Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Centenario nascita Basaglia: speciale web e incontri in scuole all’asl Rm2

Centenario nascita Basaglia: speciale web e incontri in scuole all’asl Rm2Roma, 27 feb. (askanews) – Lunedì 11 marzo 2024 è il centenario della nascita dello psichiatra Franco Basaglia, ispiratore della legge 180 del 1978, con la quale sono stati chiusi i manicomi ed è stata progettata l’assistenza territoriale. Fondamentale è stato il suo straordinario impegno per restituire dignità e diritti cittadinanza alle persone con disturbi mentali.


Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2, il più grande d’Italia con un bacino di circa 1 milione e 300mila abitanti, oltre a realizzare un manifesto celebrativo con la sua immagine ed una delle sue frasi più significative “La follia è una condizione umana”, ha promosso nelle scuole medie superiori una serie di incontri con gli studenti per un confronto sul suo pensiero e le sue opere a partire da martedì 29 febbraio. È stato inoltre realizzato, a cura degli utenti/operatori del Centro Studi e Documentazione del Dipartimento, l’opuscolo di 25 pagine “Basaglia: a cento anni dalla nascita la follia a porte aperte” anche con link a sue interviste, documentari e film gratuiti.


“Il pensiero di Franco Basaglia – afferma Massimo Cozza, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 – rappresenta sempre una bussola alla quale far riferimento per tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nelle problematiche della salute mentale. Certamente oggi la situazione dell’assistenza psichiatrica presenta criticità di risorse, pregiudizi e maggiore complessità, a partire da disagio giovanile, dipendenze e immigrazione, ma il punto centrale è sempre saper partire dalla singola persona con la sua storia unica”. Sul portale www.salutementale.net/category/100basaglia speciale web con editoriale, manifesto e opuscolo, con aggiornamenti nel corso dell’anno.

Malati rari 44% utenti giunti al Centro diagnostico Lega Filo d’Oro

Malati rari 44% utenti giunti al Centro diagnostico Lega Filo d’OroRoma, 27 feb. (askanews) – Il 29 febbraio ricorre la Giornata mondiale delle Malattie Rare (Rare Disease Day), un ampio ed eterogeneo gruppo di patologie accomunate da una bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a 5 individui su 10mila), ma che in realtà sono molto più diffuse di quanto si immagini. Nel loro insieme, infatti, le oltre 6.000 patologie conosciute ad oggi colpiscono 300 milioni di persone in tutto il mondo1. Soltanto in Italia si stima siano oltre un milione le persone che ne sono colpite. Inoltre, determinate malattie rare, come la Sindrome di Usher, di Charge, di Norrie e di Goldenhar sono tra le principali cause di sordocecità.


La Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Ente Filantropico è punto di riferimento in Italia in campo educativo riabilitativo per le patologie che danno problematiche sensoriali. Nel 2023, infatti, il Centro Diagnostico della Fondazione ha trattato 145 utenti – erogando 90 valutazioni psicodiagnostiche e 55 interventi precoci – e quasi la metà (44%) delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali arrivate da tutta Italia presentava una malattia rara, registrando un +13% dal 20102. Le persone con malattia rara e le loro famiglie affrontano quotidianamente sfide durissime per la complessità dei loro bisogni e la carenza di cure risolutive: per questo motivo un percorso educativo riabilitativo specifico per lo sviluppo dei sensi residui e non solo, rappresenta per loro l’unica via in grado di garantire il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. Nella presa in carico di un bambino con malattia rara l’intervento precoce diventa fondamentale e necessita di percorso interdisciplinare e multiprofessionale. Negli ultimi anni, inoltre, grazie all’introduzione dello screening prenatale e neonatale è stato possibile diagnosticare un numero sempre maggiore di patologie dismorfiche/malformative o patologie metaboliche. “I dati degli accessi al nostro Centro Diagnostico ci mostrano, di anno in anno, come la percentuale di persone con malattia rara sia sempre molto alta: oggi le malattie rare sono diventate tra le prime cause di sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale. In molti casi, si tratta di situazioni complesse da affrontare, perché avere a che fare con una malattia rara può generare in chi ne è colpito e nei suoi familiari insicurezza e senso di smarrimento, a causa della carenza di cure risolutive e in alcuni casi delle difficoltà per il raggiungimento di una diagnosi definitiva – dichiara Patrizia Ceccarani, Direttore Tecnico Scientifico della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – . Per rispondere ai bisogni di salute dei nostri utenti, la metodologia adottata può fare la differenza: il metodo educativo riabilitativo della Lega del Filo d’Oro si basa su un approccio specifico per insegnare ai bambini ad utilizzare al meglio le loro potenzialità e abilità residue. Inoltre, i nostri operatori lavorano per facilitare l’autonomia, l’inclusione, l’utilizzo delle tecnologie assistive e l’interazione con l’ambiente, e mettono l’esperienza della Fondazione anche al servizio delle famiglie che, in questo percorso, svolgono un ruolo cruciale. Da un lato, infatti, sono parte integrante del percorso di educazione e riabilitazione dei loro figli, dall’altro hanno bisogno loro stesse di aiuto, sostegno e vicinanza per potersi orientare nella complessa condizione di dover prendersi cura di una persona con pluridisabilità”.

Malattie rare, Zecca conia moneta celebrativa per i 25 anni di UNIAMO

Malattie rare, Zecca conia moneta celebrativa per i 25 anni di UNIAMORoma, 27 feb. (askanews) – È stata emessa oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze la moneta dedicata all’anniversario di UNIAMO, la Federazione Italiana Malattie Rare che da 25 anni opera per migliorare la qualità di vita e tutelare i diritti delle persone con malattia rara e delle loro famiglie, e alla Giornata delle Malattie Rare, giunta alla diciassettesima edizione, che quest’anno sarà celebrata in tutto il mondo il 29 febbraio, giorno raro per i malati rari.


La moneta, realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per la Collezione Numismatica della Repubblica Italiana 2024, sarà presentata ufficialmente proprio il 29 febbraio, durante l’evento organizzato da UNIAMO in cui verrà ripercorsa la lunga campagna di sensibilizzazione #UNIAMOleforze cominciata il 1° febbraio al Ministero della Salute e si confronteranno tutti gli attori in gioco del sistema “rare”. Nel corso della giornata, che si svolgerà a Roma in Piazza della Pilotta 4 presso Roma Eventi – Fontana di Trevi, sarà possibile acquistare la serie da 9 pezzi emessa dal MEF per l’alto valore dell’attività svolta dalla Federazione. Il commento della Presidente UNIAMO Annalisa Scopinaro: “Questo importantissimo riconoscimento ci riempie di orgoglio e conferma che la Federazione svolge un ruolo fondamentale per la comunità delle persone con malattia rara. La storia di questa moneta parte da un incontro fortuito con Luca Fornara. Una persona di grande umanità che ha subito preso a cuore la nostra causa, riconoscendone il valore. Luca ci ha lasciati due anni fa, ma il seme che ha piantato, grazie a chi ha continuato a prendersene cura, ha dato i frutti che raccogliamo oggi. Grazie Luca, manchi a questo mondo, ma la nostra moneta sarà un ricordo concreto in tua memoria”.


La moneta, dal valore nominale di 5 euro, ha una tiratura di 7.000 pezzi e si presenta in versione Fior di Conio. Realizzata dall’artista incisore Claudia Momoni e prodotta presso le Officine della Zecca dello Stato, l’opera raffigura sul dritto il Logo ufficiale di UNIAMO, circondato da una serie di palline piccole, in incavo, a indicare la rarità, una delle tante sfumature della comunità umana rappresentata con un cerchio di palline più grandi, in rilievo, e sul rovescio il Logo della Giornata delle Malattie Rare, istituita nel 2008, raffigurante alcune mani in cui si incastona, al centro, una silhouette umana, a rappresentare la solidarietà verso le persone con malattia rara.

Smog in città, pediatri Sip: proteggere i bimbi. Ecco come

Smog in città, pediatri Sip: proteggere i bimbi. Ecco comeRoma, 26 feb. (askanews) – “Gli effetti dell’inquinamento da traffico sulla salute respiratoria dei bambini possono essere acuti, dovuti all’esposizione di breve durata ad elevate concentrazioni di inquinanti, particolarmente frequenti nelle ore di picco di traffico; o cronici, manifestandosi cioè dopo una esposizione prolungata a livelli di inquinanti non necessariamente elevati”. La Società Italiana di Pediatria, alla luce della letteratura scientifica ad oggi disponibile, fa chiarezza sugli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei bambini e su ciò che ciascuno di noi può fare individualmente per proteggere i bambini e per contribuire a ridurre, quanto più possibile, l’inquinamento attraverso l’adozione di buone pratiche e corretti stili di vita. “Studi epidemiologici – spiegano i pediatri – hanno dimostrato che l’esposizione in gravidanza a inquinanti da traffico veicolare, quale il particolato e gli ossidi di azoto, è associato ad un amentato rischio di sviluppare asma. Ampi studi hanno inoltre dimostrato che i bambini residenti sin dalla nascita in aree urbane -metropolitane hanno un aumentato rischio di sviluppare malattie respiratorie. Gli effetti a breve termine possono essere attacchi acuti di asma e infezioni a carico delle vie aeree come otiti, polmoniti e bronchioliti. Inoltre, i bambini asmatici che vivono in ambienti inquinati sperimentano un aumento delle riacutizzazioni, delle visite in emergenze e dei ricoveri. Tra gli effetti a lungo termine vi è il possibile contributo al declino della funzione respiratoria”. Ecco, dunque, una serie di consigli utili per tuteklare la salute dei più piccini. TRANSITARE POCO IN ZONE TRAFFICATE – Quando i rischi ambientali aumentano sarebbe preferibile uscire esclusivamente in aree verdi, evitando lunghi transiti in zone particolarmente trafficate, ricordando che girare con il passeggino in strade altamente trafficate genera sicuramente dei rischi maggiori in quanto il bambino è all’altezza dei gas di scarico.


MUOVERSI A PIEDI, IN BICI O CON I MEZZI PUBBLICI – Nell’ambito poi di una riflessione più ampia su ciò che non solo si può fare per tutelare il proprio bambino, ma per ridurre il proprio impatto ambientale e quello del nucleo familiare, una delle indicazioni più semplici che arrivano dai pediatri è quella, quando possibile, di muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Scegliere luoghi di riferimento per le proprie attività che si trovano nel quartiere, specie nelle grandi città, può aiutare. Dalla scuola, alla spesa fino agli hobby pomeridiani dei più piccoli. D’INVERNO FUORI NELLE ORE PIÙ CALDE, D’ESTATE IL CONTRARIO – Durante l’inverno con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili: meglio dunque stare fuori casa nelle ore più calde, mentre d’estate sono le ore centrali della giornata quelle da evitare, perché nei mesi estivi i livelli di ozono aumentano nel corso della giornata con l’aumentare della temperatura.


ALLA GUIDA VELOCITÀ MODERATA E MOTORE SPENTO DA FERMI – Alla guida, prediligendo se possibile i modelli di auto meno inquinanti, è importante rispettare le disposizioni sui limiti di accesso alle zone a traffico limitato o i divieti di circolazione nella fascia verde nelle giornate particolarmente inquinate, moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario. FAR DIVENTARE ‘GREEN’ ANCHE IL PROPRIO CONDOMINIO – Anche a casa si può fare molto: ad esempio sensibilizzare il condominio a valutare l’opportunità per il riscaldamento a minore impatto sull’ambiente, tenendo conto del fatto che gli impianti di riscaldamento a combustibili non gassosi dovrebbero essere convertiti a metano e gli impianti di riscaldamento condominiali esistenti dovrebbero essere ristrutturati secondo le tecnologie della termoregolazione della temperatura degli ambienti e contabilizzazione del calore.

Dallo spazio alla terra: Villadei incontra piccoli pazienti Bambino Gesù

Dallo spazio alla terra: Villadei incontra piccoli pazienti Bambino GesùRoma, 23 feb. (askanews) – Dalla stazione orbitante alle corsie del Bambino Gesù. Il colonnello Walter Villadei mantiene la promessa fatta ai bambini e ai ragazzi con cui si era collegato dallo spazio quando era a bordo della stazione orbitante durante la missione Ax-3 Voluntas. Pochi giorni dopo il suo rientro sulla Terra si è infatti presentato di persona accompagnato dall’Aeronautica Militare presso l’Ospedale della Santa Sede. «Una grandissima emozione vedere la meraviglia negli occhi dei bambini» ha detto al termine dell’incontro l’astronauta italiano. Tante le domande e le curiosità con cui è stato accolto dai bambini presenti in Ludoteca: come faccio a diventare un astronauta? Cosa ti ha fatto paura? Come dormite? Come fai la pipì nello spazio? «Lo spazio non fa paura – ha spiegato Villadei ai bambini – è come il cielo che vediamo sulla Terra, ma molto più grande!». «L’acqua è una risorsa preziosa, ancora di più nello spazio. Per questo la pipì degli astronauti viene riciclata, purificata e trasformata in acqua distillata così che possa essere riutilizzata, anche per produrre ossigeno» ha raccontato tra le risate e lo stupore dei bambini presenti.


All’incontro di questa mattina hanno partecipato il Presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti, il Colonnello Rosario D’Auria, Vice Capo del Reparto Comunicazione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, e Andrea Masotti, dell’unità di ricerca di Medicina predittiva e preventiva nonché referente per l’Ospedale della Santa Sede del progetto di medicina biospaziale “astRNAuts”. Dopo la Ludoteca, il colonnello Villadei ha visitato anche i pazienti ricoverati presso il reparto di Reumatologia guidato dal dottor Fabrizio De Benedetti. «Per me è stata una grandissima emozione poter finalmente vedere la meraviglia negli occhi dei bambini poiché durante il collegamento dalla stazione spaziale avevo solo l’audio» ha raccontato al termine dell’incontro l’astronauta italiano. Il colonnello Villadei è anche uno dei protagonisti del progetto di ricerca di biomedicina spaziale “astRNAuts” realizzato da Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Istituto Italiano di Tecnologia (ITT) in collaborazione con Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Aeronautica Militare nell’ambito della missione Ax-3 della Axiom Space. Si tratta di un progetto di ricerca sugli effetti dell’assenza di gravità sull’organismo umano attraverso lo studio di piccole molecole di RNA (tra le quali i microRNA) nei fluidi corporei degli astronauti. L’obiettivo è sviluppare un modello predittivo per la diagnosi della salute degli astronauti durante le lunghe missioni di esplorazione spaziale, avvalendosi anche di algoritmi di intelligenza artificiale. I risultati avranno applicazioni anche sulla Terra, consentendo una migliore comprensione dei processi degenerativi implicati nelle patologie croniche, sia pediatriche che dell’adulto, con possibili benefici nella diagnosi e nel trattamento.

Partito dallo Spallanzani il cammino del Consorzio europeo “AVITHRAPID”

Partito dallo Spallanzani il cammino del Consorzio europeo “AVITHRAPID”Roma, 23 feb. (askanews) – Il 13 e 14 febbraio, presso il Centro congressi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, si sono riuniti oltre 130 delegati in rappresentanza dei 18 enti e società di ricerca – provenienti da Italia, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Olanda, Portogallo, Lettonia, Svizzera – che fanno parte del Consorzio europeo AVITHRAPID (Antiviral Therapeutics for Rapid Response Against Pandemic Infectious Diseases). Si è trattato del primo incontro di un progetto che avrà una durata di 54 mesi.


Lanciato sotto l’Horizon research programme dell’Unione Europea, il progetto AVITHRAPID nasce con l’intento di combattere e prevenire più efficacemente le malattie infettive con potenziale pandemico. In particolare, l’obiettivo del progetto è quello di stabilire una pipeline di agenti antivirali basati su piccole molecole che possono essere ampiamente utilizzati e rapidamente sviluppati in terapie contro le malattie infettive emergenti. Il progetto di ricerca identificherà molecole che sono potenziali candidati farmacologici contro SARS-CoV-2, epatite e altri agenti patogeni. Inoltre, intende testare una piccola molecola contro il virus Zika in un trial clinico. Il tutto sfruttando anche l’intelligenza artificiale avanzata e la simulazione molecolare su larga scala. Per il coordinatore del progetto, Björn Windshügel della Fraunhofer Institute for Translational Medicine and Pharmacology ITMP di Amburgo, “essere preparati per future pandemie è estremamente importante. Noi vogliamo supportare questo identificando e sviluppando agenti antivirali contro le malattie infettive emergenti”. L’I.N.M.I. Spallanzani si occuperà in particolare della verifica dell’efficacia di nuovi farmaci antivirali in vitro in laboratorio e in trial clinici in vivo. Del Consorzio AVITHRAPID fanno parte: Fraunhofer Gesellschaft zur Förderung der angewandten Forschung (Coordinator), Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, Elettra Sincrotrone Trieste SCOA, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Siena, Università degli studi di Cagliari, Università degli studi di Siena, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Dompé farmaceutici SpA, Euresist Network GEIE, Université de Tours – Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement (INRAE), VSB Technical University of Ostrava, First Health Pharmaceuticals B.V., Instituto de Medicina Molecular Joao Lobo Antunes, Latvijas Organiskas Sintezes Instituts, Swiss Tropical and Public Health Institute, Chelonia SA.

Tumori, con l’immunoterapia 4.0 opzioni di cura per l’80% dei pazienti

Tumori, con l’immunoterapia 4.0 opzioni di cura per l’80% dei pazientiRoma, 23 feb. (askanews) – Dopo gli inibitori dei checkpoint immunitari, che disattivano i “freni” al sistema immunitario, le CAR-T e la recente introduzione in via sperimentale dei vaccini a mRNA, stiamo per entrare nell’era dell’Immunoterapia 4.0. Terapie cellulari (TILs) contro il melanoma metastatico, ‘avatar’ di tumori al polmone e nuove combinazioni di farmaci per i tumori gastrici renderanno possibile l’immunoterapia di precisione, aumentando la percentuale di pazienti che rispondono alle terapie dall’attuale 50% all’80%. A raccogliere la sfida sono gli specialisti della Società Campana di Immunoterapia Oncologica (SCITO), in occasione del meeting annuale in corso a Napoli. “Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita esponenziale di ricerche innovative che hanno approfondito la comprensione dell’immuno-oncologia e permesso lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di sfruttare il sistema immunitario del paziente e prevenirne la fuga immunitaria – spiega Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale” di Napoli -. Abbiamo voluto dedicare questa giornata ad analizzare lo stato dell’arte e le prospettive future dell’immuno-oncologia, confrontandoci sui prossimi sviluppi e rinnovando la nostra allenza con l’obiettivo di creare il primo Polo di Immunoncologia dell’area mediterranea”.


La sfida lanciata dagli specialisti SCITO prende il via dalla recentissima approvazione dalla Food and Drug Administratio (FDA) della prima terapia cellulare TILs (tumour-infiltrating lymphocyte), chiamata lifileucel, per il trattamento del melanoma metastatico resistente a tutte le possibili terapie oggi disponibili. “Entro la fine della prossima estate, infatti, il Pascale partirà con lo studio di fase 3, l’ultimo step prima dell’approvazione da parte delle agenzie di regolamentazione, di lifileucel per valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia in combinazione con pembrolizumab, comparata con il trattamento con il solo pembrolizumab nei pazienti con melanoma in fase avanzata che non risponde più a nessuna terapia – spiega Ascierto -. La nuova terapia cellulare consiste nell’estrarre le cellule immunitarie del paziente che stanno combattendo il tumore, moltiplicarle in laboratorio e iniettarle nuovamente sperando che questo ‘esercito rinforzato’possa controllare la malattia”. L’approvazione della FDA si basa su un trial clinico che ha visto la partecipazione di 76 persone in cui si erano esaurite tutte le opzioni di trattamento possibili. Negli individui trattati, l’81% ha tratto beneficio dalle terapie. In particolare, il 31% dei pazienti ha mostrato una significativa risposta. Tra questi, oltre la metà ha mantenuto una progressione libera da malattia, ovvero il tempo che intercorre tra il trattamento e la ripresa della malattia, per almeno sei mesi dopo; il 47,8% ha mantenuto la risposta positiva per almeno nove mesi; il 43,5% ha continuato a non mostrare progressione del tumore per almeno un anno e il 42% oltre i 18 mesi. All’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino partiranno entro l’anno studi con modelli sperimentali personalizzati per il tumore al polmone, che consentiranno di valutare l’efficacia di singoli farmaci a bersaglio molecolare e gli effetti degli immunoterapici e del “microambiente tumorale”, in ogni singolo caso. “Abbiamo la possibilità di creare organoidi a partire da campioni di tumore prelevati mediante una biopsia sui pazienti in modo da avere veri e propri ‘avatar’ della malattia su cui provare e valutare diverse opzioni terapeutiche in modo da arrivare a quella più adatta ad ogni singolo caso – spiega Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Moscati di Avellino -. Utilizzato principalmente come modello per lo studio dei farmaci biologici, mirati a singole mutazioni tumorali, questi avatar ci consentiranno anche di comprendere il funzionamento di terapie immunoterapiche, da sole o in combinazione”.


Grandi novità anche per quanto riguarda i tuimori gastrointestinali. “In uno studio recentemente concluso al Pascale su 22 pazienti con tumore del colon localmente avanzato, confermiamo l’efficacia dell’immunoterapia neoadiuvante, ovvero quella somministrata prima dell’intervento chirurgico. Si tratta di pazienti con tumore con instabilità dei microsatelliti, presente in circa il 10-15% delle neoplasie localmente avanzate del colon e dello stomaco, che hanno avuto la scomparsa o quasi della malattia – afferma Antonio Avallone, direttore della SC Oncologia Clinica Sperimentale Addome dell’Istituto Nazionale Tumori – IRCCS Fondazione “Pascale” di Napoli -. Risultati simili sono stati riportati anche nei casi di tumore del retto. “Questi dati, se confermati, con studi più ampi potrebbero risparmiare al paziente il bisturi e la radioterapia, con conseguente miglioramento della qualità della vita – conclude Avallone. È dunque un buon momento per l’immunoterapia e la Campania si propone di diventare un polo di riferimento nazionale. “Consapevoli dell’eccezionale evoluzione dell’immunoncologia negli ultimi anni, abbiamo accolto la sfida che ci vedrà in prima linea nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi protocolli immunoterapici”, conclude Ascierto.

Anaao: scorta per gli operatori sanitari contro le aggressioni in corsia

Anaao: scorta per gli operatori sanitari contro le aggressioni in corsiaRoma, 22 feb. (askanews) – “E’ di ieri l’ultimo episodio di violenza ai danni di un collega medico. Ormai è uno stillicidio che nessuno riesce a fermare. Allora dateci almeno la scorta per poter lavorare fino a militarizzare gli ospedali se fosse necessario!”. È questa la provocazione lanciata dal Segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio di fronte al lungo elenco di aggressioni. “Sono quotidiani ormai i raid ai danni dei colleghi e soprattutto delle colleghe le più bersagliate dalle aggressioni in corsia”, commenta Di Silverio, “ma di contro, permangono tutte le condizioni che le determinano, nell’indifferenza delle istituzioni. Non possiamo esercitare una professione così delicata e impegnativa in un clima di paura costante anche solo di entrare in ospedale”.


“Siamo convinti – prosegue – che l’educazione, per quanto fondamentale per quel radicale cambiamento culturale che serve a fermare episodi di violenza contro chi ogni giorno lavora per garantire standard di salute elevati, non basta, perché viviamo in uno stato di emergenza continuo, lasciati soli a contrastare i sempre più frequenti accessi di ira da parte dei pazienti o peggio dei loro parenti. E la paura di ritorsioni impedisce alla maggior parte dei colleghi di denunciare le aggressioni subite. La grave carenza di personale e la pessima organizzazione del lavoro caratterizzata dal crescente peggioramento delle condizioni in cui viene svolto, la crescente difficoltà con cui i cittadini accedono alle prestazioni sanitarie erogate dal SSN, ci impediscono di esercitare al meglio la nostra professione, che è fatta anche di tempo per il paziente, di disponibilità all’ascolto, di attenzione al dolore, di empatia con chi a noi si rivolge in momenti di sofferenza. Condizioni che diventano sempre più difficili. E allora la soluzione più immediata è fuggire dal servizio sanitario pubblico, soluzione a cui ricorrono almeno 7 colleghi ogni giorno”. “I tempi delle riforme e degli interventi strutturali, pur indispensabili, sono lunghi e nell’immediato bisogna dare risposte certe a migliaia di colleghi per garantire sicurezza e serenità. E questo è compito delle istituzioni. Chiediamo interventi sostanziali e coraggiosi, chiediamo la riorganizzazione delle cure sul territorio per contenere gli accessi ai Pronto Soccorso, l’aumento di posti letto e di personale altrimenti saremo costretti ad abbandonare gli ospedali”, conclude.

Malattie rare, ISS e UNIAMO celebrano il “Rare Disease Day”

Malattie rare, ISS e UNIAMO celebrano il “Rare Disease Day”Roma, 21 feb. (askanews) – Dall’uso dell’intelligenza artificiale per aiutare i pazienti ai dati delle segnalazioni al Registro Nazionale, agli aspetti legati alla nutrizione alle attività sullo screening neonatale esteso, senza dimenticare il contributo che le ‘health umanities’, che uniscono la scienza medica alle arti e alle scienze umanistiche per creare una visione più completa della salute, possono dare alle persone che vivono con la malattia. Sono solo alcuni dei temi trattati oggi durante il convegno “Istituto Superiore di Sanità e UNIAMO per la Giornata per le Malattie Rare” organizzato dall’Iss e dalla Federazione delle associazioni di pazienti in vista della giornata mondiale che si celebra il 29 febbraio. Durante l’evento sono stati annunciati anche i vincitori del concorso ‘Rare Reels, organizzato da ISS, UNIAMO, Agenzia Italiana Gioventù e All Digital per sensibilizzare i più giovani sul tema. Ecco alcuni dei temi presentati


Intelligenza artificiale, health humanities e salute. A questo tema è stata dedicata la prima sessione del convegno. L’intelligenza artificiale, hanno spiegato i relatori, sta aprendo nuove frontiere nella diagnosi e nella personalizzazione dei trattamenti, rendendo la medicina più precisa e accessibile. Dalla relazione tra HH e IA prende forma uno scenario in cui i dati medici possono essere non solo analizzati scientificamente, ma anche interpretati attraverso la lente delle storie e delle esperienze umane, portando a trattamenti più personalizzati nel rispetto dell’individualità di ciascun paziente. Il contest ‘Rare Reels’. A conclusione della sessione della mattina c’è stata la cerimonia di premiazione del contest “RARE REELS: PEGASO GOES DIGITAL” , organizzato da ISS, UNIAMO, Agenzia Italiana Gioventù e All Digital che quest’anno ha visto protagonisti i giovani, a cui è stato chiesto di produrre dei Reels per Instagram dedicati al mondo delle malattie rare. “La collaborazione con l’ISS di quest’anno – ha commentato Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO – si lega all’obiettivo di tutta la campagna, quello di sensibilizzare soprattutto i giovani. Dopo FantaSanremo, il Reels Contest è una naturale prosecuzione. Abbiamo inoltre coinvolto i giovani anche per la giuria e pensato un premio che potesse essere un regalo gradito a quella fascia di età. Siamo lieti di aver trovato in tutto l’Istituto interlocutori attenti e collaborativi, con rapporti rafforzati dal protocollo di intesa che lega i nostri due Enti”.


Ecco i vincitori: Premio “1 giorno da ricercatore all’Istituto Superiore di Sanità” Clara Bonaiti, 24 anni (Lecco) Premio “1 giorno da ricercatore all’Istituto Superiore di Sanità – menzione speciale social” Lucia Gifuni, 27 anni (Napoli) Premio “Una esperienza culturale” Fabiola Forgione, 32 anni (Locri, RC) Premio “Quattro giorni al Social Hackathon Umbria 2024 (SHU2024) Eleonora Desogus, 28 anni (Roma) Premio “Quattro giorni al Social Hackathon Umbria 2024 (SHU2024) – menzione speciale animazione digitale” Elia Cappellini, 14 anni (Roma) Premio SPECIALE AIG Sarah Di Cara, 22 anni (Palermo) Menzione speciale GIOVANISSIMI (ex aequo) Istituto comprensivo “A. R. Chiarelli” plesso “G. Battaglini” di Martina Franca (TA) e Istituto Comprensivo “Don Diana” Casal Di Principe (CE).


La seconda sessione, aperta dai saluti del Senatore Orfeo Mazzella e dell’Onorevole Maria Elena Boschi dell’Intergruppo parlamentare malattie rare e oncoematologiche e moderata dal Direttore del CNMR Marco Silano e dalla Presidente UNIAMO Scopinaro, ha illustrato le numerose attività che da anni l’Iss, in collaborazione con le associazioni dei pazienti, porta avanti con impegno a sostegno delle malattie rare. I dati del registro delle Malattie Rare. Il Registro Nazionale Malattie Rare (RNMR) è stato istituito all’Istituto Superiore di Sanità in attuazione dell’articolo 3 del Decreto Ministeriale (DM) 279/2001. Nel 2022 sono arrivate al Registro 35580 segnalazioni di nuove diagnosi (dato ancora in consolidamento)


I numeri del Telefono Verde Malattie Rare. Nel biennio 2022-2023, il TVMR ha ricevuto 5411 chiamate (effettuate da 5245 utenti), per un totale di 9245 diversi quesiti. Nel 69,7% dei casi, sono state le donne a rivolgersi al servizio, nel 30,3% gli uomini. La distribuzione per classi di età evidenzia che il servizio è contattato più di frequente da persone di età compresa fra 41 e 60 anni. Rispetto alla tipologia dell’utenza, il 52,7 % è rappresentato dagli stessi pazienti, e il 31,2% da familiari, soprattutto della famiglia nucleare (padre, madre, coniuge o figli) 27,2%. Le attività di UNIAMO. Come di consueto dal 2008, UNIAMO ha organizzato per tutto il mese di febbraio eventi e iniziative con l’obiettivo di sensibilizzare Istituzioni e cittadinanza sul lungo e faticoso percorso che affrontano i malati rari e le loro famiglie. In questa edizione del Rare Disease Day, la diciassettesima, ha scelto in particolare di approfondire la seconda tappa del “viaggio”, la presa in carico che, secondo la Federazione, deve diventare realmente olistica, che metta cioè al centro la persona nella sua unicità e interezza considerando tutte le esigenze sanitarie e sociali. Il messaggio principale della campagna di sensibilizzazione #UNIAMOleforze, infatti, è che la persona non è la sua malattia.

Estratto da scarti di melagrana efficace per trattare ipertensione

Estratto da scarti di melagrana efficace per trattare ipertensioneRoma, 21 feb. (askanews) – Un estratto di bucce e semi di melagrana completamente solubile in acqua, ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e scalabile fino a capacità produttive industriali, si rivela efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica. Lo dimostra una ricerca in vivo condotta su un modello murino, pubblicata sulla rivista Nutrients e realizzata da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dell’Università di Pisa.


L’estrazione del succo di melagrana genera sottoprodotti non edibili, bucce e semi, pari al 60% del peso del frutto, che sono disponibili in grandi quantità e conosciuti da tempo per le loro proprietà salutari, in gran parte dovute ai cosiddetti ellagitannini, in particolare punicalagina e acido ellagico. “Finora, il recupero e la valorizzazione di questi sottoprodotti sono stati ostacolati dalla mancanza di una tecnica di estrazione adeguata, in grado di restituire un prodotto completamente solubile in acqua e più sicuro per l’organismo. Infatti, la qualità e le proprietà degli estratti di prodotti naturali, tra cui i sottoprodotti della melagrana, dipendono anche dalla tecnica estrattiva. L’applicazione della cavitazione idrodinamica, già verificata con successo su sottoprodotti degli agrumi e delle filiere forestali, ha consentito di estrarre una grande quantità di bucce e semi di melagrana in sola acqua, a bassa temperatura e in pochi minuti, con un consumo energetico molto limitato, restituendo un prodotto completamente solubile”, sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe.


Lo studio – spiega il Cnr – ha previsto la somministrazione dell’estratto di melagrana per via orale a ratti spontaneamente ipertesi. “Dopo la somministrazione orale, i risultati hanno dimostrato una buona bioaccessibilità intestinale e la capacità di contrastare efficacemente l’incremento della pressione in un modello sperimentale di ipertensione, migliorando la disfunzione e riducendo lo spessore dell’endotelio, che è il tessuto che riveste l’interno dei vasi sanguigni. In aggiunta a questo, la somministrazione dell’estratto di melagrana ha dimostrato importanti effetti a livello cardiaco, perché ha consentito di abbassare i livelli di citochine, le molecole responsabili dei processi infiammatori e fibrotici a livello cellulare. Questi riscontri suggeriscono la possibilità di sviluppare meccanismi diversi e a più ampio spettro, rispetto alla protezione cardiovascolare”, afferma Lara Testai dell’Università di Pisa. Questo tipo di ricerca scientifica dimostra come gli scarti della lavorazione di prodotti vegetali come la melagrana siano ricchi di sostanze preziose per la salute, rappresentando anche un valore aggiunto in un’ottica di sostenibilità. Gli esiti dello studio, infatti, oltre a suggerire i potenziali benefici per la salute umana, potranno contribuire ad aumentare il valore della filiera della melagrana e ad abbattere l’impatto ambientale connesso ai relativi sottoprodotti.