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Bicinrosa: in sella con il Campus Bio-Medico contro il tumore al seno

Bicinrosa: in sella con il Campus Bio-Medico contro il tumore al senoRoma, 4 apr. (askanews) – Torna Bicinrosa: domenica 7 aprile 2024 si terrà la VII edizione della pedalata amatoriale per le vie di Roma promossa dalla Breast Unit della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Anche quest’anno l’obiettivo è sensibilizzare le donne e la popolazione sull’importanza della prevenzione del tumore al seno attraverso una sana alimentazione e la mobilità sostenibile e sostenere la ricerca contro il carcinoma mammario. La principessa Maria Carolina di Borbone delle Due Sicilie, duchessa di Calabria e di Palermo sarà la madrina dell’evento che quest’anno ha un focus specifico sulla prevenzione dei tumori eredo-familiari, cioè quei casi legati a una predisposizione genetica, oggi individuabile attraverso test sul DNA volti a riconoscere specifiche mutazioni. Questa edizione dell’iniziativa si tiene in primavera nell’approssimarsi della Giornata mondiale della salute proclamata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (11 aprile).


Commenta Vittorio Altomare, direttore della Breast unit della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: “La prevenzione del tumore del seno passa anche attraverso lo stile di vita, oltre che dagli irrinunciabili screening: il rischio di ammalarsi è infatti aumentato da fattori di rischio come l’elevato consumo di alcool, l’obesità e la sindrome metabolica, associati a sedentarietà e diete ipercaloriche ricche di grassi e carboidrati semplici. Il consiglio è quindi praticare regolare attività fisica, aggiungendo alla classica camminata quotidiana anche un impegno ulteriore in palestra, in bicicletta, in piscina, nella corsa, nel ballo o in qualsiasi attività sportiva di proprio gradimento”. Sottolinea Maria Carolina di Borbone: “In una società sempre più consapevole della salute e del benessere, è cruciale porre l’attenzione sulla prevenzione del tumore al seno, una patologia che colpisce milioni di donne in tutto il mondo. Se consideriamo l’ultimo report nel 2023 sono stati registrati circa 55.900 casi di neoplasia, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020. In questa ottica, anche le giovani come me rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una cultura di prevenzione attiva. Quindi diventa indispensabile investire in strumenti di analisi genetica capaci di anticipare la predisposizione alla malattia, ed intervenire già in giovane età. È grazie agli sforzi incessanti dei ricercatori e degli operatori sanitari che possiamo fare progressi significativi nella lotta alla malattia. Sostenere la ricerca significa investire nel nostro futuro e nella salute delle generazioni future”.


Con partenza, prevista per le ore 11:30 dallo stadio “Nando Martellini” in via Antonina, la Bicinrosa si dirigerà verso il centro di Roma, i Fori imperiali e il Colosseo, per poi invertire la direzione e tornare allo stadio. E’ possibile iscriversi sulla pagina https://donaora.unicampus.it/bicinrosa.

Sfida Mieloma Multiplo: oltre 25mila euro annui spesi per ogni paziente

Sfida Mieloma Multiplo: oltre 25mila euro annui spesi per ogni pazienteRoma, 4 apr. (askanews) – Il Mieloma Multiplo, la seconda neoplasia ematologica per incidenza, è una patologia complessa che ha un impatto fortissimo sulla vita di paziente e caregiver. È il tema affrontato dal Webinar “Sfida Mieloma Multiplo. Risorse, Innovazione e Nuovi Modelli di presa in carico”, promosso da EEHTA-CEIS, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” con il contributo non condizionato di Sanofi. “Un nostro recente studio ha quantificato l’impatto economico del Mieloma Multiplo sul Servizio Sanitario Nazionale e sul Sistema sociale, stimando un costo annuo complessivo pari a oltre 25mila per paziente”, ha dichiarato Paolo Sciattella, ricercatore EEHTA del CEIS di Tor Vergata. Ma sono molti i passi in avanti fatti dalla ricerca scientifica negli ultimi anni, come ha spiegato Claudio Cerchione, Dirigente Medico Ricercatore presso la Divisione di Ematologia dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” – IRST IRCCS – Meldola: “L’obiettivo è quello di studiare i bersagli molecolari del mieloma per dare la cura sempre più personalizzata ad ogni paziente”. Ma resta fondamentale una presa in carico globale del paziente, ha sottolineato Giuseppe Toro, Presidente Nazionale Associazione Italiana contro le Leucemie – AIL, “per migliorare la qualità di vita non solo del paziente, ma anche del caregiver, che spesso è costretto a forti rinunce personali o professionali, e sottoposto a un carico psicologico ed emotivo particolarmente intenso”. Nello specifico il keynote speech di Sciattella ha preso in analisi il costo complessivo della malattia per ogni paziente affetto da Mieloma Multiplo sia per il SSN sia per l’impatto sociale. Oltre al costo annuo complessivo pari di oltre 25mila euro a paziente, “l’analisi ha evidenziato come la sola assistenza ospedaliera comporti una spesa media a carico del SSN di circa 14.800 euro per soggetto, a cui si aggiungono costi diretti a carico del paziente, relativi all’acquisto di farmaci, visite specialistiche e assistenza personale, pari a 2.280 euro. Infine, i costi indiretti, derivanti dalla perdita delle giornate di lavoro del paziente e del caregiver e alle giornate con ridotta produttività, ammontano mediamente a 8.158 euro”. I significativi miglioramenti nella sopravvivenza e nella qualità della vita dei pazienti, attribuibili anche alle innovazioni terapeutiche degli ultimi anni – è stato osservato – sottolineano l’importanza di prevedere nuovi modelli organizzativi assistenziali che, oltre a garantire l’accesso alle nuove tecnologie, prevedano una continuità assistenziale e una presa in carico precoce e multidisciplinare per ottimizzare la gestione della patologia e migliorare l’efficienza del sistema di cure e assistenza nel suo complesso. Sul versante delle cure, Cerchione ha evidenziato l’importanza della prevenzione e i molti progressi raggiunti dalla ricerca: “Il Mieloma Multiplo è un tumore del sangue dovuto alla crescita incontrollata delle plasmacellule, cellule del sistema immunitario responsabili della produzione degli anticorpi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una rivoluzione terapeutica: non si usa quasi più la chemioterapia tradizionale e quasi tutti i trattamenti si basano sull’immunoterapia. Grazie alla ricerca, effettuata nei centri di eccellenza come l’IRST-IRCCS di Meldola, ci stiamo concentrando sui biomarcatori del mieloma, cioè sui profili molecolari della patologia. L’obiettivo – conclude l’ematologo – è quello di studiare i bersagli molecolari del mieloma per dare la cura sempre più personalizzata ad ogni paziente”. Non è mancato il punto di vista di Giuseppe Toro, Presidente dell’Associazione nazionale dei pazienti contro le leucemie: “L’esperienza del paziente con Mieloma Multiplo, come nel caso di altri tumori del sangue, è gravata da molteplici difficoltà. Solo una presa in carico globale, nella cui messa in pratica AIL auspica un coinvolgimento sempre maggiore delle istituzioni, può favorire un accesso efficace alle terapie, consentendo l’incontro con i bisogni del paziente; tali bisogni possono includere l’assistenza domiciliare o un percorso ambulatoriale privilegiato, per esempio in caso di difficoltà motorie, ma anche un sostegno psicologico, considerando che la patologia ha un decorso incerto, che alterna fasi acute e fasi di remissione. Gestire la presa in carico è fondamentale per migliorare la qualità di vita non solo del paziente, ma anche del caregiver, che spesso è costretto a forti rinunce personali o professionali, e sottoposto a un carico psicologico ed emotivo particolarmente intenso”.

Dal cuore al cervello: insieme per dire “ALT” alla trombosi

Dal cuore al cervello: insieme per dire “ALT” alla trombosiRoma, 4 apr. (askanews) – Esiste una relazione stretta fra cuore e cervello, non è solo sentimentale. Sono due organi straordinariamente importanti che funzionano grazie ad un impianto elettrico e a un impianto idraulico, due organi nobili a cui prestare attenzione per adottare in tempo misure di prevenzione prima che sia troppo tardi. Trombosi: cuore e cervello sarà il tema di ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus online sui propri profili social durante tutto il mese di aprile.


Un appuntamento digitale con post, video e approfondimenti, organizzato per celebrare la 13° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi di mercoledì 17 aprile. “Siamo stati il primo Paese al Mondo a dichiarare una Giornata contro la Trombosi – dichiara Lidia Rota Vender, Specialista in Ematologia e malattie cardiovascolari da trombosi e presidente di ALT Onlus -. L’abbiamo fatto perché c’era un’emergenza, perché la parola trombosi non evocava malattie importanti come l’infarto, l’ictus, l’embolia polmonare e c’era bisogno che la gente sapesse che cosa vuol dire trombosi, quali sono i sintomi, quali sono i fattori di rischio, come fare per riconoscerla presto, come fare per evitarla e poterla curare”. Ictus e infarto possono essere evitati almeno in un caso su tre. La salute del cuore e del cervello richiedono conoscenza e manutenzione, ordinaria e straordinaria. La missione di ALT Onlus è di informare e sensibilizzare la popolazione sulle malattie cardiovascolari per investire sulla propria salute e su quella delle persone a cui vogliamo bene. L’appuntamento è sui canali social Instagram e Facebook per tutto il mese per approfondire la conoscenza sulla relazione tra trombosi cuore e cervello e dire insieme ALT alla trombosi.

La primavera a Monticello Spa, Cinema sotto le Stelle e Family Day

La primavera a Monticello Spa, Cinema sotto le Stelle e Family DayRoma, 3 apr. (askanews) – Il centro termale Monticello SPA lancia, il 13 aprile, il primo Cinema sotto le stelle della stagione, il format di successo che unisce benessere e cinema per una serata da Oscar. Nelle vasche esterne verranno proiettati tre spezzoni da 20 minuti di grandi successi cinematografici che saranno intervallati da tre speciali cerimonie Aufguss tematizzate: “Il Favoloso Mondo di Amelie”, “Avatar” e “Midnight in Paris”.


Domenica 21 aprile torna invece l’appuntamento del Family SPA Day, grazie al quale i bambini dai 3 anni di età potranno accedere alla SPA con un biglietto dedicato e sarà anche possibile acquistare un menù speciale per il pranzo. Aprile per Monticello SPA è un mese importante anche per le partecipazioni a importanti fiere del settore turistico: dall’11 al 14 aprile sarà presente a Primexpo, l’edizione primaverile del Salone Internazionale Svizzero delle Vacanze, e in contemporanea, dal 12 al 14 aprile, presenzierà con uno stand alla BikeUp a Bergamo, il primo festival internazionale sulle e-bike, il cicloturismo e la mobilità elettrica leggera, all’aperto e gratuito.

Oculistica, Associazione Pazienti: serve soluzione su cataratta

Oculistica, Associazione Pazienti: serve soluzione su catarattaMilano, 3 apr. (askanews) – L’ultima revisione dei Lea – i Livelli Essenziali Assistenza sanitaria, che sarebbe dovuta entrare in vigore ad aprile 2024 ma è stata rimandata a gennaio 2025 – prevede un risarcimento dell’intervento di cataratta per gli ospedali del Ssn di circa 800 euro: troppo pochi per coprire i costi del personale, dei materiali e della sala operatoria. Per non parlare delle tecnologie innovative spesso decisive. “Se questa revisione andrà veramente in vigore, i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie decideranno di non lavorare in perdita e spingeranno i medici ad eseguire sempre meno cataratte, lasciando due alternative alle persone: chi potrà pagarsi il privato o l’assicurazione, si farà operare. Chi non avrà i mezzi, diventerà cieco o ipovedente”, spiega Francesco Bandello, Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute Irccs Ospedale San Raffaele Milano e presidente dell’Associazione Pazienti Malattie Oculari.


La denuncia è stata fatta dal professor Bandello e da un nutrito panel di medici oculisti – tra i circa 6-7 mila operanti sull’intero territorio italiano, di cui intorno ai 1.500 nel SSN – ed esperti sanitari alla presenza delle istituzioni, nella Sala Stampa della Camera dei deputati, oggi 3 aprile 2024 durante l’incontro “Sanità pubblica senza cataratte. Così l’oculistica sta scomparendo dal Ssn” a cura dell’Associazione Italiana Pazienti Oculari in collaborazione con Aimo (Associazione Italiana Medici Oculisti) e con Siso (Società Italiana Scienze Oftalmologiche). “Il problema di fondo – spiega Bandello – è che l’oculistica è considerata una disciplina sulla quale si può risparmiare, e rischia come già l’odontoiatria e, negli ultimi anni, la Dermatologia e, in parte, l’Otorinolaringoiatria, di venire sacrificata all’interno del Ssn fino a scomparire”. Questa, però, è l’anticamera di una ‘catastrofe sociale’ che ha messo in guardia il panel degli esperti. “Questo provvedimento avrà degli altissimi costi sociali e non permetterà di erogare le prestazioni assistenziali con adeguati standard di qualità ed efficienza: a pagare il prezzo sarà il paziente – conferma Teresio Avitabile, presidente della Società italiana Scienze Oftalmologiche Siso – La vista è un bene troppo prezioso e deve essere tutelato. È necessario un drastico cambiamento di rotta per riportare il bene del paziente e della comunità al centro dell’attenzione. Ci batteremo per questo”


“L’oculistica è e rimane infatti la disciplina con il miglior rapporto costo-beneficio in tutto l’orizzonte medico – specifica Alberto Quadrio Curzio, professore Emerito di Economia politica all’Università Cattolica di Milano e Presidente onorario Associazione Pazienti malattie oculari -. Da una buona vista dipendono autonomia personale, risultati scolastici, aggiornamento delle competenze professionali e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Perdere la vista, oltre al danno alle persone in termini di sofferenza, implica anche un costo sociale ed economico – mancati guadagni, peso sulle famiglie, assistenza di invalidità, esclusione – che è enormemente più alto di quanto costerebbe mantenere la salute visiva dentro il Ssn”. “Siamo molto preoccupati per la riduzione dei rimborsi per gli interventi oculistici ed in particolare per le cataratte e le terapie intravitreali finalizzate alle patologie retiniche che rappresentano gli interventi più eseguiti su tutto il territorio nazionale – puntualizza la dottoressa Alessandra Balestrazzi, Presidente Aimo Associazione Italiana Medici Oculisti – Piuttosto che far uscire la nostra specialità dal Ssn o ridurre drasticamente il numero di interventi, si potrebbe pensare di prevedere una compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini per alcune tecnologie più costose che potrebbero permettere ai pazienti una migliore qualità della vista”.


A sua volta, il professor Mario Stirpe, decano dell’oculistica italiana e presidente dell’Irccs Fondazione Bietti che ha appena celebrato i 40 anni di attività, ricorda con amarezza che “la sanità attuale non è più quella di cui ci siamo vantati in passato. Una sanità nella quale i medici erano protagonisti ed integravano con gli istituti di appartenenza l’assistenza verso le categorie meno abbienti non tutelate dai pur efficienti Enti Assistenziali che gestivano esclusivamente la salute delle categorie lavorative. Quello che si lascia presagire – continua Stirpe – è che l’assistenza ospedaliera venga progressivamente limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri”. “La proroga del governo, che rimanda l’applicazione del nuovo tariffario Lea è sì una vittoria per chiunque abbia a cuore la sanità pubblica, ma è una vittoria di breve durata – riprende Bandello -. Perché, fra pochi mesi, il problema rischia di riproporsi invariato. Tutti/e noi vorremmo lanciare un appello per provare a guardare al futuro dell’oculista nel Ssn esplorando con coraggio, flessibilità e onestà intellettuale il futuro dell’oculistica nel Ssn. Al momento le strade che si possono prendere sono tre. Il governo modifichi i Lea permettendo agli ospedali di ricevere almeno 1000 euro circa per intervento; oppure indichi un livello di reddito al di sotto del quale la cataratta viene garantita dal Ssn; in alternativa, ammetta in maniera trasparente che tutti i cittadini e le cittadine devono pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per la salute visiva. Già ora le liste di attesa superano i 18 mesi. Se le cose rimangono come sono, eseguire la cataratta in ospedale diventerà un’illusione”.


“Su una cosa non ci possono essere dubbi od equivoci, infatti: con questi Lea, se invariati, l’oculistica esce dal Servizio Sanitario. Non ci sono trucchi contabili o retorici che possano nascondere la verità. Se questa è la decisione del governo, il governo deve trovare il coraggio di ammetterlo. Dobbiamo dare alle persone il tempo di prepararsi. La scelta di trascurare l’oculistica in quanto disciplina non salvavita potrebbe sembrare ‘comprensibile’ in un periodo in cui la domanda di salute eccede le risorse disponibili, ma in realtà è completamente priva di lungimiranza. Quella di sacrificare l’Oculistica è una scelta lucida – conclude Bandello -. Ed è la scelta sbagliata: costa più di quanto faccia risparmiare e sacrifica il futuro di una disciplina che non potrà più contare su giovani medici formati nella sanità pubblica”.

Fondazione GIMEMA: 8° Simposio APL – Leucemia Acuta Promielocitica

Fondazione GIMEMA: 8° Simposio APL – Leucemia Acuta PromielociticaRoma, 2 apr. (askanews) – Il tradizionale appuntamento di aggiornamento sulla Leucemia Acuta Promielocitica (APL), organizzato dalla Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli Onlus (Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto), quest’anno sarà sia un evento scientifico a carattere internazionale sia occasione per celebrare uno dei più importanti successi della Ricerca Ematologica. Durante l’8° Simposio Internazionale sulla Leucemia Acuta Promielocitica, che si terrà a Roma mercoledì 10 e giovedì 11 aprile 2024, ematologi italiani e internazionali insieme ai rappresentati delle più importanti società scientifiche si riuniranno all’Hotel NH Collection Roma Centro per discutere le ultime frontiere da superare nel trattamento dei pazienti affetti da questo tumore del sangue e per onorare la memoria del Professor Francesco Lo Coco, prematuramente scomparso, coinvolto fin dai primi anni ’90 nello studio dell’APL e autore di studi fondamentali in materia.


Nei due giorni del Simposio verranno presentati, fra gli altri, i risultati degli studi internazionali sulle forme di APL ad alto rischio e sulle APL pediatriche, sulle problematiche relative al trattamento in real-life e sul ruolo del trapianto allogenico; saranno, inoltre, illustrati i progressi scientifici nello studio della biologia della malattia. I più autorevoli ematologi italiani si confronteranno con esperti internazionali da tutto il mondo: Uwe Platzbecker dalla Germania (Dresda), Soren Lehmann dalla Svezia (Uppsala), Harry Iland dall’Australia (Sydney), Jun-Min Li dalla Cina (Shanghai), Miguel A. Sanz dalla Spagna (Valencia), per citarne alcuni. Inoltre, nel corso delle sessioni tematiche discuteranno delle questioni ancora aperte e delle nuove terapie con l’arsenico in compresse, i cui risultati, una volta validati, potranno consentire l’utilizzo di una terapia totalmente per via orale, importante soprattutto per i cicli di consolidamento oggi somministrati in ambulatorio. La Leucemia Acuta Promielocitica (APL) è la forma di leucemia mieloide acuta che più ha beneficiato dei progressi legati alla terapia personalizzata. Infatti, a partire dall’identificazione della traslocazione cromosomica t(15;17), avvenuta nel 1977, e dall’evidenza che l’acido all-trans retinoico (ATRA) fosse in grado di indurre la remissione della malattia, questa patologia è diventata uno dei paradigmi del successo delle terapie a “bersaglio molecolare” nei tumori.


“A questo successo ha grandemente contribuito l’ematologia italiana, e in particolare Francesco Lo Coco”, afferma Maria Teresa Voso, Professoressa di Ematologia al Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata e Coordinatrice scientifica dell’evento. Partendo dallo schema terapeutico AIDA del 2006, che associava l’acido all-trans retinoico al chemioterapico idarubicina, i risultati del gruppo cooperativo GIMEMA sul trattamento dell’APL sono culminati nella rivoluzionaria terapia a base di acido retinoico (ATRA) e arsenico (ATO), senza chemio, la cui efficace è stata dimostrata nello studio GIMEMA APL0406, pubblicato nel 2013 sulla rivista New England Journal of Medicine. “ATRA-ATO è diventato così la terapia standard per la leucemia promielocitica a rischio basso-intermedio, rispondendo positivamente al quesito ‘Acute Promyelocytic Leukemia, a curable disease?’, titolo del primo simposio internazionale, tenutosi a Roma nel 1993, e divenuto nelle edizioni successive il teatro principale di aggiornamento e di discussione dei temi ancora aperti nella APL”, spiega Voso. Oggi la probabilità di guarigione della APL arriva al 90% nella normale pratica clinica. “Un percorso di eccellenza italiana – aggiunge Marco Vignetti, Presidente della Fondazione GIMEMA – che nel prossimo congresso sulla APL, il primo dopo la pandemia, illustrerà lo stato dell’arte sulla APL, senza più il punto interrogativo: APL, una malattia guaribile”.


Al Simposio seguirà il 12 aprile un altro rilevante appuntamento del gruppo cooperatore, la seconda Riunione Nazionale GIMEMA, durante la quale i protagonisti della ricerca GIMEMA aggiorneranno medici e ricercatori ematologici provenienti da tutta Italia sulle attività di ricerca in corso, gli studi e i progetti portati avanti dai gruppi di lavoro (Working Party). “La riunione che ogni due anni i centri di ematologia GIMEMA è un momento dedicato a condividere e discutere i più avanzati progetti di diagnosi precoce, di monitoraggio e di terapia delle neoplasie del sangue e non solo, anche delle patologie ematologiche non neoplastiche”, commenta Vignetti. “Quando si parla di accesso alle cure garantito in modo omogeneo, il GIMEMA è all’avanguardia: i protocolli sono analoghi in qualsiasi centro e, qualora un centro non abbia risorse adeguate, si avvale delle risorse dei centri più avanzati, senza che il paziente debba spostarsi dalla sua residenza. È un modello reale di ciò che può offrire la sanità in rete, per ora basato sulla disponibilità degli operatori sanitari – medici, biologi, infermier – del nostro SSN”, spiega il presidente GIMEMA. “Diffondere, divulgare e rendere consapevole il pubblico delle novità in questo campo può rappresentare un grande servizio diretto ai cittadini italiani, spesso spaventati delle difficoltà e carenze del SSN, per metterli al corrente della elevata qualità dell’assistenza che possono ricevere (tra le prime al mondo) e, soprattutto, per indirizzarli correttamente nei luoghi giusti, senza bisogno di migrazioni sanitarie che, nel campo dell’ematologia, non sono quasi mai praticamente necessarie”.


I tre giorni di eventi sono realizzati grazie al supporto di AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, AIL Roma, AIL Bari, Società Italiana di Ematologia (SIE), European Hematology Association (EHA), al Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR PRIN) e con il contributo non condizionante di Abbivie, Amgen, Novartis, Astellas, AstraZeneca, Briston Myers Squibb, Roche, Incyte, Jazz Pharmaceuticals, Servier Italia.

Fondazione Operation Smile Italia: via a Campagna “Un sorriso globale”

Fondazione Operation Smile Italia: via a Campagna “Un sorriso globale”Roma, 2 apr. (askanews) – L’umanità ha il potere di un sorriso; un gesto semplice e universale che accomuna e avvicina anche i popoli e le persone più distanti. Ma il sorriso non sempre è “scontato”. Per molte persone – come per chi nasce con una malformazione del volto come la labiopalatoschisi nei Paesi a basso e medio reddito – è una sfida. Per questo motivo, dal 31 marzo al 27 aprile 2024, la Fondazione Operation Smile Italia ETS lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Un Sorriso Globale”, per supportare i programmi medici che Operation Smile, da oltre quarant’anni, realizza nel mondo in favore di chi non ha la possibilità di accedere all’assistenza medica di cui ha bisogno. Donare è facile, con un SMS o una chiamata da fisso al numero solidale 45597.


Ogni tre minuti nasce un bambino con una malformazione del volto come la labiopalatoschisi. Una patologia che colpisce a livello mondiale 1 neonato ogni 500-7501. Portare cure chirurgiche e multidisciplinari a chiunque ne abbia bisogno nel mondo è quello che Operation Smile fa dal 1982, creando le condizioni per implementare l’accesso a cure medico-chirurgiche nei Paesi a basso e medio reddito. Per sostenere i programmi medici dell’Organizzazione, la Fondazione Operation Smile Italia ETS lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Un Sorriso Globale”. A partire dal 31 marzo e fino al 27 aprile 2024, tutti possono donare chiamando o inviando un SMS al numero solidale 45597. Grazie alla professionalità di oltre 6mila volontari medici, del personale sanitario e al supporto dei donatori, Operation Smile fornisce cure multidisciplinari gratuite in oltre 35 Paesi, fa ricerca e forma il personale locale, creando sviluppo sostenibile e facendo rete con altre Organizzazioni non governative, con cui collabora per garantire il diritto di ogni bambino di accedere a cure gratuite, sicure e di qualità, contribuendo a migliorare le infrastrutture degli ospedali. Fino ad oggi Operation Smile ha curato oltre 400mila persone ed ha pianificato, entro il 2032, una significativa espansione dell’attività programmatica, con l’ambizioso obiettivo di fornire cure gratuite per 1 milione di pazienti nati con malformazioni del volto e per coloro che sono in attesa di cure chirurgiche essenziali.


“Sostenere Operation Smile significa far sì che tanti bambini ricevano non solo un intervento chirurgico, ma anche tutte le cure e l’assistenza medica necessaria per aiutarli a migliorare la loro qualità di vita, a mangiare e a parlare con meno difficoltà, ma anche e guardare al futuro con fiducia e speranza. Significa anche migliorare l’accesso alle cure e lo standard di assistenza medica dei Paesi in cui siamo presenti – afferma Marcella Bianco, Direttore Generale della Fondazione Operation Smile Italia ETS – Con la Campagna “Un Sorriso Globale” possiamo realmente fare la differenza nella vita di un bambino, della sua famiglia e dell’intera comunità: doniamo un sorriso che significa il diritto di essere curato”. La campagna “Un Sorriso Globale” ha il supporto informativo di Sky, La7 e Mediaset. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali; sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT Group Unidata, Convergenze, PosteMobile.

DdL Semplificazioni, Igienisti SItI: bene nuovi servizi ma in sicurezza

DdL Semplificazioni, Igienisti SItI: bene nuovi servizi ma in sicurezzaRoma, 2 apr. (askanews) – La Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha inviato una lettera aperta al Ministro della Salute Orazio Schillaci a riguardo del Disegno di Legge “Semplificazioni” e Prevenzione, che intende allargare l’offerta di servizi con cui i cittadini potranno usufruire nelle farmacie. Un provvedimento – orientato a fornire al cittadino servizi essenziali di prossimità e che giunga a fare chiarezza in merito alle attività consentite – salutato con favore dalla Società scientifica, “che si è sempre dimostrata aperta al confronto per raggiungere obiettivi di miglioramento della salute individuale e pubblica”.


La Società Italiana d’Igiene, tuttavia, “anche alla luce dell’esperienza maturata nel corso della pandemia Covid-19”, non ha mancato di “sottolineare con forza come tali servizi debbano essere accompagnati da attente valutazioni di sicurezza, qualità ed efficacia”. I due temi di novità sono rappresentati dalla possibilità, soltanto per quelle farmacie che intenderanno esercitare tali prerogative, di somministrare i vaccini presenti nel calendario vaccinale del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale (PNPV), alla cui definizione la SItI ha contribuito, ai soggetti di età superiore ai 12 anni, nonché di effettuare test diagnostici che prevedano il prelievo di campioni biologici a livello nasale, salivare e orofaringeo. Nonostante questo Disegno di Legge ponga attenzione sul tema della formazione e della sicurezza ai fini della erogazione delle citate prestazioni all’interno delle farmacie, “è ritenuto fondamentale – sottolineano gli esperti SItI – che, nel corso dell’iter di approvazione, il Parlamento possa rimandare a successivi decreti attuativi la definizione di questi aspetti, meglio disciplinando sia i criteri di qualità relativi alla formazione del personale addetto alla somministrazione dei vaccini, che il percorso prescrittivo delle vaccinazioni – soprattutto per quanto riguarda i pazienti anziani e fragili, che spesso assumono terapie concomitanti tali da richiedere una approfondita valutazione anamnestica – nonché le modalità di raccolta e trattamento dei dati sensibili e la gestione delle emergenze eventualmente legate ad effetti collaterali della somministrazione, seppur rare”.


La Società scientifica ritiene “altrettanto importante monitorare la reale attivazione di tali servizi sul territorio nazionale, verificandone l’utilizzo da parte dei cittadini e la effettiva capacità di migliorare le coperture. A tal proposito, l’esperienza acquisita con le vaccinazioni antinfluenzale e Covid-19 nella stagione 2023-24 ha evidenziato il rischio che una frammentazione dell’offerta possa influire negativamente sulle coperture vaccinali. Pertanto, al fine di evitare di disperdere i percorsi vaccinali in mille rivoli, ad avviso della Società Italiana d’Igiene, è di fondamentale importanza individuare una chiara governance dell’intero processo nei Dipartimenti di Prevenzione”. “Con questa lettera, indirizzata al Prof. Orazio Schillaci – dichiara la Prof.ssa Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) – proponiamo che il Ministero della Salute si faccia promotore dell’istituzione di un Tavolo di confronto che veda coinvolti tutti gli attori del processo, al fine di garantire alla popolazione percorsi condivisi e sicuri su tutto il territorio nazionale”.

Torna a Milano “Amandoti”, estetica oncologica gratuita per donne

Torna a Milano “Amandoti”, estetica oncologica gratuita per donneMilano, 29 mar. (askanews) – Torna l’appuntamento con il progetto Amandoti che offre trattamenti di estetica oncologica gratuiti alle donne in cura per una patologia tumorale. Nato dalla collaborazione tra ICS Maugeri, Comitato A.N.D.O.S. di Milano ODV e OTI Italia, divisione di Oncology Training International, il progetto insegna alle pazienti a prendersi cura del proprio aspetto attraverso trattamenti, tecniche e strategie che aiutano a gestire dal punto di vista estetico gli effetti collaterali delle terapie. Ogni secondo lunedì del mese, presso lo Spazio Maugeri di via Clefi a Milano, viene allestito un ambiente dove le estetiste certificate OTI, su prenotazione, eseguono trattamenti estetici complementari personalizzati sulla base della situazione clinica e dello stadio della malattia con prodotti e manualità studiati appositamente per donare benessere alle donne che stanno affrontando un percorso di cura.


“Di fronte a una diagnosi di tumore una delle prime preoccupazioni riguarda i cambiamenti che si verificheranno a livello del proprio aspetto fisico, conseguenza della malattia e dei trattamenti chirurgici, chemioterapici, radioterapici e ormonali – spiega Daniela Bossi, chirurgo senologo a IRCCS Maugeri Pavia e Spazio Maugeri Clefi e presidente dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, comitato di Milano – perdita dei capelli, delle ciglia e delle sopracciglia, pallore, occhiaie, aumento o perdita di peso e ulcere oltre ad avere un impatto negativo sulla qualità di vita delle pazienti, sull’autostima e sul livello di funzionamento emotivo e sociale, modificano la percezione dell’immagine di sé e rappresentano per molte un rimando costante alla condizione di malattia. L’estetica oncologica può agevolare il benessere psico-emotivo con effetti benefici anche sull’aderenza alle cure da parte delle pazienti. Per questo è ormai considerata a tutti gli effetti parte del percorso di cura”. Nel corso degli anni si è andata sempre più diffondendo l’esigenza di affiancare alle tradizionali cure mediche dei percorsi multidisciplinari che coinvolgono altre figure oltre a quelle sanitarie, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle pazienti e il loro benessere anche durante il periodo di cura. “Offriamo alle pazienti che stanno affrontando un percorso oncologico una consulenza dermocosmetica, trattamenti viso, massaggi, trattamenti mani e piedi – spiega Angela Noviello, Direttore di OTI Italia e pioniera dell’estetica oncologica in Italia – Insieme decidiamo a cosa dedicarci – viso, mani, piedi o massaggio – a seconda delle esigenze del momento ma sempre tenendo presente lo stato della malattia e adattando trattamenti e prodotti alle terapie in corso”. “Ci atteniamo scrupolosamente a rigide linee guida che ci consentono di trattare ognuna di loro in modo personalizzato e sicuro”.


“In oltre il 70% dei casi le pazienti con tumore della mammella guariscono, la sopravvivenza si attesta in circa l’88% dei casi. Accanto alle terapie chemioterapiche, si stanno facendo strada trattamenti, come quelli ormonali, che prevedono lunghi periodi di somministrazione. Non possiamo pensare che le pazienti durante il percorso di cura mettano la loro vita standby – spiega ancora Bossi -. Il progetto Amandoti ha la finalità di offrire a tutte le donne che stanno vivendo la malattia risposte e supporto su aspetti spesso sottovalutati ma tanto importanti per il loro benessere e la loro vita sociale e di coppia”.

Disturbo bipolare: una vita ‘in altalena’ per 120mila italiani

Disturbo bipolare: una vita ‘in altalena’ per 120mila italianiRoma, 29 mar. (askanews) – Prima un’inspiegabile tristezza, stanchezza e apatia. Poi segue una fase di apparente benessere, euforia, coraggio e spregiudicatezza. Giù e su, poi ancora su e giù: convivere con un disturbo bipolare è come rimanere per sempre su un’altalena. Ma scendere si può, a patto di seguire le giuste terapie, che troppo spesso vengono prescritte in grandissimo ritardo a causa di diagnosi mancate ed errate. Il disturbo bipolare, infatti, viene troppo spesso confuso con la depressione e la diagnosi corretta può arrivare con dieci anni di ritardo. Nel frattempo, la vita dei malati può cadere a pezzi, letteralmente. Per questo, in occasione della Giornata mondiale dedicata al disturbo bipolare, la Società Italiana di Psichiatria (SIP) lancia un appello ai medici e agli specialisti affinché non cadano nel tranello di diagnosi frettolose e sbagliate. E lo fa direttamente la presidente SIP, Emi Bondi, nel programma ‘Caffè e Psichiatria’ nella puntata in onda domani, giornata mondiale dedicata al disturbo bipolare, sul canale YouTube di Psychiatry on line Italia (www.psychiatryonline.it), in una intervista con l’editor della rivista, Francesco Bollorino. L’intervista è disponibile da domani anche sulla home page del sito della SIP, psichiatria.it.


“Un disturbo bipolare curato male, come se fosse ad esempio una ‘normale’ depressione, può avere conseguenze importanti sulla vita dei pazienti – spiega Emi Bondi, presidente SIP e direttore del dipartimento di salute mentale all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. È bene dunque ascoltare con attenzione i pazienti e fare un’accurata anamnesi con l’aiuto dei famigliari per evitare di prescrivere terapie inadeguate che possono peggiorare la situazione anziché migliorarla”. Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica piuttosto diffusa. Si stima che a soffrirne sia tra l’1 e il 2% della popolazione italiana, circa 120mila connazionali. In tutto il mondo si stima che siano ben 80 milioni le persone a soffrirne. “Anche se si tende a volte a ironizzare sulla ‘bipolarità’ delle persone, si tratta di una malattia seria, che rientra tra i disordini psichici, è caratterizzata da oscillazioni dell’umore che vanno da episodi depressivi a episodi ipomaniacali e maniacali – continua Bondi -. Questo significa che si alternano fasi di profonda depressione, angoscia e tristezza a fasi di estrema euforia ed esaltazione che, talora, può sfociare in comportamenti spregiudicati e pericolosi per sé stessi e gli altri”.


Questa altalena di emozioni, spesso, non viene individuata correttamente. “Innanzitutto, è lo stesso paziente che fa fatica a riconoscerla: mentre l’episodio depressivo è facilmente riconoscibile – spiega la presidente SIP – perché lo si vive con profonda sofferenza, come un blocco delle proprie capacità, la fase di ‘risalita’ dell’umore viene vissuta in maniera positiva perché le proprie capacità vengono esaltate e tutto diventa più facile e semplice. Può esserci dunque una scarsa consapevolezza e quindi accettazione nel chiedere aiuto e curarsi. Ma la fase di euforia può essere anche più pericolosa perché il paziente può compiere azioni di cui si pente in seguito e che possono creare il vuoto intorno a sé”. L’alternarsi di queste fasi può spingere il paziente a chiedere aiuto solo nella fase depressiva e che il medico si limiti a curare solo questa, confondendo il disturbo bipolare con una “normale” depressione. “Ma l’approccio terapeutico alla depressione e quello al disturbo bipolare sono molto diversi – continua Bondi -: mentre nella depressione l’umore va solo giù, quindi la terapia si basa solo sugli antidepressivi per portare l’umore in asse, usare solo questi farmaci nei pazienti con disturbo bipolare rischia di scatenare la fase ipomaniacale e maniacale, aumentando l’instabilità dell’umore fino ad arrivare a involuzioni che possono compromettere la salute e, in generale, la vita dei pazienti. Ma se intercettiamo bene e precocemente la patologia, con l’utilizzo degli stabilizzatori umore è possibile curare benissimo il paziente che può vivere così tranquillamente”.


La SIP quindi si unisce all’Organizzazione Mondiale della Sanità e, nella giornata dedicata al disturbo bipolare, invita i medici di medicina generale e gli specialisti a fare estrema attenzione al momento della diagnosi. “Con una diagnosi tempestive le attuali terapie disponibili possono consentire ai pazienti di scendere dalle montagne russe e di avere una buona qualità della vita”, conclude Bondi.