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Cura di sè, dieta sana, probiotici: come affrontare arrivo primavera

Cura di sè, dieta sana, probiotici: come affrontare arrivo primaveraMilano, 10 mar. (askanews) – Con un valore globale di 62,4 miliardi di dollari nel 2022 e un tasso di crescita atteso del 7,9% l’anno tra il 2023 e il 2032, il mercato dei probiotici avanza anche in Italia, dove il solo segmento degli integratori alimentari con probiotici si conferma tra le categorie di integratori più richieste: secondo i dati Integratori & Salute nel 2023 sono state vendute 26,5 milioni di confezioni, il 40% in più in 10 anni.


Con l’arrivo della primavera il consumo di questi prodotti è destinato a crescere ulteriormente, uno supporto per affrontare quel senso di stanchezza che accompagna il cambio di stagione. Il professore Fabio Pace, dell’Ospedale Bolognini di Seriate, nella Bergamasca, ha elaborato per Bonomelli un decalogo di consigli, tra nutrizione e mindfulness, per mantenere il benessere intestinale, che la scienza ha riconosciuto in forte connessione con il sistema nervoso centrale. Accanto a un’alimentazione sana, che contempli l’assunzione di fibre vegetali e un quantitativo di calorie proporzionato ai nostri bisogni, occorre evitare lo stress e dormire una sufficiente quantità di ore, evitando sport serali oppure una prolungata visione della televisione. Il professor Pace poi suggerisce di assumere probiotici in grado di preservare la salute e correggere quelle deviazioni (temporanee) del nostro benessere, legate per esempio a infezioni respiratorie, infezioni intestinali stagionali, interventi, stress, invita a non essere troppo rigidi con le regole (diete) alimentari e prestare attenzione alla composizione degli alimenti confezionati, evitando alimenti processati industrialmente o ultra-processati.


Occorre poi fare attività fisica anche con piccole scelte che consentano di tenere attivi i nostri muscoli e il nostro cuore, mantenere una rete di relazioni umane significative, coltivare un hobby per fornire stimoli cognitivi ai nostri due cervelli e, infine, volersi bene e non pretendere troppo da sè stessi: siamo una unità di corpo e psiche, di bisogni biologici e psicologici che dobbiamo riconoscere e rispettare.

”I gusti del cane e del gatto”: nuovo libro del vet nutrizionista Guiggi

”I gusti del cane e del gatto”: nuovo libro del vet nutrizionista GuiggiRoma, 8 mar. (askanews) – “I gusti del cane e del gatto”: esce in questi giorni il secondo libro del veterinario nutrizionista Valerio Guiggi, un testo di divulgazione scientifica nato con l’intento di aiutare proprietari e addetti ai lavori a conoscere e a capire i comportamenti dei nostri animali legati all’alimentazione, a partire dai problemi riconducibili al sapore degli alimenti. “C’è il cane che rifiuta i croccantini che fino a ieri erano i suoi preferiti o la dieta casalinga sempre proposta, o il gatto, che non vuole mangiare alimenti diversi dai croccantini o a cui è difficile cambiare alimentazione. Senza parlare delle difficoltà di inserire alimenti terapeutici quando c’è necessità”: Veterinario Specialista in Ispezione degli Alimenti di Origine Animale, Master in Fitoterapia Veterinaria, Guiggi si occupa, nell’ambito della sua attività di veterinario, esclusivamente di alimentazione e nutrizione per gli animali da compagnia. “Ho deciso di scrivere un libro sui gusti del cane e del gatto perché durante l’attività professionale sono tanti i dubbi e le domande che mi vengono rivolte dai proprietari, spesso disperati perché il proprio animale pur stando bene non mangia. Molti cani e gatti – spiega – hanno infatti difficoltà ad alimentarsi per problemi riconducibili al sapore”. Ecco perchè la conoscenza di questo aspetto può aiutare il proprietario a migliorare la relazione con il proprio animale e la sua salute. Anche i professionisti del settore (Medici Veterinari, Tecnici Veterinari, Educatori Cinofili, Aziende Mangimistiche, operatori dei Negozi di Articoli per Animali) possono, attraverso questo testo, capire come comportarsi in caso di difficoltà con l’alimentazione negli animali che hanno in cura o che sono stati loro affidati. Il nuovo volume segue “La carne per Cani e gatti”, testo uscito lo scorso anno, in cui Valerio Guiggi fa chiarezza sull’alimento più importante per la salute del cane e del gatto, la carne, spesso poco conosciuta in relazione agli animali domestici, e oggetto di titubanza da parte dei proprietari. Entrambi i libri sono acquistabili su Amazon in formato Copertina flessibile e Kindle.

DonatoriNati e INMI Spallanzani: La donazione di sangue si tinge di rosa

DonatoriNati e INMI Spallanzani: La donazione di sangue si tinge di rosaRoma, 7 mar. (askanews) – Un 8 marzo in rosa all’insegna della solidarietà: DonatoriNati, insieme all’ IRCCS Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” e con il supporto della Croce Rossa Italiana, ha organizzato una raccolta straordinaria di sangue. Le donne per le donne e non solo: in prima linea il personale, i medici, gli infermieri dello Spallanzani che saranno affiancati da poliziotti e vigili del fuoco nella donazione di sangue.


Venerdì 8 marzo, dalle ore 8:00 alle 12:00, nel piazzale antistante lo Spallanzani sarà presente un’autoemoteca della Croce Rossa con personale medico specializzato per accogliere i donatori che vorranno compiere un gesto di solidarietà. “Essere donatore di sangue significa esserci sempre e dare un contributo ai progressi della medicina. Il coinvolgimento dei giovani nella donazione di sangue è uno degli obiettivi fondamentali di DonatoriNati – afferma Claudio Saltari, presidente nazionale DonatoriNati Polizia di Stato – e la sostenibilità del sistema sangue dipende dall’apporto delle nuove generazioni. L’emancipazione della donna – e le donne lo sanno bene – passa anche attraverso il senso di solidarietà, la capacità di associarsi per crescere, come individui e come società. Bisogna essere aperti e solidali riconoscendo, e non ostacolando, le eccellenze e il valore di tutti” conclude.


Per il Direttore generale dell’INMI Spallanzani, Angelo Aliquò, “la donazione di sangue è uno degli indicatori del capitale sociale di una comunità, un indicatore di quanto gli appartenenti a una comunità abbiano cura della comunità stessa. Gli operatori sanitari sanno bene quanto sia importante e insostituibile la disponibilità di sangue, plasma e piastrine per garantire le attività sanitarie e i trattamenti salvavita. Promuovere la donazione di sangue con l’esempio è uno dei segnali più chiari che si possa dare per la diffusione della cultura della salute e della solidarietà. Siamo felici di partecipare a questa giornata e invitiamo coloro che hanno la possibilità a donare”. La solidarietà viaggia inoltre sulle note della Fanfara della Polizia di Stato che si esibirà alle 10 presso la suggestiva fontana dell’INMI Spallanzani.

Glaucoma: un milione i malati in Italia, ma molti non lo sanno

Glaucoma: un milione i malati in Italia, ma molti non lo sannoRoma, 7 mar. (askanews) – Secondo “Vista in Salute – Report 2019/2022” dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Onlus, nel mondo le persone affette da glaucoma sono circa 76 milioni, circa 1 milione nel nostro Paese, di cui però più o meno la metà non è consapevole di esserne affetta. Infatti, gran parte della popolazione non sa che cosa è il glaucoma e del grave rischio di perdita della vista che ne consegue. E anche chi ha sentito parlare di questa patologia e la conosce pensa che i sintomi siano riconoscibili e permettano di accorgersene in tempo. Ma non è così.


Per informare sui rischi e i danni che questo “ladro silenzioso della vista” può arrecare, da domenica 10 a sabato 16 marzo torna in 100 piazze italiane “La Settimana Mondiale del Glaucoma” di IAPB Italia Onlus, una grande campagna di sensibilizzazione che coinvolge in modo capillare i territori grazie alla collaborazione delle strutture territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con la distribuzione di opuscoli informativi nelle piazze dei capoluoghi di provincia, interviste a medici oculisti sui media locali e controlli gratuiti o visite di approfondimento con oftalmologi. Gli opuscoli rispondono in modo efficace alle domande che garantiscono una conoscenza di base del glaucoma: “Cos’è?”; “È una malattia rara?”; “Quali sono i sintomi?”; “Si può curare?”; “Come posso sapere se ho il glaucoma?”. Il glaucoma – spiega IAPB Italia Onlus – è una malattia degli occhi che danneggia il nervo ottico, spesso associato ad un aumento della pressione oculare ed è la principale causa di cecità irreversibile nel mondo. Dà sintomi solo in fase avanzata, quando i danni causati non sono più riparabili. La progressione della malattia, inoltre, è così lenta che il paziente non si accorge di nulla per molto tempo. Per poterla curare è necessario riconoscerla quando i sintomi non si sono ancora manifestati. Per sapere se si ha il glaucoma è sufficiente rivolgersi a un medico oculista che con una visita specialistica può diagnosticarlo in tempo.


“Sembra di poter affermare – sostiene Mario Barbuto, presidente di IAPB Italia Onlus – che gli attuali modelli sanitari non sono più in grado di gestire il bisogno di salute visiva di una popolazione che richiede che la prevenzione entri efficacemente nei percorsi di cura. Né è prova l’esistenza di lunghe liste di attesa”. “Noi riscontriamo una consapevolezza nella popolazione, per certi versi timidamente accresciuta, sulla necessità di prevenzione delle malattie oculari – prosegue Barbuto – ma l’offerta pubblica utilizza vecchi modelli di salute oculare, incapaci di assicurare l’accesso ad una visita oculistica a coloro che rischiano di perdere in tutto o in parte la vista. Più precisamente, non c’è ancora una selezione al livello territoriale che faccia da filtro per garantire a coloro che necessitano di accedere prioritariamente alle cure, di raggiungere rapidamente i centri specializzati, ossia gli ospedali. In tal modo si liberano gli ospedali dalla pressione di visite differibili e si tutela la vista di chi è più a rischio ipovisione e cecità. Perciò il Servizio Sanitario Nazionale si deve riorganizzare per garantire l’accesso effettivo ai servizi pubblici oftalmici”.

Farmaci, Schillaci: non solo distribuzione diretta ma in farmacia

Farmaci, Schillaci: non solo distribuzione diretta ma in farmaciaRoma, 7 mar. (askanews) – “Con la revisione del processo di distribuzione del farmaco prevista nella Legge di Bilancio viene introdotta la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci, finora reperibili solo nelle strutture ospedaliere. Portiamo avanti un cambiamento avviato nel 2022 da un’indagine conoscitiva parlamentare promossa dal Sottosegretario Marcello Gemmato” nella commissione Affari sociali della Camera che evidenziava proprio “la necessità di facilitare l’accesso al farmaco dei pazienti, superando vecchie regole ormai datate ed emanate soprattutto per tenere sotto controllo la spesa farmaceutica”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci all’evento “Farmaco accessibile: novità legislative. Cosa cambia per il cittadino”, in corso al ministero della Salute per presentare le novità legislative per la riorganizzazione della distribuzione dei medicinali secondo la legge di Bilancio 2024: accesso più facile e veloce a farmaci essenziali, soprattutto per i pazienti cronici.


Con la manovra finanziaria 2024, ha spiegato il ministro, “abbiamo voluto rafforzare la tutela della garanzia dei cittadini ad accedere più facilmente al farmaco; abbiamo voluto dare ascolto e andare incontro alle necessità dei nostri cittadini, soprattutto degli over 65, dei disabili, dei malati oncologici che costituiscono i maggiori fruitori della distribuzione diretta e che chiedono un sistema sanitario sempre più di prossimità”. Un vantaggio anche per quanti “vivono in aree interne e in Comuni che non disponendo di farmacie ospedaliere devono percorrere lunghe distanze per poter raggiungere strutture che spesso osservano orari e giorni di apertura che possono essere limitanti per i pazienti”. Le farmacie poi “sono sempre più percepite come strutture di prossimità grazie alla loro capillarità e alla loro continuità di servizio”. Con le nuove regole per alcuni farmaci i cittadini non avranno più bisogno di rivolgersi alla farmacia ospedaliera o andare in farmacia per prenotare il medicinale che gli occorre e poi tornarci per ritirarlo, con tempi di attesa da uno a tre giorni, ma potranno trovarli direttamente nella farmacia vicino casa. Le nuove disposizioni, è stato spiegato, saranno operative dopo la revisione del prontuario farmaceutico da parte dell’Aifa. La prima revisione è prevista il prossimo 30 marzo, poi l’aggiornamento sarà annuale.


“Rivedere il processo di distribuzione del farmaco permette, inoltre, – ha aggiunto Schillaci – di valorizzare il servizio cognitivo che il farmacista svolge nella promozione dell’aderenza terapeutica, incentivando quell’ appropriatezza e persistenza nelle terapie che sono necessarie per ottenere migliori esiti, riduzione delle possibili complicanze, con un beneficio anche per la sostenibilità del sistema”. La misura sarà monitorata “con attenzione”, ha aggiunto il ministro. “Per questa ragione è stata prevista l’istituzione presso il Ministero della Salute di un tavolo tecnico – ha spiegato – che sarà responsabile di monitorare gli effetti finanziari di questo provvedimento, a garanzia della sostenibilità del servizio sanitario. Auspico, inoltre, che l’attività del tavolo si orienti ad analizzare oltre all’impatto economico, anche i reali effetti del provvedimento sull’incremento dell’aderenza e il miglioramento delle condizioni di accesso alle prestazioni farmaceutiche che, non dimentichiamolo, – ha concluso Schillaci – sono un pilastro fondamentale dei Livelli essenziali di assistenza”.

Microplastiche in placche arterie: rischio raddoppiato di infarto o ictus

Microplastiche in placche arterie: rischio raddoppiato di infarto o ictusRoma, 6 mar. (askanews) – Onnipresenti, le micro- e nanoplastiche attaccano anche il cuore con effetti dannosi fino ad oggi sconosciuti e mai provati prima. Dopo averle trovate nell’uomo in diversi organi e tessuti, tra cui la placenta, il latte materno, fegato e polmoni, compresi i tessuti cardiaci, uno studio italiano rivela per la prima volta la loro presenza perfino nelle placche aterosclerotiche, depositi di grasso nelle arterie pericolose per il cuore e fornisce soprattutto prova inedita della loro pericolosità. I dati raccolti mostrano infatti che le placche aterosclerotiche “da inquinamento” sono anche più infiammate della norma, quindi più friabili ed esposte a rischio di rottura con un aumento almeno 2 volte più alto del rischio di infarti,ictus e mortalità rispetto a placche aterosclerotiche che non sono infarcite di plastica. Lo ha verificato un ampio studio italiano coordinato da ricercatori dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, oggi pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine, che dimostra come le placche aterosclerotiche contengano spesso micro e nanoplastiche a base di polietilene (PE, rilevato nel 58.4% dei casi) o polivinilcloruro (o PVC, individuato nel 12.5% dei casi), due dei composti plastici di maggior consumo nel mondo, utilizzati per realizzare prodotti che vanno dai contenitori ai rivestimenti, dalle pellicole plastificate a materiali per l’edilizia.


Lo studio italiano è accompagnato da un editoriale della rivista che definisce la ricerca “una scoperta rivoluzionaria che solleva una serie di domande urgenti: l’esposizione a microplastiche e nanoplastiche può essere considerato un nuovo fattore di rischio cardiovascolare? Quali organi oltre al cuore possono essere a rischio? Come possiamo ridurre l’esposizione?”, scrive l’epidemiologo Philip J. Landrigan, fondatore e direttore del Global Public Health Program del Boston College e del Global Pollution Observatory all’interno dello Schiller Institute for Integrated Science and Society, che firma l’editoriale. “Il primo passo è riconoscere che il basso costo e la convenienza della plastica – continua – sono ingannevoli e che, di fatto, nascondono grandi danni, come il contributo della plastica agli esiti associati alla placca aterosclerotica. Dobbiamo incoraggiare i nostri pazienti a ridurre l’uso della plastica, in particolare degli articoli monouso non necessari e sostenere il Trattato Globale sulla Plastica delle Nazioni Unite per rendere obbligatorio un tetto globale alla produzione di plastica. Come per i cambiamenti climatici anche la risoluzione dei problemi associati alla plastica richiederà una transizione su larga scala dal carbonio fossile”. L’indagine è stata condotta su 257 pazienti con oltre 65 anni sottoposti a un’endoarterectomia per stenosi carotidea asintomatica, procedura chirurgica durante la quale sono state rimosse placche aterosclerotiche che poi sono state analizzate con il microscopio elettronico così da rilevare l’eventuale presenza di micro- e nanoplastiche, ovvero particelle plastiche con un diametro rispettivamente inferiore a 5 millimetri o a 1 micron (0,001 millimetri). “L’analisi ha dimostrato la presenza di particelle di PE a livelli misurabili (circa 20 microgrammi per milligrammo di placca) nel 58.4% dei pazienti e di particelle di PVC (in media 5 microgrammi per milligrammo di placca)nel 12.5% – dichiara Giuseppe Paolisso, coordinatore dello studio e Ordinario di MedicinaInterna dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” -; soprattutto, tutti i partecipanti sono stati seguiti per circa 34 mesi e si è osservato che in coloro che avevano placche ‘inquinate’ dalle plastiche il rischio di infarti, ictus o di mortalità per tutte le cause era almeno raddoppiato rispetto a chi non aveva placche aterosclerotiche contenenti micro e nanoplastiche,indipendentemente da altri fattori di rischio cardio-cerebrovascolari come età, sesso, fumo, indice dimassa corporea, valori di colesterolo, pressione e glicemia o precedenti eventi cardiovascolari. I datimostrano inoltre un incremento locale significativo di marcatori dell’infiammazione in presenza dellemicro- e nanoplastiche”. “L’effetto pro-infiammatorio potrebbe essere uno dei motivi per cui le micro e nanoplastiche comportano una maggiore instabilità delle placche e quindi un maggior rischio che si rompano, dando luogo a trombi e provocando così infarti o ictus – spiega Raffaele Marfella, ideatore dellostudio e Ordinario di Medicina Interna dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” -. Dati raccolti in vitro e negli animali da esperimento hanno già mostrato che le micro- e nanoplastiche possono promuovere lo stress ossidativo e l’infiammazione nelle cellule dell’endotelio che ricopre i vasi sanguigni, ma anche che possono alterare il ritmo cardiaco e contribuire allo sviluppo di fibrosi e alterazioni della funzionalità del cuore: questi risultati mostrano per la prima volta nell’uomo una correlazione fra la presenza di micro- e nanoplastiche e un maggior rischio cardiovascolare”.

Ospedale Bambino Gesù di Roma: cinque trapianti in 4 giorni

Ospedale Bambino Gesù di Roma: cinque trapianti in 4 giorniRoma, 6 mar. (askanews) – Cinque trapianti in 4 giorni. Cinque vite salvate grazie alla generosità di due donatori e delle rispettive famiglie. Una maratona trapiantologica si è svolta nei giorni scorsi all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durata complessivamente circa 60 ore.


I primi tre trapianti sono stati effettuati tra il 28 e il 29 febbraio, con organi prelevati da un donatore deceduto di età pediatrica, i cui genitori hanno acconsentito all’espianto. Parte del fegato e i due reni hanno raggiunto tre pazienti ricoverati al Bambino Gesù. Una bambina di 5 anni, affetta da cirrosi biliare secondaria ad atresia delle vie biliari, ha ricevuto la parte sinistra del fegato. Era in lista di attesa da quattro mesi. I reni sono andati a una ragazza di 18 anni, affetta da nefronoftisi, e a un’altra ragazza di 17 anni, affetta da rene policistico e idronefrosi ostruttiva. Erano in dialisi e in lista d’attesa, rispettivamente, da 37 e 28 mesi. La sequenza trapiantologica è iniziata con la partenza dell’equipe di prelievo il giorno 28 febbraio alle ore 4:30 e è terminata il giorno 29 alle ore 14:30 quando è stato completato il secondo trapianto di rene, per un totale di 34 ore. Gli altri due trapianti sono stati realizzati in contemporanea tra il giorno 1 il 2 marzo, con un fegato prelevato da un donatore deceduto adulto. L’organo è stato prelevato intero, trasportato al Bambino Gesù e connesso alla macchina di perfusione ipotermica ossigenata. Durante la perfusione è stata effettuata una procedura di split liver con suddivisione del fegato nel lobo destro e sinistro, che sono stati trapiantati in contemporanea a due pazienti. Questa procedura, sia per la modalità di esecuzione durante perfusione, sia per come il fegato è stato diviso, è particolarmente innovativa ed eseguita sino ad ora in pochi casi sia in Italia che nel resto del mondo.


Ne hanno beneficiato una bambina di otto anni, affetta da epatite fulminante, in lista di attesa da 2 giorni. E una ragazza di 14 anni, affetta da malattia di Wilson, in lista di attesa da 50 giorni. In questo caso, la sequenza di trapianti è iniziata con la partenza dell’equipe di prelievo il giorno 1° marzo alle ore 6:00 e è terminata il giorno 2 alle ore 6:40, per un totale di 25 ore. La maratona trapiantologica ha coinvolto nei quattro giorni numerosi professionisti dell’Ospedale: chirurghi; anestesisti; rianimatori; radiologi; epatologi; nefrologi; infermieri coordinatori, di sala operatoria e dei reparti; il centro trasfusionale; il laboratorio analisi; gli autisti dei mezzi delle automediche. «Fondamentale il contributo anche dei coordinatori e dei sanitari degli ospedali dove vengono effettuati i prelievi, dei centri di coordinamento regionali e del Centro Nazionale Trapianti», commenta Marco Spada, responsabile di Chirurgia Epato-Bilio Pancreatica e dei Trapianti di Fegato e Rene al Bambino Gesù. «Un grande lavoro di coordinamento e dedizione professionale – aggiunge Sergio Giuseppe Piccardo, responsabile Anestesia, Rianimazione e Comparti Operatori del Bambino Gesù di Roma – che non sarebbe stato possibile senza la generosità dei donatori e delle loro famiglie. È loro che dobbiamo ringraziare per un gesto di grande altruismo che ha donato una nuova vita a 5 giovani pazienti».

Precari Aifa: rinnovo contratto “si faccia presto, si faccia subito”

Precari Aifa: rinnovo contratto “si faccia presto, si faccia subito”Roma, 5 mar. (askanews) – “L’incertezza regna sovrana”. Questa l’estrema sintesi della manifestazione convocata dai Precari AIFA davanti la sede dell’Agenzia del Farmaco. “I lavoratori, o ormai ex lavoratori, avevano convocato il sit-in in segno di protesta per il mancato rinnovo dei contratti precari, scaduti il 31 dicembre. A nulla sono serviti i numerosi solleciti, rivolti al governo Meloni, per non far sprofondare nell’oblio lavorativo i professionisti che hanno prestato servizio in AIFA per anni. Di fatti numerosi funzionari e dirigenti AIFA – si legge in una nota – si sono uniti alla protesta per esprimere solidarietà e vicinanza ai colleghi precari, come anche c’è da sottolineare la presenza di Guido Rasi, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), il quale ha esplicitato totale appoggio. Inoltre era presente una delegazione di parlamentari del Partito Democratico”.


“Nella convocazione della manifestazione – prosegue la nota – c’era l’auspicio che il Ministro Schillaci ed il Sottosegretario Gemmato si presentassero per mostrare palesemente in primis la ferma volontà di risolvere l’annoso problema ed in secondo luogo un reale piano d’azione. Purtroppo, con rammarico, non è avvenuto né uno né l’altro. Quantomeno i precari sono stati ricevuti dalla neo dirigenza di AIFA, frutto della nuova organizzazione, nelle persone del Direttore Amministrativo Dr. Pavesi e dal Direttore Sanitario Dr. Russo, i quali hanno esposto la loro intenzione di porre fine a questa squallida situazione. Il loro intento è quello di proporre al Governo una norma omnibus per il rilancio dell’Agenzia che comprenda la proroga dei contratti precari ed il processo di stabilizzazione, così come fuoriuscito dall’ODG al Milleproroghe approvato dal Parlamento. L’incertezza – ribadisce la nota dei precari Aifa – sta nel fatto che non si hanno tempistiche certe, la Dirigenza ha dato aggiornamento ad un mese da oggi, ma soprattutto c’è da superare lo scoglio del Ministero dell’Economia, che ha più e più volte bloccato la proroga e la stabilizzazione. Salvo poi acconsentire proroghe e stabilizzazioni di personale precario in svariate amministrazioni. Eppure i costi per la sola proroga di 30 contratti precari costerebbe poco più di 1 milione di €, mentre attivare il processo di stabilizzazione richiederebbe all’incirca 7 milioni”. “Ciò che non si capisce o che si fa finta di non voler capire che la mancanza di personale in AIFA rallenta la performance ma soprattutto fa perder soldi allo Stato. Poiché AIFA è una Agenzia Governativa che più produce e più incassa, più tecnici specializzati vi sono più introiti entrano dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e più attrattiva c’è per le Industrie farmaceutiche nel voler svolgere trial clinici sul territorio italiano, con conseguente possibilità di avere farmaci costosi totalmente gratuiti a beneficio dei pazienti. Pertanto i precari AIFA – conclude la nota . chiedono che nel primo provvedimento utile, che fuoriesca dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri, vi sia la norma per la proroga immediata dei contratti scaduti a fine 2023 e che successivamente si parta con tutto l’iter burocratico per la stabilizzazione. Non è più accettabile questo stillicidio sociale e lavorativo, dove 30 persone e 30 famiglie non hanno un orizzonte né possono programmare un futuro. Si faccia in fretta, si faccia presto”.

Campus Bio-Medico: big data e robot chirurgo per protesi anca e ginocchio

Campus Bio-Medico: big data e robot chirurgo per protesi anca e ginocchioRoma, 5 mar. (askanews) – Cento parametri, da quelli delle TC preoperatorie a quelli dell’analisi del cammino dopo l’intervento, per analizzare tutte le fasi del percorso clinico dei pazienti sottoposti a impianto di protesi d’anca o di ginocchio dagli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: questa l’unicità della presa in carico di questi pazienti presso l’Ospedale romano che facilita una veloce ripresa, come dimostra il fatto che il 98% di loro sia in grado di camminare già il giorno dopo l’intervento. Tra i suoi punti di forza, vi è in particolare un innovativo sistema robotico, chiamato Mako.


Per parlare di alcune delle principali novità nell’ambito della chirurgia robotica ortopedica e condividere l’esperienza maturata con l’utilizzo di queste tecnologie la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ha organizzato oggi il convegno “Nuove frontiere in chirurgia ortopedica tra tecnologia e innovazione”. La tecnologia consente una maggiore precisione rispetto alle tecniche tradizionali perché la protesi è impiantata in modo personalizzato: grazie alla raccolta di un numero così elevato di dati, al software del robot e alle immagini TC, lo specialista ortopedico realizza un iter chirurgico unico per il paziente per l’anatomia, i legamenti, l’articolazione e lo spessore della cartilagine. In sala operatoria, poi, l’utilizzo del robot Mako, costituito da un innovativo braccio robotico, offre la possibilità al chirurgo di correggere e calibrare l’inserimento della protesi, eliminando l’errore manuale. Grazie a queste innovazioni, l’intervento si riduce in durata, passando da un’ora e mezza di media a un’ora, con un conseguente minore affaticamento del paziente.


Spiega Rocco Papalia, direttore dell’Unità di Ortopedia e traumatologia della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: “L’intervento effettuato con questa tecnologia robotica garantisce un’elevata tutela del paziente per la maggiore precisione nel collocamento e nell’allineamento della protesi e per una riduzione di rischi di infezione, del sanguinamento della ferita, del dolore post-operatorio e di tempi di ospedalizzazione. Si tratta di un dato di rilievo perché la platea dei pazienti che possono beneficiarne è ampia: sono diverse le patologie per cui è indicato il suo impiego in sala operatoria, dall’artrosi, osteoartrosi e artrosi post-traumatica del ginocchio all’ artrosi e alle fratture del collo del femore per l’intervento di protesi all’anca”. Secondo Vincenzo Denaro, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: “Nel futuro della chirurgia, la robotica sarà sempre più protagonista e l’intelligenza artificiale sarà al centro di questa innovazione, dando vita a una nuova generazione di robot intelligenti che consentirà di ampliare l’accesso a questa tecnica. La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è impegnata da tempo anche nello sviluppo di queste nuove tecnologie, sia nelle sperimentazioni cliniche sia nello sviluppo di nuovi strumenti. Anche questo è parte del grande impegno della Fondazione nello sviluppo della ricerca, con l’obiettivo di conseguire nei prossimi anni il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico”.


La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è dotata, oltre del robot Mako per gli interventi ortopedici, del robot Hugo per interventi prevalentemente urologici ma anche di chirurgia generale e, sempre per la chirurgia ortopedica, del sistema di navigazione Loop-X che, pur non essendo un robot, esegue tutta la pianificazione necessaria per l’introduzione precisa e sicura delle viti negli interventi alla colonna vertebrale. I

8 marzo, alle Terme di Saturnia lo Yoga si tinge di rosa

8 marzo, alle Terme di Saturnia lo Yoga si tinge di rosaRoma, 5 mar. (askanews) – Alle Terme di Saturnia, nel cuore della Maremma toscana, si salutano l’arrivo della primavera e la Festa della Donna nel segno della rinascita interiore e della rigenerazione della propria energia. Vero tempio di longevity naturale con oltre 3000 anni di storia e immersa in 120 ettari di natura attorno a una sorgente millenaria fonte di salute, Terme di Saturnia è la location ideale per attività dedicate al riequilibrio interiore e fisico come lo yoga e la meditazione.


Dal 7 al 10 marzo l’Hotel ospita lo speciale Yoga Retreat | Feminine Energy, un’occasione di ritrovo tutta al femminile pensata per riscoprire e abbracciare una nuova e rafforzata consapevolezza di sé. Un’opportunità per provare a liberarsi dai pensieri superflui e dalle emozioni negative, per rivelare e lasciar fluire il potere creativo delle donne.