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Sindrome dell’ovaio policistico: fino al 70% dei casi non viene diagnosticato

Sindrome dell’ovaio policistico: fino al 70% dei casi non viene diagnosticatoRoma, 20 set. (askanews) – La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una condizione cronica che non può essere curata. La causa è sconosciuta e con una diagnosi complessa è uno dei disturbi ormonali più comuni che colpisce circa l’8-13% delle donne in età riproduttiva (Organizzazione Mondiale della Sanità). Proprio settembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione su questa patologia, molto diffusa ma talvolta poco conosciuta.


“La sindrome dell’ovaio policistico ha un impatto significativo sulla salute metabolica e riproduttiva della donna e fino al 70% dei casi non viene diagnosticato – spiega Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno – l’origine della condizione rimane ancora oggetto di discussione, ma le donne con una storia familiare di diabete di tipo 2 corrono un rischio più elevato. Tuttavia, si può affermare che la PCOS rappresenta una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo, caratterizzata da un aumento degli ormoni maschili (androgeni). Questo squilibrio ormonale porta a sintomi come eccessiva peluria sul viso e corpo (irsutismo), acne e calvizie di tipo maschile (alopecia androgenetica), e disturbi mestruali che includono cicli irregolari, assenza prolungata delle mestruazioni o cicli anormalmente lunghi. Inoltre, la sindrome si manifesta con l’ingrossamento delle ovaie, aumento del numero dei follicoli disposti perifericamente, alterazioni endocrinologiche e metaboliche, tra cui iperandrogenismo, resistenza all’insulina e iperinsulinemia. E’ importante notare che non sempre l’ecografia mostra chiaramente ovaie policistiche e alcune donne con PCOS potrebbero avere immagini ecografiche non indicative della condizione”. Il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è strettamente personalizzato, in quanto dipende dalle caratteristiche cliniche specifiche della paziente e dai suoi obiettivi riproduttivi e dal desiderio di avere figli.


“Nel caso in cui la paziente presenti sintomi come irregolarità mestruali, acne o irsutismo (eccessiva crescita di peli), può essere consigliata una terapia a base di pillole anticoncezionali contenenti estrogeni e progesterone per regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre i livelli di androgeni, responsabili di molti dei sintomi tipici della PCOS. Per le donne che desiderano concepire, invece, l’approccio terapeutico cambia. In questi casi, si adottano trattamenti volti a stimolare l’ovulazione, con l’obiettivo di ripristinare la fertilità. Nelle pazienti in sovrappeso o obese, una perdita di peso è altamente raccomandata poiché può migliorare significativamente i sintomi e la risposta ai trattamenti. Un approccio basato su una dieta equilibrata e un’attività fisica costante non solo favorisce la perdita di peso, ma migliora anche il metabolismo e contribuisce a un migliore controllo della sindrome”. La PCOS non implica necessariamente sterilità, come spiega il Ministero della Salute, e si ricorre all’induzione dell’ovulazione se la anovularietà è sistematica e unica causa dell’impossibilità di procreare. Inoltre stili di vita sani e corretti da tenere fin dalla giovane età della donna aiutano a prevenire questa particolare condizione clinica.

Sanità, I-Com: mancata immunizzazione contro Covid costata a Italia 1,6 mld

Sanità, I-Com: mancata immunizzazione contro Covid costata a Italia 1,6 mldRoma, 19 set. (askanews) – Nel 2023, primo anno di fase endemica del Covid-19, i costi diretti e indiretti attribuibili a livelli insufficienti di vaccinazione hanno superato complessivamente 1,6 miliardi di euro, mentre per i primi mesi del 2024 si registrano oltre 287 milioni. Entro la fine del 2024 si supereranno pertanto i 2 miliardi di costi attribuibili al mancato raggiungimento di livelli sufficienti di immunizzazione contro il Covid. Tra gli over 60 la copertura nazionale è infatti ferma al 10% (l’antinfluenzale registra il 53%), uno dei dati più bassi in Europa, su cui pesa anche il calo del 60% nel numero di somministrazioni avvenute nel 2024 rispetto all’anno precedente. Sebbene la crisi sanitaria e la pandemia siano ufficialmente concluse, il virus persiste e i costi associati rimangono significativi.


Sono queste alcune delle evidenze emerse nel rapporto realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), con il contributo non condizionato di Novavax, dal titolo “Difendersi e/è risparmiare. Prevenzione e immunità per limitare costi diretti e indiretti per il cittadino e la società: il caso del Covid-19”. Lo studio è stato presentato oggi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma nel corso di un evento istituzionale nato per iniziativa del Senatore Guido Quintino Liris, componente della Commissione Programmazione economica, bilancio. All’evento hanno preso parte il presidente Consiglio regionale del Lazio Antonio Aurigemma, il Country director Italy Novavax Giuseppe Bunone, il presidente I-Com Stefano da Empoli, il presidente Comitato Nazionale per la Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita Presidenza del Consiglio dei Ministri Andrea Lenzi, la Senatrice PD Commissione Programmazione economica, bilancio Beatrice Lorenzin, il direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn e la presidente SItI Roberta Siliquini. Tra settembre 2021 e il 24 settembre 2023 in Italia sono state somministrate circa 145 milioni di dosi di vaccino, facendo del Paese uno dei leader in Europa per la vaccinazione contro il Covid-19 nelle sue fasi più acute. Uno scenario completamente diverso emerge nell’ultimo anno, quando solo il 10,2% degli over 60 italiani ha ricevuto la vaccinazione anti-Covid (contro il 53% di copertura contro l’influenza), un valore ampiamente inferiore a quelli registrati nella maggior parte degli altri stati europei: tra gli over 60 in Francia, ad esempio, il tasso di copertura è del 26,5%, in Spagna è del 46,1% e nel Regno Unito del 61,5%. Anche le somministrazioni in Italia sono diminuite ulteriormente del 60% nel 2024 rispetto all’anno precedente, con ripercussioni sul numero di casi e di ricoveri che si sono già registrate nei mesi estivi dell’anno in corso e che destano ora preoccupazione per l’imminente stagione invernale.


Guardando all’impatto economico del Covid nella presente fase endemica, nel 2023 si sono registrati oltre un milione di giorni di ricovero per causa del virus in Italia, dei quali più di 41.000 giorni di terapia intensiva. Questi ricoveri hanno generato una spesa totale di oltre 900 milioni di euro nel solo 2023, con la maggior parte di questi costi che sono riconducibili ai pazienti non vaccinati. Circa il 70% dei costi delle terapie intensive, pari a circa €50 milioni, avrebbe potuto essere evitato se tali pazienti fossero stati vaccinati. Anche nei primi mesi del 2024, nonostante una riduzione dei costi complessivi rispetto all’anno precedente a seguito dei minori casi di positività registrati, la quota di costi riconducibili ai pazienti non vaccinati rimane la più rilevante, con un conseguente aumento dei costi ad essi collegati (+90% su base annua). Nello studio emerge inoltre che l’80% delle nuove terapie intensive sia associato alla popolazione over 60, implicando un costo di circa 55,7 milioni. La carenza di vaccinazioni tra gli anziani ha infatti contribuito in modo significativo all’aumento dei ricoveri in questa fascia di età, nonché a costi sanitari più elevati e a una maggiore pressione sul sistema sanitario. Portando i livelli di copertura vaccinale al pari di quelli registrati in Spagna (46%, contro il 10% italiano), la probabilità di ricovero si ridurrebbe fino al 52%, con importanti vantaggi sia per la salute dei pazienti che per le casse dello Stato.


I costi economici e sociali del Covid-19 restano elevati anche in fase endemica e risultano strettamente legati al livello di copertura vaccinale. “La mancata adozione di strategie vaccinali efficaci, infatti, non solo incrementa i costi diretti per il sistema sanitario, ma comporta anche pesanti ricadute indirette sul tessuto economico e sociale del Paese, con un aumento delle assenze lavorative, una riduzione della produttività e un aggravio sulle famiglie in termini di cure e assistenza”, dichiara il presidente I-Com Stefano da Empoli. La mancata vaccinazione ha comportato infatti anche costi indiretti legati alla perdita di produttività per le imprese e per l’intero sistema, stimata in 107 milioni di euro nel solo 2023, mentre l’impatto determinato dai decessi, ai quali corrispondono anni di mancati contributi previdenziali e di sostegno alla produttività per il sistema economico, ammonta a 610 milioni.


“La prevenzione si conferma lo strumento più efficace per ridurre l’onere economico sia per lo Stato che per i cittadini, alleviando la pressione sulle strutture sanitarie e permettendo una gestione più sostenibile delle risorse”, ha commentato il direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn. “Inoltre, una copertura vaccinale ampia non solo mitiga l’impatto del virus sulla produttività e sul benessere sociale, ma contribuisce a mantenere un tessuto economico più stabile e resiliente di fronte alle sfide sanitarie future”. Gli studiosi I-Com ritengono opportune alcune azioni attuabili già per la campagna vaccinale 2024-2025. Tra queste: la necessità di considerare la vaccinazione anti-Covid al pari di quella antinfluenzale, fissando al 75% l’obiettivo di copertura auspicabile; favorire l’aumento dei canali di accesso alla vaccinazione con il coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia; garantire scelta, appropriatezza terapeutica e competitività rendendo disponibili più tecnologie vaccinali; sostenere lo sviluppo un ambiente di ricerca attivo e proattivo, anche per arrivare al più presto a forme di vaccinazione combinate Covid-Influenza. Parallelamente, Governo e regioni devono garantire il costante aggiornamento del calendario vaccinale, strumento essenziale per la programmazione sanitaria.

Denatalità, allarme Italia: circa il 15% delle coppie non è fertile

Denatalità, allarme Italia: circa il 15% delle coppie non è fertileRoma, 19 set. (askanews) – Combattere l’inverno demografico è una delle grandi sfide del nostro tempo. Con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 ha evidenziato nel nostro Paese l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Il trend della denatalità dal 2008 (577mila nascite) non ha conosciuto soste, determinato sia da un’importante contrazione della fecondità (numero di figli per donne in età riproduttiva) sia dal calo del numero di donne in tale fascia di età (per l’invecchiamento della popolazione). Il numero medio di figli per donna negli ultimi sessant’anni è sceso dal 2.70 (1964) a 1.20 (2023) e già da quarant’anni non supera l’1.5 (1.48 nel 1984). Il bassissimo numero medio di figli per donna interessa tutto il territorio nazionale (Nord: 1.21; Centro: 1.12, Sud e Isole: 1.24), mentre fino a trent’anni fa la fecondità era molto superiore nel Sud rispetto al Centro e al Nord (basti pensare che nel 1964 era 3.30 nel Mezzogiorno, 2.38 nel Centro e 2.37 nel Nord).


Un problema, quello della denatalità, causato non soltanto da ragioni economico-sociali (stipendi bassi, aumento del costo della vita, mancanza di servizi a sostegno delle famiglie, etc.), ma anche dalle crescenti difficoltà di concepimento nelle coppie che desiderano avere un figlio. In Italia è stata istituita la Giornata nazionale della salute riproduttiva (22 settembre), proprio con l’obiettivo di promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema della fertilità. “Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa il 15% delle coppie è infertile e questa condizione può dipendere in egual misura sia dalla donna che dall’uomo. Non esistono in Italia dati specifici sulla prevalenza di questo fenomeno – afferma il Professor Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res” di Roma -. Generalmente si parla di infertilità di coppia in caso di mancato raggiungimento della gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti. Tra le cause primarie vi è senz’altro il fattore età – dai 40 anni in poi la percentuale di fertilità media è il 20% rispetto a quella riscontrata a 25 anni – ma anche abitudini non sane, come fumo, consumo di alcol oppure condizioni psicologiche limitanti, quali ansia e stress da ritmi di vita/lavoro troppo frenetici. Spesso, comunque, parliamo di patologie prevenibili facilmente curabili, per questo è molto importante una corretta informazione”.


Secondo i dati più recenti dell’ISS, nel 2021, oltre 86.000 donne in Italia si sono sottoposte a trattamenti di fecondazione assistita. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 35 e i 40 anni, seguita dalla fascia tra i 30 e i 35 anni. Il tasso di successo delle procedure varia in base all’età della donna e alla tecnica utilizzata, con una media nazionale del 25% di gravidanze per ciclo di trattamento di fecondazione in vitro. Le donne sotto i 35 anni hanno registrato i tassi di successo più alti, con una percentuale che raggiunge il 40%, mentre per le donne sopra i 40 anni il tasso di successo scende al 15%. “Non esiste un percorso universalmente valido per tutte le coppie – spiega il Professor Bilotta – Per questo, l’obiettivo primario del nostro Centro è ricercare approcci personalizzati, basati su caratteristiche genetiche e biologiche individuali. Non solo: puntiamo al miglioramento delle tecniche di congelamento e scongelamento di ovociti ed embrioni e investiamo nello sviluppo di nuove metodologie per la diagnosi precoce di malattie genetiche rare”.


Secondo il direttore di Alma Res – che vanta oltre 17mila trattamenti di riproduzione assistita realizzati e più di 7mila bambini nati – è fondamentale continuare a migliorare il quadro normativo per assicurare un accesso equo e sicuro per tutti: “Nel Lazio, per esempio, le coppie che decidono di ricorrere alla fecondazione assistita tramite SSN si recano in altre regioni. Le motivazioni sono legate alla scarsa offerta pubblica o convenzionata nel territorio regionale, lunghe liste d’attesa e costi elevati. Con altri 21 Centri autorizzati privati, stiamo costituendo un Coordinamento a livello regionale: auspichiamo la creazione di un Network di centri pubblici e privati, disponibili a erogare prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, in modo da aumentare l’offerta e garantire alle coppie un maggiore accesso ai trattamenti di fecondazione assistita”.

Giornata del Respiro, Terme Chianciano lancia “Programma Respiro Termale”

Giornata del Respiro, Terme Chianciano lancia “Programma Respiro Termale”Roma, 17 set. (askanews) – In occasione della Giornata Mondiale del Respiro, in programma mercoledì 25 settembre, Terme di Chianciano, parte del gruppo Terme&SPA Italia, invita il pubblico a scoprire le sue attività dedicate al benessere delle vie respiratorie, con un’attenzione speciale al “Programma Respiro Termale”. Questo percorso, ideato per migliorare la qualità della respirazione, sfrutta le proprietà uniche delle acque termali della sorgente Santissima, ricca di bicarbonato, solfato e calcio, note per i benefici sulle vie respiratorie e sull’equilibrio del sistema respiratorio.


La Giornata Mondiale del Respiro, celebrata ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute respiratoria, rappresenta un’occasione ideale per affrontare i disturbi legati all’inquinamento, alle allergie stagionali e agli effetti a lungo termine del COVID-19. Le Terme di Chianciano hanno sviluppato un programma specifico per coloro che soffrono di difficoltà respiratorie, bronchiti croniche, sinusiti, asma e altre problematiche correlate. Il “Programma Respiro Termale” inizia con un colloquio medico personalizzato per valutare lo stato di salute e le esigenze specifiche di ogni partecipante. I trattamenti includono aerosolterapia con l’acqua della sorgente Santissima, ricca di bicarbonato, solfato e calcio, ideale per combattere riniti, faringiti, laringiti e bronchiti. L’acqua viene nebulizzata in vapore che raggiunge in profondità le mucose, apportando benefici antinfiammatori e decongestionanti. Il programma prosegue poi con l’accesso alle Piscine Termali Theia, dove i partecipanti possono godere di una mezza giornata di relax, circondati dalla natura e immersi nelle vasche interne ed esterne. L’area spa offre un ambiente rigenerante per corpo e mente, permettendo di sperimentare una distesa serenità.


Oltre ai trattamenti respiratori, il pacchetto “Acqua Santa Deluxe” delle Terme di Chianciano offre un’esperienza completa di benessere che combina trattamenti respiratori, come aerosol e docce nasali, con cure idropiniche nel Parco dell’Acqua Santa. Questi trattamenti aiutano a depurare il corpo e migliorare la digestione. L’esperienza si conclude con un rilassante percorso alle Terme Sensoriali, dove si può godere di diverse aree tematiche per il benessere fisico e mentale, inclusi aromaterapia, saune etrusche e docce sensoriali. In occasione della Giornata Nazionale del Respiro, Terme di Chianciano chiama quindi a raccolta tutte le proprie risorse e competenze per sensibilizzare, attraverso vari percorsi, sul tema dell’importanza di respirare nel modo giusto per restare in salute e mantenersi giovani, ossigenando adeguatamente le nostre cellule e aumentando la qualità del sonno dato che, una cattiva respirazione, influisce su di esso.


Il 26 settembre, verrà ospitato un Open Day di Pneumologia presso l’Institute for Health di Terme di Chianciano, dedicato alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie respiratorie. Durante la giornata, i partecipanti potranno eseguire gratuitamente una spirometria, un esame fondamentale per valutare la capacità respiratoria e diagnosticare eventuali patologie.

Il Gemelli si conferma primo in Italia per Ginecologia e Ostetricia

Il Gemelli si conferma primo in Italia per Ginecologia e OstetriciaMilano, 17 set. (askanews) – Dopo essersi confermato al primo posto tra i migliori ospedali italiani, per il quarto anno consecutivo, nella classifica World’s Best Hospitals di Newsweek, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs aggiunge altre medaglie d’eccellenza al suo palmarès per specialità, nel ranking dei World’s Best Specialized Hospitals 2025, appena pubblicato. Anche quest’anno, l’ospedale romano si conferma primo in Italia per le specialità Ginecologia e Ostetricia (quest’anno balzata al quarto posto della classifica mondiale, dopo aver esordito lo scorso anno al settimo posto), Gastroenterologia (che consolida la sua posizione all’ottavo posto nel mondo) e Pneumologia.


Sia la Ginecologia che la Gastroenterologia del Gemelli, secondo questa classifica, sono inoltre prime tra i Paesi dell’Unione Europea. Di rilievo anche il secondo posto in Italia dell’Endocrinologia e della Neurologia e il terzo posto dell’Oncologia, della Cardiologia e dell’Ortopedia. I risultati della classifica 2025, pubblicati oggi, sono stati accolti con grande soddisfazione dai vertici del Policlinico Gemelli e dagli artefici di questo successo internazionale. “Il risultato ottenuto dalla Ginecologia e Ostetricia del Gemelli nella classifica World’s Best Specialized Hospitals 2025 – afferma il professor Giovanni Scambia, Direttore scientifico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, ordinario di Ginecologia all’Università Cattolica – ci gratifica molto perché premia la nostra volontà di essere sempre all’avanguardia da un punto di vista tecnologico, di riservare grande attenzione agli aspetti organizzativi della nostra struttura e, allo stesso tempo, di curare molto il rapporto con le nostre pazienti. Tutto questo rende la Ginecologia del Gemelli un dipartimento davvero ‘paziente-centrico’. Un concentrato di tutta l’innovazione possibile, mai disgiunta però da una estrema attenzione all’umanizzazione delle cure”.


“Questo straordinario risultato – sottolinea il professor Antonio Gasbarrini, direttore Uoc Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli Irccs, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica – è frutto dell’impegno costante del nostro team multidisciplinare di esperti in malattie gastrointestinali, del fegato e del pancreas nel fornire cure di eccellenza, innovazione nella ricerca e attenzione alla centralità del paziente. Essere tra i primi dieci centri a livello mondiale rappresenta un motivo di grande orgoglio non solo per il nostro Cemad-Centro Malattie dell’Apparato Digerente, ma anche per l’Italia, che si conferma un paese leader nel campo della medicina. Questo traguardo è importante anche a livello internazionale, poiché dimostra come un approccio interdisciplinare, tecnologicamente avanzato e incentrato sulla persona possa portare a risultati d’eccellenza, offrendo speranza e cure innovative ai pazienti di tutto il mondo”. “Siamo orgogliosi della conferma del Policlinico Gemelli ai vertici delle classifiche internazionali per diverse specialità – commenta il professor Marco Elefanti, Direttore Generale di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-. Ma l’eccellenza dell’offerta di assistenza ai nostri pazienti si declina attraverso tutte le 12 specialità che prende in considerazione questo ranking. Il nostro è un grande lavoro di squadra, trasversale a tutte le aree mediche e ai servizi, che tutti insieme contribuiscono a produrre eccellenza. E a fare del Gemelli il ‘miglior ospedale d’Italia’ da quattro anni consecutivi, secondo questa classifica internazionale. È un riconoscimento della qualità dell’offerta, che ci viene attributo ogni giorno dalle migliaia di persone che da tutta Italia e anche dall’estero scelgono il Gemelli per curarsi. Un vanto per il Servizio Sanitario della Regione Lazio di cui il nostro Policlinico è parte integrante”.


Newsweek in partnership con Statista, una piattaforma di intelligence di dati globali ha appena reso noto il ranking delle migliori specialità ospedaliere al mondo. La classifica, giunta alla quinta edizione, è frutto di un’indagine internazionale relativa a 12 campi specialistici: cardiologia, cardiochirurgia, endocrinologia, gastroenterologia, neurologia, neurochirurgia, pediatria, pneumologia, ostetricia e ginecologia, oncologia, ortopedia e urologia.

Violenze a sanitari, Schillaci: allo studio arresto anche differito

Violenze a sanitari, Schillaci: allo studio arresto anche differitoMilano, 17 set. (askanews) – Il ministero della Salute, in coordinamento con quello della Difesa e dell’Interno, ha allo studio nuove proposte normative per contrastare la violenza contro medici e infermieri negli ospedali che prevedano, tra l’altro “l’arresto in flagranza anche differito per coloro che si rendano responsabili di gravi atti di violenza nei confronti dei professionisti della sanità pubblica”. Un provvedimento in linea con quanto già previsto per il contrasto della violenza negli stadi. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo in Commissione Sanità al Senato su questo tema.


L’obiettivo, ha aggiunto, è permettere “di procedere con l’arresto anche nelle 48 ore” successive “in caso di documentazione videofotografica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto” ha aggiunto. “Credo fermamente che l’arresto in fragranza di reato, anche differito, possa costituire un valido strumento di deterrenza per un efficace contrasto agli episodi di violenza a danno dei sanitari, però permettetemi di dire che è anche soprattutto un problema culturale: non possiamo ignorare come nel tempo si sia degradato il rapporto medico-paziente, dobbiamo soprattutto agire a livello di formazione, è impensabile che chi ha un camice bianco e si presta a dare cure a una persona venga da questa poi aggredito, anche se solo verbalmente. La cosa ancora più grave a mio giudizio che nel 70% gli operatori sanitari che sono vittime di aggressioni sono donne” ha aggiunto Schillaci.

Da I-Com un Decalogo per affrontare le sfide sanitarie globali

Da I-Com un Decalogo per affrontare le sfide sanitarie globaliRoma, 16 set. (askanews) – Rilanciare l’impegno internazionale e multisettoriale sulle sfide globali di prevenzione; implementare e ottimizzare i programmi di immunizzazione degli adulti e degli anziani per una prevenzione lungo tutto l’arco della vita; rafforzare la capacità di produzione di vaccini, digitalizzazione e raccolta di dati sanitari al servizio delle campagne di prevenzione. Sono queste alcune delle proposte operative racchiuse nel Decalogo per una prevenzione globale, dell’oggi e del domani, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e sottoscritto da 7 tra le principali società scientifiche e associazioni dei pazienti impegnate sui temi della prevenzione: Amici Obesi, Cittadinanzattiva, Diabete Italia, Italia Longeva, Società Italiana di Pediatria (SIP), Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA), Società Italiana di Igiene (SItI).


Il Decalogo è stato presentato alla Camera dei Deputati in un evento istituzionale nato per iniziativa del vicepresidente Commissione Affari sociali Camera dei deputati Luciano Ciocchetti. Alla conferenza stampa hanno preso parte il capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie Ministero della Salute Maria Rosaria Campitiello, il presidente di I-Com Stefano da Empoli, il direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn e il membro del Coordinamento Interregionale AREA Prevenzione e Sanità Pubblica Commissione Salute Conferenza delle Regioni Francesca Russo. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo non condizionato di GSK, Pfizer e Sanofi. Il Decalogo raccoglie le raccomandazioni di policy del position paper dal titolo “Priorità salute: le sfide dell’Italia nel contesto del G7” con cui vengono tracciati, in vista del G7 Health, l’incontro tra i Ministri della Salute dei sette paesi coinvolti che si terrà ad Ancona dal 9 all’11 ottobre 2024, alcune linee di intervento per far fronte alle sfide sanitarie globali.


“Dall’emergenza Covid-19 in poi, questi appuntamenti internazionali sono stati fortemente incentrati sull’obiettivo di potenziare le politiche di prevenzione, in particolare in termini di rafforzamento dell’immunizzazione come uno degli interventi di salute pubblica più strategici e sulla necessità di prevedere nuove misure di contrasto all’antimicrobico resistenza a beneficio soprattutto dei Paesi a basso e medio reddito (LMIC)”, ha commentato il presidente I-Com, Stefano da Empoli: “Il ricorso a linee di indirizzo multidisciplinari e trasversali risultano centrali non solo nei lavori del G7, ma anche nelle intenzioni dei rappresentanti dei Governi per far fronte alle sfide sanitarie che sono più che mai di carattere globale”. In particolare, le priorità di policy per il prossimo G7 Salute contenute nel Decalogo per una prevenzione globale sono: rilanciare l’impegno internazionale e multisettoriale sulle sfide globali di prevenzione; implementare e ottimizzare i programmi di immunizzazione degli adulti e degli anziani per una prevenzione lungo tutto l’arco della vita; prioritizzare le campagne di vaccinazione antinfluenzale; colmare i gap causati dal Covid nelle campagne di prevenzione; Rafforzare la capacità di produzione di vaccini; Promuovere sistemi di joint budgeting internazionali per lo sviluppo e l’attuazione dei programmi nazionali contro l’AMR; finanziare la prevenzione è finanziare la ricerca; Digitalizzazione e raccolta di dati sanitari al servizio delle campagne di prevenzione; formare, sensibilizzare, e avvicinare; rilanciare le campagne di sensibilizzazione su stili di vita sani, con articolare attenzione sull’importanza dell’alimentazione, dell’attività fisica, e della socialità lungo tutto il corso della vita.

Yoga della Risata: dall’11 al 13 ototbre sul Lago di Garda, il IV congresso italiano

Yoga della Risata: dall’11 al 13 ototbre sul Lago di Garda, il IV congresso italianoRoma, 14 set. (askanews) – Benessere, aziende, scuola, ambito socio-sanitario tra cui ospedale, cure palliative, anziani, carcere, disabilità. Sono questi i principali settori dei benefici comprovati dello Yoga della Risata, come verrà approfondito durante il IV Congresso Italiano che, dopo il grande successo del 2019 e una lunga attesa durata ben 5 anni, tornerà tra un mese, dall’11 al 13 ottobre 2024, sul Lago di Garda, al Parc Hotel di Peschiera del Garda (VR). Due gli interventi formativi, in modalità virtuale, dei fondatori indiani della pratica: il medico Madan Kataria e sua moglie Madhuri, inoltre si alterneranno sul palco tanti esperti, tra cui 1 medico, 3 psicologi, 6 professionisti sanitari.


Sarà un’esperienza corale, inclusiva e fortemente formativa, aperta a tutti e promossa dalla Master Trainer Lara Lucaccioni, una delle più attive al mondo, con l’obiettivo di promuovere il benessere delle persone e realizzare la missione del Movimento: salute, felicità e pace nel mondo attraverso la risata. Sono previsti oltre 30 appuntamenti, come talk e workshop con ospiti nazionali ed internazionali, formazione, buone pratiche, giochi, risate e Funny Night, per sperimentare la via più semplice ed economica al benessere. Obiettivi che sono confermati dalla media partnership con il settimanale Donna Moderna e dalla sponsorship dell’azienda di medicina naturale Prodeco Pharma, due realtà da sempre attente al benessere psico-fisico. Lo Yoga della Risata è una pratica rivoluzionaria dall’enorme valore terapeutico, ideata nel 1995 e basata sull’intuizione unica che tutti possono ridere anche in assenza di umorismo, con innumerevoli benefici scientificamente dimostrati. Coinvolge oggi più di 3 milioni di persone in oltre 115 Paesi con migliaia di Club della Risata gratuiti, che ne sono il cuore. Sono oltre 500 quelli italiani (elenco geolocalizzato).


“Dopo 5 lunghi anni – puntualizza Lara Lucaccioni – sono felice e orgogliosa di promuovere di nuovo questo evento straordinario, aperto a tutti, per far sperimentare come ridere sia la miglior medicina a costo zero, come dimostrato dalla stessa ricerca scientifica. Non tutti, però, sanno come farlo. La via è quella indicata dello Yoga della Risata, che ci insegna a ridere anche quando la vita non ci sorride, con enormi benefici. Il Congresso, con l’intervento straordinario del fondatore della pratica, il medico Madan Kataria, sarà l’occasione per condividere tutte le applicazioni terapeutiche di questa pratica rivoluzionaria. L’obiettivo finale è diffondere salute, felicità e pace, secondo quella che è la missione dello Yoga della Risata!” All’evento saranno presenti alcuni tra i principali esponenti italiani e stranieri della disciplina. Tra i relatori: la Master irlandese Tové Kane (azienda), il Master australiano Merv Neal, collegato online (salute mentale), il manager Ilario Tricarico (azienda), il medico Vittorio Fusco (ospedale), la biologa nutrizionista Leslye Pario (stress), lo psicoterapeuta Francesco Cianci (intelligenza emotiva), la psicologa Daniela Sirtori (psicologia), la docente universitaria Rosaria Cirillo (scienza della felicità), l’insegnante Elena Berrone (scuola), la pedagogista Monica Lombardi (Pedagogia della Gioia), la psicologa clinica e della riabilitazione Anna Bondaschi (cure palliative), il fisioterapista Marco Squarzoni (interventi uno a uno), le infermiere Simonetta Pocchiesa (anziani e morte), Maura Como (pazienti oncologici) e Gabriella Mozzone (processo di guarigione), l’educatrice e pedagogista Cinzia Perrotta (carcere), la facilitatrice Lalla Ribaldone (disabilità).


È una disciplina trasformativa, semplice ed economica, che si pratica anche da soli, ma la cui forza principale è data dal gruppo. Nasce dall’intuizione unica, secondo cui ciascuno di noi può decidere di ridere senza l’ausilio della comicità, portando il corpo a farlo per scelta: emettiamo il suono della risata e lo sosteniamo progressivamente attraverso la respirazione, per almeno dieci minuti, con gli stessi innumerevoli benefici, in quanto il nostro corpo non distingue una risata spontanea da una autoindotta. Tanto più che, dopo qualche risata autoindotta, essa finisce per diventare autentica e contagiosa. Se siamo in gruppo, ciò avviene grazie all’effetto dei neuroni specchio e della giocosità sperimentata durante gli incontri; se siamo da soli, ci fa ridere il nostro sé che ride, che gioca con il suono delle risate e nutre il suo bambino interiore, e inneschiamo così la risata, respiro dopo respiro. Inspiro-trattengo e rido diventa la via per il nostro benessere! Attraverso la pratica si potenzia l’ossigenazione, rendendo più vitale ed energico il nostro corpo, diventando anche più presenti a livello mentale. Inoltre, aumentano le difese immunitarie, diminuisce lo stress fisico, mentale ed emotivo, si riducono il rischio di malattie al cuore e la pressione arteriosa, migliorano la digestione e il transito intestinale. Viene inoltre favorito il sonno, si creano profonde relazioni e si aumenta la resilienza.


Sono oltre 700 le ricerche scientifiche che attestano tali benefici. Tra le numerose riguardanti la diminuzione del cortisolo, l’ormone dello stress, grazie alla risata, la più significativa è la meta-analisi del maggio 2023

Terme e Spa Italia celebra il World Wellness weekend

Terme e Spa Italia celebra il World Wellness weekendRoma, 13 set. (askanews) – Anche quest’anno Terme & Spa Italia partecipa al World Wellness Weekend, che si terrà dal 20 al 22 settembre 2024. L’evento internazionale, nato nel 2017, è dedicato alla promozione del benessere in tutte le sue forme, con l’obiettivo di incoraggiare le persone a sperimentare attività che migliorino la loro salute fisica e mentale, promuovendo uno stile di vita equilibrato e sano.


Il gruppo Terme & Spa Italia che comprende Terme di Saturnia Natural Destination, Terme di Chianciano, Monticello SPA&FIT e De Montel – Terme Milano, che aprirà a inizio 2025, è stato costituito nel 2021 con l’obiettivo di soddisfare la crescente domanda di salute e benessere del territorio nazionale grazie allo sviluppo di servizi, protocolli ed esperienze di benessere innovativi che completano le attività tradizionali del settore. L’evento rappresenta un momento speciale per celebrare la filosofia di benessere integrato che caratterizza il gruppo Terme & SPA Italia: ogni struttura, immersa in contesti naturali suggestivi e dotata di percorsi, trattamenti e attenzioni uniche, proporrà attività esclusive che uniscono tradizione e innovazione, per offrire ai partecipanti un’esperienza di benessere completa. Il World Wellness Weekend rappresenta quindi un’opportunità ideale per condividere una visione del benessere che comprende non solo il corpo, ma anche la mente e lo spirito.


Durante il weekend, i visitatori delle Terme di Saturnia, Terme di Chianciano e Monticello SPA potranno partecipare a sessioni di yoga e meditazione, trattamenti termali innovativi e percorsi benessere studiati per rigenerare corpo e mente. Terme di Saturnia offrirà trattamenti esfolianti, yoga e una sessione di skincare il 22 settembre, insieme a una gara di golf; le Terme di Chianciano presenteranno attività varie tra cui una conferenza medica, assaggi di Acqua Santa, e allenamenti intensivi; mentre Monticello SPA&FIT, vicino a Milano, proporrà esperienze multisensoriali gratuite come trattamenti viso, cerimonie hammam e accesso a corsi di fitness, in un ambiente naturale ideale per il relax. Questi momenti rappresentano il cuore della missione di Terme & SPA Italia: creare esperienze che promuovano un benessere duraturo e accessibile a tutti.

”Rare Diseases Award”, aperte candidature per quarta edizione Premio

”Rare Diseases Award”, aperte candidature per quarta edizione PremioRoma, 13 set. (askanews) – Sono ufficialmente aperte le candidature per il Rare Diseases Award, il premio promosso da UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, in collaborazione con Koncept, che riconosce e celebra i progetti più meritevoli nel campo delle malattie rare. Anche quest’anno il Premio, giunto alla quarta edizione, si inserirà nella cornice del Forum Sistema Salute, previsto per il 13 e 14 novembre alla Stazione Leopolda di Firenze.


“I pazienti amano chi li ama… e lo premiano” è lo slogan scelto per sottolineare la forte connessione fra i protagonisti del Premio: la comunità delle persone con malattia rara che riconosce il valore delle progettualità realizzate per incidere significativamente sulla qualità della loro vita e le premia. Anche quest’anno, infatti, la Giuria sarà interamente composta da rappresentanti delle Associazioni Federate a UNIAMO, che saranno chiamati a decretare i vincitori delle tre categorie: Sensibilizzazione, Servizi e Progetti di Inclusione e Integrazione, la novità della quarta edizione. Negli anni il Premio si è imposto come il riconoscimento più importante e significativo per tutti coloro che a vario titolo vivono il mondo delle malattie rare; soltanto nella scorsa edizione i progetti candidati sono stati più di 60.


“Con l’introduzione della nuova categoria – il commento della Presidente UNIAMO, Annalisa Scopinaro – vogliamo dare sempre più spazio a quelle iniziative che promuovono il concetto di Salute nella sua dimensione olistica, che propongono nuove soluzioni, strumenti e opportunità per mettere il paziente nella condizione di costruire il proprio percorso di vita. Perché dietro la patologia c’è una persona che ha una vita da vivere”. “Cosa rende questo premio così speciale? La risposta – afferma Giuseppe Orzati, Amministratore di Koncept – sta nella sua capacità di creare un ponte tra pazienti, industria farmaceutica, istituzioni e associazioni. Non si tratta solo di un riconoscimento, è un potente catalizzatore di cambiamento. Stimola l’innovazione, promuove la collaborazione e, soprattutto, mantiene alta l’attenzione su patologie che troppo spesso vengono ignorate”.


Il termine per inviare le candidature è il 13 ottobre. Il bando, il modulo d’iscrizione e tutte le informazioni sul sito uniamo.org.