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Sanità digitale, tecnologia dalla parte del medico: step per cominciare

Sanità digitale, tecnologia dalla parte del medico: step per cominciareRoma, 16 nov. (askanews) – La rivoluzione della sanità non è solo clinica. È multidimensionale: passa per differenti professionalità e differenti strumenti. In questo contesto, la digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale per amplificare la professione sanitaria, partendo dalla formazione.

Questo il messaggio lanciato dal convegno “Digital health 2023. La cardiologia del presente e del futuro”, tenutosi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani su iniziativa del senatore Antonio Guidi, in collaborazione con ANIC (Associazione Nazionale Innovazione Cardiovascolare), organizzato da DreamCom, e con il coordinamento scientifico del dottor Marco Rebecchi, presidente del direttivo della Regione Lazio dell’associazione italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC); dal professor Gabriele Palozzi, esperto presso l’Unità di missione per l’attuazione del Pnrr del ministero della Salute, già docente nella facoltà Economia dell’università Tor Vergata di Roma e dal professor Ermenegildo de Ruvo, responsabile di elettrofisiologia cardiaca al policlinico Casilino di Roma. L’evento ha costituito uno spazio di approfondimento sulle più recenti tecnologie – dalla telemedicina all’intelligenza artificiale – al fine di valutare la più efficace integrazione fra nuove tecnologie e sistema sanitario, soprattutto affrontando le questioni della privacy dei dati, della formazione degli operatori e dell’accessibilità tecnologica.

Il senatore Antonio Guidi ha dichiarato: “La sfida che la tecnologia in medicina oggi deve cogliere e risolvere è riavvicinare la persona-paziente ai medici, agli ospedali, agli enti preposti alla cura. Gli ultimi sconvolgimenti mondiali che ci hanno lasciato più ammalati del solito – ha precisa il neuropsichiatra – ci fanno comprendere quanto è decisivo abbracciare la persona malata con la nostra tecnica umana. Stiamo affermando quanto sia improrogabile comprendere e utilizzare le nuove tecnologie e l’inizio di una nuova era della professione sanitaria, amplificata e non sostituita dalla tecnologia. La scienza e la sua evoluzione – ha concluso – passano dall’osservazione curiosa, la sperimentazione coraggiosa, gli occhi, le mani, le parole”. A dar il via ai lavori i responsabili scientifici del convegno con il messaggio del sottosegretario di Stato all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale, Alessio Butti. “Fra le tante rivoluzioni positive che le tecnologie stanno portando avanti nelle nostre vite, quella in ambito salute è la più importante”, ha scritto Butti. “Stiamo lavorando per essere in prima linea in Europa e in Occidente in questo campo. Il Pnrr è la nostra base per farlo”, ha affermato. “Con gli oltre 20 miliardi messi a disposizione, stiamo attuando un cambiamento sociale radicale, migliorando la possibilità di avere analisi e monitoraggio aggiornati e puntuali, ma soprattutto rivoluzionando il mondo in cui affrontare le patologie”. “Questo impegno da parte del governo è importante che si costruisca attraverso la formazione, il dibattito e la condivisione di idee”, ha concluso il sottosegretario.

Sono intervenuti esperti del settore, differenti professionisti sanitari e ricercatori e hanno presentato casi di successo, best practice e studi di ricerca che illustreranno le caratteristiche delle nuove tecnologie in ambito medico, per farne emergere vantaggi e per valutarne le criticità. I responsabili scientifici, i professori Marco Rebecchi, Gabriele Palozzi ed Ermenegildo de Ruvo, hanno dichiarato: “La sanità digitale non deve essere vissuta come qualcosa di strettamente tecnologico. Come qualsiasi innovazione nella storia – dalla penna al personal computer – anche la sanità digitale rappresenta uno strumento donato al medico per ottimizzare il proprio lavoro quotidiano. Il componente principale della sanità resta l’essere umano, in quanto destinatario di cura. È dunque certo che le innovazioni tecnologiche già in circolo ci danno l’occasione di investire energie nella formazione, volta ad amplificare la professione sanitaria, in un rinnovato e vivificato contesto di assistenza territoriale, in cui i modelli di comunicazione medico-paziente si evolvono, accanto ai modelli di cura e di gestione delle malattie”.

Tumori maschili, via a Campagna Lilt in collaborazione con Federugby

Tumori maschili, via a Campagna Lilt in collaborazione con FederugbyRoma, 16 nov. (askanews) – Durante il mese di novembre, periodo dell’anno dedicato alla prevenzione dei tumori maschili, la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – promuove la campagna di sensibilizzazione focalizzata sulle patologie tumorali della sfera genitale maschile. Quest’anno l’iniziativa Nastro Blu – LILT for Men è in programma dal 18 al 26 novembre, per incentivare le visite di controllo presso gli ambulatori LILT distribuiti su tutto il territorio nazionale e diffondere conoscenza su queste patologie attraverso la distribuzione dell’opuscolo informativo: una pubblicazione nella quale vengono forniti approfondimenti sulle neoplasie “esclusivamente” maschili, come il tumore della prostata, il tumore al testicolo ed il carcinoma del pene.

È sul tema dell’autoesame che la campagna 2023 vuole accendere i riflettori. Grazie al recente protocollo di intesa tra LILT e la Federazione Italiana Rugby, i giocatori della Nazionale Italiana Rugby Michele Lamaro, Federico Ruzza e Giacomo Nicotera hanno prestato il loro volto per mettere in luce il valore della prevenzione, invitando tutti gli uomini a scendere in campo con loro ed effettuare visite di controllo. «Il supporto della FIR e il coinvolgimento di questi tre giovani sportivi, che si fanno veicolo di un messaggio così importante verso i propri coetanei – afferma il Presidente Nazionale LILT Francesco Schittulli – non può che renderci fieri del lavoro di educazione alla salute che stiamo portando avanti da oltre cento anni. La prevenzione e la diagnosi precoce oggi guariscono oltre il 65% dei casi di cancro e intensificando le campagne di sensibilizzazione potremmo arrivare già oggi a una guaribilità superiore all’85%». «Come Presidente della Federazione sono sempre felice di vedere le atlete e gli atleti delle nostre Nazionali impegnati nel ruolo di testimonial di importanti campagne sociali. Come medico, sono doppiamente entusiasta della collaborazione tra FIR e LILT per sensibilizzare ragazzi e uomini di tutte le età ad un tema come quello della prevenzione dai tumori genitali maschili. Novembre è il mese della prevenzione e il rugby italiano, con i suoi Azzurri, è impegnato a fare la propria parte al fianco della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori» ha commentato il Presidente della FIR, Marzio Innocenti.

Natalità a rischio e PMA, esperti: dare maggiore supporto a donne

Natalità a rischio e PMA, esperti: dare maggiore supporto a donneRoma, 16 nov. (askanews) – “Continua sempre a calare il numero di nascite in Italia e questo dipende da una serie di fattori. Un fattore importante è il procrastinare della ricerca di una gravidanza. Questo comporta una fisiologica riduzione delle probabilità per ottenere un bambino determinata dal fatto che man mano che l’età aumenta diminuiscono le probabilità di trovare ovociti per poter dar luogo a un bambino che nasce”. Lo ha detto Filippo Maria Ubaldi, SIFES-MR, alla conferenza stampa “PMA e preservazione della fertilità: investire nel nostro futuro demografico”, tenutasi stamattina al Ministero della Salute.

L’incontro ha voluto affrontare l’annoso problema della denatalità che oggi, più che nel passato, colpisce il nostro Paese rendendolo fanalino di coda dell’Europa. Attualmente circa il 15% della popolazione italiana non riesce ad avere figli, spingendo sempre più coppie a ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). “La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – ha sottolineato Nicola Colacurci, Presidente SIGO – ritiene che sia fondamentale che possano accedere a prestazioni fornite dal Sistema Sanitario Nazionale anche tutte quelle donne che hanno delle patologie mediche riconosciute, che impattano in maniera significativa sul potenziale riproduttivo o che hanno il rischio di avere una menopausa precoce e di non riuscire ad esaudire il loro desiderio riproduttivo quando lo decidono. Sarebbe quindi fondamentale riuscire a realizzare una preservazione della fertilità, e quindi di avere degli ovociti crioconservati per queste specifiche patologie. In rapporto a questo la SIGO ha preparato un documento che ha portato all’attenzione del Ministero della Salute e del governo, al fine di riuscire ad estendere i LEA non soltanto alle pazienti oncologiche ma anche a queste donne portatrici di altre gravi patologie non oncologiche”.

Nonostante la forte domanda di cura da parte dei cittadini, l’accesso ai centri e la reale disponibilità di queste tecniche risultano disomogenei da Regione a Regione e tra coloro che potrebbero essere interessati ad un trattamento, solo il 27% riesce ad accedervi, dando vita ad un turismo sanitario fuori dall’Italia senza precedenti. Sui ticket regionali è intervenuta Mara Campitiello, Capo Segreteria Tecnica del Ministro della Salute Orazio Schillaci: “Tutte le regioni – ha spiegato – dovranno omologarsi al sistema nazionale. Lo scopo è di rendere omogenee tutte le regioni per cui è stato stabilito un ticket per l’omologa e quindi per tutto il percorso ad essa affine e per l’eterologa una quota di compartecipazione”. L’obiettivo della giornata alla quale sono intervenuti anche Eleonora Porcu, membro del Consiglio Superiore di Sanità, professore Alma Mater, Università di Bologna, Giulia Scaravelli, Responsabile Centro Operativo Adempimenti legge 40/2004 Registro Nazionale PMA-ISS, Mark Connolly, esperto di Economia sanitaria e José Remohi, Presidente e fondatore Clinica M-RMA, era quello infatti di definire i presupposti per realizzare delle condizioni cliniche e normative maggiormente favorevoli per le coppie che desiderano intraprendere un percorso di genitorialità attraverso il ricorso alla PMA o al social freezing, diffondendo maggiore consapevolezza in Italia ed efficientando la gestione regionale dei percorsi terapeutici.

“C’è una grande disinformazione su questo tema – ha spiegato in conclusione Ubaldi. Il vedere persone note che ottengono gravidanze a 50 anni fa pensare che la gravidanza si possa ottenere quando e come si vuole ma in realtà non sanno che queste gravidanze sono aneddotiche o ottenute mediante la tecnica dell’ovodonazione. Bisogna quindi dare a livello istituzionale, scientifico e nei mass media una corretta informazione ai ragazzi cioè che i figli bisogna farli il prima possibile, bisogna cercare una gravidanza spontanea il prima possibile. Se questo non si può perché manca un partner affidabile o perché non ci sono le condizioni economiche o stabilità lavorativa allora si può pensare di andare a congelare gli ovociti”.

Oftalmologia, al via oggi a Roma Congresso nazionale oculisti AIMO

Oftalmologia, al via oggi a Roma Congresso nazionale oculisti AIMORoma, 16 nov. (askanews) – Dalle ultime novità nella chirurgia oftalmoplastica e del glaucoma alle nuove opportunità per i pazienti affetti da maculopatie o da patologie della cornea, come il cheratocono. Dal rischio clinico all’etica medica e alla chirurgia refrattiva della cataratta, passando per la sindrome dell’occhio secco, che rappresenta ad oggi una delle principali cause di ricorso a visita medica dell’oculista, fino alla gestione medica e chirurgica delle uveiti pediatriche. E ancora: dalla responsabilità professionale, in particolare in relazione all’utilizzo di nuove tecnologie, con gli interventi di esperti in medicina legale, al tema dei costi associati al reperimento, banking e distribuzione di tessuti oculari per trapianti, discussi da rappresentanti del Centro Nazionale Trapianti e del Comitato scientifico della Società Italiana Banche degli Occhi. Non mancheranno poi le sessioni di chirurgia in diretta, con esperti oculisti collegati dalle sale operatorie dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, di Vista Vision Roma e Firenze e di Blu Eye a Milano. Spazio, inoltre, ai cambiamenti ormonali legati all’età (come la menopausa, l’ovaio policistico, le terapie ormonali sostitutive o le malattie oncologiche senologiche, andrologichee ginecologiche) che compromettono l’equilibrio della superficie oculare. E infine uno sguardo alla chirurgia estetica del volto, con le più avanzate tecniche per la miglior riuscita della blefaroplastica superiore ed inferiore e alle corrette tecniche iniettive per l’utilizzo, sempre a scopo estetico, della tossina botulinica. Di questo, ma anche di molto altro, si discuterà in occasione del 14esimo Congresso Nazionale AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti), il secondo organizzato in collaborazione con SISO (Società Italiana di Scienze Oftalmologiche), che si apre oggi a Roma presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur. All’evento, in programma fino al 18 novembre, sono attesi oltre 2.000 partecipanti, tra oculisti, medici specializzandi ed esperti provenienti da tutta Italia, che potranno prendere parte a numerosi incontri, simposi, tavole rotonde, sessioni e corsi incentrati sulle attuali tematiche di maggior interesse dell’oftalmologia italiana ma anche internazionale.

“Ogni anno il nostro Congresso Nazionale si arricchisce sempre di più, anche grazie alla preziosa collaborazione degli oculisti SISO – fa sapere la presidente di AIMO, Alessandra Balestrazzi – anche per questa edizione ci aspettano a Roma tre giornate ricche di appuntamenti, con un programma vastissimo pensato e strutturato per non lasciare indietro nessuna tematica inerente al mondo dell’oftalmologia. Sono tanti gli argomenti che verranno trattati da oculisti ed esperti del settore, da quelli più tradizionali ai più innovativi. Penso, solo per fare qualche esempio, alle sessioni dedicate alla gestione del paziente glaucomatoso o con retinopatia diabetica sul territorio, alla luce del DM 77, oppure a quelle rivolte ai ‘grandi’ temi dell’oculistica come il glaucoma e le maculopatie, senza dimenticare patologie come la cataratta e la miopia. Una interessante novità introdotta nel programma, poi, riguarda alcuni simposi specifici sulla ‘superficie oculare al femminile’, durante i quali si discuterà sul ruolo degli ormoni sessuali sulla salute degli occhi della donna”.

Nati prematuri: SINPIA, in Italia 1 bambino su 10 nasce pretermine

Nati prematuri: SINPIA, in Italia 1 bambino su 10 nasce pretermineRoma, 16 nov. (askanews) – Oggi in Italia la percentuale dei bambini nati pretermine varia tra il 7 e il 10%: ogni anno nel nostro Paese nascono prima del termine tra i 25.000 e i 30.000 neonati, circa 1 bambino su 10, la maggior parte non gravemente prematuri (i cosiddetti “late preterm”), mentre sono circa 0.9-1% i nati “molto” o “estremamente” pretermine. Domani 17 novembre ricorre, come ogni anno, la Giornata Mondiale della Prematurità, World Prematurity Day, istituita nel 2008 e riconosciuta dal Parlamento europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nascita pretermine. In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottolinea l’importanza dell’intervento precoce per i bambini a rischio di sviluppare disturbi del neurosviluppo. “La prematurità – spiega Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – è una condizione che può comportare un aumento del rischio di sviluppare oltre alla Paralisi cerebrale infantile spesso associata a deficit sensoriali, in particolare visivi e cognitivi di varia entità, disturbi del neurosviluppo, tra cui disturbi dell’apprendimento, del linguaggio e del comportamento, fino ai quadri di disturbo dello spettro autistico o di deficit di attenzione e/o iperattività spesso in comorbidità. L’intervento precoce, che si fonda su strategie di intervento centrate sulla famiglia e sull’arricchimento ambientale, può essere iniziato già nelle prime settimane di vita e può includere interventi di tipo riabilitativo, ma anche di sostegno alla genitorialità con interventi educativi, psicologici e sociali”.

Notevoli passi avanti sono stati compiuti dalla scienza e, oggi, anche per i bambini che nascono prima delle 27-28 settimane la possibilità di sopravvivere è alta, superiore al 70%, sebbene all’aumento della sopravvivenza non corrisponda anche una simile drastica diminuzione delle problematiche presentate a distanza di anni. L’incidenza dei disturbi del neurosviluppo nei bambini nati pretermine è stimata intorno al 20%, mentre la paralisi cerebrale infantile colpisce circa il 10% dei neonati con prematurità di grado elevato, e rappresenta la causa più frequente di disabilità motoria nei bambini. “E facile intuire – interviene Simona Orcesi, professore associato di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pavia e membro del Consiglio Direttivo della SINPIA – che più è grave la prematurità, con età gestazionale e peso neonatale molto bassi, maggiormente diminuiscono le possibilità di sopravvivenza mentre aumentano le complicanze, sebbene negli ultimi decenni abbiamo potuto assistere ad un significativo miglioramento delle tecniche ostetriche e delle cure intensive neonatali. Nell’evoluzione neuropsichica dei gravi pretermine sono però ancora presenti fragilità cognitive e comportamentali, difficoltà di regolazione delle emozioni, quadri clinici che rientrano nei disturbi del neurosviluppo che a volte si evidenziano più avanti, in età scolare. Si tratta di problemi spesso considerati più lievi che invece possono compromettere la qualità di vita dei bambini e delle famiglie”. Le nuove tecniche di studio con Risonanza Magnetica cerebrale stanno dimostrando sempre di più che nascere pretermine può compromettere la maturazione cerebrale, soprattutto per i più prematuri. L’altra faccia della medaglia in questo contesto, però, è che la maturazione cerebrale al di fuori dell’ambiente intrauterino è anche facilmente modificabile grazie alle caratteristiche di plasticità del sistema nervoso in via di sviluppo, cioè alla capacità del sistema nervoso di riorganizzarsi in modo funzionale in risposta a cambiamenti e ad esperienze ambientali.

“Ogni influsso ambientale esterno – aggiunge Elisa Fazzi – si inserisce in un processo di scambio reciproco continuo tra afferenze ambientali e modificabilità delle reti neurali e contribuisce a plasmare l’encefalo stesso. Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha confermato che l’ambiente può influire molto e positivamente sulla plasticità cerebrale: rappresenta un “farmaco” potente che abbiamo a disposizione fin dai primi giorni di vita di un bambino pretermine e può influenzare positivamente il suo sviluppo in condizioni di fragilità, agendo, ad esempio, attraverso meccanismi epigenetici, regolando l’espressione genica ed esercitando un ruolo protettivo”.

Oggi World Diabetes Day: 62 mln affetti in Europa, oltre 4 mln in Italia

Oggi World Diabetes Day: 62 mln affetti in Europa, oltre 4 mln in ItaliaRoma, 14 nov. (askanews) – Conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete, è il tema del World Diabetes Day 2023 che si svolge in tutto il mondo il 14 novembre. Con 62 milioni di persone affette in Europa di cui più di 4 milioni in Italia, il diabete è la quarta causa di morte. Sono infatti 80mila le morti solo nel nostro Paese, pari a 9 decessi evitabili ogni ora. Ancor più grave è constatare che dal 2000 ad oggi i casi sono raddoppiati, mentre si stima che ci sia almeno un milione di persone con diabete non diagnosticato. Ecco perché il tema della Giornata Mondiale di quest’anno è #knowyourrisk, knowyourresponse (conosci il tuo rischio, conosci la tua risposta), sottolineato anche nella conferenza di presentazione organizzata in collaborazione tra Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e FeSDI – Federazione delle società scientifiche diabetologiche italiane, costituita da SID – Società Italiana di Diabetologia e AMD – Associazione Medici Diabetologici, svoltasi stamattina presso il Ministero della Salute.

«I numeri dimostrano la necessità di risposte ed azioni tempestive ed efficaci sia assistenziali, ma anche capaci di produrre un cambiamento culturale – dichiara il Ministro della Salute Prof. Orazio Schillaci – grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle recenti misure previste nella manovra finanziaria, potremo finalmente realizzare un nuovo modello organizzativo di medicina territoriale che assicurerà ai diabetici quella multidisciplinarietà che è cruciale per una gestione ottimale della malattia e per prevenire l’insorgenza di complicanze. Ma la sfida non facile che ci attende è anche quella di promuovere la cultura della prevenzione primaria e secondaria, di accrescere la consapevolezza nei nostri concittadini dell’importanza dell’adozione di stili di vita sani e di eseguire controlli periodicamente». Il World Diabetes Day è la più ampia campagna di awareness al mondo, lanciata nel 1991 dalla International Diabetes Federation e dall’OMS, che non solo promuove l’importanza di azioni coordinate, ma si propone di individuare le criticità e ideare strategie per superarle. Un evento globale che ogni anno raccoglie una audience di circa 1 miliardo di persone in 160 paesi. Un adulto su dieci nel mondo soffre di diabete. Oltre il 90 per cento soffre di diabete di tipo 2. Quasi la metà non è ancora stata diagnosticata. In molti casi, il diabete di tipo 2 e le sue complicanze possono essere ritardati o prevenuti adottando e mantenendo abitudini sane. Essere consapevoli del proprio rischio di diabete di tipo 2 significa essere in grado di prendere decisioni informate riguardo alla propria salute. Questa consapevolezza può spingere le persone a monitorare regolarmente i loro livelli di zucchero nel sangue ma non solo: controllare il colesterolo e la pressione arteriosa. Conoscere il rischio e cosa fare è importante per supportare la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo. In Italia nel 2021 sono stati registrati 15.205 ricoveri legati alle complicanze del diabete, con un tasso medio di ospedalizzazione stabile rispetto al 2020 (Rapporto Esiti Agenas 2022), mentre permane una criticità nei ricoveri ‘potenzialmente evitabili’: si spendono infatti oltre 50 milioni di euro per ricoveri legati all’ipoglicemia. Il diabete aumenta il rischio di ospedalizzazione per diversi fattori. Le persone con diabete corrono un rischio due volte maggiore di essere ricoverate, rispetto alle persone senza diabete. Il 20-25 per cento delle persone con diabete viene ricoverato almeno una volta durante l’anno e, mediamente, la durata del ricovero aumenta del 20 per cento in presenza di diabete. Il paziente affetto da diabete presenta un rischio aumentato di soffrire di altre malattie non trasmissibili come neoplasie e broncopneumopatia cronica ostruttiva. La malattia sta diventando un’epidemia globale, con milioni di persone coinvolte a causa dell’aumento ponderale, la sedentarietà e cattivi stili di vita. Tuttavia, conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete è il primo passo cruciale verso la prevenzione e la gestione efficace di questa condizione. Da qui le iniziative organizzate anche in Italia per sensibilizzare su questi temi. Un’onda blu fatta di luce ha illuminato ieri sera diversi monumenti di Roma per annunciare la Giornata Mondiale del Diabete e promuovere l’attenzione sui rischi e l’importanza di agire contro questa malattia. Molti luoghi iconici si sono passati il testimone, illuminandosi a intervalli di 20 minuti ciascuno: Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, Arco di Giano, Tempio di Portuno, Tempio di Ercole, Teatro Marcello, Colosseo, Statua Mazzini, Fontana dell’Acqua Paola, Arco di Costantino, Cerchio Galleria d’Arte Moderna, Piazza della Repubblica, Piramide Cestia, Statua Garibaldi, Tempio di Saturno. Dal pomeriggio di ieri e per tutta la giornata di oggi saranno inoltre esposti a Roma, in piazza San Silvestro, 17 manifesti informativi sui temi della Giornata Mondiale. E si svolgerà oggi e domani presso il Senato della Repubblica, su iniziativa della Sen. Daniela Sbrollini, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, in collaborazione con FeSDI, uno screening rivolto ai parlamentari, con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione e porre il tema al centro dell’opinione pubblica e dell’agenda istituzionale.

Diabete, Schillaci: screening pediatrico importante per tutela salute

Diabete, Schillaci: screening pediatrico importante per tutela saluteRoma, 14 nov. (askanews) – La legge 130 del 2023 che detta disposizioni per la definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica è “una legge importante che ha trovato da subito il mio sostegno e quello dell’intero Parlamento. Un sostegno unanime che dimostra come la salute sia un tema che deve unire e non dividere. È un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia, è la prima nazione ad approvare una legge che prevede in modo sistematico programmi pluriennali di screening per la celiachia e per i diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla Camera al convegno “Giornata mondiale del diabete – Un nuovo inizio: i traguardi da raggiungere con la legge 15 settembre 2023 n.130”, organizzato in occasione della Giornata mondiale del diabete che ricorre oggi.

“Alcuni studi, negli anni, – ha proseguito il ministro – hanno evidenziato una correlazione, variabile dall’1,5% al 10%, tra soggetti con diabete di tipo 1 e soggetti che sviluppano anche il morbo celiaco. La prevalenza media dell’associazione tra le due patologie va dal 4,1% al 6,5% ed è riscontrabile specialmente in età pediatrica con una frequenza più elevata di almeno 10 volte rispetto alla popolazione non diabetica. Il diabete di tipo 1 rappresenta circa il 10% dei casi di diabete e in Italia riguarda circa 300.000 persone. É una malattia con una incidenza in aumento in tutto il mondo che insorge, in genere, durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini piccolissimi (perfino neonati) o in giovani adulti e dura tutta la vita”. Lo screening, ha detto Schillaci, rappresenta una “grande opportunità” e grazie a questa legge “potremo individuare precocemente i bambini a rischio”. La legge è la cornice che va resa operativa. “Siamo già al lavoro per la predisposizione dei decreti attuativi per l’adozione del programma di screening – ha annunciato il ministro – e per l’istituzione dell’Osservatorio nazionale che avrà il compito delicato di studiare ed elaborare le risultanze dello screening pubblicando annualmente una relazione sul portale del Ministero della salute”.

Quest’anno, ha ricordato Schillaci, “il ministero della Salute ha stipulato una convenzione con l’Istituto Superiore di Sanità, per un progetto pilota di screening, su scala ridotta, propedeutico alla successiva realizzazione dello screening pluriennale su scala nazionale. Lo studio, permetterà di ottenere informazioni sulla presenza di anticorpi predittivi del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica, di comprendere se le due malattie condividono gli stessi fattori genetici e di stabilire se i due epifenomeni derivano dalla medesima predisposizione e approfondire il ruolo del glutine nella malattia diabetica. Altrettanto importante sarà l’impegno del ministero della Salute per la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi precoce in età pediatrica e per la conoscenza del programma di screening. Con la legge 130, dunque, – ha concluso il ministro Schillaci – garantiamo alla fascia più giovane della nostra popolazione un importante strumento di tutela della salute”.

Dieta consapevole, i consigli di DoctorApp e New Penta

Dieta consapevole, i consigli di DoctorApp e New PentaRoma, 13 nov. (askanews) – Il 44,5% della popolazione italiana segue una dieta sbagliata, è troppo sedentario e in generale adotta uno stile di vita poco salutare, tanto che quasi 1 italiano su 2 soffre di disturbi e/o patologie legate proprio a questi comportamenti (Rapporto Coldiretti realizzato sulla base dei dati Istat).

“Con il team di DoctorApp abbiamo scelto di far evolvere la nostra piattaforma e i nostri servizi per costruire, nel tempo, un ecosistema in grado di fornire ai cittadini tutto quello di cui hanno bisogno per prendersi cura di corpo e mente. La nuova partnership con New Penta va proprio in questa direzione. Ecco perché abbiamo deciso di condividere 5 consigli per affrontare un percorso ideale per perdere peso in modo sano e responsabile, redatti insieme a New Penta”, racconta Alessandro Giraudo, CEO e founder di DoctorApp, startup innovativa impegnata nel settore digital e-health con l’obiettivo di semplificare i rapporti medico-paziente. 1 Scegliere con consapevolezza di cambiare, finalmente! È importante decidere volontariamente di seguire un nuovo percorso dietoterapico, soprattutto se a suggerirlo è la figura del medico. La forza di volontà, però, determina la buona riuscita del percorso. Inoltre, bisogna essere molto scrupolosi, prendendo alla lettera le istruzioni dello specialista. Quando si inizia un percorso dietoterapico, consigliamo di farsi spiegare dal proprio referente sanitario quali sono le fasi a cui si andrà incontro: spesso le prime settimane sono le “più difficili”, ma non ci si deve scoraggiare. Bisogna essere sempre a conoscenza di quali sono gli obiettivi da raggiungere e in quanto tempo si pensa di farcela. Se si hanno tutte le informazioni ci si scoraggia meno e si riesce ad essere più costanti. I risultati arrivano, ma come tutti i percorsi non possono arrivare per tutti allo stesso momento.

2 Farsi aiutare da amici, familiari e dal proprio specialista di fiducia Cambiare regime alimentare per molti significa intraprendere una vera e propria rivoluzione. Modificare il proprio stile di vita e rinunciare ad alcuni alimenti per determinati periodi di tempo può sembrare un percorso difficile, ma con la forza di volontà e l’aiuto di amici e familiari, affiancati sempre da uno specialista, è possibile lasciarsi alle spalle le cattive abitudini e costruirne di nuove, più salutari e sicure. Quando si inizia un percorso dietoterapico, quindi, è fondamentale avvertire tutte le persone care e soprattutto quelle con cui si condividono pranzi, cene e uscite fuori: così sarà meno facile “cadere in tentazione”. 3 Individuare con il curante la dieta migliore per i propri problemi di salute Uno studio recente dell’Università La Sapienza di Roma

Covid-19: scoperta nuova chiave con cui virus entra in cellule umane

Covid-19: scoperta nuova chiave con cui virus entra in cellule umaneRoma, 10 nov. (askanews) – Scoperta una nuova strada attraverso cui il virus SARS-CoV-2 entra nei monociti, globuli bianchi che contribuiscono alla risposta immunitaria innata: ricercatori dell’Università di Padova e di Human Technopole hanno osservato che il SARS-CoV-2 si lega a un recettore presente sulla membrana della cellula, chiamato RAGE (Receptor for Advanced Glycation End Products) e lo usa come chiave per entrare all’interno. I ricercatori hanno anche osservato che i pazienti in cui l’attivazione del pathway RAGE è più elevata hanno sintomi e conseguenze più gravi. Lo studio è stato pubblicato sulla nota rivista scientifica «Cell Reports Medicine». La scoperta è il risultato della stretta collaborazione tra il gruppo coordinato dalla Professoressa Antonella Viola, presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e i ricercatori del gruppo di Human Technopole coordinato dal Prof. Giuseppe Testa, con il supporto dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università degli Studi di Milano. Lo studio si è basato sui dati di pazienti ricoverati per COVID-19 durante la prima fase della pandemia presso l’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e malattie Tropicali di Padova, diretta dalla Dottoressa Anna Maria Cattelan. Il gruppo di ricerca padovano ha isolato e caratterizzato le cellule immunitarie del sangue dei pazienti COVID-19 in tre momenti diversi del decorso dell’infezione, ovvero al ricovero, alle dimissioni e dopo un mese. L’analisi è poi proseguita a Milano con l’utilizzo di tecnologie che hanno permesso di analizzare la totalità di quanto accade all’interno di una singola cellula, cioè l’espressione di tutti i 20.000 geni codificati dal suo DNA. La mole di dati osservata per ciascun paziente è paragonabile alla quantità di informazioni presente in un’immagine da 140 megapixel, risoluzione alla frontiera delle possibilità delle fotocamere comunemente disponibili sul mercato. Queste “fotografie” sono state scattate in più momenti del percorso ospedaliero dei pazienti, amplificando così esponenzialmente la mole di dati, ma soprattutto le informazioni per ogni singolo paziente sulla risposta del sistema immunitario al SARS-CoV-2. Dall’analisi è emerso che il recettore RAGE induce specifiche alterazioni nella regolazione dei geni, potenziando l’effetto infiammatorio del virus e contribuendo all’aggravarsi della malattia. L’identificazione di questa nuova modalità di interazione tra il virus e le cellule umane è di importanza cruciale per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate, in particolare per proteggere i soggetti a rischio di gravi complicanze, come gli anziani o i soggetti fragili. Questa scoperta potrebbe gettare le basi per un approccio più mirato e efficace nel contrastare la diffusione del virus in questi gruppi vulnerabili. Ad esempio paragonando le caratteristiche risposte molecolari rilevate nel corso dello studio con quelle raccolte in alcuni database globali, gli scienziati hanno inoltre scoperto che il farmaco Baricitinib, già approvato dall’AIFA nel 2021 per il trattamento di COVID-19, potrebbe potenzialmente invertire gli effetti dannosi identificati.

Spiega Antonella Viola, docente di patologia generale al dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e corresponding author dello studio: «Quando la pandemia è iniziata ci siamo subito messi in contatto con la prof.ssa Annamaria Cattelan per mettere le nostre competenze a servizio della comunità. Insieme abbiamo studiato le caratteristiche immunologiche dei pazienti ricoverati a Padova e questo è l’ultimo di una serie di risultati che abbiamo ottenuto e pubblicato. La collaborazione con il gruppo di Giuseppe Testa e con gli altri colleghi di HT per questo specifico studio è stata strategica per riuscire a identificare un nuovo recettore del SARS-CoV-2. La nostra ricerca, frutto di una collaborazione tra scienziati di ambiti diversi e operanti in Italia e all’estero, mostra quanto ancora poco conosciamo questo virus e quanto sia importante continuare a definire i meccanismi patogenetici del COVID-19». Dichiara Giuseppe Testa, professore di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Milano, direttore del programma di ricerca in Neurogenomica di Human Technopole in convenzione con l’Università Statale di Milano, Group Leader all’Istituto Europeo di Oncologia e corresponding author dello studio: “L’idea di iniziare a studiare il COVID-19 come parte della nostra missione di responsabilità sociale in qualità di scienziati risale al marzo del 2020, all’inizio della pandemia, quando lanciai il progetto COVIDIAMO sotto l’egida dell’iniziativa europea LifeTime-for-COVID19, di cui sono stato coordinatore, che applicava al COVID-19 il paradigma della medicina ad alta definizione mirato a intercettare i meccanismi di malattia al loro primo manifestarsi e poi nel loro decorso grazie a uno zoom ad alta risoluzione su come ciascuna singola cellula modifica il suo funzionamento. Questo studio è il risultato del nostro lavoro portato avanti a Human Technopole e all’Istituto Europeo di Oncologia, in collaborazione con il gruppo di Antonella Viola dell’Università di Padova, che ha permesso di identificare un nuovo meccanismo che in futuro potrà aiutarci a capire perché in alcune persone il COVID-19 ha un decorso peggiore rispetto ad altre. Il ruolo importante di RAGE era già noto alla comunità scientifica in quanto legato a una serie di condizioni fisiopatologiche come obesità e diabete, ma questa è la prima volta che viene identificato come recettore di un virus. Questa scoperta dimostra il potere dell’alta risoluzione spinta a livello della singola cellula e pone le basi per un’analisi più approfondita sul ruolo di RAGE nelle infezioni e potrebbe avere in futuro un impiego traslazionale nella lotta ad alcune malattie, anche se al momento non esiste ancora un trial clinico”.

Volo salvavita AM per una neonata in imminente pericolo di vita

Volo salvavita AM per una neonata in imminente pericolo di vitaRoma, 10 nov. (askanews) – Una neonata in imminente pericolo di vita è stata trasportata, nella serata di giovedì 9 novembre 2023, da Lecce a Roma, con un volo speciale dell’Aeronautica Militare.

Partito dalla base di Pisa, un aereo da trasporto tattico C-130J della 46ª Brigata Aerea ha imbarcato a Lecce un’ambulanza, con a bordo la bimba di pochi giorni di vita, trasportandola velocemente a Roma. L’aereo è atterrato poco prima delle 21 di giovedì, all’aeroporto di Roma-Ciampino. Messo a disposizione dall’Aeronautica Militare su richiesta della Prefettura di Lecce al COA (Comando Operazioni Aerospaziali), il C-130J ha permesso di imbarcare direttamente l’ambulanza per trasporto ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), con a bordo la piccola paziente e l’equipe medica, e di accorciarne notevolmente i tempi di viaggio dall’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce all’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma.

Il velivolo è decollato dall’aeroporto di Pisa dopo che l’equipaggio militare ha effettuato tutte le procedure necessarie, e si è diretto verso l’aeroporto di Lecce dove ha imbarcato il mezzo per il trasporto sanitario d’urgenza. Dopo l’atterraggio presso l’aeroporto di Ciampino, l’ambulanza ha continuato il suo viaggio verso l’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. Il C-130J ha invece fatto rientro a Pisa, tornando subito disponibile per possibili nuove attivazioni. La 46ª Brigata Aerea di Pisa è uno dei Reparti dell’Aeronautica Militare che svolge il servizio di prontezza operativa per questo genere di missioni, insieme al 31° Stormo di Ciampino, al 14° Stormo di Pratica di Mare e agli elicotteri del 15° Stormo di Cervia.

I Reparti di volo sono infatti a disposizione della collettività 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, con mezzi ed equipaggi in grado di operare, anche in condizioni meteorologiche complesse, per assicurare il trasporto urgente non solo di persone in imminente pericolo di vita, ma anche di organi, equipe mediche o ambulanze.