Al via il congresso degli oculisti Soi, parola d’ordine “informare”Roma, 23 mag. (askanews) – Apre le porte dal 25 al 27 maggio a Roma il 20esimo Congresso Internazionale della Società Italiana di Oftalmologia – Soi, con la parola d’ordine che quest’anno è informazione. Per garantire a tutti l’accesso a cure adeguate ed evitare il raddoppio delle persone cieche entro il 2030. In Italia ogni anno i 7.000 medici oculisti salvano la vista a 2 milioni di persone ed effettuano 15 milioni di visite specialistiche. “Focus di quest’anno – spiega Matteo Piovella, presidente Soi – sarà l’informazione: stupirò molti ma dobbiamo condividere le cose straordinarie che l’oftalmologia riesce oggi a mettere in campo ma che purtroppo non sono nella possibilità di essere diffuse. Cioè l’accesso alle cure migliori, l’accesso a queste straordinarie situazioni come per esempio la chirurgia della cataratta che elimina totalmente tutti i difetti di vista, che è un sogno del passato e oggi è realtà e praticamente nel sistema sanitario pubblico non è attuabile, lo stesso abbiamo una difficoltà di terapia per le maculopatie. Siamo sempre un po’ col fiato corto per dover condividere per informare i pazienti”.
Piovella ribadisce che è importante sottolineare che la cura della propria vista e la prevenzione si imparano sin da piccolissimi: “Le persone devono essere consapevoli quando lo possono fare ovviamente, perché c’è situazione e situazione – osserva -. Ricordo il calendario a garanzia di una vista sempre in forma: una visita medico oculistica alla nascita, entro i 3 anni di età, il primo giorno di scuola, dagli 8 ai 13 anni per prevenire la miopia che sta diventando un epidemia, poi si passa ai 40 anni. Dai 40 ai 60 anni una visita oculistica, anche se stai bene, ogni due anni e dopo i 60 anni una visita oculistica una volta all’anno”. E dal Congresso di Roma, gli specialisti SOI rinnoveranno l’appello alle Istituzioni ma anche ai medici.
“Alle Istituzioni – interviene Piovella – chiediamo di uscire da questa ghettizzazione dell’assistenza di tipo elettivo che non è prioritario e che ci fa sorella minore delle altre specialità e che quando arriviamo a chiedere sostegno per le tecnologie, che sono state la più grande positività che potevamo avere, però nel pubblico non esistono più. Agli altri medici chiediamo di avere un attimo di riguardo per l’oftalmologia. Oggi l’oftalmologia è un po’ una cosa a parte, non si è mai amalgamata, armonizzata – perché è una cosa proprio particolare – con tutta la medicina generale. Quindi attenzione e soprattutto sostegno: inviateci pazienti perché noi oggi siamo in grado di salvaguardare la vista a più di 2 milioni di persone ogni anno e lo possiamo fare solo con la collaborazione e il sostegno da parte di tutti. Da parte della politica, da parte dei pazienti e assolutamente da parte di tutti i medici che oggi operano in Italia”.
Sanità, Schillaci: dispositivi medici settore centrale per SsnRoma, 23 mag. (askanews) – “Quello dei dispostivi medici è settore centrale per il SSN, il cui efficientamento passa anche attraverso l’innovazione tecnologica e il potenziamento del patrimonio digitale delle strutture sanitarie. La diagnostica e la terapia non possono prescindere dall’impiego dei DM di sicurezza ed efficacia comprovate; basti pensare all’impiego della telemedicina e delle terapie digitali, che sono suscettibili di enormi sviluppi. Si tratta di una prova di maturità che richiede decisione, competenza e fiducia”. E’ quanto ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo alla Conferenza nazionale dei Dispositivi medici in corso di svolgimento a Roma. L’incontro è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Center for Economic and International Studies di Tor Vergata, l’Università di Tor Vergata, L’Università di Roma 3, e l’Altems dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Francesco Saverio Mennini, Research Director EEHTA del CEIS, Università di Roma Tor Vergata e Presidente, SIHTA, ha sottolineato, in apertura dei lavori, alcuni tra i punti salienti affrontati dalla Conferenza: “Per garantire un approccio proattivo – ha detto – in termini di valore dei dispositivi medici, risulta cruciale il tema delle regole. Occorrono regole chiare e condivise che definiscano e tutelino l’innovazione accompagnate anche da nuovi modelli organizzativi e finanziari, ma soprattutto supportate da una governance lungimirante e propositiva. Questo è il punto di partenza sul quale è richiesta la convergenza di tutti. Bisogna quindi valutare con anticipo le condizioni ottimali perché un’innovazione trovi spazio nei sistemi pubblici, misurando la sua capacità di assicurare quel Valore che la collettività si aspetta. Si tratta allora di una rivoluzione radicale, da concretizzare avvalendoci dei migliori strumenti a nostra disposizione, primo fra tutti, proprio l’Hta. Tutto questo, se realizzato, darebbe vita ad un nuovo rinascimento tanto del Ssn quanto del Sistema di welfare nel suo insieme” Americo Cicchetti, Direttore di Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, ha messo, invece, in evidenza nel suo intervento la centralità del salto tecnologico in atto. “La dinamica dell’innovazione tecnologica nel mondo dei dispositivi medici – sottolinea Cicchetti – impone una governance in grado di catturare le esigenze che emergono in tutte le fasi del ciclo di vita della tecnologia. E’ necessario infatti promuovere l’innovazione promuovendo la collaborazione pubblico-privato nella ricerca, valutare tempestivamente – in ogni fase – la sicurezza, l’efficacia, gli impatti economici, sociali ed organizzativi sul sistema sanitario attraverso un modello maturo di HTA, rendere efficiente la gestione dei dispositivi nell’ambito dei percorsi assistenziali garantendo un robusto legame tra HTA e procurement. Tutti questi elementi insieme permetteranno di superare il modello attuale e le storture indotte dall’uso del pay-back”.
Marco Trabucco Aurilio, Presidente della Mesit, ha indicato gli obiettivi che la CNDM si propone di raggiungere: “L’innovazione tecnologica è un generatore di benessere che ha rivoluzionato la vita dei cittadini. Tuttavia, le criticità che il nostro Sistema Sanitario Nazionale si trascina da decenni – ha evidenziato -, unite a un’attività regolatoria che, nel settore dei dispositivi medici, ha focalizzato la sua attenzione al mero contenimento dei costi, sono stati un freno all’innovazione tecnologica nel nostro Paese. La Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici vuole, quindi, rappresentare l’occasione per riunire tutti gli attori del sistema: Ministero della Salute, Ministero dell’Economia, rappresentanti regionali, centri di ricerca e rappresentanze del comparto dell’industria, allo scopo di individuare le possibili soluzioni e avanzare proposte concrete che coniughino lo sviluppo del settore dei dispositivi medici, la qualità e la sicurezza delle cure con i programmati vincoli di bilancio”.
DoctorApp sigla accordo con Asand e lancia progetto contro fake newsRoma, 23 mag. (askanews) – Da anni l’Istituto Superiore della Sanità smentisce le più diffuse fake news su cibo e alimentazione, ma non basta. Secondo i dati condivisi da Eurostat nel 2022, 53 italiani su 100 si affidano a Google anziché al medico per cercare consigli, in aumento del 26% rispetto a quanto rilevato nel 2011. Sul Web ci sono una moltitudine di messaggi discordanti e distorti sul tema della salute e in particolare della nutrizione.
“Il fatto che le persone si affidino al Web per capire come alimentarsi o curarsi non è qualcosa che possiamo combattere. Piuttosto bisogna fare in modo che i cittadini possano trovare risposte chiare e affidabili a tutti i principali dubbi in materia di salute, a partire dall’alimentazione, proprio su Internet. E che possano contattare facilmente uno specialista competente ogni volta che serve un confronto o un approfondimento”, spiega Alessandro Giraudo, CEO e founder di DoctorApp. Educazione e prevenzione sono aspetti fondamentali per DoctorApp. Tra i suoi obiettivi principali c’è infatti quello di diventare, per il paziente, un punto di riferimento legato alla salute e al benessere. Da questa volontà nasce la partnership con ASAND (Associazione Scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica) grazie alla quale DoctorApp potrà trattare un tema molto delicato come quello dell’alimentazione in modo serio e professionale, fornendo ai cittadini che usano i suoi servizi consigli preziosi di cui possono fidarsi.
Alimentarsi in modo scorretto può portare a molti disturbi, sia fisici sia psicologici, spesso evitabili seguendo semplici regole e affidandosi, in caso di dubbi, a specialisti qualificati. Di recente, la Società italiana di medicina ambientale (Sima) ha lanciato un allarme proprio su questo tema. Circa 16 milioni di italiani, in previsione dell’estate, stanno per mettersi a dieta ma molti di loro (si stima il 75%) non si rivolgeranno a un professionista. “ASAND ha scelto di promuovere la partecipazione dei professionisti Dietisti alla piattaforma DoctorApp con l’obiettivo di sostenere i pazienti/cittadini che cercano un professionista di riferimento, in uno scenario nel quale, paradossalmente e pur essendo tutto ‘a portata di click’, è estremamente difficile orientarsi, soprattutto nell’ambito della nutrizione, dove in troppi e molto spesso si ‘improvvisano’ esperti”, spiega Ersilia Troiano, Presidente di ASAND.
Il primo step dell’accordo appena siglato prevede la pubblicazione di contenuti redatti da ASAND sulla piattaforma DoctorApp. Consigli di facile lettura che toccheranno tematiche diverse, tra cui alimentazione pediatrica e geriatrica, nutrizione per chi soffre di disturbi alimentari, fabbisogno nutrizionale corretto per gli sportivi. Tanti argomenti tutti legati da un medesimo filo conduttore: alimentarsi bene aiuta a stare meglio. Nel tempo saranno organizzati anche eventi a tema e convegni dedicati ai professionisti.
Studio Cattolica: realtà virtuale e metaverso modificano emozioni umaneRoma, 22 mag. (askanews) – Con l’ingresso sempre più dirompente e pervasivo della realtà virtuale e del metaverso nella vita di tutti le nostre emozioni e i nostri stati affettivi subiranno cambiamenti. In particolare l’emergere della realtà “phygital” – un termine che deriva dalla crasi tra “physical” e “digital”, e indica la crescente ibridazione tra mondi reali e virtuali – le cyberemozioni segneranno la trasformazione dell’esperienza soggettiva, influenzando in modi nuovi e ancora in parte impredicibili i nostri comportamenti. In questo senso il metaverso potrà divenire in futuro lo scenario per la realizzazione di nuovi approcci terapeutici, ad esempio per disturbi dell’umore o fobie e al tempo stesso per indurre modifiche comportamentali con un impatto sia individuale sia sociale. Ne parlano Andrea Gaggioli, Professore Ordinario di Psicologia Generale Dipartimento di Psicologia Università Cattolica, campus di Milano e Direttore del Centro Studi e Ricerche di Psicologia della Comunicazione (PsiCom), e la professoressa Alice Chirico dello PsiCom, in un editoriale nell’ultimo numero della rivista Cyberpsychology, Behaviour and Social Networking, issue completamente dedicato al metaverso, in cui il gruppo di ricerca dell’Ateneo ha firmato diversi lavori inediti sul tema. Tra questi vi è anche uno studio del professor Giuseppe Riva, direttore del Humane Technology Lab (HTLAB) dell’Università Cattolica dedicato al benessere dei giovani attraverso un approccio basato sull’uso della realtà virtuale. L’HTLAB è il Laboratorio dell’Università Cattolica nato con l’obiettivo di investigare il rapporto tra esperienza umana e tecnologia.
“Grazie alla crescente integrazione di tecnologie come la realtà virtuale, la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale nel tessuto della nostra esistenza, potremmo sperimentare nuove forme di emozioni che non avevamo mai provato prima”, spiegano i professori della Cattolica Gaggioli e Riva, “per esempio, in uno studio è stato dimostrato che la realtà virtuale può indurre le persone a provare un’esperienza inedita, nota come il senso di ‘presenza’, che equivale alla sensazione di essere e agire in un mondo non reale, ma percepito come tale. L’evoluzione dei media, quindi, plasma e trasforma le nostre esperienze e le emozioni sono la fucina di questa trasformazione. Queste esperienze emotive ‘emergenti’ dall’interazione con i mondi phygital – continuano gli esperti – potrebbero quindi portarci a sviluppare nuovi modi di espressione, comunicazione e comprensione delle emozioni altrui”. Uno dei lavori firmati dal team dei ricercatori della Cattolica, in particolare dalla professoressa Chirico, e pubblicati nell’ultimo numero della rivista sciantifica Cyberpsychology, Behaviour and Social Networking, issue ha dimostrato che se viviamo la natura, anche in modo virtuale, e sperimentiamo un senso di profonda meraviglia di fronte a essa, diveniamo più inclini a difendere il pianeta. “In questo studio – spiegano Gaggioli e Chirico – abbiamo esaminato l’impatto ecologico di un ambiente naturale in realtà virtuale in grado di suscitare questa emozione (una foresta di alberi alti) confrontandolo con: un altro scenario naturale, ma che non induceva meraviglia (un parco brullo); uno scenario non legato alla natura, ma in grado di indurre la profonda meraviglia (la visione della Terra dallo spazio, noto anche come “effetto panoramico”); e un ambiente ‘neutro’ dal punto di vista emotivo, raffigurante una stanza, che fungeva da condizione di controllo”. “Per misurare gli effetti delle esperienze virtuali abbiamo preso in esame due comportamenti ‘target’. Nel primo caso, si chiedeva ai partecipanti, lasciandoli soli nella stanza del laboratorio, di leggere una petizione reale contro la produzione di imballaggi in plastica e di scegliere liberamente se firmarla o meno, usando il proprio nome e cognome. Nel secondo caso, si chiedeva loro se volessero trascorrere qualche minuto in più in laboratorio per prendere dei volantini relativi alla petizione, da condividere poi con altre persone, permettendo loro di prendere quanti più volantini volevano utilizzare a tale scopo”. I risultati hanno evidenziato che, sebbene tutti gli ambienti naturali simulati promuovano comportamenti a favore dell’ambiente, solo quello in grado di indurre profonda meraviglia porta le persone a prendere un maggior numero di volantini contro la produzione della plastica. “Questi risultati riconfermano il ruolo chiave dell’esposizione ad ambienti naturali in realtà virtuale nel promuovere comportamenti ecologici – nota la professoressa Chirico – sottolineando il valore aggiunto di un ambiente naturale in grado di suscitare profonda meraviglia nel sostenere un maggiore coinvolgimento sociale verso la tutela dell’ambiente”.
“Le cyberemozioni, ovvero le emozioni generate e sperimentate in ambienti virtuali come la realtà virtuale (RV), offrono opportunità uniche per comprendere meglio il funzionamento degli stati affettivi umani e per sviluppare nuovi approcci terapeutici, educativi e di sensibilizzazione”, sottolineano Riva e Gaggioli. “Nonostante le sfide che ci attendono, il futuro dello studio delle emozioni virtuali appare promettente e ricco di scoperte entusiasmanti, che potrebbero avere un impatto significativo sulla nostra comprensione delle emozioni umane e sulla qualità della nostra vita”, concludono i ricercatori della Cattolica.
Appello ESEO Italia: riconoscere esofagite eosinofila come malattia cronicaRoma, 22 mag. (askanews) – Inserire l’esofagite eosinofila all’interno dell’elenco delle malattie croniche, per consentire ai pazienti e ai caregiver che li assistono di avere cure e assistenza all’altezza, per una malattia rara che si sta sempre più diffondendo anche in Italia, dove si stimano tra i 25.000 e i 60.000 casi. È questo l’appello lanciato dal convegno che si è tenuto nello scorso week-end nella splendida cornice del Castello Odescalchi di Bracciano, nell’ambito della “Giornata europea dell’Esofagite eosinofila”, a conclusione di una settimana ricca di iniziative ed eventi per sensibilizzare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica.
Ad organizzare l’incontro è stata ESEO Italia, Associazione di famiglie contro l’esofagite e le patologie gastrointestinali eosinofile, che ha messo insieme numerosi e autorevoli specialisti provenienti da tutto il mondo, per illustrare lo stato dell’arte delle patologie eosinofile, le loro diverse manifestazioni, le prospettive future sui trial di ricerca in corso, quelli conclusi ed in fase di commercializzazione. “Con la Giornata europea delle malattie eosinofile – ha affermato Roberta Giodice, presidente ESEO Italia – si è conclusa una settimana di sensibilizzazione con incontri ed iniziative svolte in tutto il mondo. Queste occasioni di confronto sono fondamentali per stimolare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del supporto ai pazienti afflitti da malattie eosinofile. Associazioni di pazienti, medici e società scientifiche hanno condiviso l’appello lanciato da ESEO Italia alle Istituzioni affinché l’esofagite eosinofila sia riconosciuta come malattia cronica, consentendo in questo modo a tutti coloro che soffrono di questa patologia di poter ricevere un’assistenza adeguata partendo da un codice di esenzione uniforme. Ringrazio la principessa Maria Pace Odescalchi del castello di Bracciano, Antonio Giodice del castello di Pavone Canavese per il supporto alla manifestazione e ringrazio i Sindaci Roberto Lagalla e Edoardo Accorsi e gli assessori Rosalia Pennino e Mario Pedaci della Città di Palermo e di Cento che hanno aderito alla campagna illuminando di magenta i monumenti”.
Un appello condiviso dai relatori intervenuti al convegno, tutti d’accordo nella richiesta di maggiore supporto ai medici per la presa in carico dei pazienti, auspicando un’organizzazione sempre più costante dei follow up. Il Prof. Lorenzo Cecchi (Presidente AAIITO) ha sottolineato il ruolo dell’immunologo nella diagnosi e ricerca di queste patologie: “dobbiamo creare una sensibilità sempre maggiore e siamo pronti a dare il nostro supporto per iniziative in ambito scientifico e clinico”. In prima linea anche la Sige, rappresentata dal prof. Edoardo Savarino, che ha ribadito l’importanza del lavoro in team per sostenere il diritto dei pazienti ad essere riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale, “cosa che finora, purtroppo, non è avvenuto in maniera soddisfacente”. Un impegno a collaborare confermato anche da Claudio Romano (Presidente SIGENP) e dal prof. Mario Costantini (Presidente SINGEM).
La presenza dei presidenti delle Società Scientifiche ed i numerosi patrocini (ISS, UNIAMO, ALTEMS, SIGE, SIAAIC, AAIITO, SINGEM, SIGENP, SIPPed, FEDERFARMA Roma) non sono un sostegno formale ma sono frutto di collaborazioni operative per migliorare la presa in carico dei pazienti, la loro qualità di vita e per limitare l’impatto economico e sociale che questa patologia comporta in chi ne è affetto e per le loro famiglie. E sempre in un’ottica di partecipazione e ricerca di soluzioni operative per svariate cogenze dei pazienti saranno presenti stakeholder che con i loro progetti hanno declinato operativamente delle azioni a sostegno dei pazienti. Ad esempio, l’equipe di gastroenterologia digestiva del Bambino Gesù di Roma che ha cercato di spiegare ai piccoli ammalati attraverso un linguaggio a loro congeniale ciò che vivono e la loro condizione ed il progetto “La scienza partecipata” ideato per stimolare soluzioni e progettualità che nella loro condivisione possano semplificare ed aiutare la complessità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. I network internazionali coinvolti sono una forza propulsiva che si è organizzata per potenziare le campagne di sensibilizzazione su queste patologie a sostegno dei pazienti e della comunità scientifica per ridurre il ritardo diagnostico ed alimentare la conoscenza e l’attenzione su queste patologie alcune ancora rare altre neglette.
A testimoniare il contributo internazionale alla campagna sono stati Mary Jo Strobel (Presidente APFED – American Partnership for Eosinophilic Disorders) e AEDESEO – Asociación Española de Esofagitis Eosinofílica), in collegamento, mentre ad approfondire il tema “Un ponte per il futuro: collaborazioni internazionali”, è stato il dialogo fra il Prof. Salvatore Oliva (European Society for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition, ESPGHAN – Università di Roma La Sapienza) e il Prof. Seema Aceves, University of San Diego, Rady Children’s Hospital, San Diego, California (USA). Il convegno è stato ricco di contributi che hanno tracciato una linea su quelle che sono le attuali prospettive relative alle cure e alla ricerca: il focus “Le patologie gastrointestinali eosinofile due entità distinte?”, con la Dr.ssa Francesca Rea (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma) al Prof. Edoardo Savarino (Università di Padova), mentre il Prof. Nicola De Bortoli, Università di Pisa, è intervenuto su “Prospettive future e studi in corso”. A ribadire la centralità dell’approccio immunologico alla patologia sono stati la Prof.ssa Eleonora Nucera (Università Cattolica A. Gemelli Roma), la Prof.ssa Erminia Ridolo (Università di Parma). La Dr.ssa Francesca Racca e dr.ssa Gaia Pellegatta (Humanitas di Rozzano) sono intervenute su “La sfida del lavoro integrato”, mentre dieta e corretta nutrizione sono stati trattati dalla Dr.ssa Antonella Diamanti (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma) e dalla Dr.ssa Giada Muscas (Ospedale Pediatrico Meyer Firenze).
A concludere i lavori la Tavola rotonda su bisogni e sfide future per i pazienti a cui hanno partecipato la Dr.ssa Domenica Taruscio (Istituto Superiore di Sanità), la Dr.ssa Giulia Angelino (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma), il Dr. Umberto Pompili (Accademia Magistrale), il Dr. Devis Moretti (SANOFI) e il Dr. Giuseppe Isoni (Dr Falk Pharma).
Cardiologi Anmco a congresso a Rimini: focus su storia e futuroRoma, 19 mag. (askanews) – Un programma articolato in una tipologia differenziata ed efficace di sessioni scientifiche, quello che si sta vivendo in questi giorni a Rimini, capitale della Cardiologia Ospedaliera italiana che ha visto, fra le altre cose la consegna della Targa d’oro ANMCO al Prof. Silvio Brusaferro ed il contributo del Ministro Schillaci quando ribadisce come l’ANMCO sia una grande e bella comunità scientifica con valori storici ed attuali sempre attenta alle esigenze espresse dal Servizio Sanitario Nazionale. Tanti Main Session, ANMCO Master, Simposi, Mini-Simposi, Focus, Forum, Controversie, Meet The Expert e le interessanti sessioni di simulazione con strumenti multimediali, di particolare impatto formativo: sono questi i punti cardine dell’importante appuntamento congressuale ANMCO a Rimini, con molte sessioni che stanno avendo una particolare attenzione alla digitalizzazione e al e-health sia dal punto di vista epidemiologico, che dei trattamenti e degli outcome per generare proposte nuove ed originali. “In ragione dell’evoluzione tecnologica maturata dal Congresso ANMCO nelle passate edizioni anche quest’anno – dichiara il Prof. Furio Colivicchi – è possibile approfondire sulla piattaforma digital.anmco.it i grandi temi del programma scientifico che riflettono le particolari criticità diagnostiche, terapeutiche e organizzative del mondo reale della cardiologia proponendo una sintesi delle attuali conoscenze, dei progressi tecnologici e delle innovazioni organizzativo-gestionali con un’ulteriore riflessione critica”.
“ANMCO leadership – storia e futuro della cardiologia” è il motivo conduttore del Congresso che – sottolineano gli organizzatori in una nota – permette in questi tre giorni congressuali, avvalorando la capacità e la coesione dell’intera cardiologia italiana, di essere sempre attenta alla continua sfida dell’appropriatezza e sostenibilità delle cure per dare un fattivo contributo al Servizio Sanitario Nazionale nell’interesse del Sistema Paese. Importante il momento della Consegna della Targa d’oro dell’ANMCO al Prof. Silvio Brusaferro, alla guida dell’Istituto Superiore di Sanità, con il ricordo delle esperienze acquisite durante la pandemia che hanno visto la Cardiologia italiana in prima linea nella lotta al Covid, come ricordato anche dal Ministro della Salute Schillaci quando, intervenendo durante i lavori in corso a Rimini, ha voluto manifestare la Sua particolare vicinanza, alla cardiologia italiana, radunata per il Congresso Nazionale.
”Nasino all’insù con una puntura”: allarme rinoffiler fra i giovanissimiRoma, 19 mag. (askanews) – “Perché va di moda”; “per avere un profilo senza difetti su TikTok e Instagram”; “per levarmi lo sfizio” tanto è ‘un capriccio senza rischi’. Dopo il boom dei filler per le labbra che vanno per la maggiore tra le giovanissime sui social, ora è la volta del ‘rinofiller’, ovvero della pratica di iniettare sostanze riempitive nel naso per farlo a punta, senza gobba, senza asimmetrie. Il nuovo must è il ‘naso da rinofiller’ che viene anche regalato dai fidanzati alle ragazze per il compleanno con tanto di diretta social. L’hashtag #rinofiller su TikTok questa settimana conta 71.1 milioni di visualizzazioni, seguono #rinofillertransformation con 9,5 milioni visualizzazioni e #rinofillermilano con 12.1 milioni. Il trend prosegue con molti altri tag, post e reel correlati anche su Instagram. Il rinofiller, come i filler per le labbra, garantiscono un risultato ed un effetto ‘wow’ immediato e sono perciò adatti ai social come TikTok e Instagram.
L’abuso della pratica medica e la creazione di nuovi bisogni di bellezza sui social è la principale denuncia sollevata dagli iscritti alla Società italiana di medicina estetica SIME che hanno partecipato ad un corposo sondaggio condotto da SIME. “Il rinofiller è una pratica medica a tutti gli effetti, non un trattamento all’acqua di rose e non è privo di rischi e complicanze anche perché il naso è una area molto particolare per la vascolarizzazione: non si può far passare sui social come un trattamento ‘wow’ – sottolinea Emanuele Bartoletti, Presidente SIME – . Tra i rischi ci sono l’occlusione vascolare, la necrosi cutanea fino alla cecità e lo specialista, che deve essere un laureato in Medicina e Chirurgia con un percorso formativo specifico in Medicina Estetica, deve essere in grado di conoscere l’anatomia e la vascolarizzazione dell’area oltre che sapere gestire immediatamente le complicanze per scongiurarne il peggioramento”. Se eseguita da mani esperte è una terapia valida e sicura. Su un totale di 86 medici della SIME partecipanti al sondaggio, distribuiti nelle principali regioni della penisola, il 61,63% possiede un sito internet professionale e la maggioranza è presente sui canali social come whatsapp, Instagram e Facebook. Seguono Linked-In, TikTok Twitter e Youtube. Il 73% degli specialisti giudica però negativamente l’informazione relativa alla medicina ed alla chirurgia estetica presente su google e sui siti internet. Il 27% invece la reputa necessaria per informare le pazienti prima di scegliere. L’86 % dei partecipanti alla survey ritiene che i temi relativi alla medicina estetica siano trattati in modo non corretto sui social dove le informazioni risultato non veritiere, alterate da filtri e Photoshop, i risultati mostrati siano esagerati e senza senso etico. La preoccupazione riguarda in particolare il tema dei trattamenti iniettivi come i filler per le labbra, il botulino e, segnalano gli specialisti, i rinofiller “trattati con estrema leggerezza”.
Il 75% degli specialisti boccia post e reel di Instagram e Facebook sulla medicina/chirurgia estetica ritenendoli ‘esagerati’, ‘confondenti’, ‘imbarazzanti per la professione medica’, ‘senza limite all’etica medica’, ‘infarciti di filtri e photoshop’, ‘di marketing, pubblicitari e non divulgativi’, mentre il 25% del campione li ritiene ‘buoni strumenti di comunicazione che andrebbero però regolamentati’, ‘utili per informare e divulgare le corrette terapie’. Il 74.42% dei medici coinvolti nella survey ritiene che TikTok non sia un mezzo idoneo per i medici che si occupano di estetica, il 25.58 % invece si. L’86% del campione giudica confondente, pilotato da società/collaboratori o medici sotto falso nome o inutile il sistema di giudizi con stelline (pari a tripadvisor, molto diffusi online) dati a cliniche e specialisti ospitati nei forum e nelle chat dei siti internet dedicati alla medicina ed alla chirurgia estetica. Il 14% circa li ritiene invece utili.
Infine, il 97.67% dei partecipanti al sondaggio dichiara di non essersi mai rivolto alle nuove figure delle ‘beauty advisor’ o ‘influencer’ che sui social mostrano i risultati dei ritocchi spesso effettuati su loro stesse, ne spiegano le caratteristiche e si occupano del primo contatto con le possibili pazienti degli specialisti con cui collaborano.
Neoplasie peritoneali, al Regina Elena intervento di oltre 10 oreRoma, 19 mag. (askanews) – All’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena l’equipe di neoplasie peritoneali, diretto da Mario Valle, ha eseguito un intervento di citoriduzione completa con perfusione ipertermico antiblastica (HIPEC) in una paziente affetta da neoplasia appendicolare con sindrome da Pseudomixoma (sindrome rara causata da un tumore dell’appendice). L’operazione chirurgica è durata oltre 10 ore e viene effettuata in soli 15 centri in Italia, quelli con maggiore expertise aderenti all’Oncoteam della Società Italiana di Chirurgia Oncologica (Sico).
“Un intervento demolitivo che permette nella casistica del nostro reparto – spiega il responsabile Mario Valle, – una sopravvivenza a 10 anni del 90% dei pazienti trattati. In questo caso è stata necessario l’ asportazione di tutto il tumore visibile in peritoneo con asportazione del peritoneo stesso e degli organi interessati. Abbiamo inoltre ospitato 2 chirurghi del Kazakistan provenienti dall’ Insitute of Oncology di Almaty allo scopo di affinare ed apprendere la tecnica visti gli ormai 500 casi trattati con la mia equipe. Il nostro istituto per il trattamento delle sindromi peritoneali si conferma centro di riferimento anche per altre realtà internazionali”.
Al via Congresso SIME. La Medicina Estetica Sociale al centroRoma, 19 mag. (askanews) – La richiesta sempre maggiore di medicina estetica ha trasformato questa disciplina da restitutiva a trasformativa: “Si tratta di un andamento che non va bene per tantissimi motivi, ma soprattutto perché ci rendiamo conto che l’estetica e il buon gusto iniziano a mancare negli operatori della medicina estetica. Questa mancanza di eleganza da parte degli operatori si riflette ovviamente sulla cultura del pubblico. Per questo, va riportata l’attenzione sulla medicina estetica nel giusto modo”. Questa la premessa del presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME Emanuele Bartoletti, il quale ha spiegato che il congresso che si apre a Roma – giunto alla sua 44° edizione – avrà tre punti focali. Oltre alla medicina estetica sociale, si punterà sulla naturalezza del risultato. Inoltre, gli esperti faranno il punto sulla credibilità dei social, che sono quelli che purtroppo negli ultimi anni hanno influito in maniera consistente su questa deviazione della medicina estetica.
Se fatta in maniera corretta, la medicina estetica non può prescindere da un approccio diagnostico. Come tutte le discipline scientifiche. “L’approccio diagnostico della medicina estetica – spiega il presidente Bartoletti – è proprio una visita che inizia con una anamnesi tradizionale per controllare lo stato di salute generale del paziente, durante le quali non è strano riscontrare pre diabete, ipertensioneo altre patologie. Seguono tutta una serie di valutazioni morfo-antropometriche che vanno fatte a cominciare dalla valutazione posturale, importantissima anche anche nei soggetti giovani”. Da qui, l’esigenza della medicina estetica anche in soggetti adolescenti o giovani. Ma si parlerà anche di medicina estetica preventiva. Intercettare un’alterazione posturale in età giovane, può evitare problemi più gravi con l’andare avanti degli anni. Un’altra ipotesi è quella che permette di intercettare nelle ragazze una positività per malattie circolatorie, agli arti inferiori, cellulite ad esempio ecc.. “In questo modo, anche se ad esempio dalla cellulite non si guarisce, possiamo insegnare a chi ne soffre uno stile di vita corretto e consigliare degli integratori o anche delle terapie, perché comunque va trattata al fine di evitare che nel tempo possa dare problemi di deambulazione a causa di gambe pesanti, gonfie, che fanno male ecc.. Ma non si ferma qui la nostra visita – continua Bartoletti – Ancora, facciamo una valutazione ecografica del tessuto adiposo e una valutazione angiologica degli arti inferiori per cercare di capire, appunto, se il grasso della paziente è ammalato di pannicolopatia oppure no. E poi il check-up cutaneo che ci permette di inquadrare il paziente da questo punto di vista, cercando di capire quali sono i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e cercare di correggere le cattive abitudini (dall’esposizione solare all’utilizzo cosmetico) che possano deteriorare la qualità della cute velocemente”. Da questo, dunque, si evince quanto la medicina estetica sia soprattutto preventiva. Il medico estetico non è uno specialista in tutto, ma indaga la fisiologia, quindi se riscontra qualcosa di deviato in questa consiglia subito al paziente di andare dallo specialista di riferimento, altrettanto per la cute. “Se c’è un sospetto di un epitelioma basocellulare, quindi un tumore della pelle, oppure un sospetto di un neo che non ci convince, mandiamo subito il paziente dal dermatologo per avere una conferma diagnostica”, afferma il presidente SIME. Quindi si capisce quanto la medicina estetica possa essere utile nella prevenzione delle patologie, quindi prevenzione dei tumori cutanei, prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, prevenzione di patologie correlate e di patologie anche a livello di altri apparati. “Ecco il pieno significato e l’importanza di quella che intendiamo come medicina estetica sociale. Ma non soltanto. – spiega Emanuele Bartoletti – Questa è la medicina estetica, cioè tutto quello che non prevede un approccio di questo tipo non è medicina estetica. Labbra, zigomi e botulino in eccesso non hanno nulla a che vedere con la medicina estetica. Una volta fatta questa visita, infatti, si fa un programma di prevenzione, un programma di manutenzione e poi un programma di restituzione. Non bisogna modificare il viso dei pazienti, bisogna esclusivamente correggere alterazioni estetiche costituzionali, come per esempio asimmetrie o malformazioni, quello che non va più bene o quello che sta invecchiando in maniera eccessiva, oppure quello che sta invecchiando senza riportarlo però a trent’anni prima. Ma l’aspetto deve essere di una paziente curata, che porta bene la propria età. Ma soprattutto ricordiamoci sempre che se un intervento di medicina estetica è ben fatto, nessuno se ne deve accorgere altrimenti vuol dire che è malfatto”.
Piovella (SOI): rischio raddoppio persone cieche nel 2030Roma, 18 mag. (askanews) – “Dobbiamo superare le criticità in cui versa da oltre 20 anni l’assistenza oftalmologica pubblica in Italia, così drasticamente ulteriormente penalizzate dalla pandemia Covid 19”, lo ha detto il presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI) Matteo Piovella durante la conferenza stampa di presentazione del 20° Congresso internazionale della SOI in programma dal 25 al 27 maggio a Roma presso il Centro Congressi Cavalieri Hilton.
“É necessario garantire a tutti l’accesso alle cure salvavista, – ha detto Piovella – poter ridurre le liste d’attesa di due anni per la nuova chirurgia della cataratta, incrementare del 70% la cura della maculopatie, rendere accessibili le visite specialistiche oculistiche nell’ambito del Ssn rispettando il calendario di tutela e prevenzione elaborato e condiviso dalla SOI 10 anni fa”. Questo “per evitare, entro il 2030, il raddoppio delle persone cieche e poter dimostrare che le cure migliori sono a disposizione di tutti, soprattutto di bambini e anziani”, ha sottolineato il presidente SOI ricordando che ogni anno i 7.000 medici oculisti salvano la vista a 2 milioni di persone ed effettuano 15 milioni di visite specialistiche. L’Oftalmologia, ha detto, è considerata dal Ssn un’assistenza di serie B di tipo elettivo e non prioritaria al pari delle cure salvavita. Nel pubblico mancano gli oculisti visto che solo 3.000 dei 7.000 oftalmologi italiani lavorano nel pubblico a fronte di una richiesta di assistenza in questo settore cresciuta di 20 volte dal 1980 ad oggi. “La vista – ha evidenziato – rappresenta l’83% delle relazioni con il mondo e la vita normale e la sua perdita ha il costo sociale più elevato di tutti”.
Piovella ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del ministro della Salute Orazio Schillaci che ha introdotto il bonus per l’acquisto di occhiali o lenti a contatto per le famiglie entro un determinato ISEE. “É una fondamentale indicazione per far capire l’importanza della vista e l’indispensabile ruolo del medico oculista dedicato a proteggere la vista di tutti”. Il presidente della SOI ha ricordato l’importanza di sottoporsi a visite regolari rispettando un preciso calendario: alla nascita; entro i tre anni d’età; il primo giorno di scuola; dagli 8 ai 15 anni per identificare l’insorgenza della miopia; a 40 anni con visite ogni due anni che diventano annuali dopo i 60 anni. Dopo l’intervento di cataratta o altre chirurgie degli occhi è necessario sottoporsi a visita oculistica una volta all’anno.
“Con una sola visita si può mettere in sicurezza la nostra vista e quella dei nostri bambini per poi recarsi consapevolmente in un centro ottico con la prescrizione del medico oculista per farsi consigliare l’occhiale per meglio corregge i difetti di vista”. A sostegno di una corretta informazione e sensibilizzazione SOI ha annunciato una “Carovana della vista” con tappe a Milano Roma e Lecce a tutela di tutti quanti sono a rischio perdita della vista. “Chi non vede parte con un handicap dell’84% – ha concluso Piovella – quindi non smetterò mai di ripetere: ‘per vedere fatti vedere’”.