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Laurea Medicina, stop al numero chiuso. Bernini: “Passo storico”

Laurea Medicina, stop al numero chiuso. Bernini: “Passo storico”Roma, 16 ott. (askanews) – Via libera dalla 7^ Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. La riforma prevede l’abolizione del numero chiuso al primo semestre, consentendo l’iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’SSN.


Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta. Il proseguimento degli studi al secondo semestre sarà condizionato dal conseguimento di tutti gli esami previsti per il primo semestre e dalla posizione nella graduatoria nazionale. Per il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini “questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico. Il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30mila professionisti i più nei prossimi sette anni. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione. Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d’ingresso, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi. In questo modo non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un’offerta formativa d’eccellenza”, conclude Bernini.


La riforma include, inoltre, iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l’ingresso nei corsi di laurea. Gli studenti potranno beneficiare di una formazione mirata e, in caso di mancata ammissione al secondo semestre, del riconoscimento dei crediti acquisiti per proseguire in altri percorsi di studio. Questa strategia mira a ottimizzare le risorse disponibili e garantire una preparazione di qualità in un settore cruciale per il Paese.

”Prospettive e sfide del SSN”, a Roma convegno I-Com

”Prospettive e sfide del SSN”, a Roma convegno I-ComRoma, 15 ott. (askanews) – L’Istituto per la Competitività (I-Com) organizza il convegno pubblico dal titolo “Un paese in salute. Prospettive e sfide del Sistema Sanitario Nazionale tra presente e futuro”, in programma mercoledì 16 ottobre dalle 9:00 alle 12:30 presso la Coffe House di Palazzo Colonna (Piazza dei Santi Apostoli 67, Roma). Il dibattito verrà preceduto da un’intervista al sottosegretario di Stato Ministero della Salute Marcello Gemmato, che ha confermato la sua presenza.


L’evento, appuntamento annuale dell’Osservatorio In-Salute dell’Istituto, sarà l’occasione per presentare il rapporto che indaga lo stato di salute in Italia, dei servizi e delle risorse del SSN – corredata in questa sezione da una survey originale I-Com sulla percezione dei cittadini – nonché la spesa e il finanziamento del comparto sanitario e farmaceutico, lo stato degli investimenti e il quadro normativo europeo e nazionale, con particolare riguardo alle sfide prospettate dalla nuova legislazione farmaceutica in via di definizione. L’iniziativa è realizzata con il supporto non condizionante di Merck, Novavax, Sanofi e in media partnership con Askanews.

Manovra, Schillaci: sicuro di incremento fondi rispetto al previsto

Manovra, Schillaci: sicuro di incremento fondi rispetto al previstoMilano, 15 ott. (askanews) – “Io non ho mai detto quanti miliardi in più ci sono, il premier Meloni e il ministro Giorgetti sanno benissimo quanto è importante la sanità. Tra tanti problemi che ha creato la pandemia l’unica cosa buona che ha fatto, qui come altrove, è stata riportarla al centro del discorso politico. Non so dettagliare quanto ci sarà, cominceremo stasera alle 20, ci sarà sicuramente un incremento dei fondi rispetto a quello che era previsto”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione del Forum “Welfare, Italia”, parlando dei fondi per la sanità che saranno previsti dalla prossima manovra economica del Governo.


“Soprattutto io ho chiesto al ministro Giorgetti che i fondi che arriveranno siano impiegati per il personale in due modi: assumendo altri e nuovi operatori sanitari di cui abbiamo bisogno”, formati cinque anni per avere nuove competenze come quelle per la telemedicina, e cercando di “defiscalizzare l’indennità di specificità che tutti gli operatori sanitari prendono lavorando nel Ssn, un po’ in analogia a quello che è stato fatto con il decreto legge sulle liste di attesa” ha aggiunto Schillaci.

Sanità, Airo: cercasi medici specializzandi in radioterapia

Sanità, Airo: cercasi medici specializzandi in radioterapiaRoma, 13 ott. (askanews) – Solo 31 su 170 posti di specialità di Radioterapia (pari al 18%) sono stati finora assegnati per l’anno accademico che inizierà a novembre. Troppi pochi per una specializzazione impiegata in oltre il 60% dei malati di tumore e che risulta curativa in oltre il 40% dei casi. L’Oncologia Radioterapica è, assieme alla Chirurgia Oncologica e all’Oncologia Medica, una delle tre principali discipline che curano i tumori.


“Ogni anno in Italia oltre 200.000 i pazienti affetti da tumore che devono essere sottoposti a radioterapia: è uno dei pilastri della cura. Se mancano i radioterapisti – sottolinea Marco Krengli, Presidente dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (Airo) – significa che non potremo curare i malati di cancro che necessitano di questo trattamento. Ecco perché è un problema che riguarda tutti e non solo noi “addetti ai lavori”. Nonostante sia poco conosciuta, la radioterapia offre grandi vantaggi sia agli studenti che ai futuri medici, possibilità di far carriera, è una scienza dinamica e in evoluzione e (cosa che interessa molto alle nuove generazioni) consente ritmi di vita non troppo stressanti.


“L’Oncologia Radioterapica è una specializzazione estremamente dinamica e internazionale, in forte crescita grazie alle continue innovazioni tecnologiche e molecolari. Si interfaccia con tutte le discipline dell’ambito oncologico – aggiunge Stefano Pergolizzi, Presidente Eletto AIRO – e offre grandi opportunità d’impiego nel mondo del lavoro. Non tutti sanno che dopo 4 anni di studi e non 5 come altre discipline apre già le porte dei neo-specialisti al mondo delle cure oncologiche non solo nei reparti di radioterapia oncologica, ma anche in quelli di oncologia medica e di cure palliative, essendo infatti affine a queste specialità”. Sono numerosi i motivi per cui può essere vantaggioso scegliere questa specialità. “Consente di svolgere attività libero-professionale sia all’interno, sia al di fuori delle strutture ospedaliere, offrendo opportunità di impiego anche nelle aziende farmaceutiche e in quelle di tecnologie. Il mondo accademico e della ricerca scientifica – spiegano Sara Ramella e Michela Buglione, delegate alle Scuole di Specializzazione del Collegio dei Professori di Radioterapia – offrono inoltre ulteriori possibilità di realizzare i propri obiettivi. È infine da considerare che consente una buona qualità di vita, con ritmi e orari di lavoro complessivamente ben compatibili con la vita sociale e familiare”.


(segue)

G7 Salute, Schillaci: innovazione e ricerca per salute per tutti

G7 Salute, Schillaci: innovazione e ricerca per salute per tuttiRoma, 11 ott. (askanews) – “Innovazione e ricerca vivono di finanziamenti, sono l’arma migliore a disposizione per portare la salute in tutti i continenti, a partire l’Africa. È un intendimento chiaro di tutti i Paesi del G7, verrà affrontato anche nel G20 ospitato dal Brasile: non vogliamo lasciare indietro nessuno e la recente pandemia ha fatto capire quanto sia importante che salute e benessere siano assicurati in tutti i continenti, i virus non conoscono confini”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza finale del G7 Salute che si è tenuto ad Ancona.


“Su questo c’è la volontà di proseguire su un lavoro iniziato e l’antimicrobico resistenza, insieme alla visione One Health, rappresenta la visione giusta. La salute dell’uomo è legata alla salute animale e dell’ecosistema che ci circonda. I cambiamenti climatici non vanno sottovalutati: bisogna avere una visione olistica, a 360 gradi, di una medicina moderna e sostenibile per non lasciare indietro nessuno”. L’Intelligenza Artificiale anche in Sanità, ha detto ancora, “non va temuta o contrastata, ma governata: dobbiamo avere un approccio etico, ricordare che nessuna tecnologia può sostituire le decisioni prese dall’uomo. Su questo argomento così importante e innovativo la nostra presidenza ha prodotto un risultato concreto e significativo: per la prima volta i membri G7 hanno approvato un ‘policy brief’ su Intelligenza Artificiale e Salute”.

La Medicina generale in stato agitazione: “Risposte o sciopero”

La Medicina generale in stato agitazione: “Risposte o sciopero”Roma, 11 ott. (askanews) – Il Consiglio nazionale Fimmg, riunito a Villasimius per l’82simo congresso nazionale, ha dato mandato per la dichiarazione dello stato di agitazione al segretario generale Silvestro Scotti e all’Esecutivo nazionale. Alla base della decisione, paventata già nelle scorse settimane, c’è “l’inaccettabile ritardo sulla definizione dell’atto di indirizzo, indispensabile per arrivare poi alla firma dell’Accordo collettivo nazionale (ACN) 2022 – 2024”, ma anche “l’assenza di risorse aggiuntive per il raggiungimento di obiettivi di politica sanitaria in riferimento ad un’assistenza di prossimità”. Per questo il Consiglio nazionale si impegna alla mobilitazione attraverso il coinvolgimento assembleare delle sezioni provinciali del paese.


“È imprescindibile e urgente la definizione dell’atto di indirizzo per avviare finalmente le trattative necessarie alla firma dell’ACN per il triennio 2022-2024”, dice il segretario generale Silvestro Scotti: “La medicina generale, pilastro fondamentale del Servizio sanitario nazionale, ha affrontato negli ultimi anni sfide straordinarie, tra cui la pandemia e l’evoluzione costante delle esigenze sanitarie della popolazione. Per far fronte a queste sfide e garantire una presa in carico di prossimità moderna ed efficace, è fondamentale dotarsi di un quadro normativo e contrattuale aggiornato. Per la Fimmg, la programmazione asfittica che non va oltre il 2026 e l’assenza dell’atto di indirizzo rappresenta un ostacolo non solo per la categoria, ma per l’intero Servizio sanitario e per la qualità del servizio offerto ai cittadini. “Abbiamo bisogno di risposte concrete per poter mettere in atto le riforme necessarie, come l’integrazione della telemedicina, la digitalizzazione dei servizi, il potenziamento delle risorse per la medicina territoriale e una migliore tutela del lavoro dei medici di famiglia attraverso la loro organizzazione di offerta per gruppi di assistenza con personale e strumenti diagnostici”, ricorda il leader Fimmg.


Duro il richiamo che arriva dall’intera categoria al MEF e alla Conferenza delle Regioni, proprio per le questioni contrattuali. “Siamo pronti a batterci affinché la questione si definisca già nei prossimi mesi. Allo stato attuale i medici di medicina generale, che pagano in proprio tutte le spese legate alla professione, sono costretti con uno stipendio allineato al costo della vita del 2021, a supportare l’inflazione corrente. Non volevamo essere eroi in tempo di pandemia – conclude Scotti – non saremo vittime sacrificali ora. In assenza di risposte concrete, che devono arrivare soprattutto a tutela della salute dei cittadini, dallo stato di agitazione saremo pronti a dichiarare lo sciopero”.

Schillaci: piano assunzioni Sanità, servono soprattutto infermieri

Schillaci: piano assunzioni Sanità, servono soprattutto infermieriRoma, 11 ott. (askanews) – “Sono sicuro che” in Manovra “avremo un piano pluriennale di assunzioni” del personale sanitario “e che riusciremo ad assumere i medici e gli infermieri che servono per il Ssn, mettendo fine al fenomeno assurdo dei ‘gettonisti’”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza finale del G7 Salute che si è tenuto ad Ancona.


“Le richieste fatte al ministro Giorgetti – ha spiegato – vanno prioritariamente a guardare al personale, come nuove assunzioni e chi già lavora nel Ssn il cui ruolo deve essere rivalutato. Dobbiamo assumere più persone nel pubblico, abbiamo un piano triennale per medici e infermieri: dai dati Ocse ci si rende conto che in Italia mancano più infermieri che medici. I medici mancheranno nei prossimi anni per una sbagliata programmazione fatta negli anni precedenti, ma soprattutto i giovani medici non scelgono più volentieri alcune specializzazioni. Non è solo un problema italiano. Servono soprattutto infermieri per poter pienamente avviare la medicina territoriale, su cui c’è la gran parte degli investimenti Pnrr, e abbiamo la necessità di assumere medici su specializzazioni meno ambite. Abbiamo ragionato con Giorgetti su alcune forme per far sì che i giovani scelgano alcune specializzazioni oggi meno scelte. Da medico non posso non dire che, se uno sceglie di fare il medico solo per guadagnare tanto, non ha capito la scelta che sta facendo: la professione medica non può essere vista solo come fonte di guadagno”, ha concluso Schillaci.

Salute e benessere, anche Mogol tra ospiti CeoForLife Awards 2024

Salute e benessere, anche Mogol tra ospiti CeoForLife Awards 2024Roma, 10 ott. (askanews) – Non solo “i migliori ceo per un’Italia migliore”, con associazioni, istituzioni per parlare dei temi strategici legati all’Agenda 2030. A raccontare i CeoForLife Awards 2024 nella Club House di Piazza Montecitorio anche Giulio Mogol, che nella giornata dedicata alla salute e al benessere ha ricordato l’importanza di una corretta alimentazione, di una vita sana e aperta a scorgere la bellezza della vita. Ospite di I’m possibile e di Paolo Longhi, il poeta della musica italiana appassionato di architettura e salute, 88 anni, ha commosso e motivato i ceo e gli ospiti presenti.


“La Salute – spiega Mogol – è il risultato del bene che vogliamo agli altri. Si perché se vogliamo bene agli altri significa che ci prendiamo cura di loro come di noi stessi. Prendersi cura significa che la vita ci viene donata ma la nostra salute dipende da noi ed è la risultante di tante cose: del cibo che mangiamo, dell’aria che respiriamo, delle persone che frequentiamo, dei libri che leggiamo, della musica che ascoltiamo. E anche cantare insieme è stato dimostrato dalla scienza che genera benessere. Per questo ho scritto il libro La Rinascita insieme a contributi scientifici di Giovanni Scapagnini, Carlo Massullo e Fabiana Superti”. L’impegno di CEOforLIFE, racconta Giordano Fatali, presidente e fondatore, “si rinnova con una visione chiara e ambiziosa. Nelle otto giornate di Awards di ottobre, oltre a definire un quadro chiaro del sistema paese rispetto ai principali temi strategici dell’Agenda 2030 e ad ascoltare i visioni presenti di sviluppo sostenibile delle aziende, stiamo lanciando le Task Force Nazionali di Scopo Permanenti, che prenderanno vita a partire da gennaio 2025. La missione di CEOforLIFE è creare una piattaforma solida e inclusiva, in cui CEO, manager, istituzioni, mondo associativo e giovani, lavorino insieme per affrontare le sfide più pressanti, ma anche a costruire un futuro migliore per l’Italia”, spiega il presidente e fondatore Giordano Fatali.


La giornata, aperta con il collegamento a Bruxelles con Dario Nardella, e che ha visto tra gli ospiti la deputata Elena Bonetti, si è chiusa con la premiazione degli amministratori impegnati in progetti legati al tema della sanità e della prevenzione. Prossimo appuntamento il 15 ottobre dalle 9 per parlare di social impact.

Giornata Salute mentale: LIRH: attenzione a malattie neurodegenerative

Giornata Salute mentale: LIRH: attenzione a malattie neurodegenerativeRoma, 10 ott. (askanews) – “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i disturbi mentali rappresentano una delle maggiori sfide per la sanità pubblica in Europa in termini di prevalenza, carico della malattia e disabilità, giacché colpiscono oltre un terzo della popolazione ogni anno. In tutti i Paesi, inoltre, i problemi di salute mentale hanno una prevalenza di gran lunga maggiore tra i soggetti più svantaggiati. La giornata dedicata alla Salute Mentale sollecita una doverosa considerazione sull’inadeguatezza delle organizzazioni territoriali deputate all’assistenza rivolta alle fragilità di chi soffre di disagi legati a malattie neurodegenerative”. Lo scrive in una nota la Fondazione LIRH, Lega italiana Ricerca di Huntington nella giornata mondiale della salute mentale.


“Quasi tutte le malattie neurodegenerative, da quelle più note come la malattia di Alzheimer o a quelle più rare come i cosiddetti parkinsonismi più o meno atipici – prosegue la nota – sono anticipati da prodromi legati a disagi di tipo comportamentale. A questo punto lo scenario che si apre è il seguente: se c’è il sospetto di una malattia neurodegenerativa, allora se ne deve occupare il neurologo. Se però il neurologo coglie l’aspetto psichiatrico, deve occuparsene lo psichiatrica. Un ping-pong che, nel frattempo, lascia le persone con disagio mentale prive di qualsiasi assenza, nonostante il servizio sanitario universalistico dovrebbe garantire loro un supporto psicologico, sociale e medico gratuito e territoriale. L’esempio più emblematico è quello della malattia di Huntington che, rispetto a tutte le altre, è riconoscibile con un test genetico anche quando le manifestazioni cliniche non sono evidenti. Ha la più alta frequenza di suicidi tra tutte le patologie umane, può essere associata ad una grave difficoltà del controllo delle emozioni, può produrre cambiamenti repentini nella personalità di un individuo trasformandolo da persona mite ad irascibile o aggressiva. Se, allora, emerge la necessità che persone in questa condizione si rivolgano ai servizi territoriali di salute mentale, la cosa che più frequentemente accade è una generale e costante sottovalutazione di tale condizione, che non viene riconosciuta. E non serve nemmeno ‘sventolare’ un risultato positivo di un test genetico a dimostrazione di una predisposizione verso una grave malattia ereditaria, perchè non viene compreso. “La conseguenza – afferma Ferdinando Squitieri, Direttore Scientifico del Centro Malattie Neurologiche Rare della Fondazione Lega Italiana Ricerca Huntington di Roma – può essere, nella migliore delle condizioni, una reazione aggressiva e antisociale col rigetto dell’assistenza e delle terapie necessarie. Nel suo aspetto peggiore, il profondo senso di inadeguatezza di chi vive esperienze simili può, nella mia esperienza, generare reazioni anche violente, come nel caso di omicidi/suicidi che raggiungono solo in parte la comunicazione mediatica”.


“La giornata – conclude LIRH – è appropriata per sollevare un grido di allarme alle Istituzioni affinché il diritto alla salute, anche mentale, sia effettivamente riconosciuto, realmente esigibile e supportato da un’organizzazione territoriale efficace, facendosi in questo aiutare, oltre che dagli specialisti, anche dalle organizzazioni del terzo settore con esperienza su questi temi”.

Stress, carico di lavoro e poca energia: professionisti a rischio

Stress, carico di lavoro e poca energia: professionisti a rischioMilano, 10 ott. (askanews) – Le buone relazioni tra i colleghi, il sentirsi stimati e riconosciuti, la percezione che in azienda i trattamenti siano equi: queste variabili aiutano a sopportare la fatica dei ritmi di lavoro odierni nelle imprese italiane. In un contesto in cui il workload è pressante e il rischio di esaurire le energie è dietro l’angolo, per i professionisti e le professioniste diventa importante, nel ruolo di fattore protettivo, il clima che si respira al lavoro.


È quanto emerge dalla ricerca “Le dimensioni psicosociali del benessere mentale”, realizzata da Stimulus Italia, società di consulenza esperta di sviluppo organizzativo, specializzata nel benessere psicologico nei luoghi di lavoro, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo. La ricerca vede la manifestazione di interesse del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. Si tratta del primo studio su larga scala che applica, in Italia, il modello Job Demands-Resources, uno strumento consolidato nella psicologia del lavoro, che mette in relazione le richieste (Demands) e le risorse (Resources) presenti nelle organizzazioni, individuando potenziali fattori protettivi e di rischio per il benessere psicologico. Le interviste sono state realizzate in 59 imprese, per un totale di 8572 risposte: è il campione più alto, rispetto agli studi di argomenti analoghi, per numero di interviste sul territorio nazionale. Tra coloro che hanno risposto, vi sono manager per il 21,9% e professionisti in altre funzioni per il 78,1% tra questi, il 9,25% è in amministrazione, finanza e controllo; il 20,98% nel commerciale/vendite; il 5% in gestione del personale e organizzazione; il 3% in marketing e comunicazione; il 5,53% in consulenza; il 5,69 in ricerca e sviluppo; il 4,78 in sistemi informatici; il 5,96% in assistenza ai clienti; il 7,01 in manutenzione e supporto tecnico; il 10,11% in produzione; il 4,32 in logistica; il 18,36% in altre posizioni lavorative. Per quanto riguarda l’età degli intervistati, l’8,12% ha meno di 30 anni: il 23,45% è tra i 30 e 40; il 32,96% si colloca nella fascia 41-50; il 30,6% tra i 51 e i 60 anni; il 4,84% ha più di 60 anni.


Ha dichiarato Pietro Bussotti, staff di Presidenza CNOP per la Psicologia del Lavoro, Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi: “Conoscere dati specifici sul benessere dei lavoratori, emersi da questa grande ricerca, offre un contributo significativo al miglioramento delle condizioni lavorative. Queste informazioni permettono infatti alle aziende di identificare aree critiche e intervenire in modo mirato per promuovere un ambiente di lavoro più sano e produttivo. Inoltre, migliorando il benessere dei dipendenti, le organizzazioni possono ridurre conseguenze sistemiche quali, ad esempio, l’assenteismo ed il tasso di errori e parallelamente aumentare la soddisfazione lavorativa”. Nella ricerca, continua Bussotti, si trova piena conferma “di una serie di elementi che la psicologia del lavoro professa da quando è nata e cioè da oltre un secolo: le risorse lavorative e personali (es. autonomia, comunicazione, autoefficacia, ecc.) riducono la possibilità di sviluppare conseguenze lavorative e personali negative (es. esaurimento psicofisico, quiet quitting, disturbi muscoloscheletrici), mentre alcuni stressor (es. conflitto e/o difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia), si correlano invece con l’aggravarsi di queste situazioni. Il mio stupore è piuttosto dato da una riflessione e cioè, che ancora oggi, ci siano resistenze ad accettare e mettere in pratica quello che ormai è un dato ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica e delle evidenze empiriche. Conosciamo le leve per benessere e produttività, conosciamo gli ostacoli e le conseguenze negative. Le prove ci sono. Ora i tempi sono maturi per il fare”.