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”Influenza. Prendo l’antibiotico? NO”: nuova campagna Ordini Medici Bari

”Influenza. Prendo l’antibiotico? NO”: nuova campagna Ordini Medici BariRoma, 16 gen. (askanews) – “Influenza. Prendo l’antibiotico? NO”. La nuova campagna di comunicazione dell’Ordine dei medici di Bari dà un consiglio chiaro ai pugliesi che in questi giorni sono alle prese con il picco dell’influenza: “L’abuso di antibiotici li rende inefficaci nel tempo. Difendi la tua salute. Chiedi sempre al tuo medico”. “Gli antibiotici non devono infatti essere usati per prevenire o curare infezioni virali, in quanto inefficaci contro i virus, a meno che non siano presenti anche infezioni batteriche – spiega Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari – lo stesso vale per le nevralgie: è sempre il medico che deve stabilire se la causa del dolore sia un’infezione batterica e quindi debba essere trattata con antibiotici”.

La campagna, in affissione da ieri a Bari e provincia, intende sensibilizzare la cittadinanza rispetto ai rischi connessi all’antibiotico-resistenza. Un uso eccessivo o non corretto di antibiotici favorisce infatti l’insorgenza e la diffusione di ceppi batterici resistenti a questi farmaci. Le infezioni causate da batteri resistenti, non rispondendo alle cure convenzionali, portano ad un prolungamento della malattia, all’insorgenza di possibili complicazioni e ad un maggiore rischio di morte. La riduzione dell’efficacia del trattamento, inoltre, aumenta il rischio di possibili focolai epidemici. “I dati ci dicono che crescono i casi di ceppi batterici resistenti, che diventano più difficili da trattare. Per questo è importante che i pazienti si affidino al proprio medico prima di assumere un farmaco che non solo è inutile ma rischia di essere dannoso”, aggiunge Anelli.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, In Italia nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza si mantengono elevate. In particolare, per Enterococcus faecium continua ad osservarsi un preoccupante trend in aumento nella percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina, che è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022. Per Streptococcus pneumoniae dopo una diminuzione registrata nel 2021 (9,8%), nel 2022 si osserva un aumento della percentuale di isolati resistenti alla penicillina (12,8%).

Gimbe: cresce migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 mld

Gimbe: cresce migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 mldRoma, 16 gen. (askanews) – Nel 2021 cresce la migrazione sanitaria: un fiume da € 4,25 miliardi scorre verso le regioni del Nord. A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato. L’autonomia differenziata è uno schiaffo al meridione: il Sud sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord. Questi i punti focali dell’ultimo Rapporto pubblicato da Gimbe sulla situazione sanitaria in Italia.

Nel 2021, si legge, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di € 4,25 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (€ 3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo. «La mobilità sanitaria – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Un gap diventato ormai una “frattura strutturale” destinata ad essere aggravata dall’autonomia differenziata, che in sanità legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell’esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute». Ecco perché, in occasione dell’avvio della discussione in Aula al Senato del DdL Calderoli, continua Cartabellotta, «la Fondazione GIMBE ribadisce quanto già riferito nell’audizione in 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato: la tutela della salute deve essere espunta dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie». Numerose le motivazioni: “Il Servizio Sanitario Nazionale attraversa una gravissima crisi di sostenibilità e il sotto-finanziamento costringe anche le Regioni virtuose del Nord a tagliare i servizi e/o ad aumentare le imposte regionali. In altri termini non ci sono risorse da mettere in campo per colmare le diseguaglianze in sanità. Il DdL Calderoli rimane molto vago sulle modalità di finanziamento, oltre che sugli strumenti per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale. Il gap in sanità tra Regioni del Nord e del Sud è sempre più ampio, come dimostrano i dati sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quelli sulla mobilità sanitaria qui riportati. Le maggiori autonomie già richieste da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto potenzieranno le performance di queste Regioni e, al tempo stesso, indeboliranno ulteriormente quelle del Sud, anche quelle a statuto speciale. Un esempio fra tutti: una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale, rischia di provocare una fuga dei professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose. Le Regioni del Sud non avranno alcun vantaggio: essendo tutte (tranne la Basilicata) in Piano di rientro o addirittura commissariate come Calabria e Molise, non avrebbero nemmeno le condizioni per richiedere maggiori autonomie in sanità. Il Paese, indebitando le future generazioni, ha sottoscritto il PNRR che ha come obiettivo trasversale a tutte le missioni proprio quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali”. «In tal senso – chiosa Cartabellotta – risulta ai limiti del grottesco la posizione dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione».

Pazienti e pasticci coi farmaci di tutti i giorni: allarme internisti SIMI

Pazienti e pasticci coi farmaci di tutti i giorni: allarme internisti SIMIRoma, 16 gen. (askanews) – Più patologie croniche da curare e più terapie di assumere ogni giorno. Cresce, così, il rischio di “pasticciare” con i farmaci. Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) lanciano l’allarme ‘bucce di banana nelle terapie’ e propongono consigli e istruzioni per l’uso per evitarle. “In Italia si stima che il 75% degli over 60 assuma 5 o più farmaci al giorno. A rischio ‘pasticci’ sono soprattutto gli anziani con iniziali problemi di memoria, non assistiti da un familiare o da un caregiver. Ma anche persone che assumono farmaci per fai-da-te o passa-parola”, spiega Giorgio Sesti, presidente della SIMI. Doppioni e politerapie. Il problema può sorgere quando il paziente si reca da diversi specialisti senza comunicare loro di essere già in terapia con alcuni farmaci, uscendo dalla visita con una lista di nuovi farmaci che potrebbero essere ‘doppioni’ di quelli che già assumono o essere in contrasto con questi (interazione farmacologica). Lo stesso a volte accade quando, un paziente dimesso dall’ospedale, assume i farmaci prescritti in lettera di dimissione, riprendendo però anche ad assumere anche quelli antecedenti al ricovero. “È importante – consiglia il professor Sesti – informare sempre il medico delle terapie in corso, portando con sé un elenco completo dei farmaci e della posologia assunta. È bene inoltre informare sempre il medico di famiglia delle terapie proposte dai diversi specialisti, per aggiornare la scheda farmacologica e verificare che non ci siano per problemi di ‘incompatibilità’ e interferenza farmacologica che possono verificarsi sia con alcuni farmaci (ad esempio antibiotici o contraccettivi orali), ma anche con farmaci da banco, integratori e fitoterapici. Un altro consiglio è di portare sempre nel portafoglio la lista dei farmaci assunti con orari e dosaggi, in caso di emergenza”. Non dimenticare di comunicare al medico le allergie. “Bisogna sempre informare il medico di eventuali allergie (non solo farmacologiche) e soprattutto di reazioni allergiche insorte a seguito dell’assunzione di un farmaco in particolare- ricorda il professor Sesti -. Anche una terapia ‘sicura’ può avere effetti disastrosi su un paziente allergico ad un determinato principio farmacologico”. Quando l’inganno è nel nome o nel colore del farmaco. Un errore abbastanza comune è quello di prendere un farmaco al posto di uno con un nome simile o con una formulazione simile (ad esempio compresse rosa, forma a losanga, ecc.). L’ideale sarebbe prendere sempre il farmaco dalla scatola sulla quale scrivere a cosa serve (ad esempio ‘per la pressione’, ‘per dormire’, ‘diuretico’, ‘per il diabete’, ecc.). Molti anziani in politerapia sono abituati a mettere i farmaci in un portapillole con scomparti divisi per giorno e orario della giornata (mattina, pomeriggio, sera); in questo caso bisogna fare attenzione che il contenitore non si rovesci, mischiando il contenuto di orari o giorni diversi”. Il microbiota intestinale ‘partecipa’ alla terapia. Un recente studio pubblicato su ‘Nature’ ha individuato 70 possibili interazioni tra batteri intestinali e i farmaci; il problema è di così vasta portata da aver fatto coniare il termine ‘farmaco-microbiomica’. “Gli antibiotici o la terapia cronica con inibitori di pompa protonica (PPI, farmaci gastro-protettori, che spesso tra l’altro non è necessario assumere per lunghi periodi) ad esempio – spiega il professor Sesti – modificano il microbiota intestinale e questo può avere a sua volta un impatto sull’efficacia di alcuni farmaci come i contraccettivi orali (terapia estro-progestinica) o la terapia anticoagulante orale (warfarin). Le terapie che alterano il microbiota intestinale possono insomma interferire con l’attivazione di altri farmaci, riducendone o aumentandone la biodisponibilità. In caso di assunzione di antibiotici o di sospensione di terapie croniche (PPI, statine, ecc.) bisogna sempre verificare con il proprio medico se questo può avere ricadute su altre terapie in corso”. Seguire sempre la prescrizione del medico/specialista e chiedere spiegazioni se poco chiara. “La soluzione è quella di non aver paura di chiedere spiegazioni – afferma il professor Sesti – non si dovrebbe mai uscire dallo studio del medico, senza avere le idee chiare rispetto alla prescrizione di una nuova terapia. Se il dubbio insorge una volta tornati a casa, è bene contattare il medico per email per avere chiarimenti”. Rispettare gli orari di assunzione dei farmaci. “Molte terapie – ricorda il professore – vanno prese a digiuno (è il caso ad esempio degli ormoni tiroidei) o comunque lontano dai pasti (cioè due ore dopo o un’ora prima del pasto) come nel caso di alcuni antibiotici (es. macrolidi). Al contrario, i FANS (ibuprofene, naprossene, ketoprofene, ecc.) vanno assunti a stomaco pieno perché gastro-lesivi. Alcuni farmaci vengono prescritti due o tre volte al giorno perché la loro durata d’azione copre solo 8 o 12 ore e dunque, per non rimanere scoperti è bene rispettare l’orario di prescrizione. È necessario insomma rispettare sempre orari e dosaggi e se si salta una dose, mai prenderla doppia il giorno successivo nel tentativo di ‘recuperare’. Per aiutare la memoria, si può ricorrere alle sveglie sul telefonino”. Non assumere mai i farmaci con latte, pompelmo o con bevande alcoliche. “I farmaci vanno assunti sempre con un abbondante bicchiere d’acqua. Mai con il latte o gli agrumi (o peggio con bevande alcoliche) – spiega Sesti – perché questo può ridurne o aumentarne l’assorbimento”. Non assumere mai un antibiotico senza prescrizione del medico. Molti, alle prime linee di febbre, ricorrono al ‘fai-da-te’ attingendo a precedenti terapie antibiotiche avanzate e conservate nell’armadietto dei medicinali. “È un errore – sottolinea il professor Sesti – perché non tutti i mal di gola, sinusiti, bronchiti o cistiti necessitano di una terapia antibiotica e comunque l’antibiotico che troviamo in casa potrebbe non essere efficace su quel germe e semmai contribuire al fenomeno dell’antibiotico-resistenza”. Non ridurre, né aumentare autonomamente la dose dei farmaci. “Nel primo caso il dosaggio del farmaco potrebbe non essere efficace – spiega Sesti – nel secondo si rischia di incorrere nei suoi effetti indesiderati o in problemi di sovradosaggio. Il take home message anche in questo caso è di verificare sempre con il medico se è il caso di ‘ritoccare’ la posologia del farmaco (ad esempio se la pressione arteriosa aumenta con il freddo o scende durante l’estate), senza modificarlo autonomamente. Il corretto dosaggio di alcuni farmaci inoltre varia anche in base alla funzionalità dei reni, quindi soprattutto in presenza di insufficienza renale, è bene attenersi alle prescrizioni degli addetti ai lavori. Non interrompere mai le terapie prescritte per una condizione cronica (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, BPCO, ecc). Alcuni pazienti interrompono la cura quando finiscono le compresse contenute nella scatola, altri perché ritengono di star meglio (‘la pressione è tornata normale’). “Ma il diabete, come la pressione alta o l’ipercolesterolemia – spiega il professore – necessitano di un trattamento cronico, anche vita natural durante. Le patologie croniche non si comportano come una polmonite che guarisce dopo una settimana di terapia antibiotica e anche se la colesterolemia o la glicemia sono rientrati nella norma nelle analisi del sangue, non bisogna sospendere una statina o un farmaco anti-diabete perché si tornerà rapidamente al punto di partenza”.

Depressione, metodo matematico potrebbe predire probabilità guarigione

Depressione, metodo matematico potrebbe predire probabilità guarigioneRoma, 15 gen. (askanews) – È possibile utilizzare un metodo matematico, basato sull’interconnessione dei sintomi, per predire la probabilità di guarigione dalla depressione maggiore. Lo afferma uno studio dell’Iss pubblicato oggi dalla rivista Nature Mental Health. La ricerca ha sviluppato un metodo per misurare la cosiddetta plasticità, cioè la capacità di modificare l’attività del cervello e il comportamento, fondamentale per passare dalla psicopatologia al benessere mentale. “A tale scopo – spiega Igor Branchi, del Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha coordinato lo studio -, abbiamo impiegato una tecnica matematica nota come network analysis. L’obiettivo era dimostrare come la plasticità possa essere misurata matematicamente valutando la forza della connettività nella rete dei sintomi, ossia la frequenza con cui i sintomi della depressione si modificano assieme. Maggiore è la sincronia delle variazioni di diversi sintomi, più alta è la coerenza (connettività) del sistema e minore è la sua plasticità: in questo lavoro si dimostra come configurazioni più connesse siano più difficili da modificare rispetto a configurazioni in cui i legami tra sintomi sono meno forti”. Per verificare il metodo, i ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da uno degli studi più rilevanti sulle strategie di trattamento della depressione, noto come STAR*D e fornito dal National Institute of Mental Health degli Stati Uniti, analizzando la traiettoria di miglioramento di oltre 4000 individui depressi. “L’analisi – continua Branchi – ha confermato come il nostro approccio matematico sia in grado di misurare la capacità dei pazienti di modificare il proprio stato depressivo. In particolare, abbiamo dimostrato come la forza della connettività dei sintomi, misurata all’inizio dello studio, fosse più debole nei pazienti che avrebbero successivamente mostrato una maggiore plasticità, presentando un miglioramento significativo (responders), rispetto a quelli che avrebbero invece mostrato un miglioramento meno sensibile (non-responders). Inoltre, abbiamo evidenziato una correlazione altamente significativa tra la connettività dei sintomi e sia il miglioramento dello stato depressivo sia la predisposizione a cambiare umore in base alla qualità percepita della vita”. Questo metodo, sottolineano gli autori, permette di stimare la probabilità di cambiamento ma non consente di prevedere con certezza lo stato futuro di salute dell’individuo che dipende da una moltitudine di fattori. “In conclusione – spiega Branchi -, questa operazionalizzazione, ovvero lo sviluppo di una misura di un concetto astratto come la plasticità, fornisce uno strumento matematico utile per predire la resilienza, la vulnerabilità e il recupero, aprendo la strada a nuovi approcci nella prevenzione e nel trattamento del disturbo depressivo maggiore e, più in generale, dei disturbi psichiatrici”.

Raccomandazione esperti: da prossimo anno vaccini contro virus respiratori

Raccomandazione esperti: da prossimo anno vaccini contro virus respiratoriRoma, 15 gen. (askanews) – “In un momento di particolare diffusione delle sindromi influenzali – di cui si vede in questi giorni tutta l’importanza e impatto sulla salute della nostra popolazione – il Board del Calendario per la Vita ha ritenuto importante sottolineare il rilievo, oltre ai tradizionali vaccini contro influenza, COVID, pneumococco e pertosse, di nuovi strumenti di prevenzione finora non disponibili, rappresentati dai vaccini contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS o RSV)”. Il Board del Calendario per la Vita auspica in un documento diffuso oggi che “il Ministero della Salute si faccia parte attiva con il Governo affinché siano individuate le risorse necessarie alle Regioni per garantire l’offerta attiva di questa nuova fondamentale possibilità di prevenzione per la prossima stagione invernale 2024/2025”. “Questo virus, noto come causa di bronchioliti nei bambini piccoli – si legge – è anche molto rilevante per la salute degli anziani e degli adulti con malattie croniche, in cui determina spesso complicanze importanti quali polmoniti e bronchiti, ospedalizzazioni e morti. Si ricorda come nell’inverno dell’anno scorso (2022-2023) in Italia l’RSV abbia rappresentato nella popolazione ultrasessantacinquenne oltre il 21% delle sindromi respiratorie acute, contro il 38% del virus dell’influenza, il 21% di SARS-COV2 ed il 20% di tutti gli altri virus respiratori (dati RespiVirNet)”.

“I nuovi vaccini hanno dimostrato elevata efficacia contro le malattia da RSV, oltre l’80% nella prima stagione invernale, dopo la vaccinazione, sono sicuri, e proteggono anche nella seconda stagione fredda successiva alla singola dose – afferma Paolo Bonanni, Coordinatore scientifico del Board del Calendario per la Vita – . Sulla base delle evidenze scientifiche, che abbiamo riportato nel nostro documento, raccomandiamo, dalla prossima stagione autunnale, l’utilizzo dei nuovi vaccini RSV nella popolazione dai 75 anni in su e negli ultra-sessantenni affetti da malattie croniche, che rendono l’infezione ancora più pericolosa per la salute”. “Auspichiamo – conclude il Prof. Bonanni – che il Ministero della Salute si faccia parte attiva con il Governo affinché siano individuate le risorse necessarie alle Regioni per garantire l’offerta attiva di questa nuova fondamentale possibilità di prevenzione per la prossima stagione invernale 2024/2025”.

Il Board del Calendario per la Vita è costituito da: Società Italiana Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). Società Italiana di Pediatria (SIP). Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) .

Wellness, a Monticello Spa da gennaio la remise en forme

Wellness, a Monticello Spa da gennaio la remise en formeRoma, 14 gen. (askanews) – L’inizio del nuovo anno porta con sé una tradizione carica di speranza e ottimismo. Monticello SPA, uno dei punti di riferimento per il wellness in Lombardia, è il luogo ideale dove regalarsi del tempo di qualità, da dedicare a se stessi e al proprio benessere, inaugurando un percorso di purificazione e rinnovamento interiore, per liberarsi dallo stress post natalizio e cominciare il 2024 con la giusta energia.

Gennaio è il mese della rinascita per eccellenza e per depurarsi dopo le vacanze di Natale Monticello SPA consiglia la cerimonia di benessere che più la rappresenta: l’Aufguss. Questo rituale dona molti benefici all’organismo in termini di depurazione, purificazione della pelle, smaltimento di acido lattico e rilassamento della muscolatura. Gli oli essenziali utilizzati durante la cerimonia favoriscono l’eliminazione dello stress, il benessere generale e il sonno, mentre le alte temperature, accompagnate da una sapiente ventilazione, aiutano la vasodilatazione e la circolazione rinforzando il sistema immunitario. Per il mese di gennaio sono stati organizzati appuntamenti speciali Aufguss Night, grazie ai quali sarà possibile scoprire tutti i benefici di questo magico rituale: – 19 gennaio Aufguss Night ELEMENTS, i 4 elementi acqua, aria, terra e fuoco, si alternano in un susseguirsi di emozioni e suggestioni in sauna; – 26 gennaio Aufguss Night AROUND THE WORLD, un viaggio intorno mondo per scoprire le diverse culture di benessere Per una remise en forme completa e rigenerante, Monticello SPA consiglia di abbinare al percorso SPA il Rituale Rimodellante, un trattamento per prevenire, ridurre e contrastare efficacemente gli inestetismi della cellulite, proposto ad un prezzo speciale promozionale per il mese di gennaio. Il trattamento inizia con un bagno di vapore con oli essenziali per ossigenare i tessuti e purificare la pelle; prosegue poi con l’applicazione di un fango ai Sali del Mar Morto, estremamente efficace per contrastare adipe e ritenzione e si conclude con un massaggio drenante e rassodante, realizzato con una sinergia di oli essenziali naturali che favoriscono, uniti alla sapiente manualità dei nostri operatori, il drenaggio e l’eliminazione delle tossine.

Con il nuovo anno tornano le offerte fitness per la palestra di Monticello SPA: più di 1.000 mq attrezzati con le migliori tecnologie per l’allenamento firmate Technogym, due sale corsi e ampie vetrate panoramiche. Oltre a un ricco planning di lezioni basati sulle più moderne tecniche di allenamento, che va dai corsi olistici ai funzionali fino ai corsi di tonificazione, a Monticello SPA&FIT è presente uno staff altamente qualificato per aiutare a raggiungere, con programmi personalizzati, i propri obiettivi.

Wellness, il programma detox di Terme di Chianciano

Wellness, il programma detox di Terme di ChiancianoRoma, 13 gen. (askanews) – Come da tradizione, salutato l’anno passato, è giunto il momento di pensare ai buoni propositi: lasciarsi alle spalle gli eccessi delle festività, per ritrovare leggerezza e vitalità, regalandosi tempo e benessere per se stessi. Nel silenzio e nella pace delle colline toscane, tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, sorgono le Terme di Chianciano, oasi dedicata al wellness dove il tempo pare fermarsi e dove il benessere non è solo fisico, ma anche mentale e spirituale.

È risaputo che gennaio è il mese della rinascita e Terme di Chianciano sono il luogo ideale per intraprendere un viaggio di rinnovamento, seguendo programmi di purificazione che combinano la saggezza della natura con le più moderne tecniche di benessere. La Remise en Forme di Terme di Chianciano segue il “Ritmo dell’Acqua”: infatti il primo rimedio naturale per riequilibrare il proprio organismo è la cura idropinica del Parco dell’Acquasanta. L’acqua termale di Chianciano, ricca di elementi come il calcio, il magnesio, il bicarbonato e il solfato, aiuta a stimolare la digestione, a regolare la funzionalità intestinale e a depurare il fegato. Ogni percorso di cura idropinica viene studiato su misura dagli esperti della struttura, valutando lo stato di salute e le specifiche necessità. Associata alla cura idropinica, la fangoterapia permette di prendersi cura del fegato e del sistema digestivo. I benefici della cura idropinica si estendono ben oltre il periodo del trattamento: gli ospiti sono incoraggiati a integrare le pratiche apprese durante il soggiorno nelle loro routine quotidiane, promuovendo così uno stile di vita sano che mantiene l’organismo pulito e vigoroso.

All’interno del complesso termale di Chianciano, il Percorso Depurativo delle Terme Sensoriali rappresenta un’esperienza unica che combina antiche tradizioni e innovazione per un benessere completo. Questo percorso è stato studiato per guidare il corpo e la mente attraverso una serie di tappe che favoriscono il drenaggio e l’eliminazione delle tossine. L’esperienza inizia con un viaggio sensoriale, dove ogni elemento è pensato per risvegliare e purificare: dalla camminata nel fiume, che stimola la circolazione periferica, al relax nelle vasche idromassaggio e saline. I ritmi lenti, aiutano il corpo a riprendere il proprio equilibrio. Dopo un breve riposo è il turno delle sensazioni di calore: con la doccia calda ci si prepara al bagno turco, una tradizione antica che aiuta a far respirare la pelle prima della nebbia fredda. Il percorso prosegue poi con l’aromaterapia, con il risveglio dei sensi e con il trattamento con l’argilla depurativa. Calidarium e doccia calda segnano il passaggio alla cromoterapia, ispirata alle cure ayurvediche. Il percorso si conclude con spazi dedicati al relax e alla meditazione, dove è possibile riflettere e assorbire i benefici dell’esperienza appena vissuta e gustare le tisane depurative. Per permettere al corpo di assimilare i trattamenti e di lasciare che la mente raggiunga uno stato di serenità completa, è più che consigliata l’immersione nelle calde acque della sorgente Sillene, che alimenta le Piscine Termali Theia: queste sono un vero elisir di giovinezza, una fonte di salute e bellezza, con proprietà terapeutiche che favoriscono il drenaggio e la purificazione dell’organismo.

Ricche di minerali come bicarbonato, solfato e calcio, le acque delle Piscine Termali Theia hanno un’azione benefica su tutto il corpo: aiutano a ristabilire l’equilibrio idro-salino, migliorano la circolazione sanguigna e linfatica e hanno un effetto detossinante che contribuisce a ridurre lo stress ossidativo, uno dei principali responsabili dell’invecchiamento cellulare. Oltre ai benefici per la salute, i bagni in acqua termale Sillene sono anche un rituale di bellezza: l’acqua termale, con la sua ricchezza di minerali, ha un effetto tonificante e idratante sulla pelle, lasciandola morbida, luminosa e visibilmente ringiovanita.

Influenza, Iss: superato picco, incidenza cala ma resterà alta

Influenza, Iss: superato picco, incidenza cala ma resterà altaRoma, 12 gen. (askanews) – In netto calo, ma sempre nella fascia di intensità alta, il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia. Nella prima settimana del 2024, infatti, l’incidenza è scesa a 16,5 casi per mille assistiti, mentre nella settimana precedente si era raggiunto il picco con 18,3 (dato aggiornato rispetto a quello diffuso la scorsa settimana a seguito dei ritardi di notifica). Scende anche la proporzione dei campioni positivi ad influenza sul totale dei campioni analizzati (34% vs 46%). Lo affermano i bollettini della sorveglianza RespiVirNet pubblicati oggi. “Sia i dati epidemiologici che microbiologici sembrano indicare che stiamo superando il picco, anche se è fortemente probabile una circolazione sostenuta anche nelle prossime settimane, facilitata dalla riapertura delle scuole – commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -. Continuiamo a raccomandare pertanto le vaccinazioni per le persone più a rischio, ancora utili in vista della ‘coda’ della stagione che durerà ancora diverse settimane, e una sana prudenza nei comportamenti. Resta valida la raccomandazione di non assumere antibiotici, inutili in caso di infezioni virali, se non su indicazione del proprio medico, e di recarsi al pronto soccorso solo se strettamente necessario”. Ecco i dati principali. Sorveglianza epidemiologica: Raggiunto il picco di incidenza di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia nell’ultima settimana del 2023 con un valore di 18,3 casi per mille assistiti. Nella prima settimana del 2024 si osserva, infatti, un netto calo dell’incidenza che è pari a 16,5 casi per mille assistiti (18,3 nella settimana precedente). Si sottolinea che a tale aumento concorrono diversi virus respiratori sebbene predominino quelli dell’influenza (maggiori dettagli nel Rapporto Virologico 2024-01). L’incidenza è in netta diminuzione nelle fasce di età pediatriche e maggiormente nei bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 33,6 casi per mille assistiti (47,2 nella settimana precedente), stabile negli adulti e anziani. Tutte le Regioni/PPAA, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale. Scendono a due le Regioni/PPAA in cui è stata raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza (Abruzzo, Sardegna). “Anche se è sempre difficile fare previsioni sull’andamento della stagione, un calo così netto fa pensare che il picco sia stato raggiunto – afferma Antonino Bella, responsabile della sorveglianza epidemiologica RespiVirNet e curatore del bollettino epidemiologico -. Sono comunque possibili oscillazioni ‘al rialzo’, soprattutto nei bambini, favorite dalla riapertura delle scuole”. Sorveglianza virologica. Durante la settimana 01/2024, la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari al 34% Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano largamente prevalenti (99%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09. Tra i campioni risultati positivi dall’inizio della stagione, il 19% è positivo per SARS-CoV-2, il 12% per RSV, il 44% per influenza A, mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori. “I dati virologici confermano che i virus influenzali prevalgono tra quelli respiratori circolanti – afferma Simona Puzelli, responsabile della sorveglianza virologica RespiVirNet e curatrice del report virologico -. In particolare, tra i virus influenzali di tipo A il sottotipo prevalente è H1N1pdm09, che rappresenta il 77,7% di tutti i virus influenzali identificati finora nella stagione 2023-2024”.

Fruttosio può “addolcire” tumore: studio Shangai su Cell Metabolism

Fruttosio può “addolcire” tumore: studio Shangai su Cell MetabolismRoma, 11 gen. (askanews) – Dopo la carne, è tempo di riconsiderare anche il ruolo dello zucchero nella lotta al cancro. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dello Shanghai Chest Hospital e dell’Università Jiao Tong di Shanghai ha rivelato che il fruttosio – uno zucchero semplice, contenuto naturalmente nella frutta, nel miele e, in forma di additivo, in alcuni alimenti dolci – può essere un alleato prezioso del nostro sistema immunitario nel contrastare il tumore. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism e commentati in un editoriale riportato su Nature Immunology. “Che il fruttosio sia associato alla crescita di alcuni tumori, come quelli intestinali, e delle mestastasi lo sapevamo da tempo – commenta Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e oncologo al Pascale di Napoli -. Quello che fino ad oggi risultava ancora poco chiaro è il suo impatto sulla risposta immunitaria anti-tumorale. Il nuovo studio colma in parte questa lacuna e mostra che una dieta ricca di fruttosio è in grado di rafforzare la risposta immunitaria contro il cancro, controllandone la crescita. Il fruttosio alimentare dunque promuove l’immunità antitumorale delle cellule”.

Nello studio i ricercatori hanno nutrito un gruppo di topolini con melanoma con una dieta ricca di fruttosio e un altro con una dieta normale. Ebbene, dopo già due settimane i topi alimentati con una dieta ad alto contenuto di fruttosio hanno registrato una significativa riduzione della crescita tumorale e della letalità indotta dal tumore, rispetto a quelli del gruppo di controllo. Anche uno studio precedente condotto su topi con carcinoma polmonare ha dimostrato che nutrire gli animali con una dieta ad alto contenuto di fruttosio ha ridotto le dimensioni del tumore e aumentato la sopravvivenza. “Nel nuovo studio i ricercatori cinesi hanno osservato che il fruttosio alimentare aumenta la risposta immunitaria dei linfociti T denominati CD8+, che hanno la funzione di identificare e uccidere le tumorali, controllando così la progressione della malattia – sottolinea Ascierto -. In particolare, il consumo di fruttosio ha innescato la produzione di leptina, l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello la sensazione di sazietà, sia nel sangue che nel tessuto tumorale. L’aumento della leptina è associato all’incremento dell’attività dei linfociti T antitumorali, potenziandone così la risposta immunitaria contro il cancro”. Inoltre, i ricercatori hanno anche rilevato che i livelli più elevati di leptina nel plasma sono correlati con l’aumentata attività delle cellule T antitumorali nei pazienti con cancro ai polmoni. “Ma attenzione: lo studio non indica che fare incetta di zuccheri aiuti automaticamente a contrastare il tumore – conclude Ascierto -. Piuttosto i risultati suggeriscono che, come per la carne che contiene un ingrediente chiave (TVA) in grado di potenziare l’immunoterapia, anche per lo zucchero, in particolare per il fruttosio, potrebbe non essere tutto bianco o nero. Sono dunque necessari ulteriori studi che ci aiutino a comprendere se e come possiamo sfruttare il fruttosio per rafforzare l’azione del nostro sistema immunitario contro il cancro”.

Fiaso: per messa in sicurezza antincendio ospedali servono 7 miliardi

Fiaso: per messa in sicurezza antincendio ospedali servono 7 miliardiRoma, 11 gen. (askanews) – Servono 7 miliardi per la messa in sicurezza antincendio degli ospedali. È la conclusione dell’indagine promossa dalla Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, tra le associate per verificare lo stato di applicazione e il fabbisogno finanziario per l’applicazione della normativa anti incendio prevista dal D.M. 19/03/2015. I dati sono stati raccolti a dicembre del 2023 su un campione del 19% dei presidi ospedalieri e del 12% delle strutture sanitarie che erogano prestazioni ambulatoriali, riabilitative e di diagnostica, aderenti alla Fiaso. La normativa antincendio del 2015, che era andata a sostituire la regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private del settembre 2002, poneva la scadenza di un anno per la presentazione di piani di progetto che prevedessero la conformità di impianti elettrici e sistemi di gestione della sicurezza di tutti i plessi delle aziende sanitarie e ospedaliere. L’indagine Fiaso rileva che il 70% delle aziende sanitarie aveva formalizzato, come previsto, entro il 2016 il piano con il progetto di adeguamento e il relativo quadro economico. Nel 2020 con la pandemia le aziende sanitarie hanno concentrato sulla lotta al covid tutti gli sforzi, per questo motivo sono arrivate una serie di proroghe alle scadenze previste dalla normativa antincendio che ha spostato il termine finale per gli adeguamenti al 2028. “Il vero nodo però è l’accesso alle risorse – spiega il presidente Fiaso, Giovanni Migliore – il 90% dei piani presentati è tuttora privo della necessaria copertura finanziaria per il completamento della messa in sicurezza delle strutture sanitarie e alcuni quadri economici richiederanno sicuramente un adeguamento dei prezzi previsti ormai anni fa”. La Fiaso ha calcolato, sulla base dei piani esistenti, che la richiesta media per il completamento della messa in sicurezza di un ospedale è di circa 36 milioni di euro, mentre per un plesso territoriale sono necessari circa 6 milioni di euro. Complessivamente, considerando tutte le strutture delle aziende sanitarie a servizio della salute pubblica, la dotazione finanziaria richiesta sarebbe di circa 7 miliardi di euro. Secondo la ricognizione fatta in Commissione Affari sociali, sanità del Senato, sarebbero circa 10,5 miliardi le risorse già stanziate e non utilizzate per la realizzazione del programma pluriennale di interventi finalizzati alla ristrutturazione edilizia e all’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, di cui all’articolo 20, comma 1, della legge 11 marzo 1988, n. 67. E questa mattina è in approvazione proprio in Commissione al Senato, a prima firma del senatore Francesco Zaffini, una risoluzione per la realizzazione di piano straordinario. “Ribadiamo il nostro sostegno alla formulazione di un nuovo piano straordinario e urgente per la messa in sicurezza del patrimonio sanitario pubblico – conclude il presidente Fiaso Migliore – È indispensabile però semplificare le regole per l’accesso a questi fondi e formulare un nuovo calendario per l’adeguamento alla normativa antincendio con tempi e risorse certe. Come preannunciato ieri, siamo come aziende sanitarie pronti a fare la nostra parte”.