Schillaci: investire in operatori sanitari e per liste d’attesaMilano, 24 ott. (askanews) – “Credo che sia importante investire in due campo: il primo sono gli operatori sanitari, che durante il Covid hanno dimostrato grande dedizione al loro, e bisogna fare sì che entrino nel SSN devono e si sentano gratificati. essere valorizzati e remunerati meglio. L’altro punto importante va nella direzione dei cittadini: noi dobbiamo rimettere i cittadini al centro del progetto della sanità pubblica”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervistato a Unomattina su Rai1, e per realizzare questo secondo obiettivo il primo punto è combattere le lunghe liste d’attesa, che il ministro definisce “un problema inaccettabile”.
“Abbiamo stanziato 520 milioni per ridurre le liste di attesa – ha aggiunto Schillaci -; oggi bisogna fare sì che gi operatori sanitari si dedichino soprattutto a questo. Per ridurle servono più medici, più assunzioni, migliori retribuzioni per i medico del Servizio Sanitario nazionale. E poi ci sono troppi esami che vengono prescritti, che non sono essenziali”. Schillaci ha parlato anche del numero dei medici: “Questa carenza oggi è il risultato di una errata programmazione negli anni passati, oggi abbiamo aumentato il numero dei posti in università. Ma noi vogliamo anche che i medici che hanno lasciato il SSN possano tornare, perché vogliamo rilanciare il servizio pubblico. In manovra c’è un forte impegno per il rinnovo dei contratti di tutte le professioni sanitarie”.
Schillaci ha infine ribadito l’importanza di potenziare la medicina territoriale, anche nell’ottica di decongestionare i pronto soccorso.
Vitiligine, fa tappa a Milano il tour di sensibilizzazioneRoma, 23 ott. (askanews) – Molto visibile, a causa delle caratteristiche macchie bianche, ma poco conosciuta. La vitiligine è una malattia di cui si parla poco ed è spesso scambiata per un problema esclusivamente estetico. Al contrario si tratta di una patologia autoimmune e cronica che colpisce tra lo 0,5% e il 2% della popolazione mondiale e che ha un forte impatto dal punto di vista sociale, psicologico ed emotivo. Per favorire una migliore comprensione di questa malattia e promuovere una conoscenza che possa abbattere i pregiudizi che ancora circondano i pazienti, è iniziato il Vitilive Walking Tour: 4 tappe in altrettante città italiane per fare informazione, supportare i pazienti, grazie ai consulti informativi dermatologici gratuiti, e promuovere il benessere con una passeggiata ludica di 3-5 chilometri. Dopo il via a Napoli del 15 ottobre, domenica 29 ottobre è la volta di Milano con appuntamento dalle ore 10 all’Arco della Pace e passeggiata in programma all’interno di Parco Sempione. Un evento, quello del capoluogo lombardo, organizzato in collaborazione con Promos e Opes Lombardia. Poi terza tappa sarà Torino il 26 novembre per concludere a Roma il 3 dicembre. Il Vitilive Walking Tour è organizzato in collaborazione e con il patrocinio di SIDeMaST, ADOI, con il patrocinio di Associazione Nazionale gli “Amici per la Pelle” ONLUS (ANAP), e con il contributo non condizionante di Incyte. “La vitiligine è una malattia che si manifesta attraverso macchie di colore bianco che sono conseguenza della perdita dei melanociti cutanei. Per le sue caratteristiche, viene spesso limitata alla sola sfera estetica, quando in realtà è una patologia cronica autoimmune e, in quanto tale, spesso è associata ad altre problematiche di questa natura, come le malattie tiroidee, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il diabete mellito e l’alopecia areata”, spiega Giuseppe Argenziano Presidente SIDeMaST. Importante quindi la presa di coscienza dell’impatto che la vitiligine può avere sulla qualità di vita dei pazienti, molti dei quali sperimentano ansia e depressione, come sottolinea Ugo Viora, Presidente ANAP: “La vitiligine impatta significativamente la sfera psicologica e sociale dei pazienti che ne sono affetti, in particolare nella fascia di popolazione più giovane. Secondo una recente ricerca realizzata dalla società di consulenza Kearney, nei pazienti con vitiligine ansia e depressione risultano rispettivamente il 72% e il 32% più diffuse rispetto al resto della popolazione e il ricorso a percorsi di terapia è 20 volte più frequente tra questi pazienti” . Per promuovere una maggiore informazione anche su questo aspetto della patologia, ogni tappa del tour sarà raccontata attraverso foto, video e testimonianze di chi convive con la vitiligine, a partire da Luca Marin, ex campione olimpionico di nuoto, ambassador del tour.
Tumori rari: Policlinico Gemelli verso creazione Centro SarcomiRoma, 22 ott. (askanews) – Fondazione Policlinico Gemelli, attraverso l’attività del Comprehensive Cancer Center, è al primo posto in Italia per volumi di neoplasie trattate. Nel 2022 sono stati infatti ricoverati oltre 18 mila pazienti oncologici, 16.146 dei quali sottoposti ad intervento chirurgico. Tra questi, anche alcuni affetti da patologie rare, quali i sarcomi dei tessuti molli, patologie che interessano circa l’1% della popolazione italiana adulta. Ogni anno, presso la FPG vengono assistiti circa 250 pazienti affetti da questo particolare gruppo di neoplasie per essere sottoposti ad intervento chirurgico, radio-chemioterapia o follow-up. Di particolare importanza è l’attività di FPG sui sarcomi retroperitoneali, ai quali è dedicata un’unità specifica, la UOC di Chirurgia del Peritoneo e Retroperitoneo, diretta da Fabio Pacelli, Associato di Chirurgia Generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma.
“La chiave del successo del trattamento dei pazienti con sarcoma dei tessuti molli – afferma il professor Pacelli – è il team multidisciplinare, che raggruppa diverse competenze (chirurgo, oncologo, anatomopatologo, radiologo, radioterapista) in un tumor board, dove si defiscono le strategie di gestione migliori, dalla diagnosi precoce, alla chirurgia, al follow-up ambulatoriale. Il tumor board del Peritoneo e dei Sarcomi ha valutato lo scorso anno oltre 500 pazienti”. L’evoluzione naturale di queste attività è la creazione di un Centro Sarcomi, in progetto presso FPG, per concentrare i trattamenti di questi tumori rari in un unico centro di riferimento. “Questo – spiega Pacelli – rappresenterebbe infatti un’eccezionale opportunità per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare i risultati, attraverso l’integrazione di più competenze. Un’altra ricaduta di questo progetto è l’ulteriore impulso alla ricerca clinica e sperimentale in questo campo”. Strettamente connesso a questo progetto è l’aspetto organizzativo, declinato nella creazione di un percorso clinico assistenziale dedicato ai sarcomi e nella creazione di un ambulatorio dedicato nel quale convogliare i pazienti dallo sportello cancro.
“Il nostro obiettivo – afferma Sergio Alfieri, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Addominali e Endocrino-Metaboliche di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – è di arrivare a creare in tempi brevi un Centro Sarcomi dedicato all’integrazione delle varie competenze ed eccellenze già presenti presso il Policlinico Gemelli, per facilitare l’approccio multidisciplinare a queste patologie e mettere a terra un percorso clinico assistenziale, finalizzato al miglioramento dei risultati del loro trattamento che, attualmente, non ha altri centri di riferimento ad alto volume nel Centro-Sud Italia”.
Bambino Gesù: 220 minori accolti nel Centro Cure Palliative di PassoscuroRoma, 22 ott. (askanews) – Sono più di 200 i bambini e i ragazzi assistiti nel Centro di Cure Palliative Pediatriche di Passoscuro, vicino Roma: a meno di 2 anni dall’apertura, l’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù presenta i numeri della struttura che accoglie bambini e ragazzi con malattie gravi ad alta complessità assistenziale e le loro famiglie. Il Centro, inaugurato a marzo 2022, è il primo di questo tipo nella Regione Lazio e il più grande d’Italia in ambito pediatrico. Il presidente Onesti: «Grazie al contributo dei donatori che ci aiuteranno a rendere il Centro ancora più accogliente». Il Centro di Cure Palliative Pediatriche del Bambino Gesù è dedicato all’accoglienza di lattanti, bambini e adolescenti con malattie gravi, inguaribili, che richiedono un’assistenza di alta complessità e garantisce la presa in carico di tutto il nucleo familiare, dai genitori ai fratelli e sorelle. La struttura di Passoscuro «non va intesa solo come un hospice dove si accompagna il bambino nel periodo terminale della sua vita, ma soprattutto come luogo di cura e sollievo per pazienti e famiglie e di transizione dagli episodi acuti della malattia verso una fase di cronicità che può essere gestita in sicurezza anche a casa grazie a un’adeguata formazione dei genitori e al sostegno degli operatori sul territorio, delle ASL e del pediatra di famiglia. Dopo il periodo di assistenza nel Centro, infatti, circa il 90% dei pazienti è potuto tornare a casa con i propri familiari» chiarisce Michele Salata, responsabile del Centro. Ad oggi si stima che nella Regione Lazio siano circa 1.000 i minori che necessitano di cure palliative specialistiche, di III livello, ovvero di équipe esclusivamente dedicate a questo tipo di assistenza. A livello nazionale si stimano almeno 35.000 bambini con lo stesso bisogno, ma la presa in carico nei Centri di Cure Palliative dedicati avviene solo per il 18% di loro.
Da marzo 2022 a luglio 2023 il Centro di Passoscuro ha ospitato 220 bambini e ragazzi. L’età media dei pazienti è di 11 anni, il 56% maschi, il 44% femmine. Per oltre il 70% si tratta di bambini italiani, il resto di piccoli pazienti cittadini di 25 diversi Paesi d’Europa, Africa, Asia e Sud America. Dopo l’Italia, i Paesi più rappresentati sono l’Ucraina, la Romania e l’Albania. Il 60% dei pazienti ricoverati proviene dal Lazio, seguono la Campania (8,6%), l’Abruzzo (5,9%) e la Puglia (5,5%).
Stati generali malattie rare: mettere al centro il pazienteRoma, 20 ott. (askanews) – “Cambiare la sanità italiana in modo che possa essere sempre di più centrata sul paziente e sul miglioramento della qualità di vita”. Questa la mission condivisa agli Stati generali delle malattie rare, organizzati a Firenze da UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, nell’ambito del Forum Sistema Salute.
“Un evento unico in Italia, in cui i pazienti assumono un ruolo attivo nel confrontarsi con i temi che li riguardano, coinvolgendo tutti coloro che possono contribuire alla ricerca di soluzioni, inclusi le imprese del settore, le Regioni e altre istituzioni”, ha spiegato la Presidente di UNIAMO, Annalisa Scopinaro. Un percorso che è partito a luglio di quest’anno con “MonitoRare”, il rapporto che fa capire cosa succede nel mondo delle malattie rare, nella prosecuzione di quelli che sono i quattro filoni della federazione: percorso diagnostico, presa in carico olistica, ricerca e terapie. “Un grande successo – ha aggiunto Scopinaro – ma soprattutto una grande partecipazione anche della politica”. Ad intervenire il Sen. Orfeo Mazzella, la Sen. Elisa Pirro e l’On. Ilenia Malavasi, esprimendo concordanza sulle tematiche emerse, a testimonianza “della forte collaborazione che c’è stata tra UNIAMO e tutti gli stakeholder – ha sottolineato la presidente Scopinaro – oltre al fatto che si sia arrivati a definire, per quel che riguarda trattamenti e terapie, un sistema che è fortemente condiviso da tutti rispetto alle cose che andrebbero fatte, condividendo una serie di soluzioni a problemi comuni”. “Per la parte che riguarda la presa in carico e le cure palliative – ha proseguito – rappresentano un sommerso troppo spesso non detto. Una delle criticità più forti è la transizione età pediatrica età adulta. Per questo sulla parte delle cure palliative la Federazione ha sviluppato un documento che pubblicherà a breve. Dobbiamo affrontare la questione del data Health space a livello europeo sui diritti dei pazienti rispetto al trattamento dei dati anche per scopi secondari e, per quanto riguarda la diagnosi, va affrontato il problema dei LEA con alcune prestazioni che vanno inserite nel nomenclatore tariffario e nell’elenco. Senza dimenticare – ha concluso – gli screening genetici fatti da dove c’è un sospetto diagnostico che possono arrivare abbastanza velocemente a una conclusione del percorso diagnostico”.
Nella seconda parte della giornata per gli Stati Generali delle malattie rare sono stati resi noti i vincitori del 3° Rare diseases award.
Tumore seno, all’ospedale Isola Tiberina una mostra sulla prevenzioneRoma, 20 ott. (askanews) – In occasione dell’ottobre rosa, il mese tradizionalmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno, l’Ospedale Isola Tiberina, in collaborazione con Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino, ha organizzato una mostra fotografica che vuole essere un’occasione per promuovere la consapevolezza sulla malattia che rimarrà aperta fino al 30 ottobre 2023. La mostra ritrae alcune donne, molte delle quali curate presso l’Ospedale Isola Tiberina, che hanno vinto il tumore al seno. Tra le foto spiccano alcuni volti noti che hanno voluto testimoniare con la loro esperienza la centralità della prevenzione e l’importanza delle cure per il superamento della malattia e un ritorno alla vita piena.
E’ il racconto di tante storie di donne che hanno vissuto la lotta al cancro come un percorso intimo. Ogni persona che affronta questa malattia ha una storia unica di coraggio, determinazione e resilienza. Questi racconti vogliono essere ispirazione per tutti. Per raggiungere gli obiettivi più ampi di sensibilizzazione, la mostra, dopo l’inaugurazione, verrà spostata e allestita nuovamente all’interno dell’Ospedale, in modo da consentirne la fruizione per pazienti e visitatori. “L’Ospedale Isola Tiberina dedica da sempre molta attenzione alle patologie femminili, proponendo iniziative e programmi di prevenzione che favoriscano stili di vita salutari nei vari contesti, partendo dall’ambiente scolastico fino ai luoghi di lavoro. – dichiara Daniele Piacentini, Amministratore Delegato dell’Ospedale Isola Tiberina – La centralità della persona e dei bisogni di cura sono il presupposto che hanno portato l’Ospedale alla programmazione dei percorsi assistenziali, pensati come contesti organizzativi per l’integrazione delle competenze disciplinari e professionali coinvolte nella diagnosi e nel trattamento di alcune condizioni cliniche”.
“La Mostra PINK PP Portraits è il racconto di una giornata di storie, di quelle che non dimentichi . È l’incontro con venti donne vestite di rosa, il colore della forza, della resilienza, del coraggio. Ma è anche l’omaggio all’unicità di queste persone, alla loro densa umanità che emerge dal monocromo degli abiti e dello sfondo. È il tesoro di un dialogo intimo, del regalo inestimabile che loro hanno fatto a me e non viceversa. Sono profondamente grato e riconoscente a tutti coloro hanno preso parte a questo progetto e che lo hanno reso possibile”, commenta Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo Valentino SPA. Il carcinoma mammario (CM) è il tumore più frequente nella donna e rappresenta il 25% di tutti i tumori. Costituisce la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso del 17% di tutti i decessi per causa oncologica. Si stima che in Italia ogni anno l’incidenza di CM sia di circa 48.000 nuovi casi, 80% dei quali in donne al di sopra dei 50 anni. Nel 2022 sono stati diagnosticati in Italia 55.700 nuovi casi di carcinomi della mammella. Non considerando i carcinomi cutanei, il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (30%) è un tumore mammario. Complessivamente in Italia vivono oltre 834.00 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, pari al 41% di tutte le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e pari al 23% di tutti i casi prevalenti (maschi e femmine). La Regione Lazio, registra oltre 4.600 nuovi casi ogni anno ed è al terzo posto tra le regioni italiane per numero di nuovi casi (dati rapporto AIOM-AIRTUM -2022). La UOC di Chirurgia Senologica dell’Ospedale Isola Tiberina rappresenta un’eccellenza nella cura del tumore della mammella ed è parte integrante della Breast Unit. Il nostro Centro di Senologia raccoglie le competenze di tutti gli specialisti coinvolti nel lavoro di diagnosi, cura e riabilitazione delle donne affette da questa patologia (chirurgo senologo, chirurgo plastico, patologo, radiologo, oncologo, radioterapista, ginecologo, psicologo, medico genetista, biologo, fisioterapista, case manager) e offre un percorso integrato capace di fornire terapie personalizzate conformi a linee guida costantemente aggiornate. In occasione di Ottobre Rosa sarà, inoltre, attivo presso la Breast Unit dell’Ospedale un open day tutti i venerdì del mese di ottobre dalle 8.00 alle 15.00 per tutte le donne e uomini con sintomi a carico della mammella. Dal mese di novembre, riprenderà lo Sportello Rosa il venerdì dalle 8.00 alle 11.30. Ulteriori informazioni saranno reperibili sul sito dell’Ospedale.
Ricerca: le foreste sono un toccasana per l’asma. E per l’ansiaRoma, 20 ott. (askanews) – La “terapia forestale”, oltre che avere effetti significativi sulla riduzione dei sintomi dell’ansia, può contribuire al miglioramento delle funzioni respiratorie di bambini e adolescenti affetti da asma e sottoposti alle terapie convenzionali. Lo dimostra una ricerca sperimentale realizzata presso il Lago di Misurina (Belluno) da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e del Club alpino italiano (Cai), assieme a Istituto Pio XII di Misurina, e alle Università di Parma, Ferrara e Verona.
Lo studio – informa il Cnr – ha individuato e isolato, attraverso l’analisi di dati ambientali e clinici raccolti nel corso dell’estate 2022, l’effetto dell’esposizione ai monoterpeni – componenti profumati degli oli essenziali diffusi dalle piante che sono molto presenti nelle foreste – sui parametri respiratori che normalmente si misurano per valutare le terapie tradizionalmente utilizzate contro l’asma. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Forests”. “I nostri studi dimostrano come gli esiti dei trattamenti dell’asma adolescenziale siano stati condizionati dalla quantità di monoterpeni inalati dai giovani pazienti, nel tempo trascorso nella foresta di conifere che attornia il lago di Misurina. Dopo la nostra scoperta sul ruolo terapeutico degli stessi monoterpeni sui sintomi di ansia, oggi abbiamo un quadro molto più chiaro e ampio sulle funzioni curative della foresta, sia per quanto riguarda la sfera psicologica che per quella fisiologica”, sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e membro del Comitato scientifico centrale del Cai.
Lo svolgimento della ricerca è stato articolato, poiché i ricercatori hanno dovuto incrociare i dati ambientali con quelli clinici raccolti su 42 pazienti. “Questa ricerca rappresenta il culmine di anni di lavoro: abbiamo dimostrato che l’aria forestale svolge un ruolo terapeutico ad ampio spettro, e questo offre la definitiva giustificazione scientifica all’adozione delle prescrizioni sanitarie cosiddette verdi. Si pensi che in Germania, Canada, Giappone e Corea del Sud, con molte meno evidenze scientifiche, sono state sviluppate reti di stazioni per la terapia forestale. E proprio in Germania, tra qualche mese, entreranno in funzione le prime stazioni dotate di personale medico e di psicologi”, afferma Federica Zabini del Cnr-Ibe, responsabile Cnr del progetto e supervisore della ricerca. “Abbiamo applicato metodi statistici avanzati, specifici della ricerca clinica, per confermare risultati che hanno stupito e che, oggi, ci permettono di disporre di criteri per individuare e qualificare stazioni di terapia forestale, e ottimizzare le funzioni dei centri di trattamento e riabilitazione dell’asma infantile e adolescenziale”, aggiunge Davide Donelli (Università di Parma/Azienda ospedaliero-universitaria di Parma).
Questi risultati – conclude il Cnr – potranno aprire la strada alla costituzione di nuovi centri in alta quota, immersi in foreste ricche di monoterpeni, anche nelle aree appenniniche.
IFO al Maker Faire Rome illustrano organoidi e brevetto contro biofilmRoma, 19 ott. (askanews) – Partecipano per la prima volta al Maker Faire Rome (20-22 ottobre) gli IFO Regina Elena e San Gallicano con due importanti temi di innovazione scientifica in ambito sanitario: gli “organoidi”, avatar in 3D per conoscere e curare i tumori, e il brevetto per la lotta contro una aggregazione complessa di microrganismi denominata Biofilm. I ricercatori sono i protagonisti di una staffetta ricca di contenuti per gli ospiti dello stand C3 del padiglione 6.
Oggi gli organoidi tumorali sono uno degli strumenti più promettenti per la ricerca oncologica. Si tratta di modelli sperimentali che vengono generati a partire dai tumori dei pazienti. Aggregati di cellule tumorali che assumono una conformazione tridimensionale in grado di auto-organizzarsi per mimare la struttura dell’organo di provenienza. Grazie alla generazione degli organoidi, è possibile: analizzare in modo dettagliato il tessuto tumorale, testare l’efficacia dei farmaci prima che vengano somministrati ai pazienti, e studiare la metastasi del cancro, la resistenza alla terapia e l’immunità. L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena è impegnato in progetti di ricerca sulla generazione e la caratterizzazione di organoidi da diversi tipi di tumori, tra cui il tumore al seno, al polmone, all’endometrio, alla vescica, alla testa-collo e i tumori epiteliali. La presenza degli IFO al Maker Faire Rome – chiarisce una nota – è per informare e favorire la cultura dell’eccellenza clinico scientifica, all’interno di un contesto di connessione virtuosa tra creativi, startup, aziende, studenti, università e istituti di ricerca. In quest’ottica viene presentato un altro grande tema d’innovazione, il brevetto dell’Istituto Dermatologico San Gallicano. Uno strumento che consente di indicare l’arma migliore per sconfiggere la fortezza dietro cui i microrganismi si proteggono: i biofilm. All’interno di queste robuste mura, i batteri vivono e si moltiplicano, e diventano incredibilmente resistenti agli antibiotici. I biofilm si formano sui dispositivi medici come cateteri, protesi e valvole cardiache causando infezioni tra le più complicate in medicina. Il brevetto rappresenta un test innovativo per valutare quali antibiotici sono più attivi contro i batteri produttori di biofilm, al fine di personalizzare le cure per ogni paziente.
All’interno dello stand IFO del Maker Faire questi temi sono divulgati in modo divertente e originale. Si parte da video animati e video interviste su organoidi e biofilm. Bambini, ragazzi e adulti vengono poi coinvolti dai ricercatori in quiz interattivi e didattici basati su elementi di forza della medicina moderna. La partecipazione al gioco consente di vincere carte da collezione “simil-Pokemon”. Le carte IFO con la stessa filosofia del Pokémon Trading Card Game illustrano i punti di forza, di debolezza, le abilità e la potenza di alcuni batteri, funghi, antibiotici e antimicotici. Il pubblico può anche divertirsi e scattare foto sui fondali interattivi dello stand.
Fragilità ossea: tra gli over 50, 1 donna su 3 è a rischio fratturaRoma, 20 ott. (askanews) – Nel nostro Paese le fratture da fragilità colpiscono 1 donna su tre e 1 uomo su cinque tra gli over 50enni e, sebbene siano più frequenti tra le persone anziane, si stima che il 20% delle fratture avvenga in età di prepensionamento, come attestano le recenti Linee Guida “Diagnosi, stratificazione del rischio e continuità assistenziale delle Fratture da Fragilità” dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con SIOT e altre Società scientifiche.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT ribadisce l’importanza della diagnosi precoce per il trattamento dell’osteoporosi e raccomanda visite specialistiche alle donne over 50 e agli uomini dai 65 anni in su per valutare lo stato della propria salute ossea e prevenire la comparsa di fratture. Come emerge nelle Linee Guida, è stato stimato che le fratture da fragilità siano responsabili di più di 9 milioni di fratture ogni anno in tutto il mondo. Nel 2017, sempre secondo i dati, sono state stimate a livello mondiale 2,7 milioni di nuove fratture da fragilità, equivalenti a 7.332 fratture al giorno, 305 all’ora. Nelle donne si è verificato quasi il doppio delle fratture (66%) e, in generale, le fratture del femore prossimale (collo del femore), delle vertebre e del polso/omero prossimale (spalla) hanno rappresentato rispettivamente il 19,6%, 15,5% e 17,9% di tutte le fratture.
“L’identificazione della fragilità scheletrica – spiega Alberto Momoli, Presidente SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Bortolo, Vicenza – è fondamentale per identificare il rischio di frattura del soggetto e applicare interventi terapeutici mirati e prevenire il peggioramento del quadro clinico. Per una valutazione del rischio di fragilità è fondamentale un’accurata anamnesi del paziente utile a identificare ulteriori fattori compromettenti la salute delle ossa: terapie farmacologiche o ulteriori patologie, possono compromettere la resistenza scheletrica peggiorando la fragilità dell’osso con inevitabile aumento del rischio di frattura”. Se la protezione della salute delle ossa inizia sin dall’infanzia con una corretta alimentazione, ricca di calcio e vitamina D e uno stile di vita attivo che comprenda un’adeguata attività fisica, le stesse indicazioni valgono anche da adulti: mantenere una buona densità ossea e prevenire il rischio di fratture soprattutto nell’età considerata più a rischio, in menopausa e post menopausa per le donne e senile per gli uomini. In tarda età un giusto movimento, uno sport aerobico leggero e un allenamento propriocettivo, insieme ad una corretta alimentazione possono intervenire a beneficio della perdita di forza muscolare, ridotta coordinazione dei movimenti e inevitabile rischio di caduta. In Italia, secondo le Linee Guida si stima che la prevalenza dei soggetti con osteoporosi ultra 50enni corrisponda al 23,1% nelle donne – il cui numero è aumentato del 14.3% dal 2010 al 2020 – e al 7,0% negli uomini. “Una corretta valutazione della fragilità ossea attraverso specifici esami del sangue e la mineralometria ossea computerizzata, MOC – prosegue Alberto Momoli – permette quindi di identificare precocemente i soggetti ad alto rischio di sviluppare esiti negativi, consentendo l’implementazione tempestiva di contromisure preventive/terapeutiche. Inoltre, ci sono diverse condizioni, come quelle infiammatorie o il trattamento con farmaci glucocorticoidi, che risultano essere molto importanti nella valutazione della fragilità ossea, in quanto riducono la forza ossea e aumentano il rischio di frattura. Riguardo al trattamento, esistono diverse opzioni terapeutiche efficaci che possono variare a seconda della gravità del caso, dei fattori di rischio e della presenza di altre patologie. È importante rivolgersi sempre a uno specialista, che saprà indicare il trattamento più adatto per ogni singolo individuo”.
Percezione stato salute, Iss: 75% adulti si sente ‘bene’ o ‘molto bene’Roma, 19 ott. (askanews) – La gran parte della popolazione adulta italiana (75 persone su 100) giudica il proprio stato di salute positivo dichiarando di sentirsi bene o molto bene. Lo affermano i risultati delle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento (PdA) aggiornati al 2021-2022. Una piccola percentuale (meno del 3%) riferisce di sentirsi male o molto male; la restante parte degli intervistati dichiara di sentirsi “discretamente”. Per quanto riguarda gli ultra 65enni, il 91% della popolazione anziana giudica complessivamente positivo il proprio stato di salute (“discreto” il 45%, “bene” o “molto bene” il 46%). Il restante 9% invece ne dà un giudizio negativo, riferendo che la propria salute “va male” o “molto male”.