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Schillaci: liste d’attesa primo problema; infermieri dall’India

Schillaci: liste d’attesa primo problema; infermieri dall’IndiaMilano, 2 giu. (askanews) – Il primo problema della sanità in Italia secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci sono le liste di attesa. “Vorrei ridurle. Per farlo servono sì anche soldi ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull’appropriatezza, c’è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono. Alle persone vanno fatti gli accertamenti realmente utili. I cittadini devono sempre rivolgersi al medico, non farsi autoprescrizioni. Se si ha mal di schiena non bisogna fare subito la risonanza magnetica, prima è meglio parlare con il dottore. Sugli accessi al pronto soccorso e la specialistica l’inappropriatezza rappresenta almeno un terzo delle prestazioni”. Lo ha detto in un’intervista a La Repubblica.

“Gli infermieri mancano in tutta Europa – ha aggiunto il ministro -. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all’India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”. Secondo Schillaci è possibile salvare il sistema pubblico “se paghiamo meglio i professionisti e se lo rivalutiamo. La qualità della nostra sanità è ottima, come quella della formazione. E quando si va in ospedale si viene curati bene. Questo è indubbio”. Per quanto riguarda invece il Pnrr: “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Pnrr è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”.

“Chiuderemo la riforma dell’Aifa entro l’estate o subito dopo – ha concluso Schillaci -. Non è vero che prima c’erano pesi e contrappesi, perché comunque il ministero della Salute aveva già le nomine più importanti. E non dimentichiamo che è stata proprio la presenza di un direttore e un presidente, che non andavano d’accordo, a paralizzare l’agenzia negli ultimi due anni. Della nuova commissione unica che approverà i farmaci dovranno far parte i migliori tecnici del settore”.

Salute, Msd: 200 milioni investiti nella ricerca oncologica

Salute, Msd: 200 milioni investiti nella ricerca oncologicaRoma, 31 mag. (askanews) – La ricerca scientifica contro i tumori e gli investimenti che arrivano dagli Stati Uniti per sviluppare nuove strade in Italia. Questa la proposta che Msd, multinazionale americana leader nel settore farmaceutico ha fatto, grazie anche alla partnership con Bsp Pharmaceuticals, una delle più importanti contract development and manufacturing organization al mondo per i farmaci antitumorali.

L’investimento è stato annunciato nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy in occasione di una conferenza alla quale hanno partecipato il titolare del dicastero di via Veneto, Adolfo Urso; il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Chargé d’Affaires ad interim dell’ambasciata americana, Shawn Crowley; il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. “Msd – ha spiegato ad askanews il presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, Nicoletta Luppi – punta sull’Italia, punta sull’Italia perché se è vero che la salute conta è importante investire innovazione, ricerca e produzione affinchè nessun paziente resti indietro. Nel 2022 abbiamo investito 80 milioni di euro in ricerca e sviluppo. Questi sono investimenti importanti, pesanti. Si pensi che in tutto il Paese l’anno scorso sono stati investiti 650 milioni di euro. Quindi noi come Msd, come azienda da soli rappresentiamo più del 10 per cento del totale degli investimenti”.

L’accordo genererà un significativo valore aggiunto attraverso l’occupazione di circa 100 dipendenti da parte di BSP e un valore di circa 5 milioni di euro annui in attività satellite, sfruttando la fornitura di materiali da parte di aziende presenti nel Paese. L’impianto di Latina, rilevato alcuni fa, è già un fiore all’occhiello. “Questa partnership – ha aggiunto Luppi – si basa su un accordo molto importante, perché si tratta di 200 milioni nell’arco di dieci anni che saranno sottesi alla realizzazione di una intesa di valore all’insegna della innovazione proprio per dare più vita e qualità di vita, e più speranza a tantissimi pazienti che ancora cercano risposte che la scienza ancora non ha dato”.

Il progetto è frutto del ‘Tavolo per il settore Farmaceutico e Biomedicale’ creato dal governo e con l’obiettivo di aumentare gli investimenti nel comparto delle Life Science nel nostro Paese. “Io credo che investire in ricerca – ha aggiunto il ministro della salute, Orazio Schillaci – sia fondamentale. Ogni investimento fatto ritorna a favore di chi l’ha fatto. Questo è maggiormente importante nei momenti di crisi o nei momenti come questo, post pandemico e con la guerra e la crisi energetica, è fondamentale. E’ fondamentale perché da lavoro ai giovani, perché fa crescere la nazione, perché produce nuovi prodotti e ricchezza per tutti. Quindi credo che la partnership con l’industria sia importante e la ricerca è fondamentale anche in campo sanitario. Dalla ricerca derivano migliori possibilità di cura per tutti”.

Sclerosi Multipla, appello AISM a sottoscrivere Carta dei diritti

Sclerosi Multipla, appello AISM a sottoscrivere Carta dei dirittiRoma, 31 mag. (askanews) – A un anno dalla diffusione della rilettura della Carta dei Diritti delle persone con Sclerosi Multipla (SM) e patologie correlate, loro familiari e caregiver, le firme per la sottoscrizione del documento hanno raggiunto quota 61mila, coinvolgendo enti, istituzioni, aziende, imprenditori, personaggi famosi e molte persone comuni. L’obiettivo dell’AISM-Associazione Italiana Sclerosi Multipla è contarne 137mila – una per ogni persona affetta da SM in Italia – entro il 2025 e per questo oggi, in occasione di un evento organizzato al Senato per celebrare la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla nell’ambito della settimana dedicata alla SM, ha rinnovato l’appello a sottoscrivere la Carta dei diritti che toccano 10 temi: salute, ricerca, autodeterminazione, inclusione, lavoro, educazione e formazione, semplificazione, innovazione, informazione e comunicazione, partecipazione attiva.

Presentata il 30 maggio 2022 presso la Camera dei Deputati, la nuova versione della Carta voluta e promossa da AISM nel 2014, consolida la missione dell’Associazione nel rappresentare, tutelare e affermare i diritti delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate, dei loro familiari e caregiver. La versione attualizzata della Carta, – è stato spiegato durante l’evento – nasce dal dialogo costante con le persone con SM e tiene conto non solo delle loro esigenze e aspettative, ma del loro fondamentale diritto a vivere la propria vita, i propri sogni, andando oltre la malattia, sempre aspirando a un mondo libero dalla condizione che vivono. La SM è una malattia neurodegenerativa cronica che colpisce il sistema nervoso centrale, in genere insorge tra i 20 e i 40 anni, colpisce più le donne che gli uomini. Oggi, grazie a nuovi farmaci e a terapie riabilitative, si riesce a rallentare la progressione della malattia e a consentire una buona qualità di vita.

“La Carta dei Diritti delle persone con SM – ha detto Mario Alberto Battaglia, Presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) – è un esercizio concreto e innovativo di corresponsabilità e condivisione, di trasparenza e di sostenibilità”. Attraverso questo documento si richiama, infatti, il valore sociale delle persone con gravi patologie e con disabilità, e di tutti coloro, familiari e caregiver, che ne condividono ogni giorno il percorso di vita; ma chi convive con una patologia come la SM e patologie correlate come NMOSD (Disturbi dello spettro della Neuromielite ottica) non vuole solo ottenere il riconoscimento dei propri diritti, ma chiede con forza di poter dare il proprio contributo al mondo del lavoro, della scuola, della società e di concorrere alla crescita della comunità e del paese. Da qui l’appello lanciato dal presidente AISM Francesco Vacca: “Tutti sottoscrivano questa carta perché rappresenta il pilastro dei diritti delle persone non solo con sclerosi multipla, ma di tutti coloro che convivono con una condizione di disabilità, grave patologia o fragilità. L’obiettivo entro il 2025 è arrivare a 137 mila firme, una per ogni persona con SM”.

A un anno di distanza le 61mila firme raggiunte testimoniano la mobilitazione da parte di tanti cittadini che non hanno soltanto siglato formalmente un documento di primaria importanza, ma hanno contribuito in modo concreto all’affermazione dei diritti delle persone più fragili, impegnandosi, così, a renderli esigibili. La risposta è arrivata anche dalle Istituzioni e, in primis, dal Governo in carica che si è impegnato, su invito di AISM, ad affermare gli impegni sottoscritti dai predecessori. Ed è così che la Ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli, ha voluto firmare la Carta dei Diritti affermando che: “Tutti insieme abbiamo il compito di dare voce a chi convive con una disabilità, consolidando quelle alleanze e relazioni che consentono di essere concretamente al loro fianco”.

Un messaggio in linea con i principi fondanti dell’Agenda 2025 di AISM, ovvero con quella mappa di interventi concreti da realizzare, per l’appunto, entro il 2025, nell’intento di cambiare il volto alla sclerosi multipla e con essa concorrere a costruire un Paese più giusto, equo, solidale.

Iss: 1 adolescente su 3 fuma sigarette, e-cig o tabacco riscaldato

Iss: 1 adolescente su 3 fuma sigarette, e-cig o tabacco riscaldatoRoma, 30 mag. (askanews) – Il fumatore diventa policonsumatore e l’allarme è soprattutto per gli adolescenti: più di un terzo degli studenti tra 14 e 17enni che assumono nicotina utilizza uno dei prodotti disponibili sul mercato, e una quota consistente li usa tutti. Cala il numero complessivo di fumatori in Italia, ma aumenta il numero di sigarette fumate. La situazione è fotografata dal Rapporto Nazionale sul Tabagismo dell’ISS diffuso in occasione della Giornata mondiale senza tabacco di domani, promossa dall’OMS. Questi i dati principali. Fuma (indagine ISS-Doxa) il 20,5% della popolazione italiana sopra i 15 anni (10,5 milioni di persone, il 25,1% degli uomini e il 16,3% delle donne) ma aumenta la media del numero delle sigarette fumate, 12,2 sigarette al giorno e un quarto dei fumatori supera le 20. Si fuma di più al sud (29,7% uomini, 18,9% donne) rispetto al centro (23,0% uomini, 12,5% donne) e l’età media dei fumatori è 46,7 anni. Tra i fumatori l’81,1% consuma sigarette confezionate, l’11,2% sigarette fatte a mano, il 14% sigarette a tabacco riscaldato e il 5% e-cig. Per quanto riguarda gli adolescenti, (indagine ISS-Explora) il 36,6% degli studenti nella fascia 14-17 anni e il 9,6% tra 11 e 13 consuma almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, e-cig o tabacco riscaldato (almeno una volta nel mese precedente la survey). Contrariamente agli adulti, tra i giovani il consumo è più diffuso tra le ragazze. Tra i 14-17enni che consumano tabacco o nicotina il 38,7% è un ‘policonsumatore’, utilizza cioè più di un prodotto, mentre il resto del campione si divide quasi equamente tra consumatori esclusivi di sigarette tradizionali e di sigarette elettroniche. Gli adolescenti che consumano tabacco o prodotti contenenti nicotina hanno anche una maggiore propensione all’assunzione di alcol e altre sostanze, e hanno maggiori fragilità a livello emotivo e nei rapporti con scuola e famiglia. Nella fascia 14-17 anni l’80,3% di chi consuma tabacco o nicotina ha assunto alcol nell’ultimo mese, contro il 37,5% di chi non ne fa uso. Nei consumatori è molto più alta anche la percentuale di chi ha dichiarato di aver assunto cannabis o sostanze psicoattive o di aver preso ansiolitici nell’ultimo mese. Nei ragazzi 14-17enni il 68,3% di chi consuma tabacco o nicotina dichiara una cattiva qualità del sonno rispetto al 48,4% di chi non ne fa uso. Più alta è anche la percentuale di chi ha difficoltà a parlare con i genitori, di chi ha peggiori prestazioni scolastiche (bocciato o con un rendimento scolastico più basso della media della classe) e di chi ha un uso problematico dei social. “E’ necessario monitorare tutti i prodotti in commercio contenenti tabacco e/o nicotina – spiega Simona Pichini, che dirige il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss -. Questo perché si tratta di dispositivi che creano dipendenza in persone molto giovani, che non dovrebbero né utilizzarli né comprarli, e che espongono i ragazzi a sostanze nuove e in quantità che non sono controllabili”. “Alla luce dei risultati delle indagini condotte sui giovani, risultano preoccupanti i dati sui consumi dei nuovi prodotti – spiega Luisa Mastrobattista, ricercatore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – in quanto tra coloro che consumano almeno un prodotto contenente tabacco o nicotina, l’83,6% degli 11-13enni e il 59,8% dei 14-17enni usa la sigaretta elettronica e il 9,9% degli 11-13enni e il 33,2% dei 14-17enni consuma tabacco riscaldato”.

La piattaforma Smettodifumare.iss.it offre, tra le altre cose, la mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale, fornendo indicazioni pratiche per un facile accesso. La piattaforma ospita anche la Guida digitale Smetto di Fumare, uno strumento da leggere, compilare e personalizzare che fornisce consigli e strategie utili per abbandonare la sigaretta e superare i momenti critici. Il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800 554088, servizio nazionale anonimo e gratuito, dall’inizio della sua attività ha preso in carico oltre 106.000 telefonate e nell’ultimo anno (1 maggio 2022- 30 aprile 2023) sono giunte al Servizio oltre 8.000 telefonate. Chi telefona è quasi sempre un fumatore (90%) ma non mancano le chiamate di familiari e amici che chiedono aiuto per far smettere di fumare i propri cari (8%). A contattare il Telefono verde nel 61% dei casi sono maschi e utenti appartenenti a tutte le fasce d’età senza importanti differenze di genere. Il 92% dei fumatori chiede aiuto per smettere di fumare e aumentano le richieste di informazioni sulla sigaretta elettronica. L’ISS si occupa annualmente del censimento dei Centri Antifumo su tutto il territorio nazionale e l’aggiornamento concluso a maggio 2023 registra 241 Servizi, in aumento rispetto ai 223 della survey precedente. La distribuzione dei Centri Antifumo non risulta omogenea sul territorio nazionale: 145 sono al nord, 46 al centro, 50 al sud.

Premio Hausmann a ricercatori della Fondazione Gemelli

Premio Hausmann a ricercatori della Fondazione GemelliRoma, 30 mag. (askanews) – Il Premio Hausmann & Co., da oltre due secoli nella Città Eterna, è andato ai ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Il riconoscimento, giunto alla ottava edizione, offre un riconoscimento ai migliori giovani talenti nei campi delle arti e delle scienze.

Il Gemelli si conferma il miglior ospedale d’Italia e tra i top 40 al mondo. Il rapporto Newsweek World’s Best Hospitals 2022, appena pubblicato, vede di nuovo il Gemelli al primo posto tra gli ospedali italiani e 38esimo al mondo. Inaugurato nel 1964 e intitolato al fondatore dell’Università Cattolica, padre Agostino Gemelli, il Policlinico A. Gemelli è oggi uno dei principali ospedali italiani, tra i pochi a cui è stato conferito il riconoscimento pubblico di IRCCS – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – dal Ministero della Salute per la medicina personalizzata e le biotecnologie innovative. La caratteristica di essere un Policlinico Universitario, con oltre 6000 studenti iscritti ai corsi di Laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia e oltre 1.150 i ricercatori del Gemelli IRCCS, dà la possibilità di poter coniugare quotidianamente ricerca, formazione e assistenza, creando un valore aggiunto che posiziona la Fondazione come riferimento a livello internazionale e nazionale nell’ambito della ricerca con numeri significativi e in costante aumento, e contribuisce alla crescita della cultura medica e sanitaria del Paese. Con riferimento agli ultimi 5 anni, sono stati registrati infatti oltre 1.800 progetti di ricerca clinica attivi, aumentano le pubblicazioni prodotte dai ricercatori (1.330 nel 2021, 1.400 nel 2022) e l’Impact Factor (6.871 punti nel 2021, 8.040 nel 2022).

La Casa romana si affianca così anche quest’anno ad un partner prestigioso, uno dei principali esponenti della formazione medica in Italia e nel mondo. I criteri per l’assegnazione dei premi ai ricercatori sono i seguenti: vincitori della Ricerca Finalizzata 2021/2022 – ricercatori under 40 impegnati nelle seguenti branche della medicina: Gastroenterologia/Diagnostica, Pediatria/Neurologia e Psichiatria, Ostetricia e Ginecologia / Oncologia. Quest’anno la cerimonia di consegna dei premi avrà luogo il 30 maggio p.v., presso l’aula Multimediale del Policlinico A. Gemelli. In questa occasione, verranno premiati i giovani che si sono distinti nelle rispettive aree di ricerca.

I ricercatori, che rappresentano delle eccellenze nel loro campo, riceveranno un assegno studio e un orologio Hausmann & Co. con un’incisione dedicata al Premio. L’iniziativa sarà accompagnata, come ogni anno, da una campagna di comunicazione con spazi sui principali quotidiani. “Possiamo definire il Gemelli un caso di studio: un ospedale, considerato il migliore d’Italia, che è riuscito nel tempo a sedimentare grandi competenze e a innovare, coniugando sempre grossi volumi e un’ampia attività assistenziale di qualità con livelli di ricerca elevati” dichiara Marco Elefanti Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. “Il riconoscimento IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, conferitoci dal Ministero della Salute per i risultati raggiunti, ci ha permesso di accedere a finanziamenti istituzionali non sempre sufficienti e ci legittima ad avere il sostegno di interlocutori sensibili e filantropicamente orientati per lo sviluppo dei nostri progetti. Per questo motivo considero questo Premio, donato da Hausmann & Co a tre giovani ricercatori, un riconoscimento importante per tutto il sistema della ricerca del nostro ospedale.”

“Esprimo una grande soddisfazione per il Premio donato da Hausmann & Co ai nostri giovani ricercatori. Un premio che al di là del valore economico è un riconoscimento per tutto il lavoro fatto in questi anni dai ricercatori del GemellI” afferma Giovanni Scambia Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. “I tre filoni di ricerca premiati, gastroenterologia, ginecologia ostetrica, e neurologia sono perfettamente in linea con i nostri studi sulla medicina di precisione: cioè fornire una giusta terapia al momento opportuno per ogni singolo paziente. Il Gemelli è tra le prime posizioni in Italia, per numero di trial, numero di progetti vinti e per numero di pubblicazioni scientifiche. Il Policlinico rappresenta oggi una grande risorsa non solo per la regione ma per tutto il paese, non solo come grande ospedale ma come importante polo di ricerca, perché dove si fa ricerca si cura meglio. ” “Come Hausmann & Co, che ringrazio pubblicamente per il Premio conferitoci, è un’azienda conosciuta per il suo prestigio così anche il Gemelli può vantare persone di alto valore formate nella nostra Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica” sostiene Antonio Gasbarrini Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica. “Ne sono un esempio oggi i tre giovani premiati da Hausmann & Co, che rappresentano l’eccellenza assoluta della nostra Facoltà. Dei circa 500 docenti che la Facoltà di Medicina e Chirurgia ha al suo interno almeno 60 under 40 sono considerati vere e proprie rising star a livello della ricerca mondiale in oltre 40 settori disciplinari”.

“Grazie dell’opportunità di essere qui oggi -dichiara Benedetto Mauro della Hausmann & Co – credo sia importante perché il prestigio del Gemelli dà luce anche all’eccellenza della nostra storia e della nostra tradizione: è proprio l’eccellenza il trait d’union. L’eccellenza nel campo della ricerca del Gemelli e, da parte nostra, la maestria nel campo dell’orologeria, con i Brand più prestigiosi, un centro di assistenza di altissimo livello, fra i migliori d’Italia, e una diffusione sul territorio romano che ormai sta diventando sempre più capillare”.

Salute, AVIS: sale numero donatori sangue, ma frenano le donazioni

Salute, AVIS: sale numero donatori sangue, ma frenano le donazioniRoma, 30 mag. (askanews) – Sono 1.253.183 i donatori iscritti ad AVIS (oltre 5mila in più rispetto al 2021), mentre le donazioni di sangue ed emocomponenti scendono a 1.958.748 (oltre 21mila in meno della precedente rilevazione). Questa la fotografia scattata al 31 dicembre 2022 di AVIS, la più grande associazione di donatori di sangue italiana.

«Sono numeri che devono chiamare tutti noi a una riflessione profonda», ha commentato il Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, al termine dell’Assemblea generale dell’associazione, tenutasi a Bellaria Igea Marina lo scorso fine settimana. «L’aumento dei donatori dimostra la nostra capacità di sensibilizzare, coinvolgere e includere sempre più persone, stimolando in loro i valori di dedizione e senso civico che sono elementi fondanti del nostro essere avisini. La disponibilità dei volontari è assoluta, ma da sola non basta», ha aggiunto Briola. «Il calo delle donazioni, infatti, non va attribuito alla mancanza di volontà dei cittadini, ma alle difficoltà organizzative dei centri trasfusionali, alle prese con una carenza di personale sanitario. Proprio in quest’ottica abbiamo accolto con favore l’approvazione, da parte del Senato, del c.d. Decreto Salute ed Energia che permette l’impiego del personale medico in formazione negli enti e nelle associazioni che svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Si tratta di un supporto normativo solido che interviene per arginare le difficoltà nell’organizzazione della raccolta sul territorio e che dà continuità a un percorso virtuoso volto al raggiungimento dell’autosufficienza di farmaci plasmaderivati. Un traguardo ancora lontano, visto che i dati nazionali ci dicono che in termini di raccolta plasma l’Italia ha fatto peggio del 2020, il primo anno della pandemia», ha sottolineato. I dati vengono diffusi a poche settimane dal World Blood Donor Day 2023, che si terrà mercoledì 14 giugno. Tema scelto per quest’anno dall’Organizzazione mondiale della sanità è l’importanza di donare in modo periodico e regolare: un tema di stretta attualità anche per il nostro Paese, dove l’indice di donazione è fermo all’1,6% (ciò significa che ogni donatore compie questo gesto di generosità in media meno di 2 volte l’anno). Fondamentale risulta, quindi, stimolare un incremento delle donazioni e soprattutto sensibilizzare i giovani, affinché possano superare timori, ritrosie e falsi miti che troppe volte li allontanano dalla donazione. Non a caso, nel corso della sua Assemblea AVIS ha presentato la nuova campagna di comunicazione di AVIS che si rivolge soprattutto al target 18-25 anni dal titolo “Mettiti in gioco, dona il sangue”.

Internisti: fumo fattore alto rischio da combattere con ogni mezzo

Internisti: fumo fattore alto rischio da combattere con ogni mezzoRoma, 30 mag. (askanews) – È tra i fattori di rischio modificabili, quello che più impatta sulla salute. Ma nonostante anni di campagne e di warning, i fedelissimi alle bionde in Italia superano ancora i 12 milioni (24,2% della popolazione), sono più uomini che donne, il 43% circa concentrati nella fascia d’età 25-44 anni e soprattutto con una insidiosa tendenza all’aumento dagli anni della pandemia. Triplicate in appena 3 anni anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato (3,3% nel 2022, contro l’1,11% del 2019) e considerate dal 36,6% delle persone ‘meno dannose’ delle sigarette tradizionali.

“Al fumo di tabacco – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna – sono attribuiti circa 6 milioni di decessi l’anno nel mondo, in pratica uno ogni 6 secondi (dati OMS). Il fumo infatti può danneggiare l’organismo in tantissimi modi, portando allo sviluppo non solo di tumori ma aprendo la strada anche a tante patologie croniche. Per questo può essere considerato uno fattore di rischio ‘internistico’, tra i più temibili e dunque da ‘attenzionare’ e marcare stretto. Tra l’altro i suoi effetti sfavorevoli interessano non solo i fumatori, ma anche chi è esposto al loro fumo passivo”. Aumento dello stress ossidativo, infiammazione, danno diretto al DNA sono alcuni dei meccanismi attraverso i quali si declina il danno da sigarette; le tossine aspirate nei polmoni, attraverso il torrente sanguigno, arrivano in tutte le parti del corpo. Ecco perché il fumo può essere considerato a tutti gli effetti il nemico numero uno degli ‘internisti’, oltre ovviamente della salute dei fumatori. “Gli effetti del fumo – spiega il professor Sesti – si fanno sentire sull’apparato cardiovascolare, dove contribuiscono all’aumento di aneurismi dell’aorta, cardiopatia ischemica, ictus e arteriopatie periferiche. Sull’apparato respiratorio, dove provocano un aumento di bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma e polmoniti. Importante l’impatto del fumo materno sul sistema riproduttivo con un aumento delle morti fetali, di nati morti e di ritardato concepimento; mentre nell’uomo è un importante fattore di rischio per disfunzione erettile”. “Per non parlare poi dei tumori – ricorda il professor Nicola Montano presidente eletto della Società Italiana di Medicina Interna – . Il 30% circa di tutti i decessi correlati a neoplasie (e fino all’80-90% di quelli per tumore del polmone) è attribuibile al fumo, chiamato in causa direttamente per i tumori di orofaringe, laringe, esofago, polmone, cervice, rene, vescica, pancreas, stomaco e per le leucemie. Accanto a questo vanno aggiunte anche cataratta, parodontopatia, osteoporosi e aumentato rischio di fratture del femore”. Per i suoi effetti sul sistema immunitario il fumo è un fattore di rischio per infezioni (soprattutto respiratorio), ma anche per malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide. Terribile infine l’impatto delle sigarette sulle persone con diabete, nelle quali aumenta il rischio di nefropatia, perdita della vista, arteriopatia e neuropatia periferica (fino all’amputazione); recenti studi imputano al fumo anche un aumentato rischio del 30-40% di sviluppare diabete, rispetto ai non fumatori.

Un discorso a parte merita il cervello di adolescenti e giovani, molto più vulnerabile alle conseguenze negative della nicotina, perché più prono a sviluppare dipendenza, deficit di attenzione, disturbi dell’umore; l’esposizione alla nicotina può fare inoltre da primer all’impiego di altre sostanze da abuso e riduce il controllo degli impulsi. “Non basta lanciare l’allarme – afferma il presidente Sesti – servono anche iniziative concrete e lanciare delle ‘ciambelle di salvataggio’ per aiutare le persone ad abbandonare le sigarette. Servono più centri anti-fumo, in grado di fare un counselling appropriato e instradare i fumatori verso il miglior percorso di cessazione”. E la soluzione non può essere affidata alle ‘alternative. “I CDC americani – ricorda il professor Sesti – mettono in guardia dal fatto che l’uso di ‘e-cig’ può aumentare il rischio di utilizzo di nicotina e altri prodotti di tabacco, portando addirittura gli ex fumatori a ricadere nella trappola della nicotina e del tabacco, ritardando la cessazione del fumo tra i fumatori attivi. Anche nel caso delle e-cig, c’è anche il rischio dell’esposizione all’aerosol ‘passivo’, il cui perimetro di rischio non è ancora stato definito con certezza. Bisogna insomma continuare a fare ricerca per studiare a fondo l’impatto di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato sulla salute”.

Inquinamento, esperti Sima: 8 italiani su 10 respirano aria “malsana”

Inquinamento, esperti Sima: 8 italiani su 10 respirano aria “malsana”Roma, 30 mag. (askanews) – Che aria respirano gli italiani e più in generale gli abitanti dell’Europa? A scattare una fotografia della situazione, e a proporre possibili soluzioni, è la Società Italiana di Medicina Ambientale, intervenuta oggi all’evento “Liberi di Respirare” organizzato da Consulcesi Group in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali e scientifici, tra i quali Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Roberto Monaco, Segretario Generale FNOMCeO; Veronica Manfredi, Direttrice della Zero Pollution Strategy della Commissione Europea; Pier Mannuccio Mannucci, Emerito di Medicina Interna dell’Università di Milano e David Korn, Dirigente Medico Pronto Soccorso Pediatrico e Responsabile dei progetti di Digital Health del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Nel corso della giornata, Consulcesi ha anche lanciato la prima causa legale collettiva sul tema ‘Aria Pulita’.

Secondo gli esperti Sima, circa l’81% della popolazione della UE respira un’aria con una concentrazione di polveri sottili superiore alle soglie di sicurezza sanitaria fissate dall’OMS già nel lontano 2005. Applicando invece gli attuali limiti di legge, solo il 21% degli europei si trova in una situazione di rischio per la salute legata agli sforamenti di PM10 e PM2.5, ma lo stesso discorso vale anche per gli ossidi di azoto. I dati fanno riferimento all’Agenzia Europea per l’Ambiente, che pubblica ogni anno un rapporto sulla qualità dell’aria in Europa. «La questione è ancora più preoccupante perché le soglie di sicurezza sanitaria OMS sono state più che dimezzate nel 2021 – commenta Prisco Piscitelli, epidemiologo e Vicepresidente Sima -. La rete di monitoraggio della qualità dell’aria, capillarmente distribuita in tutte le nostre regioni, è tarata su limiti di legge, fissati dall’attuale Direttiva europea sulla qualità dell’aria in corso di revisione, che oggi risultano quindi tre volte superiori alle soglie protettive per la nostra salute, rendendo quindi necessaria una maggiore attenzione alla lettura sanitaria dei dati ambientali», avverte Piscitelli. Sima allerta la popolazione anche sui rischi per la salute connessi all’inquinamento: “L’impatto è diretto ed è oggi ben quantificabile sulla base di funzioni di rischio fondate sulle evidenze scientifiche acquisite dall’OMS: per ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili osserviamo un aumento della mortalità generale per tutte le cause pari al 7%. Nello specifico, – prosegue l’esperto – aumenta del 10% la mortalità per le malattie cardiovascolari o cause respiratorie, mentre l’incidenza di infarti sale del 26%. Appena più modesto (+7%) è l’aumento di mortalità legato ad ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo di biossido d’azoto (NO2). Ma un’associazione con l’aumento delle polveri sottili è dimostrata anche per il rischio di demenze e disturbi del neurosviluppo come l’autismo. Il problema è tanto più grave dal momento che non ci si può difendere dall’aria che si respira ed è possibile registrare incrementi anche più alti di 10 microgrammi su metro cubo in alcune zone d’Europa come la Pianura Padana”.

Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), propone l’avvio di una ‘Mitigation Action’ su larga scala: «È necessario un grande piano di azione per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, partendo dalla Pianura Padana, che presenta delle forti criticità, espressamente evidenziate dall’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente: Avviare subito interventi fondati sull’utilizzo di coating fotocatalitici trasparenti al biossido di titanio a base etanolo, che hanno scientificamente dimostrato capacità di ridurre gli inquinanti dell’aria in sottoprodotti innocui per la salute umana, applicandoli sulle superfici murarie e vetrate degli edifici pubblici e privati; Implementare il verde urbano e peri-urbano con specie a bassa impronta idrica e alta capacità di filtrazione ed assorbimento – per quanto possibile, considerata la scarsità di alberi nei vivai europei – sarebbe utile anche a mitigare gli effetti sulla salute delle isole di calore urbano nelle città”. Un ulteriore possibile percorso operativo è quello di rimodulare gli interventi del PNRR fermando i finanziamenti a pioggia ad una molteplicità di micro-progetti per puntare con decisione su interventi strutturali per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici, concentrando ogni risorsa su grandi investimenti pubblici per le energie rinnovabili e la sostituzione dei riscaldamenti domestici, maggiori responsabili delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, in modo da avere ricadute durature e positive sulla nostra salute». Adeguare con urgenza i limiti di legge alle Linee guida Oms, è la richiesta. «È appena terminata la pandemia di Covid-19, ma un’altra emergenza sanitaria minaccia la nostra salute e l’intero ecosistema: l’inquinamento dei suoli, delle acque e dell’aria. In particolare, quello atmosferico ha di fatto tutti i connotati della gravità di un’emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale, (anche se non è certamente “improvvisa, insolita o inaspettata”) per poter essere oggetto di una dichiarazione formale di PHEIC (Public Health Emergency of International Concern) da parte dell’OMS, visto che è ignorata oramai da diversi decenni. Cionondimeno richiede un’immediata presa di coscienza e interventi urgenti».

A fronte delle solide basi scientifiche esistenti, Consulcesi lancia la nuova iniziativa legale “Aria Pulita”. Dopo aver lottato per anni per i diritti degli operatori sanitari, vincendo migliaia di cause legali in tribunale e ottenendo dallo Stato risarcimenti per oltre 600 milioni di euro, il team Consulcesi scende ora in campo a difesa e a tutela della salute dei cittadini. Parte così la più grande azione collettiva rivolta a tutti i cittadini che vogliono un pianeta più sano. Per scoprire se si rientra nella fascia di popolazione eleggibile alla causa collettiva, visitare il sito di Aria Pulita: www.consulcesi.it/legal/ambiente.

Bambino Gesù, app per genitori per screening colestasi nei neonati

Bambino Gesù, app per genitori per screening colestasi nei neonatiRoma, 29 mag. (askanews) – Una foto alla ‘popò’ sul pannolino e pochi semplici passaggi con lo smartphone per facilitare l’identificazione precoce delle colestasi neonatali, un accumulo di bile nel fegato che può avere effetti molto gravi sulla salute dei bambini. Il nuovo strumento a disposizione dei genitori è la PopòApp, ideata e sviluppata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con ANIBEC – Associazione Nazionale Italiana Bambini Epatopatici Cronici. L’applicazione, frutto di una ricerca scientifica pubblicata sul “Journal of Medical Screening”, sfrutta algoritmi di intelligenza artificiale e la caratterizzazione colorimetrica delle feci per restituire risultati con un grado di precisione vicino al 100%.

Le colestasi neonatali – spiega l’Ospedale Bambino Gesù – sono disordini caratterizzati dall’accumulo di bile nel fegato come conseguenza della riduzione o dell’arresto del normale flusso biliare verso l’intestino. Le cause di questi disordini sono varie: problemi metabolici, difetti genetici, malformazioni, infezioni, ma nella maggior parte dei casi sono dovute all’atresia biliare (distruzione progressiva delle vie biliari) che rappresenta la principale indicazione al trapianto di fegato in età pediatrica. Le colestasi sono di difficile diagnosi e con una elevata incidenza in epoca neonatale (ne soffre in media 1 neonato su 2.500). I sintomi caratteristici, che in genere si presentano durante le prime 2 settimane di vita del neonato, sono l’ittero, l’urina scura e le feci di colore chiaro (feci ipo-acoliche). Il riconoscimento della ipo-acolia fecale attraverso il test del colore (caratterizzazione colorimetrica) è un metodo di diagnosi precoce delle condizioni di colestasi neonatale patologica. L’app del Bambino Gesù, sviluppata con un algoritmo di machine learning, facilita l’identificazione precoce di colestasi nelle prime settimane di vita dei bambini mediante il riconoscimento delle feci ipo-acoliche. Il sistema consente ai genitori o ai medici di effettuare una valutazione colorimetrica scattando una foto alla popò sul pannolino. L’algoritmo confronta il colore della foto con la carta colorimetrica, restituendo una prima indicazione. Una volta ricevuto il risultato preliminare, l’app consente di contattare il Centro specializzato per approfondire il test tramite una visita o una televisita del bambino, allegando la foto scattata.

PopòApp è risultato di oltre un anno di studi condotti da clinici e ricercatori delle unità di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato-rene e di Epatogastroenterologia e Nutrizione del Bambino Gesù, coordinati dal dott. Marco Spada. I risultati della ricerca su 160 immagini campione hanno evidenziato una precisione dell’app pari al 99,4%, con un valore predittivo positivo del 98,4% e una sensibilità del 100% senza falsi negativi, indipendentemente dal modello di smartphone utilizzato. Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of Medical Screening”. “Considerata la gravità delle sue conseguenze, la colestasi, in particolare se causata dall’atresia delle vie biliari, deve essere riconosciuta nel neonato il prima possibile” afferma il dott. Marco Spada, responsabile di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato-rene del Bambino Gesù. “Infatti, se la malattia viene individuata e trattata precocemente da specialisti epatologi e di chirurgia epatobiliopancreatica, quasi il 100% dei neonati può essere efficacemente curato e avere normali prospettive di vita. È questo l’obiettivo dell’app mobile che abbiamo sviluppato, che rappresenta uno strumento preciso ed intuitivo al servizio della salute dei bambini e della ricerca medica”.

“L’applicazione – spiega il prof. Giuseppe Maggiore, responsabile di Epatogastroenterologia e Nutrizione del Bambino Gesù – è uno strumento capace di intercettare alcune condizioni patologiche del neonato che, se diagnosticate con ritardo, possono mettere in serio pericolo la salute dei bambini. Per questo motivo l’uso della app è consigliato a tutti i neo genitori sin dai primi giorni dalla nascita dei piccoli e per i primi 3 mesi di vita”. PopòApp, scaricabile gratuitamente su tutti i dispositivi mobili, è stata presentata nel corso di un convegno promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù rivolto al personale sanitario che si dedica alla cura del neonato e del lattante, agli operatori dei Centri nascita e delle neonatologie e ai pediatri di libera scelta.

Cure palliative, diritto malato ma norma mai applicata compiutamente

Cure palliative, diritto malato ma norma mai applicata compiutamenteRoma, 26 mag. (askanews) – Diversi studi scientifici hanno dimostrato che lo stress e il dolore cronico possono avere un impatto negativo sulla salute, favorendo e/o aggravando patologie a lungo termine come malattie cardiache, diabete e depressione.

“Inoltre – sottolinea Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità – lo stress e il dolore cronico possono anche influire sulle funzioni cognitive e sulla capacità di concentrarsi e prendere decisioni”. Il problema è che l’accesso alle terapie di sollievo dal dolore varia a seconda della regione e della conoscenza che ciascuno ha circa il mondo della sanità. Per di più, la stigmatizzazione e la mancanza di conoscenza sulla gestione del dolore possono impedire alle persone di cercare il sollievo di cui hanno bisogno. È questo il tema della conferenza stampa “Giornata Nazionale del Sollievo 2023”, organizzata a Roma da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma.

“Oggi quando le politiche sanitarie affrontano il tema della cronicità non possono non tenere conto del ‘dolore cronico’, un tema che impatta gravemente sulla salute di milioni di cittadini italiani con ricadute enormi sia di carattere sociale, sia di carattere organizzativo su tutto il sistema sanitario nazionale”, conferma Michele Sofia, Direttore Sanitario ATS Bergamo. “Si rendono indispensabili nuove azioni di salute pubblica mirate al consolidamento nei territori delle Reti Locali di Terapia del Dolore”. Forti disuguaglianze nell’applicazione della legge 38 del 2010.

“Sullo sfondo del concetto di eubiosia, la vita in dignità del paziente oncologico che ANT si impegna a tutelare da 45 anni, lo sforzo volto a garantirgli assenza di dolore che può essere fisico ma anche psicologico, sociale e spirituale, ricopre per noi un ruolo centrale”, spiega Raffaella Pannuti, Presidente di Fondazione ANT. “A 13 anni dall’entrata in vigore della Legge 38 del 2010, che ha avuto il merito di dare un forte impulso alla cultura delle cure palliative in Italia, esistono però ancora forti disuguaglianze nella sua applicazione. Che una più sinergica e continuativa integrazione tra terzo settore e reti territoriali di cura può certo contribuire a risolvere”. Fondamentale la presa in carico veloce e l’appropriatezza prescrittiva.

“Il dolore non trattato, oltre che una patologia, rappresenta un costo per la società in termini di perdita di giornate lavorative”, puntualizza Pasquale Buonanno, Ricercatore e Docente di Terapia Antalgica e Anestesiologia, Università degli Studi di Napoli Federico II. “Non parlo solo di assenteismo ma anche di presenteismo perché un paziente con dolore, anche se va al lavoro, sicuramente rende molto meno. Da qui la necessità della presa in carico precoce e dell’appropriatezza prescrittiva. Ricordo infatti che l’inappropriatezza prescrittiva causa non solo ritardi dal punto di vista della cura e del sollievo dal dolore, ma rappresenta anche un peso economico per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). E questo riguarda farmaci ampiamente utilizzati nella terapia antalgica, come per esempio gli antiinfiammatori e gli oppioidi”. Cure palliative: il panorama è cambiato.

Per Federico Casale, Segretario Generale Antea, il panorama delle Cure Palliative è notevolmente cambiato. “Antea ha assistito negli anni oltre 30.000 persone e la netta preponderanza delle persone affette da patologie oncologiche è sempre stata un fatto certo”, afferma Casale. “Le persone affette da patologie neurodegenerative, cardiologiche, o genericamente non oncologiche, hanno rappresentato per anni pochi punti percentuali arrivando, oggi, a superare il 40% delle richieste pervenute in hospice. Una variazione importante che manifesta in modo inequivocabile la necessità di aggiornare l’approccio e la gestione per fronteggiare le sfide che questo nuovo panorama ci impone di affrontare”.