I ragazzi del Bambino Gesù in concerto per la Festa della MusicaRoma, 22 giu. (askanews) – Un’orchestra di 30 elementi, grandi e piccoli, molti seguiti al Bambino Gesù, e alcuni piccoli ricoverati musicisti per un giorno. Sono gli ingredienti della Festa della Musica all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede di Santa Marinella nell’ambito delle iniziative promosse in tutta Italia dal Ministero della Cultura.
Sul “palco” dell’ospedale in riva al mare, i musicisti dell’Orchestra inclusiva Euterpe, un ensemble composto da bambini e ragazzi con disabilità accompagnati da ricercatori, terapisti, caregiver, volontari, musicisti amatoriali e professionisti con il compito principale di svolgere attività terapeutiche attraverso la musica. Il gruppo è diretto dal maestro Tommaso Liuzzi, ricercatore e musicoterapeuta della Neuroriabilitazione del Bambino Gesù. Il repertorio proposto alle famiglie dei bambini dell’Ospedale ha spaziato dalla musica classica a brani contemporanei e popolari, tra l’entusiasmo della platea e dei giovanissimi musicisti. Come fuori programma, l’esibizione spontanea di un ragazzo ricoverato che si è cimentato alla tastiera.
La musicoterapia è parte integrante del processo di cura per tanti bambini dell’Ospedale: è una tecnica riabilitativa, scientificamente validata, per la stimolazione multisensoriale dei pazienti con disabilità motorie e neurologiche attraverso l’uso combinato – secondo le necessità di ciascuno – di suoni, musiche, immagini, aromi, oggetti, strumenti e luci.
Track Tour Bamca del Cuore: riparte Campagna Prevenzione CardiovascolareRoma, 22 giu. (askanews) – Dopo il grande successo delle scorse edizioni, il 25 giugno riparte a grande richiesta la Campagna Nazionale di Prevenzione Cardiovascolare “Truck Tour Banca del Cuore 2023” parte del più ampio Progetto Nazionale di Prevenzione Cardiovascolare “Banca del Cuore”. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, sin dal suo esordio nel 2017 ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, di Rai-Responsabilità Sociale e di Federsanità-ANCI. Il Progetto Nazionale di Prevenzione Cardiovascolare Banca del Cuore, da sempre attivo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari si mette gratuitamente a disposizione della popolazione con screening cardiologici volti non solo alla prevenzione, attraverso la riduzione dei principali fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, ma anche e soprattutto per aiutare la popolazione generale a scoprire eventuali effetti cardiologici, ancora misconosciuti e non evidenti sul proprio sistema cardiovascolare. Nel corso dei prossimi 6 mesi, da giugno a novembre un Jumbo Truck appositamente allestito tornerà a fare tappa nel cuore di oltre 26 città italiane, per offrire a tutti i cittadini la possibilità di sottoporsi ad uno screening cardiologico completo e gratuito che comprende: screening di prevenzione cardiovascolare comprensivo di esame elettrocardiografico e screening aritmico; stampa dell’elettrocardiogramma con tutti i valori pressori e anamnestici presenti su BancomHeart; screening metabolico con il rilievo (estemporaneo) di 9 parametri metabolici con una sola goccia di sangue: Colesterolo Totale, Trigliceridi, Colesterolo HDL, Rapporto Colesterolo HDL/LDL, Colesterolo LDL, Colesterolo non HDL, Glicemia Fast, Emoglobina glicata e Uricemia; stampa del profilo glicidico, lipidico, uricemico e del proprio rischio cardiovascolare; consegna del kit di 19 opuscoli di prevenzione cardiovascolare realizzati dalla Fondazione per il Tuo cuore; rilascio della card BancomHeart attiva.
Durante la permanenza del Truck nelle singole città, si svolgeranno inoltre dibatti e incontri sul tema della prevenzione delle malattie cardiovascolari destinati a clinici. Grazie al Progetto Banca del Cuore, ideato dal prof. Michele Gulizia e coordinato dal Settore Operativo Autonomo “Banca del Cuore” della Fondazione per il Tuo cuore, a tutti i cittadini che afferiranno al Truck verrà consegnata una BancomHeart personale, una card unica al mondo che permette l’accesso 24 ore su 24 al proprio elettrocardiogramma, ai valori della pressione arteriosa, alle patologie sofferte, alle terapie assunte, agli stili di vita praticati e a tutti gli esami cardiologici e di laboratorio eseguiti. Tutti i dati verranno in tal modo custoditi in una “cassaforte” virtuale che consente, attraverso una password segreta conosciuta solo dall’utente, di connettersi dall’Italia e/o dall’estero alla “Banca del Cuore” per consultare o scaricare i propri dati clinici ogni volta che lo si desidera, o metterli a disposizione del proprio medico curante o a quello di un Pronto Soccorso in caso di emergenza sanitaria. Il Truck attraverserà l’Italia e sosterà per tre giorni nelle più belle piazze per raggiungere i cittadini direttamente a casa loro, ponendo così l’attenzione sulla prevenzione cardiovascolare con l’obiettivo di ridurre le morti cardiache che restano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese. Le città coinvolte quest’anno saranno in ordine: Firenze, Perugia, Rieti, Roma, Salerno, Matera, Lecce, Bari, Pescara, Ancona, Acri, Cosenza, Motta S. Lucia, Reggio Calabria, Catania, Palermo, Oristano, Savona, Casale Monferrato, Torino, Aosta, Biella, Milano, S. Donà di Piave (VE), Udine e Piacenza.
Lotta ai tumori del seno, seconda edizione di Polo for the CureRoma, 21 giu. (askanews) – Al via la seconda edizione del torneo Polo for the Cure a favore di Komen Italia che si terrà nella splendida cornice dell’Acquedotto Romano Polo Club dal 28 giugno al 2 luglio. La location che ospiterà l’iniziativa nasce grazie allo spirito imprenditoriale di Marco e Massimiliano Elser che hanno rilevato e trasformato un’azienda agricola di 80 ettari semi abbandonata in un meraviglioso circolo di Polo ad impatto zero, all’insegna del rispetto per la natura e della filosofia bio. Il circolo offre lezioni di Polo a chi volesse avvicinarsi a questo sport. I lavori di restauro hanno portato a nuova luce un acquedotto alessandrino del III sec. (da cui il nome del circolo) che si staglia maestoso lungo il viale che percorre la tenuta, resa ancora più bella dagli oltre 2000 alberi. Una cornice unica che rende imperdibile questa manifestazione di solidarietà.
Un torneo charity interamente al femminile con giocatrici internazionali di altissimo livello che il 27 giugno sfileranno nel cuore di Roma in sella ai loro cavalli, da Piazza del Popolo a Largo Goldoni, grazie alla collaborazione con l’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale. Il torneo è aperto a tutti. Le partite inizieranno il 28 giugno e proseguiranno fino al 2 luglio, data in cui si terranno le finali e il grande evento a favore di Komen Italia, associazione impegnata nella promozione della prevenzione del tumore del seno e nella realizzazione di progetti per la tutela della salute femminile. Per partecipare è richiesta una donazione minima di 30 Euro. Oltre alla manifestazione sportiva, avranno luogo numerose attività collaterali e spettacoli tra cui l’esibizione dei Marines (con la presentazione della “Colour Guard” per la celebrazione dell’Indipendence Day), dei carabinieri a cavallo ed uno show aereo acrobatico. Per finire un suggestivo spettacolo pirotecnico al tramonto. Tra gli ospiti sono attesi numerosi ambasciatori, molti rappresentanti della comunità statunitense in Italia, donne in rosa (accomunate dall’esperienza del tumore del seno). Lo scorso anno il ricavato del Polo for the Cure è stato di 36.000 euro che hanno concorso all’acquisto di un mammografo. L’obiettivo della seconda edizione è quello di raccogliere fondi per finanziare il programma di “attività fisica adattata” (AFA) presso il Centro di Terapie Integrate di Komen Italia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Il legame tra sport, salute e solidarietà è da sempre l’elemento distintivo dell’attività di Komen Italia impegnata, anche attraverso la Race for the Cure, la più importante manifestazione al mondo per la lotta ai tumori del seno, a diffondere la cultura dei corretti stili di vita.
A sostegno della manifestazione ci saranno importanti realtà pubbliche e private tra cui l’Assessorato allo Sport, Grandi Eventi, Turismo e Moda di Roma Capitale, rappresentato dall’Assessore Alessandro Onorato, FISE, la Federazione Italiana Sport Equestri, rappresentata dal Presidente Marco Di Paola e dal Responsabile Dipartimento Polo Alessandro Giachetti. Per Alessandro Onorato, assessore allo Sport, Grandi Eventi, Turismo e Moda di Roma Capitale, “La prevenzione non può essere un lusso ma deve essere una concreta possibilità a disposizione di tutte. Lo sport è il veicolo più efficace per sensibilizzare le persone alla cura del proprio corpo. Complimenti alla Komen Italia, Marco Elser, Roma Polo Club e alla Fise per quest’iniziativa che abbiamo voluto portare in una location importante come Via del Corso per far vivere l’evento anche nel centro della città, garantendo maggiore visibilità”.
“Il cavallo atleta consente di condividere momenti di sport e agonismo ai massimi livelli. Non dobbiamo dimenticarci però – spiega Marco Di Paola, presidente della Federazione Italiana Sport Equestri – che il cavallo oltre a un compagno di vita può essere in qualsiasi circostanza un vero e proprio terapeuta. Per questo dobbiamo essere felici se gli sport equestri fanno da volano a progetti sociali come “Polo for the Cure”. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione che vede non solo il cavallo ma anche la donna al centro dell’attenzione in uno sport che registra il 70% di donne tra i tesserati alla FISE e in cui uomini e donne competono nelle stesse categorie”. “Ringrazio Marco e Flaminia Elser per aver organizzato la seconda edizione del Polo for the Cure. L’anno scorso è stato un grande successo – ha detto Violante Guidotti Bentivoglio, CEO di Komen Italia – e sono certa che anche quest’anno tantissime persone sosterranno questa bellissima manifestazione tutta al femminile. Con i fondi raccolti Komen Italia si impegnerà a finanziare il programma di ‘attività fisica adattata’ (AFA) presso il Centro di Terapie Integrate del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, che consiste in una pratica motoria strutturata, articolata in programmi di esercizio fisico con tipologia e intensità regolate in base alle condizioni cliniche funzionali del paziente. Diversi studi hanno dimostrato che in pazienti che devono sottoporsi a un intervento chirurgico per tumore, un programma di ‘preabilitazione’ da svolgere qualche settimana prima con costanza riduce il tempo necessario al recupero, migliora i risultati funzionali, psicologici ed oncologici. Si tratta di un programma ‘prehab’ integrato che prevede camminate veloci o jogging, allenamenti specifici per muscoli e articolazioni, raccomandazioni alimentari, sostegno psicologico per ridurre lo stress ed incoraggiare l’astensione da fumo e alcol, monitoraggio della qualità del sonno”.
“Il Centro Komen Italia presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS è un centro di eccellenza per integrare le cure oncologiche tradizionali con terapie scientificamente validate, utili a dare risposte ai bisogni meno ascoltati delle pazienti con l’obiettivo di praticare una medicina centrata sulla persona e non sulla malattia, con piani terapeutici personalizzati che rispondano ai bisogni meno ascoltati delle pazienti, aiutandole così ad assumere un ruolo più attivo nel processo di guarigione”.
Covid, aumentati disturbi sessualità nei giovani e tra le coppieRoma, 21 giu. (askanews) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza Covid 19, ma paure, restrizioni e cambiamento dello stile di vita hanno lasciato conseguenze visibili anche nella sfera sessuale. “Con l’isolamento – spiega la psicoterapeuta e sessuologa Elena Vittoria Longhi, esperta del Centro di medicina sessuale dell’ospedale San Raffaele di Milano – patologie latenti sono diventate improvvisamente evidenti. Si sono presentati tratti narcisistici esasperati e persecutori, come l’ossessione di avere un membro perfetto, una compulsività sessuale che va oltre la normale sessualità, fino agli atteggiamenti autodistruttivi come tagliarsi e ferirsi di proposito”.
Un’emergenza che è stata affrontata insieme allo psichiatra Furio Ravera nel seminario “Sessualità è…” alla Clinica Le Betulle di Appiano Gentile (Como) con focus su comportamenti narcisistici e ossessivi compulsivi. Le più interessate da questi effetti post pandemici sono le nuove generazioni, così come le persone che avevano una personalità fluida latente, che hanno cercato l’evasione attraverso droghe, alcol e cibo o, per l’appunto, sesso online, soprattutto come effetto della mancata socialità e affettività. La pandemia ha generato conflitti anche nella vita di coppia alle prese con disfunzioni sessuali di natura psicogena, ovvero legate a specifici accadimenti che hanno stravolto l’equilibrio degli individui: “Si pensi alle conseguenze economiche della pandemia con perdita di lavoro, cassa integrazione, o alle conseguenze personali, come la perdita o la morte del partner: bruschi cambiamenti negativi che hanno inciso fortemente sulla sfera sessuale delle persone”.
Per ognuna di queste situazioni, che richiedono di essere studiate in una prospettiva multidisciplinare e ad hoc su ciascuna persona, l’intervento di un sessuologo è fondamentale: “Il sessuologo – è la metafora scelta dalla dott.ssa Longhi – è come un sarto che deve saper cucire l’abito giusto per il suo paziente, in un’équipe formata di volta in volta da una serie di professionisti, che ne richiedono l’intervento. Al paziente il medico curante non dice hai bisogno di un sessuologo, ma ho bisogno che tu vada da un sessuologo. In questo modo il paziente si sente co-terapeuta nella ricerca del suo benessere psico fisico. Il sessuologo in questo senso è un facilitatore di processo”.
Salute italiani a rischio fra cattivi stili vita e Ssn sempre più fragileRoma, 21 giu. (askanews) – La salute degli italiani è in serio rischio, colpita da cattivi stili di vita e poca prevenzione, nonché da un invecchiamento irrefrenabile della popolazione che vede, in assenza di una quota sufficiente di nuovi nati (nel 2021 i nati sono stati poco più di 400 mila, 4.500 in meno rispetto al 2020), l’età media degli italiani superare i 46 anni; l’età media del Bel Paese supererà i 50 anni tra meno di 30 anni, quando con pochi bambini diverremo un popolo di anziani e adulti attempati. Tutto ciò rischia di entrare in rotta di collisione con un sistema sanitario sempre più fragile e sotto-finanziato, specie se lo si confronta con i sistemi sanitari dell’Unione Europea. E’ l’allarme lanciato oggi dal Rapporto Osservasalute, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, giunto alla XX edizione.
I dati parlano chiaro: nel 2022 la spesa sanitaria pubblica si è attestata a 131 miliardi (6,8% del PIL), la spesa a carico dei cittadini a circa 39 miliardi (2% del PIL). I confronti internazionali evidenziano, nel 2020, che la spesa sanitaria dell’Italia, a parità di potere d’acquisto, si è mantenuta significativamente più bassa della media UE-27, sia in termini di valore pro capite (2.609 vs 3.269) che in rapporto al PIL (9,6% vs 10,9%). Il nostro Paese si colloca al tredicesimo posto della graduatoria dei Paesi UE per la spesa pro capite, sotto Repubblica Ceca e Malta e molto distante da Francia (3.807 pro capite) e Germania (4.831), mentre la Spagna presenta un valore di poco inferiore a quello dell’Italia (2.588). Germania, Olanda, Austria e Svezia sono i Paesi con la spesa pro capite, a parità di potere d’acquisto, più elevata, prossima o superiore ai 4.000. Per la spesa sanitaria rispetto al PIL, l’Italia occupa la decima posizione insieme alla Finlandia. Francia e Germania sono i Paesi con l’incidenza più elevata, superiore al 12%; i confronti internazionali confermano che la spesa sanitaria in Italia, anche nel primo anno di pandemia, si colloca su livelli inferiori rispetto a quelli di altri importanti Paesi dell’UE (Francia e Germania) e al di sotto della media europea, sia in termini di valore pro capite (2.609 vs 3.269) sia in rapporto al PIL (9,6% vs 10,9%). Il peso della pandemia si avverte con l’eccesso di mortalità registrato in Italia nel 2020 rispetto al periodo pre-pandemico, che è del +10,2%, tra i più elevati in Europa (anche se il dato potrebbe essere in realtà l’effetto di una sotto-notifica dei decessi COVID-19 negli altri stati membri), superato solo da alcuni Paesi come Spagna e Polonia (rispettivamente 11,0% e 13,2%). La media dei Paesi UE-27 è pari a +5,7%. Nel 2021 l’eccesso italiano (+3,6%) scende sotto la media europea (+7,0%), che rimane elevata a causa dell’impennata nell’eccesso di mortalità nei Paesi dell’Est-Europa (tra questi Bulgaria con +32,3% e Polonia con +21,6%). L’elevato eccesso di mortalità registrato nei due anni di pandemia si è tradotto in una diminuzione della speranza di vita in quasi tutti i Paesi europei con una perdita in media di 1,2 anni di vita attesa nel 2021 rispetto al 2019. L’effetto complessivo sulle aspettative di vita è ancora negativo in tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione di Lussemburgo (+0,1 anni), Malta e Svezia (stesso livello nel 2019 e nel 2021). L’analisi della mortalità evitabile riconducibile ai servizi sanitari (amenable mortality) – che nel periodo 2018-2019 è pari a 63,98 per 100.000 mentre era 65,53 nel biennio 2016-2017-, mostra che, nonostante la diminuzione complessiva del dato, è ancora molto alta la quota di decessi attribuibili ai tumori e alle malattie cardiocircolatorie: infatti, il 70% dei decessi evitabili registrati negli ultimi 2 anni disponibili è dovuto, ai tumori maligni del colon e del retto (19,13%), alle malattie cerebrovascolari (17,96%), ai tumori maligni della mammella (16,88%) e malattie ischemiche del cuore (16,03%). Questi decessi si sarebbero potuti evitare se le condizioni che li hanno causati fossero state intercettate per tempo con le campagne di screening. I valori più bassi tra le regioni si registrano nella PA di Trento (46,42 per 100.000) e più alti in Campania (81,41 per 100.000).
“In Italia si corre il rischio di avere una tempesta perfetta, cioè da un lato l’aumento dei fattori di rischio per diverse malattie legati sia alla demografia della popolazione, sia all’epidemiologia con un importante aumento delle malattie croniche – sottolinea il professor Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute e ordinario di Igiene Generale e Applicata Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica Università Cattolica, Campus di Roma, nonché Presidente del Mission Board for Cancer, Commissione Europea – e dall’altro il deterioramento forte di un Servizio Sanitario Nazionale che riesce sempre meno a garantire anche i servizi essenziali. Si allungano le liste d’attesa, mentre i pronto soccorso sono sempre più affollati e sempre più in ritardo, loro malgrado, nel dare risposte tempestive ai cittadini”. “Bisogna che la salute e la sanità diventino una priorità dei decisori – aggiunge Ricciardi – cosa che in questo momento non è, bisogna anche che la popolazione diventi più consapevole di questa emergenza sanitaria, perché molto spesso i cittadini si rendono conto di questo deficit assistenziale solo quando hanno un problema di salute. Bisognerebbe cercare di garantire alla più grande opera pubblica del Paese, che è il Servizio Sanitario Nazionale, adeguati finanziamenti e supporto in tutte le regioni italiane”.
Estate e sport binomio perfetto? Ortopedici Siot: attenzione ai rischiRoma, 19 giu. (askanews) – Estate e sport, binomio perfetto? Non sempre. Il divertimento è assicurato ma attenzione ai rischi: con le dovute accortezze e un’adeguata preparazione possiamo proteggerci da traumi e contusioni. Sono tanti gli sport da praticare nella stagione estiva, dal padel, al sup al beach volley e, ancora, nuoto in mare o piscina, corsa sulla spiaggia e trekking, un vero paradiso per chi ama l’attività fisica anche durante l’estate. “Conoscere la tecnica dello sport che si vuole praticare è importante – sottolinea Alberto Momoli, Presidente SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia Ospedale “San Bortolo”, Vicenza – e rispettare un’adeguata preparazione fisica prima di dedicarsi allo sport durante le vacanze estive è fondamentale per limitare il rischio di infortuni ai legamenti, muscoli e ossa. Spesso, infatti, chi pratica i più comuni sport in estate tende a farlo in modo amatoriale aumentando il rischio di stress muscolari, distorsioni e lesioni”.
Ecco il VERO/FALSO della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. PADEL “Migliora la coordinazione, mobilità e riflessi” – VERO I benefici del padel sono molteplici, a partire dalla condizione fisica perché permette di migliorare la coordinazione, la mobilità e i riflessi. È anche un valido esercizio cardiovascolare che aiuta a perdere peso e induce ad adottare una dieta più sana. Il padel aumenta, inoltre, la capacità cardio-respiratoria, contribuendo a ridurre alcuni rischi per la salute e rendendo il cuore più forte e più efficace. E’ uno sport che consente di attivare tutti i distretti muscolari e ha un impatto fisico importante, per questo l’infortunio è dietro l’angolo anche per i più preparati atleticamente. Gli infortuni riguardano soprattutto le articolazioni del ginocchio e della caviglia legati ai rapidi cambi di direzione con conseguenti torsioni, ma sono altrettanto frequenti patologie da sovraccarico, quali tendiniti sia degli arti superiori e inferiori e disturbi alla colonna vertebrale. “E’ uno sport adatto solo ai giovani” – FALSO La tipologia di questo sport e la possibilità di modularne l’intensità senza diminuire il divertimento consente di praticarlo anche in età più avanzata con le dovute cautele, una buona preparazione e con l’assoluta certezza di essere in grado, soprattutto da un punto di vista cardiovascolare (utile a questo riguardo una certificazione medico sportiva), di praticare uno sport che ha un discreto impatto fisico. SUP “Sono coinvolti tutti i gruppi muscolari” – VERO La posizione in piedi, con ovvio equilibrio precario e la necessità di mantenerlo grazie all’uso di una sola pagaia, fa esercitare e potenziare tutti i distretti muscolari: sono coinvolti i muscoli degli arti inferiori, degli arti superiori ma anche gli addominali e i dorsali. A questo si aggiunge un ottimo stimolo di tipo propriocettivo con risvolto positivo per tutte le articolazioni e per la dinamica intrinseca di questa attività. I vantaggi di questo sport sono direttamente proporzionali alle capacità tecniche. “È adatto anche per gli over 70” – FALSO L’utilizzo della tavola con la mono pagaia presuppone una buona elasticità muscolare, una discreta forza muscolare degli arti inferiori e soprattutto la presenza di riflessi validi e agilità articolare non sempre presenti nella popolazione anziana; tutto ciò è necessario per godere appieno del piacere di questo sport, ma soprattutto per evitare rischi di cadute che, per l’equilibrio precario e nonostante l’acqua che può in parte attutire gli effetti di una caduta, sono assai frequenti e possono causare danni al sistema muscolo scheletrico. BEACH VOLLEY “Si può fare anche senza essere allenati” – VERO La tipologia del gesto atletico, soprattutto se intrapreso a livello amatoriale, consente anche a chi non è in perfetta forma di praticare il beach volley con divertimento e sufficiente sicurezza; ma anche per chi non ha l’allenamento adeguato e ha trascorso un inverno senza alcuna possibilità di fare del semplice movimento, prima di una partita a beach volley è sempre raccomandata un’attività di stretching utile a prevenire i danni muscolari. “I potenziali infortuni sono di minima entità” – FALSO La superficie sconnessa della sabbia, il dinamismo caratteristico del beach volley (salti, cadute, etc.), possono essere alla base di infortuni che colpiscono soprattutto le articolazioni come le caviglie e le ginocchia, con potenziali danni capsulo legamentosi. CORSA SULLA SPIAGGIA “È un buon allenamento” – VERO Il running sulla spiaggia, per la consistenza del terreno totalmente differente da qualunque superficie dove si possa correre, richiede un maggiore impegno fisico con ovvio potenziamento della forza muscolare; inoltre, l’allenamento sulla sabbia, soprattutto in funzione di specifiche attività sportive, può aumentare la performance propriocettiva di tutte le articolazioni degli arti inferiori per la poca stabilità della superficie sabbiosa. “È un’attività senza rischi” – FALSO La corsa sulla spiaggia, soprattutto a piedi nudi, anche se su una superficie sabbiosa compatta, è a rischio di sovraccarichi funzionali delle caviglie e delle ginocchia; tali carichi eccessivi e anomali possono portare come evento più frequente ad infiammazioni tendinee (ad esempio tendiniti del tallone d’Achille o fasciti plantari) molto fastidiose, con lunghi tempi di trattamento per la risoluzione. NUOTO IN MARE O IN PISCINA “Rischi azzerati di traumi” – VERO La situazione ambientale (l’acqua) e la tipologia del gesto atletico rendono praticamente nulli i rischi di un trauma. “Da un punto di vista atletico, nuotare in mare o in piscina è la stessa cosa” – FALSO È evidente che le condizioni del mare non consentono una nuotata fluida come quella eseguita in piscina; inoltre, il maggior sforzo dovuto alla presenza delle correnti o al moto ondoso, non necessariamente è da considerare un fattore positivo per il potenziamento muscolare rispetto al nuoto in piscina. TREKKING “I benefici del trekking sono solo a livello muscolare” – FALSO I benefici di questa attività, tipicamente montanara, sono molteplici e non solo legati, come tanti altri sport, solo al potenziamento muscolare. I benefici riguardano l’apparato cardiovascolare, anche perché l’ambiente più sano della montagna aiuta; è una buona attività per la stimolazione osteo-muscolare atta a prevenire l’osteoporosi grazie anche all’esposizione solare (Vitamina D), aiuta il metabolismo glicidico (adatto ai diabetici) e lipidico (stimola la riduzione del colesterolo). Ultima, ma altrettanto importante considerazione, gli effetti benefici sulla psiche anche per le condizioni ambientali tipiche della pratica di questa attività sportiva. “Buone calzature fanno la differenza” – VERO La calzatura adatta non solo rappresenta un aiuto alla sicurezza in sentieri impervi e potenzialmente pericolosi ma consente al piede un appoggio ideale evitando sovraccarichi funzionali e fastidiose patologie da carico quali le metatarsalgie (dolore sotto la pianta del piede) e mantenendo la stabilità delle caviglie prevenendo episodi di distorsione.
Vaccini contro tumori, Vaia: enormi possibilità da nuove piattaforme MrnaRoma, 19 giu. (askanews) – “È necessario intervenire sulle malattie cronico-degenerative e su quelle tumorali, che nel periodo pandemico sono passate inevitabilmente in secondo piano”. Lo scrive sui social Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”. “Penso allo sviluppo di candidati vaccini per la terapia dei tumori, un campo affascinante e di grande interesse per le enormi possibilità offerte dalle nuove piattaforme a mRNA. È importante mettere in rete le competenze, soprattutto con l’industria che dovrà essere partner indispensabile per tradurre la ricerca dei grandi centri del nostro Paese nello sviluppo dei prodotti fruibili dalla popolazione. La ricerca avrà ovviamente un ruolo fondamentale. Allo Spallanzani stiamo progettando laboratori ancora più innovativi per proiettarci oltre i confini che già conosciamo. Ci attendono nuove sfide e ambiziosi traguardi. La politica e le istituzioni mettano il distretto farmaceutico laziale, già punto di riferimento per il Paese, nelle condizioni di accogliere le sfide del futuro per la produzione di vaccini e terapie sempre più performanti. Ricerca e industria insieme potranno essere davvero volano per il rilancio del nostro tessuto socio-economico”, conclude.
Sos pannolini in estate, con caldo e mare raddoppia rischio dermatitiRoma, 17 giu. (askanews) – In estate, quando la temperatura sale, il pannolino di un bambino può diventare una vera e propria “bomba di calore” che può irritare la pelle dei più piccoli che, soprattutto nei primi mesi di vita, è estremamente delicata, provocando rossori ed irritazioni. Con il caldo, infatti, raddoppia il rischio di dermatiti dovute allo sfregamento da pannolino che causano arrossamenti con piccole papule, aree desquamate o erose, che riguardano l’inguine, i genitali e i glutei. A mettere in guardia in vista dell’arrivo della stagione estiva, è Maria Giuliano, presidente della Società italiana dei medici pediatri (SIMPE) Campania e autrice di una ricerca sulle dermatiti da pannolino. “La dermatite da pannolino è un’infiammazione dovuta a determinate sostanze contenute nell’urine e/o feci che irritano la pelle – spiega Giuliano -. L’umidità e la frizione generata dal pannolino portano alla macerazione della cute, rendendola più vulnerabile alla penetrazione di microrganismi e sostanze irritanti. Il pannolino è fatto in parte di plastica e quando la temperatura esterna è molto alta, come succede durante la bella stagione, con l’esposizione al mare, alla sabbia e al sudore, il rischio dell’insorgenza di dermatiti raddoppia. In alcuni casi, specialmente nella fase di eruzione dentale, che può comportare un aumento dell’acidità delle urine, o quando l’infiammazione viene trascurata, la dermatite può aggravarsi e si possono avere delle sovra-infezioni batteriche e fungine, come quelle da Staphylococcus aureus o da Candida auris”. Una nuova ricerca della SIMPE Campania, presentata a Napoli in occasione del congresso SIDeMaST, ha dimostrato l’efficacia di un composto, una combinazione di estratto del grano e poliesanide, un potente antisettico, nella guarigione delle cute e nella prevenzione delle sovra-infezioni. La ricerca, ha coinvolto 26 bambini, 13 maschi e 13 femmine sotto i 4 anni d’età, colpiti da dermatite dovuta a frizione da pannolino. “Tutti i piccoli pazienti sono stati trattati con il nuovo composto a base dell’estratto del grano, sia in formulazione spray che crema, applicata per 2 volte al giorno. Alla fine della terapia – commenta Giuliano – è stata registrata una completa risoluzione delle lesioni in tutti i 26 casi con un periodo medio di guarigione di 6 giorni. Solo in un caso è stato necessario l’aggiunta di un antibiotico per uso topico. In tutti gli altri, invece, non è stata osservata alcuna sovra-infezione batterica o fungina. I risultati della ricerca – conclude l’esperta – dimostrano che l’estratto del grano crea una barriera protettiva nella zona genitale, facilitando le condizioni per una rapida e corretta azione riepitelizzante della cute. In meno di una settimana, tutti i pazienti coinvolti nella ricerca sono guariti, senza riportare complicazioni”.
Aids, Icar: 2 migranti su 3 si infettano in Italia causa condizioni vitaRoma, 16 giu. (askanews) – Due migranti su tre si infettano in Italia a causa delle loro condizioni di vita. Nel caso dell’Hiv, si raggiunge il 4% di positività contro lo 0,5% della media nazionale “Tra le altre infezioni prevalenti, emerge forte il dato dei casi di sifilide, che raggiungono il 10-12% contro la media nazionale del 2%” spiega Francesco Di Gennaro, Professore Associato Malattie Infettive e Tropicali, Università degli Studi di Bari Aldo Moro Dalla XV edizione di ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, che conclusa a Bari, l’appello a contrastare, con formazione e informazione, un tema controverso: la popolazione migrante, infatti, non porta le infezioni direttamente dai loro paesi, nonostante luoghi comuni e pregiudizi. La letteratura, infatti, ci ha insegnato come, nel caso di positività all’Hiv, quasi 2 migranti su 3 (circa il 60%) in Europa abbiano acquisito l’infezione proprio nei paesi ospitanti.
“Nel dettaglio dell’HIV, si parla di 3,5-4% di prevalenza di positività, rispetto a una media nazionale dello 0,5% – spiega Francesco Di Gennaro, Professore Associato Malattie Infettive e Tropicali, Università degli Studi di Bari Aldo Moro -. A causare principalmente le infezioni sono le scarse condizioni di vita, (poor living conditions), in primis, povertà e sfruttamento, come le esperienze pugliesi del caporalato e dei ghetti ci insegnano. Tra le altre infezioni prevalenti, i casi di sifilide, che raggiungono il 10-12% contro la media nazionale del 2%. Anche in questo caso, la più alta prevalenza è dovuta non a un contagio avvenuto nei loro paesi, ma alle condizioni di povertà in cui questi versano. Si tenga presente che si tratta di persone che sono stabilmente in Italia da almeno 36 mesi, per lo più giovani (con una mediana intorno tra i 24-35 anni), e provenienti da paesi africani quali Ghana, Nigeria, Mali, Guinea, Marocco e Tunisia, e asiatici, quali Bangladesh e Pakistan, per lo più addetti ai lavori nei campi.
Di base – prosegue Di Gennaro – queste persone appartengono a servizi appartenenti a una bassa soglia del welfare, quindi per questo facilmente aggredibili da una serie di fenomeni sanitari. In conclusione, soprattutto grazie allo strumento dei test salivari, le attività degli screening sono diventate più semplici e accessibili. Al contempo, i migranti si dimostrano sempre più disponibili a tali monitoraggi, dimostrando quanto tengano alla loro salute e a quella altrui”.
SLA Global Day, osservatorio AriSLA: quadro positivo su ricerca italianaRoma, 15 giu. (askanews) – AriSLA, Fondazione italiana di ricerca sulla SLA, aderisce alla Giornata mondiale sulla SLA, promossa il 21 giugno dalla Federazione internazionale delle associazioni dei pazienti, l’International Alliance of ALS / MND Associations, delineando un quadro positivo della ricerca finanziata e lanciando oggi una campagna di sensibilizzazione sui profili social con alcuni contributi video dei ricercatori in cui spiegano l’impatto della loro ricerca sulla SLA.
“Abbiamo analizzato le pubblicazioni scientifiche derivate dai progetti di ricerca sostenuti da AriSLA dal 2009 ad oggi – ha affermato il Presidente di Fondazione AriSLA, Mario Melazzini – e ciò che emerge di più significativo è che sul totale di 372 pubblicazioni, quasi il 70% ha avuto un impatto molto alto sulla comunità scientifica internazionale. Inoltre, abbiamo visto che anche i risultati degli studi di ricerca di base e preclinica stanno avendo un impatto importante sulla ricerca clinica internazionale. Con il nuovo piano strategico di AriSLA, di cui il Bando AriSLA 2023 da poco chiuso è stato un primo tassello, intendiamo incentivare ancora di più approcci di ricerca innovativi che tengano conto in prima istanza delle caratteristiche del paziente con SLA e favorire le interazioni tra ricercatori clinici e di base per una ricerca ‘clinicamente informata’, che abbia maggiori ricadute sulla vita dei pazienti. È un piano che si coniuga con una visione strategica internazionale e che nasce dal confronto tra la comunità dei ricercatori e quella dei pazienti, perché l’una è legata all’altra e questa giornata offre l’opportunità di ricordarlo. È proprio dai bisogni dei pazienti che i ricercatori traggono ogni giorno una forte motivazione. Abbiamo speranza e fiducia nella ricerca e lavoriamo perché il punto di svolta, rappresentato astronomicamente dal 21 giugno, arrivi prima possibile per tutte le persone con SLA”. Cosa emerge dalla ricerca finanziata – Dal 2009 ad oggi AriSLA ha investito circa 15 milioni di euro in attività di ricerca, finanziando 98 progetti, di cui 20 attualmente in corso, in diversi ambiti (base, preclinica e traslazionale, clinica e tecnologica) e supportando 143 ricercatori selezionati attraverso 16 bandi competitivi (la selezione del 16° bando è in corso). Negli anni gli investimenti di AriSLA nei nuovi progetti, in particolar modo nei ‘Pilot Grant’, ovvero di studi con ipotesi di ricerca molto originali e innovative, hanno permesso di avvicinare nuovi ricercatori allo studio della SLA, anche molto giovani: il 53% dei coordinatori dei ‘Pilot Grant’, infatti, non si era mai occupato di SLA prima del grant AriSLA e il 33% di loro aveva meno di 40 anni al momento del finanziamento. Dai dati raccolti emerge che numerosi ricercatori hanno potuto dare continuità alla loro ricerca, producendo risultati che hanno consentito di ottenere fondi anche da altri enti, pubblici o privati, nazionali o internazionali. Inoltre, l’aver ricevuto un grant AriSLA ha consentito di promuovere la collaborazione tra scienziati: l’86% degli articoli originali pubblicati da ricercatori AriSLA sono nati dalla collaborazione tra diversi gruppi, principalmente tra coloro che hanno contribuito ai progetti multicentrici, ma anche con il coinvolgimento di altri centri di ricerca, sia in ambito nazionale che internazionale.
L’orientamento della ricerca AriSLA – Dagli studi finanziati da AriSLA sono derivate 372 pubblicazioni (fonte Web of Science, periodo 2010 – maggio 2023), un dato che conferma come questi risultati abbiano contribuito a costruire conoscenza scientifica a livello internazionale, fornendo la base per Insieme per un futuro senza SLA altri studi. Il riconoscimento da parte della comunità internazionale dei risultati conseguiti è evidenziato anche dalle analisi bibliometriche basate su algoritmi sviluppati dai National Institutes of Health (NIH) americani che posizionano il 67% delle pubblicazioni AriSLA tra gli articoli ad alto impatto nell’area scientifica di riferimento. Dall’osservazione dei risultati dei progetti finanziati da AriSLA emerge che questi sono concentrati in buona parte sullo studio dei meccanismi molecolari, con una progressione interessante verso la ricerca preclinica ed una maggiore potenzialità di ricaduta clinica. Campagna social ‘Il futuro è nella ricerca’ – È partita oggi la nuova campagna di sensibilizzazione ‘Il futuro è nella ricerca’ sui profili social di AriSLA con la pubblicazione di contributi video dei coordinatori dei progetti recentemente finanziati dalla Fondazione in cui spiegano cosa li abbia spinti ad occuparsi dello studio della SLA e quale sia l’impatto del loro progetto di ricerca sulla malattia. Sono dodici i video che saranno postati da oggi fino alla fine del mese e vedono coinvolti: Savina Apolloni del Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Manuela Basso del Dipartimento CIBIO, Università degli Studi di Trento; Caterina Bendotti del Centro SLA dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – IRCCS, Milano; Bert Blaauw del Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM), Padova; Emanuele Buratti dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), Trieste; Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena; Mauro Cozzolino dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (IFT-CNR), Roma; Marta Fumagalli del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Università degli Studi di Milano; Luca Muzio dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSpe), IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano; Michela Rigoni del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Padova, Nicola Ticozzi dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano e Università degli Studi di Milano; Elena Ziviani del Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova.
Donazioni 5×1000 contribuiranno a supportare i nuovi progetti di ricerca – È da poco partita la campagna 5×1000 di AriSLA che contribuirà a sostenere nuovi progetti di ricerca. Per donare il 5X1000 alla Fondazione è sufficiente apporre la propria firma nella dichiarazione dei redditi nel riquadro riservato a “Finanziamento della ricerca scientifica e della Università” oppure a “Finanziamento della ricerca sanitaria” e inserire il codice fiscale 97511040152.