto un esame mammografico e quasi il 18% riferisce di averlo eseguito da oltre due anni”.


La copertura dello screening mammografico “indica un netto divario tra il Nord ed il Sud, dove occorre uno sforzo maggiore. É importante che le Regioni intensifichino gli sforzi per sensibilizzare la partecipazione ai programmi di screening e che le donne aderiscano. Sottoporsi periodicamente ai controlli è essenziale”, ha concluso Schillaci, annunciando la volontà allargare la platea della popolazione target prevedendo “lo screening per il tumore della mammella dai 45 ai 74 anni di età”.

Un nastro d’oro al Colosseo per l’attenzione sui tumori infantili

Un nastro d’oro al Colosseo per l’attenzione sui tumori infantiliMilano, 22 set. (askanews) – Il Colosseo si illuminerà con un nastro dorato per portare un messaggio di speranza a tutti i bambini malati di cancro e alle loro famiglie. È l’iniziativa di Peter Pan ODV – organizzazione di volontariato che accoglie i bambini malati di cancro in cura negli ospedali romani e le loro famiglie – per celebrare il Settembre d’Oro, mese dedicato alla sensibilizzazione sui problemi e i diritti dei bambini e degli adolescenti con tumori e sull’impatto della malattia sulle famiglie. In Italia, ogni anno, si ammalano 2.200 bambini e adolescenti, per fortuna il 70% guarisce, ma il 19,5% deve recarsi in regioni diverse dalla propria per curarsi.


L’appuntamento per l’accensione del Colosseo è per sabato 28 settembre dalle 20 alle 24 in Largo Gaetana Agnesi, con un momento di celebrazione insieme alla Banda dei Granatieri di Sardegna di stanza a Roma, che aprirà la cerimonia suonando l’Inno di Mameli. L’illuminazione è resa possibile grazie alla collaborazione del Parco Archeologico del Colosseo e del Comune di Roma. L’iniziativa fa parte della campagna di sensibilizzazione “Accendi d’oro, accendi la speranza”, lanciata ogni anno da FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica), di cui Peter Pan ODV è uno dei fondatori. Da domenica 22 a domenica 29 settembre tutte le associazioni aderenti organizzeranno iniziative, eventi e accensioni di monumenti e luoghi simbolo nelle proprie città.


In Italia ogni anno viene diagnosticato un tumore a 1.400 bambini tra gli 0 e i 14 anni e a 800 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Sebbene i tumori rimangano la prima causa di morte per i più piccoli, il progresso della ricerca scientifica garantisce, oggi, la guarigione al 70% di bambini e adolescenti che si ammalano (negli anni Settanta guariva solo il 58%), che arriva anche all’80/90% in caso di leucemie e linfomi che sono i tumori infantili più comuni. Molti di questi bambini devono, però, lasciare la propria città per avere le cure migliori. Secondo un recente studio dell’AIEOP (Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica) il 19,5% dei bambini e adolescenti affetti da cancro lasciano la loro regione per curarsi. Il 59,6% di loro proviene dalle regioni del Sud o dalle Isole, il 17,2% dal Centro e solo il 4,2% dal Nord. “I tumori infantili, e alcuni in particolare, sono ancora poco conosciuti – spiega Renato Fanelli, oncologo e membro del comitato etico di Peter Pan ODV – e questo spinge molte famiglie a rivolgersi a centri specializzati, posti in alcuni casi a chilometri di distanza dalla propria residenza, alla ricerca delle terapie più idonee per i loro figli. Lo spostamento comporta un grave peso emotivo che va a sommarsi a quello della malattia, ma anche un aggravio economico per le famiglie, che devono farsi carico delle spese per il trasporto e l’alloggio in città, come Roma, che molto spesso non sono a buon mercato.” Peter Pan ODV interviene proprio in queste due direzioni, così che la famiglia possa concentrarsi sulla cura del proprio bambino. “Accogliamo gratuitamente nelle nostre case di Roma i piccoli malati insieme alle famiglie – aggiunge Roberto Mainiero, presidente dell’associazione Peter Pan – e garantiamo loro un ambiente sereno, attività ricreative e tutto il supporto necessario affinché il momento della malattia sia, per quanto possibile, sereno.” Per continuare a supportare le famiglie che si appoggiano a Peter Pan ODV, in occasione del Settembre d’Oro, l’organizzazione ha lanciato una raccolta fondi. È possibile contribuire andando sul sito www.peterpanodv.it


“Noi cerchiamo di supportare al meglio i bambini che oggi si trovano a lottare contro il cancro nelle nostre case – conclude Fanelli – ma il nostro pensiero è per tutti i bambini malati. Per loro può ancora essere fatto tanto. Per questo è importante aderire all’iniziativa FIAGOP per il Childhood Cancer Awareness Month (CCAM), il Mese Internazionale di Sensibilizzazione sul Cancro Pediatrico. Sono tanti i temi sui quali bisogna ancora accendere l’attenzione: le diagnosi che spesso arrivano troppo tardi, compromettendo la possibilità di guarigione del bambino; le forme per cui ancora non esistono cure o sono troppo vecchie; i troppi pochi farmaci studiati specificatamente per i tumori pediatrici.” In occasione del Settembre d’Oro per la sensibilizzazione sul cancro pediatrico torna anche l’iniziativa “Ti voglio una sacca di bene”, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza di donare il sangue, dono prezioso per i bambini soggetti a terapie oncoematologiche. Peter Pan aderisce all’iniziativa con i suoi volontari, che nella settimana del 22 settembre si recheranno all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per effettuare la loro donazione di sangue.

Salute e sport, torna a Torino Tennis&Friends

Salute e sport, torna a Torino Tennis&Friends

Roma, 21 set. (askanews) – Prende il via oggi la quarta edizione torinese di Tennis & Friends – Salute e Sport, Official Charity delle Nitto ATP Finals, che per la prima volta si sposta nel cuore della città, in Piazza Castello. Promosso dalla Onlus Friends For Health, il progetto nasce nel 2011 con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione attraverso corrette abitudini di vita, dalla regolare attività fisica a periodici check-up specialistici. “Una volée per la salute: la prevenzione scende in campo” è il claim dell’evento, realizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Tennis e Padel, che prende il via oggi e che rappresenta anche la seconda tappa di “Tennis in città”, la manifestazione che- a due mesi dalla 55esima edizione delle Nitto Atp Finals- porta gli sport da racchetta nelle piazze e nei luoghi più iconici del capoluogo piemontese, con l’obiettivo di avvicinare sempre più la popolazione a queste discipline che da anni riscuotono un successo sempre più grande.


Nella settimana che precede l’avvio ufficiale di #BeActive Settimana Europea dello Sport- progetto internazionale lanciato nel 2015, co-finanziato dalla Commissione Europea e dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, che promuove lo Sport, gli stili di vita sani e attivi, il benessere fisico e mentale dei cittadini- Tennis&Friends fa “scendere in piazza” le eccellenze del mondo sanitario del territorio a disposizione della cittadinanza, creando un vero e proprio Villaggio della Salute e dello Sport, che vede la collaborazione della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), della Asl Città di Torino e delle strutture sanitarie partner del progetto sotto il coordinamento della Asl Città di Torino: Asl Città di Torino, IRCSS Istituto Candiolo, GVM Care & Research Maria Pia Hospital – Clinica Santa Caterina da Siena, Ospedale Koelliker, J|medical, Istituto di Medicina dello Sport di Torino- F.M.S.I, Genera. Dopo la giornata di ieri dedicata alle scuole, che ha visto la partecipazione di migliaia di ragazzi a piazza Castello, oggi il taglio del nastro dà ufficialmente il via alla manifestazione alla presenza del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dell’Assessore al Bilancio della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, dell’Assessore allo Sport della Città di Torino, Domenico Carretta, del Direttore della Asl Città di Torino, Carlo Picco, del Presidente Comitato Regionale Piemonte CONI, Stefano Mossino, del Consigliere Federale FITP, Pierangelo Frigerio.


Guest star dell’edizione torinese, Andrea Vavassori, vincitore del doppio misto con Sara Errani agli Us Open, che è sceso in campo per la “Volée della Salute”. Il Villaggio della salute: i numeri e i percorsi


A partire da oggi e fino a domani i cittadini potranno usufruire di oltre 80 postazioni sanitarie e avranno la possibilità di effettuare screening gratuiti in più di 35 aree specialistiche, dislocate lungo la piazza e gestite da personale medico militare e medici provenienti dalle strutture di eccellenza del territorio, partner del progetto, coordinate dalla Asl Città di Torino. Questi i percorsi di prevenzione: cardiologia; dermatologia; gastroenterologia; ipertensione; malattie endocrinologiche, metaboliche e alcologia; ginecologia e senologia; medicina del Lavoro; medicina dello Sport; neurologia; neuropsichiatria infantile; nutrizione clinica; oculistica; otorinolaringoiatria; otorinolaringoiatria pediatrica; ortopedia; patologie respiratorie; pediatria; prevenzione HCV; prevenzione HIV; psicologia; radiologia; riabilitazione e recupero funzionale; riabilitazione e rieducazione funzionale pediatrica; senologia; urologia. Inoltre, grazie alla collaborazione col Ministero della Salute, all’interno del Villaggio anche una postazione per la donazione del sangue. Dal 2011 a oggi sono stati oltre 400 mila i cittadini che, nel corso delle diverse manifestazioni, hanno preso parte al progetto, oltre 330mila le visite e gli screening effettuati, con una crescita costante della partecipazione di oltre il 20%. “Gli screening stanno assumendo sempre più importanza – ha dichiarato il Prof. Giorgio Meneschincheri fondatore di Tennis & Friends, medico specialista in medicina preventiva e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – soprattutto rispetto a patologie più gravi, come quelle oncologiche. Ma sono ancora troppo poco sfruttati gli screening gratuiti proposti dal SSN: nel 2022 il dato nazionale di adesione è di circa il 50%. Dai dati statistici si evidenzia una disparità tra regioni in merito agli accessi e alla partecipazione, specialmente al Sud. Malgrado si attui un richiamo alla popolazione ad effettuarli la risposta rimane inferiore alle aspettative, le cause possono essere varie ma la principale è l’ansia di ricevere una possibile risposta negativa”.


Il Rapporto Annuale “I numeri del cancro in Italia 2023” (redatto da Aiom, Fondazione Aiom, Ons, Passi Passi d’Argento, Siapec-Iap), mostra un aumento delle nuove diagnosi. Nel 2023, in Italia, sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. In tre anni l’incremento è stato del 4,9% di casi. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (14%), seguito dal colon-retto (12,8%), polmone (11,1%), prostata (10,4%) e vescica (7,5%). Si stima che il 40% dei tumori potrebbe essere evitato con la prevenzione e adottando uno stile di vita più sano. Nonostante l’aumento delle diagnosi, la mortalità per cancro è in leggero calo grazie ai progressi medici. Anche gli stili di vita poco salutari sono dannosi: solo il 51,8% dei giovani tra i 6 e i 24 anni pratica sport regolarmente (dati ISTAT). In generale, il 30% della popolazione è sedentaria, con conseguente aumento di peso e obesità, che colpiscono oltre il 40% degli adulti (33% in sovrappeso, 10% obesi), aggravando il rischio oncologico. “Lo sport è prevenzione – aggiunge Meneschincheri – ed è necessario che le Istituzioni preposte sostengano le famiglie che non hanno la possibilità economica di far praticare attività sportiva regolare ai propri ragazzi. La salute è un diritto di tutti, come anche la prevenzione che passa dall’attività sportiva praticata sin dalla giovane età”. Lo sport, i tornei e gli Ambassadors Lo sport è l’altro grande protagonista dell’evento che darà la possibilità ai cittadini di cimentarsi in attività sportive sui campi da tennis e mini campi da pickleball allestiti in Piazza Castello dalla FITP e di assistere al Torneo Celebrities e vedere i propri beniamini sfidarsi per conquistare i trofei messi in palio da Frecciarossa, Intesa Sanpaolo e ENI. Molti gli Ambassador presenti all’evento e pronti a sfidarsi per vincere i Trofei messi in palio da Eni, Frecciarossa e Intesa Sanpaolo: Vittorio Brumotti, Cristina Chiabotto, Ciro Ferrara, Jimmy Ghione, Edelfa Chiara Masciotta, Veronica Maya in veste di madrina, Claudio Marchisio, Sebastiano Somma, Leonardo Metalli, Piero Chiambretti. E ancora, Andrea Baldini GS Aeronautica Militare, Roberto Colazingari GS Carabinieri Sezione Canoa fluviale, Davide Ghisetti GS Marina Militare ,Valentina Moscatt GS Fiamme Oro, Thierry Chenal, Alessandro Fiandino, Michele Gasperi, Giuseppe Montello per il Gruppo Sportivo dell’Esercito Italiano, Antonio Scopelliti Ufficio Comunicazione del C.M.E. Piemonte, Fabrizio e Marco Canevarolo Coordinatori FITP delle attività sportive Tennis in Città, Antonella Di Napoli, Coordinatrice delle attività Tennistavolo Tennis in Città. ‘Questa tre giorni piemontese all’insegna della prevenzione e della cultura del benessere è l’occasione per tutti per effettuare screening gratuiti e visite specialistiche gestite da personale medico militare e medici, provenienti dalle strutture di eccellenza del territorio coordinate dalla Asl Città di Torino – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il vicepresidente con delega all’istruzione Elena Chiorino, gli assessori allo Sport Marina Chiarelli e alla Sanità Federico Riboldi, l’assessore al bilancio Andrea Tronzano – Non dobbiamo smettere di ripetere e di ricordare che la prevenzione salva la vita, così come dobbiamo ricordare sempre che lo sport, insieme a uno stile di vita sano, è uno dei principali strumenti di prevenzione delle patologie. Per questo siamo molto lieti di tornare a ospitare ‘Tennis & Friends – Salute e Sport’, evento straordinario che quest’anno approda nel centro di Torino dove ci auguriamo possano arrivare molte persone, soprattutto studenti e giovani a cui è proposto un ricco programma di eventi e appuntamenti. Un ringraziamento particolare agli organizzatori per l’importantissimo lavoro svolto da anni, e per l’impegno costante nella promozione dello sport come strumento di salute e benessere’. “Siamo lieti di ospitare nuovamente a Torino questa importante manifestazione, che per la prima volta si terrà nella splendida cornice di piazza Castello, nel cuore della città – ha commentato Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino – Torino si sta affermando come una delle capitali mondiali del tennis come casa delle Nitto ATP Finals, un evento che ad ogni edizione riafferma lo straordinario valore sportivo, economico e sociale del tennis. Ma che è anche di forte stimolo alla pratica sportiva di base, soprattutto tra i più giovani, contribuendo a promuovere corretti stili di vita e la prevenzione delle malattie, due dei principali obiettivi che lo sport e l’attività fisica aiutano a raggiungere e che sono alla base di Tennis&Friends’. “Diamo il benvenuto a ‘Tennis&Friends’, che anche quest’anno offrirà a migliaia di torinesi un’opportunità unica: accedere a screening medici e check-up specialistici gratuiti. Il successo di questa iniziativa dimostra quanto sia importante promuovere la prevenzione e incoraggiare uno stile di vita sano, che passa anche attraverso la pratica sportiva- ha commentato l’ Assessore allo Sport della Città di Torino Domenico Carretta – ‘Tennis&Friends’ si inserisce nel calendario degli eventi di avvicinamento alle Nitto ATP Finals e quest’anno si unisce alla seconda tappa di ‘Tennis in città’, la manifestazione che porta gli sport della racchetta nelle piazze e nei luoghi più iconici di Torino, con l’obiettivo di far scoprire a un pubblico sempre più ampio queste discipline sportive, sempre più amate e praticate’. “Con il Prof. Giorgio Meneschincheri si è costruito, negli anni, un forte sodalizio che ha permesso di realizzare quattro edizioni di Tennis&Friends a Torino. Oggi la presenza del Villaggio della Salute, coordinato dall’ASL Città di Torino, sotto l’egida della Sanità Regionale, per la prima volta in Piazza Castello, rappresenta il risultato tangibile di questa collaborazione dove la prevenzione scende in campo con 50 percorsi clinici. Questa manifestazione rappresenta un esempio concreto dell’impegno della nostra Azienda nel promuovere la salute e il benessere della comunità”, ha commentato il dott. Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASL Città di Torino. “Il tennis italiano sta vivendo un’epoca d’oro, con risultati che testimoniano la nostra crescita esponenziale – ha commentato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel – Solo per citare i successi più recenti, la vittoria agli US Open di Jannik Sinner e quella al doppio misto di Andrea Vavassori e Sara Errani, insieme alle straordinarie imprese di Jasmine Paolini, che ha disputato due finali Slam in singolare, vinto a Roma e conquistato l’oro olimpico in doppio con Errani, il bronzo olimpico di Lorenzo Musetti, sono la dimostrazione del talento e della determinazione dei nostri atleti. In questo contesto, Tennis & Friends si distingue come un progetto fondamentale per promuovere la salute e il benessere attraverso la prevenzione e la pratica sportiva. Siamo, perciò, orgogliosi di sostenere questa manifestazione perché incarna il nostro impegno nel promuovere uno sport, come il tennis, strumento di prevenzione e miglioramento della qualità della vita’. ‘Iniziative come Tennis & Friends, che da anni fonde sport e salute, sono un esempio concreto di quanto sia essenziale prendersi cura di sé, promuovendo uno stile di vita attivo e rendendo accessibili a tutti le opportunità di controllo della propria salute- ha commentato Gianni Ocleppo, Presidente del Comitato d’Onore delle Nitto ATP Finals di Torino – Lo sport, in questo contesto, diventa un canale privilegiato per diffondere la cultura del benessere, aiutando le persone a comprendere l’importanza di mettere in atto stili di vita sani. Grazie al lavoro del professor Meneschincheri e del suo team, ogni anno migliaia di cittadini hanno la possibilità di accedere screening gratuiti, favorendo un dialogo costante tra sanità e società. È straordinario vedere come l’evento riesca a coinvolgere. tutte le generazioni, dai giovani agli adulti, facendo dello sport un motore di consapevolezza e prevenzione”.

Sindrome dell’ovaio policistico: fino al 70% dei casi non viene diagnosticato

Sindrome dell’ovaio policistico: fino al 70% dei casi non viene diagnosticatoRoma, 20 set. (askanews) – La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una condizione cronica che non può essere curata. La causa è sconosciuta e con una diagnosi complessa è uno dei disturbi ormonali più comuni che colpisce circa l’8-13% delle donne in età riproduttiva (Organizzazione Mondiale della Sanità). Proprio settembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione su questa patologia, molto diffusa ma talvolta poco conosciuta.


“La sindrome dell’ovaio policistico ha un impatto significativo sulla salute metabolica e riproduttiva della donna e fino al 70% dei casi non viene diagnosticato – spiega Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno – l’origine della condizione rimane ancora oggetto di discussione, ma le donne con una storia familiare di diabete di tipo 2 corrono un rischio più elevato. Tuttavia, si può affermare che la PCOS rappresenta una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo, caratterizzata da un aumento degli ormoni maschili (androgeni). Questo squilibrio ormonale porta a sintomi come eccessiva peluria sul viso e corpo (irsutismo), acne e calvizie di tipo maschile (alopecia androgenetica), e disturbi mestruali che includono cicli irregolari, assenza prolungata delle mestruazioni o cicli anormalmente lunghi. Inoltre, la sindrome si manifesta con l’ingrossamento delle ovaie, aumento del numero dei follicoli disposti perifericamente, alterazioni endocrinologiche e metaboliche, tra cui iperandrogenismo, resistenza all’insulina e iperinsulinemia. E’ importante notare che non sempre l’ecografia mostra chiaramente ovaie policistiche e alcune donne con PCOS potrebbero avere immagini ecografiche non indicative della condizione”. Il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è strettamente personalizzato, in quanto dipende dalle caratteristiche cliniche specifiche della paziente e dai suoi obiettivi riproduttivi e dal desiderio di avere figli.


“Nel caso in cui la paziente presenti sintomi come irregolarità mestruali, acne o irsutismo (eccessiva crescita di peli), può essere consigliata una terapia a base di pillole anticoncezionali contenenti estrogeni e progesterone per regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre i livelli di androgeni, responsabili di molti dei sintomi tipici della PCOS. Per le donne che desiderano concepire, invece, l’approccio terapeutico cambia. In questi casi, si adottano trattamenti volti a stimolare l’ovulazione, con l’obiettivo di ripristinare la fertilità. Nelle pazienti in sovrappeso o obese, una perdita di peso è altamente raccomandata poiché può migliorare significativamente i sintomi e la risposta ai trattamenti. Un approccio basato su una dieta equilibrata e un’attività fisica costante non solo favorisce la perdita di peso, ma migliora anche il metabolismo e contribuisce a un migliore controllo della sindrome”. La PCOS non implica necessariamente sterilità, come spiega il Ministero della Salute, e si ricorre all’induzione dell’ovulazione se la anovularietà è sistematica e unica causa dell’impossibilità di procreare. Inoltre stili di vita sani e corretti da tenere fin dalla giovane età della donna aiutano a prevenire questa particolare condizione clinica.

Sanità, I-Com: mancata immunizzazione contro Covid costata a Italia 1,6 mld

Sanità, I-Com: mancata immunizzazione contro Covid costata a Italia 1,6 mldRoma, 19 set. (askanews) – Nel 2023, primo anno di fase endemica del Covid-19, i costi diretti e indiretti attribuibili a livelli insufficienti di vaccinazione hanno superato complessivamente 1,6 miliardi di euro, mentre per i primi mesi del 2024 si registrano oltre 287 milioni. Entro la fine del 2024 si supereranno pertanto i 2 miliardi di costi attribuibili al mancato raggiungimento di livelli sufficienti di immunizzazione contro il Covid. Tra gli over 60 la copertura nazionale è infatti ferma al 10% (l’antinfluenzale registra il 53%), uno dei dati più bassi in Europa, su cui pesa anche il calo del 60% nel numero di somministrazioni avvenute nel 2024 rispetto all’anno precedente. Sebbene la crisi sanitaria e la pandemia siano ufficialmente concluse, il virus persiste e i costi associati rimangono significativi.


Sono queste alcune delle evidenze emerse nel rapporto realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), con il contributo non condizionato di Novavax, dal titolo “Difendersi e/è risparmiare. Prevenzione e immunità per limitare costi diretti e indiretti per il cittadino e la società: il caso del Covid-19”. Lo studio è stato presentato oggi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma nel corso di un evento istituzionale nato per iniziativa del Senatore Guido Quintino Liris, componente della Commissione Programmazione economica, bilancio. All’evento hanno preso parte il presidente Consiglio regionale del Lazio Antonio Aurigemma, il Country director Italy Novavax Giuseppe Bunone, il presidente I-Com Stefano da Empoli, il presidente Comitato Nazionale per la Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita Presidenza del Consiglio dei Ministri Andrea Lenzi, la Senatrice PD Commissione Programmazione economica, bilancio Beatrice Lorenzin, il direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn e la presidente SItI Roberta Siliquini. Tra settembre 2021 e il 24 settembre 2023 in Italia sono state somministrate circa 145 milioni di dosi di vaccino, facendo del Paese uno dei leader in Europa per la vaccinazione contro il Covid-19 nelle sue fasi più acute. Uno scenario completamente diverso emerge nell’ultimo anno, quando solo il 10,2% degli over 60 italiani ha ricevuto la vaccinazione anti-Covid (contro il 53% di copertura contro l’influenza), un valore ampiamente inferiore a quelli registrati nella maggior parte degli altri stati europei: tra gli over 60 in Francia, ad esempio, il tasso di copertura è del 26,5%, in Spagna è del 46,1% e nel Regno Unito del 61,5%. Anche le somministrazioni in Italia sono diminuite ulteriormente del 60% nel 2024 rispetto all’anno precedente, con ripercussioni sul numero di casi e di ricoveri che si sono già registrate nei mesi estivi dell’anno in corso e che destano ora preoccupazione per l’imminente stagione invernale.


Guardando all’impatto economico del Covid nella presente fase endemica, nel 2023 si sono registrati oltre un milione di giorni di ricovero per causa del virus in Italia, dei quali più di 41.000 giorni di terapia intensiva. Questi ricoveri hanno generato una spesa totale di oltre 900 milioni di euro nel solo 2023, con la maggior parte di questi costi che sono riconducibili ai pazienti non vaccinati. Circa il 70% dei costi delle terapie intensive, pari a circa €50 milioni, avrebbe potuto essere evitato se tali pazienti fossero stati vaccinati. Anche nei primi mesi del 2024, nonostante una riduzione dei costi complessivi rispetto all’anno precedente a seguito dei minori casi di positività registrati, la quota di costi riconducibili ai pazienti non vaccinati rimane la più rilevante, con un conseguente aumento dei costi ad essi collegati (+90% su base annua). Nello studio emerge inoltre che l’80% delle nuove terapie intensive sia associato alla popolazione over 60, implicando un costo di circa 55,7 milioni. La carenza di vaccinazioni tra gli anziani ha infatti contribuito in modo significativo all’aumento dei ricoveri in questa fascia di età, nonché a costi sanitari più elevati e a una maggiore pressione sul sistema sanitario. Portando i livelli di copertura vaccinale al pari di quelli registrati in Spagna (46%, contro il 10% italiano), la probabilità di ricovero si ridurrebbe fino al 52%, con importanti vantaggi sia per la salute dei pazienti che per le casse dello Stato.


I costi economici e sociali del Covid-19 restano elevati anche in fase endemica e risultano strettamente legati al livello di copertura vaccinale. “La mancata adozione di strategie vaccinali efficaci, infatti, non solo incrementa i costi diretti per il sistema sanitario, ma comporta anche pesanti ricadute indirette sul tessuto economico e sociale del Paese, con un aumento delle assenze lavorative, una riduzione della produttività e un aggravio sulle famiglie in termini di cure e assistenza”, dichiara il presidente I-Com Stefano da Empoli. La mancata vaccinazione ha comportato infatti anche costi indiretti legati alla perdita di produttività per le imprese e per l’intero sistema, stimata in 107 milioni di euro nel solo 2023, mentre l’impatto determinato dai decessi, ai quali corrispondono anni di mancati contributi previdenziali e di sostegno alla produttività per il sistema economico, ammonta a 610 milioni.


“La prevenzione si conferma lo strumento più efficace per ridurre l’onere economico sia per lo Stato che per i cittadini, alleviando la pressione sulle strutture sanitarie e permettendo una gestione più sostenibile delle risorse”, ha commentato il direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn. “Inoltre, una copertura vaccinale ampia non solo mitiga l’impatto del virus sulla produttività e sul benessere sociale, ma contribuisce a mantenere un tessuto economico più stabile e resiliente di fronte alle sfide sanitarie future”. Gli studiosi I-Com ritengono opportune alcune azioni attuabili già per la campagna vaccinale 2024-2025. Tra queste: la necessità di considerare la vaccinazione anti-Covid al pari di quella antinfluenzale, fissando al 75% l’obiettivo di copertura auspicabile; favorire l’aumento dei canali di accesso alla vaccinazione con il coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia; garantire scelta, appropriatezza terapeutica e competitività rendendo disponibili più tecnologie vaccinali; sostenere lo sviluppo un ambiente di ricerca attivo e proattivo, anche per arrivare al più presto a forme di vaccinazione combinate Covid-Influenza. Parallelamente, Governo e regioni devono garantire il costante aggiornamento del calendario vaccinale, strumento essenziale per la programmazione sanitaria.