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Terme di Chianciano per bambini, tante attività per i più piccoli

Terme di Chianciano per bambini, tante attività per i più piccoliRoma, 10 ago. (askanews) – Terme di Chianciano, uno dei poli termali più conosciuti della toscana, tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, patrimonio dell’UNESCO, da agosto fino a ottobre è pronta ad accogliere le famiglie con bambini con tante e sorprendenti attività speciali.

Per un weekend all’insegna della magia e della meraviglia si possono provare i pacchetti “Weekend Sirenetta” e “Weekend SuperPoteri”: 2 giorni da sogno immersi nella natura in compagnia della Sirenetta e della Tata delle Terme. Con la sua lunga coda variopinta e la pinna magica, la Sirenetta accoglierà i piccoli ospiti nella piscina termale e racconterà tante storie mirabolanti. Insieme alla Sirenetta ci sarà la Tata delle Terme che organizzerà giochi divertenti e spensierati all’interno delle aree relax. L’offerta “Weekend Sirenetta” include 1 Notte in Hotel Chianciano Terme, colazione, ingresso alla Piscina Termale (interna e esterna) e alla Baby Spa, ingresso Mamma&Papà Relax Area, incontro con la Sirenetta, caccia al tesoro, giochi con la Tata delle Terme ed esperienza animali curiosi (quest’ultima è inclusa solo nel pacchetto “Weekend SuperPoteri”). Il sabato pomeriggio è dedicato alla “Festa in Maschera”, momento di puro divertimento dove i bambini possono indossare i loro costumi preferiti e mettere alla prova le loro abilità con sfide entusiasmanti, e alla “Caccia al Tesoro dei SuperPoteri” nel Giardino Termale di Chianciano, dove verrà fornita una preziosa mappa con indizi da seguire ed enigmi da superare insieme alla mamma e al papà.

Le famiglie avranno anche l’opportunità di scoprire i benefici della piscina termale dedicata ai bambini, con la “Tata delle Terme”, e della “BabySpa” (BabySauna, Docce Emozionali, Turco Kids e Bagni di Vapore), un luogo dedicato interamente al relax, alla cura e al divertimento dei più piccoli. Inoltre alle mamme e ai papà è dedicata una speciale “area relax” dove poter ricaricare le energie e vivere momenti preziosi in assoluta tranquillità. Le Terme di Chianciano sono conosciute in tutta Italia grazie ai benefici delle loro acque termali: attualmente i loro servizi si possono suddividere tra quelli proposti da Terme di Chianciano Institute for Health, la clinica della salute termale delle Terme di Chianciano, e quelli di benessere e relax, come le Piscine Termali Theia e la SPA Terme Sensoriali. Grandi spazi immersi nel verde come quelli del Parco Acqua Santa, con le sue sale moderne e storiche e il suo bistrot completano l’offerta per un nuovo concetto di salute e benessere, che consente di rilassarsi e concedersi del tempo per sé.  

Ferragosto con bagno sotto le stelle alle Terme di Saturnia

Ferragosto con bagno sotto le stelle alle Terme di SaturniaRoma, 9 ago. (askanews) – Un bagno sotto le stelle, con musica jazz, show acrobatici, danze di fuoco: è il Ferragosto proposto dal Parco Termale di Terme di Saturnia. Un’oasi di 20.000 mq dedicata al benessere, immersa nella natura maremmana. Grazie alla ricca programmazione di attività ed eventi nella stagione estiva e alle sue piscine termali all’aperto, con idromassaggi e percorsi vascolari, è l’alleato perfetto per coloro che vivono o soggiornano in zona e che sono alla ricerca del proprio momento di benessere.

Per Ferragosto, l’ingresso è previsto dalle ore 20.00 e a seguire Live Performance “Klaus Lessmann” Jazz Quartet, Show Acrobatici by Mariateresa Enti Latifa e Coreografie con fuoco by “Lucignolo e il Fuoco”. Fino alle ore 22 è possibile assaporare le eccellenze vitivinicole maremmane delle tenute “La Maliosa” ed “Erik Banti”. Anche a ferragosto sono benvenuti i più piccoli, a cui sono dedicate interamente due piscine e che grazie all’offerta kids free entrano gratuitamente fino agli 11 anni (uno per ogni adulto pagante).

L’acqua di Terme di Saturnia, definita anche “santa”, presenta incredibili proprietà benefiche rigeneranti e curative, e da oltre 3.000 anni fuoriesce ininterrottamente dal cuore della terra all’interno di un cratere, alla temperatura costante di 37,5°C.

Terme di Chianciano, apertura ed eventi speciali per serate di agosto

Terme di Chianciano, apertura ed eventi speciali per serate di agostoRoma, 8 ago. (askanews) – Apertura estiva tutti i giorni fino alle 22.00 ed eventi speciali per le serate di agosto alle Terme di Chianciano, uno dei poli termali più conosciuti della Toscana, tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, patrimonio dell’Unesco. Speciale apertura serale delle Terme Sensoriali e delle Piscine Termali Theia. Le acque termali dorate dalla luce del sole al tramonto nascondono il segreto per sentirsi più leggeri e sereni, quasi spensierati, per un attimo.

Divertimento, Condivisione, Inclusione: queste, infatti, le parole d’ordine per l’Estate 2023 alle Terme di Chianciano. Ogni sabato con l’ingresso “Bagni di Notte”, presso le Piscine Termali Theia che per l’occasione rimarranno aperte fino alle 24.00, ci si abbandona al rigenerante abbraccio della sera: un delizioso apericena in accappatoio, il piacere di ascoltare musica dal vivo, la bellezza e l’armonia del tramonto che tutto avvolge e regala intense emozioni. Ogni giovedì d’agosto il tramonto alle Piscine Termali Theia si ammira a ritmo di musica, con sessioni live di sax (17-24-31 agosto) e Dj set (10 agosto), e un gustoso aperitivo a bordo vasca: un’immersione totale nel benessere terapeutico della musica, un flusso rigenerante che abbraccia tutti i cinque sensi e che regala magiche sensazioni.

Non è da meno il Ferragosto a Terme di Chianciano: martedì 15 agosto le Piscine Termali Theia prolungano il benessere e il divertimento fino alle ore 23.00 con DJ Set e sfiziosi aperitivi da gustare a bordo vasca. Alle Terme Sensoriali il 26 agosto e il 23 settembre vanno in scena gli ultimi appuntamenti di “Tasting Night”, l’iniziativa che unisce il benessere al gusto e offre l’occasione di scoprire le ricchezze gastronomiche toscane, alternando momenti di relax nelle acque termali a pause di piacere, abbracciando la naturopatia e la filosofia orientale.

Terme di Chianciano è un unicum in tutta Italia. Circondato dalle bellezze naturali e artistiche della Val d’Orcia è un piccolo angolo di paradiso in cui rinascere grazie al benessere rigenerante delle sue acque curative e rilassanti. Un rifugio anche per gli abitanti della zona. A tutti i cittadini di Chianciano Terme e dei comuni limitrofi è riservato uno sconto del 50% per tutto il resto dell’anno, fino a dicembre. Per scoprire la lista completa dei comuni inclusi nella promozione, consultare la seguente pagina: https://www.termechianciano.it/terme-di-chianciano-50-di-sconto-per-i-residenti

Le Terme di Chianciano sono conosciute in tutta Italia grazie ai benefici delle loro acque termali: attualmente i loro servizi si possono suddividere tra quelli proposti da Terme di Chianciano Institute for Health, la clinica della salute termale delle Terme di Chianciano, e quelli di benessere e relax, come le Piscine Termali Theia e la SPA Terme Sensoriali. Grandi spazi immersi nel verde come quelli del Parco Acqua Santa, con le sue sale moderne e storiche e il suo bistrot completano l’offerta per un nuovo concetto di salute e benessere, che consente di rilassarsi e concedersi del tempo per sé.   Terme di Chianciano “Institute for Health” è una vera e propria clinica della salute termale, ed offre un’ampia gamma di programmi personalizzati per la prevenzione, la diagnosi, e la riabilitazione per molteplici patologie o stati di malessere psicofisico. I programmi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione proposti dall’Institute for Health prevedono l’integrazione delle Acque termali di Chianciano all’interno di innovativi percorsi clinici, diagnostici e riabilitativi, al fine di amplificarne l’efficacia in maniera naturale: i programmi prevedono inoltre piani alimentari personalizzati, elementi di diagnostica genetica e metabolica all’avanguardia, protocolli di esercizio fisico personalizzato, oltre a sessioni di terapie complementari e medicina naturale. L’equilibrio tra gli elementi che costituiscono la base dell’ approccio alla salute di Terme di Chianciano Institute for Health concorre al raggiungimento dei corretti stili di vita e di migliori livelli di salute, equilibrio e benessere psicofisico della persona.

Sla, su “Frontiers” articolo AriSLA su positivo impatto ricerca finanziata

Sla, su “Frontiers” articolo AriSLA su positivo impatto ricerca finanziataRoma, 7 ago. (askanews) – La ricerca finanziata da AriSLA, Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, ha contribuito notevolmente a generare conoscenza sulla SLA con il principale obiettivo di trovare una terapia efficace per contrastare questa grave malattia. È quanto emerge dall’articolo pubblicato di recente sulla rivista scientifica ‘Frontiers’ in cui AriSLA riporta un’attenta analisi quantitativa e qualitativa dei progetti di ricerca sulla SLA finanziati e delinea la linea strategica futura.

“Siamo molto soddisfatti di questa pubblicazione – sottolinea il Presidente di Fondazione AriSLA, Mario Melazzini – in cui abbiamo voluto condividere dati che evidenziano come anche un ente come AriSLA, di dimensioni più contenute rispetto ad altre charity presenti in ambito internazionale, sia riuscita a fare la differenza, finanziando ricerca che ha avuto un impatto molto positivo sulla comunità scientifica internazionale che si occupa di SLA. In questi 13 anni di attività, abbiamo pubblicato 16 bandi per finanziare nuovi progetti, investito quasi 15milioni di euro in ricerca, finanziato 98 progetti e sostenuto 143 ricercatori italiani, con l’obiettivo di ‘attaccare’ la SLA su più fronti, dai meccanismi cellulari alla base dell’insorgenza e progressione della malattia fino all’identificazione e sperimentazione di approcci terapeutici. Nei mesi scorsi abbiamo definito un nuovo piano strategico della ricerca, che si coniuga con una visione internazionale della ricerca sulla SLA, tracciata dal ‘National Institute of Neurological Disorders and Stroke’, con cui intendiamo favorire l’interazione tra ricercatori di base e clinici per una ricerca ‘clinicamente informata’, dando priorità a studi che abbiano maggiore potenzialità di ricaduta sulla vita dei pazienti”. “I nostri punti di forza sono diversi – spiega il Responsabile scientifico AriSLA, Anna Ambrosini -. Uno di questi è certamente rappresentato dal processo di revisione dei progetti, molto rigoroso, adottato da sempre da AriSLA che ha portato alla selezione di studi di altissima qualità e innovatività, così come è stato rilevante il costante lavoro di monitoraggio sugli esiti di questi progetti svolto dall’ufficio scientifico. E poi è stato premiato l’aver scommesso, attraverso il finanziamento dei ‘Pilot’, su progetti di ricerca ampiamente esplorativi che hanno permesso di attrarre giovani ricercatori di altri ambiti e incentivarli ad intraprendere un nuovo percorso di studio sulla SLA. Infine, dai dati raccolti emerge come nel tempo il nostro impegno abbia formato una forte massa critica di ricercatori determinati a sviluppare progettualità concrete con l’unico fine di arrivare a terapie efficaci”.

Nell’articolo pubblicato su ‘Frontiers’ AriSLA descrive in modo dettagliato il processo di selezione dei progetti e le analisi bibliometriche e le indagini compiute sulla ricerca finanziata, dalla ricerca di base, alla preclinica e clinica. A seguire sono stati riportati i risultati raggiunti e quale sia l’orientamento della ricerca AriSLA. Uno degli strumenti utilizzati dalla Fondazione per rappresentarlo è il Triangolo della ricerca biomedica, una rappresentazione grafica di come si collocano le pubblicazioni scientifiche derivate dai progetti AriSLA, ad oggi 373. Nel Triangolo gli studi molecolari in vitro sono posizionati nell’angolo in basso a sinistra, quelli condotti sui modelli animali in basso a destra, e all’apice la ricerca condotta sull’uomo. Il Triangolo della ricerca di AriSLA indica che le pubblicazioni sono principalmente concentrate sullo studio dei meccanismi molecolari. Gli studi preclinici hanno prodotto pubblicazioni che si trovano al centro del triangolo e rivelano una progressione verso la rilevanza per la clinica, posizionandosi lungo la bisettrice del triangolo che sale verso l’apice della ricerca sull’uomo, dove sono posizionati gli articoli derivati da studi clinici, genetici e tecnologici. Considerando anche che numerosi studi preclinici finanziati da AriSLA sono ancora in corso, sarà interessante per la Fondazione continuare a monitorare in futuro il loro posizionamento nel Triangolo della ricerca biomedica.

Salute mentale, Fond. Di Liegro: aumentano le richieste di aiuto

Salute mentale, Fond. Di Liegro: aumentano le richieste di aiutoMilano, 2 ago. (askanews) – Continua a crescere il numero di persone che si rivolgono ogni giorno allo sportello di supporto della Fondazione Don Luigi Di Liegro, per affrontare problemi di salute mentale. Dopo aver registrato un aumento progressivo di chiamate negli anni precedenti alla pandemia, dal 2022 si è registrato un nuovo incremento di domande al Servizio di supporto e orientamento socio-sanitario (Soss. Nei primi cinque mesi del 2023 le richieste sono state 134. I dati fin qui raccolti dalla Fondazione Di Liegro portano a stimare circa 300 richieste complessive entro la fine dell’anno, contro le circa 200 in media l’anno, con un aumento del 50%.

Nel 60% dei casi le richieste provengono dalla popolazione femminile. Sono infatti le donne che più frequentemente interpellano i servizi per i disturbi dei loro congiunti e se ne fanno carico in seno alla famiglia. Un numero consistente di richieste riguarda persone in stato di disagio mentale in età matura (dai 31 ai 60 anni), il 65% del totale, mentre il 23% proviene dalla fasce più giovani (Under 30) e il 12% dalle persone anziane. Se nel 2018 gli utenti che hanno contattato il SOSS provenivano in massima parte dal contesto metropolitano di Roma, nell’ultimo anno il 44% dei fruitori del servizio riguarda persone residenti nel resto del Lazio (9%) e in altre regioni del Paese (35%). Il 36% degli utenti si rivolge al servizio per ottenere informazioni riguardo le attività dei laboratori di tipo espressivo-occupazionale che la Fondazione Di Liegro organizza da oltre dieci anni. Un quarto delle richieste registrate nei primi cinque mesi di quest’anno sono invece finalizzate a individuare uno specifico servizio di salute mentale adatto ad affrontare il proprio disagio o quello di un congiunto. Nel 24% dei casi l’utenza si rivolge alla Fondazione chiedendo un supporto per identificare professionisti come psicologi o psichiatri che possano offrire consulenza e una guida per orientarsi nell’intricato servizio sanitario nazionale. Per le richieste inerenti ai giovani, sono spesso i genitori a rivolgersi allo sportello chiedendo un supporto mirato a risolvere le problematiche dei figli. Quanto alle persone anziane, spesso la richiesta riguarda l’esigenza di ricercare una soluzione abitativa, mentre tra i familiari di utenti con disagio psichico che contattano il SOSS si riscontra una domanda specifica di colloqui di sostegno e di far parte di un gruppo di “auto-mutuo aiuto”. Talvolta lo sportello viene interpellato anche per “denunciare” una carenza, un’omissione o un trattamento ritenuto ingiusto da parte di una struttura o di un servizio pubblico o privato.

Lo sportello di supporto – servizio di ascolto, informazione e orientamento aperto dal 2014 – sarà attivo anche durante l’intero mese di agosto. Il Soss viene gestito da psicologi professionisti, laureandi e volontari, che si mettono a disposizione, e fattivamente in ascolto dei richiedenti, registrandone la “domanda” in modo anonimo. La richiesta viene dunque analizzata e presa in carico dagli operatori che assistono gli utenti indirizzandoli presso le strutture sanitarie sul territorio più adatte alle specifiche esigenze di salute. Una funzione, quella dello sportello di ascolto, ritenuta fondamentale dalla Fondazione, considerata la missione di orientamento e advocacy delle istanze dei più fragili. Disponibilità e attenzione alla reale efficienza dei servizi che ripercorre l’impronta etica dell’ispiratore della Fondazione, Don Luigi Di Liegro, già fondatore della Caritas Diocesana. La Fondazione Di Liegro si occupa infatti da oltre 20 anni di assistere le persone che affrontano disagi legati alla salute mentale.

Vaccinazioni pediatriche, Gimbe: nel 2021 solo il Lazio centra target

Vaccinazioni pediatriche, Gimbe: nel 2021 solo il Lazio centra targetMilano, 2 ago. (askanews) – L’emergenza Covid ha determinato, negli anni 2020 e 2021, un ritardo rilevante nell’erogazione delle vaccinazione obbligatorie pediatriche (anti-poliomielite, anti-morbillo e anti-varicella). Secondo quanto emerge da una recente analisi condotta dalla Fondazione Gimbe per valutare – sulla base dei dati pubblicati dal Ministero della Salute – l’impatto della pandemia sulle coperture delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, il Lazio è l’unica regione italiana ad aver raggiunto i target per tutte le tre le vaccinazioni obbligatorie nel 2021. Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Umbria e Veneto raggiungono i target previsti per i vaccini anti-poliomielite e anti-morbillo, ma non per il vaccino anti-varicella. Infine, Campania, Friuli Venezia Giulia e Molise raggiungono i target raccomandati solo per il vaccino anti-poliomielite, per il quale la Provincia Autonoma di Bolzano (75,62%) si colloca in ultima posizione.

Sul fronte delle vaccinazioni raccomandate, per l’anti-meningococco B solo la Lombardia supera il target raggiungendo una copertura del 95,61%. Le Regioni che non raggiungono il target mostrano valori che variano dal 49,95% della Provincia Autonoma di Bolzano al 91,84% delVeneto. Per la vaccinazione anti-pneumococcica le coperture variano dal minimo della Provincia Autonoma di Bolzano (71,71%) al massimo di Molise e Umbria (94,51%). Le coperture per l’anti-rotavirus, eccetto che nella Provincia Autonoma di Bolzano (39,68%) e in Valle d’Aosta (40,23%), si collocano sopra il 50% in tutte le Regioni, 11 delle quali superano il 75%: Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Sardegna e Veneto. Secondo la Fondazione Gimbe, le coperture vaccinali risultavano già insufficienti nel 2019, quando solo 14 Regioni raggiungevano il target per il vaccino esavalente, 9 per il trivalente, 3 per l’anti-pneumococco e nessuna per l’anti-varicella e l’anti-meningococco B. I dati del 2020 mostrano che la pandemia ha avuto un impatto rilevante sulla vaccinazione esavalente e trivalente, rispettivamente con una riduzione da 14 a 9 e da 9 a 3 Regioni che hanno raggiunto i target. Nel 2021, invece, si registra un parziale recupero per il vaccino trivalente, con 6 Regioni che raggiungono il target rispetto alle 3 del 2020. Tuttavia nel 2021 il livello delle coperture vaccinali rimane sotto ai target raccomandati, in particolare per i vaccini di introduzione più recente (anti-rotavirus e anti-meningococco).

“Se già nel 2019 – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe- i programmi divaccinazione pubblica mostravano difficoltà a raggiugere i target raccomandati a causa dell’esitazione vaccinale, la pandemia Covid-19, con l’inevitabile riorganizzazione dei servizi, il limitato accesso alle strutture sanitarie e la paura del possibile contagio, ha avuto un impatto rilevante sulle coperture vaccinali pediatriche. Tuttavia, l’entità della loro riduzione nel 2020 e il rapido recupero nel 2021 dimostrano che i servizi vaccinali del territorio hanno retto adeguatamente l’emergenza riuscendo a garantire, nella maggior parte delle Regioni, la continuità del servizio”.

Malattia di Huntington, al via in Italia lo studio clinico Pivot-HD

Malattia di Huntington, al via in Italia lo studio clinico Pivot-HDRoma, 25 lug. (askanews) – Prende avvio oggi in Italia lo studio clinico di fase 2A con PTC518, piccola molecola in grado di ridurre la proteina che causa l’Huntington, malattia rara ancora non curabile di cui si stima che in Italia soffrano 6.000 persone.

Lo screening del primo gruppo di partecipanti italiani allo studio Pivot-HD per il trattamento della malattia di Huntington è previsto a partire da oggi presso l’Unità Huntington e Malattie Rare dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), Centro Coordinatore per l’Italia, sotto la direzione del neuroscienziato Ferdinando Squitieri,responsabile dell’Unità Huntington e Malattie Rare dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza e direttore scientifico della Fondazione LIRH coinvolta nella sperimentazione. PIVOT-HD è uno studio clinico di fase 2A per verificare sicurezza, tollerabilità, dosaggio e testare un primo livello di efficacia di PTC518, una molecola selezionata tra oltre 300.000 per la sua capacità di superare la barriera ematoencefalica e arrivare anche in periferia, con l’obiettivo di ridurre i livelli della proteina huntingtina mutata, causa della malattia di Huntington.

La molecola PTC518 – spiega LIRH – si inserisce tra due esoni (le parti funzionali del Dna) e impedisce all’Rna (sorta di ‘fotocopia’ del Dna) di tradurre la proteina mutata, interferendo così con un meccanismo definito di ‘splicing’, che serve ad eliminare le parti non funzionali (quelle che non vengono tradotte) del gene. L’huntingtina mutata è responsabile della alterazione non solo di tessuti del sistema nervoso centrale, ma anche di aspetti metabolici e della funzione di organi periferici, aspetto spesso trascurato nello studio, e anche nella clinica, della malattia di Huntington.

Obiettivo principale di PIVOT-HD è quello verificare la sicurezza e la tollerabilità di PTC518, verificandone la capacità di riduzione dei livelli della proteina mutata sia nel cervello che negli organi periferici. La molecola sperimentale viene somministrata oralmente e non ha mostrato ad oggi effetti collaterali inattesi. “Tra le sperimentazioni che intendono agire direttamente sulla causa della malattia, riducendo i livelli di huntingtina, questa attualmente è la più attesa per almeno tre ragioni: 1) è quella nella fase più avanzata di studio e finora senza eventi avversi, 2) si assume per via orale 3) arriva non solo nell’encefalo ma anche negli organi periferici, dove la malattia è più subdola e meno riconoscibile. Sono entusiasta di iniziare quest’avventura come responsabile del Centro coordinatore per l’Italia”, dichiara Ferdinando Squitieri.

Lo studio attualmente viene condotto in Australia, Europa (Austria, Francia, Germania, Italia, Spagna Olanda, UK), Nuova Zelanda e Stati Uniti. “Come e più di altre volte, in questa sperimentazione il contributo della Fondazione LIRH sarà fondamentale, non solo in termini di comunicazione e coinvolgimento dei partecipanti, ma anche relativamente allo svolgimento di una parte significativa delle attività previste. Siamo fiduciosi che questa possa rappresentare una nuova opportunità per dare una ragionevole speranza alle migliaia di famiglie che convivono con questa difficile malattia rara. Condivideremo aggiornamenti il prossimo 2 Dicembre, in occasione del Convegno Annuale LIRH a Roma”, afferma Barbara D’Alessio, presidente e direttore esecutivo della Lega Italiana Ricerca Huntington.

Iss: in Italia 400 morti l’anno per annegamento e 800 ricoveri

Iss: in Italia 400 morti l’anno per annegamento e 800 ricoveriRoma, 25 lug. (askanews) – In Italia ogni anno – a fronte di circa 400 annegamenti (fatali) e di 800 ospedalizzazioni per annegamento – si contano circa 60.000 salvataggi (solo sulle spiagge), e più di 600.000 interventi di prevenzione da parte dei bagnini. La cifra è contenuta nel primo Rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione, istituito nel 2019 dal Ministero della Salute, a cura di Fulvio Ferrara, Enzo Funari e Dario Giorgio Pezzini, di prossima pubblicazione e di cui l’Istituto superiore di sanità anticipa alcuni contenuti in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione dell’annegamento.

Il Rapporto – informa l’Iss – è incentrato sugli annegamenti lungo i litorali marittimi, ma riporta anche una prima analisi di questi incidenti nelle acque interne, esamina il ruolo del servizio di sorveglianza e salvataggio nelle spiagge italiane, e descrive la fisiopatologia dell’annegamento. Per “acque interne” si intende una grande varietà di corpi idrici: non solo fiumi e laghi, ma anche torrenti, canali, bacini artificiali, rogge, cave e stagni. Fra il 2016 e il 2021, in questi luoghi si sono registrati in media 78 decessi all’anno, un numero particolarmente alto, se si considera che vengono frequentati da un numero limitato di persone. In Italia, nei primi anni ’70, gli annegamenti erano quasi 1.400 all’anno, per andarsi poi a ridurre fino al valore di circa 400/anno alla fine degli anni ’90. Tra le cause che hanno prodotto questa riduzione degli annegamenti in Italia va annoverato senza dubbio l’apprendimento del nuoto, in genere nelle piscine, l’educazione alla sicurezza in acqua della popolazione, e, certamente, la crescente presenza dei bagnini e la loro maggiore professionalità.

Nel periodo considerato (2016 – 2021), ogni anno si sono registrati in media 26 annegamenti di persone che non sanno nuotare, con il 62% dei casi che ha interessato immigrati, e altrettanti per le correnti di ritorno; gli annegamenti improvvisi, ossia a causa di un malore, sono in media 58 per stagione balneare, circa 5 per attività sportive e poco meno per caduta in acqua. “I dati disponibili sugli annegamenti indicano la necessità di predisporre un Piano Nazionale per la Sicurezza delle Spiagge – spiegano gli autori -, come d’altra parte raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Piano dovrebbe contenere, da un lato indicazioni per elaborare una regolamentazione normativa uniforme, specificando tra i vari aspetti gli ambiti di competenza istituzionale a livello nazionale e territoriale, e dall’altro delle misure di prevenzione di immediato approntamento come standard minimo necessario per le aree di balneazione su tutto il territorio nazionale”.

Alla stesura del Rapporto hanno partecipato: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, ISPRA, Corpo delle Capitanerie di Porto, Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero (GNRAC), Anci, Società Nazionale di Salvamento, Ospedale del Bambin Gesù.

Caldo, Fiaso: +30% gli arrivi ai pronto soccorso degli ospedali

Caldo, Fiaso: +30% gli arrivi ai pronto soccorso degli ospedaliRoma, 24 lug. (askanews) – Gli ospedali stanno potenziando la risposta all’emergenza caldo per far fronte all’aumento del numero di pazienti che cercano assistenza presso i pronto soccorso.

“Stiamo registrando un aumento medio di accessi del 30% e le aziende sanitarie e ospedaliere stanno modulando la capacità di accoglienza, con posti letto aggiuntivi nelle medicine interne o ambulatori dedicati ai codici minori per alleggerire il carico di accessi nei pronto soccorso”, spiega Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere-Fiaso. L’attuale situazione climatica, caratterizzata da temperature elevate e ondate di calore prolungate, ha posto notevoli sfide al sistema sanitario, ma grazie alla collaborazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, – dichiara Fiaso – si sta rispondendo con tempestività ed efficienza all’aumento della domanda di cure mediche.

“Non deve mancare in questo momento il supporto dei medici di medicina generale e dei servizi territoriali o nei pronto soccorso la situazione diventerà critica”, aggiunge Migliore. È bene ricordare ai cittadini di adottare precauzioni adeguate per proteggersi dalle alte temperature e utilizzare i Pronto Soccorso solo in caso di effettiva necessità. Le aziende sanitarie hanno promosso campagne di sensibilizzazione, attivato numeri verdi e servizi di assistenza domiciliare, incoraggiando la popolazione a prendere misure preventive per evitare i problemi di salute legati alle alte temperature.

Ricerca, Covid: disturbi neurologici meno frequenti nel tempo

Ricerca, Covid: disturbi neurologici meno frequenti nel tempoRoma, 24 lug. (askanews) – Disturbi neurologici meno frequenti e nella maggioranza dei casi, risolti, spesso anche in tempi brevi, nelle ondate pandemiche successive alla prima. Questi gli esiti dello studio Neuro-Covid Italy, promosso dalla Società Italiana di Neurologia (Sin), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Neurology”, giornale ufficiale della American Academy of Neurology.

I disturbi neurologici associati all’infezione da Covid-19, chiamati collettivamente con il termine “neuro-Covid”, sono tra gli aspetti più allarmanti, controversi e meno compresi della recente pandemia. Si tratta di sintomi e malattie diverse – dall’encefalopatia acuta (ovvero un grave stato confusionale, con disorientamento e allucinazioni) fino all’ictus ischemico, l’emorragia cerebrale, le difficoltà di concentrazione e memoria, la cefalea cronica, la riduzione dell’olfatto e del gusto, alcune forme di epilessia e di infiammazione dei nervi periferici. Il progetto Neuro-Covid Italy ha coinvolto 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino ed è stato coordinato dal Prof. Carlo Ferrarese, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano-Bicocca presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.

Lo studio, ideato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano (Prof. Vincenzo Silani e Alberto Priori, rispettivamente direttore del Dipartimento di Neuroscienze di Auxologico IRCCS e direttore della Clinica Neurologica III, Polo Universitario San Paolo) e di Milano-Bicocca (Prof. Carlo Ferrarese), è stato presentato al Comitato Etico di Auxologico IRCCS a Milano il 26 Marzo 2020, ed è durato per un periodo di 70 settimane, da Marzo 2020 fino a Giugno 2021, con un successivo follow-up fino a Dicembre 2021. Su quasi 53.000 pazienti ospedalizzati per Covid-19, circa 2.000 pazienti erano affetti da disturbi neuro-Covid e sono stati seguiti per almeno 6 mesi dopo la diagnosi, per analizzare l’evoluzione dei disturbi.

“Lo studio Neuro-Covid Italy è stato un grande lavoro di squadra, svolto con impegno e dedizione da 160 neurologi impegnati in prima linea durante il periodo più duro della pandemia – afferma Carlo Ferrarese, coordinatore dello studio -. Lo studio è stato promosso dalla Società Italiana di Neurologia, che fin dall’inizio ha supportato tutte le attività di ricerca”. Il dott. Simone Beretta, neurologo presso la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza e primo autore dello studio sottolinea l’importanza dei risultati ottenuti. “Un primo dato importante è che i disturbi neuro-Covid sono diventati gradualmente meno frequenti ad ogni successiva ondata pandemica, passando da circa l’8 per cento della prima ondata a circa il 3 per cento della terza ondata. Questo indipendentemente dalla severità respiratoria del virus e prima dell’arrivo dei vaccini. La ragione più probabile di questa riduzione sembra quindi legata alle varianti stesse del virus, che passando da quella originale di Wuhan fino a Delta hanno reso il virus meno pericoloso per il sistema nervoso. Con la variante Omicron e l’uso dei vaccini, la situazione è andata ulteriormente migliorando e i disturbi neuro-Covid sono ora diventati molto rari”.

Un secondo dato, riguarda il recupero neurologico nei mesi successivi all’infezione, come spiega il professore Carlo Ferrarese. “In oltre il 60 per cento dei pazienti c’è stato una risoluzione completa dei sintomi neurologici oppure la persistenza di sintomi lievi, che non impediscono le attività della vita quotidiana. Questa percentuale arriva a oltre il 70 per cento per i pazienti in età lavorativa, tra i 18 e i 64 anni”. “Non bisogna però dimenticare che – prosegue Ferrarese – in circa il 30 per cento dei pazienti, i sintomi neurologici sono durati oltre i 6 mesi dall’infezione. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda i pazienti con ictus associato all’infezione da Covid, che nelle prime ondate sono stati gravati anche da una elevata mortalità intraospedaliera. Ma anche per i disturbi cognitivi, della concentrazione e della memoria, la risoluzione dei sintomi è stata molto più lenta rispetto ad altre condizioni neurologiche, tanto da rientrare in quella che è stata chiamata sindrome long-Covid. Questa nuova sindrome è attualmente seguita in molti centri neurologici coinvolti nello studio”. Il Professor Alberto Priori, direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia e della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Milano presso il Polo Universitario San Paolo alla ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, che con i suoi collaboratori ha descritto per primo i disturbi cognitivi associati al Covid, rileva inoltre che “se, quando e quanto l’infezione da Sars-Cov-2 potrà determinare un incremento del rischio di patologie neurologiche ad essa correlate a distanza di anni rimane ovviamente da essere studiato. Visti i dati della pandemia appena finita, i numeri potrebbero ipoteticamente essere importanti. Ciò implica che i sistemi sanitari europei oltre che le società scientifiche dovranno monitorare attentamente il quadro neuro-epidemiologico e dedicare sin da ora risorse specifiche a tale osservazione nel tempo”. “Lo studio Neuro-Covid Italy ci rende orgogliosi – conclude Vincenzo Silani – per avere intuito precocemente il coinvolgimento del sistema nervoso nella pandemia legata al Covid ed avere così determinato la raccolta dei dati nella penisola tracciando una prima valutazione dell’impatto neurologico in acuto e nel lungo termine della pandemia”.